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farsopoli-napoli-27/09/2011---parte2

Post n°5414 pubblicato il 27 Settembre 2011 da nadir63l
 

Le telefonate nascoste.

La scoperta dell’imbroglio si deve al lavoro dei consulenti informatici Porta e Penta, che hanno permesso di conoscere le telefonate che erano state occultate. La scoperta avviene seguendo la taccia di un’informativa nella quale si faceva riferimento a un’intercettazione del 5 gennaio 2005 nella quale Bergamo dice alla Fazi che nel corso di una telefonata con Moratti, questi gli ha parlato di una cena con Facchetti. Ma di questa telefonata non c’era traccia. C’erano circa 170.000 intercettazioni, di fatto ne mancavano molte all’appello. Inoltre, secondo i consulenti, i progressivi saltavano diversi numeri e si rendeva necessario chiedere i tabulati ai gestori. I brogliacci erano di scarso aiuto. Quelli che apparivano più completi, erano illeggibili, se contenevano l’oggetto, era sbagliato. Dopo Cagliari Juventus Racalbuto parla con Pairetto. Nel brogliaccio si spiega che la telefonata è stata ascoltata ma non registrata per un guasto del server. Falso. I consulenti l’hanno trovata, esiste e può essere ascoltata. Si tratta di un imbroglio. Prioreschi chiede di trasmettere gli atti del processo alla Procura della Repubblica, per accertare se in questo processo c’è la mano di un mandante, un killer, o se gli imputati siano stati sfortunati. Anche se il fatto che siano state occultate solo le intercettazioni non utili all’accusa la dice lunga sulla prima ipotesi.

Coppola.

Quando viene interrogato da Auricchio e Di Laroni perché vuole rendere una testimonianza sull’Inter, gli dicono che non ci sono telefonate che coinvolgono i nerazzurri. Quando Auricchio figura al banco dei testimoni, fa la scena. E’ titubante, Narducci gli suggerisce che tanto la difesa non può dimostrare nulla, allora confessa che qualcosa sarà sfuggito, ma che "tutte le intercettazioni effettuate dai telefoni sotto controllo sono state trascritte e registrate” e Facchetti avrà chiamato su un altro numero. Aggiunge pure che tutte le intercettazioni riguardanti dirigenti di altre squadre che non fossero la Juve, erano riportate sui brogliacci. C’erano o non c’erano? Da quando Penta scopre il 31 marzo la prima telefonata nascosta che riguarda l’Inter e Moratti, è un susseguirsi di importanti novità. Auricchio dirà ancora il 13 aprile che quella telefonata del 26 novembre è stata intercettata e trascritta. Prioreschi solleva dubbi sull’attendibilità di quella che definisce “questa gente che cerca di fregarti appena ti giri”. A luglio Penta scopre anche i baffi, un sistema usato sai carabinieri per segnalare il diverso grado di rilevanza delle intercettazioni attenzionate. Ebbene, i carabinieri che le avevano ascoltate, avevano segnalato anche le telefonate che non riguardavano i dirigenti juventini, con codici gialli e rossi che ne mettevano in luce la gravità. Chi ha operato la selezione delle intercettazioni dovrà renderne conto all’autorità giudiziaria. E’ una vergogna, per i carabinieri, per la procura e per tutti. Questo processo è un imbroglio dall’inizio alla fine.

Auricchio e Baldini

Emerge anche il rapporto anomalo tra Auricchio e Baldini, negato dal secondo e ammesso dal primo solo quando viene sbugiardato con il sorcio in bocca. Il rapporto tra i due nasce quando arriva la delega, nel luglio 2004, come confermano le dichiarazioni della Antonelli di giorno 1 febbraio 2005. Baldini chiese alla giornalista di parlare con Auricchio, il che esclude che gli abbia parlato solo il 31 marzo. Il 4 aprile 2005 Baldini dice a Mazzini nella famosa intercettazione che farà il ribaltone e lo salverà perché ha già fatto tutti i nomi ma non il suo. A chi se non ad Auricchio? Ecco il secondo imbroglio.

Ammonizioni mirate e metodo Auricchio

L’indagine continua a mosca cieca. Parma Juve. Un’intercettazione tra Lanese e Boschi suggerisce che De Santis agevoli la Juve, ma viene nascosta, perché l’arbitro risultava sdoganato secondo le teorie dell’accusa. “Roba comica”. Lo stesso per Moggi e Biscardi, quando viene detto che Bertini fa vincere il Milan contro l’Atalanta. I conti non tornano, il teorema accusatorio salterebbe, addio intercettazione. Secondo Auricchio la teoria delle ammonizioni mirate deriva da un’intercettazione tra Meani e Babini, nella quale l’addetto agli arbitri del Milan incarica il guardalinee di verificarne la possibilità. Babini viene interrogato. Scopre che il sistema non era efficace. Auricchio lo adatta alle partite della Juventus. E che dire dei nomi dei diffidati caduti nella rete della cupola? Mentre De Santis dimentica di ammonire i diffidati del Milan che potrebbe incontrare la Juventus senza Rui Costa, Nesta e Seedorf.
Secondo il metodo Auricchio si parte dai diffidati, si attenziona la partita seguente dei bianconeri e si selezionano le gare con i presunti arbitri amici. Il gioco delle tre carte. Si cerca qualcosa che potrebbe essere utile contro Moggi e si mette dentro il calderone delle accuse. L’indagine è stata fatta con i tabellini della Gazzetta dello Sport, come le imputazioni. Dallo stesso Auricchio apprendiamo che non ricorda di De Santis che a Palermo nega un rigore alla Juventus, ma se lo ha confermato la Gazzetta dello Sport che fosse rigore, è così di sicuro. Ma il triplo salto mortale viene fatto con le sim svizzere. I contatti presunti si trasformano in contenuti delle telefonate. Anche senza prova certa: non si sa a chi appartengano le schede, non si conosce il contenuto delle telefonate e nemmeno il tentativo di corruzione. Come ammette Di Laroni quando dice che non può prendersi la responsabilità di definire questi contatti avvenuti con le sim.

I sorteggi truccati

Su questo punto Narducci si è arrampicato sugli specchi e ha tramutato la fantasia in prova. Per truccare i sorteggi era necessaria la collaborazione di notai e giornalisti. Che secondo il metodo Auricchio non sono stati mai interrogati, se non al processo, quando hanno negato il loro coinvolgimento. Sotto accusa l’intercettazione di Moggi che dice alla segretaria di conoscere gli esiti del processo, ma quando già l’ANSA li avevi fatti sapere a tutti. Prioreschi afferma che hanno costruito la camicia addosso a Moggi, senza interrogare nessuno per evitare che il teorema accusatorio potesse essere smentito. I testimoni chiave dell’accusa sarebbe Manfredi Martino e Galati. Ascoltato anche a Torino, dove non aveva detto nulla delle palline truccate, Martino al processo dirà che i carabinieri in realtà gli avevano chiesto se e come sarebbe stato possibile truccare il sorteggio, imbeccandolo. Galati ha finito la sua collaborazione con la CAN nel 2000 e a che serve una sua testimonianza su fatti del 2005? Una tesi, quella del sorteggio truccato, astratta.

Le griglie.

Pairetto e Bergamo le facevano con tutti ed erano il segreto di Pulcinella. Un indagine seria è stata fatta a Torino, sugli arbitri destinati alle partite della Juventus. Prioreschi dice che pensava di non dover trattare nemmeno l’argomento, poiché Narducci su questo punto avrebbe dovuto arrendersi. A detta di Prioreschi i carabinieri si sarebbero resi responsabili di un falso ideologico in atto pubblico. Giorno 31 gennaio e il 13 maggio effettuano le riprese filmate del sorteggio. Nella seconda occasione la relazione di servizio dice che la seconda pallina, quella dell’arbitro, viene estratta da Manfredi Martino. Alle obiezioni Auricchio risponde in aula che fu Bergamo. Nell’udienza di giorno 1 ottobre il giornalista Riccardo Bianchi afferma di aver estratto lui le palline delle partite e di non aver notato nulla di strano in quel sorteggio.

Le sim.

Secondo i pm la segretezza dipendeva non dalla non intercettabilità, ma dall’intestazione riservata. Si basano sulle ammissioni di Moggi, su Nucini e sul metodo Di Laroni. Sollevata l’eccezione di inutilizzabilità delle schede svizzere, Prioreschi si sofferma ad analizzare un paio di crepe prodotte dall’accusa. Di Laroni ha affermato che avevano identificato le prime tre schede, ma che erano disattivate. Le intercettazioni sono iniziate dalla metà di febbraio e la difesa ha trovato su quella di Bergamo 4 telefonate, alle quali aggiungerne due per ciascuno su quelle di Pairetto e Moggi, tutte della durata di qualche secondo. E non riportate né sui cd audio, né nei brogliacci. Queste schede avrebbero dovuto prestarsi al requisito essenziale della segretezza. Invece Moggi, definito in fase preliminare da Narducci dotato di capacità criminale e maniacale, informa una decina di persone della loro esistenza. Ne richiede addirittura l’acquisto alla società bianconera, attraverso la signora Castaldi e va di persona a conoscere il negozio di De Cillis. Deve essere vero che il loro utilizzo fosse finalizzato al mercato. Lo stesso Di Laroni smentisce le sue teorie quando richiede l’archiviazione per Paparesta ammettendo che non esiste certezza che le due schede ipotizzate di suo possesso fossero effettivamente sue.

Nucini.

Sul teste Nucini arrivano nuove accuse di Prioreschi, destinate non solo agli inquirenti. Nucini sarebbe potuto anche diventare direttore di banca con Facchetti, visto che l’incontro con Fabiani si arricchisce della presenza di De Santis e Pairetto, tanto per configurare l’associazione. Narducci ha chiesto di utilizzare per la sentenza le dichiarazioni rese all’ufficio indagini e non durante il dibattimento. Errore da bocciatura all’esame di procedura penale per un pm che per fortuna ora è diventato assessore . Ma derivato dalle numerose versioni fornite dal teste, che avrebbe ricevuto la scheda non svizzera all’hotel Concord e poi l’avrebbe di volta in volta buttata, pur essendo una prova, consegnata a Facchetti, usata una, due volte, finché ne avrebbe dimenticato il numero. Per ritrovarlo 7 anni dopo, appartenente a una persona di Napoli, con il chiaro intento di indurre a pensare che si possa trattare di Moggi. Una sim imballata che un suggeritore occulto gli avrebbe consegnato, ricevuta il 25 settembre 2003 e attiva già 4 mesi prima. Numeri che sono sempre Telecom naturalmente. Anche i numeri dati secondo Nucini da Fabiani presso l’aeroporto di Lamezia sono inattendibili, risultandone uno non attivo. Secondo Narducci non ci sono intercettazioni sul calciomercato. Se non fatte, ovvio, non ci sono. Secondo Di Laroni non c’è contatto tra Bergamo e gli arbitri. Moggi sa che Paparesta tornerà di venerdì da suo padre e non da una sim svizzera. Gianluca Paparesta dice di non aver mai contattato Bertini, ma secondo Di Laroni ci sarebbero in tutto 21 chiamate. I Paparesta o sono sempre credibili o non lo sono.
Anche sulle intercettazioni cosiddette ambientali vi sono imprecisioni. In una intercettazione attribuita a Moggi e Racalbuto, l’ex dirigente lo chiama Albè, mentre il nome dell’arbitro è Salvatore e non vi sono arbitri di A con quel nome. Moggi chiama Achì un altro presunto arbitro e gli chiede del suo procuratore. Evidentemente si trattava di un calciatore.

Metodo Di Laroni, da imbroglioni.

Di Laroni scrive sempre “attribuzione verosimile”. Il suo metodo non è scientifico , come indicano le osservazioni del perito Di Falco, che parla di dati alla rinfusa, incompleti, registrati a mano con la penna, senza utilizzare il sistema Analyst, che avrebbe consentito di ridurre da un anno a una settimana il periodo di lavoro. Solo con traffico di cella, senza verificare se si trattasse di rsd o estendendo l’indagine al codice IMEI, che identifica il telefonino. Di Laroni non esegue nemmeno controlli sull’effettiva presenza dei sospettati sul luogo dei contatti telefonici, gli basta la residenza per l’attribuibilità. Le ricerche e le verifiche della difesa rappresentano a questo punto una contro-indagine doverosa. Prioreschi sostiene che invece di perdere tempo con le sim, Di Laroni poteva andare a cercare i delinquenti.

Questo è il processo del circa. Come scrive spesso Di Laroni nelle sue informative. Soprattutto non c’è corrispondenza tra le chiamate in entrata e quelle in uscita. Ma Bertini si è preso 4 capi di imputazione per le sue presunte telefonate con Moggi e Fabiani e si giustifica dicendo che si saranno parlati almeno una volta. Come si trattasse di una valutazione a peso.

Frodi sportive.

Esaurito il discorso sulla monnezza, cioè sull’atto di fede necessario per prendere per buone le informative di Di Laroni, si passa alle frodi sportive.
Udinese Brescia. Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati e quindi hanno regolarmente giocato contro la Juventus. Altro errore. Jankulovsky contro l’Udinese fu espulso su segnalazione del guardalinee, ravvisata da Dattilo, perché aveva dato un pugno a Mannini nella rissa scatenatasi in campo. Ma Auricchio copia dalla Gazzetta dello Sport e non fa verifiche. Non le fa nemmeno Narducci, che stila il capo di imputazione e fa riferimento a una telefonata tra Moggi e Giraudo nella quale quest’ultimo, a partita finita, dice a Moggi che se l’arbitro è sveglio dimezza l’Udinese. Notizia riportata dalla Gazzetta, il vangelo dei carabinieri e delle procure.
Siena Juventus 0 a 3. Frode semplice. “Senza panna”. Moggi, Fabiani e Bertini, 42 contatti presunti con Bertini su sim svizzera. Evidentemente era di coccio.
Juventus Chievo 3 a 0. Moggi, Fabiani e Pieri. Altra frode costruita sui contatti e non sulle intercettazioni. Però da queste due partite apprendiamo che Moggi è persona ben educata. Telefonava sempre dopo la partita, forse per ringraziare. Auricchio invece è talmente smemorato da non ricordare nemmeno i match.
Lecce Juventus 0 a 1. Moggi e Giraudo. Basata sull’atto fraudolento del sorteggio, scaturito da un’intercettazione tra De Santis e Manfredi Martino. Auricchio rileva il senso di impunità di De Santis dal fatto di aver ricevuto la cifra record di 23 magliette. Abitudine diffusa e scontata per tutte le squadre. Allora avanti con gli accertamenti tecnici, riguardanti la conta forse delle magliette. Del Piero, Zeman, Ledesma e Morganti hanno ammesso che il campo era sì pesante, ma consentiva il gioco. Moggi, rispondendo a Cenniccola che gli chiede se può tornare ad arbitrare la Juve dice di sì e a Cenniccola va un capo d’imputazione. Nemmeno l’agognata maglia di Ibra gli passa De Santis, avrà quella di Zambrotta.
Juventus Lazio 2 a 1. Sorteggio ancora contestato. Per un’intercettazione del 5 dicembre tra Moggi e Baldas. E per tre intercettazioni che tornano sempre utili a Narducci come le vacche di Mussolini.
Fiorentina Bologna. Atto fraudolento, sorteggio e ammonizioni. 2 intercettazioni incriminate: Moggi-Garufi e Moggi-Damascelli. Nastase e Peruzzi (che calibro) non erano titolari e Gamberini non era diffidato. Nella seconda intercettazione, Moggi dimostra di non conoscere nemmeno i diffidati.
Bologna Juventus 0 a 1. Auricchio indaga sul Corriere dello Sport, Repubblica e Gazzetta dello Sport. Poteva fare il commentatore sportivo invece del capo di gabinetto, anche se al S. Paolo ci va eccome adesso. Scomparse le telefonate tra Pieri e i designatori e tra i designatori.
Juventus Milan 0 a 0. Niente frode nel sorteggio. Gli associati scemi discutono sulla possibilità di pareggiare, chiedendosi se non vogliano vincere.
Roma Parma 5 a 1. Non c’è niente su questa partita, solo un gioco ipotizzato sui diffidati in relazione a Roma Juve.

Cagliari Juventus 1 a 1. Frode semplice senza atti fraudolenti. Per pareggiare con il Cagliari. Dichiarazioni di Cellino su una presunta aggressività di Racalbuto con il Cagliari, smentita da una serie di intercettazioni trovate dalla difesa: tra Bergamo e Pairetto, tra Racalbuto e Bergamo e tra Racalbuto e Pairetto.
Messina Parma. Frode per conto terzi. Non ci sono intercettazioni e si ricorre a un contatto con Dattilo. Moggi è un buono di cuore e aiuta il Messina.
Juventus Udinese. Atti fraudolenti le griglie dei sorteggi. Atteggiamenti e chiacchiere da bar.
Siena Messina. Non ci sono atti fraudolenti. Nasce tutto dai contatti di Bertini della settimana prima.
Palermo Lecce. Ammonizioni dolose. Prioreschi dice di far finta che non esiste, visto che secondo Narducci De Santis era sdoganato.
Roma Juventus 1 a 2. Moggi, Giraudo e Racalbuto. Non ci sono atti fraudolenti. Racalbuto sospeso per 8 turni dopo la gara. A Racalbuto viene chiessto di portarsi un telefonino sicuro per eventuali comunicazioni. Bergamo comunica a Gabriele che il goal della Juventus è in fuorigioco e Gabriele viene assolto. Sparite le intercettazioni che chiariscono che Racalbuto era in buona fede.

Chievo Fiorentina 1-2. Salvataggio della Fiorentina. A carico di Moggi una telefonata con Mazzini di 5 mesi prima. Per l’accusa, Della Valle e Mencucci si alleavano con Mazzini con l’assenso di Moggi. Non con il concorso. Ai fini del concorso è necessario un contributo causale specifico, anche se il concorso fosse soltanto morale.
Fiorentina Milan. Moggi lamenta che i tre diffidati della Fiorentina non siano stati ammoniti. Si lamenta per la Juve, non per la Fiorentina. Siamo a ridosso dell’incontro di Villa La Massa, al quale il presunto capo della cupola non viene nemmeno invitato. Secondo Auricchio De Santis è coinvolto nel salvataggio della Fiorentina. Rientrando dallo sdoganamento voluto da Narducci. In sostanza Moggi chiederebbe a un arbitro che sta arbitrando da mesi contro la Juve di salvare la Fiorentina. Anche sul salvataggio della Fiorentina ci sono intercettazioni sparite e ritrovate dai consulenti di Moggi.
Lecce Parma. Moggi non è nominato nel capo d’imputazione. Non ci sono sue telefonate. Organizza tutto e non si sente con nessuno.

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