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Baldini: l’uomo del ribaltone...

Post n°5418 pubblicato il 28 Settembre 2011 da nadir63l
 


Immagine IPB

Giusy Fiorito

14 luglio 2011. Conferenza stampa di presentazione della nuova Roma di Thomas Di Benedetto e del tecnico Luis Enrique. Viene annunciato il ritorno di Franco Baldini nella società giallorossa in qualità di DG, sancito anche da un’intervista a La Repubblica dell’uomo del ribaltone.

Forte dell’esperienza maturata in Spagna e soprattutto in Inghilterra, preannuncia con fare da intellettuale la filosofia etica che intende applicare alla società giallorossa. Slegata dalle ansie nostrane e volta ad allontanare la violenza dagli stadi, dimenticando le lagnanze da parte di tutti i rappresentanti delle società, giocatori compresi, contro gli arbitraggi. Tutto nel nome della correttezza, lealtà, legalità e osservanza delle regole. Come è di moda nel calcio pulito postcalciopoli. Quello che ha contribuito a creare.

Baldini approda alla Roma come dirigente nel 1999, l’anno dei Rolex. D’argento per gli arbitri e d’oro per i designatori. Il 14 aprile 2005, secondo la prima informativa stilata da Auricchio, testimonia contro Moggi e dichiara che si sarebbe trattato di un tentativo di contrastare il condizionamento arbitrale operato dalla Juventus e dal Milan.
Nel 2001 viene coinvolto nella vicenda del passaporto falso di Recoba, ma anche la Roma subisce indagini e processi per un paio di giocatori. Le pene risultano miti, solo multe pecuniarie. Un anno di squalifica a Oriali e 9 mesi a Baldini. Lo scorso marzo Oriali accusa Baldini di essere il responsabile di tutto, per avergli presentato il faccendiere Krausz, ma nonostante le scuse nessuno dei due appare preoccupato di avere ottenuto il documento senza farne richiesta agli organi competenti.
Nel 2002 scoppia il caso dell’intercettazione che svela come Bergamo prometta a Sensi una lista di 5 arbitri amici in cambio di una commessa sostanziosa nel settore delle assicurazioni. Il pm del processo GEA chiederà al gip l’archiviazione.
Nel 2003 finisce nei guai un segretario COVISOC che avrebbe dato una mano alla Roma per una fideiussione fasulla che le garantisse di raggiungere i parametri per l’iscrizione al campionato.
Nel 2004 le difficoltà economiche della squadra giallorossa persistono e bisogna fare cassa. Samuel va all’Inter e Emerson alla Juventus. La rivalità nei confronti dei bianconeri si accende con il passaggio di Capello in bianconero. Un’intercettazione tra Moggi e Giraudo fa parlare di presunte pressioni della Juve per arrivare al giocatore attraverso un contratto televisivo per la Roma, ma in realtà si tratta dell’ipotesi di un quadrangolare da disputare per quattro anni da aggiungere sul piatto a 15 milioni di euro e Brighi. La stampa lo definisce un affare, la finanza dice che è tutto a posto, ma secondo Baldini i dirigenti juventini lo ostacolano per sostituirlo con Alessandro Moggi. Adottando una linea morbida nei confronti della Roma dopo la cena organizzata dall’ex sindaco romano, lo juventino Veltroni, il 7 luglio 2004, con Rosella Sensi.
Nel marzo 2005 Baldini conferma nella trasmissione “Parla con me” di Serena Dandini la sua idea che siano Milan e Juventus ad amministrare tutto nel calcio, accusando anche la GEA, quindi si dimette dalla Roma.
Nel 2006, sul finire del campionato, scoppia calciopoli. Nel gennaio 2010 Luciano Moggi dà notizia dagli studi di Studio Stadio di un’intercettazione non inserita dai pm negli atti del processo di Napoli, che risale al 4 aprile 2005. In essa il dirigente romanista chiede a Innocenzo Mazzini di intercedere con il DG bianconero perché il suo amico Renzo Castagnini sia assunto dall’Arezzo Calcio e come ricompensa gli propone: “Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”. Aggiungendo: “Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato”. Che intende dire?
Il 31 marzo 2008 Baldini depone al processo GEA, accusando Moggi di pressioni per ottenere le procure di giocatori romanisti. Il 17 giugno lo scontro tra i due degenera. Baldini riferisce di essere stato minacciato da Moggi fuori dall’aula e lo denuncia alla procura della Repubblica. Come riporta il Corriere della Sera, Moggi rende una dichiarazione spontanea al processo, dicendosi stanco di prendere pugni in faccia e amareggiato di aver dovuto lasciare il suo lavoro per frequentare tribunali. Accusa Baldini e Auricchio, che ha svolto indagini sia per il processo GEA che per quello di Calciopoli, di aver ordito una macchinazione sulla base di chiacchiere e riferisce che si sarebbero frequentati per un mese, con riunioni segrete nel corso delle quali il maggiore avrebbe chiesto all’ex dirigente giallorosso di sporgere una denuncia nei suoi confronti.
Nel corso dell’udienza del 7 ottobre 2010 l’avvocato Prioreschi interroga il teste Franco Baldini, che conferma di aver conosciuto il maggiore Attilio Auricchio nell’estate del 2003, quando i carabinieri di via Inselci stavano conducendo indagini sull’iscrizione della Roma al campionato attraverso false fideiussioni. In quell’occasione fa una denuncia contro ignoti e in seguito alle dichiarazioni rese nella trasmissione della Dandini viene chiamato da Auricchio, non per essere interrogato ufficialmente, ma per sapere se ha voglia di dare seguito alle accuse mosse. Pur non avendo prove circostanziate, Auricchio lo chiama ancora qualche tempo dopo e Baldini si lascia convincere a cogliere l’occasione che non si sarebbe più presentata nel mondo del calcio per denunciare qualche minaccia personale. E’ senza dubbio l’allora maggiore a cercarlo e l’incontro si svolge qualche settimana dopo le sue dimissioni dalla Roma. Prioreschi gli fa notare di aver testimoniato proprio interrogato da lui al processo GEA di aver negato di conoscere Auricchio. Ne nasce una vivace bagarre con Narducci, che si oppone con veemenza, ma anche una confusione di date nella quale non si capisce se e quando esattamente Baldini e Auricchio si siano incontrati, che l’ex dirigente della Roma tenta di risolvere prima con delle battute e poi dicendo di aver dimenticato la vicenda delle fideiussioni, ma ammettendo di averlo incontrato. Prioreschi ricapitola la versione del colonnello, secondo il quale tra l’agosto 2004 e l’aprile 2005 si sarebbe visto con Baldini tre o quattro volte prima dell’interrogatorio formale e altrettante dopo. Baldini ribadisce di averlo incontrato una o due volte per le fideiussioni e poi solo dopo le dimissioni dalla Roma per testimoniare e fare i nomi di persone disposte come lui a collaborare denunciando le minacce, i soprusi e i maltrattamenti subiti da Luciano Moggi. Si tratterebbe di Nelson Ricci, DS del Siena e di due agenti di calciatori, Dario Canovi e Stefano Antonelli.
Dopo ulteriori tentativi di opposizione del pm e qualche reticenza di Baldini, Prioreschi afferma che secondo Antonelli Baldini lo chiama per andare a riferire ciò che sa ad Auricchio nell’ottobre-novembre 2004 e non dopo il marzo 2005. Infatti viene interrogato da Auricchio per il processo di Napoli il primo febbraio 2005. La deposizione di Baldini si conclude con la sua conferma della collaborazione con Auricchio.

L’intervista di Repubblica si chiude invece con una frase non troppo elegante nel contesto pretenziosamente etico e intellettuale, che il padre di Baldini sarebbe solito ripetergli: “Dove girano le pedate tu ci metti sempre il sedere”.

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