LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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CAMPIONE SEMPRE DENTRO E FUORI...Se oggi volessimo discrivere con un nome e cognome la sfida di stasera sicuramente basterebbe il nome Pavel per procurare brividi ai tifosi bianconeri. Quel giocatore che nell'immaginario dei tifosi mette ad alcuni i lacrimoni agli occhi pensando al giorno dell'addio proprio in una Juventus-Lazio. Pavel e' esempio di classe e di come si debbano affrontare le sfide della vita con coraggio e passione, come accettare le grandi vittorie (dal pallone d'oro all'Europeo ai tanti scudetti bianconeri) fino alle sconfitte (quell'ammonizione con il Real che gli fece saltare la partita della vita). Pavel Nedved è e rimarrà campione indiscusso nel cuore di tutti non solo bianconeri. Dalla Repubblica Ceca, alla Lazio e poi alla Juventus, una storia tra gol, emozioni europee e mondiali. Alla Lazio Pavel imparo' a conoscere il calcio italiano. Durante la sua prima stagione italiana, segnò 11 gol, e divenne ben presto uno dei giocatori biancocelesti più amati dai tifosi. Durante la sua seconda stagione laziale, Pavel vinse il suo primo trofeo in biancoceleste, la Coppa Italia, e poi consengò nella bacheca laziale anche la SuperCoppa Italiana, grazie anche a un suo gol. Nella terza stagione nella Lazio Pavel a causa di un doppio infortunio viene costretto a perdere quasi tutto il campionato per un lunghissimo infortunio, ma lascia il segno siglando il gol della vittoria della Coppa delle Coppe 1998-99, il 19 Maggio 1999. Poi passò alla Juventus e iniziò un amore che vive giorno dopo giorno. Recentemente Pavel Nedved ha parlato definendo la sua vita dopo il 31 maggio 2009 un nuovo inizio: "Se quel 31 maggio 2009 fu un inizio o una fine ? Un inizio. Quel giorno è cominciata la seconda fase della mia vita: io ero felice, mi godevo quei momenti e la gente intorno a me piangeva. Fu un pomeriggio strano e magico. Quando e perché ho deciso di smettere? Nel 2006 giurai che avrei riportato la Juve in alto. Dopo la promozione e il terzo posto, la mia testa cominciava a non reggere più i ritiri. Nel 2009 arrivammo secondi. Per scalare l'ultimo gradino, un gradino molto alto, io a 37 anni non potevo più essere d'aiuto. Serviva altro. E la Juve aveva un progetto di cui non facevo parte. (...) Stasera in campo non ci sarà Pavel ma forse il suo erede: "Com'è Krasic? Molto forte. Abbiamo qualcosa in comune: il modo di correre e di puntare la porta, la ricerca della concretezza. Crossa benissimo, ora deve farci scoprire il tiro da lontano". Vedendo Krasic in campo fare bene, la mente parte e va a Pavel, a quando era d'esempio e sempre l'ultimo ad arrendersi e sicuramente la sfida di oggi sarà vista con occhio diverso rispetto al solito dal campione ceco. Una sfida all'insegna di un campione che e' stato d'esempio per entrambe le tifoserie e che anche a Roma, anche se forse non l'ammettono rimpiangono. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14