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« MARCHISIO ci crede: "Arr...udienza napoli 3 maggio ... »

udienza napoli 3 maggio 1 parte...

Post n°4626 pubblicato il 03 Maggio 2011 da nadir63l
 

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Attività già in atto. Torino – Napoli.
Narducci inizia la sua requisitoria ricordando di aver raccolto un'attività già in atto. L’inchiesta nasce nell’ottobre del 2004 e Napoli svolge autonomamente questa attività, non sapendo che nei mesi precedenti, Torino aveva già svolto operazioni di intercettazione in riferimento a Moggi, Giraudo e Pairetto. Intercettazioni poi interrotte a causa della mancata prorogata. Napoli inizia la sua attività e la porta avanti per l’intero campionato (2004-2005), concludendola due giorni dopo la sua conclusaione.

Ricostruzione delle intercettazioni
Si è proceduto ad un'attività di ricostruzione delle attività di intercettazione che in questa fase riguardano le stesse persone intercettate da Torino , inserendo anche Bergamo, Lanese, Mazzini e De Santis. Attività sviluppanta, con l’inizio degli interrogatori (maggio 2006) e di una fase di raccolta di dichiarazioni; questa fase è ancora sostanzialmente priva di alcuni aspetti essenziali.

Scarsa collaborazione
Narducci parla di atteggiamenti di scarsa collaborazione da parte di chi avrebbe potuto offrire un contributo importante.

Il materiale di Torino confluisce a Napoli e Roma
In quel momento si decide che il fascicolo di Torino deve confluire in quello di Napoli; una parte di questi risultati, la parte della Gea, vengono trasmessi invece a Roma. Nel 2007, a notevole distanza dalla chiusura dell’attività di intercettazione, i carabinieri di Roma procedono ad una compiuta ricostruzione (ancora oggi parziale), della massa delle schede riservate ed emergeranno nomi ed identità di alcuni assistenti della Can e soprattutto il ruolo di organizzatore di Fabiani.

Tracce dell'esistenza di un'organizzazione
Queste operazioni evidenzieranno tracce dell'esistenza di un'organizzazione che esiste già prima del campionato 2004-2005 e che nasce con l’epoca dei due designatori arbitrali nel 1999. Iniziano ad intravedersi squarci su alcune verità, su come funzionasse l’organizzazione anche grazie ad alcune dichiarazioni come quelle di Manfredi Martino (che ha costantemente lavorato con la commissione arbitrale).

I temi dell’anno 2004-2005
I temi si intrecciano l’uno con l’altro e danno l’idea che quel campionato sia di transizione verso un nuovo sistema. Si chiuderà un’epoca e se ne aprirà un’altra.

Competizione illegale
La prima evidenza è dal punto di vista sportivo, un campionato di competizione tra Juventus e Milan che saranno testa a testa, una competizione che è anche una competizione illegale, di un esercizio snodato di questo potere. Si scopre una figura come l’addetto agli arbitri del Milan, che cerca non solo di acquisire informazioni su quello che accade, ma cerca anche di contrastare questo potere con mezzi illegali.

Elezione del Presidente Federale
La seconda evidenza è l’elezione del presidente federale del 14 febbraio 2005, con la conferma di Carraro nell’ambito di un accordo di una successiva staffetta con Abete dopo due anni. E’ una vicenda che attraversa la storia dei rapporti tra gli imputati ed è destinata a spiegare molte di quelle telefonate.

Il sistema di designazione
La terza evidenza è una questione considerata dal pm “essenziale” e che sarà spiegata telefonata per telefonata, parola per parola ed è il sistema di designazione. Nel 2004-2005 Bergamo e Pairetto mettono in conto che nell’anno successivo si possa andare verso un loro avvicendamento.

La Fazi
La quarta evidenza è quella della estromissione della S.ra Fazi (messa in evidenza anche dalle indagini di Torino) dalla Can ed il fatto che la stessa possiede informazioni che possono sconvolgere il sistema calcio (la struttura illecita che sostiene il mondo del calcio). La Fazi cercherà nel corso di quel campionato, di guadagnare un ruolo e sarà un elemento cruciale nel rapporto collusivo tra Moggi e i due designatori.

Gabriele e Palanca
La quinta evidenza è rappresentata da un’indagine avviata nel 2004 su Gabriele e Palanca, nella quale emergono elementi che rimandano ala esistenza di un gruppo di arbitri capeggiato da De Santis.

De Santis
Lo stesso De Santis si attiverà per acquisire notizie su questa indagine, perché la riteneva pericolosa per le possibili ricadute su questa struttura di potere.

Risultati in sintesi dell’indagine

Storia del calico = storia di illegalità
Dal 1980 la storia del calcio italiano è in certi momenti una storia di illegalità di come è possibile alterare un incontro sportivo ( scommesse clandestine). Si aggiustano gli incontri perché, attraverso le scommesse clandestine, è possibile puntare sui risultati e guadagnare soldi (scommesse che riguardano sia alcune società che alcuni calciatori).

Alterazione non occasionale ma programmata
Poche volte però si è riscontrato il ruolo di arbitri in accordo. Questa indagine cambia lo scenario: innanzitutto qui non si alterano più occasionalmente gare per la propria squadra, ma lo si programma e realizza con continuità. Si alterano anche le partite degli avversari (cosa mai registrata prima). Questa organizzazione ha provato ad influire sul risultato del Milan, evitando di fargli raggiungere i suoi obiettivi, intervenendo sul campo. Si alterano anche partite con squadre terze che non hanno nulla a che vedere con la lotta scudetto, perché l’alterazione di quella gara sarà influente per la partita successiva, come quando la squadra di Moggi e Giraudo ha affrontato squadre che sono state preventivamente danneggiate nella partita precedente o quando si è alterato incontri di squadre satellite (Messina o Reggina).

E’ conveniente sostenere quella “squadra” : Lazio e Fiorentina
Quando si parla dell’attività in favore della Lazio di Lotito, alleato nella operazione di sostegno alla elezione del Presidente federale, non si parla di una squadra o di un dirigente che fa parte dell'organizzazione, ma viene ritenuto conveniente sostenere quella squadra. Questa attività è evidente in riferimento alla Fiorentina. La società, nello scorcio finale del campionato e dopo una vera attività di opposizione in federazione, dovrà andare a Canossa; questa organizzazione farà in modo che il 29 maggio si compia il capolavoro di salvare la squadra di Della Valle.

La gazzetta dello sport
Narducci dice di aver sentito che i carabinieri si sono avvalsi dei commenti di un giornale che si chiama Gazzetta dello Sport ricordando come in quell’anno, Bergamo e Pairetto, erano collaboratori fissi di quel giornale, fazioso e milanese.

Juventus - Fiorentina del 10.11.2004
Il 10.11.2004 si svolge un incontro Fiorentina-Juventus arbitrata da Farina. La gara finirà 1-0 e non vi è nulla di straordinario se non per un fatto: l’arbitro Farina concede 4 minuti di recupero e forse al 4' Thuram fa un fallo su Fantini e l’arbitro non fischia la punizione, concedendo il vantaggio, e Portillo prende la palla e sbaglia. Polemiche.

Telefonata Bergamo – Moggi del’11.11.04: un capolavoro di ipocrisia!
L’11.11.2004, ore 12.21, telefonata tra Bergamo e Moggi in cui Bergamo dice:“Che deve fare il pezzo sulla gazzetta: cosa scrivo di ieri sera che Gigi non lo trovo? E Moggi dice:”Vedrai come te la scrivo bene”; ancora Bergamo: “Dirò che gli ha dato il vantaggio, ha fatto bene”. Andando a leggere cosa scrive Bergamo ( il massimo rappresentante dell'obiettività) sulla Gazzetta del 12.11.2004, c’è un capolavoro di ipocrisia e di falsità perché Bergamo deve tutelare Moggi e la sua squadra a costo di dire sciocchezze. Bergamo scrive proprio che Farina ha concesso il vantaggio. Incredibile!

Linguaggio chiaro e allusivo
Nelle conversazioni si utilizza di un linguaggio chiaro e di uno cifrato o allusivo. Giraudo è il numero 1, Moggi è il numero 2, Bergamo è “atalanta”, Pairetto è pinocchio o Pinochet, De Santis è Massimino o Massimuccio, la Fazi è la bionda. Troverete tante conversazioni in cui, non solo vi è un riferimento a cose accadute, ma in cui si coglie l'utilizzazione di un linguaggio che è la prova che tra gli imputati esiste un vincolo associativo, che parliamo di un'organizzazione, non solo di chi sta prendendo accordi illeciti con altri.

Moggi – Mazzini
Il 28 aprile 2005 c’è una telefonata tra Mazzini e Moggi in cui lo stesso Moggi si lamenta di essere rimasto deluso da alcune persone vicine a loro: la Triglia (Bergamo). Altra telefonata tra Bergamo e Mazzini, che avviene in un contesto di frizioni e lavori che rimandano alla questione del futuro dei due designatori, alla sorte della Fazi e del fronte interno che si è aperto tra i due designatori (il pm legge la trascrizione.

Il rito abbreviato e la responsabilità penale
Nella sentenza che il gup ha emesso nel giudizio abbreviato, ha sancito la responsabilità penale di Giraudo, Lanese, Pieri e Dondarini (per alcuni episodi specifici). Nella sentenza è accolta la versione del gip che ha ritenuto esistente l'organizzazione. Il giudizio che dà il gup è che al fine del delitto associativo è importante il momento del rafforzamento dell'associazione. La Juve era in corsa per lo scudetto, Bergamo per la riconferma ed era al suo fianco.

Il Processo di Biscardi e forme di controllo sui mezzi d’informazione
Il Pm di dover far riferimento anche a fatti ed accadimenti che apparentemente sono estranei al programma di realizzare frodi sportive ma che non sono estranei alla finalità di garantire l’attività del sodalizio. Si fa riferimento all'ingerenza o le forme di controllo sui mezzi di informazione televisivi sia pubblici che privati ('Il processo di Biscardi'). Questa è stata un’attività che è servita a tutelare sodali o appartenenti all'associazione e quindi a preservare l'associazione stessa attraverso un'attività di difesa nella trasmissione o, in casi di persone indifferenti o avversari, mettere in campo un'attività di denigrazione.

Fini personali e attività di tutela dell’associazione
Il pm prende in esame altri aspetti, sempre in riferimento alla sentenza del gup e ricorda che si è accertato come i partecipanti all'associazione avevano fini anche personali (il gup cita l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale non è necessario che il vincolo associativo tra singolo e associazione si instauri solo per fini dell’associazione, ben potendosi pensare a forme di partecipazione limitate e finalizzate all’ottenimento anche di vantaggi personali). L’altro aspetto è quello che riguarda le considerazioni in tema di condotta di partecipazione al sodalizio (la condotta di partecipazione al sodalizio può essere individuata o desunta dal contributo fornito alla realizzazione degli obiettivi , ma vi è altra modalità di desumerla, poiché la condotta non deve necessariamente estrinsecarsi ad uno o più reati, scopo ma anche alle attività di tutela dell'associazione).

Le nuove regole del campionato e il nuovo sorteggio
In quel campionato c’era un nuovo sorteggio (con la formazione di tre fasce con un numero minimo di tre partite per ogni fascia; 21 gare di A e B distinte in tre fasce e a ciascuna di esse un numero di arbitri da sorteggiare con un numero di arbitri in pari numero delle gare; un arbitro non può arbitrare la stessa squadra più di 6 volte e per due giornate consecutive o gare delle squadre della città di residenza; le prime gare sorteggiate devono essere quelle nelle quali vi sia la preclusione: il sorteggio dovrà avvenire il venerdì alle 11 alla presenza del notaio.

La designazione degli assistenti
Non esistono criteri analoghi per la designazione degli assistenti. La regola: la Can designa direttamente gli assistenti. La commissione arbitrale, presieduta da Mazzei, dopo aver provveduto alla designazione degli arbitri, nomina secondo criteri discrezionali, assistenti e quarto uomo.

Discrezionalità dei designatori
La valutazione della divisione delle 21 gare in tre fasce è affidata alla discrezionalità dei designatori; discrezionalità non regolate da norme assolutamente chiare e stringenti, se non per quanto riguarda il tema delle preclusioni, e decise sulla base di prassi che certamente non hanno avuto valore di regola vincolante. Il pm si riserva di esaminare successivamente il perché ciò ha una sua importanza e perché quando si parla di griglie è infondato il discorso secondo il quale il giovedì chiunque poteva fare la propria griglia(il venerdì risultava corrispondente a quella del designatori, cioè un'attività scontata e prevedibile che non poteva esservi alcuna possibile variante).

La fase preparatoria delle sfere
Fase preparatoria abbastanza complessa, anche nella pratica organizzazione della preparazione delle sfere che era stata affidata alla commissione arbitrale.

La preclusione dell’arbitro
Il meccanismo delle preclusioni non determinava prima del sorteggio un'esclusione di quell’arbitro rispetto al quale è stata già individuata una causa di preclusione. Il nominativo di quell’arbitro viene ugualmente, se è inserito nelle fasce, inserito nell’urna, se ne prenderà poi atto se salterà fuori un abbinamento con la partita preclusa, rimettendo il bigliettino nella sfera e ricollocandola nell’urna.

Le quattro fasi del sorteggio
La designazione/sorteggio è un procedimento a formazione progressiva che passa attraverso la scelta delle gare, la scelta degli arbitri per quelle partite, con o senza preclusioni. La fase materiale del sorteggio per fasce delle sfere dall’urna, la designazione dei due assistenti e del quarto uomo. Questa è tutta la procedura di designazione ed è dunque evidente che la fase o le fasi sono quattro e sono rappresentate da una fase che raggruppa le prime due, ma che di fatto è totalmente discrezionale ed affidata alle scelte che dovevano fare i due designatori, ed una fase successiva, quella del sorteggio non discrezionale ma affidata almeno formalmente al caso.

Discrezionalità nella scelta del guardalinee
Un’altra scelta discrezionale è quella dei guardalinee. Prima di affrontare la parte che discuteremo con riferimento ai fatti, è importante confutare un'affermazione secondo la quale la designazione è affidata al caso. Solo in parte ciò è vero in quanto il designatore ha un’ampia discrezionalità, nell’inserire nelle fasce i vari arbitri e anche il numero indefinito massimo di arbitri da inserire permetteva questa discrezionalità.

Gli incontri da inserire nelle fasce
L’altra questione è quella di decidere quali sono gli incontri da inserire in ciascuna di quelle tre fasce. Si dice che è chiaro che la fascia a comprenderà gli incontri che riguardano le squadre più importanti o in competizione per lo scudetto. Il ragionamento non è errato, ma dobbiamo anzitutto sapere come si fa una griglia all’inizio del campionato per cui mi sembra difficile dire che ci siano 2, 3, 4 squadre già in lotta per la vittoria finale e come si definisce la questione delle partite di quelle squadre che niente hanno a che fare con lo scudetto, ma che magari sperano di guadagnare un posto in Coppa dei Campioni o in Uefa. Il pm si chiede se, ad esempio, sono assimilabili alle partite tipo Milan-Juve del 2004-2005, quelle delle squadre che giocano il derby cittadino o le partite in cui vi è un rischio incidenti o violenza; se su criteri obiettivi e scontati, la partita Milan-Siena, nella quale c’è una squadra che lotta per il titolo e una no, è degna di essere inserita nella griglia A o nella B; se la fascia a comprenderà sempre arbitri internazionali; se la gestione dipende da fattori esterni ad esempio se un arbitro, anche essendo bravo è fuori forma o se quell’arbitro ha conseguito dei voti da parte degli osservatori non esaltanti.

Frode sportiva
Il reato di frode in competizione sportiva previsto dalla legge 401/89 prevede due tipi di condotte illecite che integrano ciascuna la condotta di frode. La prima è quella di chi offre o promette denaro ai partecipanti alla competizione al fine di raggiungere un risultato diverso a quello del campo, la seconda di chi compie altri atti fraudolenti volti al medesimo scopo, ed è il nostro caso. Assumono rilievo anche condotte che non riescono a conseguire il risultato previsto dalla legge. La legge punisce anche solo il comportamento, essendo un reato di pericolo (non è quindi importante capire se in una partita di calcio sia stato concesso o meno un rigore, sia stata comminata o meno un'espulsione. La norma ci dice che si rintracciano indici o elementi di prova).

L’arbitro e la sua influenza
Dovremo guardare alle attività effettuate in quel campionato, a ciò che si verifica in altri momenti attraverso la lettura incrociata di conversazioni che avvengono sulle utenze intercettate e quelle che avvengono subito dopo sulle utenze riservate, le dichiarazioni effettuate da persone interrogate. Noi siamo abituati a pensare che un arbitro possa influire su un risultato mediante la concessione di un rigore o di un'espulsione. Invece è venuto fuori da questa indagine che anche il comportamento degli arbitri atto ad intimidire i giocatori di una squadra ritenuta “avversaria” è un atteggiamento che può influire sul risultato di una partita, magari anche impedendo ad una squadra di passare il centrocampo.

Le ritorsioni su Nucini
I designatori chiedono a Nucini di ammettere l’errore e, quando Nucini si oppone, Pairetto trova il modo di applicare una ritorsione nei suoi confronti. Quindi, il fatto che Nucini avrebbe fischiato il rigore con un secondo, un secondo e mezzo di ritardo, permise loro di assegnargli un periodo di sospensione. Bergamo, poi, qualche tempo dopo confidò a Nucini, che forse era stato un bene che il Bologna avesse sbagliato il rigore perché se la partita fosse finita 1 a 1, lui avrebbe terminato la sua carriera nel 2001.

Racalbuto e Fabiani
Ricorderete poi la reazione di Racalbuto alla sua richiesta di chi fosse Fabiani e il successivo discorso di De Santis a Nucini, nell’ occasione in cui suggeriva a Nucini di affiliarsi per tornare ad arbitrare. Nucini allora si mostra accondiscendente, compiacente. Fabiani dice a Nucini che gli fa fare la serie A, prende il cellulare, conversa con qualcuno e poi passa l’apparecchio a Nucini che inizia a conversare con Moggi che gli dice: 'Ascolta quello che ti dice Fabiani e fai quello che ti dice, che è la cosa conveniente per te'.

Ancelotti non racconta la verità
Io ho ascoltato un racconto che apparentemente non riguarda questa vicenda. Quando si è seduto qui Ancelotti gli sono state rivolte domande sul periodo della Juventus. È stato chiesto se aveva parlato e fornito informazioni a Meani, suo dirigente in quel momento, su un periodo passato, il 1999, in cui esiste un clamoroso episodio in Juve-Parma, il gol di Cannavaro. Ancelotti ha riferito che lui aveva conosciuto una serie di cose quando era allenatore della Juve, ma che cose di questo tipo non le aveva conosciute, e quindi non le aveva riferite a Meani. Riferisce che al massimo aveva parlato con Meani di un rapporto confidenziale tra Moggi e De Santis. Ancelotti non racconta la verità. Vedremo non solo perché la sua deposizione dibattimentale non è stata esaustiva, ma che c’è una cosa clamorosa che dimostra di come quella retromarcia dibattimentale non fa arretrare il fronte della prova.

Siena – Milan e l’assistente Baglioni
Il 17 aprile 2005 c’è Siena-Milan, dove si verifica il famoso episodio di Baglioni nell’annullamento del gol di Sheva. L’allenatore del Milan e i suoi dirigenti ritengono che quella sia una partita e un arbitraggio da contestare, ma non parlano dell’arbitro Collina, bensì dell’assistente Baglioni che fu mandato a dirigere con mandato illecito per danneggiare il Milan. Lo stato d’animo delle persone che hanno vissuto quell’incontro è talmente pieno di consapevolezza di questo fatto che il pur cauto Ancelotti, quando è stato sentito qui dice: “Io dopo Siena-Milan e quel gol, una cosa l’ho detta a Meani: che Baglioni era stato mandato a Siena da Moggi. E questa cosa gliel’ho detta nel post partita e ribadita in viaggio di ritorno in auto verso Parma al termine della gara”. Il discorso che sarà intercettato (il giorno seguente la partita) avviene tra il protagonista di quell’incontro, Collina, e Meani.
In quella telefonata Meani dice a Collina che Ancelotti gli diceva che il giovedì , quella persona famosa gli diceva “abbiamo quell’arbitro” e quell’arbitro arrivava davvero. E comunque Ancelotti dice che al tempo della famosa partita di Perugia, la torta era pronta e perché poi è venuto fuori il casino con la partita prima col Parma, ma se non veniva fuori quella partita la cosa era fatta, altrimenti dice Ancelotti la, torta era pronta. Era tutto pronto che quando gli diceva in fase di preparazione del calendario gli chiedeva se voleva cominciare con queste squadre o con quest’altre. Forse Meani fa un po’ il millantatore ma è ben difficile pensare che dopo Siena-Milan vi sia un impazzimento notturno di Meani, una sua invenzione su quello che gli ha raccontato il suo allenatore.

Il condizionamento dei calendari
Del resto in una telefonata del 12 agosto Moggi dice al suo interlocutore che non passerà per i calendari perché lui li conosce già. Quello stesso giorno, Giraudo e Moggi parlano e Giraudo dice: “abbiamo le partite tutte cambiate”. Ancora quel giorno, Moggi parla con persona non identificata e dic:”Hai visto il calendario?” e lui risponde :"eh lo so", e l'altro ride. Non credo che vi sia bisogno di altre considerazioni per sostenere che fosse possibile condizionare i calendari.

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