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« Juve, ci sono 80 milioni...Zac ne convoca 20.... »

ZAC, "Non temiamo nessuno"

Post n°1553 pubblicato il 13 Marzo 2010 da nadir63l
 

ZAC, conferenza integrale: "Non temiamo nessuno"
© foto di Federico De Luca

Alberto Zaccheroni, ha incontrato i giornalisti al Media Center di Vinovo per presentare la sfida di domani pomeriggio contro il Siena. Ecco la conferenza stampa integrale a cura della redazione di Tuttojuve.com:

Solita domanda tecnica: come stanno i giocatori, non li ha ancora visti?
"Non li ho ancora visti. Però aggiungo che ieri problemi nuovi non ce n'erano. C'era qualcuno affaticato, ma verifichiamo oggi. Penso che rientri nella normalità".

Pensa di poter convocare Caceres e Giovinco?
"Non credo. Non si sono mai allenati con me questa settimana".

Quali sono gli acciaccati che verificherà?
"Melo ha ancora qualche problema. Cioè, più che un problema lo abbiamo gestito a parte. Poi dopo qualche botta, qualche affaticamento, anzi diversi. Chiaro che avendo giocato giovedì notte, i problemi maggiori vengono fuori dopo 48 ore. Quindi dopo faremo il punto della situazione. I medici non li ho ancora visti e i giocatori devono ancora arrivare".

Giocherà con due punte oppure cinque gol in due partite l'hanno convinto a proseguire con questo modulo?
"Proseguo sulla strada intrapreso. Aspetto la mattinata della partita. Domattina faccio i conti, vedo chi c'è e chi non c'è, chi sta bene e chi sta meno bene, dopodichè in base ai giocatori che ho scelgo anche il modulo. E a volte succede anche che si cambi in relazione all'avversario".

Se giocasse Del Piero al posto di Diego cambierebbe qualcosa?
"Sono due giocatori diversi, io li reputo diversi. Uno più portato all'assist, l'altro più portato a cercare il gol. Uno si trova meglio a giocare sulla linea difensiva, l'altro si trova meglio a giocare tra le linee".

Parla spesso di disponibilità: c'è qualcuno che le ha chiesto di riposare?
"No, no, anzi, al contrario: devo stare attento che la gran voglia di dare il proprio contributo, a volte, non porti a sottovalutare anche un po' di stanchezza". 

Il rientro di Camoranesi potrebbe creare qualche equivoco tattico? Dove può giocare?
"No, io penso che le caratteristiche di Camoranesi lo portino a giocare tra le linee, da trequartista, ma soprattutto credo che Camoranesi sappia giocare molto bene sul centro-destra: da centrocampista posizionato sul centro-destra. D'altra parte, un po' più largo, un po' più stretto, mi sembra che abbia sempre giocato così, in quella zona. E' lì che riesce ad esprimersi meglio. Poi è chiaro che la sua tecnica, la sua capacità di verticalizzare velocemente e la sua personalità lo portano anche districarsi in altre zone del campo, però io cerco sempre di collocarli al loro posto".

Pensa che Camoranesi possa essere impiegato in futuro come trequartista?
"Penso di sì".

Il fatto di aver ricevuto attestati di stima dalla società e non solo, le agevola il lavoro?
"Io vado avanti per la mia strada, poi dopo i commenti in generale, è chiaro che mi interassano più quelli dei dirigenti, rispetto agli altri, perchè sono loro che mi hanno affidato questo compito. Però so anche che noi in Italia abbiamo la cultura del risultato, quindi il nostro giudizio è spesso legato all'ultimo risultato; l'ultimo risultato ci ha visto vincere in casa, quindi, non va tutto bene, ma parte va bene. Nel momento in cui non facciamo risultato, mi aspetto che si dica o si scriva che tutto va male. Convivo con questa situazione da...ormai ho perso il conto degli anni...penso siano 27 anni circa. So com'è: io non mi posso permettere di analizzare la partita dall'effetto - risultato -, bensì dalla causa, perchè poi io devo andare dai miei giocatori e devo dire loro 'abbiamo vinto perchè in linea di massima abbiamo proposto questo', oppure, 'non abbiamo fatto risultato perchè in linea di massima non abbiamo proposto quest'altro'. Spesso poi il risultato viene deciso da un episodio; quante partite abbiamo visto dove una squadra non regge, eppure nella singola gara è riuscita a portare a casa un risultato positivo. Noi dobbiamo dare continuità di risultati. Il risultato è la conseguenza di una continuità di prestazione. Noi siamo ancora ad un livello dove stiamo cercando di crescere e di migliorare. Dopo quando avremo capito bene quello che dobbiamo fare, non sarà comunque sufficiente perchè dovremmo cercare di velocizzare maggiormente la proposta di gioco, in quanto gli avversari cominceranno a conoscerci anche meglio. Nel calcio non ti puoi mai e poi mai fermare: quello che ottieni oggi è sempre un punto di partenza, non è mai un punto di arrivo".

Prima della partita contro il Palermo lei si aspettava che potesse arrivare un passo falso. Le chiedo se quella fase può ritenersi conclusa e dunque se da adesso in poi si aspetta almeno una conferma o dei passi avanti...  
"Io mi auguro un passo avanti. L'ho già detto, io devo sempre mettere in preventivo che possa accadere qualcosa sul piano della prestazione, ma non solo col Palermo, è stato così anche col Fulham e la Fiorentina. I giocatori che gestisco io mica sono dei robot, anche loro hanno delle giornate che possono essere migliori e delle giornate che possono essere peggiori; nel caso non dovesse essere una giornata buonissima, non boccio un giocatore per una partita e non boccio la squadra, sempre per una partita". 

Mi aggancio alla sua frase sulla velocità della proposta di gioco: questo difetto la Juventus ce l'aveva anche l'anno scorso. Secondo lei dipende dalle caratteristiche dei giocatori o da altri fattori?
"Sicuramente le caratteristiche dei giocatori sono....c'è chi è portato maggiormente a verticalizzare, c'è chi è portato a giocare più per linee orizzontali, poi - visto che abbiamo parlato di Camoranesi -, ci sono quelli che quando trasmettono la palla al compagno la trasmettono velocemente ed altri che la trasmettono meno velocemente. Credo però che vada ad incidere anche l'abitudine a giocare in un certo modo e questa abitudine va preparata anche nel corso degli allenamenti; questo però non sempre è possibile quando giochi ogni tre giorni. Il mio cruccio è questo. Quelli che hanno giocato giovedì, ieri hanno fatto defaticante; mi sono occupato maggiormente di quelli che non hanno giocato, perchè in realtà dovevo allenare loro. E oggi è la vigilia della partita. A 48 ore, dove possono venire fuori tutti gli acciacchi della partita precedente, non posso neanche andare a forzare la macchina. Quindi questo non vederli in campo tutti assieme e non fare tutto il lavoro mi disturba un pochino, però in tutte le cose ci sono i pro e i contro: ma il pro è maggiore, ed è quello di andare avanti".  

L'Inter ha sempre vinto il campionato perchè era la più forte. Non è che quest'anno lo vince per assenza di avversari, Juve compresa?
"Sono poco attento al quadro generale. Onestamente sono fermo alla Juventus, ieri sera non ho visto neppure la partita, quindi sulle problematiche delle altre squadre non sono riuscito a soffermarmi".

Ci sono delle similitudini tra questo campionato - come si sta sviluppando - e quello vinto in rimonta del suo Milan nel 1999?
"Ci può stare. E' abbastanza simile, nel senso che chi arriva da dietro ha sempre l'entusiasmo di colui che era dato per spacciato; non voglio dire che ha l'occasione della vita, ma l'avvicinarsi alla vetta compatta molto, compatta veramente molto. Però non seguendola tanto, non so che problemi aveva l'Inter. All'epoca, nel 1999, la Lazio pensava di avere già chiuso il capitolo per assenza di rivali e quindi ci ha dato l'opportunità di avvicinarci e noi ci siamo fatti trovare pronti. Non so se questa Inter molli tanto facilmente; a me sembra una squadra molto tosta".

Questo può essere il ragionamento che fanno i giocatori della Juventus per agganciare il terzo posto?
"Noi al momento abbiamo una concorrenza feroce per il quarto posto. Molto feroce. E quindi credo che si debba vivere alla giornata. Siamo impegnati su due fronti, puntiamo partita per partita. Se mi chiedete il calendario, so che il prossimo mese abbiamo degli scontri diretti, però non ho neanche guardato quali squadre sono state affrontate prima che arrivassi io e se dobbiamo affrontarle in casa o fuori casa".

Quindi la concorrenza feroce fa bene alla Juve?
"Lo stimolo lo abbiamo già da noi. Un calciatore che gioca con la maglia della Juventus, viene alla Juventus per essere competitivo ai massimi livelli, sia in campionato che a livello internazionale, dunque non credo che ci sia da motivare i giocatori, perchè sono venuti alla Juventus per disputare la Champions League e possibilmente vincerla".

Hai parlato di primo e di quarto posto. Juve e Inter sono le due squadre ancora impegnate in Europa. Quanto può pesare l'impegno europeo in questa corsa che ora ha tre pretendenti al primo posto e tre o quattro per il quarto posto?
"L'impegno europeo, dal punto di vista fisico, porta via sicuramente energie importanti. Dal punto di vista nervoso ne porta via altrettante, però nello stesso tempo se superi il turno è un iniezione di energia anche per il campionato".   

La Juventus viene vista come la favorita per l'Europa League. E' più complicato arrivare quarti in campionato o arrivare in fondo all'Europa League?
"E' normale questo. Io le rispondo come prima: se mi chiede quali squadre sono ancora in corsa per l'Europa League, non glielo so dire. Sono concentrato totalmente sulla Juventus, sul percorso di partita in partita, perchè poi non credo dipenda tanto dagli avversari quanto da noi. Io ho talmente tanta fiducia in questo organico, in questa squadra, che se siamo al completo non temo alcun tipo di avversaria".

Del Siena cosa dice?
"Che le migliori partite le ha disputate in trasferta contro le migliori del campionato; e questo è già molto significativo e indicativo. Oggi parlerò con la squadra, ma loro sanno già - perchè qualcuno già ho sentito che l'ha buttata là -, che quando affronti queste squadre che sulla carta sembra non abbiano speranze si rischia di sbagliare l'approccio alla partita. Loro invece hanno un approccio straordinariamente positivo, perchè non subiscono pressione, nessuno li rimprovera più di tanto se non fanno risultato. Ci sono passato tante volte su quel percorso e quindi noi dovremo affrontare il Siena utilizzando le stesse loro armi: la grande determinazione, con l'aggiunta di un tasso tecnico superiore; per far nostra questa partita dovremo sommare queste due qualità". 

Lei dopo la sconfitta con il Palermo aveva detto che la squadra aveva pagato la fatica contro l'Ajax. Può essere una situazione analoga? C'è questo rischio?
"Infatti col Palermo l'ho detto dopo la partita, però il rischio c'era perchè hanno giocato gli stessi undici. Domani non giocheranno gli stessi undici della gara precedente".

Nove undicesimi...
"Vi aiuto, perchè Zebina è squalificato".

Tra i pensieri e i dubbi che ti porterai fino a domattina, c'è anche quello di tenere a riposo Diego?
"Bisogna vedere se è l'occasione per dare una giornata di riposo a lui in relazione alla condizione degli altri. Nella mia mente c'è l'intenzione di dargli prima o poi una giornata di riposo, però devo valutare anche gli altri. Ho rimandato tutto a domani mattina, non sto bluffando, vi assicuro che è così"

Il fatto che Del Piero abbia riposato a Firenze è stato un fatto normale, ma l'esclusione di giovedì ci ha un po' sorpreso. Questo come si spiega? Era molto stanco oppure ci sono anche delle ragioni prettamente tecniche?
"No, la ragione è che nella settimana precedente, ovvero prima della partita con la Fiorentina, non era a posto per due motivi: era molto affaticato perchè lo abbiamo spremuto tanto nelle settimane precedenti; lo toglievo a dieci minuti dalla fine e non lo abbiamo risparmiato granchè. Non sono riuscito a gestirlo come avrei voluto. E allo stesso tempo aveva un affaticamento muscolare. Siccome sul capitano ci conto molto, il mio obbiettivo era metterlo nelle condizioni migliori per dare alla squadra non la sua presenza, che è pur sempre importante, ma la sua qualità. Mi serve fresco, come mi servono anche gli altri freschi, ma lui in maniera particolare perchè essendo un giocatore di grande qualità  da lui non gli chiedo la quantità, ma gli chiedo solamente la qualità".

Adesso come sta?
"Adesso è a posto".

E Iaquinta dopo i test che ha fatto in queste settimane è in grado di giocare dall'inizio?
"Io penso che il discorso di Iaquinta, il discorso di Camoranesi e se vogliamo anche di Poulsen - nonostante l'altra sera ha giocato dall'inizio -, sia quello di evitare di fargli fare i novanta minuti. Devo solamente valutare se utilizzarli in corso di partita o all'inizio di partita. Chi più, chi meno, però, hanno bisogno tutti di minutaggio. Il discorso è cambiato un pochino per Poulsen, perchè è più resistente, più mezzofondista degli altri. E poi Poulsen ha un ruolo diverso, perchè deve giocare con ai lati i due centrocampisti che gli sono sempre accanto. Dev'essere continuo, non deve fare sforzi sulla corsa lunga, mentre gli altri hanno zone di campo ben più ampie da coprire, quindi devono andare anche sul lungo, hanno un maggiore affaticamento, maggiori strappi a livello muscolare; Poulsen, invece, non deve dare grossi strappi, perchè lui è  giocatore che dev'essere più che altro continuo".

Possiamo dire che in questo ultimo ultimo periodo uno dei giocatori che è cresciuto maggiormente è Candreva? E' un giocatore difficile da tenere fuori in questo momento...
"Io l'ho seguito prima di venire alla Juventus: sono andato a vederlo a Cesena con la Nazionale, sono andato a vederlo a Bologna col Livorno all'inizio del campionato, e aveva fatto molto bene, molto bene. Alla Juventus sta confermando solamente quanto di buono aveva fatto precedentemente, anche se a Livorno era stato utilizzato più come trequartista, oppure, come a Bologna nel finale di partita, davanti alla difesa. Noi all'inizio lo abbiamo utilizzato per necessità più decentrato e adesso sta giocando in pratica nel suo ruolo. E' uno dei giovani emergenti del campionato italiano. E' un ragazzo sul quale fare affidamento, perchè ha anche la testa del buon giocatore, non ha solamente le caratteristiche del buon giocatore".

Sarebbe molto stupito se la prossima settimana la Juventus fosse l'unica squadra italiana ancora presente in Europa?
"L'ho pensato. Quanto tempo mi dà per pensarci? Io ho tifato tantissimo Fiorentina l'altra sera, tantissimo Milan, e adesso tifo Inter. In Europa tifo sempre per le squadre italiane, non sono ipocrita. Tifo per le squadre italiane. Poi resta la grande rivalità in campionato ed è chiaro che più punti facciamo noi e meno loro, più contento sono. Anche perchè abbiamo bisogno di risultati in campo internazionale. Ci guadagniamo tutti, Juventus compresa".

Però non ha risposto....
"Io, ripeto, l'Inter è tosta. L'ho detto prima per quanto riguarda il campionato, non ha dominato per caso in queste stagioni. L'Inter è molto tosta".

Hodgson però ha detto che l'altra sera Moratti faceva il tifo per il Fulham...
"Non so. Podarsi che Hodgson conosca l'italiano, ma non alla perfezione. Ma non credo che Moratti abbia tifato contro la Juventus, anche perchè essendo stato a Milano quattro anni so che la rivalità maggiore è con i cugini, più che con la Juventus"(Redazione Tuttojuve.com). 

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