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Messaggi di Marzo 2012

Allegri, il favore non ti è dovuto… o sbaglio?

Post n°5846 pubblicato il 31 Marzo 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

Con un senso di irritazione mi ritrovo a scrivere in merito alle ultime dichiarazioni dell’allenatore del Milan, Allegri.

Un Allegri frustrato, forse perché si sta rendendo conto che senza evidenti favori arbitrali non riesce a vincere una partita che sia una! Ha il coraggio di prendersela nuovamente con i vertici juventini, accusati di fare ancora polemica sugli arbitraggi: “bisogna stare zitti”, dice. Semplicemente si sente talmente superiore (da inizio campionato) che la vittoria non deve guadagnarsela, anzi, gli è dovuta!

Non importa se il Catania potrebbe recriminare per un gol (ingiustamente?) annullato a Gomez ad inizio ripresa. Non importa se il tiro di Robinho, sull’1-1, sia stato respinto da Marchese sulla linea… Per Allegri la palla era entrata a prescindere (anche se le immagini sembrano sbugiardarlo, ricordiamo che il pallone deve varcare completamente la linea di porta!).

Mi domando, perché il poco allegro allenatore del Milan continua a mettere in mezzo la Juve nelle sue sterili polemiche, facendo sembrare, attraverso i media, che loro siano le vittime di un sistema? Perché non ha mai preteso che il regolamento fosse rispettato quando la sua squadra ha beneficiato di rigori inesistenti contro Chievo, Genoa, Bologna, Siena, Atalanta e Roma? Perché continua a soffermarsi sul “gol di Muntari” e non sul “fuorigioco di Matri”, ad esempio?

Qualcuno potrebbe pensare che stia mettendo in atto una subdola strategia mediatica affinché la Juventus continui a pagare quel “favore” (l’unico!) in occasione di Milan – Juve.
Ma sicuramente non sarà così, loro sono “i buoni”… loro sono “i meravigliosi”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2202


 
 
 

CONTE integrale: "Vincere col Napoli per mettere un sigillo sul 2° posto.

Post n°5845 pubblicato il 31 Marzo 2012 da nadir63l
 

Scudetto? Pronti se il Milan dovesse fare harakiri. Borriello e Quagliarella? Grandi motivazioni, hanno la possibilità di giocare dall'inizio"

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Classico appuntamento settimanale con i giornalisti per Antonio Conte, che al Media Center di Vinovo ha analizzato i temi del big match di domani sera contro il Napoli. La redazione di TuttoJuve.com ha trascritto integralmente le dichiarazioni del tecnico bianconero:

Può essere questo lo snodo decisivo, tra oggi e domani, per il discorso scudetto?
"Dopo queste partite ne mancheranno altre otto, quindi vediamo cosa succede, sapendo benissimo che....senza guardare gli altri, noi abbiamo un impegno forte, un impegno probante, contro una squadra che ha fatto benissimo in Coppa Italia come noi, è arrivata in finale, ha fatto benissimo in Champions, e forse con un po' più di esperienza sarebbe potuta arrivare in semifinale, visto quello che ha fatto il Chelsea con il Benfica; quindi ha fatto delle cose straordinarie anche in Champions. Pensiamo a noi, perchè è un impegno sulla carta molto impegnativo e quindi senza guardare gli altri, guardiamo a casa nostra". 

Hai detto che il Napoli ha fatto benissimo, ci sono undici punti di differenza in classifica con la Juve. Come è possibile che ci sia questo divario? Dove ha pagato il Napoli?
"Sai, non dimentichiamo che cinque anni fa Juventus e Napoli erano in serie B. Il Napoli nel giro di cinque anni ha avuto una crescita veramente esponenziale, merito del presidente De Laurentiis, perchè è riuscito in questi anni a costruire un progetto, un progetto che è migliorato di anno in anno, arrivando quest'anno non alle soglie dei quarti di finale, ma della semifinale; sono convinto che se il Napoli fosse passato contro il Chelsea, sarebbe andata dritta in semifinale, quindi tra le prime quattro squadre in Europa. Merito di Mazzarri, dei calciatori, un po' di tutto l'ambiente che in soli cinque anni sono riusciti a fare delle cose veramente straordinarie. E' inevitabile che questo era il loro primo anno, dopo tantissimi anni di Champions. Sicuramente il Napoli non ha una rosa straordinaria a livello numerico come il Milan e quindi penso che abbiamo pagato un pochino dazio da questo punto di vista, perchè la Champions porta via risorse fisiche e risorse nervose, anche se ci abbiamo un po' giocato quest'anno, sul fatto che non fosse vero. Però è un dato di fatto. Io stesso ho detto che preferisco giocare la Champions, però la Champions comunque toglie qualcosa a livello di campionato. Penso che la differenza tra noi e il Napoli sia questa, anche perchè nella griglia di partenza io il Napoli l'avrei messo molto prima rispetto alla Juventus".

Qual è l'aspetto tecnico e tattico che ti preoccupa di più nel Napoli?
"Il Napoli è una squadra che lavora con lo stesso allenatore e con la maggior parte degli interpreti da un anno e mezzo e quindi c'è un'organizzazione di gioco abbastanza affiatata, un complesso di calciatori che comunque suonano  lo stesso spartito da diverso tempo. E' inevitabile che davanti, Cavani, Lavezzi, Hamsik e non dimentichiamo Pandev, sono giocatori che fanno la differenza e gli stanno facendo la differenza. Si posano su un'ottima organizzione di gioco, però i tre davanti danno quella qualità in più che permette al Napoli per giocare per traguardi ambiti e importanti".

Il Napoli è l'unica squadra che ha fatto tre gol alla Juventus. Come si fermano questi tre tenori?
"Sì', non dimentichiamo che il Napoli ci ha fatto tre gol, ma siamo stati forse l'unica squadra a fargli tre gol; non voglio dire fesserie, però anche noi abbiamo fatto tre gol a loro, ad una grande squadra. Sono tre giocatori che sicuramente quando hanno campo, quando hanno spazio, diventano decisivi, diventano determinanti, perchè sono giocatori di gamba, soprattutto Lavezzi, soprattutto Cavani; in più Hamsik ha qualità, insieme a Pandev; non sottovalutiamo Pandev che è in uno stato ottimale".

Mazzari ti elogia sempre e dice che si rivede in te quando era giovane. In molti ti paragonano a Mourinho. Qual è il paragone che ti piace di più e qual è l'allenatore che ti piace di più?
"Sai, è inevitabile che quando si è giovani.... tra virgolette, perchè ora in Serie A mi sento uno attempato, visto il nuovo arrivo di Stramaccioni, a cui faccio un grosso in bocca al lupo, a Montella, che sono molto più giovani di me. Quindi a soli 42 anni mi trovo ad essere comunque non il più giovane in serie A. Detto questo, è inevitabile che noi, tra virgolette, giovani siamo un po'...si cerca di marchiarci, assomiglia a questo, assomiglia a quell'altro. Mazzarri sicuramente è un ottimo tecnico, lo stimo per quello che sta facendo al Napoli, per quello che ha fatto in passato. Io penso di essere questo e sicuramente sarò questo anche negli anni a venire, quindi non penso di avere evoluzioni in futuro".  

E' vero che poi mancheranno ancora otto partite, però può essere una gara decisiva per la Champions. Ci si dimentica che state per ottenere un risultato straordinario che è l'accesso diretto alla Champions League. In questo senso, vincere domani, potrebbe significare che la Juve è tornata nel tabellone principale delle grandi d'Europa?
"Sicuramente vincere domani significherebbe comunque porre un sigillo bello grosso, tra virgolette, sul secondo posto, questo è fuori dubbio, perchè metteresti il Napoli a 14 punti e lasceresti come minimo invariata la posizione sulle altre. E non dimentichiamo che per noi, riuscire a centrare questo obiettivo di entrare in Champions dalla porta principale, senza preliminare, sarebbe veramente qualcosa di straordinario. Però, come dico sempre, avendo sempre l'occhietto aperto per cercare eventualmente di approfittare di qualche passo falso. La partita di domani sarà molto importante perchè è una partita contro un'ottima squadra, contro una grande squadra che sta facendo delle cose straordinarie ed è ormai una realtà del calcio italiano".

La gara d'andata è stata importante dal punto di vista tattico perchè la prima volta hai deciso di giocare a tre, a specchio col Napoli. Ti chiedo se anche per la partita di domani è il modo migliore per affrontare una squadra come il Napoli...
"Sì, partendo dal presupposto che al di là del fatto di vedere gli altri, noi dobbiamo guardare sempre in casa nostra; io cerco sempre di mettere i  miei calciatori nella condizione migliore per esprimersi al meglio e per cercare di contrastare al meglio i calciatori avversari, in modo da non avere difficoltà. Nel momento in cui mi accorgo che questo non accade, ho la possibilità di cambiare in corsa perchè ho dei giocatori capaci ed allenati ad interpretari due tipi di modulo, vedi con l'Inter, vedi col Milan stesso: eravamo partiti col 3-5-2 e nel secondo tempo abbiamo giocato col 4-3-3. Detto questo, la cosa strana è che dopo che la Juventus ha giocato al San Paolo col 3-5-2, successivamente, chi ha giocato col Napoli, ha adottato la stessa soluzione, lo stesso modo di giocare. Noi sappiamo benissimo pregi e difetti del Napoli, è una squadra un po' atipica perchè ti ritrovi spesso e volentieri con i due esterni, uno che crossa e l'altro che va a chiudere insieme ai tre attaccanti; e se non hai la copertura o l'abbassamento del centrocampista nella linea dei difensori, quindi ritornando alla parità numerica in difesa, rischi di avere un'inferiorità numerica. Quindi valutiamo tutte queste situazioni, non disdegnando il fatto che comunque abbiamo un 4-3-3 e anche col 4-3-3 abbiamo le nostre contromisure".  

Antonio, in una recente intervista hai detto che tua moglie ti minaccia: "Se continui così, in otto o nove anni ti consumi". Hai trovato l'antidoto a reggere questo genere di tensione?
"Non è il fatto di reggere le tensioni, è il fatto di vivere proprio...perchè quello che faccio quest'anno alla Juventus, sicuramente, ha sempre una proporzione diversa rispetto alle precedenti esperienze, perchè alleni una grande squadra, quindi grandissima responsabilità, tecnico-tattica, mediatica, gestionale, quindi ci sono grandissime ansie e grandissime tensioni. Però debbo dire che è proprio il mio modo di vivere la mia professione, quindi se andate a parlare anche con i presidenti, con i direttori o con i miei calciatori che ho avuto in passato, vi parlano di un allenatore che si immette in maniera totalizzante nell'avventura. E' inevitabile che quando fai questo la vivi con grande intensità, con grande passione, con grande stress; l'importante è che lo stress, come dico sempre, sia eustress e non distress, altrimenti sarebbe deleterio (ride, ndr); però quella è una battuta, spero di durare più a lungo. Dovessi farli comunque a questi livelli, andrebbe anche bene".

Il fatto che possano avere delle motivazioni speciali, essendo tutti e due campani, essendo stati in qualche modo legati al Napoli, può aprire delle chance in più nelle tue scelte per Borriello e Quagliarella? Poi cosa pensi della frase di ieri di Allegri, secondo cui tu vuoi vincere quest'anno perchè sai che un'occasione così non ti capiterà più nell'immediato futuro...
"Guarda, sia Borriello che Quagliarella hanno la possibilità di giocare dall'inizio domani. Vedremo un po' l'ultimo allenamento, vedremo un po' le scelte che andrò a fare. Stanno tutti e due bene, tutta la squadra sta bene, quindi c'è da parte mia l'imbarazzo della scelta. Penso che loro due abbiamo sicuramente delle motivazioni straordinarie, al di là  del fatto che siano campani: Quagliarella perchè viene da un'annata comunque in cui si è dovuto sorbire i postumi di un infortunio e adesso è tornato ad essere il giocatore che si conosceva prima dell'infortunio; Borriello penso che se fosse arrivato a giugno, la sua storia alla Juventus sarebbe stata diversa, quindi si sta abituando, ormai è un giocatore su cui secondo me si può fare affidamento completo. Pr quanto riguarda Allegri, ti dico sinceramente, non ho ascoltato quello che ha detto. Io dico sempre che il campionato è in mano loro perchè solo il Milan lo può perdere. Ribadisco, una rosa del genere, che sta sopperendo a 10-11-12 infortuni ogni partita e che riesce comunque a mettere quel tipo di squadra e quel tipo di giocatori nonostante tutte queste assenze, non ce l'ha nessuno in Italia. Quindi è inutile nasconderci, non ce l'ha la Juventus, non ce l'ha il Napoli, forse ce l'avrebbe l'Inter, però l'Inter e fuori dai giochi. Quindi, nè noi, nè l'Udinese, nè la Lazio abbiamo questo tipo di rosa a disposizione. Ribadisco il concetto: pensiamo a fare quello che noi dobbiamo fare, cercare di blindare quanto prima questo secondo posto che sarebbe già straordinario. Detto questo, teniamo un occhio aperto a quello che succede...dovessero fare harakiri, noi dovremmo essere pronti lì ad approfittarne, sapendo che è difficile, perchè abbiamo un calendario anche abbastanza tosto. Perchè io vedo il nostro calendario e il loro, e il nostro è sicuramente più in salita rispetto al loro".   

Fosse per te, terresti Del Piero anche l'anno prossimo?
"Guarda, io faccio l'allenatore e sono pagato per allenare i miei calciatori, per fare delle scelte, per cercare di vincere e quindi continuo a fare l'allenatore fino all'ultima di campionato, anzi, fino all'ultima di Coppa Italia".

Quando dici, "dovremo essere pronti ad approfittarne"... si lega molto a quella frase che dice spesso, "noi non dovremo avere rimpianti". Ma a  questo punto del campionato, con quattro punti di distacco dal Milan, ne hai già di rimpianti pensando a qualche punto perso per strada?
"No, il rimpianto può esserci per aver fatto delle partite in cui hai dominato, hai preso pali e magari a volte ci sono state situazioni... anzi...lasciamo stare situazioni...abbiamo preso pali, abbiamo sbagliato noi delle situazioni: una su tutte, l'ultima, a Genova. A Genova è stata veramente... è un rimpianto enorme aver pareggiato quella partita. Ma io penso che tutti i pareggi da noi fatti, tranne forse quello col Napoli, che è stato secondo me un pareggio giusto, e anche col Milan non c'è da recriminare... gli altri sono tutti pareggi che comunque potevano essere benissimo delle vittorie; però non bisogna avere rimpianti perchè so che in quelle partite abbiamo sempre dato il massimo; purtroppo il massimo a volte non è bastato e quindi è arrivato il pareggio".   

 
 
 

MAROTTA: "Confermeremo l'80% della rosa. Faremo acquisti di qualità. Tevez? Siamo attenti.

Post n°5844 pubblicato il 31 Marzo 2012 da nadir63l
 

Gigi può restare quanto vuole. Del Piero? Agnelli è stato chiaro. Arbitri? Paghiamo scorie di Calciopoli. Vorrei restare a vita"

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, ha analizzato il momento bianconero e illustrato le strategie di mercato in una chilometrica intervista rilasciata a Tuttosport. Ecco le dichiarazioni salienti, raccolte dai colleghi del quotidiano torinese Vittorio Oreggia e Guido Vaciago:

"CONFIDIAMO IN UN PASSO FALSO DEL MILAN" - "In questo weekend c'è lo snodo campionato? Dalla sua il Milan ha la continuità, ma ha un impegno molto importante con Montella e noi, logicamente, confidiamo sempre su un passo falso per recuperare punti".


"DE LAURENTIIS CINEMATOGRAFICO. IL CALCIO ITALIANO VA RIFORMATO, AGNELLI LAVORA PER MIGLIORARLO" - "Come giudico De Laurentiis? Rappresenta a pieno la napoletanità: grande temperamento e creatività. Lo definirei cinematografico, nel senso che ha portato idee e modi di fare del suo mondo nel nostro. E, visti i risultati, bisogna dargli ragione. Lui ragiona su logiche molto economiche e poco meritocratiche: per lui, vado a naso, il Chievo non ha ragione di esistere perché non porta ricchezza al sistema. E una concezione americana e non so se in Italia si può realizzare. Certo, il nostro calcio ha bisogno di riforme e Andrea Agnelli sta lavorando in questa direzione. Siamo per la riduzione a 18 squadre, per esempio".


"CAVANI? NON MI DISPIACEREBBE..." - "Che giocatore ruberei al Napoli? Hanno tanti, ottimi giocatori... Se Cavani lì davanti mi dispiacerebbe? Certamente no... (sorride)".


"CONTE NON LOGORA I GIOCATORI" - Come affrontare il doppio impegno campionato-Champions? Bisogna allenarsi mentalmente a convivere con questa realtà. E' una questione psicofisica e, secondo me, Conte sarà bravo a gestire la situazione. E poi, logicamente, bisognerà mettere a sua disposizione un organico adeguato per operare un turnover senza perdere competitività. Se c'è il rischio che Conte sprema troppo i giocatori? Assolutamente no. Conte li allena, non li logora. L'intensità delle sue sedute di lavoro prepara molto meglio i giocatori allo stress della gara, quello che spesso è alla base degli infortuni".

"GLI ARBITRI? PAGHIAMO ANCORA LE SCORIE DI CALCIOPOLI" - "Diventa sempre più difficile dare un rigore alla Juventus? Non lo so, ma voglio chiarire: noi nelle scorse settimane non volevamo mettere le mani avanti per ottenere vantaggi nei match successivi. Volevamo puntualizzare una situazione anomala. Purtroppo c'è la sensazione che qualche volta manchi serenità da parte di chi arbitra la Juve: le scorie di Calciopoli sono ancora lì".

"NON VEDO COMPLOTTI MEDIATICI" - "Media contro la Juve? Casi isolati, non vedo complotti mediatici. I tifosi ne vedono parecchi? Se è per questo anche quelli di Milan e Inter. Fa giustamente parte dellessere tifoso".


"GIGI PUO' STARE ALLA JUVE QUANTO VUOLE" - "Buffon va in scadenza nel 2013? Gigi può stare alla Juve quanto vuole, incarna un forte sentimento di juventinità e non ci sono ostacoli. Lui sa che la società lo stima e basta uno sguardo. Al momento opportuno ci siederemo intorno a un tavolo per firmare. Se sarà un problema di soldi? Non credo proprio. Se ci aspettiamo da Buffon un video in cui annuncia la firma in bianco? Sa che non è necessario nemmeno parlarci...".


"DEL PIERO? AGNELLI E' STATO CHIARO" - "Con Del Piero cosa succederà? Se ne è discusso fin troppo. E mi pare che quello che ha detto Agnelli sia chiaro ed esplicito...".

"TEVEZ? SIAMO ATTENTI..." - "Se possiamo permetterci Tevez? Il sistema calcio Italia, alla luce della crisi generale, non è in grado di portare nel nostro campionato un giocatore che costa 30/40 milioni di cartellino e ha un ingaggio di 7/8. Nessun club può sostenere una spesa del genere. Con Tevez avremmo già vinto lo scudetto? Il Milan ha Ibra? Ma il Milan colse un'occasione particolare, con Ibra che era entrato in conflitto con il Barcellona. E lo ha ingaggiato attraverso la formula del prestito. Ecco, quella è stata un'operazione di grande abilità: se capitasse a noi un'occasione di questo genere non la lasceremmo sfuggire. Se Tevez potrebbe essere una situazione del genere? Può darsi... E una situazione complessa, noi siamo attenti. Prima di tutto bisogna capire qual è il parere di Conte, perché anche un campione deve inserirsi nella tipologia del suo gioco e possedere certe caratteristiche umane".


"CI MIGLIOREREMO IN OGNI REPARTO" - "Volare bassi sul mercato? Assolutamente no. Volare bassi, no. Partiamo dal presupposto che possiamo e dobbiamo migliorarci ancora e lo faremo in ogni reparto con almeno un innesto. Se rimane la speranza di arrivare a un fenomeno? Tutto può tramutarsi in realtà. Noi oggi pensiamo in grande e l'obiettivo che ci porremo sarà importante. Ma un conto è pensare in grande, un altro è promettere. L'unica promessa che posso fare adesso è che ci miglioreremo di sicuro e lo faremo in ogni reparto".

"LAVEZZI? PRESTO PER FARE NOMI" - "Se 31 milioni per Lavezzi sono esagerati? E la sua clausola, quindi è il suo prezzo. Anche perché a compratori russi o inglesi si possono chiedere quelle cifre. Se si adatterebbe al modulo di Conte? E prematuro focalizzare l'attenzione su un nome specifico. Noi abbiamo dei profili di giocatori che possono essere utilizzati nel modulo di Conte, ma è presto per parlarne".

"CONFERMEREMO L'80% DELLA ROSA. FAREMO ACQUISTI DI QUALITA'" - Come funziona la macchina del mercato Juve? «L'anno scorso e quello prima, nei quali dovevamo ricostruire l'organico e quindi chiudere parecchi acquisti, procedevamo in modo molto analitico. Paratici aveva costruito dei campetti, che sono un mio vecchio metodo, in cui ci sono i giocatori sul mercato ruolo per ruolo. Per esempio: nella casella del terzino sinistro ci sono i sei/sette nomi, dal più forte in giù e così diventa più facile valutare come agire. Quest'anno sarà diverso perché confermeremo l80% della rosa e gli acquisti saranno più mirati. Dalla quantità si è passati alla qualità: ora è il momento della perfezione. Non abbiamo bisogno di elenchi. Quanto incide Conte nelle scelte? Tanto. Ma spieghiamoci una volta per tutte: non esiste Conte da una parte e la società dall'altra. Noi non facciamo nulla senza l'imprimatur dellallenatore, come d'altronde nessun grande club. A volte il tecnico segnala dei nomi perché li conosce, altre volte fornisce dei profili. Poi la società deve fare le valutazioni sul prezzo e non solo.... Noi abbiamo un gruppo sano, non ci sono teste matte, neppure una. Per cui bisogna sempre andare a conoscere bene la persona, per evitare brutte sorprese. Noi siamo orgogliosi del nostro modello di riferimento che consta in una società con le idee chiare sul mercato e di un tecnico vincente che riesce a valorizzare al massimo le risorse attraverso una metodologia e una precisa cultura del lavoro. Oggi abbiamo un gruppo che segue ciecamente quello che l'allenatore dice o vuole, che significa farsi un mazzo così e allenarsi in maniera costante. Se cè qualcuno che non si applica, rischia di non inserirsi. E poi: se sbagli il giocatore da 5 milioni puoi fartene una ragione, se sbagli Tevez che te ne costa 100 sei morto! Bisogna stare molto attenti. Se arriveranno giocatori dal nome magari non altisonante però funzionali al gioco di Conte? Il ragionamento più o meno è quello. E resta l'obiettivo di migliorarci in ogni reparto".

"PERDERE CONTE? VALE IL DISCORSO DI BUFFON" -  La grande stella della Juventus è Antonio Conte? Beh, lui ha saputo conquistarsi i tifosi con grande carisma. Se c'è il rischio di perderlo? Piace al Tottenham? Non penso proprio. Vale il discorso di Buffon. Se lui chiede delle garanzie tecniche per la Champions? C'è un piano industriale che tiene conto del fatto che la Juventus deve resistere ad alto livello in tutte le competizioni. Io sono convinto che per vincere non sia indispensabile il solista, ma la coralità. E sotto questo aspetto noi siamo avviati molto bene perché Conte ha modellato un sistema di calcio che è più orientato alla coralità che al singolo".

"DOBBIAMO ACQUISIRE L'ARROGANZA DEL MILAN" - "Quanto è ancora distante il Milan? Questanno abbiamo compiuto dei passi da gigante. Quello che i rossoneri hanno in più è un gruppo di giocatori di grande esperienza, che ha vinto molto. Hanno quella sicurezza, quel tipo di arroganza che deriva dal fatto di essere temuti dagli avversari. Il Milan oggi è più temutO di noi e noi dobbiamo arrivare a essere temuti come il Milan".

"NULLA DA INVIDIARE AL NAPOLI" - "Il Napoli conta su un gruppo che lavora insieme da tre anni, ma il nostro non ha nulla da invidiare a parte questo".

"ECCO PERCHE' NON FACCIAMO AFFARI IN SUDAMERICA..." - Perchè non chiudiamo grandi operazioni in Sudamerica? Domanda: chi è quel giocatore sudamericano che negli ultimi cinque anni è riuscito a imporsi in uno dei primi quattro club italiani? Sono pochissimi gli esempi... Noi in Sud America ci siamo e teniamo docchio molti talenti. Però non siamo nelle condizioni di fare una scommessa su un campioncino da 15 milioni. Quando avremmo completato tutta la rosa potremmo anche fare dei ragionamenti del genere".

"UN VICE-PIRLO NON ESISTE" - "Se il vice-Pirlo è un dilemma che ci rode? Sì e siamo giunti a una conclusione condivisa da tutti: non esiste un vice Pirlo, perché Pirlo è Pirlo, unico nel suo genere. Quindi dovremmo cercare di rafforzare il centrocampo in generale, senza l'ossessione di trovare un altro Pirlo".


"IMMOBILE DEVE FARSI LE OSSA" - "Immobile? Lo vedremo, ma non l'anno prossimo. Deve farsi le ossa in provincia, è meglio anche per lui".

"VENDEREMO MELO" - "Se Felipe Melo si riuscirà a vendere? Certamente sì".

"KRASIC NON CONGENIALE AL GIOCO DI CONTE" - "Cosa è successo a Krasic? Krasic è un ottimo giocatore, diciamo che non è congeniale al tipo di gioco di Conte. Questo può aver innescato un'involuzione psicologica, ma le qualità rimangono: deve solo rilanciarsi".


"CHE FASCINO LA JUVE, VORREI RESTARE A VITA" - "Se dopo quasi due anni in bianconero, mi sento juventino? Sono un professionista ed è chiaro che tutte le mie energie sono sempre per il mio club. Certo la Juventus ha un fascino particolare e devo confessare di essere molto orgoglioso di essere qui e mi piacerebbe restarci a vita".
 

 
 
 

CONTE a La Repubblica: "Ho già vinto. Champions vitale. Non sarò mai simpatico, tiro dritto per la mia strada"

Post n°5843 pubblicato il 30 Marzo 2012 da nadir63l
 

© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Antonio Conte si racconta in una lunga intervista concessa al quotidiano "La Repubblica". Ecco le sue parole, raccolte dall'inviato Emanuele Gamba:

"HO GIA' VINTO" - "Lavoro positivo se la Juventus arrivasse due volte seconda? Mi era stato chiesto di provare a tornare in Champions perché è fondamentale sia a livello economico sia per attrarre grandi giocatori. In più vedo che è rinato l’entusiasmo, che lo stadio è sempre stracolmo: da questo punto di vista abbiamo già vinto. Però dobbiamo arrivare almeno secondi. La Champions è vita. Lo scudetto? Ci sono gli obiettivi minimi, per i quali non firmerei a priori, e ci sono i sogni, che sono quelli che inseguo ma che sono difficilissimi da realizzare. Noi quest’anno abbiamo fatto tanta strada, forse sarebbe stato anche giusto crescere in maniera più graduale. Però siamo la Juve, qui conta solo la vittoria, quindi bisogna accelerare e cercare di arrivarci quanto prima. Il problema è che il Milan è avanti di qualche anno . Con le altre abbiamo colmato il gap, con loro no".

"NATI PER ATTACCARE, NON SAPPIAMO SPECULARE" - "Se basterà un mercato a colmare il gap col Milan? Oltre che comprare bisogna crescere, tutti quanti. Molti di noi hanno vissuto vigilie mai capitate, hanno giocato per la prima volta per una finale, per il primo posto, e sono cose che si pagano a livello di emozioni, di stress mentale. Dopo la semifinale di Coppa Italia ho dovuto dare un giorno libero alla squadra perché ho capito che non c’erano più energie. Questo per dire che tra le tante cose ci manca l’esperienza. Siamo nati per attaccare, non sappiamo speculare".

"NON SARO' MAI SIMPATICO, TIRO DRITTO PER LA MIA STRADA" - "Se ero convinto di impormi già al primo anno? Sì. Non sarei certo venuto a suicidarmi. Ho fiducia in me, nei miei quattro anni di gavetta ho quasi sempre vinto. Se mi sento diverso da quello che era a luglio? Ogni stagione che passa ti migliora a livello professionale, gestionale, didattico. Ad esempio non avrei mai creduto che un giorno avrei cambiato sistema di gioco. Un anno in una grande ne vale cinque o sei altrove, per questo oggi mi sento molto più maturo. Ma sono arrivato preparato perché ho giocato tredici anni ad alto livello e sapevo cosa aspettarmi, anche se un giocatore l’ansia da vittoria l’avverte in minima parte, rispetto a un allenatore. Rappresenta troppo la Juventus pur essendo un semi-debuttante? La Juventus non sono io, ma gli Agnelli. Però siamo giovani anche come società, quindi ci va dato tempo per crescere. Ma siccome ce n’è poco, abbiamo dovuto farlo in fretta. A me tocca una parte importante perché sono il più presente a livello mediatico e quindi, se c’è da mandare un messaggio, quello passa da me. Se Conte è anche un dirigente? I tempi sono cambiati, oggi un allenatore deve gestire anche la comunicazione. Se ho attirato più stima o più simpatia in questi mesi? Chi vince non è simpatico, io rimango di questa idea. E poi in questo mondo vorremmo essere sempre gli unici a fare bene, e vorremmo che tutti gli altri facessero male. Io vado dritto per la mia strada, se poi genero stima, invidia o antipatia è secondario. So che chi allena la Juve non sarà mai un simpaticone. Sono un cane sciolto. Non uscivo con i miei compagni neanche quando giocavo, a parte Ferrara. Però mi sento con i vecchi maestri, con Lippi, con Sacchi: a loro consigli ne chiedo".

"LA JUVE NON MI HA CAMBIATO, SONO SEMPRE STATO COSI'" - Se il fatto di essere juventino mi negherà la panchina di altre grandi squadre italiane? Mi sorprendo quando qualcuno mi paragona a questo o a quell’altro, magari per ciò che dico o perché faccio silenzio stampa. Guardate che io sono sempre stato così, non è stata la Juve a cambiarmi. Ero così ad Arezzo, a Siena, a Bergamo, a Bari. Io sono questo: passionale, istintivo. Anzi, sto migliorando perché prima ero anche peggio. Vivo in maniera totale il lavoro, non ho vie di mezzo, mi butto anima e corpo in quello che faccio perché soltanto concedendomi completamente posso guadagnare rispetto. Non è la mia juventinità a farmi apparire così, ma sono proprio io. Lavorare all’Inter o al Milan? Sono un professionista e l’ho dimostrato. Chi conosce l’odio che c’è tra Lecce e Bari mi capirà: da leccese mi sono totalmente incarnato nel Bari".

"STUDIO L'INGLESE PER... - "Se sto studiando l'inglese per la Champions o per poter lavorare all’estero? Più che altro, lo studio da anni perché in quella materia sono un po’ duro di comprendonio. Comunque, lo voglio imparare perché è la lingua del calcio. E perché prima o poi mi piacerebbe un’esperienza altrove".

"MIA MOGLIE DICE CHE SE NON CAMBIO..." - "Quanto penso di poter durare, agitandomi in questo modo in panchina? Mi ha moglie mi ha detto che, se non cambio, tra otto o nove anni mi sarò consumato. Mi auguro che l’esperienza mi insegni a consumarmi di meno, perché troppo spesso mi capita di non dormire la notte, anche se poi alle cinque del mattino sono lucidissimo: è a quell’ora che risolvo i problemi, pure quelli sulla formazione".

"I MIEI EX GIOCATORI HANNO CAPITO CON ME COSA SIGNIFICA VINCERE" - "Se rischio di consumare anche i giocatori? I miei ex continuano a ringraziarmi perché con me hanno capito cosa significa vincere. Il fatto che mi rimangano legati mi fa capire che sono riuscito a lasciare qualcosa, anche a gente con cui ho litigato".

 
 
 

ESCLUSIVA TJ - Conte e Agnelli corteggiano Cavani e il Matador gradisce...

Post n°5842 pubblicato il 29 Marzo 2012 da nadir63l
 

© foto di Marco Iorio/Image Sport

Conte e Agnelli chiamano ed Edinson Cavani risponde. In maniera semplicistica potremmo riassumere così la vicenda di mercato che vede protagonisti il mister e il presidente juventino che a mezzo stampa hanno svelato la loro predilezione per il formidabile cannoniere uruguayano tanto da sognarlo al centro dell'attacco bianconero nella prossima stagione. Un attestato di stima da parte di due personaggi poco avvezzi al clamore mediatico che non è passato inosservato a Castelvolturno e dintorni. Il bomber del Napoli e il suo entourage sono rimasti decisamente colpiti e lusingati da tali attestati di stima. Questo, per carità, non significa nulla e non è detto che sfoci in una trattativa di mercato, però fra le parti c'è feeling come appurato in esclusiva da TuttoJuve.com. Chiaramente la vicinanza dello scontro diretto di campionato e la stagione ancora in fieri ha prodotto che non ci fossero dichiarazioni ufficiali, almeno per il momento. Da segnalare inoltre che risulta priva di fondamento l'indiscrezione secondo cui El Matador nel 2008 - quando ancora era un giovane di belle speranze della Nazionale Under 20 uruguayana - sarebbe stato ad un passo dalla Vecchia Signora. All'epoca tutti i club internazionali più importanti monitorarono il Sudamericano Under 20, ma il più lesto di tutti fu il patron del Palermo Maurizio Zamparini.

 
 
 

Calciopoli alla moviola...

Post n°5841 pubblicato il 29 Marzo 2012 da nadir63l
 


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di P. Cicconofri

Anche in questa stagione, con buona pace di Nicchi e Braschi, le polemiche legate agli errori arbitrali fanno parlare più del gioco espresso sul campo.
Vi ripropongo la moviola dei principali quotidiani sportivi pubblicata all’indomani di alcune gare, focalizzando l’attenzione sugli episodi che hanno lasciato strascichi di polemiche, prendendo come riferimento il Milan nelle tre competizioni ed analizzando le ultime partite.
Non vuole essere un dossier e nemmeno un modo di alimentare altre polemiche, solo la dimostrazione che a volte l’evidenza non si può proprio negare…

Partita di Coppa Italia Juventus – Milan
La gazzetta, sugli episodi contestati dallo stesso Allegri nel post gara, scrive smentendolo:
“La Juve passa in vantaggio con Del Piero e il Milan si lamenta per due presunte scorrettezze di Ale: la
prima su Mexes (crollato a terra), ma la trattenuta sul braccio è davvero minima per giustificare il
fallo; le seconda per un tocco di mano dopo l’uscita di Amelia giudicato involontario (in effetti
c’è una carambola).”
“Vidal falcia senza complimenti Emanuelson: anche qui colore arancione del cartellino, Orsato opta per il
giallo. Chiede il rigore Maxi Lopez: non sembra esserci fallo di Bonucci.”

Il Corriere dello Sport, descrive in questo modo gli stessi episodi:
“E buono il gol di Del Piero: l’eventuale fallo (probabilmente una tiratina sull’avambraccio) ai danni di Mexes viene sanato agli occhi dell’ arbitro dalla caduta assolutamente goffa e innaturale del difensore francese, poi non c’è fallo di braccio (sinistro), solo un’illusione ottica, il pallone sbatte sulla coscia destra e poi sul petto”.
“Vidal, che interviene da dietro e in ritardo su Emanuelson. Gli va bene, poteva starci anche il rosso. Carambola piede destro, braccio destro di Maxi Lopez e braccio di Bonucci: involontario.

Partita di campionato, Milan-Roma
La gazzetta sull’episodio chiave della partite, quello del calcio di rigore concesso al Milan scrive:
“La squadra giallorossa non protesta per il netto tocco di mano di De Rossi sul tiro sferrato da Ambrosini, ma per una precedente entrata di El Shaarawy su Heinze (ammonito per le proteste): l’attaccante in ritardo alza la gamba in gioco pericoloso colpendo anche il difensore, costretto a un rinvio affrettato e poco efficace. Di sicuro l’arbitro avrebbe potuto fermare il gioco e concedere una punizione alla Roma. Anche perché, prima di questo episodio, c’è anche la posizione irregolare di Ibra”

Sullo stesso episodio scrive il Corriere Dello Sport:
“Sono passati 4' ed è arrivato il rigore per un tocco di mano di De Rossi su tiro di Ambrosini. Nella stessa azione, El Shaarawy aveva commesso un fallo su Heinze, non visto da Mazzoleni.

Partita di Champions League, Milan-Barcellona
Sul rigore negato a Messi scrive la gazzetta:
“La decisione più importante della gara tocca a un giudice di porta: è Strombergsson, infatti, a «spingere» Eriksson a non concedere un rigore al Barcellona dopo 16’ per il contatto Abbiati Sanchez. Diciamo subito che fischiare il fallo al portiere ci stava, ma non è del tutto campata in aria l’interpretazione dell’arbitro d’area.”

Il Corriere dello Sport
“Al 16 Sanchez reclama un rigore e ha ragione: il cileno supera Abbiati, che lo tocca nettamente con un braccio. Il contatto c’è, probabilmente il tuffo di Sanchez inganna l’arbitro (e l’assistente d’area, che era lì a due metri). Eriksson lascia correre, senza però neanche ammonire il cileno per simulazione.”

Abbiamo semplicemente fatto lo stesso ragionamento e lo stesso lavoro dei pubblici ministeri di Napoli e del tenente Colonnello Auricchio che – ricordiamo - per sostenere calciopoli hanno ripreso la moviola dei maggiori quotidiani sportivi ad eccezione di Tuttosport (troppo di parte!), risparmiandoci solamente di andare a riprendere i commenti nei forum dei tifosi (Narducci aveva provato anche ad inserire nel fascicolo del dibattimento i commenti di un forum di tifosi laziali).
Vorrei anche ricordare come all’epoca delle indagini di calciopoli - e le intercettazioni parlano chiaro a tal proposito - il grande capo Carraro aveva dato delle precise indicazioni sui comportamenti che gli arbitri e gli assistenti di gara dovevano tenere: «che non aiuti la Juve..per carità di Dio».

La stampa italiana è capace di stravolgere qualsiasi realtà, ma è anche vero che nonostante l’enfasi di qualche telecronista e le ricostruzioni ad hoc delle note trasmissioni sportive, la realtà basta saperla leggere.
Siamo altresì certi che Allegri rispolvererà ad ogni occasione il gol non assegnato a Muntari per giustificare ogni eventuale addebito, ma sappiamo anche che in tanti altri episodi, anche se non gonfiati in ugual misura, è stato ampiamente favorito il Milan, tanto che, anche un quotidiano “attendibile” come la gazzetta non ha potuto negare le evidenze.

Immaginate ora se a corredo di questi errori arbitrali deicsivi certificati dalla stampa, qualcuno domani si dichiari pronto a confessare i malcostumi di un sistema, di chiacchiere da bar, di arbitri in possesso di sim svizzere, il cui contenuto rimarrà ovviamente segreto…
Ogni momento potrebbe essere quello buono per denunciare una nuova calciopoli, visto che per accusare e condannare serve veramente poco…
L'inconsistenza delle indagini di calciopoli, l'incertezza nei contenuti delle sentenze che ne sono seguite, per assurdo ci permettono di avere un'unica certezza: è possibile riscrivere il campinato in ogni momento, basta volerlo ed avere il giusto potere per imporlo.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2199


 
 
 

Cobolli Gigli a Il Mattino: "Contro il Napoli deciderà Del Piero. Hamsik era della Juve..."

Post n°5840 pubblicato il 29 Marzo 2012 da nadir63l
 

Fonte: Il Mattino
© foto di Filippo Gabutti

L'ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano "Il Mattino":

Il 29 giugno 2006 Giovanni Cobolli Gigli diventa presidente di una Juventus retrocessa in B e penalizzata di 30 punti.
«Il mio esordio da presidente è stato in una gara di Coppa Italia, proprio al San Paolo. I tifosi del Napoli non conoscevano ancora il mio volto, però quando scesi a bordo del campo vidi molti occhi scrutarmi incuriositi dalla penombra degli spalti. E piano piano i primi isolati insulti verso di me divennero un coro che ancora ricordo... ”Cobò, Cobò” e giù parolacce di ogni genere. Fu una specie di battesimo».

La sua avventura nel club bianconero è terminata tre anni dopo. Presidente, quello era un turno preliminare: che effetto fa sapere che ora Juve e Napoli si contenderanno la Coppa Italia in finale.
«Un bell’effetto. Quando accettai la carica in piena Calciopoli, il primo obiettivo era quello di salvare dal fallimento sportivo ed economico la società. Direi che ci sono riuscito. Come d’altronde c’è riuscito De Laurentiis: anche lui raccolse le ceneri di quello che era stato un club dal passato glorioso».

La finale si giocherà a Roma.
«La scelta dell’Olimpico mi sembra quella più giusta. La sede è quella e non forse non andava neppure discussa».

Seconda contro quarta in classifica. L’avrebbe mai detto, cinque anni e mezzo fa?
«Se anche l’avessi detto, mi avrebbero creduto in pochi. Però fin dal primo momento in cui ho fatto conoscenza con il presidente del Napoli, nella sede della Lega di serie B, ero certo che avrebbe riportato in alto gli azzurri. Aveva una grande determinazione. Forse non mi aspettavo in così poco tempo».


È passato alla storia come il primo presidente della Juve in serie B.
«Preferisco pensare che sono stato il primo presidente della Juve a conquistare una promozione dalla B alla A».

Domenica per la prima volta la sfida tra bianconeri e azzurri andrà di scena allo Juventus Stadium.
«Una bella emozione. Ora la Juve è come il Napoli: ha uno stadio dove i tifosi recitano la parte del dodicesimo uomo in campo. Fa un bell’effetto giocare su quel campo».

Uno stadio di cui lei è stato tra gli artefici. Che consigli dà a De Laurentiis su questo punto? «Più che altro un auspicio: di avere a che fare con un sindaco efficiente e comprensivo come con noi lo fu Chiamparino. La burocrazia, altrimenti, rallenta in maniera deleteria qualsiasi iniziativa di questo genere».

Potrebbe venire a dare una mano al Napoli, allora?
«Non sarebbe facile lavorare con De Laurentiis: è un intelligente accentratore, un capo molto autoritario nei confronti dei suoi dipendenti. Diciamo che non è proprio il mio sogno...».

Perché lei che presidente era?
«Non ero il presidente-padrone, i padroni del club erano altri».

Come finisce domenica sera tra Juve e Napoli
«E lo chiede a me, che comunque sono juventino da sempre?».

Vero che il suo rimpianto più grande è stato Hamsik?
«Non è proprio così. Corioni, il presidente del Brescia, venne a cena con noi dopo una gara di campionato. Mi disse che aveva un gioiellino tra le mani e che voleva darlo a noi. Per fortuna del Napoli e di De Laurentiis, avemmo dei tentennamenti».

Poi, però, di affari con il Napoli ne ha fatti: prestò, tra gli altri, Zalayeta.
«Che bello scherzo che mi fece l’uruguaiano al San Paolo: si tuffò due volte e l’arbitro ci cadde in pieno. Come mi arrabbiai quella sera».

Ricorda la frase ”vogliamo essere vincenti, simpatici, trasparenti”?
«Certo, l’ho pronunciata io. E l’aggettivo ”simpatici” ci è costato molto perché i tifosi pensarono: chi se ne frega di essere simpatici, noi vogliamo essere vincenti. Avevano ragione».

Scelga il giocatore che deciderà Juve-Napoli?
«Del Piero».

Non vale, troppo facile.
«Ma io sono delpierista da sempre»

 
 
 

Il calcio gestito come un loro affare privato…

Post n°5839 pubblicato il 28 Marzo 2012 da nadir63l
 

glmdj


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di M. Giacomini

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai…con un cerino in mano. Mi perdonerà il sommo poeta se ho preso spunto dalla sua Divina Commedia ma quello che può accadere nel prossimo futuro a Giancarlo Abete è proprio questo. Ritrovarsi senza una “cadrega”, senza un porto sicuro dove potersi sedere, per lui che si era detto “non legato alle logiche della poltrona”, subito dopo il fallimento di Sud Africa 2010, questo non dovrebbe essere un problema, ma invece di problema si tratta visto che lor signori sono, e come se lo sono, legati anzi incollati alle poltrone.
Dicevamo del cerino, Abete è pronto a ricandidarsi a presidente della Federcalcio, quando si dice la faccia tosta, però la sua riconferma non è proprio così scontata, anche perché Gianni Petrucci ne ha le tasche piene del calcio e dei problemi che la FIGC gli sta creando negli ultimi mesi, il caso De Laurentiis ne è l’emblema.
Il cerino brucia e gli attacchi al presidente di via Allegri iniziano ad arrivare anche dalla parte della stampa notoriamente amica come quella di “La Repubblica” che per anni ne ha incensato le lodi con Fulvio Bianchi mentre ora non passa giorno che non lo si prenda per la giacchetta e lo si sbeffeggi come un presidente: silente, assente e inerte. Aligi Pontani docet.
L’unica domanda da porsi ora è: chi si metterà tra Abete e la sua riconferma? C’è un solo nome all’interno della Federcalcio che sembra papabile ma dipende molto dall’appoggio delle quattro leghe che ora sembrano unite ma che sono pronte a dirsi addio già durante i primi caldi estivi. In questi anni di abetiana memoria abbiamo assistito e continuiamo ad assistere e forse continueremo a farlo, all’affidamento di poltrone importanti a uomini che col calcio non hanno nulla a che fare.
Ultimo caso è quello che riguarda il
Comitato dei garanti previsto dal regolamento dell’AIA che in questi giorni ha partorito un abominio con le modifiche del regolamento dell’Assoarbitri e il Codice etico degli arbitri che vi invito a leggere tanto è al limite della comicità. Fanno parte del Comitato: il dottor Domenico Mazzilli, ex dirigente generale della Polizia di Stato, nel biennio 2008/2009 presidente dell’Osservatorio del Ministero degli Interni (nominato dal presidente del CONI); componenti il prof. Giovanni Scanagatta, docente universitario, indicato dalla FIGC, e l’ex arbitro Danilo Bigi, su designazione del Comitato nazionale dell’AIA. Tralasciando i membri scelti da AIA e CONI ci soffermiamo con ammirazione verso quello indicato dalla Federcalcio il professor Scanagatta che è riconducibile al mondo dello sport come io a quello del Badminton. In effetti il professore ha un curriculum da economista di assoluto spessore ma cosa lo avvicina al mondo arbitrale? E al mondo della FIGC? La risposta è una sola, ed ha un nome ed un cognome: Giancarlo Abete. Proprio così perché Giovanni Scanagatta è il Segretario Generale dell’UCID, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, di cui il “non legato alle logiche della poltrona” è il Presidente Nazionale . Allora, qui la domanda nasce spontanea: non è che il professore è stata messo al Comitato dei Garanti per l’amicizia che lo lega ad Abete? E come mai al suo posto non è stato deciso di mettere qualcuno che aveva conoscenza del mondo arbitrale e delle sue problematiche?
Tante domande nessuna risposta. Anche perché il calcio è gestito come un loro affare privato con assunzioni a chiamata diretta, di cui parleremo nelle prossime settimane, e persone che invece di andare in pensione, come la segretaria del Settore Giovanile e Scolastico la signora Barbara Benedetti, continuano, in un primo momento, a recarsi al posto di lavoro che era stato loro per decenni e poi dopo giusto per farli rientrare dalla finestra le è stato affidato il ruolo di Coordinatore Commissione Scuola SgS FIGC, così che nessuno può mettere in dubbio che non è stata elusa l’età pensionistica.
Non hanno più un contratto, percepiscono regolarmente la pensione e allora vi siete chiesti con quali accordi continuano a collaborare questi “non” pensionati? Con contratti di diritto privato o gratuitamente come novelli volontari?

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2198


 
 
 

E’ sempre calciopoli…

Post n°5838 pubblicato il 28 Marzo 2012 da nadir63l
 

glmdj


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di P.Cicconofri

Calciopoli sembra non finire mai. Domenica scorsa, nella cornice di uno Juventus Stadium stracolmo di tifosi e arricchito da una coreografia inneggiante a calciopoli con il richiamo degli scudetti 28 e 29 che ha coinvolto l’intero impianto, si è giocata la classica sfida tra Juventus e Inter. La Juventus ha vinto ancora, sul campo, contro quel che resta dell’armata del triplete.
Una sfida quella con la Juve che non finisce mai al triplice fischio. E se per 93 minuti Sky, con la coppia Bergomi-Caressa, ha ripetuto all’infinito “questa inter è in forma…”, “La miglior partita della stagione”, tanto da far credere a qualche distratto ascoltatore che la Juve non fosse nemmeno scesa in campo, nella trasmissione Direttastadio trasmessa da 7 Gold,
Elio Corno insulta Chiellini ( “cretino e deficiente” ) per poi rammaricarsene all’indomani seguendo l’esempio del collega Pellegatti, che aveva usato toni non molto pacati verso Conte.
Oramai insultare lo juventino è il vero sport nazionale. Garantisce visibilità e non si corre nessun rischio, basta poi scusarsi…

La Figc continua a parlare di etica, questa volta per bocca di Demetrio Albertini, vicepresidente della Federazione, che ricorda dalle pagine della gazzetta che «di etica se ne parla tanto, ma servono progetti concreti e costanza, senza dimenticare che gli statuti già contengono lotta al doping, lealtà e gli altri valori. Contro le partite truccate abbiamo creato un video, come Associazione calciatori, rivolto agli atleti, in modo che siano loro stessi a tutelare il loro sport».
Non si capisce chi dovrebbe garantire questa “concretezza” e quel rispetto che tanto si predica. La Figc anziché fare uno spot contro le partite truccate dovrebbe adoperarsi per dare certezza delle pene ed essere garante della regolarità delle competizioni anziché insabbiare, ritardare, prescrivere…

Il nuovo calcio, quello di
De Laurentis fa segnare un nuovo colpo di scena. Dopo la plateale protesta il giorno dei calendari, dopo il rinvio per sole della partita con la Juventus, questa volta viene presa di mira la sede della finale di Coppa Italia. Interviene il solito Petrucci, si intromette Beretta, De Laurentis e Agnelli fino a confermare che sarà proprio l’Olimpico ad ospitare il 20 maggio la gara tra Juventus-Napoli.
Un fuori programma che ancora volta mostra i limiti, anche organizzativi, di chi avrebbe voluto ospitare le Olimpiadi…

Calciopoli vive ancora di rinvii. Lo sciopero degli avvocati e difetti di notifica hanno di fatto rinviato l’appuntamento ad ottobre per il rito abbreviato di calciopoli.
Dopo 6 anni, la giustizia sportiva metterà la parola fine sulla questione radiazioni. Si attende una decisione entro il 4 aprile per Giraudo, Moggi e Mazzini dopo la conclusione del rito ad hoc voluto da Abete.
Sono state depositati i ricorsi in appello per il rito ordinario. Lo stesso pm Capuano, rimasto solo a reggere l’accusa, chiede di punire più duramente i condannati in primo grado, appellandosi inoltre verso alcune assoluzioni. Tuttosport ipotizza che il rito potrebbe svolgersi non prima del 2013 con la prescrizione per le frodi consumata…

Il caso Del Piero tiene vivo il bar sport. Del Piero gioca e come forse temeva qualcuno, segna e convince tanto da far mobilitare l’intero popolo juventino che ne acclama la riconferma. E siamo pronti a scommettere che il tormentone non finirà qui…

Ascolti record per la semifinale di Coppa Italia tra Juventus-Milan. Ben 9 milioni di ascoltatori hanno seguito la partita. Beretta ha subito enfatizzato il risultato come “straordinario”, evidenziando il successo della “formula del torneo”. Quando c’è da far proprio un successo corrono tutti …

L’invito degli addetti ai lavori è quello di guardare avanti anche se, viste le situazioni di stallo e l’incapacità della politica sportiva di trovare soluzioni utili al loro superamento, significa continuare ad andare indietro e vivere ogni giorno una nuova calciopoli.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2197

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Finale Tim Cup verso Milano. Petrucci nega l'Olimpico: "Discorso chiuso, la Lega pensi ad un altro stadio"

Post n°5837 pubblicato il 27 Marzo 2012 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

La finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli non si giocherà allo stadio Olimpico di Roma. E' quanto si evince dalle dure parole rilasciate dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, dopo un lungo botta e risposta con il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta: "La Lega pensasse pure a un altro stadio, per noi il discorso è chiuso - ha dichiarato all'Ansa Petrucci -. Pensavo che le lettere di richiesta per l'utilizzo dello stadio e le riunioni svolte dalla Lega all'Olimpico fossero ufficiali, non formali. Altrimenti non avrei nemmeno risposto accogliendo le richieste. Beretta dimentica che l'anno scorso Inter-Palermo ha fatto registrare il tutto esaurito all'Olimpico. Ha voluto mettere una toppa ma non s'è accorto che è rimasto il buco. A questo punto pensassero ad un altro stadio. Per noi il discorso è chiuso". I club stanno valutando l'ipotesi di trovare una sede differente dallo stadio Olimpico di Roma per l'ultimo atto della competizione. Con tutta probabilità, la sede della finale sarà lo stadio San Siro di Milano.

 
 
 

Juve, i conti con Conte: numeri da record!

Post n°5836 pubblicato il 27 Marzo 2012 da nadir63l
 

Dati più che positivi per la squadra bianconera: mai così bene da dopo Calciopoli.
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

E' la migliore Juventus del dopo Calciopoli, e lo dicono i numeri: è la prima volta dal 2006 in poi infatti, che dopo 29 partite disputate la Vecchia Signora è ancora in lotta per il campionato. Merito di un progetto giusto, merito dell'impegno del collettivo, ma merito anche e soprattutto di lui: Antonio Conte. Arrivato da pochi mesi, ma juventino da sempre, nel giro di un'estate è riuscito a trasformare una squadra demotivata e rinunciataria, ad un armata invincibile, con lo stile-Juve inculcato a forza nel cuore di ogni giocatore. Uno stile che il tecnico conosce bene, e che è riuscito a trasmettere a (quasi) tutti, dimostrando innanzitutto una capacità motivazionale fuori dal comune, che unita all'abilità tattica ha dimostrato fino ad ora, hanno trasformato la Juventus in una macchina da guerra invincibile.

Decisamente, non si tratta di robetta, perchè è una cosa che non accadeva da un bel pezzo, precisamente dalla stagione 2005-2006, quando in panchina c'era nientemeno che Fabio Capello. Dopodichè, gli allenatori bianconeri non sono mai riusciti a riportare la squadra ai livelli che più le competono, e vuoi per le campagne acquisti sbagliate, vuoi per la troppa fretta di voler vincere tutto e subito, a questo punto della stagione la Vecchia Signora era già fuori dai giochi da un bel pezzo, mentre quest'anno l'aria sembra, anzi è, finalmente cambiata. I tifosi juventini ringraziano.

Un segnale ancora più forte arriva da un dato, quello dell'imbattibilità, che molti considerano marginale. Non serve a nulla, è vero, ma la Juventus di Conte non ha mai perso, e non è cosa da poco. E' vero che c'è un precedente illustre (il Perugia di Ilario Castagner, che nel '78-'79 rimase imbattuto ma arrivo al secondo posto) che ci insegna che l'imbattibilità serve a poco, abbiamo anche la controprova che ci dimostra il contrario: il Milan di Capello, campione d'Italia senza subire ko, nella stagione '91-'92. Fermo restando però, che questi sono solo dati di contorno, rispetto all'elemento prinipale che ci interessa: dopo Calciopoli, per la prima volta la Juventus torna ai vertici del campionato italiano, e finalmente può lottare per qualcosa di importante. I tifosi ringraziano ancora, la loro pazienza è stata ripagata. Seguono i dati delle precedenti stagioni dopo 29 gare disputate, si può ben notare la differenza.

2007-2008     55 punti   3a     a -13 dal 1° posto
2008-2009     62 punti   2a     a -7   dal 1° posto
2009-2010     45 punti   7a     a -15 dal 1° posto
2010-2011     42 punti   7a     a -20 dal 1° posto
2011-2012     59 punti   2a     a -4   dal 1° posto

 
 
 

MOGGI: "DEL PIERO unico! INTER, è finito l'effetto CALCIOPOLI! La coreografia allo stadio?...."

Post n°5835 pubblicato il 26 Marzo 2012 da nadir63l
 

Il commento sull'ultima giornata di campionato da parte dell'ex DG della Juventus Luciano Moggi
Fonte: Stefano Discreti per GOLD TV
© foto di TuttoMercatoWeb

L'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, nel corso della trasmissione condotta da Pippo Franco "Ieri, Moggi e domani" co-produzione  di Gold Tv, Telecolor, Rete 7, Telespaziotv e Italia mia in onda tutte le domeniche alle 20,45 ha rilasciato interessanti dichiarazioni in merito all'ultima giornata di campionato disputata.

JUVE, VITTORIA MERITATA. INTER E' FINITO L'EFFETTO CALCIOPOLI. DEL PIERO UNICO.

"JUVENTUS-INTER dopo quanto successo nel 2006 non potrà più essere una sfida qualunque.
I neroazzurri di Moratti hanno provato a giocare la partita salva stagione e nel primo tempo non hanno nemmeno giocato male. Ma nel secondo tempo, nonostante le fatiche di Coppa Italia, la Juve ha preso veramente a pallonate la squadra di Ranieri dominando in lungo e largo.
Un elogio particolare lo merita Alessandro Del Piero, professionista esemplare e campione unico capace sempre di farsi trovare pronto al posto giusto nel momento giusto.
La stagione dell'Inter a questo punto  è veramente disastrosa. Come sarebbe andato il campionato però lo si poteva intuire sin dalla scorsa estate dopo la folle cessione di Eto'o.
La verità è che è finito l'effetto Calciopoli per l'Inter,  la squadra di Moratti è tornata quella che tutti ci ricordavamo.
Senza la farsa posta in esser nel 2006 e senza i "nostri" Vieira e Ibrahimovic mai i neroazzurri sarebbero diventati una grandissima squadra.
La Juventus è stata vittima di quelle sentenze e fa bene a rivendicare i suoi scudetti meritatamente vinti sul campo. La coreografia pre-partita è stata veramente bella, così tutto il mondo ha potuto constatare la realtà dei fatti.
Come si può rifondare questa Inter?
Servirebbe una nuova Calciopoli ma senza la Telecom sarà dura.
Così come sarà dura avere vittorie a tavolino assegnate da un ex dirigente e tifoso a fronte di un'onestà smentita dai fatti, basti pensare al passaporto falso di Recoba o alla relazione di Palazzi con richiesta di art.6 per illecito sportivo e neroazzurri salvati solo dalla prescrizione..... "

MILAN,  VITTORIA CONVINCENTE. ROMA, PROGETTO A PERDERE....

"Vittoria meritata quella dei rossoneri, ottenuta grazie ancora una volta allo strapotere tecnico e fisico di Zlatan Ibrahimovic. Il risultato sarebbe potuto esser anche più largo, basti pensare ai legni colpiti dai rossoneri. La squadra di Allegri ha approfittato dell'evidente debolezza del gioco difensivo della Roma, a cui niente è servito lo snaturamento tattico di Luis Enrique che ultimamente sta giocando sempre più all'Italiana e sempre meno alla spagnola. Nonostante i 120' di Coppa Italia giocati in settimana dal Milan, la squadra più stanca sembrava proprio la Roma. Continuo a vedere nel progetto della Roma assoluta mancanza di logica. Io non vedo miglioramento alcuno rispetto alle scorse stagioni. Io non ce l'ho con la squadra, ma con i venditori di fumo. La squadra giallorossa nonostante quanto investito sul mercato nella scorsa estate  ha solo un punto in più di quanti ne avrebbe l'Atalanta senza la penalizzazione.  E' un progetto a perdere questo, non a rendere...."

LOTTA PER IL TERZO POSTO, PASSO IMPORTANTE DELLA LAZIO

"Per la corsa al terzo posto la Lazio ha sfruttato al meglio i risultati di giornata e nonostante l'importante assenza di Klose ma non solo ha battuto un coriaceo Cagliari che ci ha provato sino alla fine. Bisogna dire che i biancoazzurri stanno disputando una grandissima stagione perché nonostante i tantissimi infortuni subiti sono ancora lì sul podio.
La squadra più accreditata in questo momento per competere con quella di Reja è sicuramente il Napoli, anche se contro il Catania in casa hanno gettato via 2 punti importantissimi nonostante il doppio vantaggio. E' un pari che ridimensiona un po' le ambizioni della squadra di Mazzarri e che complica la rincorsa al terzo posto anche perché la settimana prossima sarà la Juve ad attendere Cavani & C. a Torino. Non sarà per niente una sfida facile anche se il Napoli ha sempre dimostrato di giocare meglio di rimessa.
Per quando riguarda l'Udinese invece mi sembra una squadra in netto calo, soprattutto fisico. La stanchezza si sta facendo sentire così come la decisiva assenza di Isla. D'altronde la squadra di Guidolin è partita prima di tutte per fare i preliminari di Champions ed ora è evidentemente in debito di ossigeno..."

 

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Dopo Calciopoli, a Torino l'Inter non passa

Post n°5834 pubblicato il 26 Marzo 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una Juventus che quando incontra l'Inter a Torino sa di avere dalla sua una tradizione più che favorevole a indicare la via. La storia racconta di 56 vittore dei bianconeri contro 10 dei nerazzurri, numeri che trovano riscontro dal 2007 in poi: cinqui incontri, 4 trionfi della Vecchia Signora e un pareggio. 2-1 nel 2007-2008, 1-1 nel 2008-2009, 2-1 nel 2009-2010, 1-0 nel 2010-2011, 2-0 nel 2011-2012.

 
 
 

MANIFESTA SUPERIORITA'!

Post n°5833 pubblicato il 26 Marzo 2012 da nadir63l
 

le pagelle di Andrea

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Nella giornata dei gufacci (dal "stasera prevedo un pareggio" di Caputi, al "se la Juve non vince, può dire addio ai sogni scudetto" di Varriale), la Juventus ne esce trionfatrice, demolendo quel poco che rimane dei "prescritti", al secolo inter.
La partita inizia, come di consueto nelle partite che vedono coinvolta la Juventus, con ritmi altissimi da ambo le parti. Ed è proprio una grande intensità a tenere a galla i nerazzurri nei primi 45 minuti (i migliori della loro stagione) in cui riescono ad andare al tiro in porta per ben 5 volte, con un Buffon STELLARE (!!!) a dire sempre di no. Di contro la Juventus, nonostante il solito bel gioco -a tratti spettacolare-, sbaglia troppi passaggi e sciupa alcune clamorose palle gol, soprattutto con un evanescente Matri.
Nella ripresa, è Juve-show! Ed è tutto merito del Mister che inserisce Bonucci e Del Piero per Pepe (in evidente affanno) e Matri. Si passa dunque al 3-5-2 e gli ospiti non ci capiscono più niente; al minuto 57 ci pensa lo straordinario Caceres a sbloccare la partita con un poderoso colpo di testa in seguito ad un calcio d'angolo.
Il raddoppio, 13 minuti più tardi, è siglato dall'infinito Alessandro Del Piero, imbeccato perfettamente da un monumentale Vidal. Il monologo-Juve prosegue fino al novantesimo, ma Julio Cesar e il timoroso Quagliarella decidono che va bene così.
Dunque ha vinto la Juve...come sempre sul campo, dal 1897. La rincorsa continua!

PAGELLE


BUFFON 8 Poche settimane fa mi ero sbilanciato dicendo che "è tornato ai livelli pre-farsopoli". Rilancio dicendo che è tornato ancora più forte. Semplicemente, No.1 in the World.

CACERES 8 Secondo me, Man of the Match. In questo momento è imprescindibile. Fa sentire la sua presenza in ogni fase di gioco. Si fa saltare una volta, da Obi, all'inizio. Da lì in poi è praticamente PERFETTO. Inoltre ha il merito di sbloccare la partita. E' Juventino nel DNA, grande acquisto!

BARZAGLI 6 E' al rientro dopo tre settimane di stop, e si vede. Nel primo tempo soffre da morire, nella ripresa è degnamente assistito da Bonucci.

CHIELLINI 6,5 Meglio rispetto a martedì. Incassa almeno 3 gomitate. E' troppo generoso quando, a tu per tu con Julio Cesar, decide di servire Quagliarella...che sbaglia a porta vuota. In crescita.

DE CEGLIE 7 Altra partita di ottimo livello. Corre, fa fare brutta figura a Zanetti, e mette una decina di cross (non tutti propriamente precisi) dalla sinistra. In continua crescita!

VIDAL 8 Atleta straordinario! Oltre alla consueta "quantità", oggi ci mette anche un'eccelsa dose di qualità. Ha tutto per essere riconosciuto, nel giro di un'altra stagione, tra i più forti e completi centrocampisti del Mondo! Suo lo splendido assist per il 2-0 che chiude la partita.

PIRLO 5,5 Come sempre, soffre quando gli tocca giocare 3 partite in pochi giorni. Nel primo tempo perde troppe palle pericolose in zone nevralgiche del campo. Si rifà, un po', nella ripresa.

MARCHISIO 6 Luci e ombre. Ci si aspettava di più da lui stasera. Avrà modo di rifarsi.

PEPE 5 Conferma di non essere in un grande stato di forma...Conte non esita a sostituiro ad inizio secondo tempo.

BONUCCI 6,5 Entra nella ripresa e il giro palla, nelle retrovie, ne trae grandissimo beneficio. Soprattutto con un Barzagli a mezzo servizio, è essenziale per mettere ordine nelle retrovie.

MATRI 5 Mi dispiace perchè è un attaccante che apprezzo particolarmente, soprattutto per come si sbatte in tutte le fasi di gioco, ma nel primo tempo si divora due gol facili facili.

DEL PIERO 7,5 Ha un grande impatto nella partita...si muove benissimo nei numerosi spazi concessi dall'imbarazzante difesa nerazzurra e segna, con la freddezza dei Grandi, il gol del 2-0. Primo gol in campionato per Alex!

VUCINIC 5,5 Prova a metterci la qualità delle ultime prestazioni, ma soffre quando viene raddoppiato e triplicato. Va bene così, non era la "sua" partita. Sorvegliato speciale.

QUAGLIARELLA 5,5 Di per se, è autore di 20 minuti più che dignitosi, ma sbaglia due gol già fatti. Da rivedere.

CONTE 8 Azzecca tutto! Si temeva un calo di tensione dopo il raggiungimento della finale di Coppa Italia, ma è bravissimo a tenere la squadra concentrata e motivata. Passare al 3-5-2 è stata la mossa da "scacco matto".

COSA VA Il successo sui prescritti! Per noi non è la partita dell'anno, ma vederli soffrire e rosicare è sempre una grossa soddisfazione.

COSA NON VA I 5 tiri (tutti indirizzati in porta) concessi nel primo tempo agli ospiti. Barzagli deve ritrovare la forma migliore, e l'assenza di Bonucci nel primo tempo, per quel che riguarda la costruzione del gioco, s'è fatta sentire.

CONCLUSIONI Altra bella soddisfazione dopo martedì. Da domani, però, si deve pensare all'impegnativo incontro di settimana prossima con il Napoli nella partita che sarà, a tutti gli effetti, un'anteprima della finale di Coppa Italia che si giocherà tra un paio di mesi. Guai a mollare.
Fino alla fine, Forza Juventus!


 
 
 

La "leggenda" piega la "rivale": Juve-Inter finisce 2-0, Del Piero entra e segna

Post n°5832 pubblicato il 25 Marzo 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

Tra presente e futuro, tra calciopoli e un sogno tricolore da provare a rincorrere fino alla fine: questi i temi principali di Juve-Inter, "classica" per definizione del nostro calcio, e, negli ultimi anni, partita eletta dai tifosi bianconeri per rivendicare l'orgoglio di una storia fatta di trionfi e vittorie, assenti da tanto tempo. La Juventus, contro quella che è la "rivale" per antonomasia, è partita bene, ha sofferto, è rimasta in piedi grazie alle manone di Buffon nel primo tempo, per poi segnare nella ripresa, passare avanti, e chiudere con una vittoria fondamentale in chiave corsa scudetto, grazie alla propria leggenda, al giocatore che forse più di tutti può capire cosa possa significare Juve-Inter per un tifoso bianconero: Alex Del Piero, in forma come non mai, efficace come sempre. E continua l'imbattibilità (superato il record della Juve di Capello in campionato), e continua il sogno, in quella che può essere definita come la domenica spartiacque della storia recentissima del club bianconero. La Juventus affronta il derby d'Italia con il consueto 4-3-3, nel quale Barzagli, ripresosi dall'infortunio, ritrova il proprio posto al centro della difesa al fianco di Chiellini, con De Ceglie confermato nel ruolo di terzino sinistro. L'Inter si schiera con il 4-4-2, e affida a Milito e al "ribelle" Forlan il compito di mettere paura a Buffon. La Juve parte molto forte, mette i nerazzurri all'angolo, ma non riesce a rendersi effettivamente pericolosa in zona gol, come fa invece la squadra di Ranieri al 14': Maicon serve Milito che calcia a botta sicura, ma trova la grande parata di Buffon, che mette in calcio d'angolo. La Juve ha due grossissime occasioni da gol con Matri, che al 17' incorna di testa, facendosi parare il tiro da Julio Cesar, mentre, al 25', calcia alto quello che potrebbe essere facilmente definito un rigore in movimento. L'Inter, inferiore rispetto ai bianconeri dal punto di vista del gioco, non sta comunque a guardare, e costringe Buffon a effettuare due grandi interventi, al 29' respingendo un colpo di testa di Forlan, e al 32' su Milito, ancora pericoloso. L'Inter si dimostra più concreta della squadra bianconera nella prima frazione di gioco, e sforna altre due occasioni da rete con Obi al 35' e con Stankovic al 40', ma un Buffon versione saracinesca para i due tiri da fuori, permettendo alla sua squadra di chiudere la frazione sullo 0-0. Nella ripresa la Juve ha subito l'occasione per portarsi in vantaggio grazie a Pepe, ma l'esterno bianconero, lanciato al 51', arriva in area e si fa respingere il tiro da Samuel. Lo stesso Pepe, a questo punto, abbandona il terreno di gioco al 54', per lasciare posto a Bonucci; lo segue negli spogliatoi anche Matri, che lascia il posto a Del Piero. I cambi effettuati da Conte portano la squadra bianconera a giocare con il 3-5-2, con Caceres e De Ceglie a fare gli esterni di centrocampo, e proprio l'uruguaiano, sugli sviluppi di un corner guadagnato da Marchisio, sigla il gol dell'1-0 al 57', con un gran colpo di testa. L'Inter sembra svuotata di energie dopo il gol bianconero, e Ranieri opta per un doppio cambio al 67': entrano in campo Faraoni e Pazzini, escono Poli e Obi; i cambi portano dunque i nerazzurri a giocare con le tre punte, ma la musica non cambia, dal momento che Vucinic al 70' si mangia un gol clamoroso, calciando su Julio Cesar solo davanti al portiere brasiliano, ma raddoppia un minuto dopo con Del Piero, che sigla il suo primo gol in campionato su eccellente imbucata di Vidal. Sul 2-0 Conte decide di togliere Vucinic, mettendo in campo Quagliarella, che al 77' va vicino al gol del 3-0, ma Maicon riesce a salvare sulla linea il pallone calciato dall'attaccante campano su assist di Chiellini. Gli ultimi minuti, che vedono ancora protagonista Chiellini all'85' con un gran colpo di testa parato da Julio Cesar, non vedono variazioni del risultato del match, che si chiude sul 2-0. 59 punti totali in classifica, 18 di vantaggio sull'Inter, solo 4 da recuperare al Milan, nessuna sconfitta in stagione: domenica sarà "anticipo" della finale di Coppa Italia, con il Napoli che andrà a fare visita ai bianconeri allo "Juventus Stadium", teatro di una stagione da sogno, comunque vada.

 
 
 

     

 

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