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« Noi juventini non ci acc...sempre nei nostri cuori.... »

CONTE: "Abbiamo un bonus in più, ma le difficoltà restano. Juve feroce per scrivere la storia.

Post n°5892 pubblicato il 24 Aprile 2012 da nadir63l
 

 La paura non deve esistere. Quagliarella out? Dispiace, ma in attacco ho gente super affidabile"

24.04.2012 10:15 di Redazione TuttoJuve   articolo letto 18994 volte
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Antonio Conte ha incontrato i giornalisti al Media Center di Vinovo per presentare la sfida di domani pomeriggio al Dino Manuzzi di Cesena. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente la conferenza stampa del tecnico bianconero:

E' più dfficile a più uno o a più tre?
"Sinceramente io preferisco +3 (ride, ndr). Sappiamo di avere una partita in più, tra virgolette, un bonus in più, cioè, una partita in meno forse, sarebbe più giusto fare questa affermazione. Abbiamo questo bonus di questa partita che siamo riusciti a guadagnare nei confronti della diretta concorrente. Sappiamo che le difficoltà rimangono, da qui fino alla fine. Come ho detto, sono cinque finali da giocare come partite della vita per cercare di coronare questo sogno".  

Antonio, quando eravate sotto il Milan in classifica, un pomeriggio hai detto ai tuoi giocatori che se vogliono vincere questo scudetto se lo devono sudare. Ieri e oggi cosa hai detto ai tuoi?
"Con i miei calciatori c'è sempre un continuo dialogo, perchè sono momenti importanti, ci sono situazioni che si evolvono in fretta. Oggi c'è una celebrazione su tutti i giornali, tutte le testate nazionali oggi celebrano la Juve, giustamente. Giustamente per quello che stiamo facendo. E' inevitabile che se queste celebrazioni dovessero farci cambiare anche di una virgola quello che abbiamo fatto fin adesso, come ci siamo comportati, cosa ci ha spinto a fare questo campionato straordinario, allora significherebbe non avere capito tanto, significherebbe non essere pronti, significherebbe fare dei passi indietro e tornare indietro. Cosa che non deve accadere, perchè dobbiamo sempre tenere ben impresso in mente quello che ci ha portato a fare fino ad ora una stagione straordinaria. Cosa? L'umiltà, il sacrificio, il lavoro, l'abnegazione, la dedizione, la voglia di aiutarsi uno con l'altro, la voglia di pensare col 'noi' e non con l''io'. Tutto questo ci ha portato a fare qualcosa di straordinario. Se le celebrazioni, che sono anticipate, perchè ancora... abbiamo centrato un obiettivo straordinario che è la Champions, però adesso abbiamo a portata di mano il sogno; se queste celebrazioni dovessero farci mutare - me per primo - di una virgola, significa che non siamo pronti, si tornerebbe indietro. Ma questo sono convinto che non accadrà perchè ho calciatori che fin adesso mi hanno sempre stupito in positivo, hanno voglia comunque di fare qualcosa di straordinario, qualcosa di bello. Però bisogna rizzare le antenne perchè siamo davanti, ma abbiamo degli ostacoli da superare che sulla carta possono, tra virgolette,  sembrare facili, ma di facile nel calcio non c'è niente".

Tu dici sempre, 'ricordiamo da dove siamo partiti, le aspettative erano diverse'. Volevo sapere, qual è stato il momento in cui hai compreso che potevi veramente lottare per un traguardo diverso? C'è stata una partita svolta? Un colloquio con i calciatori? E poi, andando alla partita di domani, se hai già in mente come sostituire Quagliarella.
"Ma sai, la crescita della squadra è stata una crescita continua, costante, quotidiana, settimanale, mensile. E' una cosa che io, lo staff, ma anche i calciatori stessi percepivano e avvertivano. Questa crescita, ripeto, è avvenuta attraverso la grande disponibilità di questi ragazzi, dal fatto di aver sposato un'idea di gioco, una voglia di lavorare in maniera tosta, con grande umiltà e con grande sacrificio, per cui c'è stata una crescita costante e questa crescita è testimoniata anche dal fatto che con tutte le grandi noi non abbiamo mai sfigurato, non abbiamo mai perso. E questo è un dato di fatto. Sicuramente c'è stato un momento in cui mi sono sentito di alzare l'asticella, perchè mi sono reso conto che questa era una squadra che aveva preso convinzione, era cresciuta in autostima, in consapevolezza dei propri mezzi e quindi abbiamo alzato l'asticella. Ma non è da tanto che è successo. Quagliarella... Quagliarella è squalificato e dispiace perchè Fabio - avete visto - è in un ottimo momento di forma, così come tutti gli altri attaccanti. Faremo le necessarie valutazioni e sceglieremo l'attaccante che dovrà giocare domani a Cesena, sapendo di poter contare su gente non affidabile, ma super affidabile". 

Volevo rifarmi alle parole di Barzagli nel dopo partita, per sapere da te come hai fatto a trasformare la difesa della Juventus. Mentre a centrocampo e in attacco sono arrivati giocatori importanti, la difesa della Juventus, al di là di Lichtsteiner, è quella che dieci-undici mesi fa veniva considerata da buttare. E adesso è un bunker. Barzagli ha detto: "Ci ha fatto cambiare totalmente il modo di giocare, ci ha responsabilizzare, vuole che prendiamo dei rischi".
"La difesa fa parte dell'idea di gioco che fin dal primo giorno ho cercato di trasmettere ai miei calciatori. L'idea, fin dal primo giorno, è stata quella di voler fare la partita, sempre e comunque, contro tutti gli avversari, cercando di avere la palla noi, quanto più possibile. Su questa idea di gioco abbiamo lavorato, perchè comunque nel momento in cui vuoi fare la partita, cambi anche il modo di difendere. Non c'è un unico modo di difendere, ci sono due tipi di modi di difendere. Quindi abbiamo lavorato su questo, sapendo e sfruttando  anche le caratteristiche dei calciatori a disposizione, perchè io penso che questo modo di difendere abbia esaltato le caratteristiche di Andrea Barzagli, di Chiellini, di Bonucci, di Caceres, di Lichtsteiner, di De Ceglie, di tutto il reparto difensivo. Però non dimentichiamo che il reparto difensivo fa parte di una squadra, fa parte assieme al centrocampo e all'attacco di un'idea di gioco e come dico sempre tutti quanti lavorano in funzione di questa idea".  

Per la prima volta dall'inizio della stagione, c'è l'impressione che abbiate qualcosa da perdere, perchè adesso siete considerati favoriti, con questo vantaggio importante a poche giornate dalla fine. Dovete giocare con le ultime tre della classifica nei prossimi tre incontri. Hai paura che questa sensazione di avere qualcosa da perdere possa condizionare soprattutto la parte del tuo gruppo che ancora non ha mai vinto niente? Che possa sentire il peso della vittoria a portata di mano e soffrire particolarmente questo aspetto...
 "Come ho detto prima, siamo curiosi di vedere il nostro comportamento. E' inevitabile che questi ragazzi, fino a questo momento hanno superato delle prove straordinarie. Quali? Quella di ritrovarsi a giocare una partita a meno sette in classifica, quella di ritrovarsi a giocare una partita a meno cinque in classifica, con l'obbligo di vittoria per accorciare, di ritrovarsi a meno uno in classifica con l'obbligo di vincere e superare, di ritrovarsi a zero, al pari, con l'obbligo di vincere e prendere tre punti con la Roma; quindi penso che da questo punto di vista i ragazzi abbiano già dimostrato maturità, abbiano dimostrato di credere, abbiano dimostrato grande personalità da questo punto di vista. Io penso che non ci sia niente da perdere quest'anno, nel senso che sono convinto che i ragazzi da qui alla fine daranno il massimo che hanno. Dico sempre, arriviamo senza rimpianti alla fine del campionato. Dove ci porterà questo 'senza rimpianti'? A coronare il sogno, oppure ad aver centrato la Champions con cinque giornate d'anticipo. E' inevitabile, che visto dove siamo adesso, abbiamo l'opportunità di coronare il sogno e faremo di tutto affinchè questo avvenga. E' molto importante che le celebrazioni non ci toccano minimamente, non cambino di una virgola il nostro atteggiamento, quello che abbiamo fatto fin adesso. Non devono toccare nè noi, nè i tifosi, nè l'ambiente. Rimaniamo con i piedi per terra perchè la strada è ancora lunga, celebriamo nel momento in cui abbiamo qualcosa in mano. A me hanno sempre insegnato che prima di parlare meglio prima vincere, e poi parlare. E' giusto, ripeto, che ci siano delle celebrazioni perchè stiamo facendo un qualcosa di straordinario, che è sotto gli occhi di tutti; però è anche una prova nei confronti  miei, nei confronti dell'ambiente, nei confronti della società, nei confronti dei calciatori, nei confronti dei tifosi, affinchè questo non ci debba disturbare".  

Può essere un vantaggio giocare sul sintetico tutte e due queste partite?
"Guarda, è un po' come il discorso delle partite facili: facile è sempre dopo, quando hai vinto: sarà un vantaggio se dopo queste due partite avremo vinto, altrimenti sarà stato uno svantaggio".

Altri allenatori si sono cimentati nel dare delle percentuali su quale può essere la mano di un allenatore in una squadra. Quanto incide un allenatore secondo te, quando le cose vanno bene e non vanno bene?
"Io penso che l'allenatore comunque debba seguire una strada, debba tracciare una strada. Come? Portando comunque un'idea di gioco, portando organizzazione, cercando di portare delle competenze, cercando di portare il proprio metodo. Detto questo, come ho detto anche precedentemente, l'allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori, perchè ogni allenatore può avere qualsiasi idea in testa di calcio, un metodo eccezionale, gestione straordinaria, ma se non trovi poi la disponibilità da parte dei calciatori sei nulla, sei zero, perchè ti viene tutto annullato. E' come se io volessi portare la macchina, ma la macchina è sempre ferma; la macchina sono i calciatori, la macchina è la cosa più importante, il motore sono loro, ed è inevitabile che poi ci voglia anche qualcuno che in determinati momenti si assuma la responsabilità della guida e che indichi la strada; però il calciatore è fondamentale affinchè vengano esaltate - se ci sono  - delle caratteristiche e delle doti di un allenatore". 

Secondo lei per certi versi questa è una stagione ripetibile?
"Questo non lo so perchè non possiamo conoscere il nostro futuro. A stento cerchiamo di conoscere il presente quotidianamente. Dico comunque che è una stagione straordinaria: i numeri che abbiamo fatto sono al di là delle più rosee previsioni, al di là del fatto che arriviamo da due settimi posti, perchè sono numeri comunque straordinario. Questo non lo so, è inevitabile che si cerca sempre di migliorare e di migliorarsi. Cerchiamo di finire bene questo campionato, sapendo di aver fatto qualcosa di straordinario, però adesso c'è la possibilità di fare qualcosa di super straordinario, qualcosa che avrebbe dell'incredibile e che dovrebbe riempire di soddisfazione tutti noi, società, tifosi, ambiente, perchè significa essere tornati nel gota del calcio, nazionale ed europeo". 

Visto che ci sono due partite ravvicinate, pensi di fare un po' di turnover in vista di domenica? Poi ti volevo chiedere: da qui al 13 maggio che cos'è la più grande paura? Temi più voi o gli avversari?
"Partiamo da un presupposto, perchè è la seconda volta che sento la parola paura: la paura per noi non deve esistere. E se io per primo dovessi aver paura di qualcosa, manderei dei messaggi negativi ai miei calciatori. Diciamo che curiamo con attenzione l'evolversi delle vicende, nel senso che di settimana in settimana si passa anche a situazioni non belle, a celebrazioni, e io devo essere attento, assieme ai calciatori, a curare questi particolari, a vivere i momenti, a cercare di dare input sempre giusti, considerando anche quello che arriva dall'esterno. E noi dobbiamo essere bravi a gestire queste situazioni perchè  una grande squadra gestisce le situazioni sia positive che negative, che ci sono all'interno e che arrivano dall'esterno. Noi in questo momento dobbiamo essere molto bravi a gestire quello che ci arriva dall'esterno, molto molto bravi. Turnover...guarda, la squadra sta bene, quindi tutte le scelte che faccio, le faccio per vincere la partita; se cambio qualcosa, lo cambio per squalifica o perchè magari voglio avere qualcosa di più in fase offensiva, qualcosa di più in fase difensiva, quindi tra virgolette, è un turnover per vincere. Sceglierò sempre la formazione migliore, quella che mi dà maggiori garanzie da un punto di vista tecnico-tattico, fisico, di atteggiamento, di tutto, tenendo conto di noi, tenendo conto anche degli avversari, dove possiamo fargli male, dove dobbiamo stare attenti". 

Tu dici: "Possiamo entrare nella storia". Ma tu ci sei già entrato bruciando dei record particolari: hai raggiunto Bernardini, puoi raggiungere Capello che ha fatto un qualcosa di storico vent'anni fa. Volevo sapere se queste statistiche ti lasciano indifferente oppure se è un motivo d'orgoglio particolare? Poi, avendo risollevato una Juve che hai raccolto in grave difficoltà, ti ritieni più utile come psicologo o come tattico?
"Guarda, i numeri sono importanti, i numeri li leggo anch'io, quindi essere accostati ad allenatori che hanno fatto qualcosa di straordinario come Bernardini, come Capello, come Lippi, sicuramente, deve riempire d'orgoglio tutti noi, perchè non è che il record o i numeri li fa l'allenatore, li fa la squadra e quindi noi dobbiamo essere molto contenti, molto orgogliosi e dobbiamo avere grandi soddisfazioni sotto questo punto di vista. Ti dico la sincera verità, che se questi numeri vengono accompagnati da una vittoria, allora sono numeri che rimangono ancora più nella storia, altrimenti sono numeri che sì, fanno piacere, però, diranno 'non si è vinto'. E hanno ragione, perchè alla fine conta vincere, conta chi arriva primo. Dico sempre ai ragazzi... io parlo di me e delle miei esperienze...dico ai ragazzi, 'io ho perso una finale di Coppa del Mondo, una finale di Coppa Europa, ma non si ricorda nessuno che io c'ero contro il Brasile o contro la Francia. Ci si ricorda di chi ha vinto. Alla Juventus ci si ricorda perchè ho vinto cinque scudetti. Sono arrivato anche cinque volte secondo, ma me lo ricordo io, non se lo ricorda nessuno'. Questa è la legge, chi vince, scrive. Chi arriva secondo ha fatto un buon  campionato, ma non ha fatto la storia. E questo per noi dev'essere di uno stimolo feroce per cercare di centrare il traguardo, l'obiettivo, il sogno. Psicologo o tattico... un allenatore deve essere tutto. L'allenatore di oggi dev'essere tutto, deve avere un'idea di gioco, deve avere un proprio metodo, deve avere gestione del gruppo, gestione dei media, gestione rapporti con la società; non è facile, non è facile, perchè non è facile: un allenatore moderno deve essere un mix di tutto, non puoi primeggiare su qualcosa, nel senso che magari puoi essere portato ad avere delle attitudini, ma devi essere completo su tutto, perchè il calcio di adesso, soprattutto, il calcio internazionale, non ti lascia la possibilità di essere ingnorante"(redazione TuttoJuve.com).

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