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Messaggi di Giugno 2012

ALESSANDRO DEL PIERO: "FINISCE QUI..."

Post n°6058 pubblicato il 30 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alessandro Del Piero. Tramite il proprio sito internet Alessandrodelpiero.com ha voluto ricordare e salutare i tifosi e  gli appassionati nel suo ultimo giorno di contratto bianconero: il 30 giugno. Finisce qui la sua avventura bianconera.

Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi. Non è una notizia, ma sapere che è "ufficiale" fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c'è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare. Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e - per dirla tutta - anche qualche recente amarezza... oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell'abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l'istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile. Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d'allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto... sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me. I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la "10" che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l'anno prossimo, sono felice che da qualche parte - in Italia e nel mondo - qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende. Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi. Adesso comincia un'altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa. Arrivederci, ragazzi. Grazie di tutto. Alessandro

 
 
 

L'Italia che va... in finale..

Post n°6057 pubblicato il 30 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

E' l'Italia che va
milioni di sigarette accese
milioni di totocalci bum
la borsa che sale e che scende
week-end che durano un mese


Così cantava Ron nel 1986, come fosse stamattina. Chi sa cosa avrebbe pensato il Cigno di Busseto di fronte al poker d’assi servito dalla nazionale azzurra a quella teutonica da quell’epica Italia Germania 4 a 3 di Mexico ’70 a oggi. Passato attraverso la vittoria italiana di Spagna ’82 e l’eliminazione ai quarti dei tedeschi di Berlino 2006, che confermano la netta superiorità del calcio italiano rispetto a quello tedesco. Verdi si inchinava al genio di Wagner, con l’umiltà che è propria dei grandi, ma non poteva sapere niente del pensiero di Churchill: “È ben noto che nessun popolo è più preciso dei tedeschi nella preparazione [di una attività] e nella pianificazione, ma ugualmente nessun popolo può risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani falliscono. Essi non sono in grado di improvvisare” . E di conseguenza non si rendeva conto di come e quanto La Traviata e Il Rigoletto potessero divertire molto più del Lohengrin e del ciclo de L’anello del Nibelungo, ritenendola anzi una ragione per dolersi della propria gloria nazionalpopolare.
A me ciò di cui bisogna dispiacersi non sembra essere la qualità della grandezza, quanto piuttosto il metodo attraverso il quale si cerca di derubare la grandezza e di specchiarsi in essa. Adattandola di volta in volta alla propria taglia. Anche questa in fondo è improvvisazione, ma fa male dentro, come certi accordi del jazz che tagliano l’anima, al limite come sono dell’interpretazione musicale.

Come Juventini ci hanno derubato di tante cose. Una di queste è la nazionale. Che per tanti aspetti costituisce l’italianità. Nessuno mi toglie dalla testa che l’unica volta in cui ci siamo sentiti tutti, indistintamente, veramente italiani, è stata quella in cui abbiamo vinto i mondiali di calcio. Un’identità fragile, sotterranea, che però cocciutamente riemerge ogni volta che la nazionale vince.
Scomodatela voi la filosofia, la sociologia e l’antropologia. Noi Juventini assistiamo a un fenomeno strano. Quanto più ci derubano, tanto più siamo in grado di dare. Per ogni gancio assestato sulle nostre guance, rispondiamo con il fiore sbocciato sul campo. E ritorniamo a vincere e ad emozionare l’Italia. L’Europa. Il mondo. Consci che finita la festa, saremo di nuovo sbattuti in prima pagina come la peggiore risma di delinquenti. Non è una metafora, non solo parole forti. Accusa di associazione a delinquere è quella della quale rispondiamo da sei anni dentro i tribunali. Delinquenti Travaglio ha chiamato i nostri calciatori e per questo ha tifato la Germania e non la squadra della nazione nella quale è nato. Anche se da uno che era juventino e ha tradito come lui, c’era da aspettarselo.

Cosa stanno pensando tutti gli altri è facile prevederlo, anzi leggerlo sui giornali. Si stanno affrettando ad avvolgersi nelle bandiere tricolori, nonostante i rigurgiti velenosi con i quali le hanno macchiate di infamia bianconera. Dal presidente del consiglio Mario Monti che voleva fermare il calcio per due o tre anni, a uno che diventa sempre più ex. Narducci, ex pm e assessore di Napoli, che avrebbe lasciato a casa i campioni corrotti della Juve. Fino a toccare, ma ci siamo abituati, i soliti vertici delle istituzioni sportive, che hanno pensato bene di privare per davvero Criscito della nazionale.

Europei e mondiali, intersecandosi, giungono un anno sì e uno no. E non basta una strage di cani per fermare la passione per il calcio. Nemmeno la poca certezza che i diritti civili siano preservati se per 7/11 gioca la Juve. E il Milan prende gusto soltanto a riappropriarsi della carriera di Pirlo. E l’Inter da due edizioni nemmeno c’è. Che cos’è questa che gioca e che vince? La nazionale della FIGC o quella che chiamano ItalJuve?

Sono intenzionata a seguire gli europei. Mi occupo di calcio, ho l’alibi perfetto. All’inizio non me ne importa niente e spero di tornare a casa. Ma teniamo i campioni del mondo e nemmeno poi tanto male. D’accordo. Ci serve il top player. Facciamo che le partite me le vedo tutte, tanto è così pure d’inverno, dalla Premier League alla Bundesliga. Fingiamo di essere al centro commerciale e di scegliere qualche campione per il calciomercato della Juve.
Un match tira l’altro e siamo già in finale. E strada facendo mi viene una pensata. Che questi europei mi sembrano le prove tecniche di trasmissione della prossima CL. E la Juve non se l’è cavata male.
E un’immagine mi è rimasta negli occhi. La mamma di Balotelli che se lo stringe forte.
“... bianco che abbraccia il nero”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2350



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Gianluca Di Marzio: "Ecco le ultime sulla trattativa Lucio-Juve"

Post n°6056 pubblicato il 30 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Gianluca Di Marzio, esperto di calciomercato, attraverso il proprio sito si è soffermato sulla trattativa più "calda" di questo momento, ovvero l'imminente passaggio di Lucio alla Juventus: "Lucio sempre più vicino alla Juve. Sono giorni decisivi, si potrebbe chiudere già domani. Lucio e la Juve sono vicini, l’accordo di massima è stato trovato. Sono solo da definire dettagli economici. Lucio ha chiesto 2,5 milioni, la cifra che offriva il Malaga. Si chiuderà ad una cifra inferiore, intorno ai 2,2 milioni. L’Inter probabilmente negli ultimi giorni sapeva che la Juve era sul giocatore. All’inizio c’era la volontà di mettere la clausola, che poi non è stata messa, che avrebbe impedito un trasferimento in Italia. L’uomo decisivo è stato Alessandro Lucci, che ha il mandato per l’Italia. Oltre a Lucio, l’Inter è vicina alla risoluzione del contratto di Diego Forlan. Magari anche a Julio Cesar, ma è più difficile: si valuterà nei prossimi giorni. L’Inter vuole liberarsi di ingaggi pesanti…".

 
 
 

Tuttosport - LA JUVE HA PRESO LUCIO!

Post n°6055 pubblicato il 29 Giugno 2012 da nadir63l
 

I bianconeri, secondo l'edizione online del quotidiano torinese, hanno preso il difensore brasiliano ex Inter
© foto di Markus Ulmer/PhotoViews

Vero e proprio colpo "gobbo" (è proprio il caso di dirlo) da parte della Juventus. Secondo l'edizione online di Tuttosport, ci sarebbe stato un autentico blitz del dg Beppe Marotta che, in queste ore, ha portato a termine un altro obiettivo stagionale di mercato per la Vecchia Signora. Non Bruno Alves, non Salvatore Bocchetti, la Juve ha rinforzato il reparto difensivo con un "big" a parametro zero: Lucio. Sì, avete capito bene: il trentaquattrenne difensore brasiliano ha rescisso in giornata il proprio contratto con l'Inter e, stando alle indiscrezioni dei giornalisti Gianni Lovato e Guido Vaciago, avrebbe sposato la causa bianconera. Nessuna buonuscita nella risoluzione consensuale del contratto con i nerazzurri, ma la possibilità per Lucio di restare in Italia. Domani, nell'edizione cartacea del quotidiano, saranno svelati tutti i dettagli dell'operazione. Su Lucio sembrava esserci la società turca del Fenerbache ma con un'altra abile operazione di convincimento i dirigenti bianconeri hanno portato a Torino il rude difensore. Un'operazione condottra sulla falsa riga di quella che portò il campione assoluto Andrea Pirlo a disposizione di Antonio Conte più o meno dodici mesi fa. I tifosi bianconeri si augurano che Lucio possa far mangiare le mani all'Inter così come il centrocampista bresciano ha fatto con il Milan, a suon di superbe prestazioni. Il tecnico leccese, se la notizia dovesse essere confermata, potrà contare su un espertissimo giocatore che risulterà prezioso in vista della prossima stagione quando la Juve sarà impegnata tra campionato e Champions League. Lucimar Ferreira da Silva, già parecchi anni fa seguito dalla Juve (e anche la scorsa estate), sta dunque incredibilmente per diventare un nuovo giocatore della Juventus.

 
 
 

Su quel carro non c'è posto!

Post n°6054 pubblicato il 29 Giugno 2012 da nadir63l
 

Le considerazioni dell'agente Fifa Eugenio Pucci per TuttoJuve.com
© foto di www.imagephotoagency.it

E’ finale! Risultato decisamente non pronosticabile e probabilmente neppure voluto da molte persone che ad inizio manifestazione hanno fatto di tutto affinchè la spedizione italiana andasse a rotoli così da poter criticare sia lo staff azzurro (Prandelli in primis) per le ingiustizie commesse, sia, soprattutto, la formazione dell’Italia, rea di essere evidentemente un’ItalJuve, cosa che da sempre suscita rancore, ma soprattutto invidia. Ebbene, la scelta da parte di Prandelli di affidarsi al blocco bianconero tanto sbagliata non si è rivelata, vero? I presunti innocenti, che invece da noi vergognosamente vengono considerati presunti colpevoli, hanno dato un contributo fondamentale ad una squadra che veniva data dai più come quasi spacciata già alla fase a gironi, e che invece anche contro la fortissima Germania hanno alzato una invalicabile saracinesca. La cosa abbastanza assurda, quasi comica, è poi vedere molti giornalisti interrogarsi sul perché un “monumento” come Buffon non sia sorridente o allegro, nonostante i successi, durante le interviste del dopo partita, facendo finta di ignorare il recente passato, il che puzza tanto di principio di arrampicata con nonchalance sul carro dei vincitori, come quelli che cercano di imbucarsi alle feste senza invito e fanno finta di nulla; sa tanto di “ora è il momento di pensare solo ai festeggiamenti tutti assieme per le prodezze della nostra Italia, e in ogni caso io sono sempre stato al vostro fianco a sostenervi..poi comunque il passato è passato!”. Già la finale è un risultato incredibile, ma semmai accadrà quello che “tutti” sperano, a differenza di quanto accaduto nel 2006, sul quel carro, questa volta, non ci deve essere posto!

 
 
 

Albertosi: "Buffon numero 1 al mondo: Neuer non gli lega neppure le scarpe.."

Post n°6053 pubblicato il 29 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Ricky Albertosi non ha dubbi: Gianluigi Buffon è tornato il numero 1 al mondo. L'ex portiere rossonero lo dice senza mezzi termini alla Gazzetta dello Sport: "Buffon? Per me è il migliore portiere del mondo, Neuer non gli lega neanche le scarpe....". Sulla straordinaria vittoria di ieri infine:" Abbiamo avuto più grinta, carattere e un po' di fortuna: bravo Pirlo sulla linea all'inizio e bravo Balotelli - continua l'ex numero uno campione d'Europa nel '68 - La finale? La Spagna non è la Germania, che ormai non ci potrà più vedere... La Spagna tiene palla e ci farà correre parecchio, ma all'inizio abbiamo pareggiato e adesso possiamo batterla".

 
 
 

Esclusiva GLMDJ: Il capannone ex-Juventus

Post n°6052 pubblicato il 29 Giugno 2012 da nadir63l
 

Immagine IPB

di F. Del Re

Sono nato sulle montagne pistoiesi quasi per caso; per la verità “tecnicamente” sarei nato a Vinci, la città di Leonardo, ed anche in quella circostanza sempre per caso; ma ho sempre vissuto qui, fra questi monti, fra i paesi di San Marcello P.se, Campo Tizzoro, Limestre e Cutigliano.

Limestre è stata la permanenza più lunga: ben 22 anni. Qui vivono ancora i miei genitori e qui è il luogo, l’oggetto della nostra storia: un capannone industriale che i vecchi operai che vi lavoravano dentro chiamavano “Ex-Juventus”. Una storia che se collegata alla storia della mia vita, ha dell'incredibile.

Ma procediamo con ordine.

Limestre è stato il primo paese della Montagna Pistoiese che negli ultimi due secoli si è riconvertito da un'economia tipicamente agricola e pastorale ad un'economia proto-industriale e poi a quella della grande industria della lavorazione delle leghe metalliche, all'inizio del '900.

Limestre ha avuto anche particolari “record” di cui poter andare fiera: durante la fase evolutiva delle prime esperienze industriali del luogo, nel 1841 le vecchie cartiere di Limestre, edificate a loro volta su antichi mulini, furono riconvertite in fabbrica per la produzione di panni feltro allora dotata della ruota idraulica “Donkin” più grande d'Europa (Un ponte, una storia – 1789, 2005 – Sergio Maestripieri)

Ma il “record” per cui questo piccolo paese adagiato sul fondo valle dell'omonimo torrente può andar ancora più fiero è quello di aver avuto una fabbrica che costruiva, dal 1950 fino a metà degli anni '80, “le migliori viti del mondo”.

Ormai siamo già nella fase della grande industria. Dal 1899 la Società Metallurgica Italiana, S.M.I., era divenuta proprietaria di tutte le installazioni industriali esistenti e negli anni successivi praticamente di quasi tutta la valle, che fu riqualificata grazie alla cosiddetta “Bonifica agraria” del 1940.

Ed è nel 1940, periodo in cui la fabbrica limestrina fu riconvertita per il caricamento di munizioni di piccolo e medio calibro, che nell'ottica della ristrutturazione del complesso, venne realizzato un nuovo capannone la cui copertura venne acquistata a Torino dopo la demolizione delle tribune del vecchio stadio della Juventus (Un ponte, una storia – 1789, 2005 – Sergio Maestripieri)

La mia prima infanzia è scorsa felice proprio in mezzo a quei capannoni, perché la mia “tata” era la cuoca della famiglia Orlando e suo marito era il custode del complesso.

Nel campo sportivo accanto alla Chiesa io, mio fratello e i nostri amici giocavamo le nostre prime partite a pallone; su quel campo sognavamo di calcare un giorno i campi da gioco più prestigiosi; sognavamo di giocare negli stadi delle finali “Mundial” e delle Coppe dei Campioni; noi, quasi tutti juventini, tenevamo la maglia fuori dai pantaloncini come Michel Platini ed avevamo i guanti da portiere come quelli di Zoff e Tacconi.

Ma non sapevamo che a duecento metri da quel campo, che di volta in volta era per noi il “Bernabeu”, il “Comunale di Torino” o l'”Azteca”, viveva ancora, con altra funzione, un “pezzo” di un vecchio stadio torinese; uno stadio che fu teatro delle imprese calcistiche, negli anni '20 e nei primi anni '30, della nostra squadra del cuore: la Juventus.

Dopo aver scoperto questo fatto, grazie alla lettura degli scritti dell'amico Sergio, ho condotto una ricerca in merito ed ho scoperto che la copertura del capannone Ex-Juventus era stata la copertura della tribuna d'onore del Campo Juventus di Corso Marsiglia (oggi Via Tirreno) a Torino.

Quest'impianto fu realizzato nel 1922 dai soci della Juventus ed all'epoca venne ritenuto il più moderno impianto sportivo italiano. Poteva accogliere 15.000 spettatori e fu inaugurato il 29 ottobre con una netta vittoria per 4 a 0 sul Modena.

Realizzato interamente in cemento armato, fu il primo nel Paese a dotarsi di un impianto di illuminazione artificiale, grazie all'interessamento di Edoardo Agnelli, padre di Gianni ed Umberto, che il 24 luglio del 1923 era diventato Presidente del Club.

Qui la Juve giocò, vincendo 4 scudetti, fino a tutto il campionato 1932/'33 al termine del quale si trasferì nel nuovo stadio “Mussolini” rinominato, dopo la Seconda Guerra Mondiale, “Comunale” ed in fine, per ricordare le Olimpiadi Invernali del 2006, “Olimpico”.

La tribuna d'onore era coperta da una tettoia a capanna asimmetrica rispetto alla sua sezione trasversale; tale copertura, realizzata in acciaio e rivestita in Eternit, aveva sul lato lungo un doppio appoggio: uno ai bordi delle gradonate in cemento armato e uno sugli esili pilastrini, sempre in acciaio, che spuntavano dalle gradonate; il lato corto, invece, era a sbalzo sulla restante parte della tribuna.

Purtroppo non ci è stato possibile documentare come e perché tale struttura, una volta dismessa, venne in possesso della S.M.I. e rimontata a Limestre, perché durante la Seconda Guerra Mondiale l'archivio della fabbrica andò perso; negli archivi storici della FIAT e della Juventus, invece, al momento non ci è stato possibile accedere, ma chi scrive non desiste...

Per cui si può solo vagamente ipotizzare come la Famiglia Orlando potesse essere entrata in contatto con la FIAT: a Torino la S.M.I. possedeva alcune ditte metallurgiche, una delle quali era la Brown-Boveri, diretta, prima della guerra, da Rosolino Orlando, fratello di Salvatore; probabilmente fu in quel contesto che avvenne l'acquisto della struttura da parte della S.M.I.; negli anni successivi vi furono altre collaborazioni fra i due gruppi: un'azienda dell'indotto FIAT negli anni '70 realizzò, ad esempio, la coibentazione acustica del macchinario dei ribattini.

E siamo ai giorni nostri: la fabbrica di Limestre, che negli anni ebbe persino 650 lavoratori impiegati, nel 1985 chiuse i battenti. Si smise di produrre le “migliori viti del mondo” e per quasi vent'anni la fabbrica e il capannone Ex-Juventus rimasero inutilizzate, finchè il Dott. Vincenzo Manes, nuovo A. D. di KME Group (la ex S.M.I.), decise di riutilizzare la fabbrica, l'Azienda Agraria e tutti i possedimenti a monte di queste due strutture, per un'opera filantropica straordinaria: nasce così il Dynamo Camp di Limestre, una struttura, prima in Italia, dedicata alla terapia ricreativa per bambini affetti da patologie gravi o croniche, che vengono qui ospitati sia in fase di terapia che nel periodo di post ospedalizzazione; la condizione della malattia li porta ad affrontare la paura, la stanchezza e gli effetti correlati alle terapie, vincolando spesso anche la socializzazione con i loro coetanei.

E' opera di Dynamo Camp, del suo staff e dei suoi volontari, rendere ai bambini questo periodo il più sereno possibile, attraverso un soggiorno gratuito all'interno di una struttura meravigliosa, ricca di opportunità e di umanità, con un programma di attività sportive e creative, divertenti e interessanti, che siano di stimolo alle loro capacità, e il cui obiettivo è rinnovare la fiducia e la speranza.

Gli oggetti, i manufatti, non parlano, ma sanno ugualmente raccontare storie. Il capannone Ex-Juventus ci racconta una storia che dal 1922 ad oggi parla di campioni: negli anni '30 vide, sul campo da calcio che gli stava innanzi, la leggenda della Juve del quinquennio, la Juve di Combi-Rosetta-Calligaris e di Monti, Orsi, Ferrari, Bertolini, Varglien I, tutti campioni del mondo nel '34; dagli anni '40 fino al 1985 sotto di sé vide lavorare i campioni del lavoro quotidiano: dirigenti, progettisti, impiegati, operai, che sapevano progettare, costruire e commercializzare le migliori viti del mondo; ed anche di loro voglio fare alcuni nomi: Mario Del Re e Maria Cristina Sadovsky, i miei genitori; Sergio Maestripieri e Cesare Mucci, memorie storiche e preziosissime di tempi straordinari, purtroppo andati; oggi quel capannone è l'infermeria del Dynamo Camp e vi prestano servizio volontario i campioni della solidarietà, diretti dal Geom. Roberto Orlandini, nel ricordo di chi iniziò tutto questo: il leggendario attore americano Paul Newman, altro grande campione nel suo genere, oltre che grande filantropo; egli fondò nel 1988 negli Stati Uniti il primo camp dedicato ad accogliere gratuitamente bambini affetti da patologie gravi e croniche per periodi di vacanza e svago, dando vita all’Associazione internazionale “Serious Fun Children's Network”, di cui anche Dynamo Camp fa parte.

Vi ho raccontato una storia; o meglio: tante storie; storie di uomini e di donne; storie che si inseguono lungo tutto un secolo e forse più. Perché le storie, pur piccole o semplici che siano, vanno raccontate; è necessaria la conservazione della loro memoria, perché chi non ha memoria di sé, delle sue origini e dei luoghi dove vive, è destinato a non avere alcun futuro.


Dedicato alla memoria di Rosa e Quartilio Sepiacci, che in questi luoghi scrissero una parte straordinaria della loro vita; che in questi luoghi mi insegnarono a camminare


Si ringrazia per la fondamentale collaborazione:

Sergio Maestripieri; Giuseppe Brillada; Claudio Santacroce; Cesare Mucci;

Per l'Associazione Dynamo Camp ONLUS: Roberto Orlandini; Francesca Maggioni; Alessandra Ghezzi.


Fonti bibliografiche:

Un ponte, una storia – 1789, 2005 – Sergio Maestripieri; www.dynamocamp.org; www.vallelune.it; www.wikipedia.org

Documentazione fotografica

Foto 1: Ricostruzione planimetrica del sito dello Stadio di Corso Marsiglia






Foto 2: Stadio “Corso Marsiglia”: vista della tribuna d’onore e del campo da calcio





Foto 3: Stadio “Corso Marsiglia”: vista della copertura dalla tribuna d’onore





Foto 4: Dynamo Camp – Capannone Ex-Juventus: vista longitudinale





Foto 5: Dynamo Camp – Capannone Ex-Juventus: vista laterale





Foto 6: Dynamo Camp – Capannone Ex-Juventus: vista interna delle capriate






Foto 7: Dynamo Camp – Capannone Ex-Juventus: vista interna; particolare costruttivo







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La "retromarcia" di Carobbio

Post n°6051 pubblicato il 28 Giugno 2012 da nadir63l
 

Twitter: @DavideTerruzzi
© foto di Federico De Luca

Le parole hanno un peso e un significato ben preciso. Lo dovrebbe sapere anche chi accusa delle persone come ha fatto Carobbio. In queste settimane si è ascoltato e sentito di tutto, chi ha ragionato esclusivamente per questioni di tifo senza aprire gli occhi e chi invece cerca sempre di ragionare. L'intervista rilasciata oggi da Carobbio apre a inquietanti interrogativi che vorremmo porre direttamente al diretto interessato, ma dal momento in cui ciò ci è impossibile, ci limitiamo a porre in evidenza le discrepanze mettendo a confronto quanto dichiarato dal pentito delle scommesse davanti ai procuratori e quanto rilasciato oggi.

Partiamo dall'accusa pronunciata davanti ai pm: "Ci fu un accordo per il pareggio e in effetti ne parlammo durante la riunione tecnica. Eravamo tutti consapevoli del risultato concordato, soprattutto al fine di comportarci di conseguenza durante la sfida. Lo stesso allenatore, Antonio Conte, ci disse che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara. Non sono certo su chi si accordò per primo, ma Drascek venne nel nostro ritiro e ne parlò con Vitiello. Quello è stato il contatto iniziale, ma poi fu comunicato all'intera squadra e io ne discussi in campo prima del match con Bertani e Gheller, giocatori del Novara"

Ecco quanto dichiarato oggi: (Conte ndr)"L’ha presa male e mi spiace per lui, ma io ho solo detto la verità: prima di Novara-Siena ci disse di stare tranquilli, in albergo si capiva che la gara sarebbe finita così, da giorni c’era puzza di pareggio e alla fine lo savevano tutti. Da parte mia resta stima nei confronti del mio ex allenatore e non è certo quel che è accaduto che mi fa cambiare idea su di lui. La verità è che nessuno dice che a fine stagione certe cose sono sempre accadute, che è normale che ci si metta d’accordo. Sbaglio o anche Buffon ha detto che è meglio avere due feriti che un morto".

Tralasciando il riferimento a Gigi (mai ha parlato di accordi prima e durante la partita), ci pare evidente una clamorosa retromarcia. C'è stata o no questa fantomatica riunione in cui Conte parlò dell'intesa raggiunta? La partita fu combinata o come dice oggi fu una classica gara in cui il risultato è scontato? La differenza tra "si capiva" e "si sapeva" è di fondamentale importanza, perché la prima presume che Carobbio non fosse a conoscenza di quanto eventualmente combinato. Carobbio, oggi, descrive un match di fine stagione in cui il risultato ormai non interessa più, diventa quasi secondario, perché gli obiettivi sono stati raggiunti. Noi non sentiamo puzza di pareggio (se hai fatto un accordo, sai già quanto finisce), ma puzza di bruciato, di qualcosa da capire meglio.

 
 
 

Informazione e giustizia sportiva: una problema di cultura

Post n°6050 pubblicato il 28 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


Immagine IPB

di P. Cicconofri

Se per la Gazzetta dello Sport il calcio scommesse - tra dichiarazioni di quasi pentiti e sostegno ai pentiti “credibili” - non ha più segreti, per chi segue l’evolversi dei processi e il solito giustizialismo della Federazione, la situazione è tutt’altro che rosea…
Una riforma della giustizia sportiva, con meno potere discrezionale per gli organi politico-giudicanti e un maggiore rispetto delle norme a garanzia delle difese, non solo è necessaria ma una priorità.

Un Presidente Federale credibile non può dichiararsi “incompetente” se questo significa assumere una posizione scomoda verso qualche amico.
Ad un Presidente Federale non può essere permesso di sfuggire ai suoi doveri – come nel caso della radiazione per gli imputati di calciopoli – cambiando in corsa regolamenti con norme ad hoc.
Un pentito reo-confesso di combine, non può subire una squalifica minore di chi lui stesso ha accusato senza la necessità di dover provare l’eventuale colpevolezza. Tra l’altro, rimanendo credibile anche dopo aver cambiato più volte versione…
I tesserati non possono essere oggetto di tiro al bersaglio da parte di presunti pentiti che oltre alle chiacchiere non sono in grado di portare alcunché a sostegno delle loro accuse.

I media come la Gazzetta, che incentrano il loro lavoro nel condizionamento dei lettori indirizzandoli verso la verità di comodo, non hanno interesse a condurre un’inchiesta seria che evidenzi queste anomalie, atta a sensibilizzare i lettori/tifosi sul fatto che non è più possibile appoggiare ed affidarsi ad organi sportivi che emettono sentenze in spregio al rispetto dei più elementari diritti alla difesa.
Se una società rischia di essere cancellata dalla storia perché qualcuno avrebbe sentito da qualcun altro che forse tizio si è macchiato di qualche illecito; quello che dovrebbe essere evidenziato è che, in un paese civile, senza ulteriori prove, le chiacchiere non dovrebbero nemmeno essere oggetto di indagine. Invece non solo enfatizzano le ricostruzioni delle presunte vittime/pentiti come fossero oro colato, ma cercano chi, con altre chiacchiere, può sostenere il sentito dire dell’altro…. In questo modo oltre ad appoggiare una linea editoriale censurabile, si rendono protagonisti delle condanne. E ne vanno fieri.

Questo comporta che chi potrebbe, grazie al bacino di lettori che abbraccia, essere fautori di una crescita della cultura sportiva, finisce per far proliferare i fautori della politica del sospetto. Quelli che - per intenderci - troveranno sempre modo di giustificare una sconfitta insultando l’avversario di turno e quelli che, vogliosi di mettersi in mostra, troveranno chi è disposto ad infangare l’immagine di un amico, di un conoscente, di una società, pur di avere per qualche tempo gli onori della cronaca. Onori che il campo ha riservato ai più meritevoli.
Il discorso diventa ancora più ampio quando, non solo si usa lo spazio e la possibilità di arrivare ad un numero maggiore di lettori per appoggiare un qualche teorema accusatorio, ma quando per arrivare al risultato desiderato vengono omesse informazioni in modo subdolo e strumentale.

Il problema - perché questo è anche un problema di cultura - deve essere affrontato.
Se la Federazione non è in grado, come ha ampiamente dimostrato, di garantire giustizia, deve esserle vietato di fare politica attraverso gli organi interni di giustizia sportiva, dove l’autonomia finisce per essere il paravento per mantenere quei privilegi tanti cari ai poltronati…
Se i media non sono in grado di fare giornalismo, basta non permettergli di conoscere informazioni riservate che poi strumentalizzano, affrontando seriamente il fenomeno delle “talpe” nelle procure.
Chi viene colpito dalle strumentalizzazioni, quelle vere, dovrebbe iniziare a denunciare e chiedere la rettifica di quelle informazioni diffuse volutamente distorte.

Se nessuno prende mai posizione, né sul discorso mediatico, né per evidenziare le lacune della giustizia sportiva, oltre a dare più potere a chi ne approfitta, dimostra di condividere questo linciaggio fatto passare per giustizia, finendo per essere complice del fallimento dello sport, sia nella sua idea di “sfida” sia nella sua idea di cultura.

Pubblicato sul giornale nr 26 di :


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Figc: incapace di prevenire quello che tutti sapevano

Post n°6049 pubblicato il 27 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


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Il marcio è in ogni dove. Chi vuole vedere invece che guardare e limitarsi a passare scopre che il mondo del calcio è infangato da uomini indegni, da personaggi in cerca solo di potere, gloria e soldi. Il calcio e il palazzo sono lo specchio fedele non della società, ma della politica e di quegli uomini che pensano solo al proprio bene e non a quello della comunità.
Così i calciatori si trasformano in venditori di anime, perché vendere una gara è come vedere l’anima di chi per un biglietto o per seguire la squadra in trasferta rinuncia a comprasi un vestito o un paio di scarpe.
Diventano così perché a loro sembra tutto permesso, diventano così perché si sentono immuni dalle comuni leggi sociali, diventano così perché il sistema chiude gli occhi, fa finta che non ci sia nulla che non vada. Diventano così: ladri, banditi, truffatori di sogni e di speranze.

Il sistema governato da uomini incapaci, da personaggi che chiudono nei cassetti le denunce dei calciatori e poi le rispolverano mesi dopo solo quando la Giustizia ordinaria scoperchia il vaso di Pandora.
Tutti sapevano del pantagruelico mare di letame che stava per investire il calcio, un virus così ben articolato e così strutturato che ha indotto il Procuratore della Repubblica De Martino ad affermare che l’unico modo per uscirne sarebbe quello di pensare ad un’amnistia generalizzata.
Tutti sapevano, tranne chi avrebbe dovuto sapere, tranne chi avrebbe dovuto prevenire che accadimenti del genere continuassero nel mondo del calcio.

Continuassero si, perché dal 1980 non è cambiato nulla, anzi è tutto peggiorato, anni e anni di chiacchiere da bar, (vox populi, vox dei): “tanto lo sappiamo tutti che a fine campionato le squadre si accordano”. Ecco tutti lo sapevano tranne la Procura Federale che era troppo presa a cercare cassetti dove occultare denunce, tranne il presidente federale che stizzito ha più volte affermato che: “non bisogna generalizzare”, “sono solo poche mele marce”, “il calcio ha gli anticorpi per reagire”. Ma quali anticorpi: il calcio è un cane pieno di zecche che ne succhiano il sangue. Fare presto e fare bene, sempre il “non legato alle logiche della poltrona” ha sparato proclami di questo genere.

Fare presto è impensabile visto che arrivano a getto continuo incartamenti da Cremona e Bari e anche da Napoli.
Fare bene è impensabile visto che si rischia di iniziare campionati con squadre penalizzate e altre che per gli stessi reati dovranno essere ancora giudicate.
Questi demagoghi, incapaci, dirigenti sportivi avrebbero il dovere di tutelare il mondo del calcio, ma loro preferiscono pensare alle loro poltrone, e a mettere gente funzionale al sistema nei punti cardine.
Come il direttore generale della FIGC Antonello Valentini (di lui parleremo molto diffusamente più avanti) che in un’intercettazione telefonica del 2006, quando era ancora “solo” il Responsabile della Comunicazione della FIGC, con Luciano Moggi, affermava che “dobbiamo mettere in certi posti delle persone intelligenti, ma intelligenti veramente che abbiano il senso della misura e capiscono i problemi, non che fanno gli spadaccini i d’Artagnan dei miei coglioni, che se no ci facciamo male da soli… bisogna mettere della gente funzionale al progetto, al sistema”.

Ringraziamo per la collaborazione Professione Calcio



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Scommettiamo che Crosetti vuole influenzare?

Post n°6048 pubblicato il 27 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


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di P. Cicconofri

Buffon: juventino, azzurro, presunto scommettitore; parlare di lui è come prendere 3 piccioni con una fava. Estate 2012, il portierone della nazionale continua a far starnazzare le penne antijuventine dell’informazione italiana a tutto campo.
E’ impossibile per i professioni della carta, non approfittare del “caso Buffon” che ha dato vita ad nuova campagna di insinuazioni e sospetti, portata avanti per delegittimare tutto ciò che ruota intorno al mondo juventino.

Chi vuole un po’ di notorietà, quella che non riesce a conquistare con merito e grazie al proprio lavoro, deve fare attenzione a non scrivere cose che nessuno gli contesta per non correre il rischio di rimanere nell’anonimato. E’ il segreto di pulcinella: semplici battute e pregiudizi spiccioli, dove sono in molti a sguazzare. Una pratica diffusa, mai perseguita per bloccarne l’esponenziale crescita, che porta ad alimentare quel clima di sospetto dove il preconcetto regna sovrano.

Non poteva rimanere fuori dal circolo del calcio polemico, Maurizio Crosetti, che su Twitter non ha trovato altro modo per farsi riconoscere, se non unendosi al partito moralista anti-Buffon; quello che (s)parla del campione sfruttandone contemporanemanete la sua immagina, quella di uomo simbolo della Juventus e della nazionale italiana, per attrarre attenzioni.

Nulla di originale, molto su cui riflettere. Ancora una volta abbiamo modo di appurare come gli attacchi, quelli più vili, portati avanti con insinuazioni poco edificanti, arrivano sempre dagli stessi nomi e dalle stesse testate. Non un caso quindi, ma una precisa scelta…

Scommettiamo che Crosetti vuole influenzare l'opinione pubblica facendo il simpaticone con battutine spicciole? Che ne pensa Buffon?

I messaggi su Twitter di Crosetti



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Buffon: stima o critica all'occorrenza

Post n°6047 pubblicato il 26 Giugno 2012 da nadir63l
 

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Non è un articolo scritto per tessere le lodi a Buffon come atleta, né tantomeno per parlare nuovamente del siparietto legato al finto scoop ad orologeria della fantomatica tabaccheria di Parma.

Dopo la vittoria con l’Inghilterra cambiano in positivo i titoli dei giornali. Tutti pronti a salire sul carro…Olè! La Gazzetta in prima fila, sulla scia dell’entusiasmo legato alla vittoria, dimentica le accuse dei giorni scorsi e ne abbraccia i risvolti positivi attira lettori.

Abete coglie l’occasione per farsi bello con le vittorie dell’Italjuve: ”Buffon e Pirlo una sicurezza” dichiara nell’immediato post partita. Ricordiamoci che il presidente della Figc non ha speso una parola per difendere il portierone della nazionale dal linciaggio mediatico a cui è stato sottoposto durante il ritiro azzurro. La solita storia: quando c’è da raccogliere qualcosa, anche e soprattutto a livello di immagine, Abete non ci pensa 12 mesi ….

Chi non cambia è Studio Aperto. Il servizio andato in onda il 25/06/2012 vuole abbracciare tutti: azzurri e antijuventini d’Italia. La giornalista ripete con il sottofondo delle immagini: "un portiere coinvolto nello scandalo delle scommesse milionarie che si riscatta con una parata su uno dei pochi tiri inglesi – ma di quelli che ti beffano e ti stendano – E poi il rigore non smanacciato via ma bloccato come a dire: qua non passi!".
Non pensiamo ad una svista redazionale (Buffon non è coinvolto nel calcioscommesse), ma al solito messaggio da inculcare in quel clima di caccia allo juventino che tanto piace alle reti Mediaset.

Andiamo indietro di qualche giorno. Buffon bianconero festeggia la conquista dello scudetto. In ritiro con la nazionale viene letteralmente massacrato dai moralisti della prima ora, travolto dall’ondata di fango che lo vuole coinvolto in qualcosa di illecito. Nessuna premura deve essere riservata per un bianconero tornato a vincere; è una lotta a chi si scaglia con maggiore cattiveria contro Buffon…

Gigi resta un personaggio che si presta ad ogni strumentalizzazione. Essendo juventino può essere massacrato da chiunque, tanto nessuno difende la sua immagine legata a quella della vecchia Signora. E’ un personaggio popolare, una parola contro Buffon attira attenzione, e chi vuole pubblicizzarsi non ha che da approfittarne; vero Narducci, vero Travaglio?
Le sue performance da azzurro fanno comodo a tutti, in quanto non c’è un sostituto alla sua altezza; la spedizione per i mondiali in Sudafrica nel 2010 ne è stata la dimostrazione lampante. Quindi perché non sfruttare l'occasione offerta dagli Europei per vivere di luce riflessa offerta dalle sue prestazioni?
Scommettiamo che non appena terminerà l’avventura azzurra sarà necessario indossare nuovamente l’elmetto?



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Pirlo: "Non mi alleno a calciare i rigori, ringrazio tutti i colleghi."

Post n°6046 pubblicato il 26 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Andrea Pirlo ha parlato prima di Italia Germania: "La squadra tedesca, l’abbiamo vista in tv, arriva quasi sempre sino in fondo alle grandi competizioni. L’abbiamo studiata oggi pomeriggio, sappiamo che possiamo farcela. Ozil è il fulcro del loro gioco, un grandissimo campione. Abbiamo visto tutte le partite della Germania in tv, e oggi abbiamo studiato i loro video: lo faremo anche nei prossimi giorni. Sappiamo di potercela fare. L’Italia è forte in tutti i reparti. Come loro. Sarà una bella semifinale. Dovremo cercare di tenere il possesso palla, anche se è pure una loro caratteristica. Rispetto al 2006 è più o meno è la stessa situazione, anche se allora giocavano in casa. Ma arrivano da 4-5 anni ad altissimo livello, sono sempre sul pezzo, hanno la mentalità giusta. Ma la Germania ha paura di noi, anche guardando alle sconfitte del passato. Io sono quasi a fine carriera, le emozioni di sfide così potrebbero non capitarmi più, me le voglio godere. Noi siamo tra le prime 4 dell’Europeo. Ma non abbiamo ancora fatto niente.  Due giorni in meno di recupero, rispetto alla Germania, sono tanti. Sarebbe meglio equilibrare le cose, magari allungando di qualche giorno l’Europeo. Siamo venuti qua per vincere l’Europeo. La sconfitta con la Russia ci ha fatto bene, ci ha fatto tornare con i piedi per terra. Il nostro centrocampo è più o meno sullo stesso livello di quello della Spagna. Noi abbiamo 4-5 grandi giocatori".

Pirlo ha parlato anche del cucchiaio e del pallone d'oro: "Non mi alleno a calciare i rigori così. Mi è venuto al momento, di tirarlo in quel modo. Può darsi che ho tolto loro sicurezza. Hart era molto fiducioso, bisognava far passare le arie.  Gigi è un grandissimo campione, ci sta dando sicurezza come sempre in questi anni, è il capitano e si sente in grado di poter dire qualcosa in più per spronare i più giovani. Dobbiamo ringraziarlo per il discorso che ci ha fatto prima dei rigori, ci ha dato tranquillità e carica e alla fine ha avuto ragione lui". 

Sul gol e le dediche: "Non dedico il gol a nessuno dei due (Galliani o Agnelli) in particolare, ma semplicemente a tutti gli italiani.  I complimenti dei colleghi sono quelli più belli, perché riceverne da grandissimi giocatori è importante. Li ringrazio tutti. Francesco Totti non mi ha mandato un sms, ma ho letto le sue parole ieri. Lo ringrazio nuovamente.
La mia corsa non stupisce. E’ sempre stata un mio punto di forza. Finché ci saranno Messi e Cristiano Ronaldo sarà quasi impossibile arrivare loro davanti. Fanno 70-80 gol a stagione".

C'è anche la frase sullo spirito bianconero: "Qui siamo una squadra unica, ma ci sono lo stesso carattere e voglia di far gioire tutti gli italiani".

 
 
 

Grazie Galliani. Grazie Allegri...

Post n°6045 pubblicato il 26 Giugno 2012 da nadir63l
 

glmdj


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di F. Del Re

I complimenti sono giunti, sperticati, dai colleghi tutti a mezzo di "cinguettii" vari e credo che per un calciatore non ci possa essere gratificazione migliore se non quella di venir eletto "genio" da chi il calcio lo pratica e quindi, presumibilmente, lo capisce.

E tali riconoscimenti giungono al termine di una partita, di un Europeo, di una stagione percorsi sempre allo stesso eccellente livello; il cucchiaio ad Hart è solo cinema, una pennellata di classe estrema all'interno di un quadro già di per sè "opera d'arte".

La cosa che fa piacere, personalmente, è che tale e tanto fenomeno giochi nel centrocampo della Juventus e cosa che fa godere, personalmente, è che sia stato un gentile e apprezzatissimo regalo del duo Galliani-Allegri, che forse stanno riconsiderando l'idea che lo scudetto non l'abbiano perso a Febbraio 2012 a causa del gol di Muntari, che come sapete, sempre personalmente, ritengo che fosse comunque da annullare, ma molto più probabilmente a Giugno 2011, quando decisero di non rinnovare il contratto al regista bresciano permettendogli di accasarsi a zero lire alla Juventus, diventandone il metronomo, il faro, il genio della lampada che dava il là a tutte le azioni della squadra bianconera.

Dopo Davids, più di Davids, che comunque al tempo venne pagato 8 miliardi da Moggi, questo è stato il più bel regalo che il Milan ci abbia mai fatto. Un regalo che nasce da una valutazione tecnico-tattica clamorosamente errata.

Allegri decise che nel centrocampo tutto muscoli del Milan il cervello di Pirlo fosse superfluo, a causa anche di continui infortuni dovuti a una preparazione atletica scadente, che quest'anno si è rivelata persino disastrosa. Un regalo che nasce dalla convinzione che il gioco "meraviglioso" del Milan potesse consistere nel "palla a Ibra, che tanto ci pensa lui", che nel football moderno debbano essere i Boateng, i Nocerino, i Van Bommel a correre dietro alla palla e non i Pirlo a far correre la palla ( e di conseguenza gli avversari dietro ad essa...)

Quindi: che i bravissimi preparatori atletici bianconeri ce lo conservino così come Galliani e Allegri ce l'hanno consegnato, affinchè possiamo tutti, e il più a lungo possibile, gridare in coro: "Grazie Galliani! Grazie Allegri!"

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2342



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COERENZA ZERO

Post n°6044 pubblicato il 25 Giugno 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

C’ha messo veramente poco, Gianluigi Buffon, a realizzare di essere diventato, dopo l’addio di Alessandro Del Piero, il nuovo capitano della Juventus. E’ bastata una conferenza stampa sincera e quanto mai veritiera alla vigilia dei campionati Europei a scatenare l’ira funesta del popolo anti-juventino, sfociato prima in demagogia spicciola (figlia di un qualunquismo a dir poco ridicolo) e giunto, infine, a bassezze come quella di schiaffare sulle prime pagine dei giornali non-notizie morte e sepolte da tempo. E’ inutile divagarsi sui contenuti di quelle non-notizie, se n’è già parlato tanto e troppo, ma è interessante analizzare quanto stia accadendo in queste ultime ore, che susseguono l’approdo in semifinale della compagine Azzurra, dopo l’affascinante vittoria di ieri sera contro l’Inghilterra. Parte del giornalismo (e non solo) nostrano si meraviglia del perché Gigi si presenti ai microfoni delle varie emittenti con fare poco piacevole e sereno. Ma come, avete già dimenticato la gogna mediatica alla quale è stato sottoposto il portierone bianconero non più di quindici giorni fa? Cioè, si ha persino la sfacciataggine di “dimenticare” tutto a distanza di così poco tempo, sol perché ci si rende conto, forse, di aver perso un’altra grandissima occasione per starsene tutti un po’ più zitti? Lo stesso discorso può essere esteso a Leonardo Bonucci, baluardo difensivo bianconero che ieri sera, assieme ad Andrea Barzagli, suo compagno di squadra e reparto alla Juventus, ha ridimensionato e annullato, quasi totalmente, uno degli attaccanti più forti al mondo come Wayne Rooney? No, non c’è limite alla vergogna e all’incoerenza in questo Paese sempre più in balia delle onde, terra di illegalità ma, nello stesso tempo, di giustizialismo mediatico e falso pudore. Ancora una volta, cari “signori”, dovrete mangiarvi mani e piedi, perché è di nuovo il blocco-Juve a farvi gioire delle imprese italiane. I “tweet“ dei più grandi calciatori del mondo per celebrare la prestazione di Andrea Pirlo, impreziosita da quel fantascientifico calcio di rigore che ha ribaltato la psiche della lotteria dei calci di rigore, rendono giustizia a un fuoriclasse stratosferico che spera in un’Europa molto poco italiana dal punto di vista della meritocrazia, a dicembre, quando ci sarà da decidere a chi consegnare il Pallone d’Oro. Il CT Prandelli fa benissimo a tenersi i sassolini nelle scarpe, cosicché non si dimentichi di quanto detto e scritto prima dell’inizio dell’avventura continentale. Noi juventini, ahi noi, non dimentichiamo più nulla, anche perché le testate giornalistiche faziose ci vengono in “aiuto” quotidianamente, mantenendo i nostri neuroni in allenamento e in costante allerta. Noi non abbiamo nessun sassolino da toglierci, ma unico grande compito: tutelare tutto ciò che è Juventus e avere, finalmente, parità di trattamento , giustizia; con la G maiuscola, di quella mediatica, NOI, ne facciamo volentieri a meno.

 
 
 

     

 

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