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« La decadenza del calcio ...L’Ambrogino di Cartone... »

andrea agnelli:la stella a boniek? Boniek non rientra nei parametri...

Post n°3412 pubblicato il 11 Dicembre 2010 da nadir63l
 

Presidente Agnelli o ancora Andrea?
« Andrea, sempre » .

Bene, Andrea. Sono trascorsi quasi sette mesi dal suo insediamento. Era il 19 mag­gio, tante cose sono successe. E’ possibi­le tracciare un primo bilancio?
« Sono stati mesi difficili, di profonde tra­sformazioni. Il primo mattone è stato Bep­pe Marotta, la pietra d’angolo sulla quale abbiamo poggiato le basi per la rifondazio­ne della parte sportiva. Di comune accor­do, abbiamo scelto Del Neri e di lì è nato tutto. Le garantisco che per il momento so­no estremamente soddisfatto » .

E’ vero che Antonio Giraudo le disse: fos­si in te, caro Andrea, non lo farei?
« Di prendere in mano la Juventus? No, non è andata così » .

E come allora?
«Cominciò con una premessa, scontata ma importante: agisci come vuoi. Poi aggiunse: qualsiasi cosa fai nella vita, accertati di avere le condizioni per farla bene» .

Se lei è qui, la deduzione è che le condi­zioni esistono...
«Evidentemente sì » .

L’obiettivo numero uno della Nuova Ju­ventus?
«Ricreare un gruppo fortemente compatto all’interno dell’azienda. E lì, intorno a que­sta necessità imprescindibile, è nata l’idea dello J- day, dove abbiamo coinvolto tutti i dipendenti, non solo i calciatori. Le motiva­zioni sono fondamentali per conseguire ri­sultati di prestigio. A livello sportivo ci sia­mo imposti di costruire una squadra che sia in grado di vincere tutte le partite per poi tirare le somme alla fine, senza dimen­ticare che continuiamo a essere in fase di costruzione».

La ristrutturazione è stata capillare ed è partita dall’alto...
« E’ stata a 360 ° gradi. Abbiamo cambiato dal presidente ad alcuni magazzinieri, ci siamo occupati della parte sportiva e di quella go­vernativa, con l’inserimento di quattro nuovi consiglieri nel Cda. Il bello è che il processo di rinnovamento è in corso e potrà accadere an­cora qualcosa, sempre nell’ottica di un miglio­ramento » .

Quando assunse Marotta fu lapidario: pren­do il migliore su piazza...
« Del suo operato sono contento. Marotta ha portato con sé uno staff importante, da Para­tici a Gianni Rossi. E’ gente che lavora con abnegazione, in loro vedo ciò che desideravo vedere, ovvero la volontà di fare bene alla Ju­ventus » .

Del Neri si è infilato all’improvviso tra Be­nitez e Prandelli, non senza suscitare per­plessità. Veniva ritenuto poco incline a pilo­tare una grande squadra reduce da una sta­gione disastrosa...
« Una scelta condivisa da me e da Marotta. Comunque, Del Neri è stato messo nella con­dizione di poter fare bene e qui entra in gio­co la società » .

In effetti non era così da troppo tempo. Cosa l’ha impressionata di più del suo al­lenatore?
«La capacità di insegnamento tecnico e tat­tico, praticamente unica. Ma con la sua esperienza sa toccare le corde della sfera emozionale delle persone».

I tifosi vedranno mai Mourinho o un Mou­rinho sulla panchina della Juventus?
«Oggi c’è Del Neri e basta» .

L’ultimo entrato è Pavel Nedved che si defi­nisce suo consigliere personale più che con­sigliere di amministrazione...
« E’ il valore aggiunto della società. Rappre­senta una cassa di risonanza non solo per me ma per gli altri dirigenti. Pavel sa cosa signi­fica scendere in campo e vincere, non a caso mi/ ci ricorda che una volta, rientrati nello spogliatoio dopo un pareggio, regnava sem­pre il disappunto. Questo spirito deve trasfe­rirlo nel nostro Cda».

Che una volta decideva tutto, dai colpi di mercato all’acquisto dell’acqua minerale. Ora decidete in due, lei e Marotta...
«Prima non c’ero e non so... Ripeto: la parte sportiva fa capo a Marotta, le decisioni vengono prese nel rispetto delle procedu­re di una società quotata in Borsa» .

L’ex presidente Jean Claude Blanc si è integrato nel vostro team?
« Certo. Ha avuto un ridimensionamento di responsabilità ma segue il progetto stadio, che per noi è di pri­maria rilevanza, e gli è stata assegnata ad inte­rim il commerciale » .

La rivoluzione è stata avvia­ta: e adesso?
«Al termine della stagione, con i risultati davanti al naso, interverremo, anche se con i meccanismi previsionali qualcosa si potrà fare in anticipo. Sotto il profilo per­sonale, dal giorno del mio insediamento ho percepito l’affetto e il supporto di tutti. Per questo mi ritengo il rappresentante di 14 milioni di tifosi e non solo degli azionisti » .

Tifosi che sognano lo scudetto. Una paro­laccia, una pia illusione o una promessa pericolosa?
«Nel dna della Juventus era e resta l’obiet­tivo principale. Quest’anno, però, non di­mentichiamoci da dove arriviamo, cioè da meno 27 in classifica e da una squadra de­moralizzata... Promettere lo scudetto si­gnifica generare aspettative enormi, pro­vare a vincere tutte le partite no».

A proposito di scudetti: del passato recente rimane da risolvere la grana dei titoli revocati
«Abbiamo presentato un esposto al presidente federale Abete. Il quale ha tenuto a precisare che i duecento giorni contati da noi sono diversi dai duecento contati da lui. Veda: tra un pò diventeranno diversi anche per noi e cominceremo a chiedere spiegazioni.. Quanto al processo di Napoli, aspettiamo la conclusione del procedimento, nel caso in cui verrà accertata la correttezza dell'operato della società considereremo eventuali azioni per la riassegnazione dei titoli » .

Il rapporto di forze con la Federcalcio è contraddittorio?
«La Juventus deve contare dove viene determinato il futuro, quindi in Lega. E in lega dobbiamo restare uniti, tutti quanti. In questa maniera si diventa centrali nei meccanismi decisionali della Federcalcio » .

Le relazioni con gli altri club importanti: Inter, Milan e Roma?
«Sono buone e devono essere buone per poter collaborare costruttivamente all'interno della lega. In particolare per fare crescere i diritti tv che continuano a esseri nostri introiti principali» .

Però con l'inter sono scintille sempre. Lei e Moratti...
«Cosa vuole.. E' giusto punzecchiarsi, sennò che derby d'Italia sarebbe? La rivalità tra Juventus e inter nasce tanti anni fa....» .

La sorprende la crisi nerazzurra?
«Sono campioni d'italia, d'europa e sono in procinto di disputare il Mondiale per club... Io guardo a me stesso».

La Juventus in Europa come è messa? Conta qualcosa, poco o nulla?
«La situazione è complessa. Con la Eca ci sono 200 squadre di mezzo.. La prospettiva del mio ragionamento è allargata: non è la Juventus a dover contare di più ma l'intero sistema calcio Itala».

L'eliminazione dall'Europa League le ha provocato qualche disagio?
«Per ricostruire una mentalità vincente bisogna tornare a vincere. L'eliminazione mi ha dato fastidio ed è dovuta a errori di gioventù nelle prime gare, a scarsa determinazione negli appuntamenti centrali e a una sfida anomala in Polonia. Si ricordi di Nedved e della sua cattiva accettazione persino di un pareggio».

[b]Il mercato comunque va avanti?

«Le valutazioni sono sempre aperte in ogni finestra di mercato, dove ci sono opportunità in entrata e in uscita. E' Marotta il nostro uomo..».

Catenaccio purissimo. Per lo meno, lei può chiarire un passaggio: l'investimento o gli investimenti massicci sono rimandati a giugno?
«Non cìè alcuna prevenzione al riguardo. Se si profilano condizioni favorevoli, si possono fare anche a gennaio. Nell'ottica di una logica patrimoniale e sportiva».

Quindi?
«Quindi la finestra invernale si chiude tra più di un mese e Marotta è al lavoro».

In tema di mercato ci sono due casi spinosi. Il primo: Gigi Buffon. Lui sostiene di voler rimanere, anche in forza del contratto che scade nel 2013, coi come vi comportate?
«Buffon è uno dei migliori portieri del mondo, gli resta ancora un mese di degenza dopo l'intervento subito alla schiena. Ma mi fa piacere che Storari non lo abbia fatto rimpiangere».

Dunque?
«Dunque è una questione di abbondanza».

Il secondo : Del Piero. Il suo contratto termina a giugno 2011: rinnovate con il capitano?
«Con Alex ci conosciamo da sempre, ha tutta la mia stima e la mia ammirazione. Al momento opportuno ci siederemo intorno a un tavolo e valuteremo il futuro. Avendo 36 anni, vorrei capire da lui come si sentirà tra sei mesi e non oggi. Tra sei mesi, quando gliene mancheranno cinque ai 37. Penso che non ci saranno problemi».

Per Del Piero di profila un'appendice in società? Alla Nedved per intendersi..
«Lui si considera a tutti gli effetti un calciatore».

Restiamo ai contratti. L'abbrivio all'innovazione radicale che riguarda l'accordo collettivo è stato dato proprio alla Juventus. All'inizio fu Marco Motta e poi...
«Un'opportunità che si è voluta cogliere e una coincidenza favorevole: la mia nomina a presidente il 19 maggio e la costituzione della Lega di A il primo luglio. L'intento è quello di condividere con i calciatori i rischi d'impresa e non limitarsi solo a un trasferimento di risorse. L'avvocato Briamonte ha portato avanti uno splendido lavoro con quella che io chiamo la fusione fredda tra la tipologia di contratto dei piloti di Formula Uno, le norme italiane e l'accordo collettivo dei calciatori».

Perchè tanto clamore?
«Siccome la situazione era cristallizzata, il cambiamento ha spaventato i calciatori. Ma Chiellini ha firmato il suo nuovo contratto prima che venisse raggiunta l'intesa con l'Aic. Vuol dire che non era poi così svantaggioso. E, comunque, per le società i calciatori rappresentano un patrimonio: ovviamente da tutelare e non da distruggere».

Il nuovo stadio aprirà i battenti tra sei mesi: una scommessa vinta, cominciata anni fa con Antonio Giraudo e Romy Gai..
«Un motivo di estrema soddisfazione che ci fa accorciare le distanze dagli altri competitor europei. E' uno stadio per il calcio, in cui si potrà vivere non solo per l'ora e mezza della partita ma per più tempo».

Sarà sicuro? Insomma, lei ci porterà sua figlia Baya?
«Io si. L'auspicio è che, modificando il sistema di accesso, le famiglie possono recarsi allo stadio tranquillamente. Abbiamo previsto anche un servizio di Babysitteraggio, questo per fare capire con che spirito nasce il nuovo impianto».

Subito una spina: anzi una stella di troppo, Zibì Boniek..
«La questione è stata presa sul serio. Boniek non rientra nei parametri, come non rientrano Jugovic e Paulo Sosa, inseriti anche loro per meriti sportivi. Stiamo valutando se esistono strumenti per indire una nuova votazione».

Si è fatto una ragione per cui, in sede di criticità, la Juventus spesso è al centro del mirino?
«A favore o contro, le critiche ci stanno. Sta a noi non fornire elementi per criticarci».

La tv è sempre più invasiva?
«Allargherei il ragionamento. I media, alla resa dei conti, con il loro interesse sostengono il calcio mondiale. Cosa trovo diverso rispetto agli ultimi due o tre anni sono la forma e l'influenza della rete internet».

Andrea e il golf: sia sincero, lo sta trascurando?
«L'impegno resta uguale, sono consigliere attivo della Fedrazione. E conitnuo a coltivare il sogno di portare la Ryder Cuo a Torino».

L'Open d'Italia di disputerà al Royal Park "i roveri" dal 6 al 9 giugno, una data infelice per la concomitanza con gli Us Open. Non si poteva trovare un altro fine settimana in calendario, magari a settembre?
«Noi avremo Matteo Manassero e un Molinari..».

Andrea e la holding finanziaria Lamse..
«E' una mia creatura, nella sede di piazza Cln, a Torino, ci sono persone di mia fiducia, e i contatti sono quotidiani. Certo la Juventus è fisiologicamente preponderante e sono contento che sia così».

Si è dato anche all'editoria..
«Un'iniziativa di Michele Dalai che, attraverso la Lamse, ha portato alla pubblicazione di undici libri, due dei quali entrati nelle classifiche».

Andrea e la Ferrari, anzi in Ferrari: le voci corrono..
«Non esiste. Alla Ferrari ci sono Monetezemolo e Domenicali. Spero che il prossimo anno la Rossa torni a vincere il Mondiale».

Quali sono i manager italiani e stranieri a cui si ispira?
«Louis Camilleri, presidente e amministratore delegato di Philip Morris International, e Sergio Marchionne, che ogni tanto chiamo per avere un suo consiglio».

Ne a chiesti di più a Marchionne o a Giraudo, di consigli?
«Veda, Giraudo rientra nella sfera dei rapporti personali. E' chiaro che, avendo condiviso tutta la mia vita con lui, abbia un rapporto diverso».

Rapporti, già. Con suo cugino John Elkann come va?
«Benissimo. Condividiamo quelle che sono le scelte strategiche delle nostre società. Insieme ragioniamo del futuro del Gruppo per i prossimi trent'anni».


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