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Post n°4099 pubblicato il 01 Marzo 2011 da nadir63l
 

LIVE - L'URLO DI BERGAMO: "NON E' UNA COSA SERIA. E' UNA PRESA IN GIRO". L'INTERISTA MONTI: "NESSUNA FONTE, CON FACCHETTI SI INTERPRETAVANO GLI EPISODI"

12.35 Con il contointerrogatorio l'atmosfera si scalda ed emergono fatti rilevanti. Inizia ad interrogarlo l'avvocato Morescanti. "In quali occasione Facchetti le ha riferito queste cose?  In varie occasioni.  E come faceva a sapere queste cose? Aveva le sue fonti.  Non le ha mai dette? No." Interviene Prioreschi: "All’inizio del suo verbale del 3 maggio 2010 Lei ha detto che non si trattava di confidenze ma di considerazioni che avvenivano in presenza di altri giornalisti. Quindi queste interlocuzioni che lei aveva che erano chiacchierate? Si commentavano degli episodi. Casoria: Quindi non c’erano fonti, si interpretavano gli episodi? Sì.  Tutti gli avvocati insorgono, Bergamo lascia l'aula urlando contro i Pm: "Non è una cosa seria, è una presa in giro!" Prende la parola Galinelli. Risponde Monti: "Nel 2010 mi è stato chiesto di presentarmi e mi sono presentato. Scrissi articoli su questo e anche su De Santis. Facchetti le disse che si era presentato in procura? No. Le ha detto se ha fatto indagini? No. Le contesto che lei ha detto il contrario ai PM, che Facchetti le confidò che stava svolgendo lavoro di approfondimento personale. Casoria: In che consisteva?:Stava cercando di capire che cosa stava accadendo ma non so dire in che modo. Lei come giornalista non chiedeva approfondimenti? Chiedevo sì, ma le cose stavano davanti agli occhi di tutti. Ma lei è tifoso dell’Inter? Sì." Applausi ironici da parte del pubblico. "Nel caso specifico non posso saperlo, so che cercava di capire che cosa stesse accadendo. Credo proprio che Moratti sapesse di queste indagini. Sono a conoscenza del fatto che Nucini sia stato sentito da Boccassini. Su Nucini Facchetti non aveva una idea chiarissima. Sa che Nucini fece il quarto uomo per 4 volte nelle gare dell’Inter? Sì.  Sa che Nucini arbitrò Inter-Udinese? Sì. Sa che ci sono contestazioni sulla mancata epulsione di Di Biagio? Sì, si scrisse qualcosa. Sono passati diversi anni, non mi ricordo se io scrissi qualcosa su questo.  E sull’opportunità che un arbitro che aveva rapporti extracalcistici con Facchetti arbitrasse l’Inter lo aveva fatto presente a Facchetti? No" Interviene Prioreschi: "Devo fare una contestazione. Rispondendo al Pm ha fatto l’elenco degli arbitri. Lei ha detto che Nucini faceva parte del gruppo, ma aveva un ruolo marginale anche perché arbitrava in B. Quindi nucini faceva parte della cupola? Assolutamente sì.  E Lei aveva detto che su Nucini Facchetti non aveva le idee chiare" Tocca alla difesa di Racalbuto sentire il teste. "Nel verbale del maggio 2010 Lei dice che Facchetti aveva avuto delle esitazioni ad accettare che Racalbuto facesse parte della cupola anche in relazione al lutto che lo aveva colpito. Sa che lutto? Aveva perso il figlio. Lei ha anche detto che Racalbuto avrebbe avvantaggiato i giocatori dell’Inter non ammonendoli in qualche occasione. Dopo che erano successi i fatti di cui abbiamo detto prima."

12.25 Inizia a deporre Fabio Monti, giornalista de Il Corriere della Sera. "Ha conosciuto Facchetti? Sì, mi occupavo per  il corriere dell’Inter, eravamo divenati amici. Se mi ha parlato degli incontri con Nucini?  Molto poco e in maniera molto sfumata. Mi diceva della possibilità che un arbitro parlasse della situazione che definiva anomala. Era convinto che ci fossero delle anomalie pesanti nel sistema. Nel tipo della conduzione delle designazioni e di alcune decisioni, in generale parlava di una tendenza a violare le leggi. Parlava di un Sistema Moggi al di là della Juve della quale riconosceva la forza.  Il 1997–98 aveva lasciato il segno, poi lui individuava lo spartiacque nel 2002, nelle ultime partitre ci furono degli episodi tipo in Chievo-Inter arbitro De Santis. Facchetti era convinto che vi fosse un sistema che non garantiva la regolarità del campionato. Fabiani? Sì era molto attento anche a quello che succedeva nei confronti del Messina, secondo lui in questa orbita. Era convinto che la figura centrale fosse quella di De Santis, aveva maturato questa convinzione. E poi l’arbitro Pellegrino. Mi fece anche i nomi di Palanca, Gabriele, Bertini, Trefoloni e Racalbuto. Su Nucini aveva un’idea per la quale non riusciva a decifrare il personaggio. Di Racalbuto disse che era molto conciliante all’inizio, lo vedeva di buon occhio poi dopo una gara col Chievo cambiò totalmente opinione, per un atteggiamento tenuto in campo ". Pm Capuano: "Lei ha detto che De Santis in quell’anno nell’ambiente giornalistico si raccontava che avrebbe detto ai giocatori Juventini 'Adesso basta, non contate più su di me'. Insorgono tutti gli avvocati difensori. 

 

12.00 Tocca a Corbelli, ex presidente del Napoli. "Alla fine di marzo 2000 sono entrato a far parte dell’azionariato del Napoli e ne sono uscito nel 2002. Nel 2000 feci un contratto di acquisizione dle 50% del Napoli calcio con Ferlaino. Il 6 luglio 2000 divenni presidente. Fu con Forlaino una gestione paritetica: io presidente, lui ad. Io ero nel mondo della pallacanestro. Ho conosciuto Moggi. Mi è stato prsesenato da Ferlaino, verso aprile, dopo una gara del 99-2000 mi accompagnò a casa, qui a Napoli, di Moggi. Ora non ricordo se quel giorno ma in questi incontri venne fuori il nome di Zeman. Il Napoli in quel momento era in B e stava concorrendo per venire in A, al termine del campionato fu promosso. Come direttore sportivo prendemmo Pavarese dal Torino.  Dalle riunioni con Moggi e Ferlaino venne fuori il suo nome che era una vecchia conoscenza di Ferlaino. Dopo il campionato rividi Moggi, per un breve periodo gli incontri erano con Alessandro che aveva accettato una collaborazione con noi. Seguimmo qualche suggerimento di Luciano Moggi: prendemmo Amoruso e Pecchia nello stesso affare. Fresi era di Alessandro Moggi e la nella costruzione della squadra di cui si occupavano Fusco Pavarese e Moggi come consulente di mercato proponevano i calciatori ma l’ultima decisione spettava a noi due" Interviene il Pm. "Lei a novembre 2010 ha dichiarato che fu Luciano Moggi a consigliare Fresi". Replica Corbelli: "Io oggi non ricordo se Luciano forzò per l’acquisto di Fresi ma ricordo bene che Alessandro lo consigliò. Io dico che con Luciano si è parlato spesso della costruzione della squadra. Dopo l’anno con noi, Fresi andò al Bologna e poi terminò la carriera alla Juventus. Di Zeman se ne parlò spesso. poi un giorno mi chiamarono per andare a Roma dove quella sera io diedi solo un parere per l’impatto economico, la scelta tecnica era già stata fatta da altri. Dalla Juve prendemmo anche Baccin. Ci fu una rottura con Alessandro Moggi in quanto ci fu una proposta prima fatta alla stampa di un giocatore uruguaiano, tale Pacheco, sul quale Ferlaino mise un veto assoluto in quanto la presenza dei giocatori legati ai Moggi era già troppa. Qualche giorno dopo Alessandro si dimise senza percepire compenso. Alessandro Moggi era sotto contratto, era un consulente di mercato. Il campionato partì male, la squadra era tutta nuova tanto che Ferlaino da subito voleva sostituire Zeman già alla seconda giornata. Io mi opposi perché mi sembrava troppo presto. Alcuni giocatori non erano contenti del lavoro pesante di Zeman, i senatori: Amoruso, Pecchia, Moriero. Anche Totti a Roma a Ranieri ha detto: o te ne vai, o noi mercoledì non giochiamoIo fermai l’esonero con la collaborazione di Fusco. Si andò avanti per altre tre gare, dopo il Perugia sia io che Fusco abbassamo la guardia e Zeman fu esonerato. Dubitai di Fresi in un paio di situazioni, a Verona vincevamo 1-0 poi entrò Fresi e perdemmo 2-1. Nella seconda con il Brescia al 90’ Fresi fece un fallo al limite dell’area dopo che Mondonico aveva raccomandato di non farlo per la presenza di Baggio e infatti da quella punizione venne l’1-1 che ci fece retrocedere. A fine anno si interruppero i rapporti, anche perchè se ne era andato anche l’addetto stampa Juliano legato a Moggi. Ciò creò una frattura tra me e Ferlaino perché lui voleva confermare Juliano. Ferlaino abbandonò il CDA e per due mesi ci fu un rapporto distaccato con Pavarese che faceva da collante. Della stagione precendente (dopo un non ricordo iniziale ndr) ebbi sospetti su Cesena-Napoli 2-2, il Cesena andò in vantaggio di 2 gol e il Napoli recuperò in trenta secondi. Ne parlai con Pavarese che mi disse di non saperne niente. Sampdoria-Napoli? Io non c’ero, giocammo per 80 minuti in 11 contro 10 e ciò portò al Napoli dei vantaggi. Il potere di Moggi? Lo giustifico certto per la sue esperienza, Ferlaino mi disse da subito che mi avrebbe dovuto far conoscere Moggi, che poteva dare buoni consigli. E perché Moggi avrebbe consigliato Zeman al Napoli per fare del male? (domanda del giudice ndr) Io questo non l’ho mai detto, non ho mai sostenuto che Zeman era stato consigliato per il male del Napoli. Non l’ho detto nemmeno per i giocatori, solo per Fresi ho avuto dubbi, per lui in due gare lui ci ha fatto perdere le partite, e non sono mai stato querelato.

 

11.50 Viene chiamato Bresciani. Interrogato dal pm Capuano:  "Ha mai attivato una scheda telefonica (viene letto il numero del cellulare)? No il mio numero è 335… Conosce il negozio di via Petrarca? Sì. Ha mai fatto attivazioni in quel negozio? Io no, ma i miei familiari sì. Tra i suoi familiari qualcuno ha i numeri ... Che io sappia no".

11.35 E' il turno del Maresciallo Zino. Il motivo della sua testimoniaza è l'anagrafe storica di due schede sim. Prima però della deposizione, su segnalazione di Prioreschi, viene fatto uscire dal giudice Casoria il giornalista Fabio Monti che dovrà in seguito deporre su argomento simile. "Nel 2002 la sim viene chiusa e viene riattivata, a nome Bresciani Francesco, presso il negozio di Napoli in via Petrarca il 23.5.2003 e disattivata l’11.11.2004, e poi riattivata nel 2004 a nome *** Maria a Taranto. Abbiamo anche sentito uno dei titolari del negozio di Napoli. Abbiamo verificato le utenze e risultava per la Tim che aveva attivato altre 2 utenze. Una delle due era venduta anche essa nel negozio di Napoli, e abbiamo evidenziato che era stata attivata alcuni minuti prima dell’altra utenza, di cui sopra". Inizia il controinterrogatorio. Prende la parola Prioreschi: "Come si fa l’attivazione di una prepagata? Ci deve essere una telefonata al gestore?  Ci vorrebbero i tabulati, potrebbe averla attivata e poi fatto la telefonata in seguito. Scusi ma tecnicamente per attivazione si intende proprio la telefonata? Vuol dire che il 23 maggio ci deve essere stata un telefonata, è stato verificato? No. Senta, sulle altre tre utenze, quelle che Nucini dichiara che Fabiani gli avrebbe dato a Lamezia Terme, Lei ha fatto verifica anche su questi numeri? Sì. Mi vuole dire se uno di questi numeri è intestato alla moglie di Fabiani? Non so il nome della moglie di Fabiani. La prima è intestata a *** Simona, attivata a Castenaso, Bologna, poi **** Donata Ann presso Capodichino a Napoli, poi *** Romat, a Roma. La seconda utenza dal 1999 al 2002 a *** Alessio e poi a Formigaro Fabio, attivate a Torino. L’ultima dal 23.12.2003 al 30.3.2004 a San Marino intestato alla *** Telefoni. Quest’ultima utenza è stata riattivata a nome di *** Barbara. Torniamo alla seconda utenza. Dal 2002 al 2004 non era attivo? Sì, non lo era.

11.30 Terminata la deposizione di Luca Baraldi, viene chiamato a testimoniare Lorenzo Minotti. "Nell’estate del 2004 cominciai a fare il Ds anche se a livello decisionale le decisioni erano prese da Baraldi e Sacchi. Nello specifico, vi era questa operazione Brighi che la Juve aveva l’obbligo di riportare a Torino. Era giugno e andammo a Torino e incontrammo i dirigenti della Juve. Ricordo che si parlò e loro volevano sistemare questa situaizone creando una sorta di vestito all’operazione perché questo accordo non era contemplato dalla Lega. E parlammo anche di opzioni per alcuni nostri giocatori, anche perché Brighi non aveva fatto benissimo. Parlammo in maniera tranquilla ma non si giunse a niente. Ci demmo appuntamento a Milano qualche giorno dopo. Ci incontrammo la mattina e si parlò anche lì. La Juve parlò del settore giovanile ma Baraldi aveva l’input di Bondi di chiudere l'operazione come era stata prevista all’inizio. Nemmeno quella mattina si trovò l’accordo che per noi era fondamentale. Poi aspettammo alla lunga perché la soluzione si trovò nel pomeriggio. Posso dire che in quell’occasione la Juve prese Brighi.  Ricordo che nel pomeriggio Giraudo in maniera forte disse: 'Va bene, firmiamo l’accordo ma da oggi i rapporti tra noi e voi sono chiusi, non esistete più.' Il significato era: se così deve andare firmiamo l’accordo ma per me da oggi non esistete più. Di solito quando si chiude un accordo lo si fa in una situazione tranquilla e distesa. Loro erano più persone, Giraudo non si sedette nemmeno e ci disse quelle cose. Disse cose forti ma non ci minacciò. Per noi sentirsi dire che non esistevamo più per loro non fu una bella cosa perché per una società piccola i rapporti con le grandi sono importanti."

11.00 E' il turno del contro interrogatorio. Inizia a esaminare il teste, l'avvocato Russo, difensore della Juventus. "Lei di questa minaccia ha informato gli organi federali? No. Perché?  Io ho sempre avuto un rapporto di stima per Giraudo e in quel momento l’avevo colto come uno sfogo e basta, è stata un’affermazione fatta in quel momento". Prioreschi, legale di Moggi, domanda a Baraldi: "Nella sua esperienza di dirigente, quella è stata l’unica volta in cui ha visto una scrittura privata o è frequente nel calcio, per allungare i termini di pagamento? Per quanto mi riguarda, per queste ragioni, la compravendita, fu la prima volta, anzi ne avevo vista un’altra sempre fatta da Sacchi per Gilardino con il Verona. Lei rispondendo al PM ha detto che Di Vaio era rappresentato da Alessandro Moggi, se Le dico che, invece, era rappresentato da Zavaglia e che mai è stato rappresentato da Alessandro Moggi che mi può dire? Non ricordo". La parola passa a Galinelli. Si parla di Lecce-Parma diretta da De Santis: "Io di quell’arbitraggio non contestai l’aspetto tecnico ma quello delle ammonizioni. Dal punto di vista tecnico fu una buona partita con situazioni di errori non evidenti.  I sei ammoniti erano sei diffidati e non giocarono lo spareggio. Finita la gara non sapevamo quali erano i risultati e non sapevamo se eravamo salvi, i risultati non c’erano sui tabelloni. Il dossier sugli errori arbitrali lo facemmo alla trentesima quindi prima della gara con il Lecce". Tocca all'avvocato di Pairetto. Si parla di una cena organizzata a casa di Tanzi con i vertici del mondo arbitrale, Sacchi e Baraldi stesso. Il giudice Casoria prende la parola e fa il suo controinterrogatorio: "Ma Giraudo non fece accenno in quello sfogo a come avrebbe fatto a farvi retrocedere? No. Ma la scrittura privata la ritenevate rilevate? Dal punto di vista civile sì, era firmata da persone legittimate. Ne eravate convinti? Sì. Era irregolare questo accordo per la Lega? Sì non è presisto dalle norme federali che ci sia un accordo privato per un pagamento oltre i tre anni. E quindi perché la ritenevate rilevante? Perché la Juventus è una società quotata in borsa.

10.30 Inizia la deposizione di Baraldi, all'epoca dei fatti dirigente del Parma

"Di Vaio per tutto il mercato era stato in trattative con l’Inter, poi ci fu un interesse flebile anche di altri club. Poi ci fu una partita di supercoppa italiana dove Di Vaio giocò una buona gara; dopo quella partita la Juve approcciò Sacchi, che era direttore tecnico, e proprio il 30 agosto iniziò un trattativa che si concluse con la cessione. Ero in sede, Sacchi mi disse che ci fu un incontro tra lui e Moggi e Giraudo in presenza del procuratore. Si concluse Intorno ai 27 milioni e mezzo di euro: la trattativa fu impostata con la cessione a titolo definitivo per una cifra introrno ai 15-16 milioni, poi per raggiungere i 27 fu strutturata un’operazione con l’acquisto del 50% di Brighi con l’impegno per la Juve di cedere l’altro 50 dopo due anni. Ci fu una scrittura privata tra le società. (Il Pm Capuano mostra il documento). Le parti sono Juve e Parma. Il documento non era previsto dall'ordinamento FIGC. Si fece perché la Juve chiedeva di pagare in 5 anni e non in tre come era la regola quindi per venire incontro alla Juve si fece questo accordo.". Il Pm mostra un documento sequestrato nella sede del Parma sempre relativo all'affare Di Vaio. Baraldi non lo riconosce, le difese si rifiiutano di prenderlo in considerazione. Il documento viene ritirato dal Pm. Si continua con la deposizione. "Gli 11 milioni mancanti  sarebbero stati pagati attraverso un nuovo documento, dopo tre anni su moduli della Lega, per cui la Juve avrebe riacquistato Brighi per quella cifra. Alla scadenza bisognava formalizzare la scrittura privara e a quel punto telefonai a Giraudo per un appuntamento che mi venne concesso. La controparte firmataria in quel momento era il commissario straordinario del Parma dottor Bondi. In quell’appuntamento andammo io e Minotti nella sede della Juve dove c’erano Moggi, Giraudo e Bettega e ci venne detto che erano disposti a formalizzare, ma in cambio ci chiesero delle opzioni su Gilardino, Marchionni e Bresciano. Io dissi di no, perché non era negli accordi e poi come società in liquidazione non potevo svendere il patrimonio della società. Ci demmo appuntamento il 23 giugno, ultimo giorno utile e il mattino stesso sempre io e Minotti incontrammo Giraudo che mi richiese in cambio un'opzione almeno su calciatori del settore giovanile. Io mantenni la mia linea e quindi ci... tutta la giornata anche perché senza quei soldi il Parma sarebbe fallitoDopo ciò, verso la tarda serata, a poche ore dal ternine, venimmo chiamati da Giraudo che era arrabbiatissimo. Io dissi a Giraudo che avremmo portato in Lega la scrittura privata anche per far vedere che avevamo un credito, Giraudo disse che non avrebbe fatto più affari con noi e che avremmo avuto difficoltà dal punto di vista sportivo. Non ricordo le parole specifiche ma disse che avrebbe manifestato il desiderio di vederci retrocessi ma non ricordo.Il Parma si salvò dalla B dopo lo spareggio." Avvocato Lombardo per Krogh, che difende Giraudo: "Vorrei invitare a non chiedere cose sull’imputato". Il pm: «È un associato». Casoria: «Questi commenti se li può risparmiare, GIraudo non è ancora un associato"

10.20 Togliamo il punto di domanda dal nostro titolo. Facchetti e Nucini sono assenti.

10.15 Terminato l'appello, il perito Porto chiede la parola per comunicazioni importanti.  L’utenza intercettata per individuare il cd sul quale sono presenti le telefonate risulta di fondamentale importanza. Le intercettazioni presenti su Internet infatti non possono essere prese in considerazione. Per 27 telefonate non si è in grado di reperire l'utenza intercettata. Prende la parola Prioreschi: "Quando si tratta di due imputati abbiamo dato un solo numero perché si intercetta il numero del chiamante, sul quale abbiamo i dati del progressivo. Alcuni indagati avevano più numeri intercettati e, quindi, noi pensavamo che la telefonata fosse stata intercettata su un numero e invece era su un altro. Se i carabinieri avessero fatto i brogliacci come si deve non ci sarebbe stato questo problema". Viene depositato dagli avvocati Prioreschi e Galinelli un nuovo elenco rispondente alle richieste di Porto.

10.05 Nonostante l'avviso a comparire dato dal giudice Casoria, dovrebbero risultare assenti i protagonisti della giornata: Nucini e Facchetti.

Nuova udienza del processo penale di Napoli. Dovrebbe essere una giornata imporante e densa di avvenimenti. Sono infatti nove i testimoni dell'accusa chamati a parlare davanti alla corte presideduta dal giudice Casoria. Attesa per le deposizioni di Nucini, già sentito in questo processo, e Gianfelice Facchetti, figlio dell'ex presidente dell'Inter. Il pm Narducci è convinto di mettere fieno in cascina con queste testimonianze, ma le difese degli imputati sono convinti che le parore dei teste si riveleranno un'arma a doppio taglio per l'accusa. Su TuttoJuve.com, la redazione è pronta a seguire l'udienza.

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