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Il centro infortuni di Vinovo...

di L. Lancieri e F. Del Re

E siamo daccapo!
Quando la scorsa estate arrivò alla Juve il nuovo staff tecnico ex-samp, a rimorchio di Delneri, tutti accolsero trionfalmente il ”signor zero infortuni” : il preparatore atletico Roberto De Bellis poteva infatti vantarsi di aver appena concluso il campionato alla sua Samp senza infortuni, insomma nessun calciatore blucerchiato si era fermato per seri problemi muscolari.
Alla Juve, che nelle ultime stagione era stata falcidiata dai problemi muscolari, tale arrivo fu visto come una benedizione.

Oggi, a distanza di alcuni mesi, possiamo tranquillamente affermare che non c’ è neppure bisogno di perder tempo in esercizi e bilanci, perché appare fin troppo evidente che il problema infortuni non solo risulta irrisolto, ma neppure si avvertono segnali di miglioramento.
Insomma, rispetto alle ultime stagioni forse c’è stato un piccolo calo di problemi muscolari ed un incremento di problemi traumatici, ma il nocciolo della questione è che la Juve può contare sempre e solo su una parte del proprio organico.

Dicevano che il problema dei campi di Vinovo fosse legato alla falda troppo alta e a disservizi dei sistemi di drenaggio e scarico (problemi che sarebbero stati risolti alla fine della scorsa stagione sportiva).
Resta il fatto che negli ultimi anni noi della Juve siamo come un pugile che combatte con un braccio legato, assomigliamo ad una catena di montaggio col 40% di operai sempre in mutua… insomma partiamo sistematicamente in condizione di svantaggio e non siamo decisamente in grado di potercelo permettere.
Mi tornano in mente tante discussioni e tante riflessioni relative all’ annosa questione del centro sportivo di Vinovo ed è inevitabile riconoscere che da quando ci alleniamo in quei campi la condizione atletica della Juve è un vero disastro!

Anche di recente leggevo a tal proposito le dichiarazioni dell’ ex-preparatore atletico Massimo Neri (pure lui riaccolto in bianconero l’ anno precedente come un Messia): assieme ai ritmi frenetici, al calendario impossibile e così via, per la Juve lui individuava come principale fattore di aggravio proprio il centro sportivo di Vinovo.
Campi molli, nebbie e freddo: le condizioni ideali per infortunarsi a livello muscolare ci sono tutte!
Va poi osservato che anche quegli atleti più forti (o fortunati) che tra i nebbioni gelati degli acquitrini di Vinovo non si rompono, presumibilmente non raggiungeranno mai condizioni di forma ottimali.
Dicono che quando i vertici juventini parlarono di Vinovo a Capello, Don Fabio rimase stupefatto e contrariato, dicono che lui non volle mai allenarvi la squadra a dispetto delle insistenze di Moggi e Giraudo che avevano tanto scommesso ed investito su quel centro bellissimo ma sciagurato.

Ci sarà un motivo se a Napoli e a Genova, città marinare con clima più mite, gli infortuni si contano sulle dita di una mano?
Ci sarà un motivo se anche alla Juve pre-calciopoli e pre-Vinovo, quando ci si allenava a Torino i giocatori non si rompevano quasi mai?
Temo che pur cambiando medici, fisioterapisti, preparatori atletici e pur riparando tubi di drenaggio otturati non riusciremo a risolvere i nostri mali: queste cure sono palliativi!

Possiamo tirar fuori tutto l’ ottimismo del mondo, ma temo proprio che quella di Vinovo sia una scommessa clamorosamente persa e insistere in tale direzione, sportivamente parlando equivale a suicidarsi.
A questo punto suggerirei una prova, anche se la stessa economicamente può apparire sconveniente: riporterei fino a fine stagione la prima squadra ad allenarsi a Torino e poi, a maggio, farei un’analisi statistica degli infortuni e della condizione atletica della squadra, quindi prenderei le decisioni del caso.
Mi sembra che questa soluzione sia talmente ovvia da apparire scontata, non è che ci siano impedimenti di natura economico/immobiliare?

Restare in un centro sportivo inadeguato per difenderne il valore economico sarebbe davvero il colmo… schiavi della propria lussuosa prigione?

Luca Lancieri

Gli infortuni hanno tante cause

Anche questa stagione, purtroppo, si sta caratterizzando per una sequenza di infortuni a dir poco apocalittica, in numero pari alle due precedenti.

Trovarne una ragione a questo punto diventa fondamentale, perchè avere sempre la formazione dettata dal medico sportivo anzichè dall'allenatore non può portare a nulla di buono. Evidentemente.

Non sarà facile giungere a capo di questo mistero ed il buon vostro, che medico sportivo non è, tenterà di dare spunti di riflessione sull'argomento, più che soluzioni che chiaramente non possiede.

Il primo imputato per questa situazione a dir poco grottesca, è il centro tecnico di Vinovo, sede degli allenamenti della Juventus. Si è detto in passato che il clima freddo e umido presente in quell'area, unito ad una certa pesantezza dei campi, il cui impianto di drenaggio non sarebbe stato correttamente eseguito, avrebbe provocato una casistica di infortuni muscolari da guinness dei primati.

Qui mi sovviene il primo spunto di riflessione: nelle stagioni 2006/'07 e 2007/'08, ovvero le prime due in cui la Juve si trasferì dal centro Sisport, si registrò una media infortuni del tutto normale; intendo anche e soprattutto infortuni muscolari.

Secondo spunto: è un dato di fatto che da quando De Bellis è diventato preparatore, cioè quest'anno, il numero degli infortuni muscolari è decisamente diminuito, sia numericamente, sia per la gravità, ovvero le degenze per infortuni muscolari sono molto meno lunghe rispetto agli anni scorsi.

Terzo spunto: nei paesi nordici le condizioni climatiche sono simili a quelle di Vinovo, se non peggiori; eppure gli infortuni muscolari delle squadre che si allenano in quei paesi non sono certo al di sopra della media, nè alla pari di quella della Juve.

Inoltre, quest'anno si è verificato un aumento della casistica sugli infortuni di tipo traumatico, ovvero fratture e distorsioni/rotture legamentose; e questo mi porta al quarto spunto: infortuni come quello di De Ceglie e di Martinez rientrano nei casi della pura e semplice sfortuna. Quello di Quagliarella e di Toni, invece, può essere ricondotto alla tipologia dei manti erbosi degli stadi che vengono posati su letto di sabbia e che diventano, se non attecchiscono bene, veri e propri tappeti mobili che causano gli effetti che purtroppo oggi vediamo; ma va anche detto, in merito a distorsioni e rotture di legamenti, che un cattivo campo di allenamento non provoca solo infortuni muscolari, tant'è vero che a fine della stagione scorsa furono fatti interventi al sistema drenante dei campi di Vinovo. Ma non solo: i legamenti vengono "salvaguardati" dai muscoli: una struttura muscolare potente e perfettamente allenata evita, nei casi di torsione innaturale, che lo sforzo si scarichi totalmente sui legamenti, ovvero li aiuta a resistere ed a non rompersi. Poi ci sono le distorsioni estreme a cui neppure i muscoli più potenti e reattivi possono opporsi ed in quel caso si ha la rottura inevitabile.

Come visto, non è assolutamente facile individuare le cause e porre i rimedi; oggi la preparazione atletica è una scienza in divenire e tante cose ancora non sono state scoperte, oppure si è scoperto che certe metodologie sono tremendamente sbagliate; per questo ritengo di fare la quinta e ultima riflessione: credo che ci sia stato un grosso deficit di preparazione nella stagione 2008/'09 (la prima in cui si manifestarono infortuni a raffica) a causa del ritorno nelle coppe europee e che l'anno successivo ci sia stato un ulteriore deficit dovuto alla confusione creatasi con l'ingaggio del doppio preparatore part time. Una confusione che ha provocato due anni di pessima preparazione di cui ancora oggi si scontano gli effetti, perchè ogni preparatore ha le sue metodologie di lavoro ed il suo bagaglio di esperienza e cambiarne quattro in tre anni (di cui due esercitavano part-time, come detto) non può certamente aver avuto un effetto benefico sulla condizione atletica dei giocatori.

Tutto ciò premesso, e non è poco, ritengo che non esista un solo fattore che abbia provocato questa situazione oramai triennale, nè che il nuovo preparatore atletico, De Bellis, abbia al momento particolari responsabilità. Semmai credo che egli abbia davanti a sè la sfida più difficile della sua carriera, quindi al momento tutto è tranne che criticabile. L'anno prossimo sarà un'altra storia.

Franco Del Re

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