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« Del Piero, doppia attesa...Narducci ricusa sta ... »

DELNERI: "Col Milan gara stimolante. Rapporto solido con la società, penso che andremo avanti.

Post n°4130 pubblicato il 04 Marzo 2011 da nadir63l
 

 Aquilani convocato? Confidiamo di recuperarlo. Moggi allo stadio? Non m'interessa"
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

TuttoJuve.com sta seguendo in diretta la conferenza stampa del tecnico bianconero Gigi Delneri, alla vigilia di Juventus-Milan. Ecco le sue dichiarazioni:

Buongiorno Mister, domani è decisiva solo per le sorti della Juventus o anche per il suo futuro?
"Ogni partita è decisiva, l'importante è interpretarla in maniera giusta. Una partita che arriva dopo un periodo non molto buono, però arriva giusta per poter riprenderci quello che abbiamo lasciato ultimamente sul campo. Una partita stimolante, chiaramente molto importante per tutto quello che poi ne conseguirà: cioè l'entusiasmo che puoi ottenere e tutto quello che poi succederà come proiezione futura, ma soprattutto nelle partite future".

Mi pare di capire che si senta sotto esame. C'è questo dialogo continuo di cui ha parlato anche il presidente in settimana. Come lo ha vissuto?
"Abbiamo sempre parlato noi, non è che...(pausa, ndr). Da quel punto di vista non è stata una settimana diversa dalle altre, perchè io ad esempio in sede ci sono andato anche molto prima di adesso, non è che sono andato solo questa volta in sede".

Però lo stesso presidente ha fatto presente che c'è stato uno scambio di opinioni...
"Come è giusto. Mi sembra giusto che un allenatore renda conto alla società di quello che fa, ma non è accaduto solo questa settimana. E' accaduto anche altre settimane, per cui non è che si fanno queste cose quando le cose vanno male, ma si fanno sempre. Quando qualcuno ha qualcosa da chiedere penso sia giusto e lecito che la società ponga al suo allenatore le sue domande".

Possibilità di vedere Aquilani tra i convocati?
"Spero di sì. Spero di sì perchè devo ancora fare allenamento. Ha ripreso ad allenarsi abbastanza agevolmente, quindi confidiamo in un suo recupero".

Vista la presenza di un giocatore come Ibrahimovic, è possibile vedere Chiellini in mezzo o non dipende questo? Ha già deciso in questo senso?
"Dopo l'ultimo allenamento decido quello che devo fare generalmente. Le idee sono quelle di riuscire a creare una difesa che abbia attitudine alla difesa, ma anche a poter infastidire il Milan in una chiave di difesa loro, perchè dare poi l'opportunità al Milan di stare sempre in alto diventa poi... (pausa, ndr). Tecnicamente hanno dei giocatori di qualità superiore e quindi possono anche incidere molto sulle giocate senza farli lavorare molto in chiave di rientro".

Che cosa è mancato finora a questa Juve per essere dove si pensava potesse arrivare. Un po' di qualità che forse è stata sopravvalutata? Organizzazione di gioco? Mancanza di grinta?
"Non è che non abbiamo mai avuto queste cose. Se leggo queste situazioni, penso la continuità di rendimento. Non è che non abbiamo mai avuto questi tipi di atteggiamenti. Certe volte li abbiamo avuti, certe volte meno, quindi è chiaro che l'espressione del risultato finale è quello che ti dà...(pausa, ndr). Noi abbiamo espresso buone cose, anche risultati, con grandi squadre, meno buone cose e magari meno risultati con squadre cosiddette - virgolettato - più abbordabili".

Però questa mancanza di continuità visibile a cosa è dovuta secondo te? E' una questione di qualità di giocatori? Di applicazione?
"E' questione di assemblaggio, perchè non puoi pretendere di colpo di avere tutto quello che puoi ottenere velocemente. Ci sono certe partite in cui tutto viaggia in modo giusto e certe partite in cui le cose non vanno come vorresti e magari hai qualche intoppo. Dire che questa è una squadra che è stata ricostruita ancora in corsa e lavorandoci sopra .... (Pausa, ndr). Stamattina facevo un calcolo sugli infortuni che abbiamo avuto e noi abbiamo avuto molti infortuni con tempi lunghi. Parlo di Quagliarella, parlo di Martinez, parlo di De Ceglie, parlo di elementi che in certi momenti erano diventati abbastanza importanti per il nostro assetto di gioco".

Gigi, ti sei sentito tradito da qualche giocatore? Col "tradito" non dico di testa, che abbia giocato volontariamente male, ma che non abbia dato quello che tu ti aspettavi dall'inizio...
"No, sapevamo che avremmo attraversato un anno abbastanza difficile, come concetto di continuità. Quindi penso che i giocatori diano sempre il massimo. Si può far meglio chiaramente, perchè tutti noi possiamo fare meglio nel calcio, però io penso che i giocatori abbiano sempre dato il massimo. Sanno che certe volte possono dare di più di quello che producono sul campo, ma questo mi sembra sia un fattore abbastanza nella logica del mondo del calcio".

C'è la possibilità che domani allo stadio, dopo tanti anni, torni Moggi. Volevo sapere qual è la sua sensazione e il suo giudizio. Se è colpevolista o innocentista. Cosa ne pensa?
"Non sono argomenti che mi spettano. Può anche essere che sia tornato anche prima di oggi. Non lo so, non seguo quelle vicende, quindi non posso dare una risposta. A me interessa il calcio, non mi interessa se Moggi viene al campo o meno. Questo è il concetto".

Nel lavoro settimanale ha dovuto anche restituire serenità al gruppo? Questa squadra tende a squagliarsi. Come si lavora in certe situazioni?
"Si lavora con l'applicazione e con le dovute maniere, cercando di non pressare molto il discorso, perchè le pressioni sono già abbastanza continue nel nostro mondo, intendo nel nostro mondo del calcio. In certi momentio bisogna lavorare serenamente, dare tranquillità, dare fiducia e battere su una qualità che noi dobbiamo avere: quella di andare avanti per la nostra strada, cercando di migliorare i risultati che abbiamo avuto fin adesso".

I giornalisti fanno questo sporco mestiere: quando un allenatore perde due partite di fila specialmente male come è successo, comincia ad essere messo in discussione....
"Siamo nella norma...".

Sì, tu sei nel calcio da tanti anni e credo non sia una roba nuova insomma...
"Assolutamente".

Ecco, quindi i giornalisti fanno il loro mestiere bastardo. Ma quello che ti domando è: ti aspettavi magari una cosa del genere da parte della stampa, ma tu dalla società ti sei sentito tutelato in queste due settimane? Cioè, ti sei sentito confortato e difeso "più", "mezzo" o "meno" di quello che ti aspettavi?
"Difeso nel modo in cui loro credono nel mio operato, quindi difeso 'più' probabilmente, perchè credono che tu quando lavori  - in questo devo ringraziarli - dai sempre il massimo di te stesso. I giornalisti, come hai detto, guardano i risultati, e i risultati certe volte sono diversi, oppure certe volte si sfornano quando possono e quando non possono magari sono un po' chiusi. Ma è una cosa normale, nel calcio valgono i risultati. E i giornalisti sono fatti per i risultati, quindi se vai bene ti giudicano bene, se vai male ti giudicano male. L'importante è che nel rapporto mio ci sia stima reciproca al di là di come vadano le cose. Noi sappiamo che lavoriamo al massimo, loro pretendono giustamente che noi diamo il massimo, per cui facciamo - e loro lo sanno sicuramente - il massimo di quello che si fa sempre, tenendo conto che un palo-gol e un palo-fuori cambiano magari le opinioni. O gli stessi cambi fatti vincenti e fatti perdenti ti fanno dire che sei bravo e sei scarso. Io parlo di Cagliari e di domenica, come giudizio".

Tu hai detto che quest'anno è stato più complicato di quello che ti immaginassi. Volevo sapere se questo ha complicato in qualche modo anche il tuo lavoro. Se non sei riuscito anche per questi motivi a dare tutto quello che avresti voluto dare a questa squadra...
"Noi abbiamo avuto un momento importante, dove avevamo trovato una quadratura importante in questa squadra, che aveva attuato dei cambiamenti in corsa molto significativi, magari non visualizzati molto bene, però da un allenatore visualizzati in una maniera molto costruttiva. E' chiaro che la mancanza di continuità è dettata anche dalla mancanza in un certo momento di giocatori che ci hanno dato queste risultanze; oppure dalla sfortuna dettata da infortuni a catena. Adesso, ad esempio, abbiamo infortuni a catena in mezzo al campo, in un certo periodo c'erano infortuni a catena in attacco; adesso abbiamo tutti i difensori a disposizione...cioè non abbiamo avuto mai infortuni che incidessero in linea generale. Abbiamo trovato un assetto di squadra con Marchisio messo in una posizione ibrida, che poteva dare grande forza col supporto di un esterno di ruolo, che poi in effetti non abbiamo mai avuto: si è fatto male De Ceglie, poi si è fatto male Traorè, ho sfruttato un po' di tempo Grosso e aveva fatto abbastanza bene. Poi probabilmente non aveva un'alternativa più valida e con le punte diverse c'è un attacco diverso sugli esterni. Quindi è chiaro che avevamo trovato la quadratura del cerchio. Da lì in poi, tante cose sono saltate. Abbiamo fatto quello che si poteva quest'anno, con gli altri e bassi che c'erano. E faremo ancora molto penso, perchè la squadra non è demotivata per niente, ha voglia di riscatto, ha voglia di far vedere che può giocarsi le partite con chiunque. Ma questo lo ha dimostrato, sia nel bene, sia nel male.  Quindi noi combatteremo per avere sempre la meglio sull'avversario".

Al di là delle illazioni giornalistiche, temi che domani possa essere la tua ultima partita su questa panchina? E poi temi che questa stagione non avrà poi un futuro, un seguito?
"io del futuro non mi preoccupo quasi mai. Io mi preoccupo di fare bene il mio lavoro, poi saranno i risultati probabilmente... (pausa, ndr). Ma con la società, torno a ripetere, io ho un ottimo rapporto, per cui penso che andremo avanti, convinti che quello che facciamo è giusto, convinti che quello che possiamo proporre sul campo sia la maniera giusta. Anche pechè siamo convinti che fare una casa non basti un giorno".

Davvero senti tutta questa fiducia da parte della società alla vigilia di una partita nella quale ci sarà una pressione importante? Davvero ti senti al sicuro e tutelato?
"Al sicuro come rispetto. Io parlo sempre di rispetto. Tutelato vuol dire che la società crede in quello che fai. E' chiaro che i risultati daranno un giudizio diverso se vinci o se perdi, ma penso che il rapporto allenatore-società sia molto solido".

Pensi che sia giusto che ti definiscano un allenatore da un solo schema e per questo limitato per una grande squadra? Altrimenti arrabbiati, reagisci...
"Dipende sempre dai risultati. Un allenatore se cambia uno schema e vince è bravo, altrimenti non è sicuro di quello che fa; se fa sempre uno schema, se vince è bravo, se non lo cambia vuol dire che è stereotipato. L'allenatore è legato sempre al discorso dei risultati. io penso che il calcio sia fatto per le qualità dei giocatori e per le qualità che buttano sul campo. Ogni allenatore ha le proprie idee e se queste idee mi hanno fatto vivere nel mondo del calcio bene, mi faranno vivere ancora il tempo che avrò per poter lavorare sul campo. E andrò avanti sempre con le mie idee, a prescindere da uno che dica...anzi, da uno che scriva, perchè lui ha detto prima una bella cosa: 'Noi scriviamo le cose che vediamo, scriviamo i riusultati". E voi fate questo. L'allenatore vive su convinzioni di lavoro e non cambia sicuramente idea sul suo operato da un giorno all'altro. Cosa che non ho mai fatto e non farò mai. E andrò avanti per la mia strada, sempre e comunque, checchè ne dicano gli altri che scrivono e che guardano".  

Senta mister, proprio perchè una casa non si può costruire subito, in una stagione di transizione, ma riguardando tutto il percoso di questa stagione forse c'è stata un po' di esagerazione in un certo momento nello sbandierare degli obiettivi.
"Ma hai importato degli stimoli. La Juventus sappiamo che ha una mentalità di un certo tipo e noi volevamo e vogliamo dare il massimo per ottenere il massimo dei risultati. Il tempo è ancora garante per poter raggiungere prestazioni importanti che ci permettano di rimanere in quota. Quando sei impegnato ad ottenere un obiettivo è sempre più difficile che non partire senza avere tanti obiettivi. Quindi è chiaro che pensando di aver raggiunto una quadratura giusta su quello che pensavi ottenere, l'equazione è stata fatta, ma con realtà in quel momento. Se poi si perdono delle soluzioni o si perdono dei settori dove tu non hai dei ricambi è chiaro che magari puoi soffrire qualcosa in più. poi ci può anche stare che perdi una partita come quella di Lecce o altre partite". 

Ma da uomo di calcio, al di là della sua posizione in questo momento e di tutte queste attenuanti - il primo anno, gli infortuni, eccetera... -, non arrivare quarti sarebbe un fallimento o no?
"Se non lottiamo".

Mai nessuno della società le ha detto 'lei l'anno prossimo sarà l'allenatore della Juve a prescindere dai risultati di quest'anno'?
"Io ho un contratto fino all'anno prossimo, non devo chiedere se sarò, ce l'ho, per cui mi sembra che nessuno da questo punto di vista mi debba dire 'sei ancora l'allenatore della Juventus'. Ve bene che il nostro mondo è un mondo molto particolare: nel calcio oggi tutto è giusto e domani pomeriggio è tutto sbagliato, e viceversa. Io devo fare il mio lavoro e basta. e il mio lavoro concerne anche di parlare del Milan. E fin adesso mi sembra che se ne sia parlato poco".

Tornando alla partita, che partita si aspetta?
"No, senza 'tornando', andando...(ride, ndr)".

Quali sono i rischi? Quali sono i vostri possibili punti di forza? Che partita sarà?
"Penso che lo stimolo sicuramente ci sia, senza andare a trovare altre cose. Sappiamo di trovare una squadra molto competitiva, sta dimostrando di meritare il posto in classifica che occupa, ha giocatori tecnicamente di grande levatura, però noi abbiamo delle armi con le quali abbiamo dimostrato di poter competere con loro a Milano e saranno buttate sul campo".

Senza quel gol all'ultimo minuto contro il Chievo eravate a tre punti dal Milan. Si chiede ogni tanto cosa è successo nel frattempo? Come mai gli è sfuggita questa squadra? Questa è la squadra dei 18 risultati utili consecutivi...
"L'ho detto prima. Se non l'ha capito glielo rispiego. A gennaio...".

Forse sarò duro di comprendonio, ma vedo che capito spesso con lei...
"La squadra stava bene, poi ha giocato col Chievo l'ultima dell'annata e ha pareggiato al novantesimo. Quando è rientrata, di fatto, non ha più potuto contare sui giocatori che in quel momento lì erano diventati importantissimi per noi, come livello di gioco: Quagliarella, Iaquinta, Felipe Melo perso per quattro domeniche, la mancanza di alternative davanti, con Amauri ancora in condizioni particolari. Poi tante partite inframezzate dalla coppa, non avendo in quel momento dei giocatori in condizione. In quel momento abbiamo pagato dazio e l'avevamo superato bene, come concetto di ripresa, sia a Cagliari che con l'Inter, con il lavoro. Siamo ricaduti, ma non è una causa globale, ci sono delle attenuanti che non devono far pensare a un abbassamento di tensione da parte nostra, devono far pensare che noi lavoriamo al massimo con quello che possiamo dare sul campo. Poi torno a ripetere: il calcio è fatto di situazioni di campo che certe volte ti danno ragione e certe volte meno".(redazione TuttoJuve.com)

 
 
 
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