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Messaggi di Gennaio 2013

Le squalifiche e l'incompetenza

Post n°6938 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da nadir63l
 



Immagine IPB

di F. Filippin

Sono arrivate.
Puntuali.
Mi riferisco alle squalifiche post Juventus – Genoa, che hanno colpito allenatore, giocatori e dirigenti.
Non che non ce lo aspettassimo: le proteste erano state veementi e il battage promozionale perché venissero comminate, da parte di tutti i media, era stato tale che un esito diverso non era prevedibile.
Probabilmente qualcuno sarà anche rimasto deluso, soprattutto in chi sperava in una Juventus decimata, perché alla fine l'unica squalifica decisiva potrebbe essere quella di Bonucci, visto che Chiellini è infortunato e il turno di Vucinic era dovuto in quanto in diffida.
Quanto all'inibizione di Marotta non ho ancora capito cosa comporti in concreto; credo nulla, visto che ci sono ben noti dirigenti, che, seppur plurisqualificati e pregiudicati, continuano bellamente ad operare, ottenendo addirittura incarichi nei massimi organismi calcistici.
Ma questa è un'altra storia.

Quanto a Conte, beh, immagino che dopo quello che gli è stato fatto in precedenza, questo non sia niente, o, forse, temo che la sua pazienza, già messa a dura prova, sia ormai al limite, con conseguenze che neppure voglio immaginare.
Bizzarro come, a fronte di un arbitraggio assolutamente scandaloso per pochezza tecnica e quanto a personalità, ci si sia soffermati praticamente solo sulla reazione juventina e non sul contenuto della stessa.
La conferenza stampa post partita di Conte è stata chiara: l'allenatore non si è lamentato, pur avendone tutti i motivi, della mancata concessione del (o dei, non so neanche quanti) rigore, ma di quanto gli è stato riferito dall'arbitro a scusante (?!?).
“Non me la sono sentita”.
Ovviamente, c'era da aspettarselo, è arrivata, pur in via informale, anche la puntuale smentita del diretto interessato (figuriamoci), secondo il quale la frase sarebbe stata più o meno: “ Per me è involontario. Non me la sento di concedere un rigore così”.
La cosa puzza un po' e si sente tutto il rumore delle unghie che cercano di arrampicarsi sullo specchio.
Se il rigore non c'è, perché il tocco di mano è involontario, non lo si fischia e basta: non ha senso dire che non ce se la “sente”, con un verbo che in questo uso riprova un evidente senso di arbitrarietà.

Non sappiamo quali saranno gli sviluppi, ma ci pare che quantomeno sarebbe dovuta una indagine sul punto da parte di chi è preposto a farlo, anche senza una espressa denuncia.
L'episodio è grave e non può essere trascurato.
Al massimo si giungerà alla conclusione che non è possibile risalire all'esatta versione, ma una verifica è doverosa.

Quanto al resto, abbiamo assistito ancora una volta a qualcosa che assomiglia sempre più ad una farsa: i vertici arbitrali non sanno se era rigore o no.
Addirittura è necessaria una richiesta di chiarimenti all'UEFA e alla FIFA, che, immagino, sorrideranno un po' alla sua ricezione.
L'episodio è assolutamente banale, di quelli che capitano tutte le domeniche e in più partite ogni domenica, e non sapere cosa fare (se fosse credibile) riproverebbe ancora il totale pressapochismo in cui versa il calcio italiano.

Una domanda: se durante Chievo – Juventus si ripetesse un episodio analogo, cosa dovrebbe fare l'arbitro? Sospendere la partita in attesa di risposta da parte dell'UEFA?
Suvvia, la morale è sempre quella: piuttosto che dire che la Juventus ha ragione, meglio passare per “incompetenti”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2776

 
 
 

Anelka, contratto depositato: si attende l'ufficialità Juve

Post n°6937 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Si aspetta solo il transfer della Fifa, il francese può essere l'arma in più di Conte a Verona contro il Chievo

Anelka, contratto depositato: si attende l'ufficialità Juve© LaPresse
TORINO - Manca solo l'annuncio ufficiale per Anelka bianconero. Oltre ad allenarsi con la squadra il francese oggi ha ricevuto anche la notizia che la federazione cinese ha prodotto il documento che la Juve attendeva per depositare il contratto del giocatore e adesso si attende solo l'ultimo passaggio, il ricevimento del transfer dalla Fifa entro domani. Nicolas Anelka scalda i motori, la sua forma fisica è buona e potrebbe far parte già della spedizione bianconera a Verona per la partita contro il Chievo.

 
 
 

Te la senti di essere Juventino?

Post n°6936 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di G. Fiorito

Nel 1961 l’Inter aveva ottime chance di vincere lo scudetto. Il 16 aprile si giocò il match con la Juventus e il pubblico, che per l’ingente numero di tifosi faceva ressa da tutte le parti, si assiepò a ridosso delle panchine. I nerazzurri se la giocarono, ma l’allenatore, Helenio Herrera, chiese la sospensione della partita per invasione di campo e ottenne il 3 a 0 a tavolino. Erano gli anni della Juve della Prima Stella. Umberto Agnelli non era solo il presidente di quella squadra strepitosa, ma anche della FIGC. L’avvocato Chiusano fece valere il peso politico e il match fu rigiocato. L’Inter si rilassò, perse terreno e non poté colmare il distacco dalla Juve. In compenso se la legò al dito e nonostante parecchie testate straniere ogni tanto ci ricordino che Angelo Moratti, padre di Massimo, pare avesse l’abitudine di omaggiare gli arbitri di offerte più sostanziose che non le magliette contestate a De Santis e in tempi recenti la società internazionale abbia prediletto i golfini di cachemire al solito gagliardetto, agli inizi del nuovo millennio scatenò una rete di spionaggio per farla pagare alla Juventus, riuscendoci con l’appoggio di tutte le massime istituzioni sportive e probabilmente con la complicità della procura di Napoli.

Potere politico e potere mediatico non difettano al Milan, che nel 2006 uscì da calciopoli limitando al massimo i danni e facendo di necessità virtù, addirittura andando a vincere la Champions League. Il suo presidente vicario, Galliani, era anche presidente di Lega, ma la cosa non suscitò né presso la procura federale né presso i media sensazioni da conflitto di interesse. Il sostituto di Berlusconi, al quale la squadra in fin dei conti appartiene ed è stato a lungo il presidente del consiglio dell’Italia intera, sfruttò la carica che più gli faceva comodo a seconda delle occasioni e in tal modo fu libero di cenare e telefonare a Collina senza che nessuno ebbe a risentirsi. Che poi Berlusconi sia stato e sia al centro di alcuni conflitti di interesse di proporzioni macroscopiche per la vita di tutto il paese, uno può anche non saperlo, sebbene sia un maggiore dei carabinieri, futuro colonnello e capo di gabinetto della giunta De Magistris della stessa città dove si tiene il processo di calciopoli del quale ha orchestrato le indagini. Pertanto, essendo all’oscuro del fatto che Mediaset proprio a Berlusconi appartiene, lo può dichiarare sotto giuramento nell’aula 216.

Potere politico e potere mediatico sono diventati il problema della Juventus. Del quale la sudditanza psicologica inversa della quale soffre la classe arbitrale italiana è solo l’effetto più tangibile.
Sabato 26 Gennaio i nervi sono saltati. Sul finire del match contro il Genoa l’arbitro Guida non ha assegnato alla Juve un rigore che c’era. Calciopoli. La serie B. Il ritorno in serie A costellato di svarioni arbitrali e di favori all’Inter. La squalifica di Conte e il Napoli graziato. La Lazio nemmeno giudicata. Hanno un bel coraggio tutti, da Allegri a Moratti a Mazzarri, dimentichi delle manette di Mourinho, del tormentone del gol di Muntari e dell’ultima finale di Coppa Italia.
Per la società bianconera è stata però una caduta di stile. Lo stile Juventus, che una volta poteva abbeverarsi all’immagine di un uomo che ha segnato un’epoca e del quale appena due sere prima si era commemorata la scomparsa. Dieci anni senza Gianni Agnelli. Quasi nove senza Umberto.
L’Italia è radicalmente mutata, anche se tutti si adoperano gattopardianamente per il mantenimento di uno status quo ormai insostenibile. LA FIAT non ha più il peso specifico che aveva avuto con l’avvocato e il dottore, ma non vale così poco nella vita economica e sociale del paese quanto la Juventus dentro le stanze del potere sportivo.

Influenza politica e mediatica sono il tallone d’Achille della società bianconera, che soffre il peso della disfatta di calciopoli, sulla quale grava come un lutto l’indifferenza che la famiglia manifestò nei giorni della sconfitta, sintetizzata da John Elkann quando disse: “Siamo vicini alla squadra e all’allenatore”. Non ai dirigenti, dal momento che da tempo Blanc era già stato designato alla loro successione.
A farci del male da soli siamo stati bravi anche sul piano mediatico. Giraudo se ne era già accorto, anche se tra le ridicole accuse di calciopoli, liquefatte dalla sentenza di Napoli, c’era pure quella di esercitare un potere mediatico attraverso il "Processo del lunedì" e un semi inviato della RAI, Ignazio Scardina, completamente scagionato. Blanc ci aveva lavorato. Era nata Juventus Member, che aveva raccolto e tesserato i tifosi sul web. In televisione era arrivato Juventus Channel. A mio avviso due carte spese male. Del canale televisivo mi sono stancata quasi subito. Su quanto fosse brava, buona e bella la Juve di Ranieri e pure gli arbitri nutrivo seri dubbi. Le partite d’epoca me le facevano altri canali di SKY. Mai poi che si facesse non dico una trasmissione, ma nemmeno un accenno a calciopoli.
Il blog era nato, come si disse, nel tentativo di testare la possibilità di un azionariato popolare. Non so quanto ci fosse di vero in quest’affermazione, ma la Juventus si ritrovò in casa un salotto di tutto rispetto. Esperti di calcio, storici della Juventus, brillanti autori di satira calcistica, persone piene di talento per la scrittura, il confronto e la Juve. Superata la fase di censura riguardo a calciopoli con l’avvento di Andrea Agnelli, il blog è passato di mano e i nuovi amministratori hanno pensato bene di farne la pessima copia di un social network, con il risultato di disperdere i fruitori più assidui, che si frequentano ancora nella vita vera e su altri siti virtuali.

Nonostante la Juventus sia tornata a vincere un titolo nazionale, le ferite sono rimaste tutte aperte e i contrasti con la federazione si sono acuiti a causa della richiesta di risarcimento formulata dai legali di Andrea Agnelli. La FIGC ha preferito dichiararsi incompetente piuttosto che tornare sui suoi passi e revisionare il processo sportivo del 2006. Né Andrea Agnelli né Massimo Moratti hanno un posto nel consiglio di Lega, nel quale, oltre a un paio di rappresentanti dal dubbio passato, tra i quali spicca Preziosi, è ritornato da vicepresidente Galliani, in ossequio al detto che tra due litiganti il terzo gode. Non è servito scegliere di approvare la candidatura di Abete alla presidenza. Come non era servito piegarsi a partecipare al tavolo della pace, miseramente fallito. E non servirà passare dall’acquiescente silenzio di Cobolli Gigli alle urla di Conte e Marotta.

Le responsabilità stanno tutte nel vuoto di potere che si determinò alla morte di Gianni e Umberto, nel gioco degli equilibri interni ed esterni alla Juventus. Nella resa incondizionata che depose su un piatto d’argento la testa della zebra.
Se Andrea Agnelli vorrà riportare la Juventus al posto che le spetta dovrà fare di più. Cominciando da quell’acquisto che sfugge oramai da qualche anno: un centravanti di qualità. Il Napoli sarà stato accompagnato alla sfida, ma la differenza la fa Cavani e non solo le giacchette nere. Lo sapeva bene Umberto quando andò a prendersi Sivori e Charles. Occorre poi ricominciare a tessere una rete di relazioni e di equilibri di potere che inizino proprio dove tutto ha cominciato a disfarsi e cioè dentro la famiglia. Affinché si sfruttino le risorse che fino ad oggi sono state tenute latenti. Da quelle economiche a quelle che riguardano la sfera dell’informazione.
Nessuno pensa che sia una cosa facile. Ma uno Juventino lo sa quale sia la domanda da porsi.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2775

 
 
 

CONFERENZA LIVE - CONTE: "Nei 180 minuti avremmo meritato la qualificazione. Complimenti alla Lazio.

Post n°6935 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Proteste? Arbitro impeccabile, Vucinic si è tuffato, Giovinco svenuto per calo zuccheri"

© foto di www.imagephotoagency.it

Antonio Conte sta rispondendo alle domande dei cronisti nella sala stampa dell'Olimpico. TuttoJuve.com sta riportando integralmente ed in tempo reale le sue dichiarazioni:

Buonasera mister, risultato giusto secondo leIi?
"In tutta sincerità, io penso che nei 180 minuti la Juventus avrebbe meritato qualcosa di più, tra andata e ritorno. Poi il calcio è questo, dispiace perchè ci tenevamo ad andare in finale. Complimenti alla Lazio, perchè alla fine chi vince ha sempre ragione e quindi complimenti a loro".

Quando dice qualcosa in più, intende la qualificazione? Perchè non è che ci possa essere un pareggio, o si qualificava o non si qualificava....
"Sì".

L'abbiamo vista in qualche episodio imprecare, protestare. C'è qualcosa in particolare su cui recrimina, qualcosa che contesta?
"No, no, no, assolutamente. Io parlavo con i miei giocatori, non ho imprecato, non ho protestato. Oggi penso sia stata una direzione perfetta, quindi...".

Vista l'intensità che avete messo, soprattutto nel primo tempo, non ha il rammarico di avere forse esagerato con le seconde linee? Magari mettendo Pirlo e Marchisio un po' prima...
"Magari se avessimo messo prima Pirlo e Marchisio non avremmo avuto questa intensità. Marchisio veniva da due partite ravvicinate, veniva da un infortunio, quindi non aveva una terza partita nelle gambe in sette giorni. Pirlo veniva da un infortunio e rischiarlo oggi dall'inizio significava mettere in seria difficoltà la sua presenza con il Chievo, come il discorso di Vucinic che abbiamo affrontato per tutto questo tempo. Quindi eranoi scelte, tra virgolette, obbligate, ma le avrei fatte lo stesso perchè noi la Coppa Italia l'abbiamo utilizzata per andare avanti e per dimostrare che io ho grande fiducia in questi ragazzi. Non mi hanno tradito neanche stasera e quindi sono molto contento delle risposte che ho avuto. Sappiamo che dietro gli undici possiamo contare su ragazzi che anche in serate come queste, dove c'è un bellissimo pubblico, c'è una bellissima atmosfera, una semifinale di Coppa Italia, danno ampie garanzie".

Ti abbiamo sentito commentare gli episodi in televisione, volevo sapere, al di là delle battute, se ci sia stato un piccolo condizionamento dopo le polemiche di questi giorni, e poi se alla luce dei risultati di questo gennaio si può parlare di crisi...
"Io ho visto un pochettino gli episodi e debbo dire che la direzione è stata impeccabile, perchè Vucinic si è tuffato sulla prima situazione, Giovinco è svenuto in area per un calo di zuccheri. Secondo me le situazioni sono state affrontate nella giusta maniera e quindi siamo...".

Sta prendendo in giro?
"No, io non sto prendendo in giro....Lei mi sta chiedendo, io sto rispondendo. Se alzo la voce e faccio polemica con l'arbitro....".

Siete in crisi?
"Sai, questa è una grande crisi, siamo in piena crisi, quindi bisogna fare grandissima attenzione e fare attente valutazioni perchè mettiamo a repentaglio la qualificazione in Champions, quindi dobbiamo fare grande attenzione. Sarà molto difficile vincere lo Scudetto in Italia soprattutto se continuiamo a non fare risultati".

Hai notato che tranne contro l'Udinese c'è stata sempre almeno una grande disattenzione difensiva? C'è qualcosa che si è inceppato in quello che era il punto di forza della squadra?
"Ripeto, quando dico che siamo in crisi, siamo in crisi su tutto, anche a livello difensivo. Non solo gli attaccanti, ma anche a centrocampo e a livello difensivo. Si è inceppato il meccanismo è bisogna essere bravi a ritrovare questo meccanismo".

Mister, ha voglia di portare avanti la conferenza, oppure...
"Ma io sono molto sereno, ma volete vedere sempre Conte arrabbiato? Io mi sto comportando...ho detto che la Lazio... ho fatto i complimenti alla Lazio per la qualificazione, sto dicendo che siamo in crisi, vi sto dicendo che è da tanto che non stiamo facendo risultati...voi mi fate delle domande...".

La Juventus ha fatto una grande partita, non ci sembra una squadra in crisi...
"Allora mettetevi d'accordo. Scusate, adesso un giornalista mi ha fatto una domanda e mi ha chiesto: 'Ma siete in crisi in virtù dei risultati?'. Io ho detto: 'Sui risultati c'è una grande crisi'".

C'era un evidente rigore a favore della Juventus, perchè lei dice che i giocatori sono svenuti?
"Ma quando? Ma quando? Se mi chiedete la mia interpretazione, io vi dico che quello su Vucinic non era rigore. Quello su Giovinco non era rigore, è svenuto, anzi Giovinco doveva prendere la seconda ammonizione e doveva essere espulso".

Questo non è un atteggiamento corretto da parte sua...
"Va bene".

Siete la squadra migliore, ma come mai in 180 minuti, al netto di errori arbitrali la Juventus ha fatto solo due gol? E in difesa avete preso due gol...
"Partiamo dal presupposto che io non ho visto grossi errori arbitrali anche all'andata. Penso che il tocco di Vucinic non fosse rigore. Anzi credo che Peluso....il gol della Juventus fosse da annullare. Io le ho riviste bene, Peluso si è appoggiato e ha fatto fallo, mentre il rigore di Vucinic non era rigore, si è buttato".

Risponda seriamente...
"Guardi che io sto rispondendo seriamente, non è che non sto rispondendo seriamente. Volete che io faccia sempre polemica? Adesso vedete un Antonio Conte bon ton, lord, sotto tutti i punti di vista. Vengo col cappello, mi presente qui e dico: 'Buongiorno, sono lord inglese, abbiamo perso meritatamente, non parliamo degli arbitri e non parliamo di niente'. Se non siamo riusciti a fare gol è stata brava la Lazio, perchè la Lazio ha una grandissima difesa. La Lazio difficilmente poi quando va sotto vince la partita. Ma io non voglio togliere nessun merito alla Lazio. La Lazio ha fatto una grandissima partita sotto tutti i punti di vista. Hanno meritato, ci hanno eliminato, complimenti a loro. Io penso che noi abbiamo dato tutto e potevamo sicuramente nell'arco dei 180 minuti.... lasciamo stare gli episodi, qualcosa in più la meritavamo. Poi se vuoi avete visto qualcos'altro, io ho grande rispetto....se voi mi chiedete sugli episodi arbitrali, io vi dico quello che ho visto. Vucinic si è è buttato, va bene?".

Che idea si è fatto della Lazio e di Petkovic?
"La Lazio è una buonissima squadra e complimenti a Petkovic, sta facendo molto bene. Secondo me la Lazio stava facendo molto bene anche l'anno scorso con Reja, poi ha avuto una serie di infortuni che ne hanno pregiudicato il cammino. L'arrivo di Petkovic ha portato sicuramente una ventata di novità a livello di organizzazione per loro. Quindi grandissimo rispetto per la Lazio, sta facendo molto bene. Complimenti anche al presidente perchè in poco tempo ha rimesso su una situazione e la Lazio può competere per lo Scudetto, può vincere la Coppa Italia. E sta anche in Coppa Uefa"(redazione TuttoJuve.com)

 
 
 

Juventus - anticalcio, pagelle

Post n°6934 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Vince l'anticalcio...con la solita spintarella

Immagine IPB

Vince l'anticalcio...con la solita spintarella


L'anticalcio si qualifica per la finale di Coppa Italia dopo due partite che suggerivano tutt'altro risultato.
Anche stasera errori marchiani dell'arbitro (2 nettissimi rigori negati a Vucinic, in apertura, e Giovinco, nel finale; e più in generale una direzione a dir poco casalinga che ha visto tollerare per tutta la partita le dure entrate di difensori e centrocampisti laziali) hanno deciso una partita che avrebbe meritato di vedere tutt'altro risultato.
Che dire, da parte dei laziali due tiri (colpi di testa ravvicinati su cross telefonatissimi) due gol. Per la Juve il solito dominio, un gol (sarebbe stato quello dei supplementari) nel finale e le solite decine di palle gol sciupate (clamorosa quella capitata all'ultimo respiro sui piedi di Marchisio che ha sciupato clamorosamente a pochi centimetri dalla porta).
Amarezza e delusione per una qualificazione che era assolutamente a portata di mano.


PAGELLE

STORARI 2 Non ho sbagliato a digitare. Questa sconfitta porta principalmente il suo nome. 2 tiri, 2 gol. Su 2 cross lentissimi che potevano, anzi, DOVEVANO essere sua preda nell'area piccola. Sarò duro, ma è pronto per la pensione.

BARZAGLI 6,5 Viene difficile giudicare la prestazione dei difensori dato che gli attaccanti laziali non hanno mai provato realmente ad affondare.

BONUCCI 6,5 Vedi sopra.

PELUSO 5,5 Nel complesso buona prestazione. Con Storari -soprattutto- e, forse, Padoin si divide le responsabilità del primo gol laziale.

ISLA 6 La forma e la consapevolezza crescono.

VIDAL 6,5 Alla buona prestazione ha aggiunto anche il gol...dell'illusione.

MARRONE 6,5 Sbaglia qualche passaggio di troppo ma nel complesso è autore di una buona prestazione in ogni fase di gioco.

MARCHISIO 3 Sicuri che sia entrato in campo a 20' dalla fine? Invisibile fino al minuto 96 quando a meno da un metro dalla porta, completamente solo, arriva molle sulla palla e la mette sul fondo. Sarebbe stato il gol qualificazione.

PADOIN 5,5 Vedi Peluso.

PIRLO 6 Non precisissimo ma buon impatto sul terreno di gioco dopo qualche settimana di "riposo".

GIACCHERINI 6,5 Come la settimana scorsa, invito il Mister ad impiegarlo con maggior continuità sulla fascia sinistra.

QUAGLIARELLA S.V. Gioca troppo poco per essere giudicato. Avrebbe meritato uno 0 quando ha sparato il pallone lontanissimo dalla porta con un tiro dalla tre-quarti.

VUCINIC 6 Non trova spazi per concludere a rete ma ne crea tantissimi per gli inserimenti dei compagni (che scelleratamente sciupano).

GIOVINCO 5 Non gioca male e meriterebbe la sufficienza. Ma un attaccante non può sprecare occasioni come quella (che s'è creato benissimo da solo) in chiusura di primo tempo o quella nel finale di partita quando solo (SOLISSIMO) davanti a Marchetti calcia alla cieca e becca in pieno il portiere laziale prima che Marchisio mettesse fuori sulla ribattuta.

CONTE 10 Per il solito motivo. La sua Juve domina e i due gol subiti sono talmente insensati che fanno rabbia. Solo una cortesia: BASTA STORARI. Con un vero portiere sarebbe stata finale.

COSA VA La condizione fisica in netto miglioramento.

COSA NON VA Tante, troppe cose. Due tiri (evitabilissimi), due gol subiti. Non si finalizza l'enorme mole di gioco creata (e non solo per colpa degli attaccanti, vero Marchisio?). Non ci fischiano più un rigore.

MIGLIORE IN CAMPO: GIACCHERINI

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...lio.asp?id=2774

 
 
 

UN PO' COLPA NOSTRA, UN PO' NO....

Post n°6933 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da nadir63l
 

© foto di www.imagephotoagency.it

La partita con la Lazio era attesa per capire e vedere la reazione bianconera. Conte sceglie la migliore formazione con cambiamenti sulle fasce.

LA JUVE PARTE FORTE, BANTI NO: la Juve comincia alla grande la sfida dell'Olimpico con grande ritmo e pressing. Lazio schiacciata e pressione che si concretizza in una bellissima verticalizzazione per Vucinic, Marchetti lo stende ma Banti dice di no. Il replay evidenzia il rigore netto. I bianconeri protestano per un po', questa volta nessuna ammonizione. E' una Juventus convincente, la Lazio soffre. La Juventus e' tesa, carica e i cartellini per Giaccherini e Isla testimoniano la voglia di fare. La gestione dei cartellini lascia a desiderare, 2-0 per la Juve dopo 30 minuti. Dopo il timore iniziale la Lazio reagisce e un episodio dubbio avviene anche in area bianconera. L'intervento di Isla su Klose, intervenuto dopo uno stop di petto del cileno lascia a desiderare. La seconda parte del primo tempo e' più equilibrata, ma la Lazio e' molto attendista e la Juventus poco precisa negli ultimi metri.

FINALE JUVE: i due minuti di recupero regalano un'altra doppia grande occasione per la Juventus con un quattro contro tre, Vucinic impegna Marchetti. Nell'ultimo secondo ancora Giovinco che fa una magia, ma il tiro rimane in canna. Bellissima Juve, comunque nel primo tempo, peccato per i soliti metri finali.

ERRORE DIFENSIVO: la Juventus dopo il bel primo tempo sembra abbassare l'attenzione e la Lazio sfrutta una mancata intesa nella difesa bianconera con Peluso che non chiude e Gonzalez che insacca di testa. Come all'andata e come accade ultimamente alla Juventus, primo tiro degli avversari e primo gol.

NESSUNA REAZIONE: I bianconeri sembrano aver sentito il colpo e la reazione non si vede, troppa imprecisione e la Lazio che si chiude bene. Altri due episodi dubbi avvengono poi in area biancoceleste. Prima Ciani, poi Dias si prendono cura di Giovinco, episodio simile a quello di Isla su Klose nel primo tempo. I minuti passano, entrano anche Pirlo e Quagliarella al posto di Padoin e Giaccherini. La Juventus, però non crea veramente nulla e dopo il bel primo tempo nella ripresa sembra essere scomparsa.

RE ARTURO E NUOVO ERRORE E FINALE FANTASTICO: quando tutto sembrava perso, andato, nel recupero ci pensa Re Arturo a pareggiare i conti in tutti i sensi con un gol bellissimo. Neanche un minuto e la difesa bianconera ne combina un'altra perdendosi Floccari. Il finale e' bellissimo: miracolo di Marchetti su Giovinco e Marchisio a porta vuota la mette a lato.

La Juventus perde una partita sfortunata che vede ancora i bianconeri subire due gol in due tiri. La reazione Juve c'è stata nel primo tempo e nel finale del secondo, troppo tardi. I bianconeri pagano le incertezze difensive gravi.

 
 
 

Vucinic, come un derby. Pirlo c'è, ma non si rischia

Post n°6932 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Il montenegrino, squalificato in campionato, vuole la finale di Coppa Italia: sta bene. Giovinco in pole contro la Lazio

Vucinic, come un derby. Pirlo c'è, ma non si rischia© LaPresse
TORINO - Avete presente il Vucinic furioso di Juve-Genoa? Bene, è carico e voglioso di guidare la Juve alla finale. Serve un’impresa, stasera all’Olimpico di Roma contro la Lazio. Serve un successo, oppure un pareggio con due o più gol. Tocca a Mirko, quindi. Versione baffi all’arrabbiata: squalificato per la prossima di campionato, responsabilizzato per questa sfida da dentro o fuori. Sta bene, sta superando il problema al tendine. Si è caricato in famiglia, con il clan arrivato dal Montenegro e adesso punta al colpo. Che è nelle sue corde ed è nella corde della Juve che gioca in attacco in casa e pure fuori. Vucinic subito nel suo derby particolare dopo i trascorsi in giallorosso, con Giovinco favorito su Quagliarella . Così nell’allenamento di ieri al centro sportivo zebrato.

RIECCO IL GENIO - Pirlo è convocato, darebbe la disponibilità. Il polpaccio, però, non ha messo giudizio. Non si vorrebbe rischiarlo. Conte pensa a Marrone . Marchisio, reduce dalla febbre, sarà risparmiato. Gli altri del centrocampo sono Padoin e Giaccherini . Sulla destra riecco il “testata” Isla che cerca risposte importanti.

 
 
 

Lippi alla Gazzetta: "Anelka ha gran classe e bisogno di stimoli"

Post n°6931 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Marcello Lippi ha detto la sua sull'arrivo del francese Anelka alla Juventus dalle colonne della "Gazzetta dello Sport":

"L'arrivo di Anelka? La Juve sa cosa serve. Vedo i tifosi un po’ scettici, ma ha gran classe e forse gli servono stimoli. La Juve ha un gioco corale, totale, la fatica distribuita equamente: gli attaccanti pressano, rientrano e forse a volte non sono lucidi. Ecco perché da tempo è in cerca. Pogba? Una forza della natura, un predestinato. Geometrie, tiro forte, personalità. Mi sembra più importante da mezzala. L'Avvocato Agnelli? Personaggio unico: gli statisti mondiali lo avevano come punto di riferimento più dei politici. Ricordo la dolcezza dell’ultimo incontro, stava per morire. Chiamò me e Moggi per rivivere gli ultimi successi: senza capelli, sofferente, con una copertina di lana per il freddo, sul divano. Mi piace accomunarlo al Dottore a volte è stato oscurato dal fratello: era competente anche lui".

 
 
 

UFFICIALE: CEVALLOS È DELLA JUVENTUS

Post n°6930 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Importante colpo di mercato in prospettiva per la Vecchia Signora

Il colpo era nell'aria ormai da diversi giorni. Poco fa è diventato ufficiale: José Francisco Cevallos Enríquez (18) è un nuovo calciatore della Juventus. La squadra bianconera si aggiudica, quindi, uno dei talenti più promettenti del calcio sudamericano, messosi in luce nel campionato di calcio Sub20 con la maglia dell'Ecuador. Centrocampista offensivo ma anche trequartista e all'occorrenza interno, il giovanissimo calciatore è un destro naturale: molto tecnico e dal fisico già ben strutturato, le sue principali doti sono passaggi e assist ma essendo dotato di un buon tiro va anche spesso in gol; l'intelligenza tattica che possiede, inoltre, fa già capire che diventerà un giocatore importante. L'acquisto di Cevallos conferma la linea juventina improntata sui giovani ma anche la capacità di saper fare mercato pensando al futuro, nonostante l'arrivo di Nicolas Anelka possa far erroneamente e superficialmente pensare al contrario. Il centrocampista classe '95 è, di fatto, il quarto arrivo dalle parti di Vinovo nella sessione di mercato invernale dopo gli annunci di Peluso, quello imminente per Anelka (si aspetta il transfer dalla Cina) e quello relativo al contratto quadriennale firmato da Fernando Llorente, che arriverà solo a luglio. José Cevallos, invece, arriverà subito e proseguirà la stagione, molto probabilmente, nella Primavera della Juve. Ecco, di seguito, il comunicato ufficiale con cui la Vecchia Signora ha annunciato l'ingaggio di questo prezioso diamante ecuadoregno, raccontanto in pillole la sua fin qui breve carriera e spiegando le modalità con le quali è stato acquistato:

José Francisco Cevallos Enríquez proseguirà la stagione in corso con la Juventus. La società bianconera ha infatti raggiunto con la Liga Deportiva Universitaria de Quito un accordo per l’acquisizione a titolo temporaneo delle prestazioni sportive del giocatore, con diritto di opzione per l'acquisizione definitiva.

Cevallos è uno dei giovani più interessanti del panorama intercontinentale: talentuoso centrocampista, nato il 18 gennaio 1995 a Guayaquil, nonostante la giovanissima età fa già parte della Nazionale Under 20 dell'Ecuador, dopo aver vestito la casacca della rappresentativa Under 17 per due stagioni.

 
 
 

Pugno duro del giudice sportivo: due giornate a Conte e Bonucci, una a Chiellini e Vucinic.

Post n°6929 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da nadir63l
 

 Marotta inibito fino al 18/02. Multe a società, tecnico e giocatori! Le motivazioni...

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pioggia di squalifiche e di multe per i tesserati della Juventus coinvolti nel concitato post-partita di Juventus-Genoa. Il giudice sportivo ha usato il pugno duro nei confronti dei bianconeri: due giornate di squalifica per Antonio Conte e Leonardo Bonucci, una giornata per Chiellini. Inibizione fino al 18 febbraio per l'amministratore delegato Beppe Marotta. 50mila euro di multa per la società bianconera, 10mila euro a Bonucci, 10mila euro a Conte e 5mila euro a Chiellini. A questi provvedimenti disciplinari si aggiunge anche il turno di squalifica inflitto a Mirko Vucinic, che contro il Genoa ha rimediato la quarta ammonizione stagionale.

LE MOTIVAZIONI:

SQUALIFICA PER DUE GIORNATE EFFETTIVE DI GARA ED AMMENDA DI € 10.000,00
BONUCCI Leonardo (Juventus): per avere, al termine della gara, uscendo dal terreno di giuoco,
contestato platealmente l'operato degli Ufficiali di gara rivolgendo al Quarto Ufficiale
un'espressione ingiuriosa, e per aver poco dopo, negli spogliatoi, assunto un atteggiamento
intimidatorio nei confronti di un Arbitro addizionale rivolgendogli espressioni ingiuriose.

SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA ED AMMENDA DI € 5.000,00
CHIELLINI Giorgio (Juventus): per avere, al termine della gara, entrando sul terreno di giuoco
senza autorizzazione, contestato platealmente l'operato degli Ufficiali di gara.

VUCINIC Mirko (Juventus): per proteste nei confronti degli Ufficiali di gara; già diffidato
(Quarta sanzione).

SQUALIFICA PER DUE GIORNATE EFFETTIVE DI GARA ED AMMENDA DI € 10.000,00
CONTE Antonio (Juventus): per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco, fronteggiato
con atteggiamento intimidatorio il Direttore di gara e un Arbitro addizionale, contestando il loro
operato con espressioni ingiuriose, che reiterava poco dopo negli spogliatoi.

d) DIRIGENTI
INIBIZIONE A SVOLGERE OGNI ATTIVITA' IN SENO ALLA F.I.G.C. A RICOPRIRE
CARICHE FEDERALI ED A RAPPRESENTARE LA SOCIETA' NELL'AMBITO FEDERALE
A TUTTO IL 18 FEBBRAIO 2013
MAROTTA Giuseppe (Juventus): per avere, al termine della gara, negli spogliatoi, contestato
l'operato degli Ufficiali di gara, rivolgendo all'Arbitro, con atteggiamento intimidatorio,
espressioni ingiuriose.

Ammenda di € 50.000,00 : alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori, al termine della gara,
indirizzato numerosi sputi agli Ufficiali di gara mentre uscivano dal recinto di giuoco, colpendoli
al volto e sulla divisa; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13
comma 1 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine
a fini preventivi e di vigilanza.

GLI ALTRI SQUALIFICATI - Oltre agli juventini il giudice sportivo ha squalificato per due turni Miccoli ed Aquilani. Il capitano del Palermo, mandato anzitempo negli spogliatoi dalla panchina paga "per avere, al 45' del secondo tempo, rivolto dalla panchina al Quarto Ufficiale un'espressione ingiuriosa"; il centrocampista viola, espulso, paga "per avere rivolto all'arbitro un'espressione ingiuriosa". Un turno a Brivio (Atalanta), Alvarez, Castro (Catania), Antonelli (Genoa), Biava, Dias (Lazio), Britos, Campagnaro (Napoli), Aronica, Von Bergen (Palermo), Pjanic (Roma), Obiang (Sampdoria). Tra gli allenatori, un turno al tecnico del Palermo Gasperini "per avere, al 46° del secondo tempo, rivolto al Quarto Ufficiale e quindi all'Arbitro espressioni ingiuriose". Tra le societa', ammende a Atalanta (10.000 euro per cori di discriminazione razziale), Cagliari (3.000 euro), Lazio (1.000 euro

 
 
 

TASTIERA VELENOSA: VOGLIONO METTERE BAVAGLIO E MUSERUOLA!!!

Post n°6928 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da nadir63l
 

Protestare? Non va bene. Stare zitti, va bene....questo il messaggio. Se subisci un torto devi stare zitto. Se subisci un favore devi accettare il processo mediatico. Questo il messaggio che parte oggi dai giornali. Conte e Marotta in copertina rei di aver alzato voce e cresta per denunciare il terzo torto subito in quattro partite. Dirigenza e staff avevano accettato senza battere ciglio gli errori (gravi) di Juve-Samp e quelli di Lazio-Juve, soprassedendo sulla partita di fine dicembre a Parma. Sabato, all'ennesimo torto subito hanno alzato la voce, ma il palazzo intero non ha accettato. Turbato da tempi e modi, la critica e' arrivata da ogni lato. Chi parla di scandalosa reazione, chi di mancanza di stile Juve o semplicemente chi di vergogna. A noi sembra palese che quando la Juve subisce, per l'opinione pubblica debba stare zitta o mostrare Fair play come in Milan-Juve. Al contrario quando la Juve riceve un aiuto debba scusarsi e portare il fardello dell'aiuto subendo un processo mediatico senza fine. A questo gioco al massacro bisognerebbe sottrarsi perché è' chiaro che la Juventus da fastidio in tutto e per tutto. Le vogliono mettere una bella museruola o se preferite un bavaglio da abbassare solo per accettare e non protestare, ma ovviamente a comando, non autonomamente.

 
 
 

Tanti auguri a Buffon: il capitano della Juve fa 35 anni

Post n°6927 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da nadir63l
 

L'azzurro festaggiato sui social network e sul sito ufficiale della Juventus

Tanti auguri a Buffon: il capitano della Juve fa 35 anni© LaPresse
TORINO - Le parole dei suoi tifosi, i messaggi di chi lo ama da sempre. Gigi Buffon compie 35 anni ed il sito ufficiale della Juve racchiude così l'augurio totale del mondo bianconero per il portiere della Nazionale: "Sta vivendo la sua dodicesima stagione in bianconero e saranno quattordici quando scadrà il contratto che ha appena rinnovato, ma come ha già detto il presidente Agnelli, «continuare dipenderà solo da lui e dalle sue motivazioni: perché la Juve è la sua famiglia». Una famiglia con cui Gigi Buffon è cresciuto, fino a diventarne un simbolo. Una famiglia che è orgogliosa di lui e che, oggi che compie 35 anni, non può che fagli un mondo di auguri! Buon compleanno capitano!"

 
 
 

Volemose bene, odiamo la Juve...

Post n°6926 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da nadir63l
 

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Immagine IPB

di E. Loffredo

In queste ore è caldissima la querelle che vede contrapposta la Juve, nella persona del suo allenatore, al mondo arbitrale e al resto del calcio italiano. Non c'è nulla di cui meravigliarsi, da che calcio è calcio in Italia il “tutti contro la Juve" è lo schema più praticato. Gli ultimi fuochi dialettici non sono ovviamente isolati. Venivamo infatti dalle triviali dichiarazioni del presidente del Catania all'indirizzo del Presidente Agnelli. Queste settimane si possono intitolare infatti "da Catania a Catania", sabato prossimo ci sarà Napoli-Catania. Considerando quello che sta accadendo in queste ore è un intreccio curioso.

Molti si stanno affannando a censurare Conte, qualcuno come Preziosi osa additare lo stile Juve (da quale pulpito!), altri gli vorrebbero ascrivere la responsabilità delle tensioni che ci sono nel calcio italico. E già, è colpa di Conte. Restando ad esempio alla diatriba di lega tra Catania e Juve, c'è da riportare la lettera del dott. Ignazio Fonzo, Procuratore aggiunto di Agrigento, pubblicata il 22 gennaio sulla prima pagina del quotidiano La Sicilia. Il giornale siciliano precisa che «il dott. Fonzo, però, interviene nella sua veste di esperto di sport, avendo fatto parte di vari organi di giustizia del calcio, e da osservatore dei fenomeni di questo mondo». Evidentemente non ha «processi seri» cui attendere.

Il Procuratore siciliano sveste i panni del giudice per indossare quella del difensore d'ufficio del presidente del Catania. L'impresa poteva presentarsi difficile, quello che ha scritto il nostro (nel senso di "stipendiato da noi tutti") ci ha fatto capire che lo era ancora di più. Quando infatti un esperto di diritto, un magistrato della Repubblica deve ricorrere a frasi del tipo: «Stupisce (...) la reazione di autorevoli commentatori ad una battuta, forte ma provocata, del presidente del Catania Nino Pulvirenti all’indirizzo di Andrea Agnelli. Ma dove sta la lesa maestà? Cosa ha detto, o peggio, fatto il povero Pulvirenti da meritare gli strali dell’establishment?»; «Agnelli sa perfettamente che Pulvirenti non si è mai visto in dieci anni in Lega, perché il Calcio Catania è sempre stato presente, e lui lo sa, con l’allora Amministratore Delegato, Lo Monaco. Di contro la Juve è stata a lungo rappresentata da Luciano Moggi... E allora di che va cianciando quello che Moratti definì “giovin signore” rifacendosi a Parini?» Fonzo è davvero a corto di parole se deve ricorrere a citare cotanto dictu morattiano. Non riesce poi ad essere credibile chi vuole qualunquisticamente ancorare le sue arringhe ad argomenti da bar sport. Il meglio di sé però il "nostro" Fonzo lo dà quando scrive «Alcuni commentatori hanno scritto che Pulvirenti non sarebbe degno perché quest’estate avrebbe lasciato a terra i passeggeri di Wind Jet. Che c’entra? Qualcuno ha forse detto alla Juve che, invece di costruire lo stadio delle meraviglie, poteva evitare di mandare a casa gli operai di Termini Imerese, piuttosto che quelli di Pomigliano o di Menfi o del Lingotto?» . Dobbiamo dedurne quindi che tutti i magistrati italiani sputano sentenze senza sapere di cosa vanno scrivendo e motivando? Scrivere una cosa come quella appena riportata è una gaffe degna dell'intervento del CSM. Il "nostro" Procuratore aggiunto ricorre alla vecchia, stupida e infondata equazione FIAT=Juve. Conoscesse almeno le dinamiche societarie delle due aziende si guarderebbe bene dallo scrivere una simile panzana. Se poi si informasse sulla genesi e sulla nascita dello Stadium sarebbe ancora più accorto. Tralasciamo infine la tutela che la Juve otterrebbe dalla famiglia Agnelli, il "nostro" infatti scrive anche «non si poteva pretendere nulla di diverso da quotidiani ove la quota azionaria della famiglia Agnelli è ragguardevole».

Scoperto quindi che nel petto del Dott. Fonzo batte un cuore da tifoso catanese («lunga vita a Nino Pulvirenti!» ), quale fiducia dovremmo riporre nel suo operato di giudice delle corti di giustizia della FIGC? Ma in fondo se la pubblica accusa è sostenuta da Stefano Palazzi, non c'è da stupirsi che chi giudica abbia colori di bandiera (calcistica) che gli sventolano dentro.

Dopo il weekend torinese dell'arbitro che "tiene molto alle sorti del Napoli" e alle richieste provenienti dagli spogliatoi del Tardini che reclamano l'intervento della Procura federale contro le parole di Conte, la testa del tifoso non può che correre alla prossima giornata di campionato, in cui spicca un Napoli-Catania che si preannuncia essere una partita da “volemose bene, odiamo la Juve”. Lì dove si daranno convegno amoroso quelli che anche in Lega hanno fatto fronte comune. E non si venga a dire che interventi come questo mio fomentano la cultura del sospetto. Il male del sospetto nasce nelle azioni di spionaggio illegale organizzate da talune squadre prescritte, si propaga poi nelle richieste di verificare l'esistenza di tunnel nello stadio juventino e finanche nelle lettere a un giornale che un magistrato tifoso farcisce di qualunquismi e cori da tifoso.




Nota: ringraziamo per la segnalazione dell'articolo M.H.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...
 
 
 

CI VORREBBE UNA CURA DI FOSFORO!

Post n°6925 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da nadir63l
 

MBT: se non altro MEMORIA A BREVE TERMINE ossia quella parte di memoria che si ritiene capace di conservare una piccola quantità di informazioni chiamata span per una durata di 20 secondi circa. È contrapposta alla memoria a lungo termine, capace di conservare una quantità enorme, anche se non infinita, di informazioni.
Ci sembra chiaro che questo effetto abbia velocemente contagiato diversi napoletani ma anche non. Oggi tutti hanno il privilegio ed il diritto di poter fare la morale alla Juventus; da bravi “papà” bacchettano il suo comportamento poco rigoroso assunto ieri sera in occasione di Juventus-Genoa dinanzi ad un rigore stratosferico non concesso e la colpevolizzano per non aver avuto “stile” come invece dovrebbe essere per le grandi squadre o per i veri signori. Ma queste persone hanno davvero rimosso Pechino 2012?!
Forse hanno dimenticato le scenate da femminucce isteriche al termine della gara, proteste vigorose ed esasperate durate per circa 15 minuti ( o meglio fino ad Ottobre quando avrebbero voluto vendicarsi e invece ne hanno incassati altri 2!) tanto da non consentire al direttore di gara di far rientro negli spogliatoi: delusione grande, lacrime a go go tanto da non riuscire nemmeno a presentarsi alla premiazione. Che teneri! E soprattutto che stile!
E nemmeno ci addentriamo, un'altra volta, nelle polemiche sul “Gol di Muntari”: durate un anno e mezzo tanto da farne parlare il mondo intero! Strano che ancora non ci abbiano fatto un film o magari in rap!
E noi siamo gli esagerati? Ma dai.

 
 
 

Marco Guida, io arbitro per caso...

Post n°6924 pubblicato il 27 Gennaio 2013 da nadir63l
 



Ha arbitrato al San Paolo l’amichevole di lusso tra il Napoli ed il Penarol il giovane arbitro Marco Guida di Torre Annunziata, recentemente promosso dalla CAN di B a quella A con luminose prospettive. Vi ripropongo un’intervista al fischietto di Torre Annunziata da lui concessami e dai vertici della scrupolosa AIA nel giugno del 2010 per le pagine di Napolissimo. Per me un’esperienza gratificante.

"Gli arbitri italiani sono i migliori che ci sono in circolazione”, era un pensiero diffuso con convinzione e cognizione di causa negli ambienti non solo del calcio nazionale, ma anche e soprattutto di quello internazionale, fino a non molti anni fa. Tuttavia, la classe arbitrale vive da sempre sotto accusa e sotto il giudizio mai troppo tenero dei tifosi e degli addetti ai lavori, in una professione delicata e tutt’altro che facile. Marco Guida, classe 1981, di Torre Annunziata, ad ogni modo, rappresenta il nuovo che avanza nell’ambito della classe arbitrale italiana. Arbitrare non è soltanto una missione sportiva, peraltro difficile e poco agevole per i suoi protagonisti, ma soprattutto rivela un grande amore ed un’enorme passione per il calcio. Lontano dai coinvolgimenti scabrosi di Moggiopoli e dagli ambienti scomodi del calcio-business, Guida vive la sua esperienza arbitrale con l’entusiasmo di un ragazzino e la classe di un campionissimo. Il ragazzo di Torre Annunziata ha esordito in Serie A lo scorso 31 gennaio, fischiando al Bentegodi di Verona in un delicato Chievo-Bologna (1-1), risultando tra i più giovani esordienti nella massima divisione: “Più giovane di me all’esordio, ma giusto di qualche mese, c’è stato Sebastiano Peruzzo di Schio. Ma con Tagliavento e Trefoloni ho stabilito un record, in quanto dopo soltanto due anni di arbitraggio sui campi di Lega Pro sono approdato alla CAN di Serie A e B. Un risultato notevole”. Ma chi è il direttore di gara Marco Guida nella vita di tutti i giorni?: “Sono laureato in Economia e Commercio e sono un consulente commerciale, ma faccio anche pratica presso uno studio di commercialista. Quella che dovrebbe essere la mia aspirazione professionale. Ma non nascondo che al primo posto adesso nelle mie aspirazioni c’è la carriera arbitrale. Devo conciliare il lavoro con l’arbitraggio e non è proprio semplice. Una cosa che richiede un impegno importante, in quanto ci alleniamo direi intensamente per arbitrare partite di calcio di un certo livello”. In un calcio dove si va a dirigere gare di grande prestigio, con grandi campioni in campo: “Certo l’impegno che ci viene richiesto è intenso, a livello proprio professionistico anche se professionisti strutturalmente non siamo, ed i sacrifici sono anche ben ripagati, anche se il livello di guadagno dei calciatori rimane comunque irraggiungibile. Cerco di coordinare quanto meglio possibile gli impegni professionali e personali, anche con la mia fidanzata Chiara,anche lei di Torre Annunziata, molto paziente a rispettare i miei numerosi impegni”. Ma come e perché si diventa arbitri? “Semplicemente non pensavo di diventare un arbitro. Volevo fare il calciatore e ho giocato con la Scuola Calcio Napoli e quindi nel Torre Annunziata 88,una formazione minore della mia città, ma non con grandissimi risultati. Ho capito che non avrei avuto grosse fortune nei panni di calciatore. Poi mi sono avvicinato ad un corso arbitrale, neanche senza troppo entusiasmo iniziale in verità. Fin quando ho poi scoperto di essere portato per questo ruolo. Anzi probabilmente me ne hanno convinto gli altri”. Del resto la sezione arbitrale di Torre Annunziata è molto importante storicamente e tecnicamente: “E’ in pratica la mia seconda casa. Tutti mi hanno seguito e fatto il tifo per me, quando la mia carriera è cominciata ad andare bene, con risultati di un certo livello. Lo stesso Luigino Quartuccio, arbitro di Serie A negli Anni Ottanta e Novanta, mi ha seguito con grande entusiasmo. Per questo sono grato a tutti, perché mi hanno aiutato e fatto sentire importante. Oltretutto è un bell’ambiente da vivere, fatto di valori sani e di gente appassionata al mondo del pallone. Invece la preparazione settimanale la sosteniamo allo Stadio Solaro di Ercolano, con un preparatore atletico messoci a disposizione dell’AIA. E’ una vera e propria preparazione atletica, che ci tiene pronti per il grande calcio”. Che impressione le fa il calcio di oggi? “Io sono sempre stato un tifoso di calcio. Un appassionato di questo sport e devo dire che quando vivo questa sensazione di stare in mezzo al campo ad arbitrare a certi livelli è bellissimo. Il calcio conserva sempre il suo fascino. Io rimango fuori da certi discorsi. Il calcio va vissuto nella sua bellezza di sport e basta. Del resto una partita per quanto importante sia rimane pur sempre e soltanto una partita di calcio. E questo non dovremmo mai dimenticarlo”. Sarebbe d’accordo o meno con l’introduzione nel calcio di alcuni aiuti tecnologici per arbitrare? “L’errore dell’arbitro ci sta, perché l’errore dell’arbitro è umano. E credo anche che il gioco del calcio sia tutto sommato più affascinante così. L’unica cosa che potrebbe essere introdotta senza snaturare di molto il gioco ed il suo fascino è l’aiuto per capire nel dubbio il gol-non gol proprio sulla linea di porta. In quanto questa rimane una situazione di gioco sempre difficile da giudicare per noi in campo a grande velocità e magari non proprio vicini all’azione”. Quale è stata la partita più difficile che le è capitato di dirigere: “Mi ricordo un Saviano-Solofra 1-1 del 2001 nel Campionato di Eccellenza. Le squadre lottavano entrambe per salire di categoria. Io assegnai un calcio di rigore agli ospiti a dieci minuti dal termine. Ebbi qualche piccolo problema di ordine pubblico in quanto le proteste furono prolungate e veementi. Poi tutto si risolse, ma in quel momento fu dura. Comunque, la carriera arbitrale mi ha aiutato a maturare come persona e non poco. A 15 anni arbitravo in Seconda Categoria e non è facile farsi rispettare a quei livelli. Incontri gente che vogliono imporsi su terreno di gioco, scavalcando il rispetto per l’arbitro e le sue decisioni. Tuttavia, l’esperienza dell’arbitro dal punto di vista del carattere mi è servita molto per impormi anche nella vita di tutti i giorni”. Cosa ne pensa di chi arbitra nelle categorie inferiori e nel calcio giovanile: “Ci vuole molto coraggio ma ci vuole anche rispetto per loro, perché molti arbitri sono lasciati in balìa degli eventi ogni domenica, molte volte senza neanche il supporto delle forze dell’ordine. Quando leggiamo di episodi di violenza ai danni degli arbitri in campetti di periferia si rimane sconcertati. Ma questo in Campania è un problema di cultura sportiva. Il calcio è bello ma deve essere coltivata la cultura della sconfitta, a cominciare dai calciatori e dai dirigenti, fino al pubblico sugli spalti. Quasi sempre nel calcio giovanile gli episodi di violenza sono fomentati dai più grandi e non dai giovani”. Chi è il calciatore più corretto che ha incontrato nelle partite che ha arbitrato? “Senza dubbio sia Sergio Pellissier del Chievo che Marco Di Vaio del Bologna, entrambi capitani delle rispettive formazioni, nel giorno del mio esordio in Serie A. Sono stati esemplari,aiutandomi nella gestione di una gara non facile. Una partita d’altra parte passata alla storia in quanto coadiuvato dalle signore Cini e Santuari. Per la prima volta nella storia della Serie A una terna arbitrale è risultata composta da un uomo e due donne. Ci è capitato con la stessa terna anche in Serie B in Sassuolo-Triestina. Ma comunque conservo bei e prestigiosi ricordi di tutte le partite arbitrate, come ad esempio un’amichevole Cavese-Napoli del gennaio del 2009. Quella ha rappresentato un momento di vanto per me. Insomma arbitrare il Napoli, di cui seguo le sorti sin da bambino, non capita tutti i giorni”. C’è un arbitro del presente o del passato a cui lei si ispira? “Sinceramente no. Non ho modelli, soprattutto perché cerco di essere sempre e sostanzialmente me stesso”. Il livello degli arbitri italiani nel contesto internazionale: “Sono sempre i migliori al mondo, senza dubbio. Gli arbitri italiani hanno una preparazione atletica superiore agli altri, invidiabile. Ed anche dal punto di vista tecnico si aggiornano e guardano più partite possibili per conoscere i calciatori, i momenti della gara. Fare un tesoro di esperienza continua insomma delle squadre e dei calciatori. Penso che il livello italiano sia ancora superiore a quello degli altri paesi”. Ma di quale squadra è tifoso Marco Guida? “Sono un grande appassionato di calcio ed anche io tengo alle sorti di una squadra, che purtroppo però attraversa un momento proprio difficile come il Savoia. La situazione della squadra riflette purtroppo la situazione sociale ed economica di una città con grandi problemi. Chissà se in breve tempo questo situazione potrà cambiare. Lo spero per tutti. Ovviamente poi tengo anche molto alle sorti del Napoli”. Marco Guida intanto è già pronto per un nuovo allenamento ed un nuovo impegno del fine settimana. Il ragazzo di Torre Annunziata oramai da anni vive le sue domeniche su un campo di calcio, passando dalle categorie dilettantistiche ai campi della Serie A, ma con l’amore e la passione per il calcio di sempre. La professione arbitrale costituisce un obiettivo primario e Guida di Torre Annunziata ha il talento giusto e l’età giusta per essere uno dei migliori tra le giacchette nere del nostro calcio.

Vincenzo Paliotto su Napolissimo n. 23 del 2010


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