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Messaggi di Novembre 2011

Estigarribia, l'uomo che non ti aspettavi....

Post n°5576 pubblicato il 30 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Arrivato tra l'anonimato e lo scetticismo generale della piazza, il paraguayano Estigarribia si è imposto in silenzio con la sua grande abnegazione al lavoro, meritandosi la stima di Conte e sorpassando Elia e Giaccherini in ordine di preferenza dell'allenatore.

A Napoli è riuscito a sostituire al meglio Marchisio, costringendo Maggio ad un lavoro molto più difensivo e diventando efficace e veloce con le sue numerose scorribande palla al piede: destro e sinistro li usa che è una bellezza ed è sembrato inoltre molto veloce e ficcante soprattutto nel saltare l'uomo in progressione.

El Chelo come viene soprannominato dai compagni nella notta di Napoli ha anche siglato un gol, quello che ha completamente riaperto la partita al San Paolo e che ha riacceso un barlume di speranza nei tristi e affranti cuori bianconeri che vedevano infrangere la loro imbattibilità sotto i colpi del castigatore Pandev.

Provavato come esterno nell'abbozzato 3-5-2 ha comunuqe ricoperto al meglio il suo ruolo grazie alla grande tenacia e alla grande diligenza tattica con la quale ha aiutato Chiellini, costantemente in difficoltà.

Con la presenza di Marchisio "el Chelo" sarebbe rimasto in panchina, ma la chance che gli è stata concessa da Conte se l'è giocata alla grande, ripagando la fiducia dell'allenatore. I 500 mila euro con il quale la Juve si è garantita il paraguayano in prestito onoroso quest'estate, siamo sicuri che verranno investiti per ricoprire l'intero cartellino e all'interno di questa solida squadra potrebbe far riafiatare spesso sia Vucinic sia Pepe.

Già da domenica con l'assenza di Pirlo, potrebbe essere reimpiegato dall'inizio, a Conte l'ardua sentenza..

 
 
 

AVETE VINTO? SI', ALLORA STATE SERENI...

Post n°5575 pubblicato il 30 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Peccato per quel gol preso nel finale. Non ci voleva la rete di Lavezzi all’ultimo minuto. La rimonta era ormai cosa fatta, il sapore del pareggio prelibato come una vittoria lo avevamo già gustato, ma poi c’è stato quell’errore difensivo e la magia del Pocho che ha tagliato definitivamente le gambe. Ripartiamo da quello che è stato fatto nel secondo tempo, cancelliamo il risultato, ma teniamoci il carattere, la grinta e le giocate. Certo, fa effetto sentirsi dire che la partita è stata rubata: non è colpa di nessuno se Hamsik sbaglia il rigore fatto ripetere correttamente. Insomma, De Laurentiis e soci godetevi la vittoria. Avete vinto, no? E allora state sereni.

 
 
 

TU CHIAMALE SE VUOI, EMOZIONI...

Post n°5574 pubblicato il 29 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

Tu chiamale se vuoi... emozioni, diceva una canzone qualche anno fa. Stasera la squadra ci ha regalato dopo la trasferta di Roma altre emozioni. Eh si, perchè ci avete emozionato e tanto. Abbiamo sofferto, abbiamo avuto paura, ma anche sotto 3-1 non eravamo amareggiati e sapete perchè, perchè se anche il risultato non sorrideva, la Juventus se la giocava e come se la giocava. La Juventus ha cercato di imporre il proprio gioco nella partita più difficile. La squadra ha commesso errori, ma ha anche lottato, ha segnato, ha fatto paura e soprattutto ha ammutolito il San Paolo che ad un certo punto sembrava un piccolo Juventus Stadium, con i tifosi bianconeri che i sentivano di più dei partenopei. Questa è la soddisfazione più grande, aver sentito con il cuore le nostre emozioni. I ragazzi hanno dato tutto e hanno dimostrato che la Juventus ha un grandissimo spirito in questa stagione. Stiamo sentendo delle lamentele per l'arbitraggio. L'arbitro secondo noi è stato molto fiscale, ma bravo a tenere in pugno la partita. Stasera torniamo da Napoli con un grande sorriso, la consapevolezza che possiamo veramente tornare ad essere la Juventus, magari non vincendo alla fine... questo lo vedremo, ma sicuramente vivendo le emozioni, uniche come quelle del passato.

 
 
 

Grazie....

Post n°5573 pubblicato il 29 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it
Nella trasferta più difficile dell'anno la Juventus azzecca l'approccio e i primi dieci minuti sono da Juve. Poi il Napoli cresce e pressa e la Juventus soffre. I minuti che vanno dal rigore sbagliato di Hamsik fino al gol dello stesso Hamsik ai errore di Bonucci sono duri e vedono la Juventus in difficoltà. La Juventus, pero' poi sembra crescere e ma non riesce a incidere se non in un tiro di Estigarribia. Lavezzi nella prima frazione ha troppo spazio e i giocatori bianconeri non riescono a bloccarlo.  Prima della fine della seconda frazione arriva il raddoppio di Goran Pandev su incredibile errore difensivo della Juventus. Una Juventus che non c'e' stata pienamente nella prima frazione e ha giocato troppo sotto ritmo forse intimorita dall'aggressività partenopea. Un Napoli che caricato dal proprio pubblico ha giocato alla grande per intensità e spirito.  La Juventus entra nel secondo tempo con piglio diverso e trova subito il gol con Matri e crea i presupposti per il pareggio subendo pero' il ritorno del Napoli in contropiede. Dopo i primi quindici minuti cala la Juventus che sbaglia troppo in fase di impostazione con i difensori. La Juventus cala un attimo e un nuovo errore difensivo condanna la Juventus. Una squadra che continua a crederci e trova il 3-2 con Estigarribia. Poi arriva la magia di Pepe che manda tutti sulla luna e subito dopo arriva la palla per il quarto gol ma sarebbe troppo. Dopo 5 anni la Juve torna con 1 punto dal San Paolo ottimo cuore e partita da calcio spettacolo. Complimenti al Napoli per lo spettacolo, grazie a Conte per averci ridato la Juve. 

 
 
 

ESCLUSIVA TJ - Christian Mauriello (Viking Juve): "I tifosi organizzati? Alla Societą non servono.

Post n°5572 pubblicato il 29 Novembre 2011 da nadir63l
 

 Agnelli si fa negare da chi lo ha voluto presidente

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Quello che è seguito dal rinvio della partita Napoli-Juventus ha creato non pochi disagi ai tifosi bianconeri al seguito della squadra verso il capoluogo campano e lo sciopero che ne consegue per la sfida di questa sera è figlio di quanto successo il 6 novembre. Christian Mauriello, responsabile dei Viking Juve, gruppo storico del tifo organizzato bianconero, ha commentato la scelta firmata da tutta la curva juventina nel non seguire la squadra per la trasferta di stasera al San Paolo, spiegandone le ragioni nel tentativo di dare un segnale alla Società. In esclusiva per TuttoJuve.com:

Christian Mauriello, Napoli-Juventus senza il tifo organizzato bianconero. Come spieghi questa scelta?

“È stata una decisione unitaria di tutti e 5 i gruppi di tifosi organizzati e ha due significati: il primo riguarda il fatto che il 6 novembre non si è giocato e non ha fatto per niente piacere, visto che a Napoli c’era il sole e c’era gente che per affrontare la trasferta ha preso ferie e speso soldi. Ma soprattutto ci ha ferito il fatto che la Società non abbia avuto una presa di posizione sulla vicenda. Già un po’ di anni fa ci erano state vietate trasferte all’ultimo minuto, come ad esempio una volta a Cagliari quando c’era gente che aveva già speso i soldi per il volo, ora quest’altra beffa e nessuno della Juventus che ha speso una parola, fatto un comunicato. Noi siamo tifosi e la Juventus continua ad avere un atteggiamento di assoluto distacco”.

Delusi da Agnelli?

“I tifosi organizzati non sono mai stati ben visti, però la paternità della elezione a presidente di Andrea Agnelli la consideriamo un po’ nostra. Per un anno intero abbiamo intonato cori in suo favore e spinto affinché divenisse lui diventasse presidente. Quando si è presentato ha detto che avrebbe tenuto in considerazione i tifosi, ma alla fine solo belle parole e fatti che non si sono concretizzati tanti. Quando aveva bisogno eravamo tutti bravi, poi ha tirato l’acqua al suo mulino. La verità che a livello economico noi ultras non serviamo a niente, la Società di noi ne farebbe a meno, quello che a loro interessa è il tifoso occasionale che si compra il panino al bar, la famiglia che spende 100 euro per fare contento il figlio e va allo shopping center. Persino le iniziative promosse sul sito ufficiale riguardano solo i club iscritti e i clienti che portano i soldi”.

In questo sembra che il discorso dello stadio di proprietà non abbia aiutato voi tifosi organizzati

“È un discorso abbastanza articolato. Si pensava in realtà che si potesse instaurare un discorso con i tifosi e noi della curva siamo tutti tesserati, abbiamo l’ok del Viminale, perciò siamo alla pari di tutti gli altri tifosi. Invece no, l’ultras è emarginato. Noi dalla nostra stiamo mettendo la buona volontà, facendo bel tifo senza dare problemi, però niente. Pensavamo davvero di poter far parte del progetto di rifondazione della Società e invece ci sentiamo esclusi. Siamo un po’ come il bambino che torna da scuola dopo aver fatto una bella cosa, che si aspetta una carezza dal genitore e invece non viene gratificato”.

Credi che la nomea che hanno gli ultras come potenziali pericoli  per la sicurezza incida?

“Il problema secondo me è economico. Noi fruttiamo meno soldi del tifoso occasionale e della famiglia. Perché per quello che riguarda i pericoli che possiamo causare avviamo dimostrato che, nonostante c'erano 5 gruppi di tifosi organizzati che si facevano la guerra, essi hanno dato prova di serietà e maturità coesistendo. Paradossalmente i problemi che ci sono stati son provenuti dalla curva nord e dalla tribuna ovest. Da noi zero. I Viking hanno fatto 700 abbonamenti e con tessera del tifoso. Deve essere una cosa da non  trascurare, perciò non possiamo essere trattati da tifosi di Serie B”.

Avete mai chiesto un chiarimento con la Società?

“Abbiamo chiesto da mesi l’incontro con Andrea Agnelli e lui da mesi chissà perché si fa negare. Dico io, perché ti fai negare da gente che per un anno la curva ti ha sostenuto a spada tratta? E poi lo vedi sbandierare ai quattro venti il fatto che per parlare con lui basta bussare alla sua porta. È vero solo a parole, perché con noi ha dimostrato il contrario”.

Lo sciopero che ci sarà a Napoli lo possiamo considerare un caso isolato o prevedi che la curva possa continuare su questa strada?

“Scioperiamo a Napoli perché è a Napoli che è successo il disagio. Spero la cosa non si ripeta più e che la Società spenda due parole. In fondo il tifoso chiede solo di essere coccolato, e noi che seguiamo con passione la squadra anche in trasferta è il minimo che ci sentiamo di meritare. Poi, quando Agnelli si deciderà a parlare con noi ci farebbe piacere. Lui rappresenta la Juve che per noi è tutto e non faremmo mai cose contro la Juve. Speriamo si dimostri coerente”.

 
 
 

Auricchio e la superficialitą … del calcio

Post n°5571 pubblicato il 28 Novembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Torna a parlare il Tenente Colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, colui che ha firmato le informative di calciopoli.
Vi propongo l’intervista completa rilasciata a Luca Bergamin per Vanity Fair del 23.11.2011.

«Moggi che si paragona a Tortora? Ma mi faccia il piacere»

«Pago solo io», ha replicato Moggi…
«E’ indegno che si paragoni a Enzo Tortora. Moggi non si è fatto nemmeno un giorno di carcere e i suoi avvocati hanno avuto la possibilità di smontare tutte le richieste dell’accusa, fondate sulle prove raccolte col pm Giuseppe Narducci. Ma non ci sono riusciti».

Prove “solo” telefoniche e poco veritiere, secondo la difesa.
«Ripeto: Moggi con gli ex designatori Paolo Bergamo (3 anni e 8 mesi di condanna, ndr), Pierluigi Pairetto (1 anno e 11 mesi, ndr) e gli altri colpevoli sono indifendibili. Le migliaia di chiamate sono state correlate a fatti pubblici accaduti (partite, eventi sportivi) e fatti privati (colloqui, contatti, incontri): una valenza probatoria impossibile da smontare, anche se dovessero fare appello. L’unico rischio può essere la prescrizione».

Teme che l’allungarsi dell’iter processuale possa far cadere tutto nel nulla?
«Non lo escluderei. In Italia su fatti che coinvolgono il mondo del calcio nessuno ha voglia di approfondire. C’è solo tanta superficialità e convenienza».

La Juventus e lo stesso Moggi sostengono che le prove siano state raccolte in un’unica direzione e non si sia dato il medesimo peso alle telefonate che faceva l’inter.
«Non si può porre sullo stesso piano una conversazione tra il presidente dell’inter, Massimo Moratti, e il designatore Bergamo alle 12 di un giorno qualsiasi in cui si danno del lei e parlano dello sviluppo delle partite, con una all’una di notte tra Moggi e Bergamo, con schede telefoniche straniere, che discutono delle scelte degli arbitri».

C’è altro “marcio nel mondo del calcio?
«Mi sarebbe piaciuto indagare anche sull’attività ordinaria del giudice sportivo, in particolare le squalifiche dei calciatori sulla base dei referti arbitrali. Non escluderei che Moggi mettesse lo zampino anche lì, “invitando” preventivamente gli arbitri a espellere questo o quel giocatore così da togliere di mezzo avversari pericolosi per la Juventus. In cambio? Avanzamenti di carriera per gli arbitri».

Lascia senza parole leggere questa intervista conoscendo l’affaire calciopoli nella sua interezza e non solo per quello che lo hanno voluto e vogliono da sempre farlo apparire.
La forza dalla sentenza è tale da far alzare la voce anche a chi timidamente in aula si è contraddetto in molti aspetti non riuscendo ad andare oltre i sentito dire e i tabellini della gazzetta (anche quelli sbagliati).
E’ il classico esempio di come, estrapolando solo quel che fa comodo, si vuol indurre il lettore a credere alla bontà dell’inchiesta condotta dal Tenente Colonnello Auricchio e dal pm Narducci. Una realtà parziale, perché quella reale e totale non sono riusciti proprio a sostenerla e giudicarla per quanto tale.

Auricchio parla di Moratti ma non di Facchetti; parla di telefonate su schede svizzere senza saperne il contenuto (non le hanno intercettate pur essendo possibile); dimentica le intercettazioni “poco rilevanti” in cui si chiedeva di saltare il sorteggio; dimentica i contatti Nucini-Facchetti-inter…; dimentica che solo 4.000 telefonate su 171.000, sono state valutare dimenticando di segnalare la rilevanza penale di quelle scartate.
Quello che ci domandiamo ancora - retoricamente - è se entrando nel meccanismo torbido delle contaminazioni, Auricchio, Narducci e parlamentari vari e assortiti, non ascoltino o non sappiano, ma ascoltino e utilizzino la materia ascoltata pro domo sua. Dubbio legittimo per quanto noi stessi abbiamo potuto ascoltare direttamente nel dibattimento.

Siamo noi a non dimenticare la sua presenza al fianco di Moratti alla presentazione del libro "I mondiali della vergogna" con prefazione di Giuseppe Narducci, il PM di Napoli, quando una telecamera ha ripreso Auricchio e Moratti parlare fitto fitto per tutto il tempo…
Lo stesso Auricchio che ha approvato quel: “l'Inter non ci interessa", riferito da Coppola in dibattimento.

Addirittura alla fine dell’intervista rilancia con nuove accuse per fantomatiche “ammonizioni preventive” in cambio di “avanzamenti di carriera per gli arbitri”, laddove la teoria è stata disintegrata da dati e numeri difficilmente confutabili.
Ma i “sentito dire” hanno portato così tanti vantaggi che Auricchio si sarà detto: perché non continuare? Perchè fino a quando qualche querela non farà tacere una volta per tutte questo fiume di chiacchiere velenose, continueranno a far credere che gli asino volano...

La speranza, da cittadini prima che da tifosi, è che inchieste di questo genere non vengano più condotte in modo parziale e sul sentito dire. Aggiungere altro è superfluo, lo schifo a cui abbiamo assistito ci ha mostrato la vera faccia di ogni singolo attore di calciopoli. Anche e soprattutto quella di Auricchio!

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1980

File Allegato  Auricchio_Vanity_Fair.pdf ( 166.02k ) Numero di download: 9

 
 
 

Alle origini dell'affaire Telecom...

Post n°5570 pubblicato il 28 Novembre 2011 da nadir63l
 


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Giusy Fiorito

Dunque, vediamo integrati in una sola "piattaforma", l'Arma dei carabinieri con un suo nucleo speciale, le procure alle prese con un "diritto speciale di polizia", le attività informative della più grande impresa privata del Paese, la Fiat, e del maggior partito di opposizione, il Pci, presente in modo massiccio nel sindacato e nelle fabbriche. Lo schema è destinato a riprodursi e, con la sconfitta del terrorismo, a deformarsi, a "privatizzarsi".
E' l'humus nel quale matura l'affaire Telecom. Spiegato da Giuseppe D'Avanzo, il giornalista autore di molte importanti inchieste di mafia e spionaggio degli ultimi 25 anni di cronaca italiana e internazionale, scomparso improvvisamente e prematuramente il 30 luglio 2011 a causa di un infarto durante un'escursione in bicicletta.

Il 28 luglio di tre anni prima aveva firmato per La Repubblica un'inchiesta sull'affaire Telecom in occasione della chiusura delle indagini del pubblico ministero di Milano.
Nell'editoriale si fa riferimento a una serie di interviste, ben sei, rilasciate a La Repubblica da Giuliano Tavaroli, "il signore della sicurezza" Telecom, il quale proprio non ci sta a fare da capro espiatorio e afferma che tutti hanno mentito in questa storia e che le informazioni raccolte sono state distribuite in azienda perché commissionate dall'azienda e nel suo interesse.
Ipotesi rifiutata da Tronchetti Provera, che a lungo ha cercato di far passare la tesi che Tavaroli si serviva dei potenti mezzi della Telecom per scopi personali.

Giuseppe D'Avanzo scrive senza mezzi termini che l'affaire Telecom sembra essersi sgonfiato come un budino malfatto, poiché un mascalzone (Tavaroli) e un paio di amici d'infanzia (l'investigatore privato Cipriani e il capo del controspionaggio del SISMI Marco Mancini) avrebbero abusato dell'ingenuità di Tronchetti Provera (presidente Telecom) e di Carlo Buora (amministratore delegato) per procurarsi un gruzzoletto onde trascorrere una serena vecchiaia.
La ricostruzione definita "minimalista" non sortisce gli effetti sperati dall'ex presidente della Telecom, personalità di rilievo del mondo della cultura e della finanza nazionale, il quale, tra le altre cariche, può vantare nel curriculum personale, oltre alla vicepresidenza di Mediobanca, alla presenza nell'esecutivo di Confindustria, nel CDA dell'Università Commerciale Luigi Bocconi e della RCS Quotidiani, anche la presidenza della Pirelli e la presenza nel CDA dell'Inter.
Mentre Carlo Buora, lasciato il Gruppo Fiat dopo una breve esperienza nel 1989 ed essere diventato amministratore delegato della Pirelli nel 1991, assume nel 2001 la stessa carica nella Telecom dopo l'acquisizione di Telecom Italia da parte del gruppo guidato da Tronchetti Provera, rimanendo seduto nei CDA, tra gli altri, di Pirelli & C. Real Estate e Mediobanca e nel comitato esecutivo di RCS MediaGroup.
Il 14 settembre 2006, con le dimissioni di Tronchetti Provera dalla presidenza Telecom, ne diventa vice presidente esecutivo e dal 6 aprile 2007, a seguito delle dimissioni di Guido Rossi, che aveva lasciato la carica di commissario straordinario della FIGC per sostituire Tronchetti Provera alla presidenza di Telecom in vista dello scandalo prossimo a scoppiare, svolge ad interim la carica di vice presidente esecutivo di Telecom Italia.

Il 10 marzo 2010 Tronchetti Provera sostiene dinanzi alla giudice Mariolina Panasiti che la security di Telecom agiva per suo conto.
Nonostante questo, giorno 1 febbraio 2010 Telecom e Pirelli, entrambe quotate in borsa, pur non intendendo ammettere alcuna responsabilità, avevano patteggiato l'accusa di corruzione sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per reati commessi dai propri dipendenti nell’interesse aziendale.
Il 28 giugno 2010 Il Corriere della Sera riporta che Marco Tronchetti Provera, nella sua veste di testimone al processo sui dossier illegali, è stato "inaffidabile e inattendibile" secondo la giudice Panasiti.

Tronchetti Provera, iscritto nel registro degli indagati per ricettazione, concorso in intrusioni informatiche e corruzione internazionale, è ascoltato giovedì 24 novembre 2011 dai magistrati milanesi che indagano sul nuovo filone dell’inchiesta sui dossier illegali realizzati dalla security di Telecom e rilascia a Panorama alcune dichiarazioni nelle quali dichiara di aver agito nel rispetto della legalità e dei valori nei quali crede anche nella vita, senza aver cercato scorciatoie o aver ceduto a pressioni.
Parole che rimandano al clima di onestà autoreferenziale da sempre nelle corde dei tanti protagonisti dello scandalo Telecom legati a doppio filo con la struttura dirigenziale nerazzurra.

L'inciso vale per giustificare il nostro interesse riguardo alle vicende di spionaggio illegale che coinvolgono ambienti che trascendono il mondo del calcio, ma che di fatto lo hanno compreso e integrato nella rete perversa dell'illegalità. Ma facciamo un passo indietro.
Nel corsivo riportato dall'articolo di Giuseppe D'Avanzo si intravede il tessuto ibrido dei conflitti d'interesse e della confusione dei ruoli e dei poteri venutosi a determinare in un momento difficile e controverso di storia contemporanea non solo italiana.
Visto dalla parte di Giuliano Tavaroli, che di quegli anni è stato non uno spettatore qualunque e comunque un testimone scomodo. Giuliano Tavaroli era negli anni ottanta con Mancini nella sezione speciale anticrimine milanese di via della Moscova, arruolato nell'Arma dei Carabinieri. Mentre Mancini entrerà nel SISMI, Tavaroli si congederà nel 1988, mettendo a frutto le sue competenze nel settore della sicurezza privata, prima all'Italtel e dal 1996 alla Pirelli. Con agli ordini un nutrito gruppo di 500 uomini, diventa top manager di Telecom-Pirelli, direttamente rispondendo del suo operato a Tronchetti Provera, del quale cura la sicurezza personale e quella della consorte Afef.

Il passaggio dall'Arma alla sicurezza privata viene determinato secondo l'analisi che Giuseppe D'Avanzo ha ricavato dalle sue interviste, da una serie di eventi storici di marca italiana riconducibili al terrorismo e internazionali scaturiti dalla caduta del muro di Berlino. Un nucleo speciale di polizia giudiziaria nacque a Torino sotto il generale Dalla Chiesa, all'epoca dell'arresto di Renato Curcio.
Fu allora che cinque "operai collaborazionisti" furono infiltrati alla FIAT e uno di essi fu arruolato dalle BR. Si generò così un "metodo" di indagine che si fece largo nelle maglie della giustizia perché non previsto esplicitamente da leggi dello Stato preesistenti o nuove, attraverso il quale le linee di collaborazione tra i carabinieri e la magistratura si accorciavano e intervenivano i servizi segreti.
Si svilupparono le sezioni speciali anticrimine e il collaborazionismo fu esteso ad alcuni militanti del PCI e dei sindacati, affinché fossero individuati nelle fabbriche dei varchi per accedere al cuore del terrorismo. In questo modo fu selezionata un'élite di professionisti che esaurita la fase di emergenza dell'eversione terrorista si riciclò passando alle dipendenze delle maggiori imprese italiane.
Similmente la caduta del muro di Berlino fece esplodere il business della sicurezza a livello internazionale, con quelli che in maniera colorita Tavaroli definisce "scambi di figurine", una volta persi i referenti tradizionali, tra security private e servizi segreti. Accresciuti in maniera esponenziale dopo l'attentato alle Twin Towers dell'11 settembre 2001 e grazie al progredire della tecnologia.

Un guazzabuglio nel quale sulle logiche della politica oggi si ritrovano a prevalere gli interessi del business. Del quale ha approfittato uno strapotere determinato dall'occupazione contemporanea di alcune cariche fondamentali di Telecom e di una squadra di calcio non vincente, nonostante le enormi perdite finanziarie, al punto da far dire a uno dei massimi dirigenti dello sport patrio che non si poteva penalizzare con la serie B nemmeno di fronte al mea culpa dello scandalo dei passaporti, che ha smosso gli appetiti insani della vittoria con mezzi illeciti in grado di fare, alla fine, anche cassa. Non è un'ipotesi.
I pagamenti ritrovati presso una società estera di Cipriani, eseguiti dalla Pirelli, i rapporti tra Facchetti e l'arbitro in attività Nucini, i dossier COMO e Ladroni, i risarcimenti richiesti da Vieri e De Santis sono l'epilogo di calciopoli che riconduce alla genesi.

Col senno di poi è possibile individuare un rimpianto, un errore (inevitabile?) nelle difese. Al processo di Napoli sono mancate le deposizioni proprio di quei protagonisti di calciopoli legati a doppio filo al processo Telecom e alla società nerazzurra.
Gli stessi messi spalle al muro eppure graziati dalla prescrizione di Palazzi, dopo che un'inchiesta della FIGC condotta dallo stesso Borrelli che aveva lamentato in diverse occasioni che le indagini su calciopoli non erano state condotte in tutte le direzioni e in maniera sufficiente, aveva archiviato nel 2007 la loro posizione.
Nonostante la stessa federazione fosse stata spiata attraverso i suoi designatori e dirigenti. Risale infatti ai primi mesi del 2006 l'inchiesta con la quale D'Avanzo, in collaborazione con Bonini, svelava che fosse attivo un abusivo "servizio segreto" ad opera del Tiger Team di Telecom. E al 15 giugno dello stesso anno un articolo del Corriere della Sera che riferiva: "Vieri spiato quando giocava con l’Inter".

Il lettore deve sapere che anche il metodo D'Avanzo, basato su molteplici verifiche della notizia prima che questa venga pubblicata, è stato posto sotto osservazione, poiché l'abbondanza di informazioni è stata messa in relazione a sua volta con l'accesso a fonti dirette del mondo degli agenti segreti. Ne è scaturita, in questo paese di schieramenti dove non si lesinano i colpi bassi, la solita bagarre a base di accuse reciproche di esponenti del mondo della politica e delle testate giornalistiche.

Enzo Biagi ci ha lasciato il 16 agosto del 2006, dopo la sentenza sportiva di calciopoli, sulle colonne del Tirreno dove era stato emarginato, una sorta di testamento morale a monito: “Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome, una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".

Giuseppe D'Avanzo ha scritto: "Un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica".

Spesso sembra accadere il contrario.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1978


 
 
 

CONTE AL TG1: "CON AGNELLI GRANDE SINTONIA. DEL PIERO NON SARA' MAI UN PROBLEMA"

Post n°5569 pubblicato il 27 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il giorno dopo la vittoria sulla Lazio che porta la Juventus in vetta solitaria, il tecnico bianconero Antonio Conte rilascia un'intervista al Tg1. Tanti i temi affrontati a partire dal rapporto con Andrea Agnelli e Alessandro Del Piero: "Con Andrea Agnelli c'è grande sintonia. Abbiamo lo stesso carattere crediamo nel lavoro e sappiamo che il tempo è galantuomo. Con Ale ho sempre un confronto diretto e per me non sarà mai un problema ma una soluzione". Conte poi passa a svelare alcuni hobbies dei giocatori durante le giornate di ritiro: "Una volta giocavamo a carte o a biliardo: adesso i giocatori hanno il computer. Io non sono nè su facebook nè su twitter, sono ignorante in materia". Infine un commento sui tecnici da cui si ispira: "Certamente mi considero una spugna, cerco di raccogliere degli spunti, delle idee importanti per farle mie ed elaborarle, ma paragoni sono ingombranti ed esagerati"

 
 
 

Hasta el sentimiento popular siempre!

Post n°5568 pubblicato il 27 Novembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

di F. Del Re

Ieri sera abbiamo assistito ad una discreta partita fra le due capoliste del campionato italiano di calcio.

Discreta perchè il nostro football è retrocesso a quarta forza europea; discreta perchè si sono viste due squadre che hanno saputo affrontarsi a viso aperto, ma anche con quel sano tatticismo che una volta ci rendeva "tipici".

Una partita che il nostro Andrea Staffieri ha saputo sintetizzare magistralmente nel suo articolo.

Una partita che non ha visto la Juve spadroneggiare in lungo e in largo come nel primo tempo contro la Fiorentina o come in tutta la partita contro il Milan; una partita che ha molte chiavi di lettura: dalla partenza gagliarda dei bianconeri, padroni del campo per i primi 25 minuti, al ritorno in partita della Lazio, che fino al 45' se l'è giocata alla pari. Una Lazio che nei primi 20 minuti del secondo tempo ha schiacciato la Juve nella sua area, ma ha di fatto prodotto la sua azione più pericolosa, soltanto grazie ad un rinvio sbagliato da Pirlo e non certo per le prodezze dei pur ottimi Hernanes e Klose. Una Juve che poi negli ultimi 25 minuti, passata la sfuriata laziale, ha ripreso tranquillamente in mano le redini dell'incontro, sfiorando clamorosamente il 2-0, prima con Giaccherini (Aarghh! Lascia quella palla a Marchisio che arriva in corsa!) e poi col volenterosissimo Matri.

Sul mio personale tabellino, come direbbe il grande Rino Tommasi, ho contato, sui 90' minuti disponibili di partita, 50' minuti di predominio bianconero a fronte di 20' minuti di predominio laziale e 20' di sostanziale equilibrio tattico, nel quale però, la classe di Buffon, Pirlo e Vucinic, ha innescato lo spettacolare contropiede concretizzato da Matri e da Pepe.

Sempre sul mio personale tabellino, ho contato, comprensivi di gol e pali, 5 chiarissime occasioni da gol per la Juve (Marchisio, Pirlo/Lichtsteiner, il gol di Pepe nel primo tempo; Giaccherini e il palo di Matri nel secondo tempo) contro 3 della Lazio (Doppio Rocchi nel primo tempo; Hernanes nella ripresa)

Quindi, per dirla sempre alla Rino Tommasi, se questo fosse stato un match pugilistico, i bianconeri avrebbero vinto meritatamente ai punti, non certo per KO; ma ai punti il verdetto dei tre giudici sarebbe stato comunque unanime.

Ecco quindi che le deliranti dichiarazioni di Reja ai microfoni di Sky a fine partita sanno chiaramente di rinnovato sentimento popolare.

Dichiarare che Barzagli ha commesso fallo di mano e che andava espulso perchè la palla era diretta in porta, ha il sapore antico dell'antijuventinismo bieco e militante, perchè nega l'evidenza delle immagini: un'evidenza che neppure i solitamente schierati conduttori di Sky si sono sentiti di smentire, tanto era lampante. Chiaramente, nettamente, evidentemente per chi non ha il brasato del sentimento popolare sugli occhi, Buffon devia il pallonetto di Rocchi sul braccio di Barzagli, che era lì a mezzo metro, che se non fosse stato lì il pallone sarebbe uscito dallo specchio della porta e se anche vi si fosse indirizzato Bonucci era già in traiettoria per calciarlo fuori, come poi ha realmente fatto.

Questo è negare l'evidenza, ma anche dichiarare che la Lazio avrebbe meritato il pari è un'altrettanto evidente negazione dell'evidenza, quella che ha mostrato una Juve più solida in difesa, più concreta in contropiede, più lucida nella gestione del match, soprattutto quando la Lazio ha prodotto il suo massimo sforzo, durato, fra l'altro, soltanto 20'. Una Lazio discreta, convincente, con due veri campioni in attacco quali Hernanes e Klose, ma che comunque ha prodotto le sue tre occasioni migliori sempre e solo grazie a sbavature della retroguardia bianconera.

Bianconeri, che al contrario dei laziali, hanno sempre prodotto le loro azioni più pericolose grazie ad una manovra veloce, semplice ed eseguita con grandi qualità tecniche ed atletiche.

Così stanno le cose, almeno per chi le ha viste grazie all'ausilio non indifferente di un paio di occhi ancora ben funzionanti e non affetti da evidenti problemi alla cataratta.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1977


 
 
 

Espugnato l'Olimpico!...ecco le pagelle, di Andrea (NeoGTO)

Post n°5567 pubblicato il 27 Novembre 2011 da nadir63l
 

Immagine IPB

Con grande euforia mi ritrovo a parlarvi di un bellissimo scontro che ha visto prevalere la squadra psico-fisicamente più solida, più forte: la Juventus. La partita è sostanzialmente equilibrata e, nonostante un inizio a tutto gas in cui siamo stati capaci di inventare almeno 3 palle gol (non sfruttate), i padroni di casa riescono a reagire creando a Gigi (oggi San Gigi) Buffon qualche fastidio di troppo. Ma proprio nel momento migliore per i biancocielesti, ecco il gol vittoria grazie ad un magistrale contropiede: Pirlo per Vucinic, lancio millimetrico sulla sinistra del montenegrino per l'immenso Matri, assist perfetto per l'inserimento di Pepe, bravissimo a seguire l'azione sin dall'inizio. Nella ripresa ci troviamo a dover resistere all'arrembaggio della formazione di casa che da tutto nei primi venti minuti ma, oltre a sbattere la testa contro un monumentale Buffon, riesce solo a racimolare un legno che serve solo a svegliare la squadra di Conte (che poi andrà vicina più volte al gol del 2-0). Che dire, grande vittoria contro un'ottima squadra nel suo momento migliore. La cura del Capitano continua...e si vede!

PAGELLE

BUFFON 8 Bentornato, Number One. Non sparire mai più!

LICHTSTEINER 7 Anche contro la sua ex squadra non sfigura, anzi! Respinge in tackle una conclusione a botta sicura di un avversario ed esulta come se avesse segnato. Trascinatore.

BARZAGLI 6,5 Le sue ottime prestazioni non sorprendono più. Convincente anche in fase di impostazione.

BONUCCI 6 Qualche sbavatura nel primo tempo; nella ripresa vince tantissimi duelli importanti e, insieme al compagno di reparto, regge benissimo i "20 minuti di arrembaggio laziale".

CHIELLINI 6 Come Bonucci. Sta comunque lentamente tornando ai suoi livelli.

MARCHISIO 6,5 Un po' sottotono, sfiora comunque il gol in un paio di circostanze. Peccato per quella dannata (e generosa...) ammonizione che lo costringerà a saltare la partita di Martedì contro i non-alluvionati.

PIRLO 6,5 Non è al meglio, e si vede. In ogni caso gioca una grande partita soprattutto in fase difensiva, recuperando tantissimi palloni; mette lo zampino in quasi tutte le nostre occasioni gol e batte una delle sue punizioni...peccato che Marchetti abbia avuto un riflesso sovrumano e, così, respinto il tiro.

PEPE 7,5 E pensare che c'era chi lo voleva lontano da Torino...ancora un gol per l'esterno romano. Decisivo ed insostituibile!

ESTIGARRIBIA S.V. Utile a tener palla negli ultimi minuti.

VIDAL 6,5 Che grinta! Garantisce qualità e quantità.

VUCINIC 6 Cerca la magia nei primi minuti (per poco non gli riesce). Importantissimo il suo lancio per Matri nell'azione del gol. Nella ripresa è soffocato dall'estenuante pressing laziale. Comunque positiva (e generosa) la sua prova.

GIACCHERINI 6,5 Riecco Giac! Con il suo ingresso, coincide il calo laziale. Tiene palloni importanti e fa rifiatare i compagni più stanchi. Sbaglia clamorosamente il gol che ci avrebbe risparmiato 10 minuti di apnea...

MATRI 8 Cosa manca a questo attaccante che, a detta di alcuni, "è stato pagato troppo"? Semplicemente fenomenale. Uno sfortunato palo gli nega un magico, meritatissimo, gol.

QUAGLIARELLA S.V. Aspettiamo anche i tuoi gol.

CONTE 7,5 Grazie per avermi/ci restituito la Juve.

COSA VA: Il carattere che ci ha consentito di resistere all'enorme pressione avversaria e Gianluigi Buffon.

COSA NON VA: Le partite bisogna chiuderle!

CONCLUSIONE Archiviare la vittoria e pensare subito a martedì.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=1976


 
 
 

Conquistato l'Aventino, ora sotto con il Vesuvio

Post n°5566 pubblicato il 26 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it
Si sapeva che sarebbe stata una partita difficile e che la Lazio era una squadra forte e ben messa in campo e così e' stato, una partita che e' iniziata a ritmi alti e intensi. Una Lazio che ha messo in campo una gran determinazione, rabbia e cattiveria e un pressing asfissiante. La Juventus che ha creato ottime occasioni con Marchisio e Pirlo, ma la Lazio che ha creato un'occasionissima con Rocchi su evidente errore di Bonucci. Un Buffon stratosferico nel primo tempo che salva con Pepe che concretizza un contropiede  magistrale. Dopo il gol reazione laziale che pero' crea su errori bianconeri.  Un primo tempo ben giocato dalla Juventus che ha creato di più della Lazio anche se pero' ha concesso due grosse occasioni prontamente sventate da Buffon. La Lazio nel secondo tempo parte forte e convinta con una Juventus troppo leziosa. Una Juventus che cresce con i minuti anche se arriva l'ammonizione forse eccessiva per Marchisio al primo fallo del centrocampista, si poteva evitare quel cartellino. Una Lazio che nel secondo tempo pressa e colpisce un palo al minuto 14. Troppa Lazio nella ripresa. Conte a 25 minuti dalla fine lancia Giaccherini che si presenta con un cross telefonato, prima di sbagliare il gol del 2-0. Una Juventus che gioca dal trentesimo al quarantesimo un buon calcio e sbaglia con Giaccherini e Matri il gol del raddoppio. La Juventus che mostra maturità nella seconda parte e vince meritatamente. L'Aventino e' conquistato, ora sotto con il Vesuvio.

 
 
 

LAZIO-JUVENTUS 0-1: FINE PRIMO TEMPO, BIANCONERI AVANTI CON PEPE

Post n°5565 pubblicato il 26 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

46' - Rocchi non lo fa battere. Finisce qui il primo tempo. Juventus in vantaggio all'Olimpico di Roma per effetto del gol di Simone Pepe.

46' - Bella azione personale di Vucinic, che conquista un angolo.

45' - Matri porta a spasso l'intera difesa biancoceleste ma alla fine conclude debolmente a lato dal limite dell'area.

44' - Superbo anticipo di Barzagli. Sempre attento e tempestivo il difensore toscano. 

43' - Klose cade nella trappola del fuorigioco.

42' - Fallo in attacco di Lulic. Lichtsteiner colpito alla nuca. Nessun problema però per lo svizzero.

41' - Sempre molto alta la difesa bianconera.

40' - Bella partita. Rapidi capovolgimenti di fronte.

37' - Tiraccio alto di Chiellini.

36' - Altra occasionissima per la Juve: Pepe si presenta a tu per tu con Marchetti ma non riesce a superarlo. Palla sul fondo.

35' -
La Lazio prova a regire: tiro di Hernanes dalla distanza, Buffon blocca sicuro.

34' - PEPEEEEEEEEE GOOOOOOOOOOOOL!!!!!! Juve in vantaggio!!!!  Contropiede perfetto della Juve: Matri scappa sulla sinistra, serve in mezzo Pepe che solo soletto batte Marchetti con un preciso rasoterra! Bianconeri in vantaggio!

34' -
Rocchi calcia a botta sicura davanti a Buffon, ma il portiere bianconero si supera.

33' - Traversone basso di Lichtsteiner, Pepe anticipato.

31' - Pepe riceve palla a destra, converge ancora una volta e calcia in porta col sinistro: Marchetti para in due tempi.

30' - Conclusione da fuori di Rocchi, fuori di qualche metro.

29' - Vucinic a terra dopo un contatto con Diakite. Il montenegrino è dolorante alla schiena. Ma riprende a giocare.

28' - Destro di Hernanes dal limite dell'area, Buffon blocca a terra.

26' - Punizione in zona d'attacco per la Lazio: palla scodellata in area, ma l'arbitro Rocchi ferma il gioco. Fallo di Diakite. Punizione per la Juve.

25' - Hernanes calcia direttamente in porta, ma la sfera è fuori di parecchio.

24' - Gran lancio di Pirlo per Pepe che supera Radu, converge e da buona posizione manda alto con un tiro a giro di sinistro.


24' - Hernanes messo giù da Bonucci. Punizione per la Lazio, ad una trentina di metri dalla porta di Buffon...

22' - Ancora Lazio pericolosa: gran tiro di Ledesma da fuori, palla non lontana dall'incrocio dai pali.

21' - Grande chance per la Lazio: Rocchi si presenta a tu per tu con Buffon, prova il tocco morbido, ma il portierone bianconero devia in angolo.

20' - Lulic cerca un passaggio rasoterra in area bianconera, bravo Barzagli a spazzare in angolo.

17' - Brocchi a terra dopo uno scontro con Chiellini: gioco fermo.

16' - Grandissima punizione di Pirlo da 32 metri, Marchetti respinge sui piedi di Lichtsteiner che da ottima posizione spedisce fuori! Lo svizzero era comunque in posizione irregolare.

16' - Konko stente Vucinic. Punizione per la Juve nella trequarti laziale.

15' - Ottimo avvio dei bianconeri.

14' - Ponte di Matri per Bonucci che calcia alto.

13' - Altro cross di Lichtsteiner, Matri gira di prima verso la porta, ma Diakite devia in angolo.

11' - Cross di Pepe sul secondo palo, Konko anticipa Vucinic.

9' - Grande azione della Juve: Lichtsteiner sfonda sulla destra e crossa a centro area per Marchisio che di testa sfiora la traversa. Occasionissima per i bianconeri.

8' - Botta da fuori di Hernanes e palla che sorvola abbondantemente la traversa.

7' - La Lazio ci prova soprattutto sulla fascia sinistra: cross fuori misura e palla sul fondo.

5' - Vucinic riceve palla sulla fascia sinistra e fa partire un tiro a giro che finisce sull'esterno della rete. Il montenegrino ha cercato di sorprendere Marchetti da posizione defilatissima.

4' - Lancio di Chiellini per Matri, ma Diakite è tempestivo nella chiusura.

3' - Cross lungo di Lucic, ci arriva Konko che conquista un corner.

2' - Subito grande pressing dei bianconeri. Vucinic serve Matri, che viene però fermato all'ingresso dell'area biancoceleste.

2' - La Juve prova subito ad impostare.

1' - La Lazio batte il calcio d'inizio. Si parte! Forza Juveeee!!!

1° TEMPO

20:45 -
Un minuto di raccoglimento per le vittime dell'alluvione di Messina. Juve col lutto al braccio per ricordare l'ex campione Praest, scomparso pochi giorni fa.

20:43 - Lazio e Juventus schierate in campo. Tra poco il fischio d'inizio.

20:41 - Squadre nel sottopassaggio. La Juventus indossa la sgargiante maglia rosa.

20:39 - Milos Krasic finisce per l'ennesima volta in tribuna. L'esterno serbo non sembra più rientrare nei piani di Antonio Conte.

20:35 - Le due squadre stanno rientrando negli spogliatoi per indossare le maglie da gara. Grande entusiasmo sugli spalti. I diecimila tifosi bianconeri si fanno sentire.

20:31 - Juventus e Lazio stanno concludendo la fase di riscaldamento.

20:15 - Lazio-Juventus, formazioni ufficiali:

LAZIO (4-3-1-2): 22 Marchetti; 29 Konko, 21 Diakitè, 33 Stankevicius, 26 Radu; 32 Brocchi, 24 Ledesma, 19 Lulic; 8 Hernanes; 25 Klose, 9 Rocchi. A disp.: (84 Carrizo, 20 Biava, 5 Scaloni, 27 Cana, 15 Gonzalez, 7 Sculli, 99 Cisse) All. Reja

JUVENTUS (4-3-3): 1 Buffon; 26 Lichtsteiner, 19 Bonucci, 15 Barzagli, 3 Chiellini; 22 Vidal, 21 Pirlo, 8 Marchisio; 7 Pepe, 14 Vucinic, 32 Matri. A disp.: (30 Storari, 11 De Ceglie, 5 Pazienza, 28 Estigarribia, 24 Giaccherini, 18 Quagliarella, 10 Del Piero) All. Conte

Arbitro: Rocchi di Firenze (Ghiandai-Giordano; IV°: Damato)

 
 
 

PIRLO, PIU' SI CHE NO

Post n°5564 pubblicato il 26 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

14:25 - Dal ritiro romano della Juventus, alla Borghesiana, trapelano nuove indiscrezioni in merito alla situazione di Andrea Pirlo. La sua presenza in campo contro la Lazio è ancora in dubbio, ma secondo quanto appreso da Sky Sport crescono le possibilità di vedere il centrocampista bianconero nella formazione titolare.  "In questo momento il borsino dice più sì che no - riferisce l'inviato Giovanni Guardalà - Ci sono sensazioni positive. Stamattina il giocatore aveva ancora un po' di dolore al ginocchio, ma ha provato a calciare e il dolore non è peggiorato. Diciamo che se il problema è solo il dolore, quindi si ha la certezza che non ci possano essere complicazioni, allora Pirlo stringerà i denti e scenderà in campo. Lo deciderà lui. Nelle ultime ore la sensazione è che sia più probabile vederlo in campo. Se stamattina era un 50 e 50, adesso possiamo andare sul 70 e 30. Una decisione verrà presa nelle prossime ore, anche perchè poi se Pirlo non dovesse farcela, la scelta deve essere comunicata per tempo a Pazienza, che dovrà eventualmente avere il tempo di concentrarsi sulla partita".

 

12:50 - Neanche dopo la seduta di rifinitura sono state sciolte le riserve sulla presenza di Andrea Pirlo nella sfida di stasera contro la Lazio. Secondo quanto riferito pochi istanti fa da Sky Sport, bisognerà ancora aspettare qualche ora, perchè anche il provino di stamattina non ha dato delle certezze. Il ginocchio fa ancora male al centrocampista bianconero. Durante la sgambata mattutina, ha provato a calciare ed ha sentito ancora fastidio. Ancora non è stata presa una decisione definitiva riguardo il suo impiego, sarà lo stesso Pirlo a decidere se scendere in campo o meno. Bisognerà attendere le prime ore del pomeriggio per capire cosa avrà deciso il regista bresciano, d'accordo con Antonio Conte. Se non dovesse farcela, è pronto a sostituirlo Michele Pazienza.

 
 
 

La Gazzetta conferma: "Tevez, sorpasso Juve. Scontro totale con il Milan"

Post n°5563 pubblicato il 26 Novembre 2011 da nadir63l
 

© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport

"Tevez, sorpasso Juve". Stamane apre con questa clamorosa bomba "La Gazzetta dello Sport", che conferma l'inattesa offensiva bianconera per l'attaccante argentino. Secondo la rosea, è ormai "scontro totale con il Milan" di Galliani, che da qualche giorno stava concretamente lavorando per definire rapidamente il passaggio in rossonero del giocatore, ormai in rotta con il Manchester City. Nelle ultime ore, però, si è registrato il contropiede della Vecchia Signora, minuziosamente raccontato dall'esperto di mercato del quotidiano milanese Carlo Laudisa:

Una mail all’ora di colazione firma il clamoroso rilancio bianconero per Carlitos Tevez. E lo scontro con il Milan diventa esplicito. Lacerante. Non basta l’appuntamento già fissato, da corso Galileo Ferraris si premurano di far leggere all’agente dell’argentino l’offerta economica per il sorprendente sorpasso ai rossoneri. Un ricco biglietto da visita per invogliare l’argentino e il suo entourage in vista del faccia a faccia in programma a Torino in giornata. Kia Joorabchian quasi non crede ai suoi occhi quando sul suo Blackberry spunta una preziosissima scaletta per il suo assistito: 4 milioni di euro netti da gennaio a giugno. E per il triennio successivo, in caso di riscatto, la Juve s’impegna a pagargli 9 milioni netti a stagione più i premi. Vale a dire quanto l’Apache guadagna ora al City con l’aggiunta di un anno. Il rinvio L’accelerazione bianconera, per paradosso, imbarazza l’agente anglo-iraniano che giovedì ha incontrato l’a.d. rossonero Adriano Galliani in via Turati: due ore all’insegna della cordialità e dell’ottimismo. Così il rappresentante di Tevez si sente impegnato con il club rossonero e non se la sente d’approfondire subito l’argomento con Beppe Marotta e i suoi collaboratori. Allora sceglie di prendersi una pausa di riflessione e di rinviare l’incontro con il management juventino alla prossima settimana. Incontro-bisAquel punto si consulta con l’intermediario russo Vlado Lenic e l’agente Fifa Giuseppe Riso per concordare le mosse più immediate con il Milan. E il briefing si chiude con la decisione di tornare da Galliani per informarlo dell’ufficiale ingresso in scena dei concorrenti torinesi. La linea di Tevez sinora è stata chiara: semaforo verde al Milan, anche a costo di qualche rinuncia economica. Mail pressing del club di Agnelli cambia le carte in tavola. E il suo manager ha l’obbligo di riaggiornare tutti i dati della trattativa. Ma non subito. Ragion per cui il nuovo incontro con Galliani, all’incirca di un’ora, si chiude con un nuovo appuntamento. A breve. Ovviamente per soppesare meglio tutti gli aspetti della vicenda. E in serata prende l’aereo per Londra. A stretto giro dovrà riferire al City sugli sviluppi del suo blitz italiano. Ma a questo punto la trattativa con la società dello sceicco Mansour passa in secondo piano. Per ora i riflettori restano su Carlitos. E sulla sua scelta tra Juve e Milan. L’irritazione Il nuovo scenario irrita non poco il Milan. Il rilancio bianconero, di fatto, obbliga Adriano Galliani ad un rialzo che non è assolutamente nei suoi pensieri. E nelle possibilità della società di Berlusconi. Nel giro di 24 ore il Milan deve rivedere i suoi umori sul grande affare di gennaio. All’ottimismo di giovedì segue il nervosismo per un contropiede che manda in crisi un rapporto di buon vicinato che dal ’94 in poi ha portato le due società a collaborare sul versante politico e ad una sorta di patto di non aggressione sul mercato. Sfida-scudettoMadopo il recente blitz juventino su Montolivo, quello per Tevez in via Turati viene addirittura letto come un agguato.

 
 
 

Dossier illegali, Tronchetti Provera interrogato e indagato dai pm....

Post n°5562 pubblicato il 25 Novembre 2011 da nadir63l
 

Nuovo capitolo nello scandalo Telecom.
© foto di Image Sport

Nonostante i tifosi interisti dichiarino che il caso sia chiuso riguardo Calciopoli non si fermano invece le indagini sullo scandalo Telecom, vicenda strettamente legata alle intercettazioni illegali perpetuate negli anni a cavallo tra il 2002 e il 2006 dove finirono nella lista dei personaggi spiati e pedinati i vari Bobo Vieri, Massimo De Santis, Fabio Capello, Luciano Moggi e Alex Del Piero tra i più famosi. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore ieri l'azionista dell'Inter e sponsor della squadra nerazzurra con il marchio Pirelli, Marco Tronchetti Provera, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dopo due ore d'interrogatorio nel Palazzo di Giustizia di Milano dal Procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal sostituto Nicola Piacente. Tronchetti Provera, fino al 2006 presidente di Telecom Italia, sarebbe stato iscritto nel registro con l'accusa di ricettazione, concorso in intrusioni informatiche e corruzione internazionale, reati che si sarebbero perpetuati secondo i pm nell'era delle intercettazioni e dossier illegali con Giuliano Tavaroli a capo della security della Pirelli e della Telecom. In queste ore tra l'altro sarebbe sotto il vaglio dei pm la posizione di Carlo Buora, ex ad di Telecom e vicepresidente dell'Inter all'epoca dello scoppio dei due scandali, Calciopoli e intercettazioni. Si può parlare ancora di caso chiuso e udienza tolta?

 
 
 

     

 

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