di Piloni 64
Le reazioni dei giornali alla pubblicazione della trascrizione delle 74 intercettazioni proposte dal Collegio dei difensori di Luciano Moggi al processo di Napoli è eterogenea.
Il contropiede di Lucianone ha colto impreparata la difesa dello schieramento mediatico che aveva creato calciopoli, la quale sta ancora faticando a trovare un assetto organizzativo idoneo a neutralizzare la controffensiva moggiana.
Per anni è stata costruita una visione del mondo calcistico basato sul Dogma della Cupola. Questo Credo calcistico è stato inculcato nelle menti dei tifosi italiani da telepredicatori e giornalisti, i quali abili, astuti, eloquenti, persuasivi, e usano spesso un tono moralizzatore.
Le nuove telefonate pubblicate in questi giorni pongono serissimi dubbi alle menti di tutti coloro che hanno plasmato il proprio pensiero calcistico avendo come punti fermi il "Totem del Male moggiano" e l’onestà del “Resto del Calcio”; tanti tifosi vivono con incertezza queste giornate in conseguenza del contenuto delle nuove intercettazioni, che ribaltano pesantemente il giudizio espresso dai cultori di Farsopoli sulle persone e sulle squadre sino ad ora rimaste ai confini dell’Impero del Male, ma persino pure le conclamate vittime della Cupola.
Con questo articolo non ci si pone il fine di offrire una disamina completa delle differenti posizioni espresse dalle varie testate, e dei giudizi dei più "autorevoli" opinionisti sportivi, ma fornire la propria personale e soggettiva impressione ricavata dalla lettura delle prime tre edizioni successive al “Martedì di Luciano” al Processo di Napoli.
In base alle valutazioni, ai giudizi, alle considerazioni espresse circa il contenuto e la rilevanza delle nuove intercettazioni, ci sia consentito (tra il serio ed il faceto) classificare i giornalisti in tre distinte categorie: i negazionisti-ortodossi, i minimizzatori-dubbiosi e i possibilisti-redenti.
NEGAZIONISTI-ORTODOSSI
Da annoverare nel gruppo che non vuole riconoscere alcuna rilevanza al nuovo scenario processuale, per primo si inserisce Fabrizio Bocca (Repubblica) il quale ha chiosato sul nuovo scenario processuale: «La squalifica a Moggi, Giraudo e C, direttore generale e amministratore delegato del club bianconero e quindi la Juve in persona, fu sacrosanta per la vergogna in cui hanno fatto precipitare la Juve e l'intero calcio italiano; detto che sui tavoli della federcalcio giace da 4 anni la richiesta di radiazione mai affrontata; detto che scandalosi furono pure i colpi di spugna con cui si dimezzarono le squalifiche sportive; ricordato che Giraudo in prima istanza nel rito penale abbreviato è già stato condannato per associazione a delinquere rivolta alla frode sportiva; ricordato a chi se lo fosse scordato che l'avvocato della Juve disse "ci sta bene una B con penalizzazione" piuttosto di evitare sentenze peggiori, possibilissime dati i precedenti, con un'evidente coscienza della colpevolezza, c'è però da rimettere a posto una verità storica. Quando si dice che Moggi fu squalificato dalla giustizia sportiva per aver tenuto contatti diretti con i designatori tramite le famigerate schede telefoniche svizzere si commette un grave errore temporale. Moggi e gli altri furono squalificati proprio per il tenore e il contenuto delle telefonate con i designatori o per altri episodi tipo quello di Paparesta chiuso nello spogliatoio di Reggio. Telefonate cioè molto più compromettenti di quelle rinvenute adesso con protagonisti Bergamo, Moratti e Facchetti, ma intercettate né più né meno nella stessa maniera. Le sim svizzere spuntarono fuori, così come i lucrosi contratti di assicurazione stipulati con Bergamo, soltanto dopo, a sentenze sportive già emesse, e solo nel processo penale. Insomma si squalificò e giustamente molto prima di venire in possesso della prova schiacciante. Frequentazioni di questo tipo sono al limite per definizione, dalla chiacchierata al favore arbitrale il passo è breve. Senza contare che la famosa sudditanza psicologica degli arbitri questa è. Né più né meno”.
Calciopoli ha molte verità sufficientemente accertate: le sim svizzere agli arbitri e la condanna di Giraudo per associazione a delinquere in primo grado, sono fatti concreti »
E come poteva non trovare posto in questo gruppo di pensiero il quotidiano della "curia farsopolista" che ha scandito minuto per minuto l’evolversi di Calciopoli, ossia la Gazzetta della Sport?
Fabio Monti ha subito tolto ogni valore alle nuove intercettazioni «In realtà, i fatti e le intercettazioni che conosciamo obbligano, sul piano penale, a rimarcare una netta differenza tra chi parlava al cellulare con persone che sapevano benissimo di essere intercettate per chiedere informazioni e riguardi, e chi al contrario telefonava per dettare le scelte arbitrali. O tra chi - quasi tutti, e non solo i fratelli Della Valle o Lotito - con somma ingenuità cercava di arginare gli effetti di un sistema che poteva decidere i destini di una squadra, e chi quel sistema (almeno stando alla condanna in primo grado di Giraudo) lo aveva messo in piedi. Parlare con i designatori, all' epoca, era legittimo anche se per nulla elegante o commendevole sul piano sportivo. Non era legittimo, invece, fornirli di tessere telefoniche svizzere o conferire loro denari a fronte di polizze assicurative»
Lo stesso Fabio Monti, stavolta sulle colonne del Corriere della Sera, dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni, ha voluto ribadire una netta distinzione con la valenza e la portata delle vecchie intercettazioni; e ha scritto: «Nel caso di Moggi, la condanna comprende anche quanto fatto dopo Reggina-Juve, con il sequestro nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta e tre veri e propri illeciti sportivi, che hanno portato la Juve a rischiare la serie C1. Si parla infatti di atti diretti ad alterare lo svolgimento di Juve-Lazio («conosceva in anticipo gli assistenti prima della loro comunicazione ufficiale»), Juve-Bologna («per essere intervenuto sull’arbitro De Santis in occasione di Fiorentina- Bologna, perché ne uscisse indebolito l’organico del Bologna successivo avversario della Juve ») e Juve-Udinese («per aver dettato la griglia degli arbitri al designatore Paolo Bergamo»)».
MINIMIZZATORI - DUBBIOSI
Tra essi possiamo annoverare Corrado Zunino di Repubblica, il quale, nonostante un resoconto stringato del contenuto delle nuove trascrizioni marchiate come «Non assimilabili ai diktat minacciosi di Moggi, agli atti dal 2006, ma interessanti per la giustizia sportiva» non si limita ad un giudizio tranchant. Infatti non toglie significato e rilevanza a quanto scoperto recentemente, ed ha aperto uno spiraglio sul futuro scrivendo che: «C'è materia per aprire un'inchiesta sportiva (che fin qui ipotizza slealtà sportiva da parte dei dirigenti dell'Inter, non illecito»
Franco Ordine sul Giornale ha già fornito la propria interpretazione del valore e delle conseguenze giuridiche delle nuove intercettazioni: «Viene anche respinta, con decisione, la tesi, accreditata dal gruppo dei legali di Moggi, secondo cui in materia di giustizia sportiva sarebbe possibile realizzare un altro procedimento disciplinare per telefonate intercorse fino al 30 giugno 2005 poiché si trattava di illeciti reiterati. A questo punto la strada davanti a Palazzi è già segnata: nel caso di reati coperti dalla prescrizione, si procede nei confronti di tesserati, per altri non coperti, si procede anche nei confronti dei club, purché relativi a episodi con date successive al 30 giugno 2005.
Un capitolo a parte merita invece la questione legata allo scudetto a tavolino, il famoso scudetto di cartone, assegnato da Guido Rossi all’Inter con provvedimento amministrativo. Perciò revocabile in qualsiasi momento, senza alcuna scadenza.
Anche perché l’Uefa non ha mai fatto pressioni perché venisse assegnato, al pari di Aigner e dei due presidenti delle commissioni che hanno firmato i verdetti di calciopoli 1. Le bugie hanno le gambe corte».
POSSIBILISTI - SEMIREDENTI
Mario Celi su Il Giornale ha scritto: «che incidenza hanno queste «rivelazioni» sullo sport? Fossero state note ai tempi dei primi procedimenti aperti dalla procura federale, probabilmente - se non sicuramente - avrebbero comunque cambiato la geografia del campionato. Il calcio, a questo punto, non può più fare come le tre scimmiette e deve prendere atto che va almeno ridiscussa l’assegnazione all’Inter dello scudetto2006 con «atto discrezionale» dell’allora commissario federale Guido Rossi. È un modo anche questo di far pulizia nel pallone».
Dopo aver ascoltato un’intercettazione tra l’allora presidente FIGC Carraro e Bergamo mai divulgata in precedenza , Elio Corno dell’Emittente Italia 7Gold, opinionista televisivo di patentata militanza nerazzurra, ha esclamato: «Soltanto per questa telefonata il processo di Calciopoli andava annullato! (…)»
Uno, almeno uno. O, forse, per ora solamente uno. Si confida sentitamente che il ruvido Elio faccia proseliti.
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Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14