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Moratti: un mondo di cartone

Post n°7117 pubblicato il 23 Aprile 2013 da nadir63l
 

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di G. Fiorito

In occasione del recente turno di campionato, la redazione di SKY ha rivolto delle domande al presidente Massimo Moratti, che ha risposto sul futuro della squadra nerazzurra affermando che non rinuncerebbe a un posto in Europa League e rendendo manifeste le intenzioni di riconfermare Stramaccioni sulla panchina dell’Inter.
Massimo Moratti ha espresso il suo giudizio anche quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse della rinata GEA World, “la società di agenti di calciatori che annovera, fra gli altri, Alessandro Moggi”. Il Presidente dell’Inter ha così risposto: “Beh, adesso non è il momento di parlarne, no no. Certo non entusiasma l’idea, ma poi dopo è un’altra cosa. Speriamo insomma".
(Link)


Il 3 giugno 2011 si rendevano note le motivazioni della sentenza di secondo grado del processo GEA. Come riportato da Tuttosport: “Nessuna ipotesi di associazione per delinquere dietro i presunti illeciti attribuiti alla Gea, la società che ha gestito le procure di numerosi calciatori. Lo scrivono i giudici della prima corte di appello di Roma nelle motivazioni alla sentenza di condanna di Luciano Moggi, ex dg della Juventus, ad un anno di reclusione e, a cinque mesi di reclusione per il figlio Alessandro. «I reati ritenuti a carico dei due imputati - si legge nel provvedimento depositato dal collegio presieduto da Giovanni Masi - sono riconducibili a scelte individuali ascrivibili addirittura ai singoli e senza che nei fatti possano ravvisarsi gli elementi costitutivi del delitto associativo».

Le motivazioni - I due Moggi furono riconosciuti responsabili del reato di violenza privata per le presunte pressioni esercitate per l'acquisizione di procure sportive. Entrambe le pene sono coperte da indulto”.

((Link)


Il 4 luglio 2011 Tuttosport scriveva: “È stata consegnata la relazione del procuratore federale Stefano Palazzi, sulla vicenda Calciopoli 2 che aveva generato venerdì scorso il comunicato col quale si archiviavano per prescrizione una innumerevole serie di violazioni disciplinari commesse in intercettazioni telefoniche nella stagione 2004-2005 e sfuggite alla autorità giudiziaria e conseguentemente a quella sportiva nel 2006. La relazione di Palazzi è durissima specialmente nei confronti dell'Inter, e in particolare del suo ex presidente il defunto Giacinto Facchetti, cui Palazzi contesta le molte telefonate emerse dal Tribunale di Napoli e raccontate pedissequamente da questo giornale. Per Palazzi gli avvicinamenti di Facchetti nei confronti dei designatori Pairetto e Bergamo avrebbero configurato se analizzati nel 2006 il reato sportivo di "illecito" anche in considerazione del fatto che le telefonate del presidente nerazzurro arrivavano sempre in corrispondenza delle gare che riguardavano gli arbitri e gli assistenti che avrebbero diretto le gare dell'Inter. Per questo nella sua relazione Palazzi, nelle 24 pagine dedicate all'Inter sottolinea come la responsabilità dell'Inter sarebbe - se non coperta dalla prescrizione salva tutti (anzi quasi) - una responsabilità ‘diretta ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparizalità e indipendenza in violazione del pre vigente articolo 6 del codice di giustizia in vigore all'epoca e oggi sostituito dall'articolo 9’. Per l'Inter, secondo Palazzi, ‘responsabilità diretta e presunta’.
Per il presidente Moratti, invece, il rilievo mosso è di violazione dell'articolo 1. Nella relazione ampi stralci dedicati all'oscura vicenda Nucini e richiami puntuali alle telefonate trascritte grazie alle difese di Moggi, De Sanctis e Pairetto a Napoli”.
Tradotto significa che l’Inter meritava la serie B più della Juventus e i suoi dirigenti la radiazione molto più di Moggi e Giraudo.

(Link)



Il 31 gennaio 2008 la Gazzetta dello Sport scriveva: “MILANO, 31 gennaio 2008 - Il Giudice dell'udienza preliminare di Milano, Paola Di Lorenzo, ha prosciolto Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del Milan, Rinaldo Ghelfi, vicepresidente dell'Inter, e Mauro Gambaro, ex dirigente nerazzurro, accusati dalla Procura di Milano di falso in bilancio… ‘perché il fatto non costituisce reato’ e non, come si era saputo in un primo momento, perché il fatto non sussiste. Questo in base alla nuova legge sul falso in bilancio… il giudice ha dichiarato il ‘non luogo a procedere’ nei confronti delle società rossonera e nerazzurra, imputate in base alle legge 231, ‘in relazione alle imputazioni concernenti il bilancio al 30/6/2003 perché l'azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto”. Il pm Nocerino affermò che l’Inter, truccando e gonfiando i bilanci, era riuscita a iscriversi al campionato 2005/2006. Quello che poi era anche riuscita a vincere a tavolino. Scriveva il Corriere della sera.it il 21 giugno 2007, tra l’altro: “Pressoché inesistenti i rischi penali, vista la prescrizione breve del falso in bilancio. E anche la società a livello di giustizia sportiva non ha granché da temere, essendo ancora più breve la prescrizione per il club”.
I club furono prescritti anche dalla giustizia sportiva.

(Link)


Chiediamo al presidente Moratti perché non lo entusiasma l’idea che una persona che sia stata assolta da una grave accusa in un procedimento giudiziario possa tornare a svolgere la sua attività di lavoro, mentre un prescritto sì.
La saggezza popolare recita che la parola è d’argento, il silenzio d’oro. Il presidente Moratti ha al suo attivo una collezione di occasioni mancate per dimostrarlo. Gli onesti, si sa, amano vivere in un mondo di cartone.

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