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Di F. Filippin
E' ormai estate, fa caldo e chi può permetterselo (è rimasto ancora qualcuno?) è già al mare.
Il campionato è finito da un pezzo e gli Europei stanno procedendo filati.
Scrivo queste righe prima di Italia – Eire e Spagna – Croazia, ma, tranquilli, non tirerò fuori le solite storie su biscotti, torte e pastette varie, che mi hanno francamente stufato.
Estate è sinonimo, per quelli come me in crisi di astinenza da tutto ciò che riguardi la Juventus (la nazionale, anche a volerla tifare, è solo un palliativo), di “Calciomercato”, parolina magica che racchiude sogni, speranze, attese e, speriamo di no, delusioni.
Tra un top player e l'altro, tra giovani di belle speranze e nomi improbabili dell'ultima ora, la trattativa più calda che ci riguarda in questi giorni è quella relativa alla “formica atomica” e alla risoluzione ormai prossima della comproprietà con il Parma.
Tralascio i discorsi relativi all'opportunità di riacquistare un giocatore di cui solo due stagioni fa era stata ceduta la metà per una cifra trascurabile.
Pessimo affare, direbbe qualcuno; giusto dazio per la valorizzazione innegabile da parte dei Ducali, per altri.
Tralascio anche la questione sulla effettiva utilità tecnica del suo ritorno, su cui ci sono molte persone più preparate, che possono ben spiegare pro e contro a chi, come me, gli attaccanti li valuta soprattutto per il talento (innegabile) e la capacità di essere decisivi quando i giocatori solo normali non ci riescono (tutta da verificare), al netto, quindi, di rientri sulla fascia e capacità di pressare.
Quello che mi interessa oggi, a pochi giorni dalla scadenza fissata per la risoluzione, è l'improvviso interesse nei suoi confronti manifestato da chi, come i cattivi nei fumetti, non può far mancare la sua presenza in ogni nuovo episodio.
Non mi farò certo tentare dal riportare i titoloni dei quotidiani secondo cui tutti trattano tutti, e per i quali ogni soffio di vento è una notizia semiufficiale ed una trattativa ormai conclusa, “mancano solo le firme”.
Mi limiterò, questa volta, a riportare le dichiarazioni “virgolettate” dei protagonisti, per trarre poi le doverose conclusioni.
Così si esprime Claudio Pasqualin, agente del nostro protagonista: “L´interesse dell´Inter è conclamato e questo rafforza nella trattativa la posizione di Ghirardi per tenere testa a Marotta quando si troveranno a discutere”.
Così, invece, il presidentissimo della squadra chiamata in causa: “Giovinco? E a chi non piace? Ma al momento è solo un'idea”.
Poco male, potrebbe trattarsi delle solite dichiarazioni di facciata.
Leggiamo, però, cosa dichiara un certo Piero Ausilio, che per chi non fosse addentro le vicende neroazzurre (io neppure sapevo chi fosse), scopro essere il direttore sportivo, cioè uno che se parla di mercato lo fa a ragion veduta, per conoscenza diretta.
“Sebastian Giovinco? Non è un interesse, è stato fatto un sondaggio con il Parma. E' sicuramente un ottimo giocatore, è cresciuto tanto e lo stiamo seguendo. Vedremo il da farsi, non posso dire di un interesse più specifico rispetto ad altri.”
Chi manca? Il presidente del Parma, che, da mesi, ad ogni cross riuscito e ad ogni calcio d'angolo battuto, non ci fa mancare la sua quotazione istantanea del giocatore, manco fosse lo spread Bund - BTP.
Ma neanche di questo si può volergliene, dopo tutto, si dice, la pubblicità è l'anima del commercio e Ghirardi i suoi affari sa farli bene. “Non è da nascondere l’interesse dell’Inter”.
E invece, forse, l'interesse dell'Inter dovrebbe proprio essere tenuto nascosto.
Se ne è accorto, bontà sua, anche il nostro Marotta, che con un rigurgito di orgoglio e di carattere che non gli conoscevamo, si è affrettato a dichiarare, con parole durissime: “Sbigottito dai sondaggi nerazzurri su Seba. Sono vietati dal regolamenti”.
Vabbè, per Marotta “sbigottito” è una parola dura.
Solite schermaglie tra Torino e Milano, rivalità mai sopita, normali tensioni e dispettucci tra inevitabili protagoniste del prossimo campionato? No, regolamenti, appunto. Leggiamo qua e là: “La società titolare del diritto di partecipazione può cedere ad una terza società, nei termini fissati annualmente dal Consiglio Federale per la cessione di contratto, la propria quota di partecipazione. Tali atti, devono essere redatti, a pena di nullità, su moduli predisposti dalle Leghe e controfirmati dalla società titolare del tesseramento e dal calciatore per accettazione”.
Questo significa che non è possibile cedere, e conseguentemente anche trattare la cessione, della metà di un giocatore senza il consenso del titolare della seconda metà.
Cavillo? No, norma federale.
La sua violazione un peccato veniale? No, un comportamento illecito sanzionabile, anche se posto in essere da chi ha fatto dell'onestà (sic!) la propria bandiera.
Ora, nella speranza (sicuramente mal posta) che qualcuno dall'alto intervenga, attendiamo che tutti quei giornalisti che si precipitano ad intervistare il nostro uomo quando sta per acquistare un attaccante del Genoa o quando deve fare qualche “divertente” battuta che ci riguarda, approfittino della cosa per chiedere conto, con puntuali scomode domande, di detto comportamento.
Ma non lo faranno, state tranquilli, al massimo (scusate il gioco di parole) concederanno il solito palcoscenico da cui fare le consuete esternazioni con cui non si risponde a nulla, si svicolano le questioni e si lanciano frecciate agli altri, con un canto stridulo, continuo e monotono come quello delle cicale al primo caldo.
Nulla di nuovo, insomma.
Ma siamo solo all'inizio dell'estate, che, vedrete, sarà lunghissima.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2328
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