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« Juventus-Benitez, ecco s...Le meditazioni di Dotto.... »

Il giudice De Gregorio motiva la condanna di Giraudo:

Post n°1802 pubblicato il 26 Aprile 2010 da nadir63l
 


Calciopoli non si ferma mai. Da un lato c'è il processo che vede in aula un combattivo Luciano Moggi con le sue settantacinque intercettazioni ammesse in aula, dall'altro emergono le motivazioni della sentenza pronunciata il 14 dicembre scorso nel rito abbreviato che ha visto in scena l'ex componenente della famosa triade bianconera, Antonio Giraudo.

Il giudice Eduardo De Gregorio ha dato le motivazioni della sentenza che ha portato a una condanna di tre anni: "Giraudo non limitò la sua attività al perseguimento degli interessi della sua società, ma fu pienamente coinvolto nell'intero ambito di operatività del sodalizio. Il suo peso nell'ambiente calcistico appare compatibile sul piano logico, piuttosto che con la sua qualità di amministratore di una società avente pari dignità con le altre, con la sua appartenenza ad un gruppo organizzato e influente sulle 'cose' del calcio. Esistono alcuni dati certi che provano l'esistenza di un'associazione per delinquere che condizionava il mondo del calcio italiano, in particolare l'andamento del campionato 2004/2005".

Per il perseguimento dei propri obiettivi, come il condizionamento sull'esito dei campionati, i componenti del sodalizio "ebbero a disposizione più arbitri", sottolinea De Gregorio. Per quanto concerne le evidenze probatorie" del processo abbreviato cita gli arbitri Pieri e Dondarini.
"La compagine peraltro esercitò uno stringente potere sulla categoria, influendo sulla progressione di carriera dei singoli, con la designazione a partite di prestigio o al contrario con la sospensione dall'attività o l'affidamento prevalente di incontri di poco rilievo". Vengono ricordati gli interventi ad hoc nelle trasmissioni televisive a tutela di determinati arbitri, poi il giudice spiega che "l'altra faccia della medaglia era costituito dal potere di interdizione espresso in più occasioni da Moggi". E ricorda il caso dell'arbitro Morganti "responsabile ai suoi occhi, di aver applicato la regola sulla sospensione per impraticabilità di campo di un incontro in cui la squadra del Messina (sotto l'ala protettrice di Moggi, secondo la tesi dell'accusa) era in vantaggio".

C'è quindi il caso di Collina e Rosetti "esclusi per un turno per concorde volontà punitiva di Moggi e Bergamo durante il dialogo notturno del 9 febbraio". Un altro esempio viene legato agli assistenti della famosissima Reggina-Juventus del 6 novembre 2004 "che da quel giorno e per motivi largamente spiegati non parteciparono più a gare dei bianconeri", oppure Babini e Coppola "che non furono mai scelti per dirigere partite della Juventus".

"L'esistenza dell'associazione e la sua penetrante efficacia, risultano dimostrate con chiarezza anche nell'esercizio di questo potere di veto, espresso da Moggi - si legge nella sentenza -, ma che coinvolgeva per logica l'intero gruppo che aveva grande potere sulla categoria degli ufficiali di gara, militandovi anche i designatori ed il massimo vertice dell'Aia (l'associazione arbitri, ndr) oltre che Giraudo".

De Gregorio dà molto rilievo alla testimonianza dell'assistente Babini, definito come "una voce di dentro" dell'ambiente calcistico. Spiegando il vero motivo per cui non veniva scelto per le gare della Juve raccontò: "Tra noi si discuteva in ordine a questo pseudo sistema Juventus che cercava di controllare tutto e tutti e che quindi era diventato tra noi colleghi e addetti del mondo del calcio un vero tormentone".

http://www.affaritaliani.it/sport/calciopo...udo-260410.html

sta male

La sentenza su Giraudo peserà come un macigno sul processo contro Moggi
Il gup Eduardo De Gregorio ha scritto nelle motivazioni di condanna per l'ex ad della Juve che «i componenti che amministravano il calcio italiano raggiunsero tutti gli scopi che si erano prefissati, tra cui lo scudetto bianconero e la salvezza della Fiorentina»

E adesso, oltre a fare i conti con le trascrizioni offerte al presidente del collegio dottoressa Casoria, Moggi e gli altri imputati nel procedimento penale, dovranno provare a liberarsi di un macigno che si ritrova sulle loro spalle. É costituito dalle motivazioni, depositate ieri presso la cancelleria, dal gup Eduardo De Gregorio che aveva condannato l'ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo e l'ex-presidente dell'Aia Lanese al termine del rito abbreviato. Viene qui dimostrata la fondatezza dell'accusa, associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva con una secca affermazione: «Il sodalizio accusato di aver governato illecitamente il calcio italiano raggiunse tutti i suoi scopi». La prova del nove è rappresentata dallo scudetto vinto dalla Juve (ai danni del Milan) e dalla salvezza della Fiorentina, «i cui esponenti in precedenza erano ad essi contrari».
«Detta iniziativa- scrive il gup alla fine- in sè illecita poichè realizzata con le attività fraudolente, a sua volta ebbe per voluta conseguenza l'aumento del prestigio e della forza del gruppo nei confronti dell'intero settore».
É vero: i due processi sono staccati uno dall'altro. É vero: sono giudicati da magistrati diversi. É vero sono ancorati a due metodi: in quello dove risponde Moggi la prova dev'essere formata in dibattimento.
Ma a questo punto gli esperti di sentenze fanno capire chiaramente che difficilmente il collegio della dottoressa Casoria potrà smentire il lavoro svolto dal gup De Gregorio. Potrà essere mitigata l'accusa e di conseguenza anche la condanna ma il pronunciamento di colpevolezza resta a questo punto l'ipotesi più accreditata. Con conseguenze, psicologiche più che pratiche, anche sui procedimenti sportivi. Impensabile una revisione di Calciopoli uno.

http://www.ilgiornale.it/sport/la_sentenza...ge=0-comments=1

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