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Messaggi di Aprile 2012

UFFICIALE: QUAGLIARELLA RINNOVA FINO AL 2015

Post n°5905 pubblicato il 30 Aprile 2012 da nadir63l
 

Altro rinnovo contrattuale in casa Juventus. Leggi nel link in basso l'esclusiva della notizia data da TuttoJuve lo scorso 17 aprile.
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Proprio nei giorni in cui la Juventus consolida il proprio primato in classifica e si avvicina a grandi passi allo scudetto, arriva un'altra bella notizia che lega alla Vecchia Signora, ancora di più, uno dei giocatori più amati dai tifosi: Fabio Quagliarella ha prolungato la sua avventura con la Juventus. L'attaccante bianconero, infatti, ha poco fa rinnovato il proprio contratto con i colori bianconeri fino al giugno 2015. Momento importante, quindi, nella carriera del bomber di Castellammare di Stabia che, nelle ore in cui si festeggia la festa rionale nel suo quartiere d'origine, quello dell'Annunziatella, cementifica il proprio rapporto con la Juve. Ecco la nota ufficiale apparsa, poco fa, sul sito della società di Corso Galileo Ferraris:

Fabio Quagliarella continuerà la sua avventura in bianconero almeno per altri tre anni.

L’attaccante ha infatti firmato il rinnovo del contratto, legandosi alla Juventus sino al 30 giugno 2015, prolungando così di un ulteriore stagione il suo rapporto con la società bianconera.

Insomma, "Quaglia" ha ritrovato il campo ed i gol dopo un lungo e brutto infortunio e si sta riprendendo famelicamente, come piace a mister Conte, il ruolo di attaccante titolare della Juventus. Periodo di gratificazioni, perciò, per il numero 18 che dopo la conferma, la "rinascita" alla Juve, certificate da questo rinnovo, ha tutta l'intenzione di finire alla grande questa stagione per riprendersi anche il posto nella nazionale italiana del ct Cesare Prandelli ed essere convocato per i prossimi europei di calcio in programma a giugno in Polonia e Ucraina.

 
 
 

Tacconi sulla terza stella: "Ne metterei due piccole e una bella grossa..."

Post n°5904 pubblicato il 30 Aprile 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Stefano Tacconi ha parlato della terza stella a Controcampo ieri sera: "A me non interessa quello che dicono gli altri, sono per la terza stella, ne metterei due piccole ai lati e una grossa centrale e anche una dietro eventualmente, quattro stelle. La Juventus sul campo li ha vinti quegli scudetti" Su Del Piero: "Secondo me se la Juventus vince la Coppa Italia c'è una sorpresa per Del Piero con un regalo verso la società"

 
 
 

E' sempre Juve-show!

Post n°5903 pubblicato il 29 Aprile 2012 da nadir63l
 

NOVARA - JUVENTUS, Le Pagelle


Immagine IPB

Chi si aspettava una partita simile a quella di 4 giorni fa a Cesena si sbagliava di grosso. Sull'erba sintetica del 'Piola' si assiste all'ennesimo dominio Juventino nonostante un generoso Novara, mai rinunciatario.
I padroni di casa hanno provato (con un discreto successo) a tenere i ritmi dei bianconeri per il primo quarto d'ora, prima di subire inesorabilmente la prima marcatura dell'incontro. Ad andare in rete è Vucinic con un morbido e millimetrico tocco che finisce sotto l'incrocio dei pali a seguito di un calcio di punizione battuto da Pirlo. Il Novara subisce il contraccolpo psicologico e la Juventus tiene a lungo il possesso palla con l'intento di far scoprire gli avversari e colpire appena possibile.
A mettere definitivamente KO la squadra di Tesser ci pensa Borriello (al secondo centro consecutivo) che sfrutta con lucidità e 'cattiveria' il perfetto cross dalla sinistra di Giaccherini pochi minuti prima dell'intervallo.
Il copione nella ripresa non cambia e, anzi, arriva subito il 3-0 di Vidal, bravissimo a sfruttare una ribattuta, su tiro di Vucinic, del bravo Fontana (decisivo nel contenere il passivo). E' ancora Vucinic, alla prima doppietta in bianconero, a chiudere i conti. In realtà ci sarebbe spazio ancora per qualche gol, ma il concentrato Fontana, come già anticipato, decide che va bene così e nega il gol al redivivo Elia in più di un'occasione.
E' 0-4, dunque, e la rincorsa al Sogno Scudetto continua. Non c'è tempo per rilassarsi; mercoledì, nell'ultimo turno infrasettimanale, c'è già il Lecce di Cosmi. Sempre concentrati e fino alla fine Forza Juventus!

PAGELLE

BUFFON 6,5 Nel finale nega, in un paio di occasioni, la gioia del gol ai padroni di casa. Non era facile dopo diverse partite in cui è stato semplicemente spettatore non pagante...

BARZAGLI 7 Preciso nelle chiusure, un po' meno negli appoggi. Comunque una sicurezza.

BONUCCI 7,5 Ormai è costantemente il migliore dei 3 difensori. Probabilmente l'unico davvero insostituibile nel reparto arretrato. Concentrato.

CHIELLINI 7,5 Come Barzagli, ma un po' meglio in fase di impostazione.

LICHTSTEINER 6,5 Abbastanza bene; peccato solo che si faccia prestare un paio di ferri da stiro da Chiellini che indossa al posto degli scarpini e sbagli numerosi cross e, sull'1-0, un gol facile facile a due passi dalla porta.

VIDAL 7 Non il miglior Vidal dell'ultimo periodo in quanto, soprattutto nei minuti iniziali, sbaglia qualche passaggio di troppo. Si rifà col passare dei minuti ed è bravo a segnare il gol del 3-0 con la freddezza di un vero centravanti.

PADOIN 6,5 Ordinato e concentrato. Non è mai fuori posizione e gioca bene nella mezz'ora concessagli dal Mister.

PIRLO 8 La sua prestazione vale da sola il prezzo del biglietto...semplicemente ogni suo tocco è una gioia per gli occhi dei tifosi. Sfortunato, nel finale, quando su punizione centra il palo.

MARCHISIO 7 Tanta corsa al servizio dei compagni. In questo periodo è fondamentale tanto quanto Vidal per gli equilibri della squadra.

DE CEGLIE 6,5 Non fatica ad entrare in partita e conferma tutti i progressi fatti da inizio stagione. A tempo scaduto sforna un ottimo cross che solo per un pelo non viene spinto in rete da Elia. Maturo.

GIACCHERINI 7 Gioca un'ora alla grandissima nella quale sforna anche un perfetto assist per il 2-0 di Borriello. Stanco, si spegne un po' nella restante mezz'ora...comunque ottima prestaione.

BORRIELLO 7 Come Giaccherini, grandi 60 minuti prima di rifiatare a risultato ormai acquisito. Meritato il suo secondo gol stagionale.

VUCINIC 7,5 Stranamente cinico e devastante davanti alla porta.

ELIA 6,5 Il Mister lo getta nella mischia, a sorpresa, a 20 minuti dal termine e lui lo ripaga con una prestazione molto positiva. Avrebbe l'opportunità di segnare almeno in un paio di occasioni ma Fontana e bravo a chiudergli sempre lo specchio della porta. Calimero.

CONTE 8 Preferisce Giaccherini e Borriello a De Ceglie e Quagliarella. L'impatto sulla partita ed il 2-0 dopo 45 minuti gli danno, ancora una volta, ragione. E' l'indiscusso condottiero dell'armata bianconera.

COSA VA Il ritrovato cinismo sotto porta dopo la mezza battuta a vuoto di Cesena.

COSA NON VA Forse, l'eccessiva morbidezza al quarto d'ora dalla fine.

CONCLUSIONI Fatto un altro passo avanti, ma guai ad allentare la tensione. Mercoledì c'è già un Lecce affamato che vede la salvezza ad un punto. Noi dobbiamo dimostrare di essere più affamati di loro.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2241


 
 
 

Juve, quaterna al "Piola": Novara k.o, vantaggio invariato sul Milan con una partita in meno

Post n°5902 pubblicato il 29 Aprile 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

Conte era satato chiaro nella conferenza stampa precedente il match di oggi pomeriggio contro il Novara: vietato distrarsi a 4 partite dalla fine della stagione, perchè non si è vinto ancora nulla, ancor più vietato sottovalutare un avversario vicino alla retrocessione come l'undici di Tesser, che, solo qualche giorno fa, è stato in grado di battere al "Piola" la Lazio, attuale terza forza del torneo. La Juventus rispetta in pieno la consegna datale dal proprio tecnico, rifilando una quaterna d'antologia ai malcapitati avversari, che, poco o nulla hanno potuto fare per arginare la marea bianconera, decisamente straripante per quanto riguarda gioco e occasioni da gol create: una vittoria preziosa qualla dei bianconeri, che sbloccano subito il risultato e fanno la partita per tutti i 90 minuti, chiudendola, comunque, nel primo tempo, senza particolari affanni. In occasione del match del "Piola", Antonio Conte decide di confermare il 3-5-2, attuando qualche modifica negli 11 in campo: a centrocampo spazio per Giaccherini al posto di De Ceglie, mentre in attacco Borriello, dopo il gol decisivo rifilato al Cesena mercoledi, parte titolare, affiancato dall'inamovibile Vucinic. Nel Novara, voglioso di fare bella figura contro la prima della classe, Caracciolo è l'unica punta, con Rigoni a supporto. La Juve, come di consueto, inizia la partita in "quarta": al 2' Borriello calcia bene di sinistro in diagonale, trovando la grande risposta del portiere dei padroni di casa, Fontana, che mette in angolo, anche se l'arbitro non ravvisa il corner. La partita, comunque, si mette subito bene per i bianconeri, che, al 16' passano in vantaggio con Vucinic, abilissimo a disegnare una traiettoria perfetta con un tocco di classe su palla messa in area da Pirlo su calcio piazzato. Il gol del montenegrino placa i bollenti spiriti del Novara, che rischia più volte di capitolare per la seconda volta in virtù dei tentativi di Marchisio e Lichtsteiner, per poi cedere definitivamente al 40', minuto che sancisce il raddoppio degli uomini di Conte ad opera del redivivo Borriello, che, su cross di Giaccherini, insacca in tuffo di testa il suo secondo gol in campionato. Il primo tempo, dominato dai bianconeri, termina quindi sul 2-0, un risultato pienamente meritato. Nella ripresa, iniziata con il cambio Dellafiore-Silva, la Juve trova subito il gol del 3-0: Vidal approfitta della respinta di Fontana su conclusione di Vucinic per insaccare a porta vuota, e mettere praticamente fine al match con 40 minuti d'anticipo. Il Novara, naturalmente, prova a mettere a segno il gol della bandiera, e, dopo aver fatto entrare Morimoto al posto di Caracciolo, va al tiro al 56' con Mazzarani che, su punizione, scalda i guantoni di Buffon. Alla luce del risultato ormai acquisito, Conte decide di operare qualche sostituzione, per fare riposare i suoi in vista del match di mercoledi contro il Lecce: al 57' Padoin entra in campo al posto di Vidal, mentre al 60' è Marchisio a lasciare il rettangolo di gioco, sostituito da De Ceglie. Al 63', quasi come intermezzo tra una sostituzione e l'altra, arriva il gol del 4-0, messo a segno da Vucinic, bravo a riprendere una respinta di Fontana su tiro di Giaccherini, mentre, due minuti dopo, riprende la girandola dei cambi, che vede lo stesso montenegrino lasciare il campo per dare spazio ad Eljero Elia, oggetto misterioso della squadra bianconera, voglioso di mettersi in mostra. Proprio l'olandese è l'uomo che nel finale prova a rendersi pericoloso, cercando il suo primo gol nel nostro campionato: l'ex giocatore dell'Amburgo ci prova prima al 73', poi al 75', denotando, però, mancanza di freddezza sotto porta. Gli ultimi minuti del match sono di pura accademia, anche se al 91' Pirlo colpisce un palo clamoroso su punizione a portiere praticamente battuto. Il match termina quindi 4-0, e, francamente, poco c'è da dire sulla partita in sè, visto che il risultato finale rispecchia fedelmente l'andamento del gioco in campo. Possiamo dire, però, che rimangono i 3 punti di vantaggio sul Milan in classifica, con una partita in meno da giocare, e, occorre ricordarlo, con il vantaggio nei confronti diretti in caso di arrivo a pari punti con i rossoneri. Con gli ultimi 3 avversari in campionato che si chiamano Lecce, da affrontare mercoledi in casa, Cagliari, già salvo, sul neutro di Trieste, e Atalanta, salvissima, allo "Juventus Stadium", quella parola che tutti gli juventini pensano, ma che nessuno vuole pronunciare, pare essere davvero destinata a diventare molto più di una parola, probabilmente una "stella" da aggiungere alla maglia l'anno prossimo.

 
 
 

PADRONI A CASA ALTRUI, ORA A CASA PROPRIA

Post n°5901 pubblicato il 29 Aprile 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it
Sfida di grande impatto emotivo quella di oggi sia sugli spalti che in campo.La Juventus parte di gran carriera con un Borriello carico a mille. Per lui subito l'occasione ghiotta e un bel tiro. Il clima e' teso, il terreno veloce, non sembra una sfida tra la prima e la penultima ma una sfida di grandissimo valore. La sfida si indirizza bene al sedicesimo: Pirlo pennella su punizione e Vucinic concretizza al meglio. Sempre croce e delizia il Montenegrino, che a Novara sembra subito in palla. La Juventus non si ferma e con Marchisio va vicina subito al raddoppio, ma Fontana e' bravo a ipnotizzarlo. La Juventus continua a creare fino al quarantesimo quando Borriello segna il raddoppio di testa sfruttando un bellissimo assist di Giaccherini. Un primo tempo chiuso sulla linea del rendimento in campionato con tanta personalità. Al quinto del secondo tempo dopo un gran gol mangiato da Borriello arriva il terzo gol di Vidal che concretizza una ribattuta di Fontana su conclusione di Vucinic. Anche sul tre a zero squadra mai doma e pronta a lottare fino alla fine che crea tantissimo con Borriello e Padoin prima che Vucinic segni il quattro a zero. Entra anche Elia nel finale che mostra le sue doti di corsa impegnando due volte il portiere avversario. La Juventus vince quindi e convince, padroni a casa altrui, vincendo le prossime in casa e essendo padroni a casa nostra, il sogno diventerà realtà.

 
 
 

Moggi su Libero: "Inter e Figc ancora una volta a braccetto. La Juve non si faccia distrarre"

Post n°5900 pubblicato il 29 Aprile 2012 da nadir63l
 

Fonte: di Luciano Moggi per "Libero"
© foto di TuttoMercatoWeb

Toh, Moratti ha ritrovato la voce. «La terza stella? Una provocazione». Non mi va di parlarne molto perché non è ancora tempo e un po’di scaramanzia non guasta, ma vedo grandi ambasce nei campi anti Juve, ripristino di antipatiche alleanze, anticipi di manovre che verranno (se sarà) e rigurgito di rispetto di regole che non ci sono. Sarà una bella lotta, se ci sarà, ma una risposta la merita già il patron dell’Inter: non può non essere una provocazione anche il mantenimento di uno scudetto che non gli appartiene perché i motivi etici che ne giustificarono ad arte l’assegnazione sono stati annullati dagli accertamenti del procuratore federale Palazzi, il club e i suoi dirigenti ritenuti colpevoli di illecito sportivo e quindi passibili di retrocessione salvati dalla prescrizione. Ed è curioso nei fatti, come nota Ju29ro, che Inter e Figc si trovino ancora una volta a braccetto persino in un evento ancora in divenire. Per il quale farà bene la Juve a non farsi prendere da nessuna distrazione, neanche dai buoni rapporti di vicinato che ci sarebbero con il Novara, o dalla vetrina di qualche illustre ospite annunciato. Può bastare come segnale d’allarme il 2-1 che ha messo sotto la Lazio mercoledì, e la voglia di Tesser e della sua squadra di chiudere a testa alta la stagione. E quale può essere la tentazione più forte se non quella di provare a battere chi finora non è stato mai battuto? La regola nel calcio è sempre la stessa, quella di esultare solo quando il risultato ce l’hai già in tasca, tre punti ovvero quattro sul Milan sono parecchi a quattro turni dal termine ma non danno garanzie e la giornata si profila interlocutoria. Il Milan a Siena dovrebbe farcela, anche se da parte della squadra di Sannino può esserci la voglia di consolidare il miglior posto della sua storia in serie A.

 
 
 

29 con rancore...

Post n°5899 pubblicato il 28 Aprile 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

Di Francesco (LuisitoMonti)

Avverto subito le orecchie sintonizzate sui facili entusiasmi: nelle prossime righe c’è del rancore allo stato luminoso, stellare, chi non è predisposto cambi subito canale.
Prima però una premessa.
Come quando si accenna a Del Piero per evitare di scatenare i talebani sempre sul piede di una guerra di religione occorre dire: “Premesso che è uno dei più grandi giocatori di sempre e lo juventino più juventino che ci sia …” (poi forse accettano di parlare di un suo passaggio sbagliato), adesso dovrò dire “Premesso che gli scudetti della Juve sono 29 e lo sanno sia Blatter che Suma, Guido Rossi come Baldini” per evitare che parta l’aggressione verbale con l’accusa di psudojuventino e antijuventino.
Gli scudetti della Juve invece oggi non sono 29 ma 27 e se “dovesse succedere che” saranno 28. Indipendentemente da quante stelle verrà deciso di apporre sulla maglietta da gioco.
Sono 27 perché un solo tribunale ha deliberato in materia e gli ultimi sei anni sono state solo peregrinazioni da una corte a un consiglio e continue umiliazioni per chi ha seguito la sorte di quei due scudetti negati che ancora oggi in ogni trasmissione televisiva danno appiglio a chi ci attacca per continuare a darci di “ladri”.
Sono 27 per noi che negli ultimi sei anni abbiamo sfogliato anche il più infimo quotidiano per cercare un riferimento, una parola, un aggancio, un filo di speranza, la remota possibilità di una rivisitazione di quella sciagurata decisione, di un fatto anche minimale che riproponesse la questione.
E sono state frustate nei malleoli, sempre.
Non sono 29 per noi che ci siamo riuniti in 50 o 250 su questo forum i giorni delle udienze a Napoli e il giorno di una sentenza tremenda, imprevedibile, falsante la realtà, non sono 29 per chi ha presenziato in tribunale, fuori dalla sede della Figc o negli hotel di Roma sperando in una colpo di spugna sulla radiazione che ci rendesse anche trasversalmente giustizia, o atteso fuori dal Coni sperando che qualche parruccone si fosse ravveduto negli anni e ammorbidito la sua posizione nei confronti del Direttore.
Oggi spuntano come fiorellini quelli che: se vinciamo (perché abbiamo già vinto, le loro certezze sono incrollabili, forse non hanno capito come funziona l’apparato) sono 30. Senza se e senza ma.
Quelli che se provi a fargli notare che nessuna corte ci ha restituito il 28 e il 29 ti dicono: Vedrai, vedrai se Abete e Moratti non li riconosceranno !
E poi ti danno, a chi per sei anni ha continuato a inseguire scudetti perduti, di Vergognati pseudojuventino ! Taci antijuventino !
Certo che Abete e Moratti li riconosceranno, come dubitarlo ?
Anzi, faranno di più, convocheranno giornalisti amici e ordineranno di gridarlo ai quattro venti: 30 ! E tutti meritati ! Come no, certo che lo faranno.
Che fessi mi viene da pensare ad aver creduto che si dovesse percorrere ogni grado di giustizia per vincere questa battaglia quando bastava alzarsi e strillare come forsennati: 30 !
Che sciocchi i piccoli azionisti fregati nel 2006 a preoccuparsi, spendere soldi, cercare consulenze, tenere aperto un forum, sollecitare la società, contrapporsi agli Elkann, invitare la tifoseria a non chiudere gli occhi, a pretendere la verità quando bastava appiccicarsi sulla maglia una stelletta e tutto era magicamente risolto.
Oggi chi sbraita 29 non ha capito nulla, come gli interisti che due anni fa davanti a tornei ridicoli e clamorosamente falsati se glielo facevi notare ti rispondevano Triplete.
Che c’era del rancore vi avevo avvertito, la prossima volta lo farò 28 volte. La prossima. Se nel frattempo non succede qualcosa di più importante che un mezzo cartone.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2239


 
 
 

Er gò de Muntari

Post n°5898 pubblicato il 26 Aprile 2012 da nadir63l
 


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di F. Del Re

No, non è una nuova fatica letteraria; è l'ennesimo tormentone, l'ennesimo lamento, l'ennesimo mantra dell'anti-juventinismo militante che dimostra ancora una volta, come sempre, di non aver colori nè bandiere.

Nel 1981 era "Er gò de Turone": veleno giallorosso; nel 1982 era "I'ggol di Graziani": distillato di bile color viola; poi fu la volta di "Iulianoronaldo", quell'azione che un giornalista Candido di nome, e sol di quello, elevò da fallo di sfondamento, o al più da fallo d'ostruzione, a livelli persino astrali, coniando l'odiosissimo termine: "rigore solare"; sole nerazzurro, ovviamente.

Oggi, come un cerchio che si chiude e che unisce indistintamente tutte le bandiere calcistiche d'Italia, abbiamo il rossonero lamento de "Il gol di Muntari". Un lamento continuo, scientifico, perpetrato con arte mass-mediologica perfetta, per chi "non possiede televisioni".

Un lamento, un mantra che ha iniziato Galliani già fra il primo ed il secondo tempo di quel Milan-Juve e che ripetono insistentemente da settimane il suo allenatore ed a turno tutti i suoi giocatori: dal fenomeno solo con le piccole squadre Ibrahimovic, al carneade imberbe De Sciglio, o come cavolo si chiama.

E siccome il lamento, il mantra rischiava di perdere efficacia mediatica, si è pensato bene di dargli nuova forza con un lamento simile: quello del "riga" di Robinho a Catania, che con artifici che manco un dilettante di Photo-Shop hanno cercato di far passare per gol.

Stranamente, però, in quel caso il lamento, il mantra si è quasi immediatamente dissolto, come neve al sole, come l'Honestà dei loro cugini milanesi; si è dissolto di fronte all'evidenza di immagini non taroccate, di fronte alle dichiarazioni forti e perentorie del presidente dell'AIA Nicchi, evidentemente stufo di sentir appellare i suoi come incapaci; di fronte all'evidenza, dicevo, e nonostante il delirio marottiano, che invece vedeva il pallone tutto dentro...

Stranamente... Mica tanto! Se si sostiene l'evidenza, ripeto: l'evidenza, di un pallone che non è completamente entrato usando la forza della ragione, delle prove prodotte e della diffusione mediatica volta a confutare tesi aberranti sostenute con orridi ritocchi fotografici con Photo-Shop, il lamento, il mantra si esaurisce naturalmente nel breve volgere di una Domenica Sportiva.

Ecco perchè da Milanello non hanno mai smesso, questo sì stranamente, di recitare il lamento, il mantra primigenio: quello de "Il gol di Muntari"; stranamente, nonostante l'evidenza; perchè nessuno, se non un manipolo di volenterosi, ha mai confutato l'esecuzione non corretta, a termine di regolamento, del calcio d'angolo che portò all'azione incriminata.

Nessuno: nè un Marotta, nè un Andrea Agnelli, che sputasse in faccia ai sacerdoti del lamento l'articolo del regolamento che spiega che un calciatore non può allontanarsi volontariamente dal campo e rientravi senza l'assenso del direttore di gara e che per tanto, Emanuelson, che a gioco fermo uscì dal terreno di gioco e da lì prese la rincorsa per crossare il calcio d'angolo battuto da Robinho, andava ammonito, previa sospensione del gioco, quindi, di fatto, annullando l'azione de "Il gol di Muntari".

Ma vista l'insistenza quotidiana del lamento, del mantra c'è sempre ogni giorno la possibilità di rimediare, forza Marotta:

"L'eventuale gol di Muntari nasce da un calcio d'angolo battuto irregolarmente, per tanto non sarebbe stato un gol buono, come invece lo fu quello annullato a Matri; speriamo che il gol annullato a Matri non sia decisivo per l'assegnazione dello scudetto, perchè al momento il gol annullato a Matri pesa come un macigno; come d'altronde quello annullato a Pepe a Genova. Oggi saremmo a +6 e il campionato sarebbe di fatto chiuso".

Forza Marotta, dai che ce la puoi fare...! Altrimenti chiamami: ho speso un sacco di soldi per farmi fare un paio di ottimi occhiali; e ti garantisco che li uso...; li uso e anche bene, tanto bene che prima di chiudere l'articolo ho visto un clamoroso rigore non fischiato al Genoa, per un nettissimo mani in area di Nesta.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2234


 
 
 

Il gol-fantasma del Cesena

Post n°5897 pubblicato il 26 Aprile 2012 da nadir63l
 

Immagine IPB

di M. Lancieri

Milan-Genoa, 88’. I rossoneri stanno vincendo, ma la solita prestazione opaca dei padroni di casa ed il contemporaneo vantaggio juventino a Cesena non permettono a nessuno di essere troppo allegro.

Su Sky Calcio, la cronaca per i tifosi milanisti è condotta, come al solito, da Mauro Suma, che commenta con una voce funebre l’ennesimo 1-0 dei propri beniamini. Poi, come un fulmine a ciel sereno, la notizia: «Ha pareggiato il Cesena! Ha pareggiato il Cesena! Ha pareggiato il Cesena! Ragazzi, ha pareggiato il Cesena!».
Nell’entusiasmo del momento, il cronista si lascia andare anche ad un improbabile e poetico outing: «Mario Beretta, io ti amo! Guardo il cielo di San Siro e ti amo!» . Le immagini indugiano sulle facce festanti dei tifosi rossoneri, che esultano come se a segnare fosse stato Ibra. Ma il cronista si raccomanda: «Giochiamo la partita, ragazzi!» . Ed effettivamente c’è da chiedersi quale sia stata la reazione dei calciatori in campo dopo il boato esploso sugli spalti, visto che a fine partita Boateng spiegherà come Allegri continuasse a ripetere che la Juve era ferma sullo 0-0. Probabilmente, molti avranno pensato che il Cesena fosse in vantaggio, nonostante l’erroneo risultato riportato dal tabellone elettronico, controllato da qualche amico di Moggi.
Passa un minuto, ma non il misterioso gol cesenate. Ed è ancora Suma a ricordarcelo: «Ha pareggiato Mario, cuore rossonero!».

Poi, improvvisamente, un nuovo dietrofront: «È stato annullato?» . La voce del cronista è gelata e la richiesta quasi disperata: «Cos’è successo, ragazzi? Ditemi qualcosa!» . Qualcuno gli dà l’amara conferma e il buon Suma è costretto a riportarla al popolo rossonero: «È stato annullato. Bene». La delusione è cocente e con tutta probabilità è necessaria una grande forza di volontà per non lasciarsi andare a commenti infuocati sull’ennesimo scippo juventino.
Mai come questa volta si tratta di un gol-fantasma. Tanto fantasma da essere stato segnato solo nella mente dei tifosi milanisti. Ma evidentemente Suma non lo sa ed è costretto ad affidarsi al racconto di qualche amico in vena di scherzi da prete. E così il commentatore diventa ossessivo quanto Allegri quando c’è da parlare di Muntari: «È stato annullato. Gol annullato. È stato annullato». Ma nell’intimo continua a sperare nel pareggio ed a temere la figuraccia: «Ragazzi, ditemi se questo gol c’è o se ho fatto casino per niente!» . Passa qualche minuto (probabilmente il tempo di mandare qualcuno al bar sotto gli uffici per chiedere informazioni) e alla fine arriva la presa d’atto: «Non c’è nessun gol del Cesena: annullato il gol al Cesena». Proprio così: annullato. Nella cronaca fantozziana di Suma, mancano i particolari sul marcatore (Antonioli?) e sulla dinamica del gol (di testa, su calcio d’angolo?), ma l’unica notizia certa è che i romagnoli abbiano segnato una rete, annullata dal solito arbitro ladro e juventino.

Ma in tutta questa storia dai tratti grotteschi, almeno per i milanisti c’è un lato positivo. D’ora in poi, Allegri potrà cambiare disco e raccontare alla stampa un nuovo episodio decisivo per il campionato, forse anche più del gol di Muntari: il gol annullato al Cesena.

AUDIO:





http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2235



 
 
 

CONTE A SKY: "La penna è sul tavolo e possiamo scrivere la storia solo vincendo.

Post n°5896 pubblicato il 25 Aprile 2012 da nadir63l
 

 Successo sudato ma che ci dà ulteriore maturità. Allegri? Ogni settimana cambia opinione ormai...."

Intervista al tecnico bianconero.
© foto di www.imagephotoagency.it

Intervenuto ai microfoni di Sky nel post-partita l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato i temi della sfida che ha visto i suoi uomini contrapposti al Cesena. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

Quanto ha inciso psicologicamente il rigore di Pirlo sbagliato dopo nove minuti?

"Zero, eravamo all'inizio e c'era quasi tutta la gara da giocare. Certo segnando subito avremmo costretto il Cesena ad aprirsi e sarebbe stata un'altra gara".

Un bel gesto gli abbracci a Borriello dopo il gol...

"Lo dico sinceramente merita tanto. E' arrivato in una condizione non entusiasmante, ha lavorato duramente per mettersi al pari, l'ho utilizzato anche per aiutarlo a rimettersi al pari. Dispiace per quanto è stato bistrattato oggi ci siamo parlati e so che qualità possiede. Merita questo per quel che fa in allenamento e in campo".

Allegri si è detto convinto che cadrete, che qualcosa succederà nelle prossime gare.

"Sicuramente qualcosa succede ma dipende se saranno positive o meno per noi, speriamo le prime...".

Allegri ha detto che se farete 86 punti avrete meritato il titolo.

"Ah ha sottolineato questo? No perchè ormai va di moda cambiare opinioni ogni settimana minimo... Ho detto ai ragazzi di guardare a noi, dare tutto e non aver rimpianti. Oggi era veramente difficile con 11 uomini dietro la palla, questa è una bella prova di maturità superata".

Avete spinto con maturità e pazienza dal primo al novantesimo in una delle due trasferte che saranno simili, questo è un passaggio di crescita importante.

"Si sono d'accordo, oggi abbiamo sudato tutte le forze contro una squadra che ha dato più di tutto per fermarci".

Diciamo che il Cesena è un po' il Chelsea italiano...

"Si ormai questa filosofia sta superando quella dell'emulare il Barcellona...".

Dici che è un anno straordinario. Lo dici perchè pensi che sarà dura ripetersi così in previsione futura?

"Dico sinceramente che è stata creata una base lavorabile negli anni, la Juve è tornata ad essere competitiva. Speriamo che l'aggettivo diventi super-straordinario perchè significa che si porterà a casa qualcosa. Va aggiunto sicuramente qualcosa negli anni senza farci prendere dalla smania sul mercato. Però ricordiamoci anche che c'era praticamente zero un anno fa".

La sensazione però anche dall'esutlanza e gestione della gara è che avete più motivazioni degli altri....

"Siamo seduti ad un tavolo imbandito, non eravamo abituati e ora vogliamo mangiare. Abbiamo assistito negli anni passati ai banchetti altrui, ora i ragazzi sono affamati. L'occasione è straordinaria, unica e solo vincendo si entra nella storia, c'è voglia di scrivere la storia e la penna sta sul tavolo".

Il prossimo rigore lo batterà Vidal?

"A questo punto sì (ride ndr.). La cosa bella è che in un campionato con pochissimi rigori i ragazzi a fine allenamento si allenavano a battere dalgi undici metri e dicevo a loro che era inutile che tanto non ce li davano. Ora in due gare ne abbiamo sbagliati due ma se vuol dire vincere le partite... va bene così lo stesso!".

 
 
 

Juve, con il Cesena ci pensa l'uomo più "inatteso": Borriello tiene il Milan a distanza, romagnoli battuti 1-0

Post n°5895 pubblicato il 25 Aprile 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

4 mesi vissuti all'ombra della Mole senza dare particolari segni di vita, poi, al 79' di un Cesena-Juventus probabilmente decisivo per la vittoria dello scudetto, Marco Borriello da Napoli compie la sua personale trasformazione da "brutto anatroccolo" a "cigno" bianconero: il gol dell'ex centravanti del Genoa permette infatti alla Juventus di avere ragione dei romagnoli nel recupero valido per la 33 esima giornata del campionato di Serie A, consentendo quindi agli uomini di Conte di mantenere il primato in classifica, a 4 giornate dalla fine del campionato, con un vantaggio invariato di 3 punti sul Milan, vista la vittoria dei rossoneri a San Siro contro il Genoa. Il Cesena, che da oggi retrocede matematicamente in Serie B, non ha certo chinato la testa dinnanzi ai capoclassifica, anzi, ha reso difficile la vita ai torinesi, che hanno dovuto sudare, e non poco, per superare gli uomini di Beretta, riuscendoci di misura, e soltanto negli ultimi minuti di gioco. La vittoria, comunque, è pienamente meritata, se si considera il fatto che il Cesena non si è mai reso pericoloso, e che la Juventus ha fallito un rigore ad inizio partita con Pirlo, e ha avuto un'ottima occasione a inizio ripresa con Matri, vanificata da un ottimo Antonioli. La Juventus si presenta al "Manuzzi" con il consueto 3-5-2, anche se, rispetto al match vinto a Torino contro la Roma, trovano posto in campo Matri e Caceres, in luogo dello squalificato Quagliarella, e di Lichtsteiner, comunque in panchina a disposizione di mister Conte. Nel Cesena, invece, il giovane Rennella agisce da unica punta, con Santana alle sue spalle. Il match si infiamma al 9': La Juventus beneficia di un calcio di rigore, molto contestato dai cesenati, per un presunto fallo di mano in area di Moras, ma Pirlo, incaricaricato di battere la massima punizione, colpisce in pieno il palo, fallendo il secondo rigore consecutivo, dopo quello sbagliato domenica scorsa contro la Roma. La Juventus, che fatica un po' per riprendersi dallo shock causato dal rigore sbagliato, cerca comunque di fare la partita, e ci riesce, costruendo un paio di buone occasioni con Marchisio e Vucinic, e andando vicinissima all'1-0 con De Ceglie, che, al 38', stacca bene di testa su punizione battuta da Pirlo, costringendo Antonioli a mettere in angolo. Il primo tempo si spegne con quest'ultima azione, e termina sullo 0-0, risultato figlio del rigore sbagliato da Pirlo, ma anche dell'ottima prova degli uomini di Beretta, molto ben disposti sul terreno di gioco. Nella ripresa il Cesena sembra essere leggermente più propositivo, ma la Juve ha subito una grossa occasione per portarsi in vantaggio: al 49' Matri, solo davanti ad Antonioli, calcia in diagonale, e trova la parata del portiere romagnolo, che, pur non riuscendo a trattenere il tiro dell'ex attaccante del Cagliari, riesce a salvare praticamente sulla linea di porta. Conclusione di Matri a parte, la Juve non riesce a costruire molte azioni da gol, vista anche la buona occupazione degli spazi da parte dei giocatori del Cesena, che, però, deve perdere Del Nero, infortunato, sostituito dal giovane Arrigoni al 65'. Conte decide di rispondere a Beretta inserendo Giaccherini al 68', in luogo di Caceres, con il chiaro intento di offendere maggiormente sulla fascia destra, cosa che l'uruguaiano ha fatto poco. La Juve accelera alla ricerca del gol, giocando costantemente nella metà campo dei romagnoli, ma la rete dell'1-0 non arriva, costringendo il tecnico bianconero a un doppio cambio al 74': entrano Del Piero e Borriello, escono De Ceglie e Matri, con i bianconeri che si sistemano in campo con un 3-4-3 puro. Nel Cesena esce Djokovic, malconcio, per far posto a Marco Rossi, per un cambio che non cambia nulla nello scacchiere tattico di mister Beretta, che mantiene la difesa a 5. Al 78' Antonioli è grandioso nel respingere una punizione di Del Piero, ma, un minuto dopo, deve arrendersi all'attaccante juventino meno atteso in zona gol, Marco Borriello, che calcia al volo su sponda di Vucinic, fissando il punteggio sull'1-0, e siglando la sua prima rete in maglia bianconera. Il Cesena non riesce a reagire al gol subito, e la Juve, dal canto suo, si può permettere di gestire il gol di vantaggio, chiudendo il match con una vittoria che sa di scudetto. I punti di vantaggio sul Milan sono sempre 3, 4 se consideriamo il vantaggio negli scontri diretti, ma con una partita in meno: resta dunque il famoso "bonus" indicato da Conte durante la conferenza stampa antecedente al match contro la Roma, ma l'impressione è che, per una squadra così, che trova dal cilindro il gol di colui che mai l'aveva messa dentro nel corso di questa stagione, del "bonus" non ci sarà bisogno. Domenica sarà Novara-Juventus, con il milan che andrà a Siena: i rossoneri non dovrebbero perdere terreno contro una squadra già salva, ma nel calcio, come dimostra il gol di Borriello di oggi pomeriggio, nulla si può dare per scontato.

 
 
 

OGGI E' SAN MARCO...

Post n°5894 pubblicato il 25 Aprile 2012 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it
Sfida con il Cesena partita con il botto. Pronti via subito partita maschia con il Cesena giustamente arcigno e pronto a fare lo sgarbo alla vecchia signora. La sfida poteva essere falsata da un rigore concesso per fallo al limite, ma fortunatamente Pirlo tira sul palo e rende la sfida apertissima, con il Cesena nel primo tempo iperbattagliero. Dopo il ventesimo la Juve si sveglia ma Marchisio sbaglia la conclusione e Vucinic di testa non riesce bucare Antonioli. Nel finale ancora Juve e paratona su De Ceglie con palla sulla traversa. Stesso motivo della partita di andata con fort apache e Juventus ad attaccare. Il primo tempo mostra i soliti dati sul possesso palla, 71 a 29, dati schiaccianti,ma non sufficienti a far chiudere il primo tempo sull'uno a zero. La ripresa parte con una Juventus convinta che crea una maxi occasione sventata sulla linea da Antonioli. La Juve pressa ma il Cesena non molla anzi, vuole assolutamente il pari lottando su ogni pallone.  La Juve comunque e' spenta e mostra uno dei peggiori lati stagionali. Pressa e crea ma non e' abbastanza sfondare. Dal settantesimo gioca solo la Juve, proprio come all'andata. Conte mette in campo tutti gli avanti per vivere quindici minuti di palpitazione. Prima Del Piero su punizione scalda le mani a Antonioli poi Borriello ci regala la prima gioia stagionale nel giorno del suo onomastico.  Vittoria fondamentale, ne mancano tre, il bonus c'e' sempre...

 
 
 

sempre nei nostri cuori......ciao campione

Post n°5893 pubblicato il 25 Aprile 2012 da nadir63l
 

Immagine IPB

"Ben 17 anni sono passati dal 25 aprile più triste della storia della Juventus. Nel 1995, tutto il mondo bianconero piangeva la scomparsa di Andrea Fortunato. Dopo un anno di cure, a neppure 24 anni di età, il giovane difensore salernitano perdeva la sua battaglia contro la leucemia. Una tragedia che sconvolse tutti. In particolare i suoi compagni di squadra che, allora come oggi, erano alla rincorsa di un grande obiettivo. Compagni come Gianluca Vialli, che commosse tutti con il suo discorso pronunciato durante il funerale. «Ti credevamo invincibile. In questi undici mesi sei stato un esempio per noi, per come hai saputo affrontare problemi veri, non quelli legati a semplici vittorie o sconfitte, con coraggio e serenità, forza e determinazione. Ti abbiamo voluto bene, ti portiamo nel cuore. Onore a te, fratello Andrea Fortunato». Compagni come Antonio Conte che, questo pomeriggio a Cesena, avrà un motivo in più per portare al successo la Juventus. Un successo da dedicare alla memoria dell’indimenticato Andrea Fortunato".

 
 
 

CONTE: "Abbiamo un bonus in più, ma le difficoltà restano. Juve feroce per scrivere la storia.

Post n°5892 pubblicato il 24 Aprile 2012 da nadir63l
 

 La paura non deve esistere. Quagliarella out? Dispiace, ma in attacco ho gente super affidabile"

24.04.2012 10:15 di Redazione TuttoJuve   articolo letto 18994 volte
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Antonio Conte ha incontrato i giornalisti al Media Center di Vinovo per presentare la sfida di domani pomeriggio al Dino Manuzzi di Cesena. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente la conferenza stampa del tecnico bianconero:

E' più dfficile a più uno o a più tre?
"Sinceramente io preferisco +3 (ride, ndr). Sappiamo di avere una partita in più, tra virgolette, un bonus in più, cioè, una partita in meno forse, sarebbe più giusto fare questa affermazione. Abbiamo questo bonus di questa partita che siamo riusciti a guadagnare nei confronti della diretta concorrente. Sappiamo che le difficoltà rimangono, da qui fino alla fine. Come ho detto, sono cinque finali da giocare come partite della vita per cercare di coronare questo sogno".  

Antonio, quando eravate sotto il Milan in classifica, un pomeriggio hai detto ai tuoi giocatori che se vogliono vincere questo scudetto se lo devono sudare. Ieri e oggi cosa hai detto ai tuoi?
"Con i miei calciatori c'è sempre un continuo dialogo, perchè sono momenti importanti, ci sono situazioni che si evolvono in fretta. Oggi c'è una celebrazione su tutti i giornali, tutte le testate nazionali oggi celebrano la Juve, giustamente. Giustamente per quello che stiamo facendo. E' inevitabile che se queste celebrazioni dovessero farci cambiare anche di una virgola quello che abbiamo fatto fin adesso, come ci siamo comportati, cosa ci ha spinto a fare questo campionato straordinario, allora significherebbe non avere capito tanto, significherebbe non essere pronti, significherebbe fare dei passi indietro e tornare indietro. Cosa che non deve accadere, perchè dobbiamo sempre tenere ben impresso in mente quello che ci ha portato a fare fino ad ora una stagione straordinaria. Cosa? L'umiltà, il sacrificio, il lavoro, l'abnegazione, la dedizione, la voglia di aiutarsi uno con l'altro, la voglia di pensare col 'noi' e non con l''io'. Tutto questo ci ha portato a fare qualcosa di straordinario. Se le celebrazioni, che sono anticipate, perchè ancora... abbiamo centrato un obiettivo straordinario che è la Champions, però adesso abbiamo a portata di mano il sogno; se queste celebrazioni dovessero farci mutare - me per primo - di una virgola, significa che non siamo pronti, si tornerebbe indietro. Ma questo sono convinto che non accadrà perchè ho calciatori che fin adesso mi hanno sempre stupito in positivo, hanno voglia comunque di fare qualcosa di straordinario, qualcosa di bello. Però bisogna rizzare le antenne perchè siamo davanti, ma abbiamo degli ostacoli da superare che sulla carta possono, tra virgolette,  sembrare facili, ma di facile nel calcio non c'è niente".

Tu dici sempre, 'ricordiamo da dove siamo partiti, le aspettative erano diverse'. Volevo sapere, qual è stato il momento in cui hai compreso che potevi veramente lottare per un traguardo diverso? C'è stata una partita svolta? Un colloquio con i calciatori? E poi, andando alla partita di domani, se hai già in mente come sostituire Quagliarella.
"Ma sai, la crescita della squadra è stata una crescita continua, costante, quotidiana, settimanale, mensile. E' una cosa che io, lo staff, ma anche i calciatori stessi percepivano e avvertivano. Questa crescita, ripeto, è avvenuta attraverso la grande disponibilità di questi ragazzi, dal fatto di aver sposato un'idea di gioco, una voglia di lavorare in maniera tosta, con grande umiltà e con grande sacrificio, per cui c'è stata una crescita costante e questa crescita è testimoniata anche dal fatto che con tutte le grandi noi non abbiamo mai sfigurato, non abbiamo mai perso. E questo è un dato di fatto. Sicuramente c'è stato un momento in cui mi sono sentito di alzare l'asticella, perchè mi sono reso conto che questa era una squadra che aveva preso convinzione, era cresciuta in autostima, in consapevolezza dei propri mezzi e quindi abbiamo alzato l'asticella. Ma non è da tanto che è successo. Quagliarella... Quagliarella è squalificato e dispiace perchè Fabio - avete visto - è in un ottimo momento di forma, così come tutti gli altri attaccanti. Faremo le necessarie valutazioni e sceglieremo l'attaccante che dovrà giocare domani a Cesena, sapendo di poter contare su gente non affidabile, ma super affidabile". 

Volevo rifarmi alle parole di Barzagli nel dopo partita, per sapere da te come hai fatto a trasformare la difesa della Juventus. Mentre a centrocampo e in attacco sono arrivati giocatori importanti, la difesa della Juventus, al di là di Lichtsteiner, è quella che dieci-undici mesi fa veniva considerata da buttare. E adesso è un bunker. Barzagli ha detto: "Ci ha fatto cambiare totalmente il modo di giocare, ci ha responsabilizzare, vuole che prendiamo dei rischi".
"La difesa fa parte dell'idea di gioco che fin dal primo giorno ho cercato di trasmettere ai miei calciatori. L'idea, fin dal primo giorno, è stata quella di voler fare la partita, sempre e comunque, contro tutti gli avversari, cercando di avere la palla noi, quanto più possibile. Su questa idea di gioco abbiamo lavorato, perchè comunque nel momento in cui vuoi fare la partita, cambi anche il modo di difendere. Non c'è un unico modo di difendere, ci sono due tipi di modi di difendere. Quindi abbiamo lavorato su questo, sapendo e sfruttando  anche le caratteristiche dei calciatori a disposizione, perchè io penso che questo modo di difendere abbia esaltato le caratteristiche di Andrea Barzagli, di Chiellini, di Bonucci, di Caceres, di Lichtsteiner, di De Ceglie, di tutto il reparto difensivo. Però non dimentichiamo che il reparto difensivo fa parte di una squadra, fa parte assieme al centrocampo e all'attacco di un'idea di gioco e come dico sempre tutti quanti lavorano in funzione di questa idea".  

Per la prima volta dall'inizio della stagione, c'è l'impressione che abbiate qualcosa da perdere, perchè adesso siete considerati favoriti, con questo vantaggio importante a poche giornate dalla fine. Dovete giocare con le ultime tre della classifica nei prossimi tre incontri. Hai paura che questa sensazione di avere qualcosa da perdere possa condizionare soprattutto la parte del tuo gruppo che ancora non ha mai vinto niente? Che possa sentire il peso della vittoria a portata di mano e soffrire particolarmente questo aspetto...
 "Come ho detto prima, siamo curiosi di vedere il nostro comportamento. E' inevitabile che questi ragazzi, fino a questo momento hanno superato delle prove straordinarie. Quali? Quella di ritrovarsi a giocare una partita a meno sette in classifica, quella di ritrovarsi a giocare una partita a meno cinque in classifica, con l'obbligo di vittoria per accorciare, di ritrovarsi a meno uno in classifica con l'obbligo di vincere e superare, di ritrovarsi a zero, al pari, con l'obbligo di vincere e prendere tre punti con la Roma; quindi penso che da questo punto di vista i ragazzi abbiano già dimostrato maturità, abbiano dimostrato di credere, abbiano dimostrato grande personalità da questo punto di vista. Io penso che non ci sia niente da perdere quest'anno, nel senso che sono convinto che i ragazzi da qui alla fine daranno il massimo che hanno. Dico sempre, arriviamo senza rimpianti alla fine del campionato. Dove ci porterà questo 'senza rimpianti'? A coronare il sogno, oppure ad aver centrato la Champions con cinque giornate d'anticipo. E' inevitabile, che visto dove siamo adesso, abbiamo l'opportunità di coronare il sogno e faremo di tutto affinchè questo avvenga. E' molto importante che le celebrazioni non ci toccano minimamente, non cambino di una virgola il nostro atteggiamento, quello che abbiamo fatto fin adesso. Non devono toccare nè noi, nè i tifosi, nè l'ambiente. Rimaniamo con i piedi per terra perchè la strada è ancora lunga, celebriamo nel momento in cui abbiamo qualcosa in mano. A me hanno sempre insegnato che prima di parlare meglio prima vincere, e poi parlare. E' giusto, ripeto, che ci siano delle celebrazioni perchè stiamo facendo un qualcosa di straordinario, che è sotto gli occhi di tutti; però è anche una prova nei confronti  miei, nei confronti dell'ambiente, nei confronti della società, nei confronti dei calciatori, nei confronti dei tifosi, affinchè questo non ci debba disturbare".  

Può essere un vantaggio giocare sul sintetico tutte e due queste partite?
"Guarda, è un po' come il discorso delle partite facili: facile è sempre dopo, quando hai vinto: sarà un vantaggio se dopo queste due partite avremo vinto, altrimenti sarà stato uno svantaggio".

Altri allenatori si sono cimentati nel dare delle percentuali su quale può essere la mano di un allenatore in una squadra. Quanto incide un allenatore secondo te, quando le cose vanno bene e non vanno bene?
"Io penso che l'allenatore comunque debba seguire una strada, debba tracciare una strada. Come? Portando comunque un'idea di gioco, portando organizzazione, cercando di portare delle competenze, cercando di portare il proprio metodo. Detto questo, come ho detto anche precedentemente, l'allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori, perchè ogni allenatore può avere qualsiasi idea in testa di calcio, un metodo eccezionale, gestione straordinaria, ma se non trovi poi la disponibilità da parte dei calciatori sei nulla, sei zero, perchè ti viene tutto annullato. E' come se io volessi portare la macchina, ma la macchina è sempre ferma; la macchina sono i calciatori, la macchina è la cosa più importante, il motore sono loro, ed è inevitabile che poi ci voglia anche qualcuno che in determinati momenti si assuma la responsabilità della guida e che indichi la strada; però il calciatore è fondamentale affinchè vengano esaltate - se ci sono  - delle caratteristiche e delle doti di un allenatore". 

Secondo lei per certi versi questa è una stagione ripetibile?
"Questo non lo so perchè non possiamo conoscere il nostro futuro. A stento cerchiamo di conoscere il presente quotidianamente. Dico comunque che è una stagione straordinaria: i numeri che abbiamo fatto sono al di là delle più rosee previsioni, al di là del fatto che arriviamo da due settimi posti, perchè sono numeri comunque straordinario. Questo non lo so, è inevitabile che si cerca sempre di migliorare e di migliorarsi. Cerchiamo di finire bene questo campionato, sapendo di aver fatto qualcosa di straordinario, però adesso c'è la possibilità di fare qualcosa di super straordinario, qualcosa che avrebbe dell'incredibile e che dovrebbe riempire di soddisfazione tutti noi, società, tifosi, ambiente, perchè significa essere tornati nel gota del calcio, nazionale ed europeo". 

Visto che ci sono due partite ravvicinate, pensi di fare un po' di turnover in vista di domenica? Poi ti volevo chiedere: da qui al 13 maggio che cos'è la più grande paura? Temi più voi o gli avversari?
"Partiamo da un presupposto, perchè è la seconda volta che sento la parola paura: la paura per noi non deve esistere. E se io per primo dovessi aver paura di qualcosa, manderei dei messaggi negativi ai miei calciatori. Diciamo che curiamo con attenzione l'evolversi delle vicende, nel senso che di settimana in settimana si passa anche a situazioni non belle, a celebrazioni, e io devo essere attento, assieme ai calciatori, a curare questi particolari, a vivere i momenti, a cercare di dare input sempre giusti, considerando anche quello che arriva dall'esterno. E noi dobbiamo essere bravi a gestire queste situazioni perchè  una grande squadra gestisce le situazioni sia positive che negative, che ci sono all'interno e che arrivano dall'esterno. Noi in questo momento dobbiamo essere molto bravi a gestire quello che ci arriva dall'esterno, molto molto bravi. Turnover...guarda, la squadra sta bene, quindi tutte le scelte che faccio, le faccio per vincere la partita; se cambio qualcosa, lo cambio per squalifica o perchè magari voglio avere qualcosa di più in fase offensiva, qualcosa di più in fase difensiva, quindi tra virgolette, è un turnover per vincere. Sceglierò sempre la formazione migliore, quella che mi dà maggiori garanzie da un punto di vista tecnico-tattico, fisico, di atteggiamento, di tutto, tenendo conto di noi, tenendo conto anche degli avversari, dove possiamo fargli male, dove dobbiamo stare attenti". 

Tu dici: "Possiamo entrare nella storia". Ma tu ci sei già entrato bruciando dei record particolari: hai raggiunto Bernardini, puoi raggiungere Capello che ha fatto un qualcosa di storico vent'anni fa. Volevo sapere se queste statistiche ti lasciano indifferente oppure se è un motivo d'orgoglio particolare? Poi, avendo risollevato una Juve che hai raccolto in grave difficoltà, ti ritieni più utile come psicologo o come tattico?
"Guarda, i numeri sono importanti, i numeri li leggo anch'io, quindi essere accostati ad allenatori che hanno fatto qualcosa di straordinario come Bernardini, come Capello, come Lippi, sicuramente, deve riempire d'orgoglio tutti noi, perchè non è che il record o i numeri li fa l'allenatore, li fa la squadra e quindi noi dobbiamo essere molto contenti, molto orgogliosi e dobbiamo avere grandi soddisfazioni sotto questo punto di vista. Ti dico la sincera verità, che se questi numeri vengono accompagnati da una vittoria, allora sono numeri che rimangono ancora più nella storia, altrimenti sono numeri che sì, fanno piacere, però, diranno 'non si è vinto'. E hanno ragione, perchè alla fine conta vincere, conta chi arriva primo. Dico sempre ai ragazzi... io parlo di me e delle miei esperienze...dico ai ragazzi, 'io ho perso una finale di Coppa del Mondo, una finale di Coppa Europa, ma non si ricorda nessuno che io c'ero contro il Brasile o contro la Francia. Ci si ricorda di chi ha vinto. Alla Juventus ci si ricorda perchè ho vinto cinque scudetti. Sono arrivato anche cinque volte secondo, ma me lo ricordo io, non se lo ricorda nessuno'. Questa è la legge, chi vince, scrive. Chi arriva secondo ha fatto un buon  campionato, ma non ha fatto la storia. E questo per noi dev'essere di uno stimolo feroce per cercare di centrare il traguardo, l'obiettivo, il sogno. Psicologo o tattico... un allenatore deve essere tutto. L'allenatore di oggi dev'essere tutto, deve avere un'idea di gioco, deve avere un proprio metodo, deve avere gestione del gruppo, gestione dei media, gestione rapporti con la società; non è facile, non è facile, perchè non è facile: un allenatore moderno deve essere un mix di tutto, non puoi primeggiare su qualcosa, nel senso che magari puoi essere portato ad avere delle attitudini, ma devi essere completo su tutto, perchè il calcio di adesso, soprattutto, il calcio internazionale, non ti lascia la possibilità di essere ingnorante"(redazione TuttoJuve.com).

 
 
 

Noi juventini non ci accontentiamo

Post n°5891 pubblicato il 24 Aprile 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB


di M. Lancieri

Il trentesimo scudetto della Juve è ancora lontano, perché le 5 partite che dividono i bianconeri dal successo saranno battaglie da vivere minuto per minuto e il milan, pur essendo stanco e sfilacciato, certamente non abbandonerà le speranze di riprendersi il primato in classifica che deteneva fino a poche settimane fa.
Ma per molti giornalisti, soprattutto quelli di chiara fama anti-juventina, i giochi ormai sembrano fatti. Forse è solo un modo per “gufare”, ma un po’ tutti stanno cucendo uno scudetto virtuale sulle maglie della Juve. E così, dopo il triste commiato della Rai giallorossa (in cui si è dato risalto alle farneticazioni di Osvaldo, grazie al cielo unica voce fuori dal coro della squadra guidata dal gentleman Luis Enrique), arriva il turno della carta stampata. E davvero c’è da sorprendersi per la fantasia editoriale che ogni giorno dimostrano i nostri campioni del giornalismo (che, secondo RSF, seguono di un’incollatura i colleghi cileni, beniniani e .namibiani, nella classifica della libertà di informazione).

Tra le tante minchiate d’autore che ogni giorno dobbiamo sorbire, ce n’è una che vince per distacco sulle altre. Quelli di Repubblica vivono male il momento: Juve in testa, Juve con l’unico stadio di proprietà in Italia, Juve con il gioco più bello del campionato… a cosa attaccarsi, per sparare l’abituale fregnaccia? Tocca ai poveri (di spirito) Crosetti e Gamba: «Nella Roma non c’erano giocatori di colore, quindi stavolta non si sono uditi cori vomitevoli in curva. Allo stadio c’è stato volantinaggio per suggerire ai razzisti di tacere non perché il razzismo sia una squallida esibizione di violenza e tracotanza, ma perché può portare alla squalifica del campo. D’altronde, ciascuno si sceglie le motivazioni, e gli ideali, che preferisce». E in effetti non gli si può dare torto: ognuno si sceglie i propri ideali. E talvolta anche i propri padroni: alla Repubblica lo sanno bene, stando al livello di servilismo che dimostrano ogni giorno nei confronti dei capi e dei loro amici. Certo che ci vuole anche una buona dose di sprezzo del ridicolo, per scrivere spazzatura di questo livello su un pubblico che ha dimostrato una correttezza ed un rispetto unici, all’interno di uno stadio senza barriere, mentre poche ore prima in un altro stadio di Serie A i tifosi avevano costretto a sospendere la partita perché insoddisfatti del risultato. Siamo di fronte a degli autentici funamboli della notizia, capaci di trasformare un atto di buona volontà in qualcosa di censurabile. Ma se in Italia i nostri giornalisti occupano una posizione di classifica tanto “alta” in termini di libertà di informazione, un motivo ci sarà.

Ancora Crosetti. «È l’uscita ufficiale dal viaggio a Rimini e Crotone, e poi – sarebbe bello – la fine dei rancori su carta bollata, delle vere o false ingiustizie da sanare in tribunale, Guido Rossi e Moratti, lo scudetto di cartone e quello degli onesti, “Ibra/sei uno zingaro” e il pallone spettrale di Muntari (mica l’unico). Anche questo significa una partita a suo modo storica come Juventus- Roma: essere di nuovo Juve sul campo, padrona di partite, destino e avversari, e tornare laddove tutto si vince o si perde: uno stadio». Da buon anti-juventino, il giornalista ci prova. Il concetto più o meno è: “Ok, voi vi lamentate di Guido Rossi, il milan recrimina per il gol di Muntari… Chi ha dato, ha dato, chi ha avuto ha avuto: finiamola, con questi rancori!” Ma davvero questi personaggi credono che gli juventini siano tanto imbecilli? Davvero credono che le lacrime di un allenatore sempre più simile all’interista Gigi Simoni per noi valgano quanto la più grande porcata della storia del calcio? Stando al vangelo secondo Repubblica, la Juve «dovrebbe finalmente accettare il computo statistico della Federcalcio: i titoli sono 27, e probabilmente saranno 28, non 30. Non è il caso di pensare alla terza stella da cucire sul petto, perché quello sarebbe un modo per tornare indietro, di nuovo al tempo (era ieri l’altro) in cui la Juve, per vincere e riavere i suoi tre colori, doveva domandare permesso a un giudice, e poi chiedere un risarcimento economico senza senso. Ora le basta battere quasi tutti e non farsi battere mai. Meglio adesso». Ancora una volta, è sorprendente la capacità di travisare e ribaltare la realtà: quando mai la Juve si è rivolta ad un giudice per vincere uno scudetto? La Juve i suoi scudetti li ha vinti tutti sul campo. E sono 29, “piaccia o non piaccia” a Crosetti e a tutti i suoi compagni anti-juventini. Se ne facciano una ragione: se anche la Juve vincerà altri 30 scudetti, nessuno juventino che si rispetti rinuncerà a quei due. Perché non è questione di computi o statistiche, ma di Giustizia, uno degli ideali che abbiamo scelto di seguire (al contrario di altri).

Prepariamoci, perché d’ora in poi la musica non cambierà. Da un lato, proveranno in tutti i modi a farci abbassare la guardia, riempiendo di complimenti la squadra ottimamente guidata da Conte, con la speranza che possa commettere qualche passo falso di troppo. Dall’altro, stanno già mettendo le mani avanti: “Ok, avete vinto uno scudetto… ancora un altro e sarà come se farsopoli non sia mai esistita”. Ma la nostra memoria è lunga e la nostra volontà si rafforza ogni giorno di più. Uno scudetto non lenirà la nostra sete di Giustizia, come pure l’idea di attaccare la terza stella alla maglia sarà sufficiente a placarci. Pretendiamo ciò che ci spetta dalle istituzioni. E, fino a quando non lo otterremo, grideremo la nostra rabbia. Chi ha orecchie per intendere, intenda (soprattutto dalle parti di Corso Galfer).

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