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Messaggi di Novembre 2012

Giraudo: polemiche, vittorie, alibi...

Post n°6736 pubblicato il 30 Novembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

Intervistata tratta da Hurrà Juventus di Luglio 1998

Antonio Giraudo, l’amministratore delegato più vincente del calcio italiano, parla di tutto e di tutti in un’intervista dalla quale traspare, chiarissimo ed entusiasmante, il progetto-Juve. La Juve, gli straordinari successi, l’atteggiamento di Boniperti e Romiti, la politica societaria e federale, il rilancio del vivaio, il progetto di solidarietà, la campagna abbonamenti, l’esigenza di un nuovo stadio, il contratto di Del Piero e l’offerta fatta a Lippi.

LA JUVENTUS LA SQUADRA NUMERO 1 AL MONDO A LIVELLO

Chiusa la stagione 1997/98 con una Supercoppa italiana, una finale di Champion League, una semifinale di Coppa-Italia e, soprattutto la conquista dello strameritato scudetto 25, Antonio Giraudo, l’amministratore delegato più vincente del calcio italiano, lancia un ponte tra i trionfi appena ottenuti, il presente e il futuro che dovrà sempre avere il successo come simbolo irrinunciabile della società bianconera. Ecco, in un’intervista dossier, le sue idee su cosa è successo, su cosa sta succedendo e su cosa progettualmente dovrebbe succedere.
“E’ stata un’annata molto positiva. Siamo stati altamente competitivi con una rosa di campioni giovani, che si sono sempre battuti con grande determinazione, buon gioco e generosità, anche ad Amsterdam, pur incontrando una serata negativa. La squadra sempre e tutto non esiste né è mai esistita. Il ciclo attuale della Juventus è straordinario: negli ultimi quattro anni la Juventus è stata la squadra numero 1 al mondo a livello sportivo.
E la Juventus nella sua pur gloriosa storia non ha mai avuto un’intensità di vittorie come in questi 4 anni. I tifosi debbono essere orgogliosi di questa società e ricordarsi che hanno dovuto aspettare 9 anni per rivincere un campionato e che in questi 9 anni hanno vinto una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Perdere in finale significa comunque essere secondi in Europa e arrivare in finale è già di per sé un risultato straordinario. Ai tifosi vorrei dire che a parte la giusta delusione per la sconfitta in finale, bisogna saper dare il giusto valore alla competizione alla quale hanno partecipato le migliori squadre d’Europa. Rispetto ad Atene poi la differenza è che quest’anno si è vinto il Campionato e statisticamente si sa quanto sia difficile vincere campionato e Champions League. Delle quattro semifinaliste soltanto noi eravamo in corsa per la vittoria dello Scudetto. A proposito di questi avversari di Coppa, vorrei poi aggiungere come sia straordinario il comportamento dei tifosi del Manchester che, nonostante la squadra sia uscita anzitempo dalla Champios League e sia stata rimontata e superata dall’Arsenal in campionato, hanno continuato a riempire l’Old Trafford , il loro stadio che ricordo ha una capienza superiore a 50.000 posti, facendo un tifo infernale fino alla fine della stagione”.


In che cosa si traduce questo primato di vittorie?
“Negli ultimi 4 anni abbiamo partecipato a 16 competizioni , 10 nazionale e 6 internazionali: il risultato è stato di 6 vittorie nazionali (3 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane) e 3 vittorie in campo internazionale (1 Champions League, 1 Intercontinentale a Tokyo, 1 Supercoppa Europea), altre 4 volte (1 in campionato, 2 in Champions League, 1 in Uefa) siamo arrivati secondi. Mentre nelle altre partecipazioni alla Coppa Italia la squadra si è sempre comportata benissimo. E desidero ancora sottolineare che molti oggi rappresentano la nostra attività internazionale in maniera negativa: 4 finale europee, 3 sconfitte. E’ fuorviante ed ingiusto: 6 finali europee e mondiali con 3 vittorie. Sono il 50%. Un’altissima media a livello internazionale”.

Le statistiche sono davvero straordinarie…
“Lascio ai cultori, una specie che mi sembra in aumento e nelle quantità a volte si perde in qualità, l’analisi dettagliata di questi risultati. Ma c’è ancora una cosa che mi preme mettere in evidenza : la Juventus in questi 4 anni è sempre stata presente fino in fondo alle competizioni in Italia ed all’estero e questo è un grande merito, vincendone oltre il 50% contro avversari di prestigio ogni volta diversi: Parma, Milan, Inter, Ajax, River Plate, Paris Saint Germain, Borussia, Real Madrid. Sono risultati straordinari dovuti ad un gruppo eccezionale: ma adesso dobbiamo continuare”.

Ciò vuol dire che siete primi al mondo nei successi e nei bilanci?
“E’ vero, abbiamo coniugato, cosa non facile soprattutto per squadre di prima fascia, grandi vittorie con i bilanci in miglioramento. Il raggiungimento di questo doppio obiettivo invece di risultare, come ci pare dovrebbe essere, un valore e un merito, abbiamo l’impressione che infastidisca forse nel rispetto di vecchi luoghi comuni”

Ad esempio?
“Si dice : la Juventus vende e vince evidenziando più propensione ad incassare dimenticando i valori sportivi, anziché sottolineare il valore dei nostri acquisti. Le cifre reali: nei nostri 4 anni abbiamo venduto per circa 250 miliardi di lire ed investito-acquistato per circa 300 miliardi. Abbiamo perciò speso 50 miliardi in più di quanto incassato per le vendite. Ciò significa che è vero che abbiamo venduto ma che ancora di più abbiamo investito e investito bene visti i risultati sportivi di questi 4 anni. Oggi abbiamo una rosa ampiamente competitiva, di grande valore umano e tecnico e soprattutto giovane”.

LE POLEMICHE COME ALIBI E STRUMENTALIZZAZIONI CON FINALITA’ DIVERSE E TRASVERSALI

Perché la società non ha mai preso posizione sulle polemiche arbitrali?
C’era un impegno d’onore, di tutti, preso in Lega, ed esplicitamente richiesto dal Presidente Carraro. E noi siamo soliti rispettare gli impegni d’onore. Era doveroso evitare di creare i presupposti di malessere e di violenza scegliendo di non rispondere a polemiche e toni fuori posto, particolarmente in un momento definito dal Governo stesso ‘d’emergenza’”.

Dopo quasi due mesi, però, qualcosa bisogna pur dirlo…
“Abbiamo assistito ad un bellissimo campionato che ha messo in evidenza una straordinaria Udinese , autrice di un gioco bellissimo, una grande Lazio ed un Inter ricca di individualità. In questa competizione la Juventus ha presentato il miglior attacco e la seconda miglior difesa. Ciò evidenzia che la Juventus ha indubbiamente meritato questo scudetto con uno scarto consistente sulla seconda classificata. Questo risultato è stato rilevato dai maggiori critici sportivi in sede di consuntivo di Campionato. Nel gioco del pallone, come anche in altri sport, casualità e fortuna possono giocare in modo favorevole e questo fa parte di ogni accadere che riguardi le umane vicende. La Juventus ha vissuto alcune situazioni favorevoli la cui casuale vicinanza è stata artificiosamente ingigantita, mentre molta meno enfasi si è messa su analoghe situazioni sfavorevoli patite durante la stagione.
Ma una cosa è registrare delle favorevoli casualità, proprie di ogni campionato e di ogni stagione, altra cosa è attribuire questi accadimenti a precise volontà ed indirizzi non limpidi né tollerabili.
Ciò ha forse consentito a qualche protagonista del campionato di costruirsi alibi e coperture. Altri hanno strumentalizzato la situazione con finalità diverse e trasversali. E qui mi fermerei.”


SIMONI, L’INTER E GLI EPISODI SFAVOREVOLI

Simoni e l’inter hanno parlato di varie inchieste…
“Per quanto riguarda l’inchiesta in corso del procuratore Aia Grassi si sono espressi Nizzola, Abete e Gonella con nostra piena soddisfazione. La Juventus è per la chiarezza e per la trasparenza.
Ci troviamo in un mondo dove tutti si sentono depositari e tutori dell’Etica, soprattutto quella altrui, e certi personaggi mi ricordano la storia di quello che con una trave bell’occhio cercava la pagliuzza nella pupilla altrui”.


Ma Moratti sta andando giù piuttosto pesante nei vostri confronti…
“A proposito di Moratti, mi è dispiaciuto l’atteggiamento che ha tenuto prima e dopo la partita, proprio per l’alta stima che ho di lui. La realtà è che in ogni campo, per raggiungere buoni risultati, per riconfermarsi e rimanere ad alto livello, per non fermarsi sentendosi ormai arrivati, è doveroso impegnarsi intensamente e lavorare giorno dopo giorno. Certo sarà difficile vincere il 3° scudetto consecutivo, che sarebbe poi il quarto nei 5 anni di questa gestione. Ma la Juventus ci proverà con tutte le sue energie. Ci proverà anche l’inter cui sarà difficile ripetere questa stagione in cui ha fruito di molti episodi e casualità sommariamente favorevoli, magari non ravvicinati ma altrettanto decisivi”.

Ma che cosa si deve fare davanti ad episodi sfavorevoli?
“Una delle verità dello sport è che riuscire a vincere è difficile e tocca ad uno per volta, ma è anche difficile saper perdere ed essere capaci di accettare la sorte degli episodi sfavorevoli; ancor più difficile è saper accettare le sconfitte con dignità, sportività, tolleranza e rispetto altrui.
Quando abbiamo perso la finale di Champions League contro il Real Madrid abbiamo applaudito quella grande squadra ed è stato spontaneo complimentarsi con giocatori, tecnici e dirigenti. A nessuno di noi è venuto in mente di invocare l’alibi del gol in fuorigioco di Mijatovic, mentre era corretto e sportivo riconoscere il merito collettivo di una grande squadra.
La stessa cosa vale quando, a Milano, contro l’inter, perdemmo pur giocando meglio e con l’handicap di un clamoroso rigore non dato per fallo di West su Inzaghi; a fine partita giocatori e tecnici ricevettero gli opportuni complimenti.
Francamente vi è differenza fra il rigore di West su Inzaghi e quello di Juliano su Ronaldo?
Oh Dio, può succedere qualche volta di andare sopra le righe . Devo ammettere che anche a noi è successo credo un paio di volte su 250 partite e gli Agnelli per primi ce lo hanno fatto, a ragion notare”.


Anche la Juventus, insomma, ha di che recriminare?
“Abbiamo soprattutto da recriminare per l’immagine non corretta che ci è stata appiccicata addosso. In quattro anni abbiamo registrato cinque episodi di cosiddetti gol fantasma: tre a sfavore della Juventus, due a favore. A fronte del nostro silenzio e riserbo in materia è risaltata l’eccessiva enfasi delle controparti che hanno evidenziato i due episodi a noi favorevoli: il bilancio resta tuttavia di tre a due a nostro sfavore. La Juventus ha sempre mantenuto un atteggiamento equilibrato: l’anno scorso a Firenze Peruzzi e Rampulla furono colpiti da lancio organizzato di sassi, ma nessuno di noi fu neppure sfiorato dall’ipotesi di chiedere partita vinta.
Si è voluto ingigantire l’impatto del gol fantasma a Empoli e si è di proposito trascurato l’episodio del clamoroso rigore su Juliano negatoci, che avrebbe portato la Juventus sul 2-0. Si potrebbe continuare”.


Seguirà la pubblicazione della II e III parte

La redazione ringrazia Tyson1983 per averci fornito copia dell’intervista


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PIRLO a Tuttosport: "Non siamo in crisi. Tante polemiche contro di noi, ma vinciamo col lavoro.

Post n°6735 pubblicato il 30 Novembre 2012 da nadir63l
 

 Voglio le tre stelle sulla maglia. Pogba nuovo Vieira. Il Toro ci farà soffrire"

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Andrea Pirlo parla di tutto in un'intervista fiume pubblicata stamane sul quotidiano torinese Tuttosport, a firma di Vittorio Oreggia. Ecco i passaggi principali:

"GALLIANI HA CAMBIATO FOTO SUL CELLULARE? NON CREDO..." - "Se Galliani ha sostituito sul cellulare la foto di Muntari con quella di Isla? Mah, credo di no... E poi, mi ascolti: quelli sono episodi che capitano. Che lì per lì vengono presi male, insomma ci si arrabbia... serenamente, ma in realtà rientrano nell’ambito di situazioni normali durante un campionato. Bisogna saperli accettare, a mio avviso esiste una compensazione".

"NON SIAMO IN CRISI" - "Allarme rosso dopo la seconda sconfitta? "Mannò, mannò. Contro Inter e Milan abbiamo perso perché abbiamo giocato peggio dei nostri avversari. Perché non siamo entrati in campo con la medesima fame dell’anno scorso. E così alla fine il risultato ci ha puniti. Ma non siamo in crisi, ci mancherebbe".

"STRAVINTO ANCHE SENZA TOP PLAYER, PERO'..." - "Col top player sarebbe andata diversamente? La passata stagione non c’era il top player e abbiamo stravinto. Ripeto: è una questione di squadra, del modo in cui riusciamo a esprimerci. Anche se è normale che con Ibra, Messi eccetera eccetera sarebbe tutto più facile".

"ME LO SENTO: A DONETSK FAREMO UNA GARA DI GRANDE INTENSITA'" - La Champions League prosciuga? Sì, la Champions toglie energie fisiche e mentali. Dopo il trionfo contro il Chelsea e una prestazione tanto dispendiosa sotto il profilo nervoso, era naturale pagare qualcosa. Non a caso dobbiamo abituarci a tenere il medesimo ritmo in campionato e in coppa, è un salto di qualità che abbiamo necessità di compiere il più in fretta possibile per scongiurare cattive sorprese. Se arriviamo terzi sono dolori, dunque....Se la qualificazione è in bilico o in cassaforte? Penso che possiamo passare il turno. A Donetsk disputeremo una gara di grande intensità, me lo sento".


"L'ANTIJUVE? LA JUVE" - "In Italia chi è l’anti-Juventus? La Juventus, senza dubbio. Riacciuffare lo scudetto dipende esclusivamente da noi, dalla nostra rabbia, dalla nostra voglia. Se facciamo quello che sappiamo fare, sarà complicato per tutti tenerci testa, altrimenti potranno ricapitare situazioni analoghe a Inter e Milan. Il discorso è conciso, il ragionamento stretto, non c’è da discutere".

"TANTE POLEMICHE CONTRO DI NOI, MA VINCIAMO COL LAVORO" - "La Juventus è sempre nel mirino? Le polemiche, le polemiche... Sono pesanti da sopportare, lo confesso. Tornare a vincere significa tornare a dare fastidio. Dopo Calciopoli, tutti immaginano che ci sia sempre qualcosa “dietro” i nostri successi, in realtà noi sappiamo che sono frutto di lavoro, sacrifici e applicazione. Però fa male sentire certi discorsi".

"SULLA MAGLIA JUVE VOGLIO LE TRE STELLE" - "Meglio la terza stella o trenta sul campo? Sulla maglia la terza stella".


"NON HO NESSUN SEGRETO. SORPRESO DAL PUBBLICO FIN DALL'ESORDIO" - "Sono leader nello spogliatoio e idolo dei tifosi dopo la lunga militanza milanista? Per quanto riguarda il gruppo, no. Sono sempre voluto stare al centro per assumermi le mie responsabilità. La gente invece mi ha stupito fin dall’esordio contro il Parma. Se fare il fenomeno mi ha aiutato? Mi sembra di scoprire l’acqua calda. Ovvio, quando sei positivo i tifosi applaudono, altrimenti fischiano. E’ la regola, vale per chiunque e ovunque. Qual è il mio segreto? Segreto? Nessun segreto. Amo il mio lavoro, mi piace allenarmi, mi piace giocare. Mi diverto, soprattutto. Nel momento stesso in cui scoprirò che una di queste cose mi pesa, sarà giunta l’ora di togliere il disturbo e occuparmi di altro. Cos’altro? Non ci ho pensato, ho ancora un anno e mezzo di contratto».


"HO UN ANNO E MEZZO DI CONTRATTO, POI PENSERO' AL FUTURO" - "Se ho già cominciato a trattare il rinnovo? No. Vediamo come starò e come andranno le cose. Io non ho fretta, c’è sempre tempo. Per adesso mi preoccupo di giocare, quando sarà scaduto il contratto valuterò. All’estero? Ho ancora un anno e mezzo di contratto. Vedremo".


"NIENTE PALLONE D'ORO? MI ACCONTENTO DEL PIAZZAMENTO" - "Niente Pallone d’Oro? Niente. Ma ci sta che lo diano a quelli più bravi di me, come Messi, Cristiano Ronaldo e Iniesta... Segnano ottanta gol a stagione. Io mi accontento di piazzarmi. Se non sono un fuoriclasse io...? Lo devono dire gli altri, non io. Credo di aver combinato qualcosa nel calcio, di aver vinto abbastanza. Mi considero un buon giocatore".


"PIU' MARCATO DI UN TREQUARTISTA" - Marcato a uomo ogni domenica? Capita da dieci anni. Marcano più me di un trequartista. Carino, no?».

"ORA STO BENONE, PRONTO A GIOCARE SEMPRE" - Sembrava che fossi stanco? Mi devo allenare, tutto qui. Infatti, sfruttando la pausa dovuta alla squalifica, mi sono allenato e ora sto benone. Pronto a giocare sempre, una partita dietro l’altra. Ripeto: giocare mi diverte e se mi diverto perché devo rinunciare a giocare?».

POGBA? MI RICORDA DI PIU' VIEIRA" - Pogba il mio erede? E’ tosto, è forte fisicamente, predisposto per gli inserimenti e il gol. A me ricorda più Vieira. Paul è giovane e deve migliorare ancora, lui lo sa bene".

"VERRATTI MIO EREDE" - "Verratti? Sì, Verratti ha caratteristiche simili alle mie ed è bravissimo. Dategli solo il tempo di crescere e di sbagliare in santa pace. Lo considero la mia continuazione. E' emigrato al Paris Saint Germain? E allora? Ha colto un’opportunità favolosa. Ha fatto benissimo. Poi è andato a Parigi, non so se mi spiego".

"ALLA JUVE FUNZIONA TUTTO A DOVERE" - "La Juventus com’è? Una società di alto livello, al pari di Inter e Milan. Qui tutto funziona a dovere".
Milano è lontana?


"GALLIANI SI E' SCUSATO CON ME" - "Come ho vissuto l’attacco della società rossonera dopo gol fantasma di Muntari? Come uno di quegli episodi che a caldo possono produrre rabbia. E poi Galliani si è scusato, quindi per me è finita lì".

"DERBY? SMANIO DI GIOCARE. IL TORO CI FARA' SOFFRIRE" - "Siamo al Derby? Che a Torino non conosco ma che smanio di giocare. Per ora non ne abbiamo parlato, ci siamo concentrati di più sugli errori compiuti a San Siro, però l’attesa è abbastanza calda. Il Toro ci farà soffrire, è una formazione che da un anno e mezzo gioca a memoria, che ha creato difficoltà a qualsiasi avversario. Conte e Ventura sono piuttosto affini? Io non so chi si sia ispirato a chi, però è oggettivo che abbiano parecchi punti i contatto".

"CONTE CI E' MANCATO SOPRATTUTTO NELL'INTERVALLO" - "Quanto ci è mancato Conte in panchina? Un’enormità. Specialmente nell’intervallo. Ha una parola giusta per tutti, può cambiare il corso di una gara con i suoi accorgimenti tattici. Per fortuna siamo alla fine, resta una settimana. Se il giudizio sull’allenatore resta immutato?
No, si è consolidato. E’ davvero un tecnico eccezionale, preparato, in grado di trasmettere la sua carica alla squadra".

"LA JUVE NON GIOCA PEGGIO DELL'ANNO SCORSO" - Se la Juventus gioca peggio della scorsa stagione? Noooo. Il fatto è che la gente si abitua e vorrebbe sempre avere di più. Mi dia retta, stiamo esprimendoci al massimo, a parte i due passaggi a vuoto con le milanesi".

 
 
 

Calciopoli come un romanzo

Post n°6734 pubblicato il 29 Novembre 2012 da nadir63l
 

glmdj

Immagine IPB

di G. Fiorito

Giraudo e le nuove intercettazioni

“Questa associazione a delinquere è un romanzo”. L’ha detto l’avvocato Krogh durante l’arringa difensiva pronunciata con l’avvocato Galasso nell’udienza del 29 novembre del processo di appello contro Giraudo, spiegando che “Qui si è fatto un teorema e poi si è cercato di fare entrare nel teorema tutto quello che si trovava” . Attraverso le arringhe dei due difensori, rileggiamo questo romanzo che ha cucito addosso ai dirigenti di una delle squadre di calcio più forti di tutti i tempi il ruolo di delinquenti. Anche se da tempo abbiamo le prove che di delinquenti veri il mondo del calcio italiano degli ultimi venti anni è stato popolato. E non avevano a che fare con Triade.

La prima intenzione di Krogh è quella di svincolare Giraudo da Moggi, un po’ come aveva fatto nel procedimento della radiazione, scontrandosi con la tesi dell’accusa che vorrebbe vederlo agire in sintonia con lui. La sentenza di primo grado esclude che Giraudo abbia avuto attività in gare che non riguardano la Juve e non potendo essere coinvolto negli interessi che Moggi ha espresso riguardo ad altre squadre quali la Lazio o il Chievo, è stato appositamente coinvolto nel salvataggio della Fiorentina.

Riguardo alle intercettazioni, non ce ne sono che lo riguardino. Tuttavia bisogna ricordare che la primitiva genesi di questo processo risiede nell’archiviazione dell’inchiesta aperta a Torino da Guariniello, che aveva rilevato che non ci può essere frode senza la partecipazione di chi sta in campo. Di conseguenza anche in presenza di contatti telefonici o fisici tra Giraudo e i designatori, non si configura il reato di frode. Lo stesso Guariniello aveva anche osservato che la designazione da parte del commissario di un arbitro non è idonea a ipotizzare la frode se non preceduta o seguita da un’attività di induzione del designatore sull’arbitro per alterare la gara.

Quanto alla soggezione di Bergamo nei confronti della Juventus, non c’è modo di stabilire che sia una prova, non essendo supportata da fatti concreti. La Juventus rappresenta una delle squadre più forti d’Italia, è quindi d’obbligo il rapporto con le istituzioni da parte di Giruado, che rivestiva il doppio ruolo di consigliere federale e dirigente della Juventus. Le accuse fondate sulle cene di Natale con i designatori appaiono come una pagliacciata. L’accusa ha fatto uso di frasi avulse dai contesti e le ha proposte come capi di prova, servendosi di intercettazioni tra terzi che non possono costituire indizi di reato e ha cercato di far credere che l’associazione si prova nella rete delle utenze telefoniche. Nonostante tra i 19 nomi intestatari di schede riservate non ci sia Giraudo.

L’avvocato Galasso si sofferma sull’analisi delle partite ancora sotto esame, tornando per l’ennesima volta a citare il caso Paparesta. Reggina-Juve viene descritta dall’ex arbitro come “una partita sfortunata”, domandandosi al telefono con Pairetto che tipo di relazione stilare. Il caso Paparesta rimane emblematico della farraginosità della macchina della giustizia non solo riguardo a calciopoli. L’archiviazione risale al 2007.

Siamo ancora di fronte a Udinese-Brescia, nella quale l’accusa parla di fraudolenta predisposizione dell’arbitro, ma Jankulowsky, che ha rifilato un pugno all’avversario, è sostanzialmente espulso dal guardalinee. Sappiamo tutti che Giraudo dice che se Dattilo è bravo dimezza l’Udinese perché la partita era sfociata in una rissa.
Per Lecce-Juve e Juve-Lazio Krogh aveva evidenziato come fosse stata fraintesa l’abitudine vigente nel mondo del calcio di visitare gli spogliatoi da parte dei dirigenti. “Questa è una sentenza impermeabile agli atti del processo” . E’ un’altra frase sintomatica di come si tenda sempre a interpretare calciopoli secondo le ragioni dell’accusa, colpevoli anche certe operazioni quali la messa in vendita di libri scritti da romanzieri eccellenti come il pm Narducci, mentre, come ha sottolineato l’avvocato Prioreschi, anch’egli autore di un libro su calciopoli, c’è un altro punto di vista, poiché la prova si costruisce in fase dibattimentale.

Tanto per cominciare, Dndarini non ha la scheda. Ed è ridicolo fare riferimenti a una telefonata tra Moggi e Baldas quando il succo che abbiamo più volte tratto riguardo all’accusa secondo la quale Moggi conosceva prima degli altri i sorteggi è che confrontando gli orari Manfredi Martino, testimone dell’accusa nel processo contro Moggi, ha dichiarato il falso, poiché prima delle 12:30 egli stesso inviava alle 11:53 sms di conferma agli amici e Babini dice di aver saputo alle 11:43 la sua designazione da Meani che l’ha saputa da Martino.
Tra il 6 e l’8 febbraio ci sono 3 telefonate che inguaierebbero Giraudo, ma in realtà si scopre che le griglie non sono argomento di conversazione e Giraudo finisce per lamentarsi di De Santis che non concede due rigori alla Juve contro il Palermo e della mancata espulsione di Stam in Lazio-Milan. Per completare il quadro Moggi e Bergamo in notturna non alludono affatto all’incontro con Pairetto e Giraudo e anzi a proposito della messa in griglia di Paparesta il designatore dice di dover sentire Gigi (Pairetto). Fossero stati sodali, Moggi avrebbe riferito di averlo appena visto, ma evidentemente non avevano parlato di griglie.

Giraudo è accusato di aver dato il consenso al salvataggio della Fiorentina, ma fino al 26/04/2005 le telefonate intercettate riguardano Andrea Della Valle, Mazzini e Mencucci. Il 26 aprile Giraudo chiama Mazzini, ma il discorso verte su Lotito e la FIGC e mentre nella sentenza è riportato che Mazzini riferisce a Mencucci di aver parlato con Giraudo, che gli avrebbe riferito che insieme con Moggi avrebbe parlato con i Della Valle della Fiorentina, manca la risposta dell’ex AD della Juventus, che allude al modo in cui la città dovrà preparasi per la partita, come se giocasse la finale della coppa del mondo. Dov’è la combine?

Il 31 maggio cade il famoso incontro con i designatori, ma a parte che la Juve ha già vinto, c’è un’altra telefonata del 21 maggio 2005 in cui Bergamo poche ore prima di incontrare Giraudo e Moggi propone lo stesso incontro anche a Meani.
Come era prevedibile e anche auspicabile, al finale dell’arringa è riservato qualche colpo di scena, che si concretizza nell’ascolto di alcune intercettazioni inedite e su qualche considerazione facente perno su un’intercettazione già nota che da sola basterebbe a smontare calciopoli.

C’è dell’altro oltre quello che i giornali hanno raccontato per sei anni. Essi hanno pubblicato le intercettazioni compatibili con il capo di imputazione del patto associativo pro Juventus. Ma: 1)ci sono altre telefonate tra le carte processuali che dicono che quel patto non esisteva, anzi che era un bluff, un inganno. 2) L’unica preoccupazione dei designatori era di fuggire come la peste le polemiche della domenica sera. Il loro ruolo era ricompensato con 250.000 euro lordi, viaggi, interviste, notorietà e bella vita. Ma le polemiche c’erano e c’era un clima di ostilità nei confronti della Juventus. Bergamo e Pairetto non volevano perdere quel ruolo e quei benefici, perciò c’erano due regole: 1) arbitraggi non solo perfetti, ma senza polemiche. 2) Non favorire la Juventus. Cioè, se proprio si deve sbagliare, meglio contro la Juve.

Si procede all’ascolto delle intercettazioni che testimoniano come non ci sia esultanza da parte dei designatori se l’errore avviene pro Juve. Si ascoltano le loro voci rammaricate e spaventate nell’intercettazione del 13/02/2005, con un fuorigioco inesistente segnalato a Gemignani che invalida un gol buono dell’Udinese.
Altro che associazione e cupola moggiana. Giraudo la conosceva bene la regola madre di tutte le regole, tanto che all’ufficio indagini della FIGC aveva dichiarato di subire torti arbitrali perché nessuno voleva essere accusato di favorire la Juventus. Le stesse parole di Moggi, che il 6 febbraio 2005 dice che nel dubbio la squadra bianconera viene sempre sfavorita perché si ha paura di essere marchiati dalle polemiche.
Il 6 marzo 2005 un’intercettazione smentisce che Bergamo e Pairetto possano far parte di un’associazione che avvantaggi la Juventus. Il primo confessa di percepire un clima di acredine contro la Juve e quando il secondo, per nulla preoccupato afferma che può essere, sentenzia che a loro non può fregarne di meno.

Ma è la sequenza di telefonate tra Carraro e Bergamo e poi di questi con Rodomonti che chiarisce il clima reale, anzi surreale, nel quale si sviluppa calciopoli e il sovvertirsi della realtà nelle accuse.
Prima di Juve-Inter l’allora presidente della FIGC si preoccupa con il designatore dell’arbitro: “Mi raccomando che non aiuti la Juve, per carità”. Si è in prossimità dell’elezione della Lega, ma Carraro non può permettersi di temere non un arbitraggio non corretto, bensì un arbitraggio a favore della Juventus, perché l’errore contro viene tollerato e nel dubbio incentivato. Come farà Bergamo intimando all’arbitro designato, Rodomonti, che per non perdere il ruolo conquistato a fatica, nel dubbio deve pensare più a chi è dietro (l’Inter) che a chi si trova davanti (la Juve).

Si porta in aula la Fazi-Bergamo, nella quale la presunta altra sodale afferma: “Mamma mia, che dio volesse che stasera perdono con l’inter, ma purtroppo son forti“. Queste parole sono diventate un must nel web, eppure la giustizia si dimostra difficile non solo a recepirne il concetto espresso, ma anche a riconoscerne l’esistenza.
L’8 maggio 2005 la Juventus ha vinto il match scudetto con il Milan. Il 17 maggio Bergamo confessa a Galliani al telefono che in famiglia hanno subito un trauma, aggiungendo: “se andava male male potevamo pareggiare”. Con un plurale maiestatis che ancora una volta ridicolizza tutto l’impianto accusatorio.

Galasso conclude che Moggi è ingannato e il patto non è mai esistito. La posizione di Giraudo viene ancora una volta scissa da quella di Moggi, perché se sussisteranno singole frodi sportive, laddove ci siano le prove, sarà il singolo a dover essere condannato. “Ma per Giraudo queste prove non ci sono”.

La sentenza di Napoli ha escluso che il campionato di calcio 2004/2005 sia stato alterato. Le ultime accuse contro Moggi sono racchiuse nelle silenziose sim svizzere, che Giraudo non aveva. Adesso sappiamo che i dirigenti della Juventus non erano gli artefici e i promotori di nessuna associazione a delinquere, ma che erano loro malgrado costretti a guardarsi le spalle da una sorta di Triplice Alleanza organizzata contro gli interessi della Juventus. Da una parte un sistema mediatico al quale non era estranea una diretta concorrente come il Milan, che si dava da fare proponendo prove televisive in vista dello spareggio scudetto, non pago dei servizi dell’addetto agli arbitri Meani, capo della scuderia rossonera. Sullo stesso versante lo spionaggio illegale condotto dagli hacker e dagli investigatori che la Telecom aveva posto al servizio di Moratti e Facchetti.

E’ di queste ore la richiesta di aspre condanne per gli autori di quei dossier, sui quali si stenta a riconoscere la paternità di Tronchetti Provera, ma la cui esistenza è documentata e ha reso un servizio molto gradito alla Società Internazionale. Dall’altra parte la Federazione, ancora oggi pavida e prona a interessi di parte.
Nelle aule dei tribunali è stata già smascherata quella parte di farsa montata ad arte da alcuni esponenti dell’arma e della magistratura che si sono abbassati a svendere il loro ruolo in cambio di successo e vanagloria.
Il 5 dicembre l’ardua sentenza. Chiediamo al giudice Stanziola non solo di sentire su di sé la responsabilità di ristabilire una verità processuale quanto più vicina alla realtà dei fatti, ma anche di restituire a chi da sei anni combatte per avere riconosciuto il diritto alla giustizia, la dignità della speranza nelle istituzioni.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2665



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Miccoli: giallo preventivo?

Post n°6733 pubblicato il 29 Novembre 2012 da nadir63l
 

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Miccoli sconterà la squalifica di una giornata a seguito del giallo rimediato dalla panchina del Barbera in occasione del derby con il Catania. Diretta conseguenza è che salterà la partita con l’Inter, prossima avversaria dei rosanero in campionato, mentre sarà in campo regolarmente per la Juventus.
Queste le sue
parole: "Forse è meglio perchè mi riposerò per rientrare fra 15 giorni contro la Juventus…. Meglio non giocare con l'Inter e giocare con la Juve…”.
Sospetto: il giocatore già diffidato ha appositamente cercato l’ammonizione per saltare la partita con l’Inter e preservarsi dal rischio di saltare quella con la Juve? E perchè mai una partita dovrebbe essere meno importante dell'altra?

E’ vero, sono cattivi pensieri ed è solo un’ipotesi, ma il sospetto c’è, soprattutto se una sorta di conferma arriva dalle parole del protagonista che fanno seguito a quelle di Lo Monaco (dirigente del Palermo): "Sono preoccupato per le continue squalifiche che non ci consentiranno di schierare contro l'Inter la migliore formazione”.
Strano questo arrendevolismo e perché Lo Monaco non ha condannato la scemenza commessa da Miccoli che ha ricevuto un cartellino giallo dalla panchina mettendo in difficoltà tutta la squadra?
Pensate se fosse successo prima della partita con Juventus: un’ammonizione, dagli esperti ritenuta quasi una beffa, che mette fuori squadra il capitano del Palermo. Come minimo il sospetto sarebbe quello legato ad un'ammonizione preventiva…
Una sfida attesa quella con la Juventus da tutto l'ambiente rosanero.
"Il Palermo chiama a raccolta tutti i suoi tifosi anche per la sfida contro la Juventus" recita un comunicato apparso sul sito ufficiale della società siciliana con sconti e promozioni e il conseguente aumento dei costi dei biglietti per il settore ospiti riservato ai bianconeri. Un aumento particolare che non è stato applicato in occasione della partita con il Milan dello scorso 30 ottobre 2012.

Un episodio questo che ne ricorda un altro che ha visto come protagonista Mourihno, accusato a suo tempo di presunte combine per l’espulsione dei propri calciatori a risultato acquisito. Era la Champions League, Real Madrid-Ajax, punteggio fermo sul 4-0. Le telecamere riprendono dapprima lo “Special One” parlottare con il dirigente spagnolo Chendo, e poi chiamare a sé il portiere in panchina Dudek. Quest’ultimo avrebbe confidato a Casillas le direttive dell’allenatore. Dopo un’ulteriore comunicazione tra l’estremo difensore della nazionale iberica e Sergio Ramos, il terzino destro madridista e Xabi Alonso sono stati ammoniti per la seconda volta, e quindi espulsi, per aver perso tempo durante la battuta di un calcio di punizione (Alonso) e di una rimessa dal fondo campo (Ramos). Il tutto per far sì che i due giocatori fossero squalificati per la prossima partita di Champions League (ultima del girone contro l’Auxerre e ininfluente ai fini della classifica finale), essendo quindi disponibili per l’andata degli ottavi di finale della massima competizione continentale per club.
Mou fu squalificato dalla Commissione disciplinare della Uefa in applicazione della norma: “E’ sottoposto a sanzione chi nel corso delle competizioni sportive si rende colpevole di episodi antisportivi” e “Chiunque, con il suo operato rechi al calcio una cattiva reputazione”. Seguirono squalifiche e ammende pecuniarie anche per i giocatori e la società per “responsabilità oggettiva” .

Ovviamente è una situazione diversa e lascio a voi il giudizio sull’intenzionalità nella ricerca del cartellino. Sono circostanze queste che mostrano ancor più come in Italia l’etica è solo quella che “conviene”, e che ci stiamo abituando ad un comportamento scorretto in generale. Non solo i tifosi non sono educati a una corretta cultura dello sport, ma anche i campioni mostrano di non possedere un’educazione sportiva che proprio queste dichiarazioni pubbliche, fatte passare come normali, lasciano intendere. Non c’è da porsi nemmeno il problema se qualcuno intervenga per correggerne il tiro o ne sconsigli la mercificazione mediatica. Appiattita com’è la politica sportiva italiana, a nessuno verrà mai in mente di condannare le parole di Miccoli, né tantomeno redarguirlo. L’unica cosa che il mondo sportivo italiano sembra saper instillare bene è l’odio verso la Juve, il nemico da sconfiggere e magari Miccoli ….

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2664

 
 
 

Davids a Tuttosport: "Ruberò il posto a Conte"

Post n°6732 pubblicato il 29 Novembre 2012 da nadir63l
 

Edgar Davids ha parlato a "Tuttosport" del proprio futuro e passato bianconero al quale è ancora piacevolmente legato. L'olandese sembra avere un chiodo fisso che dichiara apertamente: allenare, un giorno, la Juventus. Ecco i passaggi principali dell'intervista nella quale non manca una "frecciatina" all'attuale tecnico bianconero:

"Conte è bravo, ma gli ruberò il posto. Se la Juve chiama dico sì, in una big è più facile. Guardate Rijkaard. Allo Sparta Rotterdam fu disastroso. Col Barça ha vinto tutto. Guardate Conte: cosa ha fatto con l'Atalanta? Adesso sta lavorando bene, ma prima...".

"Ora mi piacerebbe essere allenatore e giocatore. Gioco e alleno la squadra del quartiere dove vivo. Mi diverto e prendo il patentino da tecnico Sono in forma, potrei fare la mia figura anche in Serie A. Tutti i miei tecnici, da Van Gaal a Lippi, mi hanno insegnato qualcosa".

La Juventus attuale è tornata ai vertici di un tempo. Davids però conferma di avere un ottimo ricordo anche di quella pre-Calciopoli:

"La Triade? Grandi dirigenti, ci si poteva confrontare. La Juve è ancora speciale per me, è il club che mi ha dato più emozioni e quello più forte in cui ho giocato".

 
 
 

Parentopoli calcistica e l’illecito di Rivera

Post n°6731 pubblicato il 29 Novembre 2012 da nadir63l
 


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di M. Giacomini

“Con il pareggio avremmo avuto la certezza di qualificarci entrambe in coppa Uefa - ha spiegato Juliano l’ex capitano del Napoli davanti a una platea sbigottita, alla presenza tra gli altri di un imbarazzato procuratore federale Stefano Palazzi -. Incontrai Rivera e Albertosi negli spogliatoi prima della partita e decidemmo per il pareggio”….“Francamente non mi ricordo - la replica l’ex capitano del Milan e attuale presidente del Settore Giovanile e scolastico - ma se l’1-1 ci qualificava allora non c’era nemmeno bisogno di parlarci…”.
Dopo 34 anni arriva la confessione di un illecito sportivo, combinato tra Napoli e Milan (il match finì 1-1), “biscotto” confessato per l’appunto dall’ex capitano dei partenopei. Certo tutto è caduto in prescrizione ma non l’etica, come affermò, e siamo sicuri che questa frase lo tormenterà per anni, Giancarlo “non legato alle logiche della poltrona “ Abete. Per questo lo smemorato di Alessandria che ricopre un incarico di assoluto valore come quello di presidente del Sgs deve dimettersi o almeno il presidente federale ha l’obbligo, questo sì, morale ed etico di rimandarlo a casa.
Gianni Rivera potrà anche non ricordarsi, ne dubitiamo, ma questo non toglie il fatto che il “biscotto” ci sia stato e la teoria riveriana del “non c’era neanche bisogno di parlarsi”, non deve licenziare il presidente del Settore Giovanile e Scolastico dalle proprie responsabilità. Abete lo mandi a casa abbia il coraggio delle proprie azioni, lui lo ha voluto all’interno della Federazione, lui lo rispedisca al mittente.

È del 21 novembre scorso il comunicato uffciale N.86/a dove ci sono i nominativi dei Collaboratori della Procura Federale e la parentopoli calcistica colpisce di nuovo a via Allegri, dove continua il “firmo ma non vedo” di Abete e questa volta in Procura entra il figlio di Salvatore Sciacchitano, Vice procuratore di Palazzi. Sciacchitano Francesco è solo uno dei 182 nomi che stiamo controllando perchè statene certi ci saranno altri e numerosi casi di parenti all’interno dei Collaboratori della Procura Federale perchè la diaria e i rimborsi chilometrici in periodo di crisi non si negano agli amici e ai loro figli. Tanto Abete firma ma non legge e il suo direttore generale è in altre faccende affaccendato.

Parlando delle elezioni dei Comitati regionali sono stato accusato di aver non preso una linea pro o contro qualcuno, anzi in molti hanno avuto da ridire sul fatto che ho lasciato spazio al mio collega Verretto che non è propriamente un accanito sostenitore di Belloli (cr Lombardia) e Bacchetta (Cr Piemonte), ma credo fermamente nella libertà di opinione e di stampa. Da quando sono direttore, e sono passati sei anni e ci avviciniamo a settimo, chissà se qualcuno spera nella crisi, abbiamo sempre dato spazio anche, e soprattutto, a chi non la pensava come noi. Come si può avere un’idea di quello che accade nel mondo della politica sportiva se non ci sono voci discordanti? Come si può avere un’idea se non si ascoltano, in questo caso leggono, più voci? Come si può migliorare un sistema se non ci si fa un’esame di coscienza e si capiscono i propri errori? Come si può pensare, nell’era di internet, di avere un giornale con un’unica idea senza un punto di vista diverso che ci aiuti a crescere?



Ringraziamo per la collaborazione: :

 
 
 

Il Giornale - Lo "zingaro" dal gip. Ma che avrà da dire?

Post n°6730 pubblicato il 29 Novembre 2012 da nadir63l
 

Fonte: di Marcello Di Dio per "Il Giornale"
© foto di Luigi Gasia

Quanto valgono le parole di un latitante? Lo scopriremo oggi quando lo «zingaro» Almir Gegic, ex calciatore serbo indagato dal 1° giugno 2011 (giorno dell'avvio dell'inchiesta cremonese Last Bet) si troverà di fronte al gip Guido Salvini. I «de relato» di uno dei pentiti eccellenti dell'inchiesta Carlo Gervasoni («Gegic mi disse...») potrebbero trovare delle conferme dirette. Ma quali? Cosa può dire di più l'ex giocatore del Chiasso rispetto a quanto già emerso nell'inchiesta giudiziaria? I giocatori finora coinvolti attendono di conoscere il loro destino penale e sportivo (tra questi Mauri e Milanetto in primis). Anche se molti hanno già ricevuto sconti di pena importanti o addirittura assoluzioni al Tribunale arbitrale dello sport presso il Coni. L'ultimo caso è quello dell'ex portiere del Novara Alberto Fontana, la cui condanna a 3 anni e 6 mesi di squalifica per il suo presunto coinvolgimento per Chievo-Novara del 2010 è stata cancellata ieri dal Tnas (come era già accaduto per Shala e Bertani, quest'ultimo condannato per altre partite, e come potrebbe accadere per Ventola, tutti calciatori tirati in ballo dal solito Gervasoni).
«C'è un mister X a manovrare, è un signore sulla sessantina di cui non ricordo il nome, voleva venderci gare combinate in serie A dove erano coinvolte squadre del Sud», la rivelazione principale di Gegic nell'intervista alla Gazzetta dello Sport prima di costituirsi a Cremona. Davanti al gip della Procura lombarda questo mister X dovrà ora diventare un nome per aprire un nuovo fronte dell'inchiesta. E ancora: «I magistrati sono stati bravi, hanno scovato tutte le gare combinate, almeno quelle su cui ho scommesso io». Infine le frasi su Conte che hanno fatto arrabbiare l'ambiente Juve e lo stesso tecnico leccese: «Una tv mi ha offerto 5 mila euro per un'intervista se parlavo anche di Conte, come se lo conoscessi. Ho rifiutato, non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo».
«Quella di Gegic è una vicenda di grande amarezza - ha commentato il dg bianconero Marotta -. Conte ha già patito tantissimo l'essere rimasto coinvolto in una vicenda che non ha nulla a che fare con la sua morale, col suo modo di essere allenatore e professionista. Un conto poi è parlare di calcioscommesse, un altro parlare di Conte condannato per omessa denuncia riconducibile solo alle dichiarazioni di un pentito (Carobbio, ndr)». In tanti ora aspettano con curiosità le «succose» rivelazioni del latitante principe di Scommessopoli. Ma saranno tali?

 
 
 

MAROTTA integrale: "Caso Gegic? Profonda amarezza. Situazione Conte kafkiana.

Post n°6729 pubblicato il 28 Novembre 2012 da nadir63l
 

 Lite Bonucci-Marchisio? Pure fantasie. Quagliarella multato, non tolleriamo certi comportamenti. Scudetto? Discorso aperto. Non vedo problema gol. A gennaio..."

Il dg: "La giustizia sportiva va riformata. Polemiche con Inter e Fiorentina? Piacevoli se c'è rispetto. Sul mercato abbiamo l'obbligo di migliorarci qualitativamente, ma non abbiamo falle da coprire. Champions? Ci sono ancora metri da percorrere"
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'amministratore e delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, è intervenuto in diretta a SkyTg24. TuttoJuve.com ha trascritto integralmente le sue dichiarazioni:

Buongiorno Marotta, io comincerei dalle parole del presidente Petrucci. Ha detto: "Sono felice di questo rinnovato fair play che è tornato tra la Juventus e il Milan".
"Buongiorno a tutti. Diciamo che sa sempre, dal punto di vista societario, ci sono stati e ci saranno buoni rapporti tra il Milan e la Juventus. Chiaramente una cosa diversa è la competitività sul campo. E' evidente che poi sul campo entrambe vogliono vincere, ma ci sono degli obiettivi comuni, obiettivi di politica sportiva, che ci portano assieme ad identificare una strategia vincente".

Petrucci ha evocato spesso il tavolo della pace. Questo fair play si può auspicare in futuro anche con Inter e Fiorentina, viste le ultime polemiche?
"Io direi che queste dinamiche dialettiche fanno parte della storia del calcio. Se i contenuti sono di rispetto, sono anche cose piacevoli sotto un certo punto di vista. Tutto sommato nessuno è trasceso. Noi cerchiamo di rivendicare i nostri diritti, loro altrettanto, quindi è un fair play che forse, come definizione è esagerato, perchè al di là di schermaglie dialettiche, ma che da sempre si sono registrate nel mondo del calcio, non si è andati. Quindi credo che tutto sommato sia riconducibile a questo".

Voi nell'ultimo periodo siete un esempio non solo in Italia, ma anche in Europa: lo stadio nuovo, campagne acquisti intelligenti, mirate e non molto costose. Cosa sta succedendo adesso alla Juventus? Può succedere che abbia la sindrome della prima della classe - quattro punti nelle ultime quattro partite - oppure è un calo fisiologico?
"Secondo me l'analisi va un po' allargata, partendo dal campionato scorso, un campionato che comunque noi abbiamo condotto con grande caparbietà, per risultare poi al termine dello stesso vincenti. Quindi da lì abbiamo continuato una scia positiva, nel senso che ancora oggi siamo in testa alla classifica. E' chiaro che abbiamo degli avversari agguerriti perchè non possiamo non riconoscere il valore delle squadre che ci affiancano, che sono sotto di noi in classifica. Sono squadre ben attrezzate, come lo siamo noi, quindi è chiaro che il discorso Scudetto è molto aperto. Noi chiaramente abbiamo l'obbligo di crederci e di cercare di vincere, perchè questa è la storia della Juventus: il dna della Juventus dice che quando partecipa ad una competizione, la Juventus deve sempre cercare di vincere. Però è altrettanto vero che il rispetto per gli avversari c'è, perchè questi avversari sono tutte squadre ben dotate dal punto di vista tecnico".

E' rispuntato anche il Napoli. Cavani ha detto che la sua squadra può lottare per lo Scudetto. Poi si fanno sotto anche l'Inter, la Fiorentina e la Lazio. Chi è l'anti-Juventus secondo lei?
"Mah...io non so se si deve parlare di anti-Juventus: come ho detto prima ci sono delle squadre.... il Napoli, che in questo momento è secondo in classifica, è una squadra che dobbiamo considerare molto ben attrezzata, una squadra costruita nel tempo, con investimenti anche mirati, con un allenatore che è lì da qualche anno, e che ha e deve avere un ruolo da protagonista, perchè evidentemente anche qua c'è il blasone di una società, c'è una storia, c'è una strategia che ha messo a disposizione dell'allenatore dei giocatori importanti e quindi io credo che il Napoli abbia il diritto di essere considerata una pretendente al titolo".

In molti, anche all'estero, hanno definito il nostro campionato di livello inferiore rispetto agli altri grandi campionati continentali. Ma nelle ultime giornate il nostro campionato sta dimostrando invece di essere un campionato degno, una buona competizione. E' d'accordo?
"Se facciamo il paragone con le prime giornate, probabilmente nelle ultime giornate si è visto un livello di qualità maggiore. Se lo mettiamo a paragone con le ultime stagioni sportive, io credo che il livello di qualità si sia abbassato. La dimostrazione è che in uno scenario più ampio come è quello europeo, il nostro ranking ci porta ad avere tre sole squadre in Champions League, invece delle quattro che storicamente aveva diritto ad avere l'Italia. Un campionato che vede i giocatori migliori, in alcune circostanze, andare all'estero. Questo è un fatto sicuramente involutivo rispetto al recente passato, che ci deve far riflettere. Ma io credo che tutto questo sia collegabile ad una situazione economica, non solo in generale, ma in particolare del mondo del calcio, che assolutamente è di grande difficoltà".

Conte è sempre coinvolto in polemiche che lo legano alle vicende del calcioscommesse. Il latitante Gegic ha detto: "Io Conte non l'ho mai conosciuto, mai sentito. Mi hanno promesso dei soldi per un'intervista e non l'ho voluta fare". Un solo commento per la vicenda Gegic-Conte...
"Una vicenda di profonda amarezza, perchè Conte già a patito tantissimo l'essere coinvolto in una vicenda che nulla a che fare con la sua morale, con il suo modo di essere allenatore e di essere professionista. Un conto è parlare di calcioscommesse, un conto è parlare di Conte che viene condannato, tra virgolette, per omessa denuncia riconducibile solo ed esclusivamente ad una vicenda calcistica. Omessa denuncia che tradotta in testo dialettico, significherebbe 'poteva non sapere che eventualmente i suoi giocatori si sarebbero accordati con quelli della squadra avversaria'. E' una situazione veramente kafkiana, nel senso che il mondo del calcio è contraddistinto nella storia da situazioni più clamorose di quella di Conte. Conte è assolutamente al di sopra di ogni situazione e ha pagato con questa condanna in un processo, in un procedimento, come sapete, dove la parte delle difese hanno avuto un ruolo principali, ma ci si è dovuti assolutamente sottomettere a delle dichiarazioni fatte da un presunto pentito, che è stato l'elemento cardine dell'accusa. Quindi questo significa in sostanza che questa giustizia deve essere rivista, deve essere riformata, affinchè alla difesa venga dato il giusto merito, il giusto spazio, perchè si possa difendere anche da attacchi pretestuosi come quello di questo ex calciatore".

Tuffiamoci nel derby. Occorre una riscossa immediata dopo la sconfitta con il Milan, dove si sono notati anche alcuni nervosismi. Come mai? Colpa dello stress della Champions League? Quagliarella che esce...poi è stato anche multato. Si è parlato di uno scambio di accuse tra Marchisio e Bonucci....
"No, devo dire che di nervosismo assolutamente non se ne può parlare, perchè non è successo assolutamente nulla tra Marchisio e Bonucci: proprio sono...fantasie pure. per quanto riguarda Quagliarella, abbiamo adottato un provvedimento di multa; una multa che è stata inflitta dopo un colloquio molto sereno che abbiamo avuto con lui, perchè noi siamo molto rigidi e non tolleriamo certe situazioni, certi comportamenti anche estetici, diciamo così. Perchè televisivamente si è visto quello, poi non ci sono stati epiteti o insulti nei confronti degli allenatori, di conseguenza il nervosismo è riconducibile alla rabbia che un giocatore ha - come tanti altri - quando viene sostituito in una partita che vede la propria squadra sotto di un gol. Quindi obiettivamente c'era la voglia, la volontà di poter partecipare in quei restanti minuti per ricondurre la propria squadra quantomeno alla parità. Niente di più. La rabbia è stata smaltita immediatamente dopo, però noi che abbiamo dalla nostra una rigidità di quello che è l'aspetto disciplinare, abbiamo inflitto questa multa".

A gennaio che fa la Juventus? I tifosi si chiedono se arrivera questo benedetto top player in attacco. Si fa il nome di Llorente...
"Ma devo dire che anche qua le statistiche aiutano a fare delle riflessioni un attimino più obiettive. Dal punto di vista realizzativo la Juventus, sia nello scorso campionato che in questo campionato, è ancora in testa per quanto riguarda i gol realizzati: sono ben 94, 68 l'anno scorso e 24 quest'anno. Quindi siamo una squadra che non ha difficoltà a realizzare. In un'analisi ancora più approfondita dobbiamo notare come in gol ci vadano tanti giocatori. Siamo una squadra che ha mandato in gol più giocatori, sono esattamente dodici. Questo come va letto? Va letto come un atteggiamento tattico, come l'atteggiamento di Conte che predilige l'inserimento dei centrocampisti, dei difensori, e che quindi permette anche ad altri giocatori, non solo agli attaccanti di andare in gol. Quindi ribadisco come noi siamo in questo momento, dopo la Roma, l'attacco più prolifico, anche se poi bisogna fare i conti anche con i gol subiti e noi siamo la difesa meno battuta con dieci gol. E l'anno scorso abbiamo avuto nettamente la miglior differenza reti. Quindi, io non vedo il problema del gol, questo assolutamente non esiste. Chiaro che noi abbiamo l'obbligo comunque di migliorarci dal punto di vista qualitativo, ma non abbiamo l'esigenza di andare sul mercato di gennaio con delle falle da tappare".

Siamo in chiusura Marotta. L'ultima domanda è legata alla Champions League. C'è lo Shakhtar Donetsk senza Luiz Adriano. Siete preoccupati?
"La Champions sicuramente è una competizione importante, che ci porta ad assaporare un clima che la Juventus ha vissuto per tantissimi anni. E' chiaro che da parte nostra c'è la volontà, la voglia, di superare il turno. Siamo quasi vicini, vediamo lo striscione del traguardo, però evidentemente ci sono ancora metri da percorrere e quindi dobbiamo farlo col massimo impegno per arrivare davanti agli altri, pur sapendo che siamo una squadra ben quadrata per arrivare a questo obiettivo".(redazione tuttojuve.com)

 
 
 

Mondonico:«è impossibile accorgersi di qualcosa»

Post n°6728 pubblicato il 28 Novembre 2012 da nadir63l
 

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“No, no, cosa dire? C’è ancora un processo in corso. Dico solo che per un allenatore è impossibile accorgersi di qualcosa. Impossibile. E comunque io non credo che siano state vendute delle partite, non fa parte del mio modo di concepire il calcio. Gli errori ci stanno, altrimenti ogni gara finirebbe 0-0. Non posso pensare che uno sbagli apposta, se così fosse non avrebbe più senso fare questo questiere”.
Tratto da: Emiliano Mondonico una sedia al cielo. Le collane del Corriere Della Sera

Sappiamo bene che il mondo del calcio è diventato un circolo privato dove con l’ipocrisia tutto può essere indotto a suon di slogan; tutto tranne la verita. Questa affermazione rende ancor meglio l’idea dei “due pesi e due misure” che da anni denunciamo.
Mondonico era allenatore dell’Albinoleffe e sedeva sulla panchina il giorno della famosa sfida con il Siena di Antonio Conte del 29 maggio 2011. Partita entrata a pieno titolo nei faldoni del calcioscommesse.
E’ Carobbio a sostenere che la gara di Bergamo sarebbe stata alterata in un incontro tra alcune persone, tra cui Mirco Poloni, vice dell'allenatore dell'Albinoleffe, Emiliano Mondonico. Quel Poloni che avrebbe lo stesso ruolo di Stellini.
Mondonico non è stato nemmeno sfiorato dall’inchiesta, mai tirato in ballo nemmeno dei media, nonostante il suo vice sia stato condannato a 1 anno e 6 mesi.
Mondo dice che è impossibile capire qualcosa. Conte afferma di non sapere niente . L’allenatore juventino è stato condannato perché non poteva non sapere, Mondonico nemmeno sentito dalla procura federale.
Ditemi voi se questa può essere considerata giustizia e ditemi voi perché nessuno prende provvedimenti per fermare questo uso malsano del potere per condizionare il campionato.

Un'ultima considerazione. Mondonico ha parlato poco del calcioscommesse, questa dichiarazione l'ho trovata in un volumetto acquistato in autogrill, eppure da uomo di sport e da chi quella partita l'ha vissuta come Conte, qualcosa avrebbe potuto dire. La delusione non è solo verso la giustizia sportiva, oramai specchio del fallimento di questo governo dello sport, ma anche verso chi, cullato dall'ipocrisia, preferisce schierarsi in silenzio dalla parte dell'ingiustizia. Un uomo che ama definirsi "sportivo" per eccellenza ma che probabilmente preferisce appoggiare il becero tifo di parte ...

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Retroscena Gazzetta - Conte furibondo dopo le parole di Gegic: "Ma allora c'era qualcuno che voleva farmi fuori...."

Post n°6727 pubblicato il 28 Novembre 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Antonio Conte è furibondo. Lo conferma anche "La Gazzetta dello Sport", che stamane ha rivelato come ha reagito il tecnico bianconero alle parole del latitante Gegic. Ecco il retroscena, raccontato dai giornalisti Fabio Bianchi e Francesco Ceniti:
"Mattina presto, prima dell’allenamento. Caffè e uno sguardo veloce ai giornali. Come sempre Conte è arrivato in netto anticipo rispetto all’ora prevista per l’allenamento: la settimana che porta al derby non èmai come le altre,ma questa è ancora più particolare. Al tecnico non è andata giù la prova molle di San Siro. Dopo la sfuriata di lunedì ha subito avvisato la squadra: «E adesso si lavora duro... Voglio la fame della scorsa stagione». Gegic e il suo rientro volontario dalla latitanza sono distanti anni luce. Poi accade qualcosa. «Guarda l’intervista sulla Gazzetta...». Conte sobbalza quando vede la frase sotto il titolo. La frase dell’ex calciatore del Chiasso, considerato dalla Procura di Cremona come uno dei protagonisti dell’inchiesta sul calcioscommesse, è inequivocabile: «Una tv mi ha offerto soldi per parlare di Conte. Ma io ho rifiutato e tra l’altro non avevo nulla da dire: mai visto, mai incontrato, mai cercato di contattarlo». La rivelazione del serbo lascia allibito l’allenatore. «Ma allora c’era qualcuno che voleva farmi fuori... Se questa estate avesse detto qualcosa su di me come sarebbe andato a finire il processo... Voglio sapere se ha detto la verità, chi c’era dietro. Non si può far nulla?», Conte si sarebbe sfogato così con lo staff primadi consultarsi con gli avvocati. A Sky De Rensis ha precisato il pensiero: «Ipotizziamo che Gegic abbia detto la verità. Se si fosse comportato diversamente, cosa sarebbe successo?».

 
 
 

LEGALE CONTE integrale: "Gegic? Parole molto gravi.

Post n°6726 pubblicato il 27 Novembre 2012 da nadir63l
 

Sentimento? Sconcerto, paura, rabbia e tanta voglia di approfondire. La magistratura andrà a fondo. Ci muoveremo per tutelare Antonio"

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Siamo sicuri che la Magistratura andra' fino in fondo in questa vicenda. Quando una persona come Conte legge queste parole (di Gegic, ndr), mi metto nei suoi panni e penso che non sarei stato molto bene e penso che i motivi li comprendano tutti. Sono parole che devono fare riflettere in ogni caso". Lo ha dichiarato ai microfoni di Sky l'avvocato di Antonio Conte, Antonio De Rensis. Il legale ha commentato le parole del latitante dal giugno 2011 Almir Gegic, una delle figure cardine dell'inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse, costituitosi ieri a Milano Malpensa, che in un'intervista esclusiva pubblicata oggi dalla Gazzetta dello Sport ha dichiarato che "una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un'intervista se parlavo anche di Conte. Come se lo conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so" le sue parole riportate dal quotidiano sportivo. "Noi attendiamo il suo interrogatorio, lo acquisiremo quando potremo e verificheremo cosa avra' detto ed a quel punto ci muoveremo se ci saranno i margini per tutelare la persona di Antonio Conte. In ogni caso, queste parole lasciano un senso profondo nei protagonisti" ha concluso il legale.

TUTTOJUVE.COM HA TRASCRITTO INTEGRALMENTE L'INTERVISTA RILASCIATA DAL LEGALE DI CONTE A SKY SPORT 24. DOMANDE DEL GIORNALISTA SKY SANDRO SABATINI E DEL VICE-DIRETTORE DE "LA GAZZETTA DELLO SPORT" GIANNI VALENTI:

Vi ha sorpreso questa richiesta?
"Mette i brividi. Io vorrei ricordare una frase che ha detto Antonio Conte alla fine di questa vicenda: 'Non mi è piaciuto nulla di questa vicenda', ha detto. Devo dire che leggere le parole di Gegic mi ha provocato, ha provocato in noi e credo anche in Antonio Conte, sconcerto, paura, rabbia e tanta voglia di approfondire, perchè le parole di Gegic sono molto molto gravi.Io non so se sono vere, perchè non c'ero, ma immagino che non abbia nessun motivo per inventare parole di questo genere, per riportarle a un quotidiano serio e importante come La Gazzetta dello Sport. Quindi le ritengo vere".

Le parole sono quelle che ha detto il latitante, vedremo cosa dirà ai magistrati adesso, ase approfondirà questa tematica.
"Sicuramente, dico che l'osservazione è giustissima e dico anche che nel processo sportivo ci sono state condanne basate su parole di persone che non sono degli stinchi di santo. E quindi devo dire che le parole di Gegic devono essere pesate come sono state pesate le parole di Carobbio e di altre persone. Gegic ha fatto delle affermazione e noi siamo sicuri, certi, che la magistratura, nella figura del procuratore Di Martino ed in quella del Giudice Salvini, andranno fino in fondo in questa vicenda, perchè vedete, vero o non vero, la riflessione che dobbiamo fare è un'altra: che quando una persona come Antonio Conte - che non è soltanto il grande allenatore vincente che conosciamo, ma è un essere umano - legge queste parole, ha dei sentimenti e delle emozioni che toccano l'uomo. E io mi sono messo al suo posto stamattina. E se avessi letto queste parole, indipendentemente dall'approfondimento che verrà fatto dalla magistratura e che noi seguiremo con grande attenzione, io comunque non sarei stato molto bene. E penso che i motivi del perchè non sarei stato molto bene li capite e li comprendete anche voi, senza che io dica altro. Sono comunque parole che devono far riflettere, in ogni caso".

Passando dalle parole ai fatti, voi cosa pensate di fare?
"Nei fatti noi pensiamo...siccome siamo ancora formalmente coinvolti in questa indagine, noi attenderemo l'interrogatorio che Gegic renderà, ci aspettiamo che anche per questo aspetto sia esaustivo e compiuto, poi lo acquisiremo, quando potremmo acquisirlo, quindi verificheremo che cosa egli aveva riferito davanti all'autorità giudiziaria - quelle sono le parole che contano - e a quel punto sicuramente ci muoveremo se ci saranno i margini, per tutelare la persona di Antonio Conte. Queste parole lasciano un segno profondo nei protagonisti, nella persona di Antonio Conte, e non si può ignorare questo. Ipotizziamo per un attimo - come ipotesi di laboratorio - che Gegic abbia detto la verità, facciamo finta che Gegic avesse avuto un comportamento diverso: che storia avremmo raccontato adesso? Io sono super-garantista, non garantista, quindi a me va bene tutto, qualsiasi tipo di ragionamento, però gli scenari devono essere fatti a 360°, da una parte e dall'altra, perchè queste parole potrebbero essere non vere, ma potrebbero essere anche vere. E noi dobbiamo analizzare tutti gli scenari e considerare le conseguenze che provocano nelle persone".

Se Gegic avesse fatto un anno fa quella intervista, magari a pagamento, a questo punto Conte sarebbe stato assolutamente inguaiato - probabilmente, se non sicuramente - ingiustamente. C'è stata però un'intervista di Stellini al Corriere della Sera e il giorno dopo è stata rettificata dallo stesso Stellini. E sembrata anche quella una situazione abbastanza ingarbugliata. Lei non pensa?
"Guardi, io non entro nel merito perchè non sono il difensore di Stellini, che è ben difeso, ben assistito, quindi non entro nel campo altrui. Tengo soltanto a precisare che c'è stata una rettifica e quindi del contenuto di quelle parole Stellini e chi lo assiste ne sapranno definire i contorni. Tornando al mio assistito, alla luce di questi episodi, veri o non veri, e alla luce di una mia opinione personale, ingiustizia ricevuta, io penso che il comportamento di Antonio Conte in questi mesi debba essere giorno dopo giorno sempre più apprezzato e rivalutato anche da chi inizialmente, nelle primissime settimane - perchè abbiamo letto tutti determinate cose - aveva già celebrato un funerale. Perchè io vorrei ricordare che c'erano scenari catastrofici dai quali siamo partiti. Adesso anche queste ultime affermazioni che La Gazzetta ha riportato, a me fanno molto pensare. Mi fanno comunque pensare, perchè davanti a questi episodi dobbiamo approfondire un minuto in più e non un minuto in meno, ma sono certo che a Cremona lo faranno, ne sono straconvinto. A Cremona faranno tutti gli approfondimenti anche su questo aspetto".

Non sappiamo neanche cosa ha o cosa avrebbe avuto da dire Gegic di fronte a una richiesta di parlare su Antonio Conte...
"No, lo ha detto. Nell'intervista lui è stato molto chiaro: mai visto, mai conosciuto, mai sentito, mai contattato, mai affermazione è stata più chiara".

No, volevo dire che non si può fare nemmeno un processo alle intenzioni a questa richiesta...
"Assolutamente no, ma deve anche comprendere che Conte è stato un po' soggetto a giudizi, non da tutti, perchè la rete che ci ospita non l'ha mai fatto, il vostro giornale è sempre stato estremamente equilibrato, però qualche giudizio un po' affrettato ed estremamente duro c'è stato. Noi non dobbiamo esaminare le parole di Gegic oggi, le parole di Gegic arrivano dopo mesi nei quali un essere umano ha sofferto. E io le posso dire - se credete alla mia parola - che ha sofferto tanto e con tanta dignità. Quindi noi dobbiamo pensare alle parole di Gegic alla luce dei mesi trascorsi, perchè è chiaro che se le avessimo lette in vacanza, per la prima volta, senza aver passato quello che abbiamo passato, è una cosa; ma alla luce di ciò che abbiamo passato, ecco che l'interpretazione cambia. E sono sicuro che le vostre intelligenze, questo approfondimento lo hanno già fatto. Perchè è alla luce dei mesi trascorsi che bisogna leggere le parole di Gegic".

Aspettiamo la magistratura ordinaria...
"Sicuramente".

Per non ipotizzare complotti o situazioni di cui non vorremmo mai parlare...
"Assolutamente. Noi ci andiamo cauti, ma con gli occhi ben aperti".

Non posso essere io, non ho 5mila euro in banca...
"(ride, ndr) La ringrazio di aver chiuso in questo modo. Era giusto sottolineare con misura gli aspetti e vi ringrazio di questo spazio che con grande correttezza avete messo a disposizione(redazione TuttoJuve.com).

 
 
 

Prioreschi: in appello novità sulle frodi ...

Post n°6725 pubblicato il 27 Novembre 2012 da nadir63l
 


Immagine IPB

In esclusiva per Giulemanidallajuve, l’Avvocato Prioreschi risponde alle domande della nostra redazione.

Che tipo di assistito è Moggi, uno che discute la strategia difensiva o che si affida completamente alle scelte sue e di Paolo Trofino?
Come tutti gli imputati che hanno fiducia nei loro avvocati si informa sulla strategia difensiva e accetta le scelte dei difensori.

Ha mai avuto modo di parlare o, perché no, confrontarsi in tribunale con l'avvocato Vitiello (quando era presente)?
No mai.

Ci sono ancora telefonate inesplorate tra le migliaia dell'inchiesta?
Ci sono ancora telefonate, alcune delle quali sono utilizzate in questi giorni nel processo di appello del giudizio abbreviato.

Possiamo aspettarci novità e sorprese nel processo d'appello?
Le novità sono alcune telefonate sulle frodi, la sorpresa è che il procuratore generale di udienza è lo stesso che da pubblico ministero aveva firmato la prima richiesta di intercettazioni telefoniche di calciopoli nell’ottobre del 2004.

Nel libro c'è un capitolo dedicato anche ai magnifici dodici di via In Selci, può ricordarci quali azioni legali sono in corso o sono previste per far emergere responsabilità o negligenze del nucleo dei carabinieri che hanno indagato?
Alcuni imputati hanno presentato diverse denunce sia alla Procura di Roma che a quella di Napoli sulle modalità con le quali sono state condotte le indagini e su alcune testimonianze rese a dibattimento ritenute non veritiere. I relativi procedimenti sono ancora in fase di indagine. Non escludo la presentazione di altre denunce ma per adesso non posso dire di più.

Prima di lei anche il pm Narducci ha utilizzato il materiale dell'inchiesta per scrivere un libro. Che differenza c'è tra l'avvocato e il pm (pubblico ufficiale) che usano lo stesso materiale per scrivere un libro?
Non abbiamo usato lo stesso materiale, lui ha utilizzato le informative dei carabinieri, io le prove raccolte a dibattimento. La differenza è questa. Se si scrive un libro inchiesta, non si possono ignorare le risultanze dibattimentali perché nel nostro sistema processuale la prova si forma a dibattimento.

Per quanto riguarda la battaglia legale relativa a farsopoli, ha notato differenze tra la dirigenza della Juve attuale e quella precedente, al di là dell'esposizione mediatica? Se sì, quali?
La battaglia legale l’hanno fatta Moggi, i suoi difensori ed i suoi consulenti, tutti gli altri sono stati a rimorchio, utilizzando il nostro lavoro.

Dal momento in cui ha cominciato a seguire direttamente la vicenda farsopoli ad oggi, lei si sente più o meno ottimista riguardo la possibilità di vedere riconosciuta ufficialmente l'ingiustizia subita dalla Juve e dai suoi dirigenti?
Non si tratta di essere ottimisti ma realisti. Dopo quello che noi abbiamo fatto emergere e la relazione Palazzi, la Federazione avrebbe dovuto prenderne atto e farsi carico essa stessa di riparare ad una ingiustizia conclamata, invece tutti sappiamo come è andata a finire. Ignavia allo stato puro da un lato e accanimento nei confronti di alcuni dall’altro. Leggi vicenda radiazioni.

In questi anni, molti tifosi juventini hanno perso la fiducia, non solo nei confronti della giustizia sportiva, ma anche di quella ordinaria. Esiste un motivo per cui dovrebbero ricredersi?
Mai mollare. Questa è una battaglia di civiltà.

Ha letto le motivazioni del caso Conte?
Le ho lette. Sulla giustizia sportiva tutti conoscono il mio pensiero. Non dico altro.


La precedente intervista:
Prioreschi: «L'ascolto delle telefonate continua»

Il libro:
Maurilio Prioreschi: 30 sul campo
“30 sul campo”. Tutta l’altra verità su calciopoli. Ecco perché sono 30
In libreria dal 27 novembre.
Una controinchiesta sullo scandalo che ha cambiato per sempre gli equilibri del calcio italiano, scritta dall’avvocato di Luciano Moggi che si è occupato dello scandalo fin dalla sua esplosione.

 
 
 

Avvocato Moggi: Calciopoli, enciclopedia di ingiustizie

Post n°6724 pubblicato il 27 Novembre 2012 da nadir63l
 

Esce oggi in libreria “30 sul campo: l’altra verità su Calciopoli” (Baldini&Castoldi), volume scritto da Maurilio Prioreschi, l’avvocato dell'ex dirigente bianconero, che in quasi 400 pagine ha raccontato la vicenda processuale, arricchendola di retroscena e una ricchissima documentazione

Avvocato Moggi: Calciopoli, enciclopedia di ingiustizie© LaPresse
TORINO - Esce oggi in libreria “30 sul campo: l’altra verità su Calciopoli” (Baldini&Castoldi), volume scritto da Maurilio Prioreschi, l’avvocato di Luciano Moggi, che in quasi 400 pagine ha raccontato la vicenda processuale, arricchendola di retroscena e una ricchissima documentazione. Ne è uscito un libro fedele al suo titolo nell’esporre quello che l’inchiesta ufficiale non ha esposto: un’altra verità, scritta da chi è dichiaratamente di parte, ma forse è riuscito a dare una visione di quei fatti più completa.

Avvocato Prioreschi, quali sono state le sensazioni provate scrivendo questo libro che le ha permesso di rivivere in modo analitico tutta Calciopoli?
Mi sono reso conto di aver talmente metabolizzato questi fatti che mi è bastato mettermi al computer e scrivere. E’ venuto tutto o quasi di getto. Ho dovuto ricontrollare carte e dati solo per i capitoli più tecnici, il resto è venuto a galla in modo naturale”.

Lei e il pool di avvocati e consulenti che hanno lavorato al processo, avete il merito di aver scoperto l’altra verità di Calciopoli, quella “oscurata”. Riscrivendo questa storia è stata più la soddisfazione per l’indubbia importanza del vostro lavoro o ha prevalso la rabbia per il risultato finale?
La soddisfazione per aver fatto emergere fatti che altrimenti non sarebbero mai stati scoperti è sicuramente grande. Ma lo è di più la rabbia di non aver visto questa verità trionfare in sede processuale”.

A posteriore, rivivendo il processo nelle pagine del suo libro, ci sono errori che avrebbe voluto evitare?
Errori magari no... Diciamo che in tanti hanno creduto nella personalità della giudice Casoria, pensando che sarebbe riuscita a imporre una decisione che forse sarebbe stata quella giusta, mentre alla fine – almeno così si intuisce fra le righe della sua sentenza – si capisce che è capitolata rispetto alle due giudici a latere”.

Molti degli avvocati difensori hanno giudicato nel motivazioni della sentenza suicide. Concorda?
Effettivamente sembrano motivazioni scritte per far annullare la sentenza in appello. Tuttavia bisogna essere prudenti. L’8 novembre di un anno fa, noi tutti ci aspettavamo un altro tipo di sentenza. Per primo, forse, il pubblico ministero”.

Possiamo definire Calciopoli un caso di ingiustizia all’italiana?
Di processi ne ha fatti tanti e di situazioni anomale ne ho viste parecchie, ma tutto quello che ho visto in questa vicenda supera di gran lunga tutta la mia passata esperienza. Per quantità e qualità potremmo definire Calciopoli un’enciclopedia di ingiustizie e anomalie”.

Qual è il fatto più clamoroso di Calciopoli?
Sarebbe facile rispondere l’accantonamento, giusto per usare un termine soft, delle intercettazioni. Ma invece dico il caso del video sul sorteggio che viene pubblicizzato come la prova del fatto che il sorteggio degli arbitri fosse truccato, viene prodotto come prova, poi a dibattimento in corso viene ritirato e sostituito con una sequenza fotografica, per altro taroccata. E’ la prima volta che vedo una prova entrare e uscire da un processo. Leggo che forse ricomparirà nel processo d’appello di Girando... vedremo”.

Consiglierebbe questo libro a un non juventino?
Bisognerebbe avvicinarsi a questo libro senza prevenzione né nei confronti della vicenda di Calciopoli e neppure nei miei. Sono sicuramente e dichiaratamente di parte, ma tutto quello che affermo nel libro è documentato e documentabile. Chi lo dovesse leggere con spirito oggettivo avrebbe modo di scoprire tante cose di quanto accadde nel 2006 e la più importante di tutte è che furono fatti figli e figliastri”.

Qual è la speranza che affida a questo libro?
Innanzitutto che fatti come quelli raccontati non si verifichino più e le modalità con cui sono state svolge quelle indagini non venga più applicata. Buona parte dell’opinione pubblica ha cambiato idea su Calciopoli, rivisitando alcune delle verità iniziali. Noi, ovviamente, speriamo di ribaltare il giudizio di primo grado in appello, ma la sentenza di archiviazione con cui il procuratore federale Stefano Palazzi ha riscritto, pur senza conseguenze, la storia sportiva di Calciopoli rappresenta già una grande rivincita”.

 
 
 

Gazzetta - Rizzoli: "Per me era rigore.."

Post n°6723 pubblicato il 27 Novembre 2012 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Protagonista dell'episodio che ha deciso Milan-Juventus, Nicola Rizzoli ha trascorso un lunedì tranquillo, lontano dalle polemiche, neppure troppo accesse, del post-partita. La "Gazzetta dello Sport" svela lo stato d'animo dell'arbitro che avrebbe rivelato ad alcuni amici di aver preso autonomamente la decisione del rigore in occasione del presunto fallo di mano di Isla (poi rivelatosi inesistente):

"In campo era da fischiare, la realtà televisiva altera le percezioni e non ci sono neppure tutte queste certezze...".

Rizzoli avrebbe poi espresso con il designatore il proprio apprezzamento per la sportività dei giocatori della Juventus in cui atteggiamento positivo, dopo il rigore concesso al Milan, gli avrebbe permesso di non perdere concentrazione:

"Le proteste sono state molto civili e questo mi ha permesso di continuare ad arbitrare (molto bene, ndr) con la massima concentrazione".

 
 
 

C’è violenza (privata) e violenza...

Post n°6722 pubblicato il 27 Novembre 2012 da nadir63l
 

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Immagine IPB


di F. Del Re


Ci informa il sito on line de La Repubblica , e ci perdonerete la citazione di tale fonte, che il DS dell'Inter, Marco Branca, ha affermato perentoriamente che il calciatore Wesley Sneijder non sarà più convocato finchè non si deciderà ad accettare una modifica contrattuale necessaria.

Branca non specifica in cosa consista tale modifica; fossimo figli di Celentano penseremmo ad una decurtazione dell'ingaggio o a questioni sui diritti d'immagine; nè specifica se questa modifica debba essere inserita nel contratto in essere o debba considerarsi necessaria per un eventuale rinnovo dello stesso; nel primo caso la questione avrebbe risvolti persino ricattatori.

Comunque sia, la vicenda ricorda "vagamente" quella di un altro dirigente del calcio italiano: Luciano Moggi, che venne accusato dalla procura di Roma, insieme ai soci della GEA World, di associazione a delinquere finalizzata al controllo del calcio mercato.

Di tale immonda accusa non rimase nulla, se non una misera, meglio: miserabile condanna per violenza privata, attuata nei confronti del calciatore Nicola Amoruso, assunto agli onori della cronaca più per questa storia che non per le sue gesta in campo, in quanto Moggi, nel tentativo di convincerlo ad accettare la cessione dalla sua Juventus al Perugia, gli disse che per lui a Torino ci sarebbe stata solo la tribuna, in quanto l'allenatore aveva fatto legittime scelte tecniche (non indotte dalla società) che escludevano il suo utilizzo.

Quella sentenza, secondo i più maliziosi, venne emessa non tanto perchè un dirigente sportivo non possa tentare di convincere un suo giocatore ad accettare un trasferimento, quanto perchè un'eventuale assoluzione di "quel" dirigente avrebbe clamorosamente sconfessato la teoria del Moggi capo cupola, che faceva gioco nel processo Farsopoli a Napoli, ma non solo; avrebbe screditato anche e soprattutto le teorie accusatorie di tal Luca Palamara, che da lì a breve sarebbe stato eletto presidente dell'ANM; e pareva decisamente brutto che il presidente in pectore dell'ANM rimediasse una tal figura.

Ora: fossimo in America quella sentenza romana avrebbe fatto giurisprudenza e quindi oggi Marco Branca si dovrebbe preoccupare di scegliersi un bravo avvocato per difendersi dall'accusa di violenza privata ai danni di Wesley Sneijder; fortunatamente per Branca, DS dell'Inter, siamo in Italia, dove le sentenze non fanno giurisprudenza, ma solo e semplicemente ridere; o pena, se ti chiami Luciano Moggi e sei DG della Juventus...

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2658

 
 
 

     

 

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