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© foto di Alberto Fornasari

"Please allow me to introduce myself, i'm a man of wealth and taste", se Andrea Pirlo fosse di madrelingua inglese potrebbe presentarsi con queste parole tratte dalla celebre canzone del 1968 dei Rolling Stones "Sympathy for the Devil" alla prima conferenza stampa in bianconero, già perchè la Juventus in questi anni pare aver spesso mostrato un certo gradimento per il diavolo, quello rossonero di Milano e soprattutto di chi ha percorso l'A4 in direzione piemontese, non tanti affari ma di qualità e resa sopraffina oseremmo dire che spesso hanno avuto risvolti decisivi nelle stagioni bianconere. Tre nomi su tutti, Romeo Benetti, Edgar Davids e Christian Abbiati in rigoroso ordine cronologico, gente che dal Milan ha raggiunto sotto traccia Torino per divenire pilastro di Juve vincenti. Il primo caso quello del biondo mediano veronese è del 1976, lo smacco della rimonta subita dal Torino in classifica è ancora acceso negli animi dei dirigenti bianconeri, specie di Giampiero Boniperti che medita rivoluzioni, dentro in panchina l'estrema scommessa chiamata Giovanni Trapattoni (toh, un altro ex rossonero!) e addio ad alcuni mostri sacri come Pietruzzo Anastasi e Fabio Capello, dentro Roberto Boninsegna e soprattutto Romeo Benetti, entrambi ritenuti vecchi e in fase declinante. Mai pronostico fu più sbagliato, entrambi saranno protagonisti dello scudetto del record, del 1977 dopo il lunghissimo testa a testa ancora con il Torino, e di quello della stagione successiva, soprattutto Benetti si prende la più gustosa rivincita possibile su chi l'aveva bollato come vecchio conquistandosi il posto da leader nella giovane nazionale di Enzo Bearzot che volerà nell'estate del 1978 in Argentina. L'esempio più eclatante arriva 21 anni dopo al trasferimento di Benetti sotto la Mole negli affari tra Milan e Juventus, il giovane centrocampista olandese Edgar Davids, da un anno e mezzo in rossonero, è reduce da un gravissimo infortunio rimediato nel mese di febbraio a Perugia dopo uno scontro con il portiere dei grifoni Luca Bucci ma a lasciare perplessi i dirigenti di via Turati è stato più che altro lo scarso rendimento mostrato fino ad allora del giocatore originario del Suriname, lontano parente di quello ammirato nell'Ajax. Nel dicembre del 1997 la dirigenza bianconera bussa alla porta del Milan alla ricerca di un centrocampista, la prima idea è quella di Zvonimir Boban dove però vi è l'opposizione meneghina che, fiutando la possibiltà di rifilare una fregatura ai bianconeri, propone Edgar Davids. A Milanello si stappano bottiglie di champagne, c'è chi dice "ci siamo liberati di una mela marcia" convinti di aver fregato per bene i rivali, mai parole del genere si ritorceranno contro, la mela marcia in bianconero diventa un pitbull famelico e trascinatore implacabile, sei anni conditi da 3 scudetti e 2 supercoppe italiane con il cruccio di due finali di Champions League perse e un rendimento a dir poco impressionante. L'ultimo caso è più recente e porta all'estate del 2005, durante l'agostano Trofeo Berlusconi avviene il fattaccio: Gigi Buffon in presa bassa impatta contro il brasiliano del Milan Kakà che, non fermando la propria corsa, di fatto provoca la lussazione della spalla destra al portierone bianconero e della Nazionale. Sono attimi e giorni di panico da entrambe le parti finchè non si arriva alla soluzione: per sanare il "danno" la dirigenza del Milan propone alla Juventus il prestito di Christian Abbiati. L'estremo difensore di Abbiategrasso, pur non incantando, parteciperà all'entusiasmante girone d'andata di quel campionato da autentico protagonista, 17 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta (proprio contro i rossoneri e in assenza di Abbiati), appena 8 reti subite in 16 incontri e parate tanto insolite quanto eccezionali che resteranno impresse nella memoria dei tifosi bianconeri, dall'incredibile mossa dello scorpione a Udine su Di Natale alla parata di nuca su De Rossi all'Olimpico, pietre miliari nella corsa allo scudetto del 2006. Precedenti che fanno sperare e a cui ci aggrappiamo in questi periodi di magra, sperando che la simpatia per il diavolo si mantenga.