LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi di Maggio 2010
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«Nessun imbarazzo a entrare nella sede della società che si è appropriata di uno scudetto vinto dalla Juve?» TORINO, 31 maggio - Nessun imbarazzo per Capello, se dovesse andare a lavorare per la società che si è appropriata di uno scudetto che la sua Juventus aveva vinto sul campo? Se lo è chiesto Giampiero Mughini, intervenendo a “L’Università del Calcio”, (Radio Power Station 100.5). «Se Capello diventerà veramente il nuovo allenatore dell’Inter, si verrebbe a creare una circostanza piuttosto strana. Come se a uno di noi venisse rubato un quadro di famiglia e dopo qualche tempo si trovasse a cena da un signore che quel quadro lo ha affisso in bella mostra alla parete. Davvero un professionista dell’orgoglio di Capello non proverà nessun imbarazzo nell’entrare nella sede dell’Inter e trovare quello che i nerazzurri chiamano il quattordicesimo scudetto, che aveva vinto la sua Juventus, facendo 91 punti?». Non manca una stoccata alla nuova dirigenza bianconera. «Vero è che in fondo gli allenatori sono dei professionisti: oggi sei il tecnico del Milan, domani quello della Roma e magari in tre ore passi alla Juventus. Va ricordato che la Juventus guidata dall’“associazione a delinquere”, detto ovviamente tra virgolette, in tre ore prendeva un allenatore, quella attuale in quattro mesi non è riuscita a prendere Benitez». |
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Post n°1942 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
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Post n°1941 pubblicato il 30 Maggio 2010 da nadir63l
© foto di Giacomo Morini Il 27 maggio il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato all'unanimità le nuove norme UEFA sulle licenze per club e il fair play finanziario, proposte con il sostegno di tutti i principali club del campionato europeo. Un elemento fondamentale per evitare che i furbetti del pallone continuino a muoversi nell'indebitamento saltando norme della correttezza economica che per alcuni sono una base su cui muoversi. |
MANIFESTAZIONE BIANCONERA: ALLA FINE "ESPLODE" LA RABBIA © foto di Federico De Luca 19:30 - La lunga giornata del ricordo ha avuto un epilogo movimentato. Il corteo dei tifosi ha camminato tranquillamente da piazzale Caio Mario fino alla sede della Juventus, dove però il livello della tensione è salito alle stelle. I manifestanti, infatti, una volta arrivati davanti alla palazzina di corso Galileo Ferraris, hanno scoperto che non c'era nessun dirigente, nessun rappresentante della società ad aspettarli e gli animi si sono surriscaldati. I sostenitori bianconeri hanno rivolto cori contro la dirigenza, hanno fatto esplodere bombe carta ed hanno lanciato diversi petardi all'interno della sede della Juventus. Una parte della tifoseria si è comunque dissociata da tali comportamenti. Dopo quel breve ma intenso sfogo si è conclusa la manifestazione. |
© foto di Federico De Luca Oggi abbiamo avuto la possibilità di leggere una nuova telefonata, rispuntata dopo 4 anni di oblio... si era nascosta bene anche questa telefonatina...che maliziosetta questa telefonatina...e che maliziosi i tifosi bianconeri... esiste solo per loro Calciopoli due...come dice qualcuno... vero?
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© foto di Federico De Luca Sono passati 25 anni da quella terribile strage, ma il dolore per le 39 vittime di quella maledetta serata è ancora impressa nelle nostre menti. Prima della gara si era parlato di una struttura fatiscente, priva di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso. Il campo di gioco e le tribune erano mal curati, assi di legno erano sparse per terra, i muretti divisori erano vecchi e fragili e da essi si staccavano pezzi di calcinacci, le tribune di cemento vetuste e sgretolate. Lo scarico dei servizi igienici colava dai muri, contribuendo a renderli ancora più fragili. Ma la cosa più incredibile e che molti tifosi organizzati per conto proprio, si trovarono nella stessa curva dei tifosi inglesi separati da due inadeguate reti metalliche. Nella curva dei tifosi del Liverpool, si unirono poi anche i tifosi del Chelsea, noti per la loro violenza (si facevano chiamare headhunters, "cacciatori di teste"). I tifosi inglesi cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il take an end ("prendi la curva") e sfondando le reti divisorie. Da questa situazione il massacro. Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente, altri si ferirono contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso, moltissime persone vennero travolte, schiacciate e calpestate nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Questa la sintesi di una tragedia incredibile, ma soprattutto senza nessuna certezza per quanto riguarda la sicurezza di quello stadio. La polizia belga non era sufficiente per rispondere a tale tragedia, e tutti in seguito si resero conto davvero che quello stadio era inadeguato. Intanto come al solito per colpa di personaggi che in quel periodo non sapevano offrire adeguate competenze professionali, la strage era ben confezionata: 39 morti, dei quali 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese, 370 i feriti. E’inaccettabile pensare che per colpa di una manifestazione sportiva si possa perdere la vita in questa maniera. I parenti delle vittime hanno fondato un comitato. In occasione del ventesimo anniversario della strage (29 maggio 2005) hanno presenziato alla cerimonia di inaugurazione del monumento di commemorazione delle vittime a Bruxelles, presieduta dal sindaco della capitale belga. Questa giornata dovrebbe, oltre al ricordo di quella tragedia, far riflettere su alcuni punti importanti nel calcio di oggi: dopo quella strage, in Inghilterra sono state emesse delle pene severissime per quanto riguarda le violenze negli stadi, mentre questo in Italia manca. Infatti spesso i tifosi inglesi sfogano la loro “rabbia” in altri paesi come l’Italia, consci del fatto che manchino delle leggi dure come nel loro paese, provocando disordini e quant’altro. Tutti i giocatori (vedi Materazzi e le sue magliette o De Rossi con le sue dichiarazioni sulla “tessera del poliziotto”) dovrebbero sapere e capire che ogni loro gesto, non soltanto può provocare tensioni tra i giocatori, ma successivamente tutto può ripercuotersi sulle tifoserie, generando un clima ostile che spesso poi si accompagna per tanto tempo, provocando scontri e spesso anche vittime (come la morte del tifoso accoltellato a Torino nella notte della finale di Champions League). Sarebbe bello vedere un giorno, in una partita di calcio, tifosi delle due squadre sedersi insieme nella stessa curva e sostenere la propria squadra, per poi alla fine scambiarsi una stretta di mano e applaudire il vincitore. E’ quello che in questo momento vorrebbero le 39 vittime cadute nella serata dell’Heysel, 39 eroi bianconeri che portavano dentro l’amore, la fede e la passione per una squadra di calcio, la Juventus! Per non dimenticarli, Sabato a Torino, verranno commemorati con una Messa solenne e una grande marcia, con una forte partecipazione di tanti juventini e non, che ricorderanno per sempre quei 39 angeli bianconeri morti per sostenere la propria squadra del cuore! |
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© foto di Federico De Luca "Perchè tengo tanto allo scudetto del 2006? E' stato giustamente tolto alla Juventus ed è stato assegnato a chi è arrivato subito dietro” Queste le parole di Massimo Moratti, rilasciate alla "Gazzetta dello Sport" riguardanti l’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter per le noti vicende riguardanti calciopoli. “E' stato giustamente tolto alla Juventus” L'affermazione, del presidente dell'Inter è, forse, inopportuna in quanto a beneficiare degli sviluppi di una vicenda alquanto complicata ed ancora in via di chiarimenti, è stata proprio la sua squadra. In un "quadro" tanto complicato ed in un’era triste per il calcio italiano, qualora vi siano state irregolarità accertate da parte di un club per condizionare il massimo torneo italiano, ebbene, si presume che le responsabilità possano essere state conivise, in parte o in toto, anche da altre squadre che partecipavano ad una competizione definita falsata. In attesa che la giustizia sportiva faccia chiarezza su un periodo che ha condizionato anche e, soprattutto, i campionati successivi, sarebbe meglio astenersi dal fare alcune dichiarazioni. “E' stato giustamente tolto alla Juventus ed è stato assegnato a chi è arrivato subito dietro”. Se un torneo è stato, in qualche modo, falsato da episodi di varia natura, sarebbe stato logico non assegnare il titolo ad alcuna squadra, in attesa che gli organismi competenti avessero fatto chiarezza sull’accaduto. Per accertare una qualsivoglia verità occorrono anni, prove raccolte in tutte le direzioni, valutazioni di varia natura ed altro che possano contribuire al rispetto di un procedimento caratterizzato da un equanime giudizio. Se, davvero, la Juventus fosse stata l’unica colpevole in un mondo del pallone che presentava, anomalie strutturali dovute al fatto che presidenti e/o dirigenti di società potessero comunicare, in modo sospetto, con i vertici arbitrali, allora, le squadre danneggiate da questa situazione potevano essere tante o poche ma certamente non solo la squadra neroazzurra. In altre condizioni, ovvero in un campionato non inficiato da presunte o vere irregolarità, qualcuno dovrebbe spiegare perché il titolo lo avrebbe, sicuramente vinto l'Inter piuttosto che la terza, quarta ecc. ovvero squadre che a parità di condizioni, forse, avrebbero avuto la possibilità di concorrere alla conquista dello scudetto fino all’ultima giornata di campionato senza dover desistere dal competere per la distanza che le separava dalla capolista, nel campionato "incriminato". Se avessero intuito che la principale antagonista sarebbe stata l’Inter, avrebbero potuto, strategicamente, prendere come punto di riferimento la compagine milanese e pianificare un percorso diverso da quello attuato. Ed ancora: partite truccate? Quante squadre hanno dovuto subire, direttamente o indirettamente queste ingiuste penalizzazioni? Soltanto l'Inter? Se la risposta è negativa, allora il titolo 2006, dove l'intero campionato, dalla lotta alla retrocessione alla partecipazione alle competizioni continentali sarebbe stato completamente condizionato dai fatti accertati, non andava assegnato ad alcuna società. Moratti, evidentemente, euforico per la grande stagione condotta dalla sua squadra vincitrice, meritatamente, di tre grandi competizioni, ha dimenticato che, proprio in certe circostanze, bisognerebbe essere prudenti nell’emettere giudizi che potrebbero, magari involontariamente ricalcare il pensiero del poeta inglese, Alexander Pope: |
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E anche il Mancio tradì Ziliani |
Fonte: di Christian Rocca - camilloblog.it © foto di Giacomo Morini Sul sito della Gazzetta dello Sport c’è un video davvero incredibile. Il pm di Napoli Giuseppe Narducci, quello del processo alla Juventus di Moggi, non si capisce bene per quale motivo intervista Javier Zanetti, il super capitano della squadra multicampione proprio grazie alle inchieste della procura di Napoli. Siamo sui territori delle affinità elettive Travaglio-Ingroia, l’ennesima conferma del malcostume etico italiano. ormai siamo abituati a tutto. La cosa formidabile non è tanto che il pm Narducci, se potesse, proverebbe a moralizzare trentadue anni dopo anche il calcio del 1978 per la "vergogna" di aver giocato il Mondiale nell’Argentina dei generali, ma che a un certo punto dica a Zanetti, testuale: «Qualche anno fa il subcomandante Marcos ha iniziato un dialogo con te e la tua squadra – c’è anche una foto del subcomandante Marcos con la tua maglietta – e chiese a voi di giocare due partite, una in Messico e una in Chiapas, non credi che questa possa essere una delle più straordinarie partite del calcio mondiale». Di fronte alla risposta diplomatica e perplessa di Zanetti, consapevole che il patetico rivoluzionario marxista non è esattamente un modello da sbandierare, il pm Narducci ha insistito: «Di solito si giocano partite inutili, questa se la farete potrebbe essere la partita tra l’Inter e gli esclusi del mondo». Toghe rosse? Nooo |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14