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Inter: tutti in difesa!

Post n°5351 pubblicato il 14 Settembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB
(l'immagine è di whyborn)

Viene da sorridere come ogni qualvolta si mettano pubblicamente in dubbio le teorie alla base di calciopoli, immancabilmente scendano in campo tutti i fidi sostenitori dell’onestà neroazzurra.
Andare oggi alla ricerca di giustizia, dopo quanto successo ed emerso negli ultimi cinque anni, sarebbe pura utopia, ne siamo consapevoli persino noi che tale giustizia invochiamo dal 2006.
Ma chiedere che venga finalmente almeno appurata la verità dovrebbe essere il desiderio di chiunque abbia a cuore i più elementari principi di democrazia, indipendentemente dal fatto che si parli di calcio.

L'Assessore ai Diritti e alla Sicurezza del Comune di Napoli ed ex PM di calciopoli, Giuseppe Narducci, torna a parlare del processo in un contesto diverso da quello di un Tribunale. Non è la prima volta.
Già prima della chiusura delle indagini rilasciava, insieme all’allora titolare dell’inchiesta Filippo Beatrice, interviste volte a sfruttare la parte mediatica per rafforzare la tesi colpevolista.
Singolare non è la sua posizione, quella chiaramente nota, ma la continua difesa della posizione dell’Inter (non del proprio operato come PM, proprio dell’Inter): «Si parla delle telefonate di Facchetti e di altri dirigenti come se ci fosse un filo diretto analogo a quello che noi abbiamo evidenziato per Moggi e l'associazione sotto processo. Si è cercato di far passare il concetto che tutti facevano le stesse cose e che quindi non c'era colpevolezza. Non è vero! C'è stata una campagna furibonda per affermare: tutti responsabili, nessun responsabile. Non era così». «Quelle telefonate non hanno valore penale. Non c'entrano niente con la struttura di potere che scoprimmo e che governava tutto il calcio professionistico italiano. Un qualcosa di unico che non aveva paragoni con il passato, un'associazione che non metteva insieme solo uomini e società, prima fra tutte quella di Luciano Moggi, ma anche alcuni pezzi delle strutture federali. L'associazione aveva in mano i designatori. C'erano i cellulari con schede svizzere che solo in parte abbiamo potuto ascoltare, quando ne identificavamo uno da intercettare i numeri cambiavano. E c'erano i sorteggi».
Narducci ha avuto un intero processo a disposizione per poter provare le sue tesi. Nel dibattimento ha rimediato solo sconfessioni delle sue teorie, persino dai testimoni da lui stesso chiamati a deporre. Ed ancora oggi, proprio come all’inizio dell’inchiesta, è costretto a far leva sui media, per provare a ridare un po’ di credibilità e lustro al lavoro suo, e forse anche di altri...
Dalle pagine di Repubblica di poco più di un anno fa: “A fine presentazione saluti calorosi tra Moratti e Narducci, poi via insieme in ascensore e nulla di più”.
Giuseppe Narducci aveva partecipato alla presentazione di un libro, di cui ne aveva curato la prefazione, insieme ad Attilio Auricchio, il capitano dei Carabinieri titolare dell’indagine napoletana, e a Massimo Moratti, il Presidente Onesto “per definizione”, del quale ancora oggi l’ex PM sembra prendere la difesa quando parla di calciopoli.

Ma in questi giorni particolarmente concitati per la società neroazzurra, visto che il fronte farsopolesco sembra essersi finalmente allargato alla UEFA, non poteva mancare anche la difesa di chi nei momenti del bisogno non ha mai fatto mancare al Presidente Prescritto il suo appoggio: Ignazio La Russa, ultrà neroazzurro a tempo pieno, Ministro della Difesa per hobby.
Una istituzionale richiesta di giustizia e chiarezza, come si impone ad un Ministro della Repubblica, emerge in modo inequivocabile dalle eleganti e diplomatiche dichiarazioni rilasciate l’altro giorno su uno dei temi a lui più a cuore, la difesa dell’Inter.
"Il comunicato della Juventus che vorrebbe l'esclusione dell'Inter dalla prossima Champions League? Il presidente Agnelli mi sembra veramente un bugiardo: mi sembra evidente che abbia l'ossessione dell'Inter, glielo si legge negli occhi". "Agnelli ha passato tutta l'estate a parlare dell'Inter e credo che abbia perso l'occasione per festeggiare la bella partita che ha fatto la Juventus e il nuovo stadio. Invece si attarda in queste cose: a chi ha fatto l'esposto, alla Uefa di Platini? È un vecchio vizio di amicizie". "Io credo che la Juventus, in questi cinque anni, abbia commesso una miriade di errori, soprattutto a livello di scelte tecniche e non è più riuscita a vincere un campionato: come mai? Evidentemente qualche anomalia prima ci doveva essere. E come mai l'Inter finchè c'era quell'anomalia non riusciva a vincere e quando è stata scoperta ha cominciato a vincere?".
Non credo valga la pena aggiungere nulla.

Giustizia e chiarezza vengono ricercare in identica ossessiva maniera anche da Marco Branca.
Il Direttore Sportivo dell’Inter non sembra essere meno determinato, rispetto all’Assessore e al Ministro, nel proteggere la sua amata squadra da questo incomprensibile tentativo di stravolgere il naturale corso degli eventi (eliminazione della Juventus dal panorama calcistico....vittorie dell’Inter).
Dopo anni in cui i vertici interisti hanno invocato il rispetto delle regole del gioco e delle Istituzioni Sportive adesso non trovano nulla di meglio da fare se non nascondersi dietro una prescrizione chissà quanto sbadatamente regalatale e invitare a concentrare le attenzioni sul campo di gioco invece che su quelle che adesso sono solo chiacchiere superflue e da non pubblicizzare.
Queste le sue parole: «Esposto Juve? L'Inter non è preoccupata anzi, stupita che escano certe ipotesi. Non siamo assolutamente preoccupati di questa cosa. Bisognerebbe stare più attenti prima di dirle o poterle considerare. Siamo totalmente concentrati sul nostro campionato. Mi piacerebbe che quando si parla di queste cose si rimanesse negli ambiti dove devono rimanere e che non inquinassero quello che è il nostro sport". "Credo che non ce ne sia bisogno perché c’è già una rivalità sportiva molto forte e deve rimanere quella. Poi, tutte le altre cose credo che debbano essere meno pubblicizzate possibile".
Quanta onestà.....quanta coerenza!
E’ veramente inconcepibile come dopo una sentenza ottenuta a furor di popolo (o sentimento popolare?) qualcuno, che ha l’ardire di usare le aule dei Tribunali invece che le colonne dei giornali, si permetta pure di metterne in dubbio la solidità. Meglio sarebbe rispettare la volontà del Popolo Sovrano, metterci una pietra sopra, e continuare a godere ancora dei benefici concessi da quelle non discutibili decisioni.
All’impudenza non c’è limite…

E certamente, a difesa del fortino nerazzurro, non poteva mancare Giancarlo Abete, il non competente Presidente FIGC, che dopo essersi lavato le mani non prendendo alcuna decisione sullo scudetto 2006, adesso preferirebbe “lavare i panni sporchi in casa”.
"La Federazione in questi anni ha cercato e cerca di svolgere un ruolo fortemente istituzionale. Tante volte siamo oggetto di critiche da parte dell'Inter, della Juve e di tanti altri club ma meglio essere destinatari delle critiche, mantenendo un'attenzione salda sulle regole, che essere visti come un soggetto che fa il tifo. La Figc è garante della terzietà di tutti quelli che operano e hanno responsabilità nel mondo della giustizia sportiva e nel mondo arbitrale e non vogliamo tornare indietro, alla logica delle 'sette sorelle' e delle cene che decidevano chi era il designatore. Sono molto sereno e tranquillo per ciò che attiene alla qualità dei comportamenti della Federazione".
Abete parla di garantismo, terzietà e ruolo istituzionale della FIGC....
Anche come barzelletta sarebbe di cattivo gusto.

Non possiamo dimenticare, in questo esteso collegio difensivo, il grande opinionista Ivan Zazzaroni, che alla Domenica Sportiva ha tenuto a precisare che “la polemica juventina ha inquinato gli ultimi 5 anni di calcio; polemica che gli interisti hanno dovuto subire”.
E gli asini volano…

Chiusura con Andrea Monti, non vorremmo se ne avesse a male e si sentisse oscurato nei suoi indiscussi meriti di disinformatore.
Vi riporto le sue parole in riferimento all’esposto UEFA che Tuttosport aveva preannunciato nei giorni scorsi : "Così, un atto grave ma potenzialmente carico di significati si iscrive, da solo, nell’ambito delle offensive estemporanee a cui ci ha abituato la nostra politica. Insomma, una provocazione che, per tener vivo il fuoco della polemica, rischia di incendiare due tifoserie che già hanno la febbre a novanta. Esattamente ciò di cui il calcio italiano non ha bisogno. Abbiamo documentato, seguito con rispetto e talora anche appoggiato le iniziative legali che la Juventus ha intrapreso nell’ultimo anno. Ma se l'avvocato Briamonte, o chi per lui, intende trasformare una contesa di giustizia sportiva in un'ordalia o, peggio, in una guerra all'ultimo stadio lo farà senza di noi. E, credo, senza il consenso di tanti appassionati di calcio vero, indipendentemente dai colori della loro maglia del cuore."
Ipocrisia senza ritegno.
La Gazzetta, dalle cui colonne sono state elargite sentenze prima ancora che venissero emesse dai Tribunali, attraverso i cui titoli sono state propinate verità non vere, con i cui editoriali è stato alimentato quel sentimento di giustizialismo popolare così palesemente oggi sconfessato dai fatti e dalle cui pagine è stato per anni gettato fango sulla più gloriosa società di calcio italiano ed i suoi tifosi, oggi fa la morale a chi cerca giustizia?
Il giornale rosa dovrebbe spiegare ai suoi lettori cosa è stata veramente calciopoli. Qualunque commento volto a impedire il raggiungimento della verità, esattamente come tutto ciò che è stato raccontato in questi anni, ha come unico obiettivo la difesa delle menzogne che sono state diffuse attraverso le sue pagine.

Dal PM al Ministro, dal dirigente interista all’opinionista, fino al direttore di un giornale, tutti a sostegno e a difesa di una verità....falsa.
Nessuno, in alcun modo, sembra rivendicare il diritto ad avere giustizia o a fare chiarezza. Ognuno sfrutta la propria popolarità per condizionare ancora una volta l’opinione pubblica.
E noi dovremmo prendere lezioni di morale da questa gente?
Di questo condizionamento ha ancora una volta bisogno il mondo interista. Un condizionamento necessario 5 anni fa per concedere a una (in)giustizia frettolosa e selettiva di abbattersi sulla Juventus e dalla quale oggi, pur accettandone il regalo di una (im)prevista prescrizione, si rifiuta di farsi giudicare.

Tanti appassionati, richiamando il poetico scritto di Monti, hanno il dono dell’intelligenza e tanta voglia di avere giustizia. Dovete temerli .Tutti.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1842


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