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IL COBRA SERBO!

Post n°2671 pubblicato il 26 Settembre 2010 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Il primo tempo è quasi tutto suo; Milos Krasic corre, sputa fiato, fa dannare la retroguardia del Cagliari, spinge come un martello pneumatico e pressa in ogni zona del campo in cui si trova a transitare il malcapitato avversario con il pallone. La sua doppietta, nei primi quarantacinque, non è casuale; è l'uomo giusto al posto giusto, sempre nei tempi corretti e sempre nel vivo del gioco. Colpisce la prima volta con un siluro al volo di rara qualità balistica e la seconda con un tocco, sempre al volo, degno del miglior attaccante immaginabile. Un cobra, un vero cobra dal morso letale, imprevedibile e veloce. Sul gol del momentaneo pareggio del Cagliari, peccato per lo svarione difensivo in collaborazione Rinaudo (che lascia troppo spazio al diretto avversario, permettendogli di aggirarlo e arrivare al cross) e Chiellini (che si perde Matri, lasciandolo indisturbato di concludere a rete, solo davanti a Storari).
Le note positive del primo tempo non sono arrivate solo da Krasic; bello Amauri, lottatore, attivo sulla palla del primo gol, e con grande voglia di fare. Bello Aquilani, che prova a prendere in mano le redini del centrocampo, anche riuscendoci a tratti, e non disdegna di tentare la conclusione a rete da fuori area. Bello Melo, più preciso e meno lezioso, e quindi più efficace. Bello Pepe, anche se c'è decisamente più quantità che qualità; la voglia e la rabbia agonistica che ci mette, però, fa perdonare qualche svarione. Meno bello Grygera, che perde la posizione in un'occasione trovandosi in ritardo sull'avversario, e meno bello Iaquinta che, dopo aver sopraffatto agonisticamente il suo diretto marcatore, si trova a tu per tu con il portiere avversario e gli spara una bordata addosso, quando sarebbe bastato piazzare il pallone. Rinaudo prende un'ammonizione che poteva evitare e quasi rischia il secondo giallo a causa di un pestone maldestro. Troppo lento, forse ancora insicuro, o forse solo troppo "carico" di responsabilità. Il ragazzo deve capire che la carenza di terzini di livello non è certo una sua colpa, e deve ricominciare a giocare semplice, come ha sempre fatto; i numeri li ha, deve solo metterli a frutto con meno ansia.
Il secondo tempo si apre con un miracolo di Storari, che devia in angolo un colpo di testa insidiosissimo su calcio di punizione per un intervento di Chiellini su Matri. Il Cagliari non ci sta, e vuole provare a mettere la testa fuori, ma la Juventus non sembra d'accordo; accelera, riparte, tiene testa a un avversario comunque e sempre imprevedibile. Cresce anche Grygera, nel ruolo di terzino sinistro, ma Iaquinta spreca troppo. Leggendo la partita, sarebbe forse questo il momento di fare il primo cambio, Quagliarella per Iaquinta, ma questo non avviene e Iaquinta spreca un'altra occasione. Il Cagliari prova ancora a salire, ma la Juventus da l'impressione di arginare bene le iniziative della squadra sarda; solo Rinaudo appare ancora troppo spesso in ritardo. In un'occasione bravissimo l'arbitro Brighi a non assegnare un presunto rigore su Amauri che non c'era; Brighi prende il pallone, ed è solo corner. Però, sugli sviluppi del corner, arriva la terza rete Juventina, dopo una carambola (con finalizzatore Bonucci), a dimostrazione che un rigore non concesso, se una squadra gioca, non pregiudica il risultato, come avevamo detto in occasione della brutta sconfitta con il Palermo (anche se in quel caso il rigore, su Del Piero, c'era, eccome!). La Juve non molla, nonostante il parziale di tre a uno, e continua a tenere il Cagliari sotto pressione, come deve fare una grande squadra che coltiva grandi ambizioni. Al 17° del secondo tempo, il Cagliari passa al tridente con l'inserimento di Nené, che praticamente subito trova un passaggio delizioso per Matri, che però finalizza malissimo. Ma è Krasic a continuare a brillare; il cobra serbo macina palloni su palloni, cross su cross, fughe su fughe, e il Cagliari è costantemente in affanno per tentare improbabili recuperi sui suoi movimenti: a volte non viene fermato neanche dai raddoppi di marcatura, e riesce sempre a trovare spiragli e a ripiegare, restando onnipresente nel cuore del gioco.
E' al 24 minuto della ripresa che ingioiella la sua prestazione con il terzo sigillo: meravigliosa discesa centrale con dribling a sedere la difesa avversaria e appoggio in rete, con piccola deviazione: Juventus 4 Cagliari 1. Il popolo BiancoNero è in estasi per il "Cobra Serbo". E come dargli torto?
Al 29° il primo cambio, fuori Rinaudo (in crescita nel secondo tempo) e dentro Legrottagle. Al 32° il secondo: fuori Aquilani (al quale facciamo in ogni caso qualche complimento) e dentro Sissoko, e al 33° Del Piero per Iaquinta. Neanche un minuto, e Matri segna per il Cagliari; altro svarione difensivo (Legrottaglie addormentato, senza nulla togliere al pallone filtrante inventato da Lazzari), e per l'attaccante avversario è un gioco da ragazzi mettere in rete: Juventus 4 Cagliari 2.
Da questo momento fino alla fine della partita la Juventus si limita a gestire il pallone, senza rinunciare alle folate offensive; purtroppo, eattamente al novantesimo, la formazione BiancoNera vede uscire Amauri in barella, per una brutta caduta in un normale contrasto di gioco, ed è l'unica nota amara di una serata quasi perfetta. Non resta che sperare che non si tratti di nulla di serio.
Da dire, in chiusura, restano le solite osservazioni sulla difesa; ma non diciamole, ora. Restiamo ancora qualche minuto con negli occhi e nel cuore la fantastica tripletta del Cobra Serbo; e con ancora negli occhi e nel cuore una certa "Furia Ceka".

 
 
 
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