Dagli all'untore
di Gala
Mi viene da ridere quando i giornali pubblicano quelle inutili statistiche sulla squadra più amata, su quella con il maggior bacino di utenza, la squadra che più di tutte è seguita da milioni di tifosi.
Mi viene da ridere se penso che la Juventus raccoglie il maggior numero di abbonati a Sky, se penso agli ascolti record pur se giochi in un'amichevole.
Sarebbe quindi facile affermare che, per lo meno in Italia, lo scudetto del tifo vada assegnato senza, possibile smentita, alla vecchia Signora: limpido come l'acqua di fonte dolomitica.
A me piace fare un giochino che, nella realtà e con gli scudetti veri e propri, qualcuno ha già fatto con successo: non assegno lo scudetto del tifo alla Juve, lo revoco e lo voglio regalare a chi lo merita veramente.
E' giusto che sia così: non lo assegno all'Inter, al Milan, al Napoli, alla Roma, quel titolo appartiene di diritto a quell' immenso popolo che raccoglie tutti gli antijuventini. E’ un popolo di gente del bar sotto casa, della fermata del bus o metrò, della carta stampata, delle trasmissioni sportive, dei presidenti e dirigenti .
A differenza di quella sciagurata e farsesca realtà, concedetemi però il merito o l'onesta' (che brutta parola..) di portare dettagliate prove a supporto della mia sentenza. E’ impresa facile (mi si contesterà) perché è l’intera storia del calcio italiano ad esserne il principale testimone .
Senza voler qui scomodare il recente passato, che ha visto la sentenza di condanna della Juve alla B motivata da quel diffuso sentimento antijuventino, è sufficiente soffermarsi su quanto accaduto nell’ ultima settimana.
Sono bastati due rigori ( che, sia chiaro, non c’erano) assegnati alla Juventus a scatenare la caccia all’untore: “ l’untore, dagli all’untore, dagli all’untore” è il grido che si è alzato da più parti, sia quelle coinvolte direttamente ( il Genoa), sia chi si è sentito danneggiato indirettamente ( Napoli), sia chi non è stato minimamente sfiorato da questo “ golpe” in quanto naviga a distanze siderale dalla disastrata Juve ( l’inter di Mou).
A fare da contorno a dichiarazioni del tipo “una vergogna i rigori che le stanno dando, meno male che è indietro ( l’onesto Mou) o ad altre che teorizzano evidenti aiuti pro-Juve affinché raggiunga la qualificazione in Champions League. C’é stata un’ autentica sollevazione moralista-perbenista riguardo al comportamento scorretto di Alessandro Del Piero (sia in campo per l’esultanza post rigore, sia nel post partita con la non ammissione dell’errore arbitrale).
Mi chiedo perché si acclami il fair play o, peggio, si denunci la mancanza dello stesso solo se e’ coinvolta La Juve ; e’ già accaduto stigmatizzando il comportamento dei suoi tifosi (solo loro sono razzisti e violenti, ) ed ora tocca ai giocatori simbolo.
Tutte fregnacce. Il fair play nel calcio non esiste da nessuna parte, Italia, Francia, Spagna e Inghilterra : sono solo le eccezioni che fanno scalpore, non esiste la regola.
La differenza sta nell'informazione:non si fomentano campagne mediatiche costruite ad arte, né esistono decine di trasmissioni che fomentano l'odio contro questa o quella squadra.
Ormai bisognerebbe rassegnarci: qualsiasi Juve, o presunta tale, è comunque colpevole, ladra, disonesta , e senza valori! C’è piuttosto da domandarsi come sia possibile che commentatori , giornalisti e opinionisti appartengano in gran parte all’esercito degli antijuventini quando la statistica vorrebbe che un tifoso su quattro tifi Juve; evidentemente c’è qualcosa che non quadra durante le assunzioni o nell’assegnazione dei palinsesti. Con queste premesse si pretende che Del Piero o chiunque altro, che indossi la maglia bianconera, dovrebbe dimostrarsi leale e sportivo? Alla faccia del fair play: “ dito medio alzato e tutti a quel paese" , questo dovrebbe essere lo slogan.
E’ per questo motivo che sono davvero arrabbiato: Preziosi,che è tra le persone più indegne che uno sport può annoverare quale presidente, non avrebbe neppure la facoltà della parola se solo fossimo in un paese serio e non nel paese delle marionette; il portoghese parla radiocomandato dal suo padrone tanto per mandare messaggi criptati per far capire che loro comandano.
Nella ghenga aggiungiamoci il re di Napoli: tutti uniti contro un nemico già sfiancato e ferito mortalmente.
Tutti questi personaggi , dall’elevato senso morale, godono dell’appoggio degli ultrà antijuventini presenti nella stampa e nelle tv ( vi siete mai chiesti ad esempio dove sono i tifosi juventini nel pubblico di Controcampo ?), sono tutti pronti ad infierire solo se il colpevole ( presunto , anzi creato ad arte) si chiama Juventus.
Anche il caso Buffon con la sua ignobile sequela di bestemmie in campo è testimone dell’ipocrisia dei media. Se é vero che la notorietà ( di Buffon nello specifico) dovrebbe far rima con responsabilità ( sia delle proprie azioni che delle proprie dichiarazioni), se è altrettanto vero che in questo caso Buffon sia stato senza dubbio un “ cattivo esempio”, perché dare risalto a quell'errore quando lo stesso errore avrebbe potuto forse passare, se non inosservato, quanto meno poco osservato?
Lasciando momentaneamente da parte il discorso educativo-morale ed il conseguente cattivo esempio, siamo sicuri che,senza il risalto, il bimbetto che imita l'eroe della sua infanzia, sarebbe stato in grado di capire quelle sciagurate parole?
Allora mi chiedo: é un cattivo esempio ( e lo è sia chiaro) Buffon o lo è ancor più chi ha dato visibilità a quelle bestemmie?
E mi chiedo ancora: la visibilità é stata data per stigmatizzare il comportamento o per altri oscuri ( meno oscuri per noi) motivi?
Nel domandarmi tutto questo poi vado uno strano articolo su Buffon nel quale viene pure messo in dubbio il talento e le qualità del portiere : tutto legittimo, si dirà, molto meno se gli stessi giornalisti lo acclamavano anche quando, durante una partita si limitava a togliere l'erba attorno al palo o mentre si aggiustava le mollettine e la fascetta nei capelli. Fair play e cattivi esempi? Chi è il primo maestro?
Per fortuna ( si fa per dire), a rientrare nei binari della correttezza è intervenuto Luca Baraldi ( dirigente del Bologna) che , non volendo mettere le mani avanti ha comunque dichiarato di aver visto gli episodi che hanno favorito la Juve ( chissà perché solo quelli) richiedendo anche un’attenzione da parte del mondo arbitrale in nome della credibilità del calcio.
Per non smentire la propria correttezza e l’autentico fair play, quel tale pretenderebbe che i bolognesi che tifano Juve non vadano allo stadio in quanto ospiti non graditi ( in casa propria): un bell’esempio ed un bel clima da presentare come biglietto d’ ingresso .
Tutto ciò mi porta a pensare che questi signori si sono accorti che la Juve ( o quel poco che é rimasto) respira ancora, che qualcuno ( seppur pochi ) comincia a farsi domande, che i processi sono più farseschi della farsa creata. Forse si rendono conto di averla fatta troppo sporca e quindi conviene buttare ancora benzina sul fuoco.
Così si estirpano anche le piccole piantine che rischierebbero di crescere di nuovo.
Juve mia, impara ad odiare, altro che fair play! Questo non è sport, é una gara ad eliminazione.
“ Va va povero untorello, non sarai tu che spianterai Milano.”… già, il problema è proprio quello.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=603
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
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il 20/12/2015 alle 22:00
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il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14