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La stella meno luminosa...

Post n°2408 pubblicato il 04 Settembre 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di Lucaboo2

Senza dubbio tutti gli amici del Forum conosceranno, almeno per sentito dire, la Hollywood Walk of Fame, la coppia di marciapiedi lungo l'Hollywood Boulevard e la Vine Street (appunto sulla collina di Hollywood) dove circa 2.500 stelle incastonate nella pavimentazione rendono omaggio a personaggi di particolare lustro del mondo dello spettacolo.
Ovviamente, come spesso avviene in questi casi, se sulla maggioranza dei nomi meritevoli di una “stella” i pareri sono universalmente unanimi, ci sono dei singoli casi dove non si può rimanere spiazzati.
Uno per tutti: tra i personaggi non ricordati sulla “Passeggiata della celebrità” c'è un certo Federico Fellini.
Vabbè, mi dico, de gustibus non est disputandum, magari gli americani non sanno apprezzare Amarcord e le donnone giunoniche del Maestro.
Ma quando poi penso che su di una stella è inciso il nome di Winnie-the-Pooh, beh, qualche mal di pancia mi viene.
Per carità, non che io abbia qualcosa contro l'orsetto bulimico targato Disney (anche se io, nella banda, preferisco di gran lunga l'asinello Ih-Oh), in fondo è anche simpatico ed è l'idolo di milioni di bambini, ma credo che ogni cinefilo sano di mente avrebbe, nei suoi pensieri, una diversa gerarchia.

Qualcosa di simile, secondo la buona vecchia tradizione per cui ogni boiata si inventino dall'altra parte dell'Atlantico noi italiani la si copia a bomba, è in corso di realizzazione nel nuovo stadio della Juventus.
Nella fattispecie, in una zona dello stadio saranno poste 50 stelle dedicate a 50 eroi della Storia della Vecchia Signora; e fin qui tutto bene, se sorvoliamo sulla pacchiana possibilità di poter comprare le piastrelle vicino alla stella del proprio campione preferito.
Il problema sorge quando devi scegliere i 50 nomi.
Già, perchè in più di cento anni di storia la maglia bianconera (e prima ancora la camicia rosa con cravatta nera) è stata vestita da quasi un migliaio di giocatori.
Assumendo per convenzione che un 33,4% fossero scarponi (anche se negli ultimi tempi questa percentuale è -ahimè- in crescendo) e un 33,3% buoni giocatori che però non raggiunsero la sempiterna fama, ci resta un 33,3% di giocatori “top”.
Un ampio bacino dove ognuno di noi troverà quel portiere invalicabile, quel difensore arcigno, quell'attaccante letale che per lui ha sempre incarnato la “Juventinità”.
E qui cominciano i guai.

Innanzitutto vediamo quali nominativi fanno parte della ristretta cerchia degli eletti: i 50 Eroi prescelti, in rigoroso ordine alfabetico, sono: Pietro Anastasi, Roberto Baggio, Romeo Benetti, Roberto Bettega, Carlo Bigatto, Zbignew Boniek, Giampiero Boniperti, Felice Borel, Sergio Brio, Gianluigi Buffon, Antonio Cabrini, Umberto Caligaris, Mauro Camoranesi, Fabio Capello, Franco Causio, John Charles, Giampiero Combi, Antonio Conte, Antonello Cuccureddu, Alessandro Del Piero, Didier Deschamps, Luis Del Sol, Angelo Di Livio, Ciro Ferrara, Giuseppe Furino, Claudio Gentile, John Hansen, Paolo Montero, Pavel Nedved, Raimundo Orsi, Carlo Parola, Angelo Peruzzi, Gianluca Pessotto, Michel Platini, Pietro Rava, Fabrizio Ravanelli, Virginio Rosetta, Paolo Rossi, Sandro Salvadore, Gaetano Scirea, Lucidio Sentimenti, Omar Sivori, Stefano Tacconi, Alessio Tacchinardi, Marco Tardelli, Moreno Torricelli, David Trezeguet, Gianluca Vialli, Zinedine Zidane, Dino Zoff.

Senza dubbio, scorrendo la lista dei nomi, ci si accorge che, inevitabilmente, è figlia degli anni in cui viviamo; la maggioranza dei nomi appartiene alla storia degli ultimi venti – trent'anni perchè, senza dubbio, sono quelli meglio impressi nella memoria di tutti.
Infatti se molti degli utenti del Forum, leggendo i nomi di Borel, Del Sol e Sentimenti reagiscono allo stesso modo di Don Abbondio alle prese con Carneade (“E chi era costui?”), quasi nessuno, al contrario, ha dimenticato Geppetto Torricelli o Soldatino Di Livio.
Pur con il massimo rispetto per questi giocatori, beh, sfido chiunque a dimostrarmi che nella Juve di Sivori non ci fossero uomini altrettanto validi che solo l'infame scorrere della sabbia nella clessidra della vita ha permesso che venissero dimenticati.
Lo stesso vale, nella mia modestissima opinione, per Cinghialone Peruzzi e per Alessio Tacchinardi.
Al posto di uno dei due avrei messo sicuramente Edgar Davids, ma questi sono gusti personali.

Al contrario, vengono i lucciconi agli occhi a leggere dei nomi che, nella mia adolescenza, componevano quella che era recitata non come una formazione, ma come l'incipit di una poesia: “Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea...”; e accanto ad essi i loro eredi ideali: Buffon, Montero, Ferrara, Nedved...

Con un po' di emozione scorriamo la lista ed incontriamo dei nomi che ci riportano sul vascello del mito:
Causio, l'uomo che faceva la “trivela” quando Quaresma non era nemmeno nel mondo della luna;
Mumo Orsi, che volle un ingaggio di ottomila Euro al mese, una Fiat 509 ed un violino;
Charles, il famoso gigante buono,
Platini, che meritò il soprannome di “Le Roi Football”...

Forse qualcuno si sarebbe aspettato un nome che effettivamente manca all'appello, quello di Andrea Fortunato;
Personalmente (e qui so che mi attirerò molte critiche) credo che sia giusto così.
Tutti noi vorremmo una stella per Andrea, che non ha avuto il tempo di dimostrare se avrebbe potuto meritarsela “sul campo”.
Ma sarebbe un omaggio fatto ad Andrea l'uomo battuto da quella malattia maledetta, non ad Andrea il Campione.
E soprattutto Andrea non ha bisogno di beatificazioni come quelle che vengono elargite, spesso, per stendere il velo della pietas su personaggi discutibili, dolci e severi o meno.

Su tutti, però, c'è un nome che colpisce. Ma purtroppo non in maniera positiva.
E' quello di Zbigniew Boniek.

Intendiamoci, non che non fosse un grande giocatore. Ho ancora negli occhi le sue cavalcate quando, si recava all'appuntamento con un lancio di Platini e filava indomabile verso la porta avversaria. Ricordo come fosse oggi la più surreale di quelle cavalcate, conclusa con un fallo fuori area che però l'arbitro immaginò già al di là della linea, in uno stadio dove si stava celebrando l'apoteosi della demenza e della ferocia umana. Era un 29 maggio.

Quello che fa “stonare” il nome di “Zibì” è tutto quanto avvenne dopo il divorzio dalla “Vecchia Signora”; dal giorno in cui smise i colori bianconeri non perse occasione di denigrarli, sputando come si suol dire nel piatto in cui aveva lautamente mangiato fino a poco prima, e mancando di rispetto verso quei tifosi che l'avevano eletto a loro beniamino.
Dopo aver appeso le scarpette al celebre chiodo, le cose peggiorarono ulteriormente: Boniek è stato ed è tuttora uno dei protagonisti della TV spazzatura antijuventina, humus fecondo per quel “sentimento popolare” che ben conosciamo.

Per carità, quando finisce un amore bisogna mettere in conto che spesso volino gli stracci, le cronache di questi giorni ci raccontano addirittura cruenti episodi di storie d'amore dove la parola “fine” viene scritta con uno schizzo d'acido o con la lama di un coltello, ma ciò che è stato fatto da Boniek una volta smessi i panni del giocatore ed indossati quelli dell'opinionista televisivo non è tollerabile da chiunque abbia un po' di bianconero nel cuore.

Ecco perchè, tra quelle cinquanta stelle, ce ne sarà una che brillerà un po' di meno.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1025

 

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