© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Pier Francesco Caliari, ex direttore comunicazione della Juventus dal 2002 al 2003, durante “l’epoca Moggi”, si è prestato volentieri in esclusiva ai microfoni di "Tuttojuve.com”, per un’intervista che tocca un po’ tutti i vari nodi che attanagliano attualmente la Vecchia Signora.
Partiamo subito dall’attuale situazione manageriale bianconera. Lei è stato per circa un anno direttore comunicazione della Juve. Ora al suo posto c’è Giuseppe Gattino. Qual è il suo pensiero su di lui?
“Innanzitutto volevo fare un preambolo: Blanc e soci hanno dovuto affrontare una situazione assolutamente difficile e competitiva, in quello che è stato il confronto con la dirigenza fatta da uomini dello spessore di Moggi, Giraudo, Gai. Da un gruppo ultraesperto di calcio, estremamente coeso e molto forte, con obiettivi chiari e con la consapevolezza di saperli raggiungere, non in modo illecito come è stato cercato di raccontare e che oggi i processi stanno smentendo. Per quanto riguarda Gattino, diventa sempre difficile fare i confronti specialmente se io devo parlare di un mio collega: sicuramente non è stata vita dura, però devo dirti che sotto il profilo della comunicazione per quanto riguarda i risultati della squadra sono stati clementi, rispetto ai tempi nostri, in cui noi vincevamo e i giornali come “TuttoSport”, “La Stampa”, che dovevano essere giornali amici, ci massacravano tutti i giorni, solo per il gusto di buttare in prima pagina il nome di Moggi, che faceva vendere giornali. Questa è la realtà”.
Lei sa che la scelta del canale ufficiale bianconero, “Juve Channel”, è stata quella di non parlare di Calciopoli. E’ d’accordo su questo?
“No, non sono assolutamente d’accordo, prima di tutto perché oggi, escludendo Moggi, stanno tornando gli uomini che c’erano prima, quindi c’è un’inversione di tendenza abbastanza particolare. Poi Calciopoli, Moggiopoli, chiamiamola come si vuole, è ben chiaro che è stata una questione politica e non sicuramente di frodi sportive, perché con le ultime intercettazioni venute fuori dell’Inter e del calcio, si capisce esattamente che quella era una bufala, per coprire altri interessi. Quella di non parlarne attraverso “Juve Channel” è stata una scelta aziendale, io non lo trovo giusto e poi oggi si rimangia un po’ la parola, per il semplice fatto che si richiede lo scudetto. Bisogna essere coerenti dalla A alla Z: se queste persone avevano fatto qualcosa dovevano essere punite e non si può prima dire “siamo colpevoli” e oggi chiedere di ridare lo scudetto. Mi sembra un po’ strana questa cosa“.
Quindi lei non è d’accordo sulla nuova richiesta della Juve di non dare lo scudetto all’Inter?
“No, io sono d’accordissimo su questo, però mi sembra un po’ strano che prima non bisognava parlarne e la Juventus si è autopunita, perché è l’unica squadra che ha detto “noi siamo colpevoli” e oggi, invece, si è ribaltata la situazione da parte della società. Un’incongruenza c’è stata, diciamo un po’ di sbandamento in questo periodo”.
Forse questo è dovuto all’insediamento di Andrea Agnelli, nuovo presidente bianconero, molto vicino a Moggi…
“No, non è che Andrea sia vicino a Moggi. Il suo papà era l’uomo che aveva voluto Giraudo e Moggi. Andrea ha vissuto la realtà di un calcio in cui la Juve primeggiava, aveva i conti apposto ed era la squadra che potava il nome dell’Italia in giro per il mondo con onore. Quello è stato l’esempio che ha avuto per 14 anni di dirigenza da parte di quelle persone che ad un certo punto sono state tacciate di essere truffaldine e poche chiare, che tutti i processi hanno dimostrato che non era così. Nel processo di Torino sono stati assolti con formula piena, il processo di Napoli vedrà Moggi non colpevole di tutte quelle cose assurde dette”.
Fino ad ora per Moggi è arrivata una solo condanna per violenza privata e null’altro.
“Si, però qual era stata la richiesta del pm? Associazione a delinquere per frode sportiva, sembrava che fosse Belzebù, e poi alla fine per giustificare tutti i costi che voleva dire quell’inchiesta, visto che è costata , tra avvocati e pm, molto ai contribuenti, quindi probabilmente non è stato possibile far fare la figura al pm di uno che si inventava delle cose. La condanna per violenza privata è una cosa ridicola, è come se due litigassero per un pacchetto. Quindi, per me, anche in quel processo Moggi è stato assolto”.
Ritorniamo un attimo su Gattino. Negli ultimi tempi si è parlato di un abbandono da parte sua. Diamo per scontato questo abbandono. Secondo lei, chi è l’uomo adatto per sostituirlo?
“L’uomo adatto per sostituirlo è un uomo che sa fare il mestiere di ufficio stampa e probabilmente non un giornalista. Fare l’ufficio stampa nel mondo del calcio è un mestiere difficile, specialmente alla Juventus. Io ho sempre detto che la comunicazione in tutti i settori merceologi o dell’industria o di qualsiasi altra cosa è l’azienda che la gestisce mentre nel calcio viene subita, nel senso che ci sono talmente tante fonti che non si riesce a gestirla. Bisogna essere bravi a saper interpretare quello che dice la stampa. Sicuramente non è una cosa semplice. Secondo il mio parere, però, Gattino non ha fatto un brutto lavoro”.
In giro si leggono le peggiori cose sia su di lui che su Fassone, responsabile marketing…
“Si, ma credo che di direttori marketing come Romy Gai non ce ne siano. Romy è un professionista, un uomo di calcio, un uomo di marketing”.
Per lei Romy Gai è il” non plus ultra” del calcio, uno come lui è impossibile trovarlo?
“Secondo me Romy all’interno di quello che è il mondo del calcio è sicuramente uno dei numeri uno, se non il numero uno per quanto riguarda il marketing e il commerciale. E’ sicuramente uno degli uomini che vedrei bene per questo incarico.”
Non boccia, quindi, la gestione di Gattino e di Fassone?
“Io non voglio bocciare. Il problema è diverso: si sono trovate delle persone messe lì in un momento abbastanza particolare, quindi molto difficile da gestire. Io non voglio parlare della gestione sportiva, che è un’altra cosa. Facendo il direttore marketing o comunicazione di un’azienda che vende milioni di pezzi o se fai il direttore mark o di com di un’azienda che sta bruciando e inquinando un intero paese il discorso è diverso. Se le cose fossero andate meglio, sicuramente i due avrebbero avuto vita più facile. Io penso che comunque Romy, per quanto riguarda la direzione marketing e commerciale, è di un altro pianeta e una squadra come la Juventus merita dei professionisti veri.”
Per molto tempo ha lavorato con Moggi, Giraudo e Bettega. Cosa ne pensa della “triade” ?
“Io credo che Giraudo non debba dimostrare a nessuno quella che è stata la sua capacità manageriale e di lungimiranza, vedi il progetto dello stadio, che è un progetto suo ed è l’unico stadio in Italia che diventerà di proprietà.”
Questo è un merito più di Giraudo che di Blanc ed Elkann, anche se questi ultimi se ne attribuiscono spesso le onorificenze?
“I progetti che Blanc ha presentato sono i processi che abbiamo presentato noi! Elkann si prende i meriti perché l’azienda era ed è sua, quindi è giusto che se ne prenda i meriti. Ma Blanc non c’entra nulla con lo stadio! I progetti che sono stati presentati sono esattamente gli stessi progetti che sono stati già presentati ed approvati nel 2002”
Blanc non ha aggiunto nulla a quello fatto precedentemente da Moggi e Giraudo?
“Per quanto concerne la gestione e l’amministrazione dell’azienda assolutamente no. Moggi poi è assolutamente indiscutibile dal punto di vista sportivo, ricordiamoci che tutti i ragazzi che stanno giocando bene in Italia vengono fuori dal vivaio della Juve! Non c’è neanche da discutere. Moggi e Giraudo era l’accoppiata più forte che il calcio aveva in Italia e come tutte le cose che sono forti e vincono danno fastidio.”
Di Bettega, invece, cosa ne pensa?
“Bettega era un buon ambasciatore, completava quella che era la triade, ma i due erano sicuramente Moggi e Giraudo. Erano imprescindibili”
Bettega aveva un ruolo più marginale rispetto agli altri due?
“Assolutamente sì.”
Parliamo un attimo della nuova dirigenza bianconera che si appena insediata, di Marotta e Paratici. Cosa ci sa dire di questi due?
“Io di Paratici non posso dire niente perché non lo conosco. Conosco, invece, per quello che ha fatto alla Sampdoria e prima, Marotta e credo che sia un ottimo direttore sportivo. Nutro grandi speranze in questo.”
Passiamo al suo futuro personale. Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Io mi occupo di comunicazione da una vita, ma adesso il calcio è l’ultimo dei miei pensieri. Alle chiamate poi non si rifiuta, ma non credo che arriverà una chiamata”
Mica possiamo sperare di rivederla, un giorno, di nuovo nella Juve?
“Nella vita io non dico mai di no, ma lo ritengo al 99, 9% impossibile”
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14