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Messaggi di Settembre 2011

PARLA LIPPI: "Juve alla pari delle milanesi"

Post n°5425 pubblicato il 30 Settembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Rispetto a qualche anno addietro in cui l'Inter era più forte, adesso c'é equilibrio: il Milan forte del successo dell'anno scorso ha forse più entusiasmo, ma adesso l'Inter ha ritrovato la strada giusta. La Juventus, come la Roma il Napoli, possono essere protagoniste, c'e anche l'Udinese. Insomma, vedo equilibrio poi siamo all'inizio quindi la strada è ancora lunga". Questo il giudizio sul campionato appena iniziato dato da Marcello Lippi, intervenuto a un dibattito al festival della salute di Viareggio. Invece in campo internazionale, parlando di Champions League, Lippi ovviamente ha detto di augurarsi una vittoria italiana. Ma chi? "Speriamo in una squadra italiana - ha detto -, ma ci sono forze in Europa come Barcellona, Real Madrid, Manchester United, Manchester City, Bayern Monaco, squadre di un certo spessore". Lippi ha indicato come esempio di calciatore fuoriclasse, Fabio Cannavaro. "Di solito un attaccante è quello che resta più nella mente degli sportivi per i suoi gol, ma Cannavaro - ha fatto osservare - è un fuoriclasse sia in campo che fuori. E poi ha vinto il pallone d'oro e il titolo mondiale con la Nazionale". Con gli studenti e i loro insegnanti Lippi di una scuola di Imola, Lippi ha puntato l'indice sull'importanza del gioco di squadra e sul gruppo. "Una classe è come una squadra di calcio o di un'altra disciplina: tutti insieme si vince e non il singolo. In una classe o in una fabbrica i talenti ed i più bravi se si mettono al servizio degli altri è senza dubbio più facile riuscire ad ottenere risultati. Un fuoriclasse senza l'apporto dei compagni è difficile che riesca ad ottenere risultati".

 
 
 

La storia dell’assistente Copelli...

Post n°5424 pubblicato il 30 Settembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di V.Marchese

Domani sera è in programma alle ore 20.45 il big match tra Juve e Milan allo “Juventus Stadium” di Torino. L’affidabile designatore unico Stefano Braschi, ha designato per questa partita la seguente quaterna arbitrale: arbitro Rizzoli, assistenti Copelli e Niccolai, quarto uomo Tagliavento.

Tagliavento la scorsa settimana ha arbitrato la partita Napoli-Milan finita 3-1 per i campani. Da ricordare, in quella partita, che l’arbitro Tagliavento non ha concesso al Milan un rigore per fallo di mani di Cannavaro…si farà perdonare domani sera?

Leggendo la quaterna arbitrale il nome che più mi ha stupito è quello dell’assistente Cristiano Copelli. Per chi ha memoria corta,Copelli è l’assistente coinvolto in Farsopoli nel 2006 perché il suo nome “compariva” nelle intercettazioni con l’addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani.
Per questo motivo venne sospeso per alcuni mesi dall’AIA, ma poiché non gli venne contestato nessun illecito tornò a fare l’assistente (e che assistente…) con licenza di guardalinee internazionale..!!!
Nel settembre del 2007, la commissione disciplinare della FIGC lo sospende per 3 mesi per quelle telefonate con Meani, ma poiché l’anno prima fu già sospeso, questa sospensione fu ritenuta già scontata.

Ma andiamo a vedere che tipo di rapporti c’erano tra Meani e Copelli. Vi ripropongo alcune intercettazioni tra Meani e l’amico Copelli.

1) Nella partita tra Sampdoria e Palermo del 16 aprile 2005 finita 1-0, alla Samp fu concesso un rigore per fallo di Grosso segnalato all’arbitro Rodomonti (quello che doveva aiutare l’Inter contro la Juventus) dal “nostro” Copelli. Dopo la partita il ds del Palermo Foschi critica molto Copelli, il quale, in una intercettazione, viene rassicurato da Meani,che gli dice: ”Allora sai cosa faccio ora, chiamo Braida che è suo amico, e gli dico: senti, dì a Foschi di piantarla!”

2) In quella stessa telefonata Copelli è preoccupato dalla probabile punizione che gli potrebbe infliggere Bergamo..e Meani gli dice: ”Tu stai tranquillo che ci penso io, appena passa la partita questa qua con il Chievo mercoledì, io parlo con Galliani, e Galliani lo sa, e gli dico: guardi questo qui è un nostro uomo, quel pirla del Palermo…” e Copelli: ”No, Leo, sì… ma al di là del ‘nostro uomo’ che ci mancherebbe, il problema è che io credo di essere una persona che può sbagliare, ma che può anche valere, ho dimostrato di saper fare delle cose anche giuste, no? Ho parlato con Pierluigi…”. Meani da buon amico qual è chiama subito Manfredi Martino, allora segretario della CAN, il quale gli dice che Bergamo è molto arrabbiato, Meani però risponde : “Gli dico che Galliani non vuole che Copelli venga punito perché è un ragazzo bravo, capace“.

3) Nell’interrogatorio fatto da Francesco Saverio Borrelli nel 2006, Copelli conferma i rapporti con Meani e il Milan: ”Se un assistente avesse voluto arbitrare un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori, ma a Meani. Io e Puglisi eravamo graditi al Milan, era evidente che contro il Chievo le designazioni erano volute dalla società rossonera…”.


Vorrei ricordarvi altri due episodi negativi in cui Copelli si è reso protagonista e questa volta a rimetterci fu proprio la Juventus.

Episodio n. 1 : Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, conclusasi 2-1 per i calabresi, arbitro Paparesta, collaboratori Cristiano Copelli e Aniello Di Mauro.

Episodio n. 2: Juventus-inter del 20 agosto 2005 finita 0-1, gol di Veron al ‘96,arbitro De Santis (assistenti Ivaldi e Copelli); gol regolare annullato a Trezeguet nel primo tempo.

Ci sono altre intercettazioni tra Copelli e Meani e altri episodi da ricordare, ma basta quanto riportato per far sorgere qualche dubbio…

Oggi, 30 settembre 2011 è inaccettabile che Copelli continui ancora a fare l’assistente, per di più nelle partite del Milan. Nonostante queste intercettazioni l’assistente ha partecipato mondiali in Germania del 2006 come assistente di Rosetti; nel 2009 ha partecipato al mondiale per club negli Emirati Arabi; nel maggio 2010 è andato a fare l’assistente di Rizzoli nella finale di Europa League; è stato preselezionato per i mondiali in Sudafrica del 2010.

Come mai Copelli continua a fare l’assistente mentre i suoi colleghi coinvolti in Farsopoli sono stati cacciati dal mondo calcistico senza prove?
Copelli sarà in grado di garantire un arbitraggio imparziale nella partita di domenica tra la Juventus e il Milan?
Non era possibile, visto il clima al veleno degli ultimi anni, evitare questa ultima provocazione?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1881


 
 
 

JUVE-MILAN, PRANDELLI: "CHE FASCINO"

Post n°5423 pubblicato il 29 Settembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

"Sarà un match molto, molto interessante". E' l'aspettativa del ct azzurro Cesare Prandelli per Juve-Milan di domenica sera. "Immagino due squadre, una che, ovviamente, arriva titolata dallo scudetto , ed un'altra che sta ricercando, con grande convinzione, un gioco e che da un punto di vista caratteriale non è seconda a nessuno", ha detto a Sky Prandelli, a margine della Glebb & Metzger Francesco Molinari Golf Cup 2011 al circolo La Mandria di Torino, esibizione di beneficenza. Domenica sera le convocazioni azzurre per Serbia-Italia, il ct potrebbe richiamare Barzagli ("Chiellini è una garanzia, Barzagli, sta facendo non bene, benissimo) e ritroverà Cassano e Balotelli: "Antonio in Champions? E' da inizio stagione che sta facendo bene, deve soltanto dare continuità - ha aggiunto Prandelli -. Quanto a Balotelli, dico sempre che dipende molto da lui. Per quanto riguarda il nostro rapporto, quando viene in Nazionale si comporta bene, benissimo. Secondo me, ha tanti esempi su cui fare riferimento e deve soltanto giocare a calcio come sa giocare".

 
 
 

Del Piero: "Difficile trovare una rivalità come quella con il Milan.

Post n°5422 pubblicato il 29 Settembre 2011 da nadir63l
 

 Elettrizzato per l'atmosfera che respireremo allo Juventus Stadium...

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Juventus-Milan: sfida significativa sotto tutti i punti di vista per Alessandro Del Piero. Sono tanti i ricordi, le battaglie che segnano da sempre questa partita e il capitano bianconero, dalla sua fan page di Facebook, non nasconde l'emozione per la prima volta di un big match nel nuovo Juventus Stadium. Ecco le sue parole: "Ci sono tante rivalità che hanno segnato e stanno segnando la mia carriera alla Juventus, alcune più sentite altre meno, alcune più 'tradizionali' altre meno, ma  come sfida di vertice è difficile trovarne una paragonabile a quella con il Milan, per durata e continuità nelle mie diciotto stagioni a Torino.Nella mia prima alla Juventus, nel 93/94, furono i rossoneri a spiccare il volo verso lo scudetto battendoci al Delle Alpi, l'anno successivo siamo stati noi a porre fine al loro dominio con la vittoria in casa nostra, che ci convinse definitivamente di essere da scudetto. Da allora è quasi sempre stato così, sfida che segna la corsa per il titolo, in Italia e in Europa. Il campionato è appena iniziato ma in questo Juve-Milan sono certo che ritroveremo quel clima da grande sfida di vertice, che segnerà una tappa significativa del nostro e del loro cammino, anche se arriva troppo presto per essere decisiva: comunque andrà, la strada sarà ancora lunghissima. Si tratta inoltre della prima grande partita, intendo tra quelle 'storiche', che giocheremo nel nostro nuovo stadio, davanti ai nostri tifosi. Non vi nascondo che sono già elettrizzato per l'atmosfera che sono certo respireremo domenica sera allo Juventus Stadium. Continuiamo a prepararci con la massima attenzione e concentrazione a questo  grande appuntamento".

 
 
 

TNAS: prima o poi qualcuno dovrà esprimersi!

Post n°5421 pubblicato il 29 Settembre 2011 da nadir63l
 


Immagine IPB

di Dario (Juve1897-2006)

Nel corso di una conflitto bellico ci sono delle battaglie che, da sole, determinano l'esito della campagna (Stalingrado, Lepanto, Alesia, Waterloo) e poi ci sono quelle piccole scaramucce tanto insignificanti che nemmeno vengono citate negli annali.
Tra questi due estremi c'è una via di mezzo: quegli scontri poco significativi da un punto di vista militare che acquistano rilevanza sotto il profilo propagandistico (oggi diremmo mediatico) e che, seppure non regalano una vittoria certa, fanno bene al morale della truppa.
Come ad esempio...la battaglia che sta conducendo la Juventus presso il TNAS.

Al di là dell'enfasi con cui se ne parla in questi giorni, infatti, la questione che dovrà essere giudicata dal Tribunale arbitrale é abbastanza marginale.
L'ambito del giudizio è piuttosto ristretto: non si chiede di riformare le abnormi sentenze del 2006 né tantomeno di restituire gli allori al legittimo proprietario, semplicemente si discute se la FIGC abbia erroneamente deciso di non decidere riguardo all'assegnazione del famigerato “scudetto di cartone” e se lo stesso debba essere rimosso o meno dalla bacheca interista.

La banda Moratti in realtà non rischia tantissimo dal punto di vista sportivo: semplicemente potrebbe uscirne senza più un trofeo che non è mai stato suo e che tutti i tifosi e dirigenti interisti, al di là dell'intransigenza di facciata, sanno che non potranno conservare ancora a lungo.
Per tutte le altre malefatte c'è la prescrizione, che nessuno al momento contesta e che consentirà ai protagonisti di 5 anni di successi taroccati di farla franca ancora una volta.
Teme qualcosa in più la FIGC, perchè laddove si dovesse riconoscere l'illegittimità del suo operato ne dovrebbe rispondere a tutti i livelli: dal punto di vista patrimoniale, dove però il rischio di risarcimenti è molto contenuto (almeno finché non si arriverà alla tanto agognata revisione di tutta la vicenda calciopoli), e dal punto di vista politico, laddove le istituzioni nazionali e internazionali (UEFA) dovessero finalmente aprire gli occhi.

Il procedimento presso il TNAS è quindi molto più rilevante dal punto di vista mediatico, dato che si tratta pur sempre del primo organo sportivo che viene richiamato a pronunciarsi sui terribili fatti del 2006 e per la prima volta la società Inter e la FIGC si trovano a dover affrontare un giudizio dalla parte degli accusati e non degli accusatori.

Il primo round di questo match è andato – così si è detto – appannaggio della Juventus, dato che il Presidente del Tribunale non ha ritenuto di accogliere l'eccezione di totale incompetenza avanza congiuntamente dall'Inter e dalla Federazione, limitandosi a respingere la sola domanda di risarcimento danni per la quale occorrerà, se del caso, rivolgersi al TAR.
La notizia di oggi è che Giuseppe Scandurra, il presidente del collegio del Tnas che doveva esprimersi in merito, ha rinunciato all’incarico per motivi personali . Nuovo presidente è stato nominato Angelo Grieco.

Attenzione però: il provvedimento presidenziale ha semplicemente escluso l'esistenza di una “incompetenza manifesta”, ma rimane impregiudicata la possibilità che la stessa venga invece rilevata successivamente dai tre arbitri a seguito di un esame più attento della questione.
Sinceramente però, che il Collegio smentisca quanto deciso in via preliminare dal Presidente è una ipotesi piuttosto improbabile (anche se non impossibile) e, per quel poco che è dato di capire dall'esterno, sembra proprio che il TNAS alla fine si pronuncerà sul merito.
In caso contrario, nessuna tragedia, si andrà all'Alta Corte.
Si perderà altro tempo ma poco male: prima o poi qualcuno dovrà esprimersi in via definitiva su questa istanza e, nel mentre si aspettano sentenze ben più importanti dai Tribunali penali, non costa nulla ingannare il tempo esaurendo tutti i gradi previsti dalla giustizia sportiva.

Per quanto mi riguarda, e parlo a titolo strettamente personale, considero tutta questa battaglia processuale che parte dal TNAS e che sfocerà (probabilmente) al TAR solo un divertentissimo passatempo in attesa che si risolvano le vere questione che decideranno il futuro dei tifosi e della società bianconeri: i processi penali a Moggi e Giraudo che, in caso di esito positivo, aprirebbero le porte alla completa revisione di Calciopoli.

Nel mentre non ci resta che sperare e vigilare senza illusioni, godendoci però le facce dei tifosi interisti che ultimamente – chissà perché – ricordano tanto quelle che avevano gli juventini nell'estate 2006.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1878


 
 
 

JUVENTUS-MILAN. DIRIGE RIZZOLI

Post n°5420 pubblicato il 29 Settembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Sarà Nicola Rizzoli, della sezione di Bologna, l'arbitro del big match Juventus - Milan, posticipo della sesta giornata di campionato, in programma domenica sera alle 20:45 nel nuovo stadio bianconero. Rizzoli sarà coadiuvato dagli assistenti Niccolai e Copelli, mentre Tagliavento sarà il quarto uomo. Di seguito il quadro completo delle designazioni:

Serie A TIM - Designazioni 6ª Giornata di Andata

Domenica 2 ottobre ore 15.00


CESENA – CHIEVO
BANTI
BIANCHI – IANNELLO
IV: RUSSO

FIORENTINA – LAZIO
BERGONZI

STEFANI – FAVERANI
IV: ORSATO

INTER – NAPOLI Sabato 01.10 h. 20.45
ROCCHI

NICOLETTI – ROMAGNOLI
IV: DE MARCO

JUVENTUS – MILAN h. 20.45
RIZZOLI

NICCOLAI – COPELLI
IV: TAGLIAVENTO

LECCE – CAGLIARI
GUIDA

DE PINTO – GRILLI
IV: DI BELLO

NOVARA – CATANIA h. 12.30
BRIGHI

MUSOLINO – ALTOMARE
IV: GALLIONE

PALERMO – SIENA
ROMEO

ALESSANDRONI – CARRER
IV: CALVARESE

PARMA – GENOA
DAMATO

GIALLATINI – PADOVAN
IV: VALERI

ROMA – ATALANTA Sabato 01.10 h. 18.00
CELI

BARBIRATI – TONOLINI
IV: NASCA

UDINESE – BOLOGNA
PERUZZO

DI FIORE – RUBINO
IV: GIACOMELLI

 

 
 
 

Alvaro Moretti: "Dopo Auricchio, Baldini e Nucini sarà il turno di Abete e Figc?"

Post n°5419 pubblicato il 28 Settembre 2011 da nadir63l
 

Il giornalista di Tuttosport sui possibili nuovi sviluppi riguardo calciopoli.
© foto di Andrea Ninni/Image Sport

Da sempre attento e preciso riguardo il fronte calciopoli, il giornalista di Tuttosport Alvaro Moretti, con il suo consueto video-punto sul sito del quotidiano torinese, ha analizzato gli ultimi sviluppi dopo l'udienza di ieri con l'arringa dell'avvocato Prioreschi, con conclusioni forti e dovute e anche possibili sviluppi interessanti: "Ci aspettavamo un finale così, giusto tutto sommato. Moggi attraverso il suo legale Prioreschi, dopo aver smontato le presunte frodi sportive, ha chiesto la trasmissione degli atti per falsa testimonianza in riferimento ad Auricchio, Baldini e Nucini, e ha chiesto la trasmissione degli atti riguardo lo svolgimento lacunoso, e mostrato in modo impietoso, delle indagini al giudice Casoria e al suo collegio riguardo la squadra che ha ascoltato e amputato di parti significatissime le intercettazioni. Le accuse di oggi sono state al limite dell'insulto e pesantissime, è una richiesta netta quella che fa Moggi e alla quale si accoderanno anche gli altri imputati di questo processo, è chiaro come questa indagine sia stata azzoppata, villipesa e offesa con la negazione della verità nascosta prima dall'accusa ed emersa poi grazie al lavoro delle difese, perchè abbiamo scoperto solo in seguito che certe telefonate riguardanti le frodi sportive e il reato associativo sono state messe inizialmente in disparte, per alcune si è usato la scusa del server rotto quando questo era perfettamente funzionante. Sui baffi che i marescialli colorarono di rosso per evidenziarne la gravità è un dato di fatto che essi c'erano come è un dato di fatto che chi ha trasmesso e fatto la selezione dei baffi ha ignorato questo fatto, ora la magistratura deve indagare su questo perchè calciopoli è inevitabilmente destinata ad un ribaltamento di ruoli, con gli indagatori che dovranno difendersi dalle accuse. C'è da approfondire il discorso Auricchio-Baldini, se essi erano effettivamente amici e se questo rapporto ha dato il via in quei caldi giorni in via In Selci al famoso "ribaltone" di cui lo stesso dirigente parla eloquentemente nel giugno 2005 al vice-presidente federale Mazzini, un ribaltone che si è poi effettivamente materializzato, ora Baldini dovrebbe diventare dg della Roma mentre Moggi è radiato e la Juventus ha subito i danni che tutti sappiamo, insomma più ribaltone di così è difficile pensare. Nucini viene finalmente messo sotto la lente anche lui perchè va approfondito il suo ruolo da "cavallo di Troia" di Facchetti, se effettivamente questa cosa potesse essere fatta in modo tranquillo. Capiremo tutto questo solo fuori dall'ambito sportivo, se erano comportamenti che erano consentiti o meno, mentre mi pare che la capacità di autocritica e rilettura degli organismi sportivi è inesistente e Abete resiste sulla poltrona dichiarandosi incompetente a riguardo. Ora però dovrà rispondere davanti al Tnas come Figc e anche dinnanzi a giudici penali in quanto si è voluto percorrere lo stesso percorso delle indagini che ieri è finita alla berlina. Chissà che succederà....".

 
 
 

Baldini: l’uomo del ribaltone...

Post n°5418 pubblicato il 28 Settembre 2011 da nadir63l
 


Immagine IPB

Giusy Fiorito

14 luglio 2011. Conferenza stampa di presentazione della nuova Roma di Thomas Di Benedetto e del tecnico Luis Enrique. Viene annunciato il ritorno di Franco Baldini nella società giallorossa in qualità di DG, sancito anche da un’intervista a La Repubblica dell’uomo del ribaltone.

Forte dell’esperienza maturata in Spagna e soprattutto in Inghilterra, preannuncia con fare da intellettuale la filosofia etica che intende applicare alla società giallorossa. Slegata dalle ansie nostrane e volta ad allontanare la violenza dagli stadi, dimenticando le lagnanze da parte di tutti i rappresentanti delle società, giocatori compresi, contro gli arbitraggi. Tutto nel nome della correttezza, lealtà, legalità e osservanza delle regole. Come è di moda nel calcio pulito postcalciopoli. Quello che ha contribuito a creare.

Baldini approda alla Roma come dirigente nel 1999, l’anno dei Rolex. D’argento per gli arbitri e d’oro per i designatori. Il 14 aprile 2005, secondo la prima informativa stilata da Auricchio, testimonia contro Moggi e dichiara che si sarebbe trattato di un tentativo di contrastare il condizionamento arbitrale operato dalla Juventus e dal Milan.
Nel 2001 viene coinvolto nella vicenda del passaporto falso di Recoba, ma anche la Roma subisce indagini e processi per un paio di giocatori. Le pene risultano miti, solo multe pecuniarie. Un anno di squalifica a Oriali e 9 mesi a Baldini. Lo scorso marzo Oriali accusa Baldini di essere il responsabile di tutto, per avergli presentato il faccendiere Krausz, ma nonostante le scuse nessuno dei due appare preoccupato di avere ottenuto il documento senza farne richiesta agli organi competenti.
Nel 2002 scoppia il caso dell’intercettazione che svela come Bergamo prometta a Sensi una lista di 5 arbitri amici in cambio di una commessa sostanziosa nel settore delle assicurazioni. Il pm del processo GEA chiederà al gip l’archiviazione.
Nel 2003 finisce nei guai un segretario COVISOC che avrebbe dato una mano alla Roma per una fideiussione fasulla che le garantisse di raggiungere i parametri per l’iscrizione al campionato.
Nel 2004 le difficoltà economiche della squadra giallorossa persistono e bisogna fare cassa. Samuel va all’Inter e Emerson alla Juventus. La rivalità nei confronti dei bianconeri si accende con il passaggio di Capello in bianconero. Un’intercettazione tra Moggi e Giraudo fa parlare di presunte pressioni della Juve per arrivare al giocatore attraverso un contratto televisivo per la Roma, ma in realtà si tratta dell’ipotesi di un quadrangolare da disputare per quattro anni da aggiungere sul piatto a 15 milioni di euro e Brighi. La stampa lo definisce un affare, la finanza dice che è tutto a posto, ma secondo Baldini i dirigenti juventini lo ostacolano per sostituirlo con Alessandro Moggi. Adottando una linea morbida nei confronti della Roma dopo la cena organizzata dall’ex sindaco romano, lo juventino Veltroni, il 7 luglio 2004, con Rosella Sensi.
Nel marzo 2005 Baldini conferma nella trasmissione “Parla con me” di Serena Dandini la sua idea che siano Milan e Juventus ad amministrare tutto nel calcio, accusando anche la GEA, quindi si dimette dalla Roma.
Nel 2006, sul finire del campionato, scoppia calciopoli. Nel gennaio 2010 Luciano Moggi dà notizia dagli studi di Studio Stadio di un’intercettazione non inserita dai pm negli atti del processo di Napoli, che risale al 4 aprile 2005. In essa il dirigente romanista chiede a Innocenzo Mazzini di intercedere con il DG bianconero perché il suo amico Renzo Castagnini sia assunto dall’Arezzo Calcio e come ricompensa gli propone: “Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”. Aggiungendo: “Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato”. Che intende dire?
Il 31 marzo 2008 Baldini depone al processo GEA, accusando Moggi di pressioni per ottenere le procure di giocatori romanisti. Il 17 giugno lo scontro tra i due degenera. Baldini riferisce di essere stato minacciato da Moggi fuori dall’aula e lo denuncia alla procura della Repubblica. Come riporta il Corriere della Sera, Moggi rende una dichiarazione spontanea al processo, dicendosi stanco di prendere pugni in faccia e amareggiato di aver dovuto lasciare il suo lavoro per frequentare tribunali. Accusa Baldini e Auricchio, che ha svolto indagini sia per il processo GEA che per quello di Calciopoli, di aver ordito una macchinazione sulla base di chiacchiere e riferisce che si sarebbero frequentati per un mese, con riunioni segrete nel corso delle quali il maggiore avrebbe chiesto all’ex dirigente giallorosso di sporgere una denuncia nei suoi confronti.
Nel corso dell’udienza del 7 ottobre 2010 l’avvocato Prioreschi interroga il teste Franco Baldini, che conferma di aver conosciuto il maggiore Attilio Auricchio nell’estate del 2003, quando i carabinieri di via Inselci stavano conducendo indagini sull’iscrizione della Roma al campionato attraverso false fideiussioni. In quell’occasione fa una denuncia contro ignoti e in seguito alle dichiarazioni rese nella trasmissione della Dandini viene chiamato da Auricchio, non per essere interrogato ufficialmente, ma per sapere se ha voglia di dare seguito alle accuse mosse. Pur non avendo prove circostanziate, Auricchio lo chiama ancora qualche tempo dopo e Baldini si lascia convincere a cogliere l’occasione che non si sarebbe più presentata nel mondo del calcio per denunciare qualche minaccia personale. E’ senza dubbio l’allora maggiore a cercarlo e l’incontro si svolge qualche settimana dopo le sue dimissioni dalla Roma. Prioreschi gli fa notare di aver testimoniato proprio interrogato da lui al processo GEA di aver negato di conoscere Auricchio. Ne nasce una vivace bagarre con Narducci, che si oppone con veemenza, ma anche una confusione di date nella quale non si capisce se e quando esattamente Baldini e Auricchio si siano incontrati, che l’ex dirigente della Roma tenta di risolvere prima con delle battute e poi dicendo di aver dimenticato la vicenda delle fideiussioni, ma ammettendo di averlo incontrato. Prioreschi ricapitola la versione del colonnello, secondo il quale tra l’agosto 2004 e l’aprile 2005 si sarebbe visto con Baldini tre o quattro volte prima dell’interrogatorio formale e altrettante dopo. Baldini ribadisce di averlo incontrato una o due volte per le fideiussioni e poi solo dopo le dimissioni dalla Roma per testimoniare e fare i nomi di persone disposte come lui a collaborare denunciando le minacce, i soprusi e i maltrattamenti subiti da Luciano Moggi. Si tratterebbe di Nelson Ricci, DS del Siena e di due agenti di calciatori, Dario Canovi e Stefano Antonelli.
Dopo ulteriori tentativi di opposizione del pm e qualche reticenza di Baldini, Prioreschi afferma che secondo Antonelli Baldini lo chiama per andare a riferire ciò che sa ad Auricchio nell’ottobre-novembre 2004 e non dopo il marzo 2005. Infatti viene interrogato da Auricchio per il processo di Napoli il primo febbraio 2005. La deposizione di Baldini si conclude con la sua conferma della collaborazione con Auricchio.

L’intervista di Repubblica si chiude invece con una frase non troppo elegante nel contesto pretenziosamente etico e intellettuale, che il padre di Baldini sarebbe solito ripetergli: “Dove girano le pedate tu ci metti sempre il sedere”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1875

 
 
 

I media il giorno dopo la difesa Moggi...

Post n°5417 pubblicato il 28 Settembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di P. Cicconofri

Il giorno dopo l’arringa del legale di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi, al processo calciopoli, andiamo a vedere come i principali giornali sportivi trattano l’argomento.

Pagina 23 per la Gazzetta dello Sport, un articolo a firma di Galdi e Piccioni dal titolo: “’Caccia all’uomo contro Moggi violando la legge’. Il Legale: ‘Inchiesta con Killer e mandanti’. L’ex dg si difende citando Ferguson e Biagi.”
Una cronaca scarna e senza commenti, dove i giornalisti si sorprendono perché “non s’è parlato della telefonata-bomba, quella di Bergamo a Rodomonti, che sarà affrontata dall’Avvocato Trofino nella seconda arringa della difesa Moggi”. Viene ripreso il tema chiave della requisitoria, quello relativo alle “sim svizzere”, che così viene proposto: “Questo delle schede è stato un tema chiave della requisitoria. D’altronde la difesa di Moggi sa che le famose utenze svizzere, di cui comunque l’ex dg juventino ha ammesso il possesso seppure per difendersi dallo ‘spionaggio industriale’ sul mercato, sono il punto su cui l’accusa ha insistito di più. Per Prioreschi ‘l’acquisizione è stata fatta in violazione di legge, senza rogatoria internazionale, non c’è uno straccio di documento che autorizzava l’operazione in svizzera’. Tanto da tornare a chiedere ‘l’inutilizzabilità’. Poi ha contestato i metodi di attribuzione. E qui naturalmente l’impresa è stata più faticosa”.

L’idea è quella di aver dovuto trattare l’argomento e di averlo fatto appositamente con sufficienza. Nulla a che vedere con gli editoriali ricchi di consigli “etici”, di “battaglie epocali“ e di “annunci esplosivi” che hanno devastato il calcio italiano nel 2006.
Da rancorosi vediamo come di giorno in giorno, il giornale che pretende di avere la credibilità di un giudice, pesa i contenuti da diffondere in base all’obiettivo da raggiungere. Non è una novità ma è pur sempre sbagliato. Moggi e Prioreschi hanno attaccato duramente anche la gazzetta, ma nessuna posizione è stata presa a riguardo, evitando persino di ricordarlo… Leggeremo sicuramente in merito nei prossimi giorni, quando in prima pagina, con enfasi, sarà dato ampio spazio a qualche accusatore. Diamogli il tempo di prepararsi…
Non trova posto nemmeno un trafiletto in prima pagina a richiamo dell’argomento, dove invece c’è spazio per Totti che festeggia il suo compleanno con “porchetta”, con tanto di immagine allegata.

Senza andare troppo indietro nel tempo, un confronto immediato lo possiamo ricavare l'indomani della richiesta di Narducci, formulata al termine della sua lunga requisitoria. Come vedete, ha avuto altra visibilità:
link.

Pagina 14 per il Corriere dello Sport, con un articolo a firma di Edmondo Pinna, dal titolo: “Calciopoli, un colpo di teatro del pool difensivo scuote l’impianto accusatorio. ‘Imbroglioni, Moggi non è colpevole’. Prioreschi:’Indagate sui testimoni e su chi ha indagato!’”.
Diretto l’approccio all’argomento che parte senza indugi dalla fine dell’arringa definendola “devastante”, elencando dettagliatamente le richieste conclusive dell’avvocato Prioreschi che, scrivono, “tiene il coup de Theatre per la fine, dopo otto ore di arringa lucida e sferzante”.
Spazio lasciato anche all’intero contenuto delle dichiarazioni fatte ad inizio udienza dall’ex dg juventino “’ Moggi: ’La Juve non mi ha mai difeso io che ho vinto senza spendere soldi”. Ricordato, infine, anche il battibecco seguito all’applauso spontaneo a L. Moggi, tra Vigoriti e Nicola Penta.

Viene paventata l’ipotesi di un ricorso in Cassazione per la nullità delle sentenze per violazione del diritto di difesa, laddove si ricorda che Casoria ha chiesto a Prioreschi di “prepararsi” in sostituzione dell’avvocato Morescanti, qualora per indisponibilità personale dovuta ad una gravidanza difficile, non potesse essere presente per l’udienza del 25 ottobre, dove sono previste le arringhe conclusive degli imputati Bergamo, Fabiani e Fazi.

Argomento non di primo piano ma trattato in modo completo e soprattutto evidenziando alcuni passaggi chiave della requisitoria senza paura di indicarne i punti di forza.

Proprio ieri,
Michele Baldi (a volte il caso...), consigliere della Roma ha dichiarato: “in queste ore stanno emergendo dei fatti nuovi rispetto a calciopoli. Se questi fatti fossero emersi a tempo debito e fossero stati puniti così come sono stati puniti altri in altre situazioni simili, la Roma avrebbe cinque scudetti in più. Fate i conti. Io vi dico solo che ho affidato al nuovo Presidente e a questo consiglio di amministrazione, la valutazione di quello che emergerà dall’ennesimo processo su calciopoli per valutare i danni, innanzitutto nei confronti dei tifosi, nei confronti delle aspettative di tanta gente e anche del danno patrimoniale della società. Voi immaginate come sarebbe cambiata tutta la storia del calcio italiano rispetto ai fatti che stanno emergendo in questo momento. Se quelle testimonianze sono vere, sono testimonianze e fatti simili ad altri che hanno mandato la Juventus in B. Se la Juventus è andata in B doveva andare anche l’inter e se l’inter andava in B in quel momento… fatevi i conti….”

E Baldini che ora è un dirigente della Roma?
Interesse strumentale? Proprio ieri c'è stata la nomina ufficiale del nuovo presidente della 'maggica'...
A pensar male si fa peccato ma a volte...

Pagina 2 per Tuttosport, curata da Alvaro Moretti. Il titolo: ”Moggi denuncia Auricchio. Pure Baldini e Nucini risponderanno di falsa testimonianza. Esposto contro l’inchiesta.” Viene ripreso nel dettaglio ogni singolo aspetto: “Il sorteggi truccato? Lo hanno negato tutti”; “Le sim, che schifezza! Sono delle prove illegali”; “La comicità delle frodi ricostruite con le bugie”; “Ignorano le telefonate e poi mentono in aula”; “le sim svizzere servivano per il mercato”; “scontro Vigoriti-Penta”.

La conferma di Bergamo: “A Rodomonti dissi di fischiare pro inter”. “Questa, comunque, è un’intercettazione micidiale sotto il profilo penale, taglia la testa al toro: altro che associazione a delinquere. Io dissi a Rodomonti che in caso di dubbio doveva guardarsi dietro, a chi era 15 punti dietro ( l’inter ndr), il senso è quello si. Non doveva favorire la Juve.

Riprese anche le dichiarazioni di Rodomonti rilasciate a RadioRadio: ”Fui chiaro subito: io avrei dato il massimo, ero pronto. Non sapevo che c’era la chiamata di Carraro dietro. Mi ha chiamato il mio capo: mi dice alla fine di stare attento, se si sbaglia a favore della Juve possono esserci problemi politici. Problemi loro: io non fui condizionato. Sbagliai in Empoli-Juve: venni tenuto lontano per tre anni. Quello è il modo di parlare di Bergamo. E’ una telefonata strumentalizzata: lui ragionava come Carraro. L’espulsione mancata di Toldo? Io vidi giallo. Cesari e Agnolin erano per il giallo, Collina disse rosso. Mi hanno strumentalizzato: Moggi sono anni che mi attacca in ogni momento”.

Questo è quello che il lettore/tifoso ha oggi a disposizione per conoscere ed essere informato sui contenuti di una delle udienze più importanti del processo di calciopoli. Inutile paragonarlo alla carneficina del 2006 quando c’era da fare fronte comune per condannare la Juventus.

Nessun approfondimento dai principali canali televisivi, solo brevi report presentati quasi con ironia per sminuire la ricostruzione della difesa di Luciano Moggi.
Anche in questo caso, nulla di minimamente paragonabile al 2006 quando, senza remore, venivano sbattuti in video tutti i presunti colpevoli con l’ascolto delle intercettazioni, appositamente selezionate e presentate alla massa con l’unico scopo di consolidare il sentimento popolare e giustificare la condanna.
Oggi spazio rilegato alle televisioni private, con ascolti limitati dove, tra urlatori disinformati, si tenta di raccontare l’ imbroglio fatto ai danni si della Juventus, ma anche all’intero calcio.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1876


 
 
 

‘La gente della Juve’ su calciopoli...

Post n°5416 pubblicato il 27 Settembre 2011 da nadir63l
 


Immagine IPB

Nell'estate di calciopoli nacque un'espressione che sintetizzava bene l'architrave delle sentenze sportive: “sentimento popolare”. Una sorta di legittimazione in nome della maggioranza degli avventori dei bar che bramavano la più vile delle vendette sportive ai danni della Juve.
A più di cinque anni di distanza dal golpe dell'Italia pallonara i fatti hanno smentito qualsiasi presupposto di quel sentimento. Oggi prende sempre più piede un sentimento nuovo, quello dei tifosi juventini che fin da subito rifiutarono la farsa. Vi è inoltre nel tifo bianconero un senso di consapevolezza tale che la certezza di essere sempre stati dalla parte del giusto non può essere intaccata dalle recrudescenti campagne mediatiche e dalle infastidite reazioni delle istituzioni sportive.

“La gente della Juve” che negli ultimi cinque anni ha trovato un nuovo modo di seguire e condividere la passione bianconera, attraverso le comunità nate sul web, proprio come GLMDJ.
“La gente della Juve” , semplici tifosi legati alla storia della Juventus. Voci che non hanno la ribalta mediatica di cui godono i circoli chiusi dell’informazione, troppo spesso collusi con il potere e capaci di monopolizzare il pensiero dei lettori/ascoltatori, dotati però di quella volontà, che riesce a superare i limiti della becera informazione italiana.

Ecco cosa scrive Lothar, alla vigilia dell’attesa arringa di Prioreschi (difesa Moggi) a Napoli:
“Nel calcio italiano c'è una ferita aperta che sanguina da quella torbida estate del 2006. Una ferita che molti, ancora oggi, si ostinano a voler ignorare.
E quando una ferita non si rimargina (curandola) il paziente rischia seriamente la morte.
Per molti di noi, da quel momento, il calcio, almeno quello italiano (e quello che ne resta in termini di credibilità) non è più lo stesso, e forse non potrà mai più esserlo.
E per molti anche tanti aspetti delle istituzioni (sportive, mediatiche, giuridiche e politiche) hanno una credibilità diversa.
Quando sporchi una passione e non levi (o lavi) quella macchia, allora quella passione è compromessa. E un ex appassionato non dimentica.
Mi auguro che qualcuno nella proprietà abbia capito bene questo principio, perchè tutto il resto è secondario. A buon intenditor ...”.


Questa invece scrive Gilberto, dopo l’ennesimo editoriale antijuve della gazzetta:
“Cosa disse in un editoriale il direttore che nacque interista?
‘Abbiamo documentato, seguito con rispetto e talora anche appoggiato le iniziative legali che la Juventus ha intrapreso nell’ultimo anno. Ma se l’avvocato Briamonte, o chi per lui, intende trasformare una contesa di giustizia sportiva in un’ordalia o, peggio, in una guerra all’ultimo stadio lo farà senza di noi’.
Non ha aggiunto che sarebbe rimasto neutrale.“


E Palmarius, commentando le ultime dichiarazioni dell’ex Platinì, scrive:
“Stiamo imparando a nostre spese che i calciatori, anche se campioni, anche se miti, anche se monumenti della nostra storia, quando si tolgono lo scarpette tornano ad essere uomini, solo uomini con i loro limiti, le loro debolezze, le loro contraddizioni. E noi, quando crollano i miti proviamo dispiacere, delusione, magari dolore. Per Le Roi mi dispiace, forse più che per altri perchè aveva un posto di gran riguardo nella mia memoria. Non lo rimuoverò, non cancellerò le emozioni che mi ha, ci ha dato. Solo, come uomo, tornerà ad essere uno dei tanti, più che altro un omuncolo. Sicuramente non morirà di solitudine, ce ne sono tanti...
Adesso quel foglio color rosa dedica volentieri la maggior parte della prima pagina all'argomento, giusto per evidenziare quella frase infelice di Platini: ‘Agnelli poteva risparmiarsi i soldi del francobollo’. Ecco, di tutta la questione, che Platini parlando di un Agnelli, un Agnelli vero, si esprima in modo così sprezzante, così arrogante, è la cosa che mi ha dato più fastidio. Poteva emettere un comunicato ufficiale dichiarando l'incompetenza, eufemismo per mascherare la non volontà, ma quell'espressione, per dirla chiara, mi ha fatto proprio schifo. Per cui caro Platini, grazie per quello che hai fatto da giocatore, ora goditi la tua poltrona... Per quanto sei stato grande col pallone, altrettanto sei piccolo come uomo. Naturalmente ai miei occhi.


Sempre sullo stesso argomento, molto sentito dal popolo giulemanista, riporto l’intervento di Marcolanc:
“Non mi stupisce. Platini-calciatore non c’entra niente con Platini-uomo-e-politico.
Il primo era un fuoriclasse assoluto, capace di emozionare chiunque amasse il calcio. Il secondo è un mediocre opportunista, che come persona vale meno del francobollo usato per inviargli quella lettera.“


Prosegue, sullo stesso tema, Cirillo:
“Miei giovani amici, dovete farci il callo, la vita di queste situazioni è piena, l'uomo prima pensa alla sua convenienza, e non stupitevi, perché alle volte rinnegano anche chi gli ha dato la vita.
Quando ho letto la notizia ci sono rimasto male, anche perché il sig. (si fa per dire) Platini sa che la Juventus tramite il suo Presidente richiede quello che giustamente le è dovuto, ma tanto gli interessi personali vengono prima”.


Più pragmatico Il Martinello:
“L'unico modo per darci una mano, (ed io spero che non se ne senta obbligato) è quello di prendere ufficialmente le distanze da noi per tacitare i tanti La Russa che imperversano nel calcio europeo ed italiano in particolare. Per il resto ci sono le carte che parleranno. Personalmente io ho idolatrato Platini come calciatore e non dimenticherò mai quello che ha fatto per noi. Da quando s'è dato alla politica mi è capitato di doverne prendere le distanze più di una volta. E nell'occasione non mi sono mai fatto influenzare, nel bene e nel male, dal suo passato. Quando mi avrà fatto sapere, ufficialmente, il suo pensiero sull'esposto presentato da Andrea, lo giudicherò per come si sarà espresso tenuto conto del suo attuale incarico, delle sue prerogative e delle sue responsabilità.”

Commenti che proseguono durante l’arringa di Prioreschi. Scrive Billy Bud:
Volete il nome, volete una faccia, volete il mandante a cui strappargli il cuore per addentarlo ancora pulsante: non esiste!!!!!
Il cuore non esiste, nessuna vendetta sarà possibile. Nulla è possibile quando l'invidia accecante oscura l'abilità altrui. E' la natura dell'uomo non riconoscere i propri limiti, la storia né è piena Il nostro perché non troverà mai risposta. Abbiamo avuto la fine che aspetta ai grandi della Storia A noi è possibile conoscere l'unica certezza, quella dell'arma usata per sopprimerci: la falsità.


E per concludere una voce fuori dal coro, quella di nimich , che scrive:
Vì è anche qualche altro tifoso di qualche altra squadra (non necessariamente attualmente in serie A prescritti) che segue e che sta dalla vostra parte. Questo tifoso aveva già capito tutto a giugno del 2006.; per anni si è sentito dare dello ‘juventino’ e lui che diceva sempre: ‘non è vero e lo sai, semplicemente io sono per la verità e voi siete solo dei delinquenti patentati e protetti... Poi, un bel giorno, questo tifoso ha trovato voi e i vostri dossier; tutto quello che pensava era lì, scritto su un sito internet e allora ogni volta che quel tifoso pronunciava la parola "calciopoli" o "Moggi" lui ribatteva con le stampe dei dossier di GLMDJ. Oggi è un bel giorno anche per questo tifoso, tifoso della verità. Ma il giorno della sentenza probabilmente sarà per lui un giorno ancora più bello.

“La gente della Juve”, gente libera di pensare, di esprimersi e di far sentire la propria voce e che guardandosi negli occhi sa di combattere una guerra giusta!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1874


 
 
 

farsopoli-napoli-27/09/2011--parte3

Post n°5415 pubblicato il 27 Settembre 2011 da nadir63l
 

CONCLUSIONI

Siamo alla conclusione dell’arringa. Prioreschi chiede l’inutilizzabilità delle schede straniere per violazione degli art. 191, 696 e 729 del codice di proceduta penale e del trattato bilaterale italo-svizzero, di assolvere Luciano Moggi da tutti i capi di imputazione con la formula "perché il fatto non sussiste". Chiede la trasmissione alla Procura di Napoli degli atti, per falsa testimonianza nei confronti di Baldini, Nucini e Auricchio e la trasmissione degli atti per abuso in atti di ufficio, falso ideologico e calunnia in danno di Moggi alla Procura di Roma. Chiede l’acquisizione dell’elenco delle telefonate con i baffi colorati di cui ha parlato.
Gallinelli, legale di De Santis, si associa alla richiesta. Il pm e l’avvocato di Pairetto si oppongono all’acquisizione dei tabulati con i baffi. Il Presidente Casoria si riserva di decidere e acquisisce provvisoriamente.
Prossima udienza, il 25 ottobre.

 
 
 

farsopoli-napoli-27/09/2011---parte2

Post n°5414 pubblicato il 27 Settembre 2011 da nadir63l
 

Le telefonate nascoste.

La scoperta dell’imbroglio si deve al lavoro dei consulenti informatici Porta e Penta, che hanno permesso di conoscere le telefonate che erano state occultate. La scoperta avviene seguendo la taccia di un’informativa nella quale si faceva riferimento a un’intercettazione del 5 gennaio 2005 nella quale Bergamo dice alla Fazi che nel corso di una telefonata con Moratti, questi gli ha parlato di una cena con Facchetti. Ma di questa telefonata non c’era traccia. C’erano circa 170.000 intercettazioni, di fatto ne mancavano molte all’appello. Inoltre, secondo i consulenti, i progressivi saltavano diversi numeri e si rendeva necessario chiedere i tabulati ai gestori. I brogliacci erano di scarso aiuto. Quelli che apparivano più completi, erano illeggibili, se contenevano l’oggetto, era sbagliato. Dopo Cagliari Juventus Racalbuto parla con Pairetto. Nel brogliaccio si spiega che la telefonata è stata ascoltata ma non registrata per un guasto del server. Falso. I consulenti l’hanno trovata, esiste e può essere ascoltata. Si tratta di un imbroglio. Prioreschi chiede di trasmettere gli atti del processo alla Procura della Repubblica, per accertare se in questo processo c’è la mano di un mandante, un killer, o se gli imputati siano stati sfortunati. Anche se il fatto che siano state occultate solo le intercettazioni non utili all’accusa la dice lunga sulla prima ipotesi.

Coppola.

Quando viene interrogato da Auricchio e Di Laroni perché vuole rendere una testimonianza sull’Inter, gli dicono che non ci sono telefonate che coinvolgono i nerazzurri. Quando Auricchio figura al banco dei testimoni, fa la scena. E’ titubante, Narducci gli suggerisce che tanto la difesa non può dimostrare nulla, allora confessa che qualcosa sarà sfuggito, ma che "tutte le intercettazioni effettuate dai telefoni sotto controllo sono state trascritte e registrate” e Facchetti avrà chiamato su un altro numero. Aggiunge pure che tutte le intercettazioni riguardanti dirigenti di altre squadre che non fossero la Juve, erano riportate sui brogliacci. C’erano o non c’erano? Da quando Penta scopre il 31 marzo la prima telefonata nascosta che riguarda l’Inter e Moratti, è un susseguirsi di importanti novità. Auricchio dirà ancora il 13 aprile che quella telefonata del 26 novembre è stata intercettata e trascritta. Prioreschi solleva dubbi sull’attendibilità di quella che definisce “questa gente che cerca di fregarti appena ti giri”. A luglio Penta scopre anche i baffi, un sistema usato sai carabinieri per segnalare il diverso grado di rilevanza delle intercettazioni attenzionate. Ebbene, i carabinieri che le avevano ascoltate, avevano segnalato anche le telefonate che non riguardavano i dirigenti juventini, con codici gialli e rossi che ne mettevano in luce la gravità. Chi ha operato la selezione delle intercettazioni dovrà renderne conto all’autorità giudiziaria. E’ una vergogna, per i carabinieri, per la procura e per tutti. Questo processo è un imbroglio dall’inizio alla fine.

Auricchio e Baldini

Emerge anche il rapporto anomalo tra Auricchio e Baldini, negato dal secondo e ammesso dal primo solo quando viene sbugiardato con il sorcio in bocca. Il rapporto tra i due nasce quando arriva la delega, nel luglio 2004, come confermano le dichiarazioni della Antonelli di giorno 1 febbraio 2005. Baldini chiese alla giornalista di parlare con Auricchio, il che esclude che gli abbia parlato solo il 31 marzo. Il 4 aprile 2005 Baldini dice a Mazzini nella famosa intercettazione che farà il ribaltone e lo salverà perché ha già fatto tutti i nomi ma non il suo. A chi se non ad Auricchio? Ecco il secondo imbroglio.

Ammonizioni mirate e metodo Auricchio

L’indagine continua a mosca cieca. Parma Juve. Un’intercettazione tra Lanese e Boschi suggerisce che De Santis agevoli la Juve, ma viene nascosta, perché l’arbitro risultava sdoganato secondo le teorie dell’accusa. “Roba comica”. Lo stesso per Moggi e Biscardi, quando viene detto che Bertini fa vincere il Milan contro l’Atalanta. I conti non tornano, il teorema accusatorio salterebbe, addio intercettazione. Secondo Auricchio la teoria delle ammonizioni mirate deriva da un’intercettazione tra Meani e Babini, nella quale l’addetto agli arbitri del Milan incarica il guardalinee di verificarne la possibilità. Babini viene interrogato. Scopre che il sistema non era efficace. Auricchio lo adatta alle partite della Juventus. E che dire dei nomi dei diffidati caduti nella rete della cupola? Mentre De Santis dimentica di ammonire i diffidati del Milan che potrebbe incontrare la Juventus senza Rui Costa, Nesta e Seedorf.
Secondo il metodo Auricchio si parte dai diffidati, si attenziona la partita seguente dei bianconeri e si selezionano le gare con i presunti arbitri amici. Il gioco delle tre carte. Si cerca qualcosa che potrebbe essere utile contro Moggi e si mette dentro il calderone delle accuse. L’indagine è stata fatta con i tabellini della Gazzetta dello Sport, come le imputazioni. Dallo stesso Auricchio apprendiamo che non ricorda di De Santis che a Palermo nega un rigore alla Juventus, ma se lo ha confermato la Gazzetta dello Sport che fosse rigore, è così di sicuro. Ma il triplo salto mortale viene fatto con le sim svizzere. I contatti presunti si trasformano in contenuti delle telefonate. Anche senza prova certa: non si sa a chi appartengano le schede, non si conosce il contenuto delle telefonate e nemmeno il tentativo di corruzione. Come ammette Di Laroni quando dice che non può prendersi la responsabilità di definire questi contatti avvenuti con le sim.

I sorteggi truccati

Su questo punto Narducci si è arrampicato sugli specchi e ha tramutato la fantasia in prova. Per truccare i sorteggi era necessaria la collaborazione di notai e giornalisti. Che secondo il metodo Auricchio non sono stati mai interrogati, se non al processo, quando hanno negato il loro coinvolgimento. Sotto accusa l’intercettazione di Moggi che dice alla segretaria di conoscere gli esiti del processo, ma quando già l’ANSA li avevi fatti sapere a tutti. Prioreschi afferma che hanno costruito la camicia addosso a Moggi, senza interrogare nessuno per evitare che il teorema accusatorio potesse essere smentito. I testimoni chiave dell’accusa sarebbe Manfredi Martino e Galati. Ascoltato anche a Torino, dove non aveva detto nulla delle palline truccate, Martino al processo dirà che i carabinieri in realtà gli avevano chiesto se e come sarebbe stato possibile truccare il sorteggio, imbeccandolo. Galati ha finito la sua collaborazione con la CAN nel 2000 e a che serve una sua testimonianza su fatti del 2005? Una tesi, quella del sorteggio truccato, astratta.

Le griglie.

Pairetto e Bergamo le facevano con tutti ed erano il segreto di Pulcinella. Un indagine seria è stata fatta a Torino, sugli arbitri destinati alle partite della Juventus. Prioreschi dice che pensava di non dover trattare nemmeno l’argomento, poiché Narducci su questo punto avrebbe dovuto arrendersi. A detta di Prioreschi i carabinieri si sarebbero resi responsabili di un falso ideologico in atto pubblico. Giorno 31 gennaio e il 13 maggio effettuano le riprese filmate del sorteggio. Nella seconda occasione la relazione di servizio dice che la seconda pallina, quella dell’arbitro, viene estratta da Manfredi Martino. Alle obiezioni Auricchio risponde in aula che fu Bergamo. Nell’udienza di giorno 1 ottobre il giornalista Riccardo Bianchi afferma di aver estratto lui le palline delle partite e di non aver notato nulla di strano in quel sorteggio.

Le sim.

Secondo i pm la segretezza dipendeva non dalla non intercettabilità, ma dall’intestazione riservata. Si basano sulle ammissioni di Moggi, su Nucini e sul metodo Di Laroni. Sollevata l’eccezione di inutilizzabilità delle schede svizzere, Prioreschi si sofferma ad analizzare un paio di crepe prodotte dall’accusa. Di Laroni ha affermato che avevano identificato le prime tre schede, ma che erano disattivate. Le intercettazioni sono iniziate dalla metà di febbraio e la difesa ha trovato su quella di Bergamo 4 telefonate, alle quali aggiungerne due per ciascuno su quelle di Pairetto e Moggi, tutte della durata di qualche secondo. E non riportate né sui cd audio, né nei brogliacci. Queste schede avrebbero dovuto prestarsi al requisito essenziale della segretezza. Invece Moggi, definito in fase preliminare da Narducci dotato di capacità criminale e maniacale, informa una decina di persone della loro esistenza. Ne richiede addirittura l’acquisto alla società bianconera, attraverso la signora Castaldi e va di persona a conoscere il negozio di De Cillis. Deve essere vero che il loro utilizzo fosse finalizzato al mercato. Lo stesso Di Laroni smentisce le sue teorie quando richiede l’archiviazione per Paparesta ammettendo che non esiste certezza che le due schede ipotizzate di suo possesso fossero effettivamente sue.

Nucini.

Sul teste Nucini arrivano nuove accuse di Prioreschi, destinate non solo agli inquirenti. Nucini sarebbe potuto anche diventare direttore di banca con Facchetti, visto che l’incontro con Fabiani si arricchisce della presenza di De Santis e Pairetto, tanto per configurare l’associazione. Narducci ha chiesto di utilizzare per la sentenza le dichiarazioni rese all’ufficio indagini e non durante il dibattimento. Errore da bocciatura all’esame di procedura penale per un pm che per fortuna ora è diventato assessore . Ma derivato dalle numerose versioni fornite dal teste, che avrebbe ricevuto la scheda non svizzera all’hotel Concord e poi l’avrebbe di volta in volta buttata, pur essendo una prova, consegnata a Facchetti, usata una, due volte, finché ne avrebbe dimenticato il numero. Per ritrovarlo 7 anni dopo, appartenente a una persona di Napoli, con il chiaro intento di indurre a pensare che si possa trattare di Moggi. Una sim imballata che un suggeritore occulto gli avrebbe consegnato, ricevuta il 25 settembre 2003 e attiva già 4 mesi prima. Numeri che sono sempre Telecom naturalmente. Anche i numeri dati secondo Nucini da Fabiani presso l’aeroporto di Lamezia sono inattendibili, risultandone uno non attivo. Secondo Narducci non ci sono intercettazioni sul calciomercato. Se non fatte, ovvio, non ci sono. Secondo Di Laroni non c’è contatto tra Bergamo e gli arbitri. Moggi sa che Paparesta tornerà di venerdì da suo padre e non da una sim svizzera. Gianluca Paparesta dice di non aver mai contattato Bertini, ma secondo Di Laroni ci sarebbero in tutto 21 chiamate. I Paparesta o sono sempre credibili o non lo sono.
Anche sulle intercettazioni cosiddette ambientali vi sono imprecisioni. In una intercettazione attribuita a Moggi e Racalbuto, l’ex dirigente lo chiama Albè, mentre il nome dell’arbitro è Salvatore e non vi sono arbitri di A con quel nome. Moggi chiama Achì un altro presunto arbitro e gli chiede del suo procuratore. Evidentemente si trattava di un calciatore.

Metodo Di Laroni, da imbroglioni.

Di Laroni scrive sempre “attribuzione verosimile”. Il suo metodo non è scientifico , come indicano le osservazioni del perito Di Falco, che parla di dati alla rinfusa, incompleti, registrati a mano con la penna, senza utilizzare il sistema Analyst, che avrebbe consentito di ridurre da un anno a una settimana il periodo di lavoro. Solo con traffico di cella, senza verificare se si trattasse di rsd o estendendo l’indagine al codice IMEI, che identifica il telefonino. Di Laroni non esegue nemmeno controlli sull’effettiva presenza dei sospettati sul luogo dei contatti telefonici, gli basta la residenza per l’attribuibilità. Le ricerche e le verifiche della difesa rappresentano a questo punto una contro-indagine doverosa. Prioreschi sostiene che invece di perdere tempo con le sim, Di Laroni poteva andare a cercare i delinquenti.

Questo è il processo del circa. Come scrive spesso Di Laroni nelle sue informative. Soprattutto non c’è corrispondenza tra le chiamate in entrata e quelle in uscita. Ma Bertini si è preso 4 capi di imputazione per le sue presunte telefonate con Moggi e Fabiani e si giustifica dicendo che si saranno parlati almeno una volta. Come si trattasse di una valutazione a peso.

Frodi sportive.

Esaurito il discorso sulla monnezza, cioè sull’atto di fede necessario per prendere per buone le informative di Di Laroni, si passa alle frodi sportive.
Udinese Brescia. Pinzi, Muntari e Di Michele non erano diffidati e quindi hanno regolarmente giocato contro la Juventus. Altro errore. Jankulovsky contro l’Udinese fu espulso su segnalazione del guardalinee, ravvisata da Dattilo, perché aveva dato un pugno a Mannini nella rissa scatenatasi in campo. Ma Auricchio copia dalla Gazzetta dello Sport e non fa verifiche. Non le fa nemmeno Narducci, che stila il capo di imputazione e fa riferimento a una telefonata tra Moggi e Giraudo nella quale quest’ultimo, a partita finita, dice a Moggi che se l’arbitro è sveglio dimezza l’Udinese. Notizia riportata dalla Gazzetta, il vangelo dei carabinieri e delle procure.
Siena Juventus 0 a 3. Frode semplice. “Senza panna”. Moggi, Fabiani e Bertini, 42 contatti presunti con Bertini su sim svizzera. Evidentemente era di coccio.
Juventus Chievo 3 a 0. Moggi, Fabiani e Pieri. Altra frode costruita sui contatti e non sulle intercettazioni. Però da queste due partite apprendiamo che Moggi è persona ben educata. Telefonava sempre dopo la partita, forse per ringraziare. Auricchio invece è talmente smemorato da non ricordare nemmeno i match.
Lecce Juventus 0 a 1. Moggi e Giraudo. Basata sull’atto fraudolento del sorteggio, scaturito da un’intercettazione tra De Santis e Manfredi Martino. Auricchio rileva il senso di impunità di De Santis dal fatto di aver ricevuto la cifra record di 23 magliette. Abitudine diffusa e scontata per tutte le squadre. Allora avanti con gli accertamenti tecnici, riguardanti la conta forse delle magliette. Del Piero, Zeman, Ledesma e Morganti hanno ammesso che il campo era sì pesante, ma consentiva il gioco. Moggi, rispondendo a Cenniccola che gli chiede se può tornare ad arbitrare la Juve dice di sì e a Cenniccola va un capo d’imputazione. Nemmeno l’agognata maglia di Ibra gli passa De Santis, avrà quella di Zambrotta.
Juventus Lazio 2 a 1. Sorteggio ancora contestato. Per un’intercettazione del 5 dicembre tra Moggi e Baldas. E per tre intercettazioni che tornano sempre utili a Narducci come le vacche di Mussolini.
Fiorentina Bologna. Atto fraudolento, sorteggio e ammonizioni. 2 intercettazioni incriminate: Moggi-Garufi e Moggi-Damascelli. Nastase e Peruzzi (che calibro) non erano titolari e Gamberini non era diffidato. Nella seconda intercettazione, Moggi dimostra di non conoscere nemmeno i diffidati.
Bologna Juventus 0 a 1. Auricchio indaga sul Corriere dello Sport, Repubblica e Gazzetta dello Sport. Poteva fare il commentatore sportivo invece del capo di gabinetto, anche se al S. Paolo ci va eccome adesso. Scomparse le telefonate tra Pieri e i designatori e tra i designatori.
Juventus Milan 0 a 0. Niente frode nel sorteggio. Gli associati scemi discutono sulla possibilità di pareggiare, chiedendosi se non vogliano vincere.
Roma Parma 5 a 1. Non c’è niente su questa partita, solo un gioco ipotizzato sui diffidati in relazione a Roma Juve.

Cagliari Juventus 1 a 1. Frode semplice senza atti fraudolenti. Per pareggiare con il Cagliari. Dichiarazioni di Cellino su una presunta aggressività di Racalbuto con il Cagliari, smentita da una serie di intercettazioni trovate dalla difesa: tra Bergamo e Pairetto, tra Racalbuto e Bergamo e tra Racalbuto e Pairetto.
Messina Parma. Frode per conto terzi. Non ci sono intercettazioni e si ricorre a un contatto con Dattilo. Moggi è un buono di cuore e aiuta il Messina.
Juventus Udinese. Atti fraudolenti le griglie dei sorteggi. Atteggiamenti e chiacchiere da bar.
Siena Messina. Non ci sono atti fraudolenti. Nasce tutto dai contatti di Bertini della settimana prima.
Palermo Lecce. Ammonizioni dolose. Prioreschi dice di far finta che non esiste, visto che secondo Narducci De Santis era sdoganato.
Roma Juventus 1 a 2. Moggi, Giraudo e Racalbuto. Non ci sono atti fraudolenti. Racalbuto sospeso per 8 turni dopo la gara. A Racalbuto viene chiessto di portarsi un telefonino sicuro per eventuali comunicazioni. Bergamo comunica a Gabriele che il goal della Juventus è in fuorigioco e Gabriele viene assolto. Sparite le intercettazioni che chiariscono che Racalbuto era in buona fede.

Chievo Fiorentina 1-2. Salvataggio della Fiorentina. A carico di Moggi una telefonata con Mazzini di 5 mesi prima. Per l’accusa, Della Valle e Mencucci si alleavano con Mazzini con l’assenso di Moggi. Non con il concorso. Ai fini del concorso è necessario un contributo causale specifico, anche se il concorso fosse soltanto morale.
Fiorentina Milan. Moggi lamenta che i tre diffidati della Fiorentina non siano stati ammoniti. Si lamenta per la Juve, non per la Fiorentina. Siamo a ridosso dell’incontro di Villa La Massa, al quale il presunto capo della cupola non viene nemmeno invitato. Secondo Auricchio De Santis è coinvolto nel salvataggio della Fiorentina. Rientrando dallo sdoganamento voluto da Narducci. In sostanza Moggi chiederebbe a un arbitro che sta arbitrando da mesi contro la Juve di salvare la Fiorentina. Anche sul salvataggio della Fiorentina ci sono intercettazioni sparite e ritrovate dai consulenti di Moggi.
Lecce Parma. Moggi non è nominato nel capo d’imputazione. Non ci sono sue telefonate. Organizza tutto e non si sente con nessuno.

 
 
 

farsopoli-napoli 27/09/2011---parte1

Post n°5413 pubblicato il 27 Settembre 2011 da nadir63l
 

un grazie a Giusy per il resonto


Immagine IPB

In calendario. 27/09: Prioreschi: frodi sportive. 25 /10: Trofino, se Prioreschi non intende battere il record di Narducci: associazione a delinquere.
Segue Morescanti o Prioreschi: difesa Paolo Bergamo. 8/11: stando nei tempi, sentenza.

Ore 9:30
. L’atmosfera già tesa per la pubblicazione dell’intercettazione del 28/11/2004 tra Bergamo e Rodomonti si surriscalda con l’arrivo dell’avvocato Prioreschi. Tuttosport anticipa un’altra novità sulle schede svizzere. Penta ai microfoni di SKY annuncia 4 nuove intercettazioni. Si registra la presenza di una vasta rappresentativa dei media. Nonostante la giornata coincida con le arringhe del processo Meredith.

Ore 9:40. Arriva Luciano Moggi.

Ore 9:50.. Appello.

Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi

Moggi si propone con una dichiarazione spontanea in contrasto con l’articolo della Gazzetta dello Sport di un paio di giorni or sono nel quale Ceniti faceva riferimento ad alcuni contrasti tra Moggi e Ranieri originati dal non aver gradito l’allenatore del testaccio, all’epoca in cui allenava il Napoli, alcuni giocatori imposti dall’ex dirigente juventino, che si sarebbe vendicato costringendolo ad emigrare all’estero. Moggi riporta la smentita del presidente del Napoli, mentre la Casoria boccia le obiezioni del pm.
L’ex dirigente bianconero continua insistendo sulla sua estraneità nei confronti della politica federale, benché chiamato da Carraro come consulente della Nazionale. La sua intenzione è di confutare l’episodio successivo alla morte di papa Woytila, quando il ministro Pisanu, per un certo tempo suo compaesano, lo interpellò sulla possibilità di far slittare il campionato. Moggi si mostrò favorevole al rinvio di un giorno, ma da un’intercettazione (trascurata ed emersa per il lavoro di Penta) del 3/4/2005 abbiamo appreso dalla viva voce di Galliani, che come al solito si rivolgeva al telefono con Meani in tono dispregiativo verso la Juventus e i suoi dirigenti, che lo slittamento di una settimana fu voluto dal presidente rossonero ai fini di recuperare Kaka da un infortunio.
Moggi conclude con un’amara considerazione sulla mancata difesa dell’avvocato della Juventus ai tempi del processo sportivo del 2006, causata dall’arrivo degli eredi di Gianni Agnelli dopo la morte quasi contemporanea di Gianni, Umberto e dell’avvocato Chiusano. Definisce la Triade un prodotto dell’interregno umbertiano e fa risalire a una sorta di lotta intestina per l’eredità degli Agnelli la decadenza della società bianconera di questi anni. La Juventus della Triade era costituia di campioni, tutti capitani delle nazionali europee, un mostro di bravura da combattere con tutti i mezzi. Elogiato da Ferguson e abbattuto, come disse Enzo Biagi, con una sentenza pazzesca. Mentre altri si dedicavano alle cessioni di Pirlo e Seedorf per Brkic e Coco.

Avvocato Prioreschi difesa Moggi

Inizia l’arringa difensiva dell’avv. Prioreschi, che punta subito sull’obiettivo della sua arringa. Tratterà l’accusa di frode sportiva, i cui presupposti riguardano le modalità di acquisizione delle prove, vero tema del processo, dal momento che si deve garantirne la non alterazione. Parte all’attacco, spiegando che si servirà della sentenza dell’abbreviato, come il pm, che la utilizza quando gli fa comodo. Né delle 3 sentenze della giustizia sportiva, che giudica con termine forte da avanspettacolo, scusandosi con i professionisti del genere. Nemmeno farà riferimento alla sentenza GEA, prova generale di questo processo, che ha già impartito uno schiaffo all’accusa di associazione a delinquere. Si riferirà a quanto emerso in aula, agli elementi emersi che dicono che i fatti non sussistono e non vi è nulla di penalmente rilevante.

Le schede svizzere.

Fu fatta a suo tempo dalla difesa un'eccezione di utilizzabilità delle intercettazioni delle schede straniere, respinta nonostante la mancanza di una rogatoria presso gli uffici svizzeri. Ma per la modalità di intestazione di De Cillisi delle schede di Moggi, Bergamo e Pairetto, secondo Di Laroni l’accertamento è stato effettuato a Chiasso, dalla parte italiana e secondo Auricchio è intervenuto l’ufficiale di collegamento svizzero presso il ministero dell'Interno. Il punto è che si sarebbero parlati a voce, mancando una prova tangibile quale un fax o un’informativa di servizio, in merito ad uno degli atti più rilevanti del processo. Il 22 dicembre 2009 il maresciallo Nardone testimonia al processo di aver acquisito la documentazione riguardante le schede svizzere presso il negozio di De Cillis, recandovisi fin lì con l’automobile di questi e avendo svolto attività in territorio straniero senza rogatoria internazionale. Per il codice di procedura penale si tratta di prove non utilizzabili, che invalidano qualsiasi discussione sulle ragioni dell’accusa.

Il reato di frode sportiva

Questo processo è un imbroglio, nel senso che non essendoci delle cose certe, ognuno tende a indirizzare e confondere le idee. L’inquirente deve accertare anche i profili a discarico degli indagati. Ma Narducci ha fatto il contrario. Ed ecco spiegato perché non si trovavano certe telefonate. Le intercettazioni devono essere contestualizzate, ma in questo processo, al parlare di panini, sono arrivati i pani di droga. C’è stata cioè una libera interpretazione delle telefonate. Secondo l’università di New York, al telefono si dicono il 37% del totale delle bugie proferite, nelle mail il 15% e negli sms il 21%, mentre di persona il 27%. Ebbene, anche Moggi dice le bugie, ma diventano capi d’imputazione.

FIGC

Narducci dice che la frode per corruzione non ci riguarda, ma solo gli atti fraudolenti. Poi la FIGC come parte civile dice invece che questo è il processo della corruzione. Sarebbe corruzione far designare arbitri amici nelle gare di cartello, ma qui si contestano alla Juve partite contro avversari di bassa classifica e già Maddalena a Torino affermò che la formazione delle griglie seguiva le regole. Secondo il verbale dell’udienza del gennaio 2011 inoltre a guadagnare di più era l’arbitro Collina, mentre di meno proprio De Santis, con Dattilo, Racalbuto e Cassarà che rimangono fuori dalla testa della classifica, annullando l’impostazione della FIGC che voleva far ricavare guadagni e prestigio agli arbitri della cupola.

Occorre fare un distinguo. Anche perché se Moggi sognava di vincere sull’Inter e lo raccontava, poteva essere che venisse indagato. Le fattispecie distinte del reato sono due: la corruttela del partecipante alla gara e la commissione di atti fraudolenti volti al condizionamento del risultato. Si tratta di due condotte distinte e autonome, ma davanti alla corruzione, si può parlare di reato di pericolo, nel secondo caso assolutamente no. In merito all’individuazione degli atti fraudolenti la Cassazione nel 2007 li circoscrive, sottoponendoli a un artificio o a un raggiro, altrimenti qualunque azione scomposta, qualunque fallo nel normale svolgimento di una partita, vi ricadrebbe. Appare allora evidente che la norma non si riferisce ad atti derivanti dal gioco. Da ciò ne consegue che, una volta che i sorteggi non erano truccati, ci si sia ritrovati a parlare di rigori e fuorigioco, che non possono essere intesi come atti fraudolenti.

Scorrettezze.

In questo processo si può affermare che le prove non sono state acquisita in modo corretto e sono state occultate, violando il codice di procedura penale. Gli interrogatori non sono stati condotti domandando dei fatti, ma delle impressioni e dei sentito dire. Una specie di paranoia collettiva. E’ stato tutto inquinato in questo processo. Ad es., Gazzoni dichiara cose diverse in fase istruttoria e poi in tribunale perché viene messo di fronte, interrogato dai carabinieri, ad un reato costruito ad arte per accusare. Secondo Prioreschi, i pm sapevano che avevano un palmo di rogna su questi interrogatori: perché il verbale nella prima domanda posta al teste era già una sentenza. La stessa cosa accade con Gianfelice Facchetti, che addirittura porta in aula il de relato neanche firmato di un morto, quasi si trattasse di una seduta spiritica. Nucini poi avrebbe dovuto essere accompagnato da gente in camice bianco. Mentre Manfredi Martino viene imbeccato sulle gare combinate, per poi prendere le distanze da quel verbale che aveva contribuito a redigere. Poi vi è una consuetudine strana: la durata degli interrogatori in relazione ai verbali redatti. Cuttica viene interrogato per 7 ore e senza nemmeno un bicchiere d’acqua e si ottengono 4 pagine. Collina 5 ore e 3 pagine. Paparesta 10 ore e 26 pagine. Copelli 5 ore e 5 pagine. Baldini 6 ore e 20 pagine, ma era un amico.

La genesi dell’imbroglio.

La genesi è costituita dall’informativa di Auricchio del 18 settembre 2004, che risponde a un’informativa del 15 luglio. La delega ai carabinieri di Roma si capisce adesso, vedendo quel che è successo al comune di Napoli (nomine ad assessore e a capo di gabinetto di Narducci e Auricchio) .
Secondo la delega bisogna accertare i rapporti del Messina con arbitri e GEA, che partivano dalle dichiarazioni di Dal Cin su una presunta “combriccola romana”. E siccome Dal Cin aveva parlato solo di sue sensazioni, succede che si contravviene all’art. 194 del codice, secondo il quale le sensazioni, non essendo prove, non potrebbero essere messe a verbale, al quale vengono aggiunte le dichiarazioni di Cellino, Spinelli e dei due procuratori Canovi e Morabito. Secondo Auricchio si parte da ipotesi investigative, secondo Di Laroni da un’indagine conoscitiva, ma si dovrebbe indagare invece sui reati. E le prove sarebbero le chiacchiere da bar di cui parla Cellino?
Gli indizi di reato le voci di corridoio di Dal Cin? Su fatti che Prioreschi definisce oggettivamente falsi, per i quali nessun giudice al mondo avrebbe concesso le intercettazioni, partono invece ai danni di Moggi padre e figlio. Cioè, siccome Moggi è un mostro, intercettiamolo e vediamo se frugando tra le partite dei campionati risulta essere vero. Si è trattato di una caccia all’uomo.
L’informativa conclude che la GEA, nata dall’alleanza di poteri forti, è una fusione tra Capitalia e il sistema calcio, che poteva condizionare il mondo del calcio e quindi i designatori, senza tenere conto di chi li aveva nominati. Auricchio al processo ha smentito l’informativa, affermando che la combriccola romana è una cosa diversa, si trattava di un gruppo di amici. Con una faccia di bronzo, secondo Prioreschi, su quella combriccola, che altro non era che un’ipotesi investigativa, è stato fondato tutto. Non esisteva, ma su quell’ipotesi investigativa sono state massacrate persone e distrutta l’azienda GEA.

 
 
 

AGNELLI: "ECCO COME CAMBIEREMO LA JUVE"

Post n°5412 pubblicato il 26 Settembre 2011 da nadir63l
 

Fonte: ANSA
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Andrea Agnelli scende in campo per tranquillizzare i piccoli azionisti. Lo fa con una lettera rivolta a chi ha investito in quote azionarie bianconere e si trova, ora, chiamato a rispondere all'aumento di capitale. La realtà è dura, ma la società ha rinnovato squadra, stadio e strutture così come l'impegno di Exor non può essere messo in discussione. E' questo il senso dell'intervento del presidente juventino: "ll bilancio fotografa la cruda realtà e si tratta di una perdita intollerabile. Grazie all'intervento di Exor, l'azionista di maggioranza, si può invertire la tendenza e tornare all'obiettivo di sempre, competere ad alto livello mantenendo l'equilibrio finanziario". Agnelli non nasconde i demeriti delle precedente situazione che aveva portato a "un malessere profondo, con l'impoverimento del patrimonio tecnico e notevoli difficoltà economiche". Ora "grazie a Giuseppe Marotta è iniziato un ciclo di profondo rinnovamento in tutti i settori". Il presidente indica anche dove la nuova gestione sta procedendo: riorganizzazione management, rrinovamento tecnico della squadra, rilancio settore giovanile, ottimizzazione investimenti, nuovo stadio, controllo dei costi e rafforzamento della capacità di ottenere autonomamente ricavi, controllo dei costi. Chisura dedicata al nuovo stadio: "La nostra nuova casa è la sintesi di tale ambizione" prima di lanciarsi in un "Forza Juve!".

 
 
 

UFFICIALE, CI HANNO FATTI FUORI!!! IL WEB SI MOBILITA

Post n°5411 pubblicato il 26 Settembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La telefonata apparsa poco fa online e riguardante un colloquio Bergamo-Rodomonti è inquietante. E' inquietante per il fatto che l'Inter non riuscisse a vincere nemmeno con gli aiuti arbitrali (e già qui ci sarebbe da ridere...o da piangere, vedete voi). E' inquietante la tempistica, proprio prima del match, cosa che non si ascolta in nessuna altra telefonata della squadra bianconera. E' una delle poche telefonate che praticamente dice di sbagliare, ma non a favore della Juventus, ma contro. Dove sta la cupola ora?  Perchè questa telefonata è stata occultata? Perchè non aveva i baffi di colore esatto e soprattutto chi ha occultato questa telefonata? Come sarebbe cambiato il quadro con questa telefonata, siete sicuri che la punizione sarebbe stata così pesante? Tantissime domande si muovono nella testa dei tifosi, si preannunciano grandi proteste se nessuno risponderà in tempi brevi a questi terribili interrogativi. In pochi minuti sono già decine le mail di protesta del popolo bianconero giunte alla nostra redazione e tantissimi i post presenti anche sul forum vecchiasignora.com.

Noi siamo convinti che il quadro sarebbe stato essenzialmente molto diverso nel 2006 con questa telefonata e chissà quante altre "senza baffi".

Noi non ci stiamo più, pretendiamo, la restituzione immediata degli scudetti tolti e addirittura il risarcimento economico e morale per i danni subiti e gli sbeffeggiamenti avuti. Ormai è ufficiale la Juventus nel 2006 è stata fatta fuori: da chi e perchè scopritelo voi

 
 
 

     

 

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