LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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CONTE a La Gazzetta: "Ibra, Higuain e Suarez non bastano, per vincere la Champions ne servono tanti.Proposi a Secco Robben, Lennon e Walcott. Calcioscommesse? Vittima di un'ingiustizia" Come vi abbiamo anticipato nella notte, sulle colonne de "La Gazzetta dello Sport" campeggia stamane una lunghissima intervista del giornalista Francesco Ceniti ad Antonio Conte. Ecco le parole del tecnico bianconero, pubblicata alla vigilia dell'uscita nelle librerie della sua autobiografia scritta con Antonio Di Rosa, ex direttore della rosea: "ECCO COME HO CONVINTO AGNELLI" - Come ho convinto a Agnelli due anni fa? Le parole arrivarono da dentro. Ero un tifoso della Juve e la vedevo impaurita, una nobile decaduta che scendeva in campo attendendo le mosse dell’avversario. Mentalità da provinciale. Il rischio, dopo i fatti di Calciopoli e due settimi posti, era proprio quello. Cosa proposi? La mia idea di calcio dove il talento è al servizio dell’organizzazione di squadra. "PROPOSI A SECCO ROBBEN, LENNON E WALCOTT" - Mi contattarono anche l'anno prima? Sì, avevo incontrato il d.s. Secco cercando di spiegare come intendevo rilanciare la Juve. Puntando sul gioco offensivo, ma con un possesso palla a partire dalla linea difensiva. E poi avendo due esterni d’attacco per sorprendere gli avversari. Avevo anche indicato dei giocatori come modello: Robben, Lennon e Walcott.... Mi proposero Diego? Mi chiesero un parere: dissi con franchezza: 'E’ un buon giocatore, ma abbiamo in rosa Trezeguet, Del Piero, Amauri e Iaquinta. Io spenderei i 25 milioni in altro modo'. Sapete tutti come è finita. Se hai un allenatore che ha una precisa organizzazione di gioco, non si può escluderlo dalle scelte tecniche". "SCUDETTI BELLISSIMI E COMPLICATI" - "Più difficile vincere o rivincere lo Scudetto? Entrambi bellissimi e complicati. Il primo era inaspettato, non eravamo favoriti e forse neppure considerati. Superare una corazzata come il Milan e restare imbattuti per un campionato è stato un capolavoro. Confermarsi non è mai semplice: gli altri ci aspettavamo, in più dovevamo gestire l’impegno in Champions.E poi c’è stata la zavorra del calcioscommesse...". "NEGLI STATI UNITI HO CAPITO CHE POTEVAMO RAGGIUNGERE TRAGUARDI IMPORTANTI" - "Quando ho capito di poter ambire a traguardi importanti? Durante il ritiro negli Stati Uniti del primo anno. Avevo parlato alla squadra, fatto leva sulla voglia di riscossa di campioni come Buffon, Del Piero e Pirlo. E chiesto sacrifici a tutti. Senza sconti a partire dagli allenamenti. Un giorno li vedo sudare come pazzi, ma nessuno che si lamenta. Erano un po’ fiacchi, mi spiegano 'Mister, fa troppo caldo'. Non ci credo del tutto e allora faccio una corsetta per saggiare le condizioni. Beh, dopo 10’ a basso ritmo stavo svenendo. Sono tornato negli spogliatoi e ho fatto i complimenti a tutti per l’impegno nonostante il clima infuocato".
"I COMPLIMENTI DI ZEMAN MI FANNO PIACERE" - "Zeman dice che il Bayern è la squadra più forte d’Europa ed io l’allenatore migliore in Italia? Sul Bayern sono d’accordo. I complimenti fanno sempre piacere, specie da Zeman che non fa sconti a nessuno. L’ho votato per la panchina d’argento: a Pescara ha fatto un gran lavoro".
"SCUDETTI E QUARTI DI CHAMPIONS NON ILLUDANO, DISTANZA DAL BAYERN è AMPIA" - "In confronto al Barcellona, noi abbiamo fatto un figurone col Bayern? Mi hanno accusato, dopo il 2-0 di Monaco, di rassegnazione. No, ero solo sereno. Avevamo incontrato una squadra più forte. Ai miei giocatori non potevo chiedere di più. La distanza è ancora ampia, si può recuperare a patto che si facciano i giusti passi. E noi abbiamo bruciato i tempi. Questo è un rischio: non dobbiamo illuderci dopo i due scudetti e i quarti in Champions. La strada è lunga".
"MARADONA IL PIU' GRANDE" - Il giocatore più forte in assoluto? Parlo degli ultimi 30 anni: Maradona, l’ho anche marcato. Uno spettacolo: negli occhi aveva ancora la felicità di un bimbo che gioca per la prima volta. Poi Messi. E Ronaldo, il Fenomeno dell’Inter". EL SHAARAWY GIOCATORE TOTALE, INSIGNE UN TALENTO, CAVANI STRAORDINARIO" - "Come siamo messi in fatto di giovani? Direi bene. Credo che l’Under 21 possa vincere l’Europeo. E anche la Nazionale ha un gruppo importante. Un nome? El Sharaawy: un giocatore totale, capace di attaccare e difendere. Cresciuto tantissimo e con ampi margini di miglioramento. E’ un patrimonio del nostro calcio. Altre investiture? Insigne, talento di strada come Cassano e Miccoli. Può sempre fare la differenza, creando superiorità. Il nome di un giocatore per questo campionato? Tutti quelli della Juve. Al di là della mia squadra, invece, dico Cavani: un attaccante così completo è difficile trovarlo". "CALCIOSCOMMESSE, CICATRICE PROFONDA. HO SUBITO UN'INGIUSTIZIA" - "Quanto sono stati difficili i 4 mesi senza panchina per la vicenda scommesse? E' una cicatrice profonda. Quello che mi ha fatto più male è stato leggere articoli che davano per finita la mia carriera, avallando accuse prive di senso. Chi mi conosce sa che non accetterò mai compromessi. Alla fine ho subito una ingiustizia, senza prove. 'Non potevo non sapere'. Faccio felice Crozza: la parola 'agghiacciante' ha fotografato bene il mio stato d’animo". "ECCO PER HO LASCIATO L'ATALANTA" - "A Bergamo diedi le dimissioni proprio perché non le andavano alcune cose? Sono convinto che ci saremmo salvati, ma quando ho capito che potevo essere un problema mi sono fatto da parte. Peccato, perché la tifoseria è calda, vicina alla squadra, proprio come piace a me". "LECCE? NESSUN RIMPIANTO" - "Rimpianti per il mancato feeling con Lecce? No, sono fatalista: doveva andare così. Mi hanno accusato di cose non vere, ho cercato di spiegarlo anche nel libro". "DO VALORE AI SOLDI" - "La situazione del Paese? Io fortunato? E’ vero, sto bene e potrei togliermi degli sfizi. Ma non fa parte del mio carattere: non mi piace ostentare, do valore ai soldi e prima di qualunque spesa penso sempre ai sacrifici di mio padre 'Cosa direbbe Cosimino su questo acquisto?'". "STO CON NAPOLITANO" - "Il cittadino Conte che ne pensa della situazione politica attuale? Ha ragione il presidente Napolitano: i partiti devono pensare al bene comune. Anche lì è un gioco di squadra. Per troppo tempo si è badato agli interessi personali". "IBRA, HIGUAIN E SUAREZ NON BASTANO" - "Se resto alla Juve e quali acquisti chiederò? Ci vuole rispetto per i miei giocatori e per la società. Di queste cose parlerò con il presidente e Marotta. Sceglierne due tra Ibra, Suarez e Higuain? Ahahahahah... A loro non si può dire di no. Prenderei tutti e tre. E per vincere la Champions non bastano mica...". |
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