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Messaggi di Ottobre 2010

Cobolli Gigli: "Del Piero è e sarà sempre la Juventus.

Post n°3057 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 Bianconeri alla pari di Inter e Milan. Aquilani determinante"
© foto di Filippo Gabutti

L'ex presidente della Juventus, Cobolli Gigli, parla di Alex Del Piero e del suo record, ma non solo. Sottolinea anche la bella prestazione dei bianconeri contro il Milan di ieri. Ecco quanto evidenziato da Tuttosport: "Sono Delpieriano convinto da sempre e l'ho apprezzato ancora di più da presidente della Juve - spiega Cobolli, che si trova a Medjugorje per partecipare ad un pellegrinaggio mariano organizzato da Paolo Brosio -. Qualche tifoso, già anni fa, pensava che non poteva più giocare con continuità, vinse il titolo di cannoniere in B e l'anno dopo segnò più di Trezeguet. A distanza di anni Del Piero c'è sempre. Alex era, è e sarà sempre la Juventus. Il suo legame con questo club è indissolubile. Spero che la Juventus ne tenga conto".
"È proprio una bella Juve - 
prosegue l'ex presidente juventino - ho avuto la fortuna di non vedere i primi minuti della gara in cui il Milan ha fatto meglio, poi lo straordinario gol di Quagliarella,ha cambiato la storia della gara. È una squadra che sa fare grandi cose e gioca alla pari con Milan e Inter, come dimostrano le due partite a San Siro. L'innesto di Aquilani - sostiene Cobolli - è stato determinante perchè era il regista che mancava. Auguro alla squadra un lungo cammino in Europa e un piazzamento nei primi tre posti. Se poi viene di più...". 
Cobolli Gigli risponde anche a Claudio Ranieri, che in settimana ha criticato la vecchia dirigenza bianconera: "È un tecnico che stimo, ma la battuta sul 'signorino Blanc' poteva evitarla".

 
 
 

Il mio sogno è la nazionale e diventare un idolo alla Juve...

Post n°3056 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
«Del Piero è un mio idolo. Io non sono il presidente, ma se lo fossi firmerei un contratto con lui fino alla fine, perché è un grande, è la storia della Juve, è uno che ti da’ una mano. Anche ieri ha fatto un gol decisivo»
MILANO, 31 ottobre - Il centrocampista della Juve Felipe Melo ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport: « Possiamo definire la Juve una famiglia, se non fossimo stati undici amici in campo, più quelli che sono entrati, più quelli che erano in panchina, sicuramente non avremmo vinto quella partita. Abbiamo sofferto tanto, però abbiamo vinto con l’unione della squadra. Sicuramente vale 3 punti, però anche un po’ di più, perché abbiamo battuto il Milan, abbiamo vinto a San Siro, davanti a 87 mila persone, quindi non è facile».

CARATTERE - Melo è stato anche protagonista del salvataggio in occasione del tiro ravvicinato di Ibrahimovic: «Era molto vicino, mi ha anche fatto male alla bocca, però per me è stato come fare gol, quindi ho esultato in quella maniera. Era un momento decisivo della gara e quindi mi ha fatto piacere». Sulla gomitata di Socratis: «In quel momento sono andato giù perché la gente conosce il mio carattere e, magari, se non fossi andato giù, mi sarei beccato un cartellino giallo. Ho cercato di andare giù perché lui mi ha toccato, ma ci sta, fa parte della gara».

IL CAPITANO - «Per me è difficile parlare di Del Piero perché è un mio idolo. Io non sono il Presidente, ma se fossi il Presidente della Juve, firmerei un contratto con lui fino alla fine, perché è un grande, è la storia della Juve, è uno che ti da’ una mano. Anche ieri ha fatto un gol che per noi è stato molto decisivo».

LO SCUDETTO - «Quando si parla della Juventus, si parla sempre dello scudetto, però dobbiamo stare con i piedi per terra, essere un po’ intelligenti e dire che lo scudetto è lontano. Del Neri?. E’ uno che parla e guarda negli occhi, quindi si vede che parla con sincerità, è una cosa che fa piacere». Infine la considerazione sul nuovo corso che pare abbia intrapreso il brasiliano dopo la brutta stagione dello scorso anno: «Sono molto più sereno dell’anno scorso, ho di fianco a me tanta gente che mi aiuta, tanti campioni, quindi questo mi aiuta tanto. In questa stagione il mio sogno è sicuramente tornare in Nazionale, fare molto bene qui, diventare un idolo, veramente»

 
 
 

Berlusconi: «Bravo Del Piero». Alex: «Ci proverò»

Post n°3055 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 

Il capitano bianconero: «Il patron del Milan è entrato nel nostro spogliatoio a farci i complimenti per la vittoria. Ora un obiettivo è arrivare a quota 200 gol: giusto porsi sempre traguardi ambiziosi»
MILANO, 31 ottobre - «Berlusconi è entrato nel nostro spogliatoio a farci i complimenti per la vittoria. Ora un obiettivo è arrivare a quota 200 gol: è ambizioso, ma è giusto porsi sempre traguardi ambiziosi». Lo ha dichiarato Alessandro Del Piero nel corso del programma 'Serie A Live' in onda su Premium Calcio. «Un altro obiettivo è giocare nel nuovo stadio della Juventus. E sarà pronto l'anno prossimo», ha aggiunto il capitano bianconero.

I COMPLIMENTI DI BERLUSCONI - Segnato il gol del momentaneo 2-0 contro il Milan, il numero 179 in bianconero, e superato, così, il record di Giampiero Boniperti ora, per Del Piero, l'obiettivo deve essere quello dei 200 gol. Ad indicare la strada al campione bianconero, è il patron del Milan e presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Sono andato a complimentarmi con lui - ha osservato uscendo da un ristorante nel centro di Milano - perché ha superato il record del mio amico Boniperti. Ora - ha aggiunto riferendosi al capitano della Juve - l'obiettivo è quello dei 200 gol». Parlando della sfida di San Siro, vinta dalla Juventus per 2 a 1, il premier si è limitato ad osservare come «la partita sia stata decisa da episodi» che la Juventus e' stata capace di sfruttare al meglio. Tuttavia, ha proseguito indirizzando un complimento ai rivali, «Delneri ha messo bene, in campo, una squadra molto difficile da superare».
 
 
 

L'ira del pelide Antonio..

Post n°3054 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

La Gazzetta dello Sport in edicola oggi ricapitola, con dettagli, la 'lite' tra Antonio Cassano e Riccardo Garrone, patron della Sampdoria. Lo fa grazie al possesso del documento consegnato dalla Sampdoria alla Lega per chiedere la rescissione unilaterale del contratto. Secondo l'accusa del numero uno doriano, al giocatore era stato chiesto di presenziare la sera stessa al premio Rete D'Argento a Sestri Levante. Al "secco e immediato rifiuto" ed alla richiesta di spiegazioni da parte di Garrone "per esaudire un desiderio personale", Antonio non ci vede più."Eh sì che io vado a prendere un premio in quella merda di albergo". Garrone: "Ma chi credi di essere?". Cassano: "Perché alza la voce?". Garrone: "Non ho mai alzato la voce con te". "A quel punto— secondo l'accusa blucerchiata— Cassano si alzò d’impeto ed uscì sbattendo violentemente la porta ed imboccò le scale esterne che portano agli spogliatoi". Garrone sente che Cassano "ad alta voce mi gridava "fanculo", affermazione percepita anche da una ventina di tifosi". Ira che continua con "una quantità innumerevole di insulti tra i quali ho percepito di sicuro dei sonori " vaffanculo", " vecchio di merda", e" bocchini" vari davanti ad alcuni giocatori fra i quali Pazzini, Lucchini, Marilungo, Pozzi e Dessena, oltre ad altri tesserati". Il documento firmato da Garrone è stato sottoscritto dal team manger Giorgio Ajazzone e dal responsabile della comunicazione Alberto Marangon.  E ora che che succederà? Se la Lega dovesse accettare la richiesta blucerchiata, Cassano sarebbe libero di scegliersi la futura squadra, ma, secondo procuratori, Pasqualin in primis, ed esperti di diritto sportivo, non ci sono i presupposti per accettare la proposta di Garrone. Di certo, il rapporto tra Cassano e Garrone è ormai dato in frantumi.

 
 
 

Kick it! 4-5-6..

Post n°3053 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 REBEL YELL


La sera dopo, mentre le ombre del tramonto si allungavano sulla città, l'automobile di Roy raggiunse la periferia della città e si fermò nello stesso posto del giorno prima.
Il gruppo di ragazzi lo raggiunse, guidato da una “Patty senza tette” ancora infuriata, lo raggiunse ai margini dello spiazzo polveroso utilizzato abitualmente come terreno di gioco.
La ragazza, con tono freddo e distaccato, presentò uno per uno gli undici ragazzi all'uomo come se stessero passando in rassegna un reparto di soldati: “Questo è Paki, laterale... questo è Tom, centrocampista... questo invece è Chuck, esterno di difesa...”
Arrivarono a Pauli, che teneva la testa bassa guardandosi le scarpe per non incontrare lo sguardo dell'uomo; “Questo è mio fratello, punta...” Chiudeva la fila un gigante, più alto e più grosso di Roy che non era certo mingherlino: “Questo è Sal, portiere...”
Roy rimase in silenzio per qualche istante, mentre gli occhi di tutti i ragazzi erano fissi su di lui. Sì, anche quelli di Pauli, che nel frattempo aveva rialzato la testa.
Nei pensieri di tutti c'erano più dubbi che speranze verso quell'uomo.
Forse per quell'innata diffidenza che ognuno, in tutte le epoche, ha per i rappresentanti della generazione precedente.
Poi, con voce calma, l'uomo parlò: “Mi hanno... per così dire... chiesto gentilmente se potevo occuparmi di voi... Bene... io non sono mai stato un allenatore professionista, ma, diciamo, ho masticato football per abbastanza anni da potervi insegnare qualcosa. Naturalmente parlo del football quello vero, quello di una volta, prima che venisse rivoluzionato dalla Federazione.”
“Fanculo la Federazione” disse sottovoce Mojo, scatenando le risatine dei compagni più vicini.
Roy si fermò.
Poi tornò indietro verso Mojo, guardandolo fisso negli occhi.
“Cos'hai detto, ragazzino?”
Anche uno solitamente strafottente come Mojo si intimidì davanti alla mole di quell'uomo che lo guardava severo: “Niente... io...”
“Sicuro?” lo incalzò Roy, con l'aria di un sergente della Guardia Federale.
“Beh... ho detto... fanculo la Federazione” sussurrò Mojo con un filo di voce.
“Ah, ecco, mi sembrava... fanculo la Federazione” poi, voltando le spalle al gruppo, Roy riprese: “già, la Federazione... quella che ci ha separati dall'immondizia del football mondiale perchè siamo troppo superiori... quella che ha fatto pulizia di tutti i cattivi del football anche in casa nostra...”
Alcuni dei ragazzi provarono un ovvio disagio a sentire quelle parole; ma poi Roy continuò: “...quella Federazione che oggi ci obbliga a giocare in uno spiazzo tra carcasse di auto, cessi rotti e profilattici usati, con un paio di ragazze che fanno da palo per avvisare se arrivano i Vigilantes... e tu sussurri 'fanculo la Federazione'... sai una cosa, ragazzino? Nel football di strada, magari anche tra di voi, ci sono ragazzi davvero bravi, che meriterebbero di essere scoperti da un osservatore e giocare in qualche squadra di professionisti all'estero... invece, grazie alla Federazione, potete venire scoperti solo dai Vigilantes e finire al Centro; e tu mi sussurri 'fanculo la Federazione'...”
I ragazzi assistevano senza parole al discorso dell'uomo, che concluse: “Tu devi GRIDARE 'fanculo la Federazione', hai capito?”
Mojo, quasi tremante, rispose: “S...sì”
“Grida, allora!”
“Fanculo la Federazione!”
“Più forte!”
Mojo urlò, con tutto il fiato che aveva in gola, fino a diventare rosso in viso: “FANCULO LA FEDERAZIONEEE!” tra le risate di tutti i suoi compagni.

I ragazzi capirono che quell'uomo era, senza ombra di dubbio, uno di loro.
Qualcosa di bello era appena nato, su quel terreno polveroso.
Ed anche Patty, sorridendo, pensò che forse avrebbe potuto perdonare quell'uomo per aver offeso lei e le sue tette.

JAILHOUSE ROCK

Nei due anni successivi, sotto la guida di Roy, i ragazzi maturarono in fretta e diventarono una tra le squadre più temibili in circolazione nel sottobosco calcistico della città.

Molte cose successero in quei ventiquattro mesi: Pauli fu finalmente convinto da Roy che il suo posto in campo era dietro le punte, Nick fu pizzicato dalla ragazza a letto con un'altra, la mamma di Paki morì di tumore, Roy perse sette-otto chili barcamenandosi tra il lavoro, i ragazzi ed i suoi amici che continuavano ad aver bisogno di lui per stare in campo. Ed inoltre fu perdonato da Patty, che divenne un validissimo allenatore in seconda. Fats imparò che evitare un goal è importante quanto farne uno, e dopo aver abbandonato i suoi sogni da centravanti divenne uno dei migliori difensori centrali del paese. Chuck invece non imparò mai a tenere la lingua a freno, e questo gli costò non pochi scontri, verbali e fisici, con i giocatori avversari.
E, tra tutte queste cose, i ragazzi raggiunsero quello che era, pochi mesi prima, solo un bel sogno: vincere il campionato cittadino di football clandestino.

Tante cose cambiarono anche nel Paese: le leggi speciali contro la pratica abusiva del football furono inasprite, equiparando quindi il gioco non autorizzato ad un crimine di livello medio-grave. Roba da farsi qualche mese al Carcere Ordinario, insieme a ladri d'auto, hacker recidivi e spacciatori di porcherie sintetiche.
In compenso, però, vennero aboliti tutti i reati connessi alla pedofilia ed alla prostituzione.
Inutile dire che queste manovre restrittive, che nell'intenzione del Governo avrebbero dovuto debellare la piaga sociale del football abusivo, non ottennero risultato alcuno, se non quello di aumentare la popolazione carceraria.

Squadre di studenti e di diseredati, di manovali e di “colletti bianchi” continuavano ad affrontarsi ovunque ci fosse uno spazio abbastanza isolato da permetterlo.

Anche i ragazzi di Roy, partita dopo partita, dimostravano di essere un gruppo sempre più affiatato. Buoni giocatori, magari di caratura non eccelsa, ma riuniti in un gruppo compatto come le dita di una mano.
Dita di una mano che, sul campo, si stringeva in un pugno capace di colpire gli avversari facendo male.

Ma la loro avventura più grande doveva ancora cominciare...

“Hanno preso Tom!”
La sagoma sottile di Paki disegnava un'ombra nera nell'apertura della porta illuminata dal sole. L'attenzione di tutti i presenti,richiamata da quelle poche parole gridate col poco fiato che gli rimaneva in gola, fu su di lui.
Il ragazzo smilzo entrò e si mise a sedere. Poi, lottando col fiatone, continuò: “...c'è stata una retata... giù al porto... eravamo andati a vedere i Dragons contro i Latinos... ad un certo punto qualcuno ha dato l'allarme... siamo scappati, ma Tom è scivolato mentre scavalcavamo il muro di cinta... è caduto...”
Un pugno di Pauli colpì un armadietto, facendo rimbombare la lamiera: “Cazzo, non potevi aiutarlo? Non...”
“Non diciamo scemenze” la voce calma e grave di Roy lo zittì. “Così avremmo perso Tom e pure Paki”.
Nel locale la tensione era palpabile. Tutti sapevano che Tom sarebbe stato portato all'Hotel con le sbarre, come venivano chiamate scherzosamente le carceri.
E, come ogni volta che arrivava la notizia dell'arresto di un amico, ci si poneva la stessa domanda senza trovare risposta: “Non abbiamo rubato... non abbiamo ucciso... che male abbiamo fatto mai per meritare tutto questo? Per essere considerati alla stregua di criminali ed assassini?”
Questa volta era peggio ancora. Perchè Tom era uno di loro.
Gli occhi di Push si voltarono silenziosi verso l'armadietto di Tom, e d'improvviso una lacrima rotolò silenziosa sulla sua guancia.
Poi, nel silenzio, Roy si alzò.
Prese la giacca e si avviò per uscire.
“Dove vai?” gli domandarono.
“Devo vedere un vecchio amico”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...aglio.asp?id=39

IT'S ONLY US

“Vos sos loco, hermano... lasciamelo dire: sei tutto matto...”
“Perchè? In fondo mediaticamente può essere interessante per il Palazzo... dimostrare davanti a tutta la nazione che la rappresentativa della Federazione può schiantare come e quando vuole quei... sovversivi del football illegale, no? Il cosiddetto male che viene sconfitto dall'autonominato bene...”
I due uomini che sedevano al tavolo di un pub davanti a due bicchieri di Cola e Cerealvite e parlavano a bassa voce fra loro si conoscevano da molto tempo: il primo forse un po' appesantito dagli anni e con qualche capello bianco, il secondo con un cappellaccio ed un paio di Ray-Ban neri a nascondere un viso troppo noto, in un lontano passato avevano condiviso gli stessi spogliatoi, gli stessi campi di periferia.
Poi, ad un tratto, le loro strade si erano divise: mentre il primo aveva firmato per la squadra di proprietà del Console, assicurandosi un avvenire (non a caso ora era tra gli alti papaveri della Federazione Nazionale), l'altro aveva ottenuto un provino per la squadra della sua città, storica rivale della squadra del Console.
Peccato che quel provino non fu mai sostenuto.
Già, perchè a seguito del putiferio che si verificò dopo la radiazione della Federazione nazionale da parte di quella internazionale, molte squadre vennero dichiarate d'ufficio sciolte per “manifeste irregolarità”.
Specie -caso strano- tutte quelle sgradite (per opposizione al regime ed alle nuove regole o per effettiva competitività) al Potere.
La mattina che il povero Roy si presentò alla sede di quella che sarebbe potuta diventare la sua nuova squadra, il sogno di tutta un'adolescenza che si realizzava, trovò solo uffici messi a soqquadro, archivi devastati durante un sopralluogo della Polizia Governativa, fogli gettati ovunque ed una chiazza di sangue calpestata nell'androne.
Quella grande squadra non c'era più.
Quel giorno stesso Roy disse addio al football.

Come molte volte avviene, però, la vita fa dei percorsi che nessuno immagina, e come abbiamo già visto il gioco del pallone avrebbe incrociato nuovamente la strada di Roy molti anni dopo.

“Allora, Estevel, lo farai?”
“Non so, Roy... certo che posso proporre la cosa come Federazione, ma non penso che al Palazzo accetteranno...”
L'uomo robusto finì il suo bicchiere e si alzò.
“So che lo farai. E che farai del tuo meglio. In un certo senso, me lo devi. A me e al football”
Lasciò 20 crediti sul tavolino e se ne andò.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...aglio.asp?id=40

 
 
 

JUVE, BOLLETTINO DI GUERRA: DE CEGLIE OUT TRE MESI, MARTINEZ DUE, MANNINGER UNO!

Post n°3052 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Solo qualche giorno di riposo precauzionale per Giorgio Chiellini.
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Dopo la gara di San Siro, in casa Juve sono stati effettuati gli esami clinici degli infortunati e la società bianconera ha diramato poco fa il bollettino medico con tutti i responsi. Purtroppo le notizie sono pessime: "Martinez presenta una frattura scomposta del secondo metatarso del piede sinistro. Attualmente è immobilizzato con un gesso e verrà, nei prossimi giorni, sottoposto a intervento chirurgico di osteosintesi. La prognosi non è inferiore ai due mesi - recita il comunicato della Juventus -.  Anche Paolo De Ceglie, dopo il violento trauma di gioco contro Bonera, è stato sottoposto nella notte a esami radiografici presso il CTO di Torino che hanno dimostrato la presenza di una frattura della rotula. Anche lui è stato immobilizzato con un gesso e nelle prossime ore verrà valutata o meno la necessità di un intervento chirurgico. In ogni caso la prognosi non è inferiore ai tre mesi. Nella giornata di ieri sono stati effettuati anche gli esami a Manninger in seguito alla distorsione alla caviglia destra subita venerdì. Il portiere tornerà a disposizione fra circa un mese. Infine Chiellini, a seguito di un leggero affaticamento muscolare, osserverà qualche giorno di riposo precauzionale". Altro che bollettino medico, un vero e proprio bollettino di guerra!

 
 
 

Krasic: "Mi hanno fatto sentire un criminale"

Post n°3051 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Fonte: Tuttosport
© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Non si sono ancora placate le polemiche dopo la squalifica di Krasic e il tam tam mediatico degli ultimi giorni. Dopo la conferma della squalifica, l'esterno della Juventus, secondo Tuttosport, avrebbe sfogato tutta la propria amarezza con alcuni amici: "Mi hanno fatto sentire come un criminale. Parlando davanti alla Corte Federale mi sembrava di dovermi difendere da un'accusa di omicidio". Ai tifosi bianconeri non e' piaciuto come la stampa ha gestito la situazione e sicuramente da qui a fine campionato gli occhi e le orecchie saranno ben aperti. Krasic ha sicuramente capito cosa vuol dire essere alla Juventus e a che pressione si deve essere sottoposti.

 
 
 

Agnelli: "Possiamo battere chiunque. Cassano? Ci penserà Marotta..."

Post n°3050 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Andrea Agnelli si gode il primo successo a San Siro come presidente della sua Juventus. "Tre punti importanti per la consapevolezza dei mezzi della squadra —spiega il presidente ai microfoni di Sky—.La vittoria è un messaggio lanciato a noi stessi, ci convince del fatto che possiamo battere chiunque. Cassano? Ho la massima fiducia in Marotta, al momento opportuno valuteremo. Xabi Alonso? Guardiamo ai giocatori che abbiamo oggi".

 
 
 

Certe notti...

Post n°3049 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

le pagelle di Morrison da glmdj


Immagine IPB

Una storia centenaria, fatta di successi in tutto il mondo e interrotta (temporaneamente, gufi rosiconi..) 4 anni fa, recitava che la maglia bianconera è fatta prima per uomini, poi per calciatori. Ebbene signori, nella squadra che stasera sbanca la scala c'erano 11 uomini, anzi 14 con attributi grossi come angurie, che in situazione di totale emergenza hanno sputato sul campo tutto ciò che avevano dentro, ribattendo sempre, colpo su colpo le iniziative di un Milan in cui, mi sia permesso dirlo, Allegri prende una bambola tattica da Delneri da registrare agli annali.

Si parte e il diavolo dura 10 minuti all’interno dei quali sinceramente siamo in apnea, vuoi soprattutto per la disposizione in campo (indovinata alla lunga), di un centrocampo che in fase di non possesso ripiega a 5 con Quagliarella che si sbatte come un ossesso e Marchisio a creare sempre la profondità per i movimenti senza palla. A metà primo tempo De Ceglie conferma il suo ottimo momento scodellando un cross perfetto che “abbiamo preso sto tizio al posto di Diego", gira di testa all’incrocio, 0-1. Il gol è benzina sul fuoco, la Juve sale decisamente in cattedra, Aquilani, Melo e il principino rappresentano ad oggi una mediana che nessuno ha in Italia, per visione, circolazione di palla e filtro, fino alla fine del primo tempo, la nostra circolazione di palla manda costantemente a vuoto il diavolo, sembra un secolo il tempo passato da quando Poulsen governava (!) in cabina di regia.

Non é abbastanza, bisogna ricorrere comunque all’impresa piratesca, allora fuori De Ceglie infortunato e Pepe scala a sinistra, si fa male anche un Martinez apparso davvero tonico, entra Momo Sissoko e fa quasi il mezzo destro (!!). Il Milan nella ripresa conserva uno sterile possesso, la Juve gioca in 30 metri, aggredendo paurosamente ogni linea di passaggio; il Milan è statico, la Juve una fionda pronta a scattare, accade così che un intervento mancato di Antonini lancia Momo in solitudine, che incespica sulla palla, ma recupera prontamente e scarica per Ale, 0-2, Apoteosi. A questo punto l'arrembaggio Milan mette in evidenza una volta di più la solidità mentale trasmessa da Delneri ai suoi uomini, zero affanno, zero palloni in tribuna, gestione dei palloni sempre ottimale e mai rinuncia a qualche ripartenza; si arriva così abbastanza tranquilli all’82', quando Ibra riapre con un colpo di testa, ci potrebbero essere fantasmi nella testa dei nostri, ma emerge una volta di più il lavoro del Mister che porta a casa una vittoria bella, meritata, che sa di antico! Un applauso a tutti, questa squadra ha qualità, carattere d'acciaio e fame, in una parola, questa squadra è JUVE.

PAGELLE

STORARI 6,5. Sicuro sempre in ogni situazione, comprese le uscite, m’é parso in controtempo sul gol di Ibra.

MOTTA 6,5. Robinho piuttosto fumoso, nonostante questo si fa beccare troppo avanti su dei cambi di fronte improvvisi, per il resto molto affidabile.

LEGROTTAGLIE 7. Farsi trovare pronto all'esordio non era facile, il Duca sfodera una prestazione pressoché impeccabile, delegando a Bonucci la marcatura e occupandosi (come ha sempre saputo fare bene) della regia del reparto.

BONUCCI 7. Al solito un paio di lanci "ad minchiam"; per il resto gioca quasi da marcatore puro, un muro stasera.

DE CEGLIE 7. Era un’altra partita nata benissimo, il cross per Quagliarella é di quelli "ora so come si fa". Avanti così Paolino e speriamo non sia niente di grave.

PEPE 6,5. Si cala in una realtà non sua e lo fa con apprezzabile applicazione. Pato non si rende mai pericoloso e Abate lo supera, si e no 1 volta, era su Ibra sul gol, impensabile lo anticipasse anche di testa.

MARTINEZ 6,5. El malaka tonico, dentro il match, con personalità attira su di sé diversi palloni e comincia a far intravedere quella qualità "tra le linee", che nelle idee di Delneri ne dovranno fare il nuovo Camo, anche lui esce per infortunio.

SISSOKO 6,5. Si incespica ma si rialza in un lampo, protegge e scarica per Ale lo 0-2, ringhia in mezzo e aziona le leve in innumerevoli tackles, nel finale rischia l'entrataccia (comunque fuori are) su Inzaghi, prezioso.

MELO 8. Caro Felipe, quest’estate avrei pagato di tasca mia per vederti fuori dai piedi, sono sufficientemente intelligente da riconoscerti una straordinaria rinascita, Complimenti! Al momento essenziale, direi dominante, tecnica e tattica allo stato puro, quantità enorme, calma olimpica nel gestire ogni ripartenza palla al piede. Fatemelo dire, se é quello vero, che giocatore!

AQUILANI 7. A 2 minuti dalla fine sprinta palla al piede portandosi dietro 3 milanisti, non ho contato 1 passaggio errato che sia uno, sa sempre cosa fare, quando farlo e come farlo, sinceramente non pensavo si adattasse così al nuovo ruolo. Inviamo un sentito grazie, trasversale dalla Capitale a Liverpool.

MARCHISIO 7,5. Quando imparerà a tenere la bocca chiusa fuori dal campo, avremo il nostro nuovo Capitano; per il resto stasera è stato enorme, cuce, riparte, gioca senza palla, tiene collegati centrocampo e attacco, ripiega, filtra; in questo ruolo é incisivo, determinante.

QUAGLIARELLA 7,5. Si sfianca facendo il 5° in non possesso, portandosi a spasso ora il greco, ora Bonera; segna un gol di testa spaventoso, ogni tanto sbaglierà anche gol semplici, ma se rivolete Diego fatevi vedere e da uno bravo!!

DEL PIERO 7. Il capitano fa il centravanti boa, rincula ogni volta che entra in possesso e per lunghi tratti ha sufficiente lucidità e brillantezza per creare profondità, nel secondo cala vistosamente, ma gli capita una palla e fa 179. E la storia continua!!

AMAURI S.V.

DELNERI 7,5. Chapeau Mister, la sua creatura é una belva arrabbiata, messa in campo divinamente, dove ognuno sa cosa deve fare e come farlo, di necessità virtu'...

COSA VA. Questa squadra incarna qualunque aspetto dell'essere Juve.
COSA NON VA. Augurandosi che non ricomincia la sagra dell’infermeria.

CONCLUSIONI: Godere please, questo era un esame e lo passiamo di slancio. Delneri imbriglia Allegri alla grande e usciamo veramente bene da questo confronto, sarebbe stato sufficiente spostare Ibra su Motta, togliere Robinho, mettere Inzaghi a centro area (uno guizzante Legro e Bonnie lo avrebbero patito) e tenere Pato largo che sarebbe stata (forse) un'altra storia. Ma stasera godiamoci questa ritrovata squadra.

Ps: Avviso ai naviganti, siamo antipatici, tremendamente antipatici…

Smile!! Va tutto bene! Ora musica!!

 
 
 

Paradiso Juve

Post n°3048 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Mariani

"Perdete ogni speranza o voi che vi entrate"...macchè,per una notte, appena passata, la casa del Diavolo è stata cielo e paradiso, la trasformazione su erba dei propri sogni, il free pass verso obiettivi, nuovi, da scudetto. Poche ore dopo, Milan-Juventus, la sera ci ha lasciati insonni, ma gli eroi sono già tascabili, li puoi portare con te, per chi riposa, per chi prega, per chi lavora. Felipe Melo è il bulldozer della mediana, un cinghialone nero che incute timore; Alberto Aquilani è il Lord in scarpette, ha uno stile principesco; Marchisio è il giudizio universale, sa essere multiforme, multivalente, multifunzionale; Fabio Quagliarella è l'oro di Napoli, Masaniello abbandona Partenope sfidando gli Dei del nord... E poi,quel capitano,"Capitano o mio Capitano"; che ha l'aureola da Santo Subito: segna sempre lui, di testa, dipunizione, di tacco, di sinistro, di biliardo ,Alessandro Del Piero è la leggenda che scarta la storia, il vessillo, la bandiera issata a festa, il re a la "sua" vecchia signora fissero felici e contenti."Perdete ogni speranza o voi che vi entrare", macchè Benvenuti in Paradiso.

 
 
 

Felipe Melo spaziale, Marchisio gladiatorio, bentornato Momo...

Post n°3047 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Ennesima perla di Del Piero, Quagliarella ovunque
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

STORARI 6.5 – Pronti via e può solo guardare il destro di Ibra stamparsi sul “sette”, ma poi è pronto sullo svedese in almeno un paio di circostanze nel solo primo tempo. Chiamato in causa spesso nelle uscite, è sempre attento e rapido nel capire le intenzioni degli avversari. Si deve inchinare sul colpo di testa del solito Ibrahimovic, ma è decisivo al 94’ su Seedorf. Questa vittoria è anche un po’ sua.

MOTTA 6.5 – Si addormenta dopo 16’ perdendo una palla pericolosissima al limite della propria area che fa infuriare Delneri. Dopo l’ingresso di Pepe viene dirottato sulla sinistra per poi ricominciare a destra il secondo tempo. Soffre tanto, come la squadra, ma a differenza di altre volte alla fine vince lui. E vince la Juve.

DE CEGLIE 6.5 – Sbaglia dopo pochi minuti non salendo bene con la linea difensiva, ma quando gli arriva la palla sul mancino disegna un cross perfetto per Quagliarella che poi realizzerà l’1-0. Si vede il lavoro svolto dal tecnico con lui, perché nella propria metà campo è molto più presente rispetto a inizio stagione. Lo scontro con Bonera lo costringe a giocare su una sola gamba per 5’, fino al momento del cambio con Pepe. Forza e coraggio, la strada è quella giusta. (40’ pt Pepe 6: prima volta da terzino, si fa sorprendere da Ibrahimovic di fisico in chiusura di prima frazione. Per fortuna sua e della Juve, l’ex spara sopra la traversa da posizione strafavorevole. Tornato a sinistra nel secondo tempo, viene ammonito per un fallo su Gattuso e “mangiato” da Ibrahimovic in occasione dell’1-2. Però, come i compagni, lotta su tutti i palloni, mostrando il lato leonino del suo calcio).

BONUCCI 6.5 – Nel primo tempo anestetizza Ibrahimovic in coppia con Legrottaglie, ma il solito eccesso di dimestichezza col pallone gli costa una palla persa da brividi sulla trequarti bianconera. La voglia di strafare lo porta a sbagliare diversi lanci e a buttare nel nulla almeno un paio di punizioni importanti per l’inerzia della gara, soprattutto nel secondo tempo. Però le chiusure che sciorina per tutta la partita sono da giocatore vero e la calma con la quale gioca ricorda il grande Montero.

LEGROTTAGLIE 6.5 – Chiamato in causa all’ultimo per l'infortunio occorso Chiellini, si fa trovare pronto. Al solito sbaglia un anticipo, scoprendo clamorosamente la difesa a inizio secondo tempo. Ci penserà comunque Melo a salvare su Ibrahimovic. Per il resto regala solidità al reparto e guida la difesa sui fuorigioco.

FELIPE MELO 7.5 – Monumentale. Mostruoso. A tratti ubiquo. Messo da Delneri davanti alla difesa, chiude su chiunque, fa ripartire l’azione impostando o alleggerendo la manovra. Punto di riferimento nel fulcro del gioco, salva miracolosamente su Ibrahimovic a inizio ripresa. Mezzo voto in meno per la sceneggiata a 10’ dalla fine con Papastatopulos, soprattutto perché era già ammonito e poteva rischiare il secondo giallo per simulazione. Ma un giocatore così fa fare il salto di qualità e stasera lo si è visto.

MARTINEZ 6 – Si dà da fare sia in avanti che in difesa, in soccorso al terzino. Quando sembrava ormai recuperato dopo gli ultimi infortuni, ecco arrivare il taglio sul collo del piede destro che lo costringe ad abbandonare il terreno di gioco. (11’ st Sissoko 7: lo abbiamo criticato tante volte in questo inizio di stagione, ma quando c’è da mettere il cuore prima di ogni gesto tecnico lui è sempre in prima fila. L’azione del 2-0 è un surrogato di grinta e lucida follia, come l’assist servito al capitano necessario per superare Boniperti. Messo sulla destra al posto di Martinez, dà sostanza nonostante il ruolo inedito. Bravo, davvero bravo).

MARCHISIO 7 – Fosforo allo stato puro. Si applica, partendo da destra e andando sovente ad aiutare i compagni in difesa. Quando c’è da sudare, da sputare sangue, è il primo. Tatticamente perfetto, ha tanta personalità da gettare nella mischia. Del Piero, per gli ultimi minuti, lo omaggia della fascia da capitano, segnando la strada per il futuro. Indispensabile.

AQUILANI 6 – Sbaglia i tacchetti nel primo tempo, perdendo l’equilibrio almeno cinque volte in 20’. Così facendo regala agli avversari palloni nella zona nevralgica del campo. Fatica a trovare continuità e non appena fa qualcosa di buono, subito dopo commette un errore pesante. Un passo indietro rispetto alle ultime uscite.

QUAGLIARELLA 7 – Non male il primo gol segnato al Milan in carriera: torsione perfetta di testa e palla all’incrocio. Nel primo tempo è un’iradiddio: prende palla nella sua trequarti, la porta su, prende falli su falli e fa ammonire Boateng. Nella ripresa si spegne un po’, ma il suo diagonale al 77’ fa sudare freddo Abbiati. Costantemente nel vivo della manovra offensiva, lo si vede anche in copertura con Martinez fuori per infortunio e la Juve in inferiorità numerica. Anche lui getta tutto in campo e il campo lo premia con tre punti di importanza capitale.

DEL PIERO 7 – Parte prima punta, poi arretra, poi torna a essere il faro della manovra offensiva. Nella prima frazione troppo egoista, sbaglia in un paio di circostanze tirando in porta invece di servire Quagliarella. Nel momento più difficile della gara, con il Milan in pressione, il suo destro viene armato da Sissoko e diventa mortifero per Abbiati. Vale il 179 gol in maglia bianconera. Mai nessuno come lui. D’altronde, non si entra nella storia della Juventus per caso... (41’ st Amauri sv).

All: Delneri 8 – Con un’intera squadra out per infortunio, riesce a caricare a molla i superstiti scesi in campo nella Scala del Calcio. In panchina, a parte Pepe, Sissoko e Amauri, ci sono quattro Primavera che non hanno mai visto la serie A dal vivo. Eppure, a parte i primi 15’ di gara, ogni giocatore ha dato il 110% in campo, andando persino al di là dei propri limiti tecnico-tattici. Si è vinto a Milano, contro il Milan, con Pepe terzino sinistro, Sissoko esterno destro, Del Piero centravanti e Legrottaglie chiamato in causa all'ultimo. Per sovrammercato, si è anche dovuto fare a meno di De Ceglie e Martinez a partita in corso. Tanto di questa vittoria è frutto del duro lavoro svolto in settimana e negli ultimi mesi. Sia a livello tattico che mentale. E rivedere certe qualità espresse così bene in campo dai giocatori è un piacere per chi tifa bianco e nero.

 
 
 

FELIPE MELO A SKY:"SIAMO STATI PIU' DI UNDICI LEONI"

Post n°3046 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di LINGRIA/PHOTOVIEWS

Felipe Melo, nominato uomo partita, subito dopo i festeggiamenti si è recato ai microfoni di Sky: "Spesso i tifosi ci chiedono di essere undici leoni, oggi siamo stati più di undici leoni in campo, abbiamo dimostrato che siamo una grande squadra, un gruppo di grande amici. È nata una nuova Juventus sin dal principio, grande umiltà. È la vittoria della carica, della forza. Quest’anno è tutto diverso, tutti i compagni hanno una sola testa: vincere. Inter e Milan possono avere qualcosa in più, ma siamo sulla strada giusta grazie anche ai tifosi che ci danno una grande mano."

 
 
 

Del Piero nella storia, la Juve vince contro il Milan, contro Palazzi e la squalifica di Krasic, contro la sfortuna...

Post n°3045 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da nadir63l
 

 
I bianconeri tornano a sbancare San Siro dopo cinque anni. Apre Quagliarella al 25' con un colpo di testa, poi nella ripresa al 21' il capitano bianconero raddoppia segnando il suo 179° gol con la maglia della Juventus, superando Boniperti. Non serve ai rossoneri il primo gol dello svedese contro una sua ex squadra, finisce 2-1 per la squadra di Del Neri
MILANO, 30 ottobre - Il Milan si inchina di fronte alla storia della Juve. La squadra di Del Neri passa 2-1 a San Siro grazie alla quarta rete in bianconero di Fabio Quagliarella e al gol numero 179 di Del Piero in Serie A, la rete che gli consegna lo scettro di cannoniere assoluto di tutta la storia della società bianconera. Non serve ai rossoneri il primo gol in carriera di Ibrahimovic contro una sua ex squadra.

IL LAMPO DI QUAGLIARELLA - Per Del Neri subito cattive notizie nel riscaldamento, con Chiellini fermato dal polpaccio e sostituito da Legrottaglie. Pronti via, Ibrahimovic sembra in palla, pronto a spezzare la maledizione che lo vuole a secco contro le sue ex squadre: una traversa in avvio con Storari battuto e un destro potente messo in angolo dal portiere bianconero nei primi dieci minuti. Il Milan è travolgente e veloce mentre la Juve balla dietro, e in molti tra i bianconeri non si reggono in piedi sul campo umido di San Siro. Melo prova a tirare fuori i bianconeri dal torpore con il primo tiro di marca ospite al 12', Abbiati è pronto a rispondere. Poi il lampo, al 24': cross di De Ceglie, Papasthatopoulos si perde Quagliarella che si eleva e di testa incrocia chirurgico di testa il pallone nell'angolo alto a destra del portiere. Juve avanti a San Siro e corsa dell'attaccante ad abbracciare Sissoko («Me l'aveva detto - dirà Quagliarella a Sky all'intervallo - se segni stasera devi venire a ringraziarmi»). Il Milan accusa il colpo, Bonera e De Ceglie pure: al 33' scontro tra i due, costretti entrambi ad abbandonare il terreno di gioco. Dentro Abate per i rossoneri mentre Del Neri è costretto ad inventarsi Motta a sinistra e Pepe, subentrato, terzino, sull'altra fascia. Iniziano a volare gialli, nell'ordine Melo, Boateng e Pirlo. I minuti di recupero sono tre e Ibra fa in tempo a divorarsi il pareggio due volte negli ultimi 60 secondi prima dell'intervallo.

DEL PIERO NELLA STORIA - Il match di Martinez dura altri dieci minuti, poi l'ennesimo infortunio lo costringe a fermarsi e a lasciare il campo. Il tecnico bianconero sconsolato si volta, guarda Sissoko e gli dice di entrare: a centrocampo quattro centrali. Il Milan attacca senza sosta, bianconeri chiusi a riccio nella propria metà campo. Partita grintosa, Rocchi arbitra all'inglese lasciando molto correre. Poi al 20', nella tana del Diavolo, i bianconeri sigillano la vittoria con la storica marcatura di Alex, bravo a seguire l'azione e a finalizzare dopo un incredibile errore di Sissoko solo davanti ad Abbiati. Boniperti alle spalle, è lui il primo bomber della storia bianconera.  Allegri prova a giocarsi il tutto per tutto con Seedorf e Inzaghi per Boateng e Pato. E la mossa produce i suoi frutti all'ennesimo traversone a sette minuti dal termine, con Ibra che di testa gela Storari e riapre il match. Standing ovation per Del Piero, chiamato in panchina da Del Neri per Amauri, punto di riferimento per i lanci della difesa. Squadre larghissime, finale thrilling con occasioni per Inzaghi, Ibrahimovic e Seedorf. Cinque lunghissimi minuti di recupero che si chiudono con Sissoko che falcia Inzaghi a ridosso dell'area, ma il centravanti era in fuorigioco sull'assit di Ibra. Era dal 2005 che la Juventus non sbancava il Meazza rossonero. Una vittoria di grinta, carattere, forza, che rilancia le ambizioni del club piemontese per il campionato.

 
 
 

LIVE - MILAN-JUVENTUS 0-1: QUAGLIARELLA TRAFIGGE IL DIAVOLO!

Post n°3044 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da nadir63l
 

© foto di ALBERTO LINGRIA

38' - Fine primo tempo
48' - Ancora Ibra pericolosissimo: si libera di Pepe e spara alto a pochi passi da Storari.
47' - Brivido in area bianconera: cross dalla destra e colpo di testa ravvicinato di Ibrahimovic che finisce tra le braccia di Storari.
45' - Quagliarella cerca in verticale Del Piero, ma il passaggio è troppo lungo e la palla si spegne sul fondo.
45' - Ammonito Pirlo per fallo su Melo.
44' - Tre minuti di recupero.
43' - Cross di Del Piero sul palo lungo, Abbiati sbaglia l'uscita e la palla giunge a Martinez, che però è sfortunato nel rimpallo. Nesta riesce a sbrogliare in extremis.
42' - Cross di Abate, Pepe scivola in area e lascia solo Boateng che fortunatamente spedisce alto di testa da ottima posizione. 
41' - Pepe va a fare il terzino destro. Motta viene dirottato a sinistra.
40' - Cambio Juve: De Ceglie esce toccandosi il ginocchio. Entra Simone Pepe.
37' - Quagliarella scatenato, messo giù da Boateng. Ammonito il rossonero.
36' - Zoppica anche De Ceglie. Si scalda Pepe.
35' - Ammonito Felipe Melo.
34' - Bonera esce in barella, non ce la fa. C'è il cambio: entra Abate.
32' - Scontro De Ceglie-Bonera, entrambi restano a terra.
30' -  Slalom in area di Martinez, che salta Bonera e Gattuso e conclude in porta, trovando però la gamba di Nesta. La palla termina lemme lemme tra le braccia di Abbiati.
28' -  Assolo di Del Piero che conclude dal limite e costringe ancora Abbiati alla deviazione in angolo.
27' - ...Nesta si avvita e colpisce di testa, ma la palla termina alta. 
26' - Punizione per il Milan dai 25 metri: Pirlo calcia bene a giro, leggera deviazione della barriera e palla di pochissimo a lato. Angolo per i rossoneri...
24'- Il Milan reagisce subito con Ibra, che spara alto da buona posizione.
23' - GOOOOOLLLLLLLL QUAGLIARELLAAAAAAAAA!!!!!!!! Cross al bacio di De Ceglie e stupenda incornata dell'attaccante campano che s'infila all'incrocio dei pali!! Milan-JUVENTUS 0-1!
22' - Sventagliata di Martinez in area e colpo di testa di Quagliarella che termina a lato di qualche metro.
20' - Destro di Gattuso dalla distanza, troppo centrale. Blocca senza problemi Storari.
18' - Del Piero s'invola verso la porta rossonera e calcia di sinistro da posizione defilata, costringendo Abbiati ad una difficoltosa parata. Bravo comunque il portiere del Milan a bloccare in due tempi.
16' - De Ceglie conquista una punizione nella trequarti rossonera: Del Piero scodella in mezzo, ma Pirlo ribatte.
14' - Ancora Melo allontana la sfera dall'area bianconera.
13' - L'arbitro vede un fallo di De Ceglie su Pato. Punizione in zona d'attacco per i rossoneri. Pirlo mette in area e Felipe Melo si rifugia in angolo.
11' - Destro di Felipe Melo dal limite, para a terra Abbiati.
10' - Sugli sviluppi del corner, Sokratis manda alto di testa.
9' - Ancora Pato appoggia per Ibra in area che impegna a terra Storari, bravo a deviare in angolo.
7' - Ibrahimovic centra in pieno l'incrocio dei pali! Gran tiro dello svedese dal limite che fa tremare la porta di Storari. Bianconeri fortunati in questa occasione.
3' - Punizione per la Juve nella trequarti rossonera: Del Piero taglia un bel pallone in area e Martinez di testa spedisce alto.
2' - Grande inizio del Milan: verticalizzazione di Ibra per Pato che si ritrova di spalle davanti a Storari, ma non riesce a concludere. Il portiere bianconero fa sua la sfera.  

1' - Gara iniziata. Primo pallone giocato dalla Juventus...

1° TEMPO

- Juventus e Milan stanno facendo il loro ingresso in campo. Tra poco si parte... 
- Le squadre sono rientrate negli spogliatoi per indossare le maglie da gara.

20:29 - Le formazioni ufficiali: Legrottaglie sostituisce l'infortunato Chiellini:

MILAN: Abbiati; Bonera, Papastathopoulos, Nesta, Antonini; Gattuso, Pirlo, Boateng; Robinho; Pato, Ibrahimovic.
A disposizione: Amelia, Montelongo, Abate, Yepes, Flamini, Seedorf.
All. Allegri.
JUVENTUS: Storari; Motta, Bonucci, Legrottaglie, De Ceglie; Martinez, Felipe Melo, Aquilani, Marchisio; Del Piero, Quagliarella.
A disposizione: Costantino, Sorensen, Giandonato, Sissoko, Pepe, Amauri, Giannetti.
All. Delneri


20:20 - Brutta tegola per la Juve: Giorgio Chiellini ha accusato un problema al polpaccio nel corso del riscaldamento e non potrà essere della partita. Al suo posto Nicola Legrottaglie, che ha iniziato a scaldarsi con i compagni.

 
 
 

MAROTTA: "Juve in emergenza? Sono ottimista. Caso Krasic? Ci faremo sentire. Il fantasma di Moggi non mi dà fastidio"

Post n°3043 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da nadir63l
 

Il dg bianconero al Corsera: "Dubbi su Martinez? Ha avuto un avvio funestato da infortunio, ma nell'emergenza farà ciò che deve. Il contratto di Del Piero scade a giugno? Non è un problema".
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In una lunga intervista concessa al "Corriere della Sera", il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, ha parlato del suo approccio alla nuova realtà bianconera, della squadra che ha costruito nel corso dell'estate, della sfida contro il Milan, del caso Krasic, di Delneri, di Ibrahimovic, del contratto di Del Piero e del fantasma di Moggi. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com:

"KRASIC, ACCETTIAMO LA SENTENZA MA CI FAREMO SENTIRE" - Il dg juventino ha commentato la sentenza della Corte federale in merito al ricorso presentato dalla società bianconera contro le due giornate di squalifica inflitte a Milos Krasic: "Niente sconti? Non cambia la valutazione: non si tratta di un comportamento antisportivo e il termine simulazione non è da collegare a Krasic - spiega Marotta -. Ora che faremo? Siamo obbligati ad accettare la sentenza, ma nelle sedi opportune proporremo una modifica o almeno una maggior chiarezza su questa norma. Meglio farsi «arrestare» subito? Proprio così. Quindi, o si dà spazio e credibilità al fattore umano, cioè abbiamo fiducia in quello che arbitro e guardalinee vedono, altrimenti la tecnologia la si introduce per tutto".

"KRASIC, GRAVE ASSENZA" - Stasera i bianconeri non potranno contare sull'incessante spinta del centrocampista serbo. Una pesante defezione: "Grave assenza? Sì. Krasic mi ha sorpreso non solo per le prestazioni, ma anche per il coinvolgimento nel progetto - prosegue il dg -. Ha l’emotività, la fame di giocare di un giovane della Primavera. Dopo la partita di Bologna l’ho dovuto risvegliare: è stato un’ora immobile con le mani nei capelli. Per lui questa è una situazione sconvolgente".

"IL MIO APPROCCIO ALLA JUVE? NATURALE" - A Marotta chiedono quindi quale sia stata la cosa più difficile e quella più facile del suo approccio alla Juve: "Devi far fronte a grandi aspettative, sempre, ma grazie alla presenza del presidente Agnelli, che conosce l’odore del football, il mio inserimento è stato naturale", replica il dirigente juventino.

"NON HO PAURA DI SBAGLIARE. CONOSCO DELNERI..." - Gli fanno presente che in caso di crisi, lui e Delneri potrebbero essere bollati come "i due della Sampdoria". "Non ho mai temuto di vedere esiti negativi in quello che faccio - ha replicato Marotta . Non ho paura di sbagliare. E poi conosco le virtù di Delneri: eccezionale capacità di valorizzare le risorse a disposizione e grande cultura del lavoro".

"SUL MERCATO ABBIAMO LAVORATO BENE" - Si parla quindi della sua "creatura": "Se la Juve che ho costruito è quella giusta? Fa riferimento a un modello che risponde alle linee guida della società. Cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo lavorato bene tenendo conto del bilancio. A volte questo i tifosi non lo capiscono, ma vincere è anche avere una società a posto. Abbiamo inserito 12 giocatori nuovi nella rosa".

"MARTINEZ FRENATO DA INFORTUNI. FARA' QUELLO CHE DEVE" - Marotta giustifica poi il deludente inizio di stagione di Jorge Martinez: "Martinez ha avuto un avvio funestato da infortuni. Non si è ancora espresso sui livelli che ci aspettavamo ma nell’emergenza farà quello che deve".

"STASERA JUVE IN EMERGENZA? SONO OTTIMISTA" - E stasera sarà una Juve in emergenza quella che sfiderà il Milan a San Siro: "Paradossalmente da queste situazioni si esce rafforzati nelle motivazioni - afferma il direttore generale bianconero -. Abbiamo giocatori di qualità e sono ottimista".

"IBRA, GIOCATORE DI INDUBBIO VALORE" - Una domanda anche sull'avversario più pericoloso, Zlatan Ibrahimovic: "Se avrei preso Ibra? È un giocatore di indubbio valore, ma bisogna valutare l’operazione dal punto di vista economico", osserva Marotta.

"IL CONTRATTO DI DEL PIERO IN SCADENZA? NON E' UN PROBLEMA" - Del Piero ha detto che segnerà nel nuovo stadio, ma il suo contratto scadrà a giugno. Per Marotta, tuttavia, non è un problema: "La Juve ha un grande rispetto per quello che ha fatto e rappresenta: io non posso considerarlo un problema. Al momento giusto la società si siederà con lui e valuteremo".

"IL FANTASMA DI MOGGI NON MI DA' FASTIDIO" - In chiusura si parla di Luciano Moggi: "Come si vive con il fantasma di Moggi? Non mi dà fastidio. È normale che ci sia un ricordo positivo legato ai grandi successi che ha contribuito a costruire. Io non posso immaginare che i tifosi bianconeri mi attribuiscano gli stessi meriti, sarà il tempo a valutare", conclude Marotta.

 
 
 

     

 

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