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Messaggi di Giugno 2010

Juve pronta per la nuova stagione: domani sera il raduno a Torino...

Post n°2062 pubblicato il 30 Giugno 2010 da nadir63l
 

Giovedì 1 luglio parte ufficialmente l’annata 2010/11. In serata il raduno. Venerdì la conferenza stampa e la presentazione della nuova maglia. Da sabato tutti a Pinzolo per il ritiro estivo.
Fonte: Juventus.com

Questa volta si gira pagina sul serio. Con la fine di giugno, la stagione sportiva 2009/10 andrà in archivio. Da domani, giovedì 1 luglio, inizia ufficialmente l’annata 2010/11.

Si parte nel segno di Luigi Del Neri, tecnico chiamato a guidare la squadra. Per l’allenatore friulano è subito ora di mettersi al lavoro. Con i preliminari di Europa League in calendario a fine luglio non c’è tempo da perdere e la nuova Juventus è già pronta a mollare gli ormeggi.

Sarà quindi un inizio luglio molto intenso. A partire da giovedì sera, quando i bianconeri (Nazionali esclusi) si raduneranno a Torino. L’occasione per conoscersi e iniziare l’avventura.

Venerdì 2 luglio sarà il giorno degli eventi ufficiali. Al mattino, allo Juventus Center di Vinovo, sono in programma la conferenza stampa di inizio stagione e la presentazione della nuova maglia. Il tutto, mentre i giocatori bianconeri saranno impegnati nelle visite mediche e nei test.

Si inizia subito a fare sul serio e da sabato partirà anche il lavoro sul campo. Inizierà il ritiro trentino di Pinzolo. La squadra raggiungerà la località della Val Rendena e nel tardo pomeriggio darà vita al primo allenamento, agli ordini di mister Del Neri e del suo staff.

 
 
 

NARDUCCI E LE VERITA' ...

Post n°2061 pubblicato il 30 Giugno 2010 da nadir63l
 

nascoste?

La notizia sta rimabalzando sui diversi siti: Giuseppe Narducci, intervenuto nel corso di Skyport24, ha fatto il suo punto della situazione sul processo a Napoli. Il magistrato ha infatti sottolineato che l'impianto accusatorio "è forte e solido" e che "è impossibile fare scomparire ciò che è stato acquisito". Per Narducci dunque le nuove intercettazioni "riguardano profili diversi dalla giustizia penale e per questo motivo - conclude - lasciamo ogni valutazione su queste alla federazione". Le nuove intercettazioni accolte all'interno del processo di Napoli su Calciopoli "esistono dal 2004, quando i carabinieri le effettuarono su disposizione della procura, ma dal nostro punto di vista non hanno alcuna rilevanza penale", ha concluso Narducci. Nasce spontanea una domanda: perché queste intercettazioni, che abbiano o meno rilevanza penale lo devono stabilire i giudici non un pubblico ministero, non sono state trasmesse nell’estate del 2006 quando Narducci e il suo collega incontrarono più volte Palazzi e Borelli? Forse perché non riguardavano il castello accusatorio che stavano mettendo in piedi. Perché mesi fa lo stesso Narducci negava l’esistenza di altre telefonate? Ma soprattutto perché queste domande non vengono rivoltre direttamente al magistrato? Oggi era negli studi di Sky: quale occasione migliore? Invece ora il notiziario sportivo conitnua a mettere tra i titoli che “le intercettazioni non hanno rilevanza penale”: si tratta di un parere, autorevole o meno non lo discutiamo, ma non di una verità calata dal cielo. Sarebbe opportuno che i giornalisti di Sky contattassero telefonicamente gli avvocati di Moggi: lo spettatore avrebbe così l’opportunità di confrontare le opinioni. Altrimenti si ha l’impressione di ritornare all’estate 2006 quando i media avevano già condannato la Juventus dando spazio alle ipotesi dell’accusa presentandole come verità assolute.

 
 
 

Le olimpiadi di cartone....

Post n°2060 pubblicato il 30 Giugno 2010 da nadir63l
 

glmdj



Immagine IPB

di lucaboo2

Giuro che quando Paola della redazione me l'ha detto, sono scoppiato a ridere.

Ho pensato: qui mi stanno facendo un pesce d'aprile fuori stagione. Poi ho pensato: no, non è possibile... deve essere una bufala nata nella rete come i gattini in bottiglia o le mail che ti vengono pagate da Microsoft.

E invece si tratta solo dell'ennesimo caso in cui la verità supera di gran lunga la fantasia.
Ma andiamo con ordine: penso che anche il meno sveglio dei calciofili italiani sia a conoscenza della disputa sulla validità dell'ormai famoso (o famigerato?)
scudetto del 2006.
A partire dal Presidente fino giù all'ultimo tifoso di una certa squadra è e resterà per sempre lo “scudetto dell'onestà” . Per buona parte del resto del mondo pallonaro resterà invece uno scudetto di materiale, per così dire, di scarso pregio, di origine organica e di colore marrone.
A scanso di equivoci, precisiamo che si tratta dello “scudetto di cartone” (cosa stavate pensando, eh?), quello vinto da una squadra di grandi giocatori e poi, con le manovre che tutti sappiamo, auto-assegnato ad un'altra squadra composta con materiale, per così dire, di scarso pregio, di origine organica e di colore marrone (ma questa volta non di cartone si tratta!).
Allo scudetto di cartone seguirono altri titoli (o, come amano chiamarli, “tituli”) dello stesso valore, peraltro periziati e stimati accuratamente persino dallo stesso allenatore (ora ex) della squadra in questione, fino al Trionfo dei titoli “fai da te” davanti al quale anche Giovanni Mucciaccia e la sua colla v-v-vinilica impallidirebbero:
la Coppa dei Campioni di Cartone.
Allo stesso modo credo che tutti ricorderanno le misteriose forniture di "cartoni" e "stampelle" richieste da Appiano Gentile ad un sarto di fiducia. Sarto che poi si scoprì usare materiali 100% naturali per le sue creazioni. Direttamente importati dalla Colombia.
"Dovevamo fare dei traslochi e quella roba ci serviva" si difesero i destinatari delle consegne. Già. Se poi servisse ad imballare la roba o piuttosto ad altro, non ci fu mai dato di saperlo.

Ci siamo? Bene.
Ora immaginatevi quale sorriso sia apparso sul mio volto quando, aprendo il messaggio di Paola, scopro l'esistenza delle
“CARTONIADI” , ovverosia le Olimpiadi della raccolta del cartone.
Al di là delle finalità meritorie di questa iniziativa lanciata da Comieco, che vede quattro città in gara tra loro per migliorare la raccolta differenziata di carta e cartone sul proprio territorio, potete ben capire come sia stato automatico, oserei dire “meccanico” l'impulso nella mente rancorosa e solforica di chi scrive di scrivere un pezzo accostando la raccolta di
scatole di scarpe e riviste promossa da Comieco a quella di coppe e scudetti farlocchi promossa dalla Federazione Interista Gioco Calcio.
Immaginavo già di dipingere un podio con il ratto, la Conifera e Mister “non sono stato io” premiati una volta tanto per gli innegabili successi guadagnati sul campo della raccolta di rifiuti a base di cellulosa, con il signore degli onesti che una volta tanto dimostra di fare qualcosa anche per l'Ambiente dopo averlo impestato per anni con le sue raffinerie.
Oppure immaginavo Bellicapelli e Plastic Man perdere per un soffio, perché non hanno differenziato i quintali di “cartoni” raccolti separandoli dalle “stampelle” in essi contenute. Poco vale il reclamo dell'argentino, che si lamenta di non essere stato informato se le suddette stampelle dovessero essere smaltite con la plastica, con il metallo…
Immaginavo, appunto, perché la satira prende la realtà e la trasfigura con il potere della fantasia, creando prospettive irreali, panorami impossibili, scenari inconcepibili.
Il calcio e la raccolta differenziata. Coniugabili tra loro solo con la fantasia più sfrenata, come a mettere insieme l'astrofisica e la ricetta della carbonara. O la scuola guida ed il cinema neorealista sovietico. O almeno così credevo.

E invece che ti scopro?
Andando sul sito web della manifestazione, sulla homepage fa bella mostra di se l'inimmaginabile: le “Cartoniadi” hanno il patrocinio proprio della F.I.G.C.!!
Non è vero. Non è possibile. Ho bisogno di una vacanza.
Riguardo lo schermo, e scopro che è tutto vero: che avrò sì bisogno di una vacanza e di “bagni al largo per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni”, ma che davvero la F.I.G.C. ha dato il proprio patrocinio a questa manifestazione.
Ma allora ditelo... non abbiamo capito niente, siamo qui da anni a incazzarci, a vivere passioni ed emozioni dietro ad un pallone senza sapere che tra poco arriverà qualcuno a dirci che siamo su “Scherzi a parte”!!
Perché non è possibile pensare che l'infausto collegamento sia sfuggito a chi ha proposto il patrocinio e a chi l'ha accettato. Anche prendendo per buona la tesi secondo la quale l'appellativo di scudetti e coppe “di cartone” è solo frutto di goliardia popolare e pertanto per la Federazione non esiste, o che i misteriosi “cartoni” consegnati a regolari cadenze ad Appiano Gentile siano oggetto di indagini e pertanto non considerabili, qui si sfonda ogni limite del ridicolo!
E' come se Rocco Siffredi desse il suo patrocinio per una manifestazione a favore della castità prematrimoniale... o come quando noti politici appaiono in televisione e dicono “stiamo facendo grandi cose contro la mafia” ben sapendo che, se fosse vero, sarebbe palese autolesionismo.
Già, i politici e la Federazione. Chi governa il paese e chi governa il calcio, da sempre troppo vicini e legati, qualsiasi sia la parte politica che al momento occupa i cadreghini più ambiti.

E allora capisco che non c'è più”senso del ridicolo” in quello che fanno o nella raccolta dei cartoni usati, perché l'unica cosa ad essere ridicola è il nostro accettare di essere governati (nel calcio come in politica) da personaggi che, dopo disfatte e scandali colossali che in altri paesi (non migliori o peggiori del nostro, ma certamente dotati di istituzioni con senso di responsabilità) provocano ribaltoni, azzeramenti dei vertici, catastrofi che manco la profezia dei Maya, qui invece si stracciano le vesti, cercano di addossare tutte le colpe al figlio della portinaia e -soprattutto- gridano ai quattro venti che non pensano minimamente di dimettersi. Ovviamente mentre il superprocuratore non può promuovere superindagini con la consueta supervelocità perché è fuori dal superufficio a fumare una supersigaretta, e poi dovrà partire per le sue supervacanze...

E allora ben vengano le Cartoniadi. Anzi, promuoviamo pure (sempre sotto l'egida della F.I.G.C.) le Telefoniadi, gara a chi fa sparire più intercettazioni telefoniche. O il Trofeo Nazionale del Caffè Corretto, gara a chi corre i cento metri piani in sette secondi dopo quattro caffè della Caffetteria H.H..
Citando Moretti “Continuiamo così, facciamoci del male”...
Anzi, quasi quasi mi interesso alla gara... le città in lizza sono Livorno, Caserta, Sassari e Monza.
Oggi vado alla SNAI e vedo a quanto mi danno la vittoria di Monza. In fin dei conti non dista così tanto da Appiano Gentile, no?


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ultimatum....

Post n°2059 pubblicato il 29 Giugno 2010 da nadir63l
 

Krasic-Juve: ora
scatta l'ultimatum

Duro col Cska: «Vendetemi alla Juve o tra un anno andrò via a parametro zero». Ha rifiutato anche l’offerta del City, ora aspetta una mossa dall’Italia

, 29 giugno - Gliel’ha detto in faccia. Che fa sempre un al­tro effetto rispetto a una te­lefonata o al procuratore che riferisce. Finito il suo Mondiale con la Serbia, Mi­los Krasic si è preso il mal di pancia di volare a Mosca e parlare con i dirigenti del Cska. «Perché non mi ven­dete alla Juventus? Io vo­glio andare solamente lì, ri­fiuterò qualsiasi altra op­portunità, quindi cercate di accordarvi con il club, altri­menti rimango qui e me ne vado via a parametro zero quando scadrà il mio con­tratto », quindi nel dicembre 2011, mica tra un secolo. Questo il succo del discorso, che non sembra abbia pro­vocato particolari brividi nei vertici del club russo, in­tenti - pure loro - a recitare la parte dei duri. Ma il mes­saggio è stato recepito co­me, soprattutto, il no al City che il ragazzo avrebbe pro­nunciato nei giorni scorsi, minando in modo serio l’al­tra trattativa che il Cska conduceva parallelamente a quella con la Juventus.

L’INTERVENTO/1 - Insom­ma, la volontà del ragazzo si sta dimostrando strategi­ca per i piani bianconeri e il Cska rischia di infilarsi in un vicolo cieco, con un solo acquirente con il quale trat­tare e quindi pochissimo margine per alzare il prez­zo. In questo senso è inte­ressante registrare le paro­le di Beppe Marotta, ospite ieri mattina di Radio An­ch’io Sport su Radio Rai. Un lungo intervento nel quale il dg bianconero ha parlato della nazionale, ma anche dei piani Juve e su Krasic è stato chiarissimo: «La trat­tativa è aperta, il giocatore ci interessa sempre, ma il Cska deve diminuire le pre­tese economiche per chiude­re ». Per la cronaca lo stallo vede la Juventus ferma a 15 milioni e il Cska che ne vor­rebbe 16,5. Una distanza non abissale, ma certamen­te sostanziale in un mo­mento in cui Marotta non ha possibilità, né intenzio­ne, di scialare.

 
 
 

PALAZZI DI SABBIA?

Post n°2058 pubblicato il 29 Giugno 2010 da nadir63l
 

Leggo e rileggo, ogni giorno, novità e impressioni, e non posso impedire al mio pensiero di sportivo il ritorno all'estate del 2006. La "Giustizia" fu celere quell'anno, perché (così ci dissero) c'era da risolvere la bega dell'iscrizione alle coppe Europee. Sarà vero, ma questa lentezza di Palazzi (attuale) mi lascia da pensare. Perché, non c'è da procedere all'iscrizione alle coppe Europee anche quest'anno? E quindi, come mai non stiamo assistendo a interrogatori a spron battuto da parte della Giustizia Sportiva? Qual'è il vero motivo per cui, oggi, non c'è la fretta di allora? Forse che le eventuali sentenze non saranno tali da inficiare o invalidare il risultato del Campionato appena terminato? E' verissimo, l'udienza per la questione del trasferimento Milito-Thiago Motta verrà trattata l'8 luglio (alle 15), ma perché la FIGC non ha depositato ancora il deferimento per Massimo Moratti e compagnia contrattante? Perché non si trova traccia della questione nei documenti ufficiali? Perché c'è stata così grande risonanza per una CENA tra Moggi e Menarini e c'è così tanto ovattato parlottare per un affare ben più serio e determinante trattato con un personaggio inibito?
Mi chiedono se ho fiducia nella Giustizia italiana; questa è una domanda alla quale faccio fatica a trovare una risposta diplomatica. Per mie attività passate posso rispondere di sì; però, poi, mi rimbomba in mente una frase oscena che ho spesso sentito ripetere: la Giustizia sportiva è svincolata da quella penale.
E allora la domanda cambia. La domanda diventa se ho fiducia nella Giustizia SPORTIVA italiana. E qui la mia risposta è una sola: no. Non ho fiducia per indagini sommarie volte a imputare il capro espiatorio di turno, non ho fiducia nelle indagini svolte sulla base di ciò che scrive un (solo) giornale, non ho fiducia in quelli che rispondono, davanti a fatti portati alla luce, "l'Inter non ci interessa", non ho fiducia negli "onesti" che, fino a prova contraria, continuano a ripetere che "loro" non hanno mai parlato al telefono con i designatori arbitrali (salvo poi scoprire che non solo ci parlavano...), non ho fiducia, soprattutto, in questo Procuratore che ha già dimostrato più volte in passato di fare due pesi e due misure, per motivi a me (a noi) ignoti.
Sembra di avere a che fare con due mani diverse: da una parte pesante con le comminazioni e dall'altra pesante con le carezze; si ha l'impressione di essere in uno stato (sportivo) ben lontano dall'ideale civico dello stato di diritto, nel quale chi sbaglia paga, senza eccezioni, proprio per senso del dovere nei confronti dello stesso. La disegualità di trattamento è sotto gli occhi dell'Europa e del mondo; l'Italia è, difatti, l'unico Paese in cui queste questioni vengono tenute sotto la sabbia il più possibile. Fate una ricerca con google se non mi credete; avrete, in breve, sotto gli occhi le cose di cui ho parlato qui in almeno otto lingue diverse. La gravità è rappresentata dal fatto che da noi, che siamo i diretti interessati, non se ne parla. O se ne "parlotta" a bassa voce e il meno possibile. E' più grave la cena Menarini-Moggi, è più grave "l'affare Amauri" (il cui padre è procuratore, e non inibito...), peggio ancora l'ape furibonda di Cannavaro o i saltelli degli ultras in curva i quali, però, mai si sono sognati di lanciare un motorino giù da un anello all'altro della curva, tanto per dirne una...
Io vado controcorrente e continuo a parlarne, a tenere accesa la luce sull'8 luglio (ore 15, repetita juvant...). E' una luce piccola, appena una fiammella, forse solo un fuoco fatuo; la mia speranza è che, ognuno di voi, accenda una piccola luce insieme a me e che, tutte queste piccole luci insieme, abbiano la forza di tenere viva l'attenzione su quella che dovrebbe essere una Giustizia uguale per tutti, e non sottomessa ai soliti Palazzi di sabbia di tutti quegli ormai stucchevoli giochi economici e di potere ai quali siamo stati vergognosamente ammaestrati.

 
 
 

Mille (e una) bandiere...

Post n°2057 pubblicato il 29 Giugno 2010 da nadir63l
 

GLMDJ

Immagine IPB

di Lucaboo2

Fin dall'antichità l'Italia è conosciuta come un paese di poeti, di santi e di navigatori. Da sempre, inoltre, i maschi italiani godono fama di grandi amatori. Per tacere di chi identifica dalla notte dei tempi lo Stivale come la culla del Diritto e dei giuristi. A tutte queste caratteristiche di Italianità DOC, dal giorno che il culto pallonaro vide la luce, si aggiunse quella di "Paese dei 60 milioni di CT", giacché da sempre ogni discendente di Dante ha la sua squadra ideale...
In occasione di questo Mondiale, però, una nuova identità è parsa germogliare, specie tra i giornalisti sportivi... Siamo diventati
"il Paese dalle mille (e una) bandiere".

Il primo vagito di questo sentimento "mondialista", a dir la verità, è partito proprio dai Forum Juventini: non è la FIGC quella che diede, nel 2006, la sua benedizione alla nostra distruzione? E non è per compiacere Lippi che la Juve si è trasformata in un gerontocomio pallonaro?
Non tifiamo per chi ci ha fatto del male!

La seconda voce "contro" arrivò dalla politica: una radio di partito commentò Italia - Paraguay tifando espressamente per "i nostri fratelli sudamericani". A parte che mi sfugge cosa ci (li) leghi così tanto ai paraguaiani, pur con il massimo rispetto per i cittadini di Asunciòn, devo dire che non è un bell'esempio. Ma tant'è.

Sorvolerei per evitare battute da caserma sull'angelica Georgia Luzi, la quale dichiara candidamente che l'unica cosa che ha notato sono i fisicacci dei camerunensi e degli ivoriani, e passerei rapidamente all'apice di questa sindrome da "disitalianizzazione": i giornalisti della televisione di Stato.
Dopo averci trapanato i maroni per le mancate convocazioni di Cassano, Del Piero (ma non era finito?) Totti, e persino di Cicciuzzo, il Pelè dell'Abruzzo, che gioca nel Dopolavoro Ferroviario (tutti paraventi per poter poi liberamente puntare il dito contro "l'infame crimine razzista-mobbizzatorio-fascista-moggiano" di non aver portato Balotelli), dopo aver inciso sulle Tavole della Legge che Maradona non capisce una beneamata cippa di calcio per non aver convocato il Big Jim del calcio italiano, e dopo aver tessuto le lodi di Brasile, Camerun, Argentina ed Olanda (chiedetevi cos'hanno in comune queste quattro squadre e poi pensate a come dovrebbe incazzarsi Muntari...), con l'inizio delle partite della seconda giornata la trasformazione ha ormai compiuto i suoi effetti nefasti; un esempio che valga per tutti può essere il prepartita di Camerun - Danimarca, ad esclusivo appannaggio di Samuel Eto'o: "questa sera vedremo in campo uno dei campioni d'Italia e d'Europa"
Esticazzi, aggiungerei io.
Quando poi il camerunense gonfia la rete per il temporaneo 1 a 0, il commentatore si trasforma in un vero e proprio ultrà, gridando come un invasato: "ETO'O! ETO'O! ETO'OOO!!"
Il dio Eupalla, però, deve essere stufo di queste "macchiette mediatiche", e regala due reti ai danesi, gettando mezza Rai nello sconforto e permettendo a chi scrive di gridare come il telecronista, solo cambiando leggermente la sillabazione: "E tò! E tò! E tòòò!" il tutto con l'ostensione solenne del terzo dito verso la televisione.

Non che con Milito siano stati più super partes... Dopo pianti e lamenti per il suo mancato impiego che, al confronto, le Lamentazioni di Geremia sembravano le comiche di Benny Hill, ecco che Maradona decide di dargli una chance e l'Inter Rai Channel stappa le bottiglie.
Il Principe, però, limitato anche dalla regola del fuorigioco che in Italia non si applica (nel senso che non si applica a lui), in campo appare simile ad un bimbo che ha perso la mamma all'Ipermercato. Pazienza.

Scocca alfine l'ora del "tutto o niente". L'Italia affronta la Slovacchia in una partita che, in altri tempi, sarebbe stata poco più di una sgambata di allenamento. Ma stavolta non è, purtroppo, così.
I nostri eroi del tubo catodico hanno un rigurgito di italianità: fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, bisogna stringere i denti, ci si incazza per il goal fantasma, si spingono Pepe, Di Natale e Quagliarella per l'ultimo assalto all'arma bianca e...
...e sappiamo come finisce questa triste storia.
Il "rigurgito" lascia -ahimè- spazio al vomito; una vera pioggia di insulti per il CT, per i giocatori (specie quelli Juventini, chissà come mai...), per i preparatori e forse anche per il celebre cuoco della Nazionale e la sua colazione.

E così, con l'avvio della fase ad eliminazione diretta, la redazione appare in evidente confusione: per chi si tifa? L'Argentina non ha chiamato Zanetti e tiene fuori Milito... nonnò... Il Brasile? Beh, è una garanzia... però Julio Cesar, Maicon e Lucio sono dei difensori, la "ggente" si innamora di più degli attaccanti... E poi richiama il molto Milan, la Juve... l'Olanda! Vuoi mettere Snejider? Già! Ma non arriverà fino in fondo... A noi serve una squadra che vinca per raccontare dell'Inter che fa "quadruplete", mica cavoli... (il tutto mentre Muntari, sempre più incarognito, perde pure il posto da titolare...)

Mille bandiere.
Mille bandiere nelle quali avvolgersi, tanto ce ne sarà una buona per salire sul carro dei vincitori, chiunque essi siano.
Mille bandiere sotto le quali ripararsi, tanto se il calcio italiano è andato a catafascio non è colpa mia. Io non c'ero. E se c'ero dormivo.
Mille bandiere perché tanto siamo già il paese che guarda le fiction, che cerca il know-how, che ha una sua mission ed un suo target, e se non lo raggiungiamo è sicuramente per un misunderstanding.
Mille ed UNA bandiera. Quella bandiera tricolore dipinta, per Italia - Slovacchia, sul volto triste di un tifoso travestito da legionario romano, ricordo di un'epoca in cui l'Italia dominava il Mondo.
Già, ma questa era storia di duemila anni fa.
O di quattro anni fa, che in fondo è lo stesso.


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Gentile risponde a Maradona:«Io killer? Lui č un ciarlatano»

Post n°2056 pubblicato il 29 Giugno 2010 da nadir63l
 

Il campione del mondo risponde a denti stretti al ct dell'Argentina

 

TORINO, 28 giugno - «Dopo quello che ha detto ieri sera devo aderire al parere di Pelè e Platini: Maradona è più un ciarlatano che un allenatore». Claudio Gentile, in diretta telefonica con Mondiale Sera su Raidue, risponde a denti stretti alle affermazioni di Diego Armando Maradona che, domenica sera, dopo la partita vinta dall'Argentina contro il Messico, infastidito dalle domande sul gol in fuorigioco convalidato a Tevez, rispondeva che forse il Messico si doveva preoccupare della mancata espulsione di un suo difensore per un fallo su Messi, affermando «non siamo mica tornati ai tempi dei difensori killer come Gentile».

LA RABBIA - Il campione del mondo 1982, a questo punto rincara la dose affermando che l'ex pibe de oro è lui sì un calciatore violento: «È stato espulso in quel mondiale per un calcio nello stomaco ad un giocatore del Brasile - dice -. Io, invece, non sono mai stato espulso per gioco violento. Ho preso solo un cartellino rosso per un fallo di mano in Champions League e basta». «È un ciarlatano. Quello è il suo parere, ma io non lo rispetto e non sono d'accordo, lo ripeto è lui quello che è stato espulso per gioco violento». Claudio Gentile, poi, afferma di non voler avere contatti con il tecnico della Seleccion: «Non voglio chiarire niente. A differenza di Zico - che ho incontrato qualche tempo fa in una trasmissione sportiva e di cui sono molto amico - che non si è mai permesso di offendere, di dire quanto ha detto Maradona, ammettendo la superiorità dell'Italia, che il merito c'è stato, lui non sa perdere» rimarca l'ex terzino della Juventus. «Quando parla con questi termini e dà del killer a me che non sono mai stati espulso per gioco violento, fa sì che qualcuno possa farsi un'idea sbagliatissima. Io non ho fatto altro che giocare e marcare come i suoi connazionali Passarella e Gallego. Prima di dare certi giudizi si deve guardare la carriera di un giocatore. Ci sono stati difensori che per delle espulsioni sono stati fuori dal campo per sei sette giornate. Io ribadisco, invece, non sono mai stato espulso per gioco violento e quindi mi fa rabbia sentir dire da Maradona delle cose non vere».

 
 
 

Agente Krasic: "Milos e Dzeko lontani dalla Juve"

Post n°2055 pubblicato il 28 Giugno 2010 da nadir63l
 


Dkezo e Krasic, due sogni che per la Juve potrebbero rimanere tali. A rivelare le problematiche che fino a questo momento stanno impedendo alla dirigenza bianconera di arrivare al bosniaco e al serbo è stato Marko Naletilic, l'agente Fifa che fa da mediatore tra Juventus, Cska Mosca e Krasic. "Dzeko è molto più vicino al Manchester City - ha dichiarato il procuratore a Radio Radio – e anche se lui preferirebbe la Juventus, come Krasic, i bianconeri non hanno i 30 milioni richiesti dal club tedesco, anche perchè hanno dovuto acquistare Storari. La trattativa sarebbe possibile solo inserendo Diego".

Per quanto riguarda Krasic, Naletilic ha confermato che anche in questo caso la trattativa è finita in stallo, a causa dell'acquisto imprevisto del portiere ex-Doria da parte della Vecchia Signora. "Quando era iniziata la trattativa, Buffon stava bene. Al momento è tutto fermo – ha aggiunto - e Krasic è tornato a Mosca per cercare di sbloccare la situazione. Finchè la Juventus gli lascia qualche speranza, non accetterà altro".

 
 
 

germanopoli....

Post n°2054 pubblicato il 28 Giugno 2010 da nadir63l
 

Clamoroso Hiddink: «Ozil non
ha alcun passaporto tedesco»

L'ex tecnico del Chelsea potrebbe sconvolgere il Mondiale in svolgimento in Sudafrica: «Quello che ha è falso ed è stato fatto per permettergli di giocare nella Nazionale tedesca»

 

TORINO, 28 giugno - Incredibile affermazione del Ct della Turchia, Guus Hiddink che se venisse confermata getterebbe nel caos la Germania e il Mondiale sudafricano: «Il passaporto tedesco di Mezut Ozil è un falso - ammette l'ex tecnico del Chelsea -. Il documento è stato falsato per permettere ad Ozil di giocare nella nazionale tedesca, ma lui non ne ha diritto». Queste le parole di Hiddink riportate dalla Bild che gettano ombre sullo status del giocatore tedesco che tanto ha impressionato in questo Mondiale con la maglia della Germania.

 
 
 

DOSSIER ILLECITI, IL GUP: "TRONCHETTI INATTENDIBILE"

Post n°2053 pubblicato il 28 Giugno 2010 da nadir63l
 

Fonte: Ansa

Le dichiarazioni fatte da Marco Tronchetti Provera nell'udienza preliminare sui dossier illegali sono inattendibili, dice il gup di Milano. Nelle motivazioni dell'ordinanza che settimane fa ha cancellato l'accusa di appropriazione indebita ai danni di Telecom e Pirelli contestata ad alcuni imputati, il giudice scrive che 'l'attendibilita e' risultata gravemente inficiata' da 'nette smentite alla sua ricostruzione degli avvenimenti' che rende palese 'l'inaffidabilita'' delle sue dichiarazioni.

 
 
 

Juve-Pazzini: ormai č fatta, l'annuncio a metą luglio...

Post n°2052 pubblicato il 28 Giugno 2010 da nadir63l
 

Fonte: corrieredellosport.it

Difensori e centrocampisti monopo­lizzano il mercato della Juventus che sinora non ha mosso paglia sul fronte degli attaccanti. Conside­rando che Trezeguet an­drà via, che Amauri e Gio­vinco sono ora sul merca­to, che Del Piero è avanti con gli anni e che Iaquin­ta non scoppia di salute come hanno dimostrato bene le sue stagioni juven­tine giocate a singhioz­zo, il proble­ma del re­parto attac­canti non è di quelli che si possono trascurare. Invece alla Juve si parla di tutto tran­ne che di bomber. Il moti­vo è semplice: il centra­vanti di riferimento che piace a Del Neri è stato già preso: si tratta di Pazzini che sarà trasferito alla squadra bianconera nella seconda me­tà del mese di luglio.

RETROSCE­NA - E’ possi­bile che Pazzini non sarà l’unico attaccante che arriverà a Torino, ma intanto la Ju­ventus ha la certezza di aver acquistato il finaliz­zatore che serviva al posto di Trezeguet. Se poi saran­no ceduti anche Amauri (a questo punto è probabile) e Giovinco, si penserà an­che ad altri attaccanti di cui parleremo più avanti. Restiamo a Pazzini. Molti i motivi che inducono a pensare che l’operazione tra Sampdoria e Juventus sia in pratica conclusa. Il primo: una promessa che lo stesso presidente Gar­rone avrebbe fatto all’at­taccante di Pescia nella primavera scorsa quando la squadra di Del Neri lot­tava per la qualificazione in Champions. Garrone avrebbe garantito a Pazzi­ni la sua disponibilità a non ostacolare un even­tuale trasferimento del­l’attaccante in un grande club nel caso in cui la Samp si fosse qualificata per il torneo europeo. Il secondo: Garrone ha ac­quistato Pazzini dalla Fio­rentina per nove milioni e lo rivenderebbe alla Juve con una valutazione di 25 milioni. Su sedici milioni di plusvalenza non si spu­ta. Il terzo: la Samp ha già individuato il sostituto del centravanti nel cagliarita­no Alessandro Matri che secondo alcuni operatori di mercato sarebbe a un passo dal club blucerchia­to. Il quarto: la trattativa tra il Napoli e la Sampdo­ria per Pazzini si è brusca­mente interrotta all’im­provviso tra aprile e mag­gio quando sembrava già chiusa.

 
 
 

Ha perso il sentimento popolare....

Post n°2051 pubblicato il 28 Giugno 2010 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di marcolanc

La vittoria ha sempre molti padri, mentre la sconfitta generalmente è orfana.
Nel caso della nazionale italiana, abbiamo visto come nel 2006 sul carro dei vincitori non ci fosse più spazio neppure per uno stuzzicadenti: a cantare vittoria, stavano stipati personaggi come Guido Rossi, il principale responsabile dello sfascio del calcio italiano, e altri dirigenti, che fino ad un mese prima invocavano la cacciata di Lippi, Cannavaro e Buffon, rei di essere troppo legati alla Juve. Caso volle che proprio i principali bersagli del popolo farsopolista furono i protagonisti di quel mondiale. E così, oltre a politici e immanicati vari, anche
l’unanimità dei giornalisti si impossessò di quel titolo, fingendo vergognosamente di avere supportato gli eroi bianconeri.

Questa volta, la nazionale guidata dallo stesso CT ha rimediato una figuraccia in mondovisione. E la sconfitta si ritrova orfana. O quasi… effettivamente, Marcello Lippi si è assunto le proprie responsabilità e anche quelle di altri. Il mister era apparso confuso anche in sala stampa, poco prima del triste epilogo, quando ricordava di avere vinto “diverse Champions League” e raccontava di essersene aggiudicata una in un’occasione in cui fino all’ultimo minuto del girone di qualificazione la sua squadra era eliminata (dimostrando di non avere troppa memoria in tema di finali…). E del resto il nostro toscanaccio, a cui saremo sempre affezionati e grati per i successi che ci ha regalato con la Juve e con la Nazionale, ci aveva abituati da tempo a non avere mezze misure: a Cesena, fu esonerato dopo 8 sconfitte consecutive nelle prime 8 partite di campionato; alla Juve, vinse al primo colpo Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Poi, dopo qualche anno di successi, infilò una stagione pessima, che portò la Triade a sostituirlo con Ancelotti a metà corsa. All’Inter, ricordiamo ancora con gioia la sua fugace apparizione, nella quale si confuse con i vari Orrico, Simoni e Suarez. Poi, di nuovo alla Juve, tornò alla vittoria. Così come in nazionale, al primo colpo. E ora lo rivediamo in basso, tremendamente in basso…
Sarebbe interessante valutare il monte stipendi degli azzurri, confrontandolo con quello di neozelandesi, paraguaiani e slovacchi. Per quanto il calcio italiano sia in crisi, essere eliminati da squadre di quella caratura non è in alcun modo giustificabile. Perciò Lippi è davvero difficile da difendere.

Detto questo, varrebbe la pena di chiedersi se, con un altro allenatore ed altri giocatori, la nazionale italiana avrebbe combinato molto di più.
Proviamo, ad esempio, a pensare cosa sarebbe successo se, con Totti in campo, fossimo stati eliminati. Quanti giornalisti avrebbero rinfacciato a Lippi di avere messo in campo una vecchia cariatide invece che Di Natale e Gilardino? E cosa dire di Balotelli? Tanto per rinfrescarci la memoria, l’attaccante nerazzurro nella stagione passata è stato scartato da Mourinho ripetutamente. Parliamo dell’allenatore più pagato al mondo. Davvero ci aspettiamo che un abbonato alla tribuna di S.Siro avrebbe trasformato la disastrosa nazionale italiana nella regina del mondo?
La realtà è che il panorama italiano attuale è penoso. Certo, anche in questo contesto, il passaggio di turno contro le avversarie che la buona sorte ci aveva assegnato rappresentava il “minimo sindacale”. Ma neppure Houdini sarebbe riuscito a riportare la coppa in Italia.

In seguito all’eliminazione dell'Italia, i nostri giornali hanno enfatizzato la presenza di Rosetti, simbolo dei nostri arbitri, in Sudafrica: l’uscita di scena degli azzurri gli poteva dare la spinta decisiva verso la finale. E invece anche lui, coadiuvato da assistenti perfettamente in linea con la qualità italiana, ne ha combinate di tutti i colori, riuscendo nell’impresa di scontentare vincitori e vinti, anche grazie ad un errore che probabilmente entrerà negli annali. Insomma, tutto il “made in Italy” ha mancato clamorosamente l’appuntamento.

Nel 2006, è stata giustiziata la Juve e con lei, “piaccia o non piaccia”, è morto anche il calcio italiano. Da allora, il nostro campionato si è trasformato in un torneo aziendale nel quale l’unica incognita è il punteggio con cui la squadra predestinata a vincere chiuderà la stagione. La fortunosa vittoria in Champions League, ottenuta peraltro da una formazione che di fatto non schierava giocatori italiani, è comunque un lampo in quel buio assoluto che ci ha portato a precipitare nella classifica Uefa, tanto da rischiare a breve la perdita di un posto per le nostre squadre nel torneo principe continentale. La mancata assegnazione delle prossime due edizioni degli Europei è la cartina tornasole dello stato comatoso in cui versa la nostra federazione. Tanto per farci un’idea del livello raggiunto, la prima nazione a sconfiggerci nella gara per l’assegnazione del torneo è stata la Polonia. Poi è stato il turno della Francia. I transalpini, protagonisti di un mondiale scadente quanto il nostro, hanno però dimostrato uno spirito di autocritica che evidentemente manca agli italiani: Sarkozy ha espresso immediatamente il proprio dissenso nei confronti dei vertici della federazione nazionale, assicurando che i responsabili della dèbacle pagheranno.
Al contrario, in Italia regna il silenzio. Lippi si è dimostrato vero uomo, evitando di scaricare il pesante barile della sconfitta sulle spalle di altri. Al contrario, Abete si è immediatamente preoccupato di inchiodare il proprio fondoschiena sulla poltrona, evidenziando al contempo quanto poco sia interessato ad occupare una carica. Alla faccia della coerenza!
E Guido Rossi, dov’è finito? Il vero Attila del calcio italiano, su quale poltrona è attualmente seduto?

Qualche giorno fa, su un giornale notoriamente anti-juventino, si diceva che tra i motivi della figuraccia in Sudafrica c’era anche l’attuale impossibilità, da parte di Lippi, di confrontarsi con Moggi per chiedergli consigli sulle convocazioni. L’intenzione del giornalista era quella di togliere meriti al CT anche per la vittoria del 2006. In realtà, anche se involontariamente, l’autore di quel commento ha espresso una verità incontrovertibile. Ora, dopo appena quattro anni, stiamo pagando la scelta di escludere dal calcio italiano i più grandi talenti che avesse espresso nei dodici anni precedenti: Moggi e Giraudo.

Il vasto popolo di anti-juventini non l’ammetterà mai, ma certamente nel proprio intimo sa bene che la regola è sempre quella: no Juve, no party. E allora si godano lo scempio che il loro sentimento popolare ha fortemente voluto!


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AVANTI COSI', MAROTTA....

Post n°2050 pubblicato il 27 Giugno 2010 da nadir63l
 

Niente più CDA per discutere di trattative di mercato: ci sono molte operazioni da compiere, in entrata ed in uscita. In una situazione molto più difficile rispetto a qualche anno fa...
di thomas bertacchini

Nel 2003-04 il Milan aveva trionfato in Italia: l’arrivo di Kakà dal São Paulo gli permise di creare un centrocampo monstre, con il brasiliano utilizzato come vertice alto di un reparto completato da(i migliori) Pirlo, Gattuso e Seedorf. A Shevchenko, Tomasson e Filippo Inzaghi, in attacco, il compito di tramutare in goals tutto quel ben di Dio che arrivava dalle loro spalle. La Juventus? Terza, mai veramente in gioco, a 13 punti dai rossoneri nella classifica finale. Nel mezzo, l’ultima Roma di Fabio Capello.

In casa bianconera i colpi della precedente sessione di calciomercato furono Legrottaglie, Appiah e Miccoli. Dopo due scudetti conquistati consecutivamente, si pensò che potesse bastare una limatura alla rosa per continuare a vincere, convincere o essere comunque competitivi, in Italia e in Europa. Così non fu, e si rese necessario intervenire in maniera massiccia per rinforzare la squadra.

Nell’estate del 2004 vennero acquistati (tra gli altri) Cannavaro in difesa, Emerson a centrocampo, Ibrahimovic in attacco: una spina dorsale completamente ricostruita, un trio che permise alla Vecchia Signora di tornare immediatamente alla vittoria con 86 punti finali, prima dei 91 dell’anno successivo. E di Farsopoli. Fabio Capello fu l’ultimo pensiero, tramutatosi in regalo ai tifosi bianconeri, che Umberto Agnelli dedicò alla sua Vecchia Signora.

Ora non c’è una spina dorsale da rimodellare come nel 2004: ci sono "una cultura e disciplina sportiva" da riportare "nello spogliatoio"; c’è una "distanza dai rivali, che si è creata in questi anni" che "richiede un percorso complesso", prima di essere colmata. Il neo Presidente lo ha scritto in una lettera aperta a tutti i tifosi bianconeri, dopo poco più di un mese dal suo insediamento. Quelle parole, ora, anche se lasciate su internet, rimarranno "scolpite nella pietra".

Scontrarsi con la (dura) realtà, è quello che Andrea Agnelli ha fatto nel momento stesso in cui ha maturato la decisione di guidare la Juventus. Sa cosa lo aspetta: la parola "pazienza", in Italia, non esiste. Meno che mai a Torino.
Ma proprio con la pazienza ha iniziato a costruire "tre" squadre: quella dirigenziale e le due, sotto l’aspetto tecnico, che dovranno affrontare una stagione che – grazie all’infelice gestione precedente – inizierà prestissimo, a causa dei preliminari della prossima Europa League previsti per il 29 luglio prossimo (la gara di andata).

Di quel trio di campioni acquistati sei stagioni fa, era rimasto il solo Cannavaro: ora lo aspetta un’esperienza in Arabia Saudita (Al Ahli). Qualche altro giocatore di quella rosa (Trezeguet, Camoranesi, Zebina) è sul piede di partenza: cederli sembra difficile quanto acquistare un fuoriclasse. Prima o poi arriverà il momento di affrontare anche queste situazioni delicate, requisito indispensabile per poter procedere alla ristrutturazione della squadra.

Tra i nuovi arrivi, domani Leonardo Bonucci e Jorge Martinez saranno a Torino per sostenere le visite mediche e per ultimare tutti gli aspetti contrattuali.
La Juventus li voleva, e Marotta - soprattutto per il giovane difensore - ha dovuto affrontare una delicata situazione derivante dal cartellino del giocatore, sino a pochi giorni fa a metà tra Bari e Genoa. Nessun tentennamento, da parte sua. Nonostante l’avvicinarsi della scadenza del 25 giugno ed il rischio concreto di andare alle buste. Lo ha preso, alle condizioni a lui gradite. Ed è quello che conta.
Non ci eravamo più abituati, inutile nasconderlo.

Sembrano lontani i tempi in cui la precedente gestione bianconera organizzava CDA in continuazione alla nascita di ogni trattativa importante, reclamizzandoli talmente tanto da rendere difficilissime anche quelle - almeno all’apparenza - banali. La naturalezza con la quale Marotta ha portato a compimento queste prime operazioni di mercato, se messe a confronto con il recente (disastroso) passato juventino, rende l’idea dei primi passi realmente mossi dalla nuova società. Poi, naturalmente, il campo dirà le sue "verità".
Avanti così. Nell'attesa dell'acquisto di qualche campione...
 

 
 
 

LA JUVE CONFERMA: DOMANI BONUCCI E MARTINEZ A TORINO!

Post n°2049 pubblicato il 27 Giugno 2010 da nadir63l
 

I due calciatori sosterranno le visite mediche e nei prossimi giorni incontreranno la società per la definizione degli aspetti contrattuali.

Tutto confermato: "Leonardo Bonucci e Jorge Martinez lunedì mattina saranno a Torino per sostenere le visite mediche per la Juventus". Lo annuncia la stessa società bianconera, tramite il suo sito ufficiale.
"Bonucci, difensore, 23 anni, ha partecipato alla spedizione azzurra in Sudafrica al termine di un’ottima annata giocata nel Bari. Martinez, centrocampista offensivo, ha 27 anni. Uruguayano, è stato portato in Italia dal Catania nel 2007. Gioca da esterno destro di centrocampo, ma per le sue caratteristiche è stato anche utilizzato come prima o seconda punta - recita la nota del club -.
I due giocatori, nei giorni immediatamente successivi alle visite, incontreranno la società per la definizione degli aspetti contrattuali".

 
 
 

Andrea ordina Dzeko...

Post n°2048 pubblicato il 27 Giugno 2010 da nadir63l
 

Agnelli ordina, Marotta esegue. Se lo augurano tutti i tifosi juventini soprattutto se si parla di Edin Dzeko. Secondo Tuttosport il neo presidente bianconero avrebbe individuato nel bomber bosniaco l’ideale biglietto da visita: un po’ sulla falsariga di quanto fatto anni fa da suo padre, Umberto, quando si presentò ai tifosi con l’acquisto di Omar Sivori. Corsi e ricorsi storici: speriamo che la storia, di padre in figlio, si ripeta.

 
 
 

     

 

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