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© foto di Giacomo Morini
Chi voleva salvare davvero la Fiorentina nel 2004/05? Fino a qualche tempo fa la risposta suffragata dalle teorie, contenute nelle informative dei carabinieri, vedeva come unico salvatore della patria, il Lucianone e Mazzini.
Ma le informative dei CC contenevano informazioni importanti che senza però le telefonate a supporto, sparite nel nulla fino a poco tempo fa, restavano li come una piccola macchia che non si nota, e che avrebbero potuto invece scagionare lo stesso Moggi da accuse varie.
E allora ripropongo la domanda, chi voleva salvare la Fiorentina? Moggi, no!
Ops… come? Il Capo della “cupola” non voleva salvare l’amico Della Valle dalla retrocessione? E no, non era lui ad avere probabilmente questo interesse, e ricostruiamo quindi tutta la vicenda.
Nel 2004/5 erano in corso le elezioni per la nomina del nuovo presidente della FIGC, che vedeva in lizza due personaggi con forze politiche(sportive) diverse, e con amicizie influenti tra le associazioni di categoria e le squadre professionistiche. Carraro e Abete appunto.
Tra i due nasce una guerra molto intensa per la riconferma del primo, e la nuova elezione del secondo, quest’ultimo appoggiato, udite udite, dalla famiglia Della Valle che aveva rapporti con il fratello, Luigi Abete, presidente all’epoca della BNL.
In quella fase storica, lo ricordo, Carraro e Galliani, cercavano la conferma dei loro mandati, e dopo la rottura del dirigente milanista con i Della Valle tra la fine di novembre e i primi di dicembre, spunta proprio il nome di Giancarlo Abete, all’epoca vicepresidente federale, e rimasto nell’ombra fino a quel momento.
Nei giorni successivi poi però si cerca un accordo che i CC trascurano, Carraro vuole restare per portare a termine la candidatura dell’Italia a “Euro 2012”, progetto che con il cambio di presidenza non si sarebbe completato, e trovando un accordo per l’elezione di Abete nel 2006, cosa che puntualmente si verificherà.
In questa fase ovviamente i Della Valle supportati da Aic Aiac serie C e una parte degli arbitri, spingono per mettere Abete alla presidenza della FIGC, visto che già contro Petrucci lui aveva perso le elezioni per la presidenza del CONI. Cosa confermata dallo stesso presidente del CONI in una telefonata con Ghirelli “lui quando ha fatto la la la guerra a me lui non poteva non sape che perdeva perché” anche perché come diceva poi Petrucci continuando nella telefonata “nel calcio è un po’ conosciuto nello sport noo conosce nessuno”, e addirittura il presidente CONI sostiene che se non si candidava rischiava di “però se lui non si candidava non andava avanti a fasse designare così come s’è fatto designà” e lo considera pericoloso perché “lui è un esaltato lui è pieno di momenti di raptus in cui nessuno lo controlla”. Anche Petrucci è preoccupato quindi della candidatura di Abete e sa benissimo che il supporto arriva dai Della Valle come gli conferma Ghirelli.
Addirittura in diverse telefonate, riportate proprio nelle informative, si cita il presidente della FIGC come “l’impiegato dei Della Valle” e proprio in virtù dell’amicizia di cui sopra.
La cosa anomala è che nelle informative vengono considerati manovratori solo Mazzini e Moggi, considerando i due nemici non solo di Abete ma anche dei proprietari della Fiorentina.
Poi però Moggi vuole salvare la squadra viola e allora diventa sodale del nemico storico Della Valle e che è amico di colui il quale, Abete, Moggi vuole vedere “sparì dalla circolazione” in senso sportivo.
Nelle telefonate sparite questa amicizia tra Abete e Della Valle, è palese e nota a tutti all’epoca dei fatti, anche a diversi giornalisti tra cui lo stesso Palombo della Gazzetta dello Sport che in una conversazione con Ghirelli sostiene “ho l'impressione proprio che lui aspetti.. stia.. sia agli ordini di Della Valle e aspetti.. quel che succede di là per poi..”, lasciando intendere che chi comanda la guerra tra Carraro e Abete siano da una parte la “lega di milano” o “egemonia di Milano”, e qui il riferimento a Galliani non sembra casuale, che è con Carraro, e dall’altra Della Valle, che comanda Abete.
A suffragio di questa vicinanza di Abete con Della Valle, potrete trovare altre corrispondenze con gli articoli di Antonio Corsa (uccellinodidelpiero)
Quindi ricapitolando molti avevano qualcosa contro Abete e contro i Della Valle: Galliani, Petrucci, Carraro, Moggi, Mazzini e via dicendo. Ma i CC non citano nessuno oltre i due mazzini e moggi
E allora io ripropongo la domanda chi voleva salvare la Fiorentina e chi comandava Abete? Lascio a voi ogni considerazione possibile.
Ecco il testo della telefonata Petrucci – Ghirelli del 14 12 2004
Petrucci: "Prondi".
Ghirelli: "Le funziona il telefono?".
Petrucci: "Il telefono benissimo hai visto è bastato chiederlo a te".
Ghirelli: "Hai visto".
Petrucci: "Per mandarmi il bigliettino acido"
Ghirelli: "Subito eh però però l’ha mandato subito il giorno dopo".
Petrucci: "Che oramai che oramai tutta la tecnologia telefonino moviola in campo gli ho detto ieri stamani tu sei tutto a tecnologia senti ma com’è la situazione pratica".
Ghirelli: "Ma l’impressione che ho netta è che mm secondo me allora da ee….".
Petrucci: "Si ritira o no?".
Ghirelli: "Secondo me si ritira".
Petrucci: "Ecco quando lo dice oggi o domani".
Ghirelli: "A meno che eee … ti dico le la stessa cosa che ho detto a Carraro a meno che lui non sia spinto molto forte dal fratello del Della Valle".
Petrucci: "Ma io c’ho paura di questo capito perché".
Ghirelli: "Questo è il punto".
Petrucci: "Abete non è uno normale".
Ghirelli: "No".
Petrucci: "Nel senso logico della parola.. lui quando ha fatto la la la guerra a me lui non poteva non sape che perdeva perché".
Ghirelli: "Noo non c’è dubbio".
Petrucci: "Nel calcio è un po’ conosciuto nello sport noo conosce nessuno".
Ghirelli: "Ma non c’è dubbio".
Petrucci: "Allora lui è un esaltato lui è pieno di momenti di raptus in cui nessuno lo controlla".
Ghirelli: "Si dispiace un po’".
Petrucci: "Io ti dico la verità se lui … però se lui non si candidava non andava avanti a fasse designare così come s’è fatto designà"
Ghirelli: "Eh però poi è stato preso un po’ dagli avvenimenti ehh lui fa una partita".
Petrucci: "Ma io non lo sottovaluto questo".
Ghirelli: "Noo nemmeno io nemmeno io"
Petrucci: ""A me chi me stupisce è Gravina".
Ghirelli: "Perché è spi non lo sottovaluto perché è spinto molto esternamente".
Petrucci: "A me chi mee me stupisce è Gravina io non credevo che Gravina stesse così sfacciatamente con lui eh".
Ghirelli: "Mah non lo so veramente".
Petrucci: "E perché pure Franco me fa dice no no sta con lui dico a Fra ma tu ancora credi alle favole".
Ghirelli: "Ma che non sta con lui eh eh".
Petrucci: "Ma come fa a non sta con lui come quando lui me chiede che Macalli diceva che era un rappresentante de bandiera dico Franco ma che stai dicendo ma tu non vuoi vede la realtà".
Ghirelli: "Ma che non è …. Eh è strettamen, è stato sempre collegato a lui".
Petrucci: "Ma ceeerto ma certo ma anche quando".
Ghirelli: "Poi di volta in volta ha attenuato il rapporto però rimanendo".
Petrucci: "Ma anche perché non gli andava di mettese contro Carraro".
Ghirelli: Rimanendo sempre legato".
Petrucci: "Ma certo ma certo".
Ghirelli: "Sempre".
Petrucci: "Quindi oggi l’ho.. m’ha detto Franco che oggi riservatamente se vedono no".
Ghirelli: "Oggi si vedono si e poi giovedi c’è questo incontro".
Petrucci: "Speriamo bene perché se no è dura eh la guerra".
Ghirelli: "Eh si..".
Petrucci: "E' inutile che Franco dice eeehhh allo..".
Ghirelli: "Però tieni conto che la se vuoi il quadro allora la Lega di Milano e la Lega dilettanti lui non ce l’ha il terzo …. Ehhh".
Petrucci: "Però lui dice che non cell’ha ne ne ne gli allenatori ne i calciatori a vabbe questo è quello questo è quello che fa uscire Gravina".
Ghirelli: "(incomprensibile) … sii però è diverso".
Petrucci: "lo sai però sai è brutto se già il il (incomprensibile) no se raggiunge".
Ghirelli: "Non c’è dubbio".
Petrucci: "No se raggiunge".
Ghirelli: "E' chiaro".
Petrucci: "Perché poi sai in due mesi in italia può succede tutto e di tutto".
Ghirelli: "Non c’è dubbio".
Petrucci: "Senti tu che novità?".
Ghirelli: "Nulla sta a sentire domani li al Ministero degli Interi promossa dall(incomprensibile)".
Petrucci: "Si si".
Ghirelli: "Che c’abbiamo lavorato è una bella cosa eh c’abbiamo lavorato parecchio, chi è che viene di voi?".
Petrucci: "Mandetta che è anche vostro".
Ghirelli: "Ah va bene".
Petrucci: "Mandetta e coso abbiamo deciso Mandetta eee……".
Ghirelli: "Perché dopo bisogna firmarla dal ministro la com…..".
Petrucci: "Si si".
Ghirelli: E' verame è veramente buona".
Petrucci: "Mandetta e quell’altro li come si chiama quello li quello li".
Ghirelli: "Ah ho capito ho capito".
Petrucci: "Ma tanto gestiscili tu quelli oh".
Ghirelli: "Come?".
Petrucci: "Gestiscili tu eh..".
Ghirelli: "Si si ma non c’è problema volevo solo sapere chi".
Petrucci: "Senta Direttore Generale è lei".
Ghirelli: "Mi dica".
Petrucci: "E' qui è è in capitale per questi giorni?".
Ghirelli: "Io sono in capitale si".
Petrucci: "Va bene quindi ci aggiorniamo a questi giorni".
Ghirelli: "Grazie".
Petrucci: "Direttore un abbraccio".
Ghirelli: "Mi raccomando faccia funzionare quella tecnologia moderna".
Petrucci: "E io ho risposto con quelle tecnologia direttore generale".
Ghirelli: "Ahahah si quindi hai risposto con quella".
Petrucci: "Si si si con francuccio mio ho risposto".
Ghirelli: "Ho capito va bene".
Petrucci: "Un abbraccio".
Ghirelli: "Ciao".