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Messaggi di Settembre 2013

Juve, torna l'architetto Pirlo contro il Galatasaray

Post n°7254 pubblicato il 30 Settembre 2013 da nadir63l
 

Da oggi a Vinovo Conte comincia a preparare la partita di Champions, da vincere a tutti i costi: a parte i dubbi su Tevez, si va verso la formazione tipo Tenuto conto dell’orgoglio che anima l’allenatore, i suoi giocatori e non ultimo la società, non si può comunque pensare a una Juventus al risparmio contro i turchi

Juve, torna l'architetto Pirlo contro il Galatasaray© LaPresse
TORINO - Un gol di Paul Pogba nel derby ha consentito alla Juventus di mantenersi ai piani alti della classifica. La serie A è un torneo lungo, e alla luce del percorso fin qui intrapreso i bianconeri possono prepararsi con relativa tranquillità all’appuntamento di domenica sera contro il Milan. Differente è invece la logica della Champions League, competizione nella quale un altro passo falso potrà essere pagato a carissimo prezzo. Anche perché la regina del girone è quest’anno il Real Madrid, squadra superiore a quel Chelsea contro cui, un anno fa, i ragazzi di Antonio Conte ottennero quattro punti su sei. Per questo la gara di mercoledì contro il Galatasaray (20.45 allo Stadium) assume un’importanza centrale. Tanto che i bianconeri torneranno fin da oggi a Vinovo per prepararsi all’appuntamento. Perché se un paio di battute d’arresto in campionato possono essere ammortizzate, in Europa la Juventus non può più sbagliare. Non approfittare della confusione determinatasi a Istanbul, con la squadra in bilico dopo il benservito a Fatih Terim , potrebbe risultare ferale. I bianconeri, reduci dall’1-1 di Copenaghen, non hanno infatti alcuna riserva alla quale attingere in caso di ulteriore magro bottino conquistato.

ORGOGLIO - Questa volta il turnover di Conte, considerato il peso della partita, dovrebbe procedere in una sola direzione: sacrificare chi è meno in forma per dare spazio ai giocatori che il tecnico bianconero ritiene più pimpanti. Conte non perde occasione per ribadire che l’obiettivo prioritario della stagione è la conferma in Italia, e che l’esperienza europea va vissuta con la dovuta consapevolezza di pregi e difetti dell’organico.

 
 
 

Toro-Juve: se ne fregano!

Post n°7253 pubblicato il 30 Settembre 2013 da nadir63l
 

 

 

di E. Loffredo

 

Chi ha visto Torino-Juventus di ieri? Episodi volendo ce ne sarebbero, dalle mancate espulsioni ad un paio di calciatori granata, ad un rigore per fallo su Vidal che come al solito viene negato, alla trattenuta su Tevez in occasione del gol di Pogba e, episodio fatto notare da pochi persino tra i tifosi juventini, anche l'azione di rimessa che il Torino stava impostando non curandosi di due calciatori bianconeri a terra.

 

Si preferisce invece reclamare su un presunto fuorigioco di Tevez proprio in occasione del gol. Nel pieno della mia qualifica di tifoso mi prendo la faccia tosta di sostenere che il fuorigioco non ci fosse. Principalmente perché è indiscutibile il contatto fisico tra attaccante e difensore che non lascia luce tra i due e poi soprattutto perché considerando la repentinità dell'azione incriminata "nel dubbio si lascia sempre correre".

 

Degli episodi ricordati sopra sulle prime pagine cartacee e nelle pagine web viene dato risalto solo al presunto (molto presunto) fuorigioco di Tevez nell'azione del gol bianconero. Ai signori «parzialmente liberi» non importa sondare tutta la realtà dei fatti. Loro non devono fare informazione, ma solo orientare. Loro della verità e della correttezza intellettuale se ne fregano  . Non solo abbracciano l'unica lettura apertamente antijuventina, ma si permettono anche di fare la morale, dimenticandosi il gesto antisportivo di chi vuole approfittare di due avversari a terra e sorvolando sulla compostezza di Vidal che di fronte alla mancata concessione del rigore si alza senza protestare, accettando con fair play l'evidente errore arbitrale.

 

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3199

 

 
 
 

Tevez difende la Juve: "Vinciamo sempre con gli aiuti, ecco perché sto così..."

Post n°7252 pubblicato il 29 Settembre 2013 da nadir63l
 

   

Carlos Tevez come sul campo, risponde anche a mezzo Twitter a difesa dei soliti attacchi mediatici faziosi. Ecco il suo tweet condito da foto che valgono più di mille parole:

"Nosotros siempre ganamos con ayuda por eso estoy así y amarilla para el q casi me rompe el tobillo!!!"

"Noi sempre vinciamo con un aiuto è per quello che adesso sto così.. e solo giallo per quello che quasi mi rompe la caviglia"

 
 
 

CONTE: "Risultato giusto, premiata squadra che ha provato a vincere.

Post n°7251 pubblicato il 29 Settembre 2013 da nadir63l
 

In Italia possono farci male solo su calcio piazzato o ripartenza. Buffon non si è sporcato i guanti. Giovinco-Tevez ok. Pogba può fare i tre ruoli"

   

Antonio Conte sta rispondendo alle domande dei cronisti nella conferenza post-gara. Tuttojuve.com sta trascrivendo integralmente e in tempo reale le sue dichiarazioni: 

Qual è la chiave di lettura della partita di oggi?
"Sicuramente mi aspettavo questo tipo di atteggiamento da parte del Torino, anche perchè ieri in conferenza qualcuno mi aveva detto che dopo due partite in cui abbiamo trovato delle squadre rinunciatarie, che non hanno giocato la partita, oggi avremo trovato il Torino che comunque la partita se la sarebbe giocata. E io a questa affermazione ho detto: siete sicuri che il Torino si giocherà la partita a viso aperto e non si snaturerà? E io dico che il Torino ha fatto quello che voleva fare, perchè ha preparato la partita molto nella fase difensiva, lasciando Cerci a ripartire. Cercavano l'uno contro uno, solo che noi non abbiamo mai lasciato l'uno contro uno di Cerci con Bonucci, perchè c'era sempre un difensore vicino. E Immobile ci marcava a uomo Pogba. Penso che dal punto di vista del risultato, sia un risultato giusto, un risultato che ha premiato la squadra che ha provato a vincere la partita. Detto questo, i derby non sono mai facili, non è stato facile neanche quello dell'anno scorso, non ce ne saranno mai facili. Noi siamo stati bravi perchè i derby devono essere affrontati con il cuore, con la testa e con le gambe. Noi da questo punto di vista oggi c'eravamo e siamo stati molto bravi perchè non dimentichiamo che al Toro non abbiamo concesso nulla, Buffon non si è neanche sporcato i guanti oggi".

La Juve ha tenuto in mano la partita per 85 minuti, salvo gli ultimi 5 in cui è stata un po' in affanno. Avevate paura di non portare a casa la vittoria? Poi volevo sapere quel conciliabolo tra le e Mazzoleni al 38' del primo tempo. 
"Diciamo che la Juventus ha tenuto in pugno la partita, io non ho visto particolarmente... anzi, quando Cerci è stato spostato sull'esterno, è stato molto bravo e noi siamo stati meno bravi a chiudere il suo spunto, perchè è un giocatore che ha uno spunto devastante quando punta nell'uno contro uno, anche se comunque non penso che si siano create delle situazioni pericolose. E' inevitabile che quando arrivi a cinque minuti dalla fine e stai vincendo un derby importante, un minimo di ansia subentra, però siamo stati bravi a gestirla. Penso che questo sia tutto". 

E' ancora presto perchè Pogba possa prendere l'eredità di Pirlo?
"Io penso che le caratteristiche di Pogba e di Pirlo siano comunque differenti, perchè penso che Andrea abbia delle caratteristiche un po' uniche. E' difficile trovare un giocatore che possa sostituire il suo modo di essere e di fare. Paul è un giocatore che in quella posizione ti dà più fisicità, più struttura. E' inevitabile che le linee di gioco e la giocata non sia fluida rispetto a quando si sposta da interno, non allenandosi comunque in quella posizione perchè Paul si allena sempre da interno. Io penso che lui possa fare tutti e tre i ruoli di centrocampo, ma quando gioca da interno può far valere il tiro, può far valere la sua prestanza fisica, il cross come ha fatto con il Verona. Però, sono soddisfatto e il fatto di aver spostato Arturo in mezzo ci abbia dato dei vantaggi. Per poi una volta passati in vantaggio riportare Paul in mezzo, perchè avevamo bisogno di una fase difensiva più importante, con un ragazzo strutturato che riusciva a dare schermo ai due difensori nostri".  

Perchè ha messo Pogba in mezzo all'inizio della partita?
"Perchè penso sia il giocatore che abbia le caratteristiche migliori in rosa per giocare in quella posizione. Arturo lo può fare, ma a lui piace partire. Invece oggi è stato molto bravo a mantenere la posizione".

Oggi c'era poca facilità ad andare alla conclusione. Soltanto merito dell'atteggiamento tattico del Torino o si poteva fare qualcosa di meglio. Sono mancati i rimorchi di Vidal e Marchisio sulla palla che Tevez controllava.
"Sai quando c'è questo tipo di primo tempo, bisogna dare comunque dei meriti all'avversario, cercare di migliorare noi nella fase di costruzione. Io ribadisco che oggi è la terza partita consecutiva in cui abbiamo non so per quanto tempo il possesso palla, incontriamo comunque degli avversari che si difendono nella loro area. Lì poi trovare spazi davanti a nove giocatori non è facilissimo. Se riesci a fare gol subito la partita poi può cambiare, perchè gli spazi si creano, un po' quello che è successo nel secondo tempo quando abbiamo trovato più spazi: C'è stata l'azione di Giovinco, poi il gol, poi abbiamo avuto l'opportunità con Vucinic. Quando io parlo di difficoltà, intendo che chi incontra la Juventus la incontra per cercare di fermarla in tutti i modi, snaturandosi anche. A noi sinceramente il Torino l'anno scorso piaceva molto con il tipo di gioco che faceva, con il 4-2-4. mi sembrava più spettacolare e dico sinceramente che l'anno scorso quando lo abbiamo affrontato ci siamo dovuti snaturare noi per cercare di arginarli. Perchè se vi ricordate, giocammo con una punta e facemmo il 4-5-1, proprio perchè c'era grande rispetto. Quest'anno dal punto di vista tattico ero molto più sereno, molto più tranquillo".

Hai giocato con due attaccanti piccolissimi. Non succede spesso di giocare con due attaccanti sotto l'1.70.
"Se guardo il Barcellona, ne ha sei-sette tutti sotto l'1.75, se penso a Messi, a Pedro, a Iniesta, Xavi, Fabregas, sono tutti attaccanti molto piccoli, ma anche molto forti e che hanno vinto tanto. Penso che l'altezza sia relativa. Il giocatore alto ti dà più presenza, ma meno dinamicità nella giocata, nell'uno contro uno. L'attaccante piccolo invece ti dà più qualità di giocata, più uno contro uno, e magari difficilmente riesce a prendertela di testa. Sono delle considerazione che vengano fatte in un ciclo di sette partite in 25 giorni, in cui io devo comunque cercare la chiave giusta per vincere le partite. Penso che fin adesso stiamo coinvolgendo tutta la rosa. Oggi mi ha fatto molto piacere che un giocatore come Padoin, che quest'anno non ha avuto tantissimo spazio, è entrato in partite toste, come a Milano con l'Inter, anche se per cinque minuti, oggi è entrato nel momento critico e ha dato il suo contributo. Bisogna cercare di rendere partecipi tutti nella rosa, perchè chi sta alla Juventus è perchè vale la Juventus e bisogna coinvolgere tutti. Penso che oggi Giovinco abbia fatto una buonissima partita, così anche Carlos, così Vucinic e Fabio, in quei cinque minuti. E' uno spirito bello, c'è una concorrenza sana tra di loro, sanno che comunque c'è un allenatore che comunque dà la possibilità a tutti. E quando do la possibilità sono contento di essere ripagato".

Pensi che in Europa potrete trarne vantaggi visto che difficilmente Galatasaray e le altre squadre si comporteranno così?
"Sì, a livello di gioco sicuramente, perchè incontri squadre che comunque nei loro campionati vogliono imporre il loro gioco. Il Galatasaray l'anno scorso ha vinto e va a fare la partita ogni volta. Lo stesso quando siamo andati a Copenaghen, abbiamo pareggiato 1-1, però c'è stata la possibilità di giocare, c'è l'aspetto negativo perchè comunque trovi delle squadre che ti attaccano e ti possono fare male, mentre in Italia oggi ci possono fare male solo su calcio piazzato o su ripartenze. Perchè comunque c'è una volontà di non fare un calcio propositivo contro di noi".

 
 
 

NONOSTANTE TUTTO, MERITATA

Post n°7250 pubblicato il 29 Settembre 2013 da nadir63l
 

 
© foto di www.imagephotoagency.it


Il derby e' sempre il derby, partita che va oltre ogni pronostico, Conte sceglie una formazione rivoluzionata con la coppia velocità Giovinco-Tevez, in difesa i tre totem e a centrocampo Marchisio sostituisce Pirlo. Ventura gioca a specchio rispetto a Conte con la sorpresa Rodriguez in difesa. 

PARTENZA AGGRESSIVA- i bianconeri iniziano come si deve, subito tiro di Chiellini e corner. La gara ha un ottimo ritmo, le compagini non si risparmiano. I granata sono molto aggressivi ma anche carini dal punto di vista nervoso. Il Toro infatti fa sentire gli zoccoli sulle spalle della zebra. La gara la fa la Juve, il Toro gioca di ripartenza, bisogna fare attenzione alle azioni di rimessa, Immobile infatti provoca il primo giallo per Marchisio che ferma l'ex zebrato.  La gara e' molto aperta, gli uomini di Conte non trovano spazio e quelli di Ventura sono bravi a ripartire. Dopo un primo quarto d'ora la precisione cala e sono troppe quelle perse dai campioni d'Italia.  Una buona occasione l'avrebbe Tevez, ma il suo passaggio per Giovinco e' troppo alto. Bruttissimo il fallo di Immobile su Tevez, era da arancione.  Mazzoleni tutela il gioco duro del Torino. 
Il primo tempo si chiude a reti inviolate, buon mole di gioco, pochi tiri. 

Le squadre ritornano con Masiello in campo.  Appena rientrato in campo ci prova subito a Tevez, palla alta. Il copione non cambia, gioco Juve e ripartenze granata. I bianconeri non devono sbagliare nulla per ne ogni pallone perso può essere letale. Doppia occasione dopo cinque minuti: bellissima azione Giovinco, Marchisio, Tevez, Giovinco però tira su Padelli. Era un grande occasione. 

POLPONE! Dopo otto minuti la Juve passa. Nel corner di Giovinco, Bonucci di testa. Tevez corregge sulla traversa e Pogba e' lesto a ribadire in gol.  Sul flipper Tevez era in leggera posizione di fuorigioco, era da annullare. I bianconeri sono stati fortunati.  Il pallino del gioco resta sempre agli uomini di Conte con i granata che continuano a giocare solo di ripartenza.  La Juve merita il vantaggio e va vicina al gol ancora con Tevez e Chiellini. Conte toglie Asamoah e mette Padoin. I granata alzano il baricentro nel finale.  Conte toglie Giovinco e mette Vucinic, la partita la fa sempre la squadra a strisce con Cerci che cerca il rigore in modo plateale.  Bellissime trame della Juventus e Padelli fa il paratone su Vucinic, i bianconeri meriterebbero il raddoppio. Ventura le prova tutte.  Assalto finale dei granata. Entra anche Quagliarella al posto di un esausto Tevez, giocatore universale, autore di un'altra buona gara. 
La squadra di Conte porta a casa un buon derby giocato bene nel secondo tempo con tante occasioni. Vittoria meritata, nella ripresa ha giocato solo la Juve, il Torino non ha fatto nulla nella ripresa. Ci saranno polemiche, ma quando non ci sono ?
 

 
 
 

CONTE: "Grande rispetto per il Toro. Le statistiche non parlano di una Juve disastrosa.

Post n°7249 pubblicato il 28 Settembre 2013 da nadir63l
 

Scelte? Non do vantaggi a nessuno. Ecco perchè Vucinic non stava giocando..."

WWW.TUTTOJUVE.COM
   

Al Media Center di Vinovo si è tenuta stamane la conferenza stampa pre-derby di Antonio Conte. Come sempre, TuttoJuve.com vi ha riportato integralmente e in tempo reale le dichiarazioni del tecnico bianconero:

- Antonio Conte sta per entrare in sala stampa.

"Buongiorno"

I cornetti?
"E' colpa di Casassa (ufficio stampa Juve, ndr), gli avevo dato anche i soldi (ride, ndr). Gli avevo dato anche 50 euro. La prossima vota cornetto e caffè. Man mano aumentiamo. Poi succo d'arancia...".

Che cosa temi di più di questa partita? Cerci è un giocatore in più del Torino. Temi più i singoli o la rabbia agonistica?
"Mah... temo... abbiamo grandissimo rispetto nei confronti del Torino perchè è un'ottima squadra, ha una buonissima organizzazione, ha dei buoni, ottimi calciatori. E poi è un derby, sappiamo che i derby sono sempre una partita a parte. Non dimenticherò mai quell'anno in cui noi vincemmo lo Scudetto, il Toro retrocesse e perdemmo due derby. La differenza di valori era abbastanza ampia, eppure i due derby li perdemmo tutti e due, a dimostrazione che è una partita a sé, una partita dove oltre all'organizzazione e ai valori tecnici, ci vuole grande concentrazione, grande cattiveria agonistica, grande rabbia, perchè è un derby. E nelle stracittadine conta ancora di più rispetto all'organizzazione e alla qualità la voglia di prevalere sull'avversario". 

Marchisio ha detto: "Dovremmo affrontare subito le partite con grande rabbia". Vuol dire che anche all'interno della squadra c'è questa sensazione di dover cambiare un po' rotta. Questo derby e le parole che tu hai detto, possono aiutare in questo senso?
"Iniziamo col dire comunque che noi cerchiamo sempre di migliorarci e di vedere anche il pelo nell'uovo, perchè se noi andiamo a ritroso e vediamo la partita col Verona in casa, ma anche l'ultima partita col Chievo, se andate a vedere le statitiche, vedete che la Juve ha tenuto per il 70% la palla, ci hanno tirato in porta due sole volte, anche se siamo stati puniti in quelle due volte. Le statistiche non è che parlano di una Juventus disastrosa, anche perchè fosse così nelle prime sei partite ufficiali di quest'anno, di cui quattro fuori casa e due in casa, non ne avremmo pareggiate due e vinte quattro, vincendo anche un trofeo, perchè è importante. E' inevitabile che bisogna migliorare, ma noi lo sappiamo, c'è voglia da parte nostra di cercare di ingrandire soprattutto le cose che possono essere migliorate, tralasciando le cose positive che ci stanno, ci sono state e ci saranno anche quest'anno. Però, per migliorarsi, bisogna posare la lente d'ingrandimento più sulle cose che magari devono essere migliorate. Al di là di tutto, stiamo lavorando per cercare di migliorarci, però piano, così come vi dicevo piano dopo tre partite - Lazio in Supercoppa, Sampdoria e Lazio -, quando parlavate fi Juve stratosferica, Juve spaziale, Juve.... dico piano, a dire di Juventus che fa fatica, perchè poi nel campionato italiano - ve l'ho detto - quest'anno faremo grande fatica, perchè chi ci affronta ci affronta snaturandosi e per limitare il nostro gioco. Lo ha detto anche... mi ha fatto piacere che Sannino abbia detto: 'Sì, ci snatureremo perchè è giusto snaturarci'. Poi che sia giusto o meno, io preferisco che le squadre non si snaturino quando ci affrontano. Ma sappiamo anche che ci sarà questo. Ecco perchè parlo di grandissime difficoltà da parte nostra quest'anno a riproporco a vincere lo Scudetto, perchè chi ci affronta ci affronta per non farci giocare, per limitare i danni, per cercare qualche ripartenza per farci gol, sfruttare i calci da fermo. Non la mettono sul piano del gioco, ecco, non la mettono sul piano del gioco".  

Alcune statistiche sono meglio dei primi due anni. Concedete pochissimi tiri in porta per partita. 
"Però vanno dentro (ride,ndr)".

Visto che molti giocatori, da Barzagli, a Marchisio, a Buffon, hanno sottolineato che c'è un'incidenza molto grande di errori individuali, tu ti sei dato una spiegazione? Marchisio diceva: "Veniamo da due anni di vittorie e forse siamo convinti che prima o poi la vinciamo". E' un vizio umano dopo due Scudetti vinti?
"Io penso che il fatto che si sia vinto per due anni consecutivamente in maniera anche netta, abbia portato delle certezze all'interno della squadra. E' inevitabile che in questi due anni tantissimi, tutti i calciatori della rosa siano cresciuti a livello qualitativo, tecnico e tattico, a livello fisico e quindi la squadra sia cresciuta. Dopo due anni di vittorie è inevitabile che quello che può accadere - questi sono tutti gli aspetti positivi che ci porta in dote la vittoria - è che effettivamente si possa comunque iniziare a pensare che alla fine comunque la vinciamo la partita. Allora potrebbe esserci un approccio meno feroce rispetto a prima, un'attenzione meno feroce rispetto a prima, dico forse. Ma da questo punto di vista io sono molto sereno, perchè come dico sempre ho dei bravi calciatori, ma soprattutto degli ottimi uomini, e questo mi permette di posare la lente di ingradimento sulle cose che devono essere migliorate e  di trovare dall'altra parte delle persone che ascoltano, che non sono abbagliate dalle vittorie conseguite e che comunque quando le cose non vanno sono i primi - se c'è qualcosa che non va - che sono molto autocritici. Questo va bene, ma dico che.... stiamo facendo delle cose positive, va bene vedere le cose negative, sapendo che c'è da migliorare che tutti ci aspettano al varco, tutti giocano la partita dela vita contro di noi, quindi se noi non saremo perfetti quest'anno, sarà molto molto difficile".

C'è un modulo diverso proposto da Ventura e c'è un Cerci che è capocannoniere. Questo può far riflettere l'altra sponda di Torino?
"Noi abbiamo sempre avuto grandissimo rispetto nei confronti del Toro, anche l'anno scorso, perchè l'anno scorso a me piaceva molto il sistema di gioco, anche perchè era un sistema di gioco che io ho adottato negli anni passati, ho vinto dei campionati in Serie B e l'avevo riproposto anche alla Juventus. Poi arrivato alla Juventus, mi sono accorto che per le caratteristiche degli uomini non si poteva proporre e quindi abbiamo piano piano virato su quello che poi è diventato il nostro vestito. Se Ventura ha deciso di cambiare modulo, penso abbia avuto le sue ragioni. Il Torino sicuramente è molto ben organizzato, è guidato da un ottimo tecnico, ha dei buonissimi giocatori, ne cito due su tutti: Immobile, che lo conosco molto bene, Cerci, ma ce ne sono tanti altri. Quindi bisognerà fare molta attenzione, ma noi abbiamo grande rispetto del Toro. Non abbiamo paura, non abbiamo paura del Toro nè di nessuno, ma abbiamo grandissimo rispetto del Toro e di tutto l'ambiente granata, anche perchè viviamo in una città che ha la fortuna di avere due squadre gloriose e quindi è giusto che ci sia grandissimo rispetto". 

Su chi pensi di puntare? Se dovessi prevedere il tuo uomo decisivo, su chi punteresti?
"La squadra. Punterei sulla squadra perchè se gira la squadra esalta il singolo, se non gira la squadra il singolo fa più difficoltà".

Il Toro farà una partita diversa da Chievo e Verona. Il Toro è una squadra che gioca. Questa è una cosa che può farle piacere e la lascia più tranquillo? Poi se ha già deciso chi giocherà accanto a Tevez.
"Sai sulla tattica del Torino io non sarei così certo che viene a giocarsi la partita a viso aperto, sinceramente (sorride, ndr). E' inevitabile che Ventura faccia la sua strategia tattica, quindi decida che tipo di atteggiamento avere. Ma non sono proprio certo come lo sei tu che domani vengano a giocarsi la partita a viso aperto. L'altra domanda?".

Chi giocherà accanto a Tevez, anche se non ce lo dirà mai...
"Perchè Tevez gioca? (sorride,ndr). C'è ancora un allenamento, faremo delle valutazioni. Cercheremo di.... prima della sosta mancano tre partite, impegnative, forti, contro Toro, Galatasaray e Milan. Diciamo che fin qui siamo arrivati bene, anche facendo delle rotazioni, Cerchiamo di ultimare quello che abbiamo pianificato, cerchiamo di fare il nostro meglio fino alla sosta. Vediamo un pochettino anche oggi l'allenamento, in testa è inevitabile che ho la mia idea, però voglio anche che ci sia il riscontro dell'occhio per fare le scelte".

Come è stata la tua settimana pre-derby? Qualche amico granata ti ha detto qualcosa particolare? Mi dicono che tua moglie avesse simpatie granata...
"E' inevitabile che dopo 13 anni da giocatore, adesso da allenatore, diciamo che sono ormai un torinese d'adozione, quindi si sente, si sente l'aria, ho tantissimi amici del Toro, granata, e ho grandissimo rispetto, perchè loro rispettano la Juve, io rispetto il Toro, perchè è giusto che ci sia rivalitò calcistica, ma grande rispetto a livello di tifo. Io parto dal presupposto che poi alla fine è una partita di calcio, ci deve essere quetsa rivalità cittadina. Essendo un derby può veramente succedere di tutto, non conta il monte ingaggi, non contano i valori della rosa, non conta la classifica, non conta niente, perchè sono partite a sè stanti. Quindi bisogna fare molta molta attenzione. Per quello che mi riguarda in casa tifano tutti Juve, anche mia moglie. Mia moglie, a parte che prima di conoscere me, non sapeva che ci fosse il calcio, perchè in casa sua il papà li portava in bici, tutto facevano tranne che pensare al calcio. Però adesso mi ritrovo un genero che mi dà pure consigli. Questa è un po' la rovina (ride,ndr). Diciamo che spesso e volentieri si va a fare un giro quando dice qualcosa, anzi lo mando a fare un giro (ride, ndr)".  

A centrocampo Pirlo potrebbe riposare? In attacco può essere l'ora di Giovinco?
"Abbiamo fatto e stiamo facendo delle valutazioni, quindi oggi non mi sento di dire nè sì nè no, nè per un giocatore nè per un altro. Stiamo facendo delle valutazioni che è giusto fare perchè quando abbiamo sette partite, una dietro l'altra, e all'orizzonte partite molto importanti, è inevitabile che noi abbiamo un po' pianificato la rotazione dei calciatori. Poi che la pianifichiamo nella maniera giusta o sbagliata, dipende sempre dal risultato. Vediamo, vediamo, cerchiamo di arrivare a queste tre sfide nelle migliori condizioni possibili. Per adesso abbiamo fatto riposare dei giocatori che avevano bisogno di fare allenamento, quindi continueremo a fare questo. Però per le scelte, non chiedetemi, perchè abbiamo ancora un altro allenamento e non ho voglia di dare vantaggi a nessuno".

Come sta Vucinic? E' un po' che lo vediamo fuori dal campo, fuori anche dalle turnazioni. E' un problema tecnico o fisico?
"Vucinic ha avuto questo problema al calcagno del piede e se l'è trascinato un po' quando è tornato dalla Nazionale. Lì aveva preso un colpo al ginocchio. Poi magari, forse forzando un po', correndo in maniera sbagliata, gli è venuto un dolore al calcagno che si è trascinato un pochettino. Adesso sta molto meglio,  si è allenato, cosa che prima non aveva fatto. E' a disposizio e vediamo che tipo di scelte farò tra domani, mercoledì e tra domenica. Magari sono scelte che possono riguardarlo".(redazione Tuttojuve.com)

 
 
 

Avvertimento per gli arbitri: non favorite la Juve

Post n°7248 pubblicato il 27 Settembre 2013 da nadir63l
 

 

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di P. Cicconofri

 

“Per carità di Dio, che non si favorisca la Juve”: il motto di Carraro è sempre di moda nel campionato italiano. L’istruzione che a suo tempo il presidente della Figc impartiva ai designatori ha lasciato strascichi anche nell’attuale gestione degli arbitri.

Vittima della fatal punizione sarà l’assistente Preti che subirà un lungo stop a causa dell’errore pro-juve nella partita con il Chievo. Ad annunciarlo in pompa magna è la Gazzetta dello Sport che nell’edizione odierna dedica spazio all’argomento.
Scrive il giornale rosa “Carriera che fino a pochi mesi fa era in rampa di lancio… Poi la svista in Juve- Inter (convalidato il gol di Vidal nonostante Asamoah, autore dell’assist fosse in netto fuorigioco) e un primo stop lungo. Il peggio sembrava superato, l’avvio in questa stagione molto promettente. Tutto spazzato via in un secondo. Il designatore Stefano Braschi ha poco margine: l’errore è talmente evidente da non avere paracadute”.

Come vedete, la storia di chi sbaglia a favore della Juve è sempre la stessa: lunghi stop, carriera a rischio e pubblico ludibrio. La Gazzetta dello sport è da due giorni che ricorda incessantemente che Preti ha sbagliato due volte a favore della Juventus adombrando sospetti. Un modo di condizionare il lettore che abbiamo imparato a conoscere bene, con le stesse modalità e le stesse finalità di sempre.

Cari arbitri, siete avvisati: non fate l’errore di fischiare pro-Juve. Nel dubbio non favoritela. Il messaggio forte e chiaro è arrivato, cercate di seguirlo se non volete finire in anticipo la vostra carriera...
 

 



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Juve, Tevez-uomo derby. Marchisio insidia Pogba

Post n°7247 pubblicato il 27 Settembre 2013 da nadir63l
 

L'argentino è pronto a segnare ancora e viaggia verso una maglia da titolare. Dubbio a centrocampo, anche se il francese sembra favorito. Momentaccio Buffon

Juve, Tevez-uomo derby. Marchisio insidia Pogba© REUTERS/GIORGIO PEROTTINO

TORINO - Formazione tipo o quasi. La Juve si presenta nel derby senza fare calcoli in ottica Champions League. Sembra così a due giorni dalla sfida contro il Torino. Buffon sta passando un momentaccio: il gol di Thereau e quella palla regalata a Paloschi fanno suonare un piccolo campanello d'allarme. Adesso ha la chance di scacciare i fantasmi. Bonucci è l'uomo più in forma della difesa, Barzagli non è al top per il solito fastidio al tendine. Pirlo resta il faro del gioco bianconero, anche se ultimamente tende a strafare. Vidal non si tocca, mentre Marchisio insidia Pogba per un posto nell'undici titolare. Apposto psicologicamente e fisicamente Lichtsteiner-Asamoah. Tevez, inutile dirlo, è il fuoriclasse lì davanti, come compagno di reparto è in vantaggio Vucinic, anche se alle spalle del montenegrino Quagliarella sta vivendo un magic moment. 

 
 
 

Milan Inter_Un mondo d’amore rossonerazzurro

Post n°7246 pubblicato il 27 Settembre 2013 da nadir63l
 

 

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di G. Fiorito

La politica delle larghe intese ci sta prendendo un po' troppo la mano. Così può andare a finire che il vecchio monito latino "divide et impera" si trasformi nel suo esatto contrario. Consocia et impera. Anzi, riconsocia. Forse non tutti sanno che l’Inter nacque il 9 marzo del 1908 per volere di 44 soci dissidenti del Milan che proprio non volevano starci alle regole imposte dalla società rossonera di limitare il numero degli stranieri in rosa. Dopo 115 anni quella che ha tutta l’aria di essere una boutade sembra invece trovare conferma nelle parole dell’ex AD nerazzurro
Ernesto Paolillo: “Fondiamo Milan e Inter. E’ il solo modo per restare competitivi in Europa”.

Le motivazioni che avrebbero spinto Paolillo a una tale proposta, invero accolta come demenziale nei primi commenti a caldo letti sul web, non sono da ricercarsi in una bevuta di consolazione per la sopravvenuta comproprietà di minoranza da parte dell’Inter con il magnate indonesiano Thohir, né a un’ubriacatura sia pure virtuale per le sette pappine rifilate al povero Sassuolo, ma deriverebbero da un’analisi della crisi che attanaglia ormai tutti i settori della vita italiana. Paolillo, a conforto della sua tesi strampalata, vista la rivalità che vige ben radicata tra le tifoserie protagoniste del derby stramilanese, suona un ritornello conosciuto nel mondo della finanza, nel quale in tema di fusioni si ragiona tutti i giorni e invoca lo spauracchio della perdita di competitività. Insomma, sostiene, è meglio avere due ciofeghe di squadra in una città o unire le forze e ricrearne una sola ma all’altezza della situazione?

Peccato che nella testa dei tifosi non passino gli stessi numeri che albergano nei resoconti degli industriali e dei banchieri, tradizionalmente avvezzi a ragionare solo di quattrini. Le uniche cifre che fanno gola ai tifosi sono quelle dei punti in classifica, quelle trascritte sulle maglie dei loro beniamini, tutt’al più quelle che descrivono gli schemi praticati in campo e che con un certo sforzo la gran parte di noi fatica non poco a ricondurre a 10 + 1 , il portiere. Soprattutto in un momento agonistico e tecnico nel quale a essere privilegiato è il centrocampo, che va allargandosi a dismisura e così diventiamo pazzi tra i 3 5 2, i 4 3 3, i 3 5 1 1 et similia.

Nel suo sogno paranormale, Paolillo ha già scelto i colori della maglia della neo squadra che non si capisce se secondo i regolamenti potrebbe già trovarsi in serie A o ripartire dai campionati minori, senza privilegiare nessuno, con una semplice somma che accosterebbe il nero, il blu e il rosso, come pare che sia stato già fatto per un’amichevole.
Ma vi immaginate se davvero in questi anni avessimo avuto una somma di imprese, oltre che di colori, tra Inter e Milan? In quel di Milano si sarebbero vinti tutti gli scudetti tra calciopoli e la recente doppietta bianconera, senza esclusione di colpi. Un sei da fare invidia al superenalotto, che certificherebbe il nuovo record nazionale. Al triplete di marca nerazzurra si andrebbe ad aggiungere la CL fraudolenta del Milan, che ottenne dal processo sportivo di calciopoli il necessario sconto di pena che non la estromettesse nemmeno dalla massima competizione europea, alla quale si capisce dovette fare lo sforzo di accedere dai preliminari. L’Inter porterebbe in dote anche altre 2 Coppe Italia (2005/06, la 2009/10 si ascrive alla voce triplete, 2010/11) e 3 Spercoppe italiane (2006, 2008, 2010). Il Milan la Supercoppa 2011.
 

A parte che una simile trovata di Paolillo è ormai obsoleta, poiché è già subentrato Thohir, ma ammesso e non concesso che all’indonesiano stesse bene accasarsi oltre che con Moratti pure con Galliani e la sua proprietà, c’è qualcosa che dovrebbe sapere. Una tale società di calcio potrebbe contare non solo sui numerosi e notevoli successi conseguiti sul campo e a tavolino, ma anche su alcune specialità manageriali di casa a Milano. Si va dalla falsificazione dei passaporti ai bilanci truccati ma prescritti prima in sede di giustizia ordinaria e poi sportiva. In entrambi i casi per i meriti (che hanno fatto storcere il naso in sede europea a causa dei privilegi derivati ad personam) del presidente del Milan e dei suoi governi, ma anche per gli adattamenti del CGS. Il pezzo forte consiste tuttavia nelle intercettazioni telefoniche e nella realizzazione di dossier illegali atti a rovinare la concorrenza, cioè nello spionaggio industriale. Negli anni passati l’Inter si affidava a un socio che assai casualmente si ritrovava ad essere anche sponsor come Pirelli e presidente della Telecom. L’azienda telefonica è passata di mano, ma un modo si troverà. Paolillo dovrebbe saperne qualcosa, dal momento che Marco Branca si serviva nello stesso negozio dove Moggi acquistava le sim svizzere. E che si prodigava per procurare colloqui di lavoro a Nucini, il cavallo di Troia di Facchetti. Quanto al manager in cravatta gialla, come si evince dal sito di riferimento, si sa che non dorme mai, allestisce scuderie dove non si allevano cavalli ma direttori di gara e all’occorrenza riesce persino a far spostare le partite di campionato.

Non vorremmo però che la moda dilagasse. Ai tifosi del Torino potrebbe tornare la nostalgia di casa e ci ritroveremmo con una maglia bianconerogranata sotto la Mole. A Verona il fenomeno Chievo resterebbe solo un caro ricordo e sarebbe riassorbito. In Sicilia si procederebbe a una strana combinazione rossorosazzurra che vedrebbe insieme la strana coppia Pulvirenti/Zamparini.
E’ vero che dalle larghe intese all’inciucio il passo è più corto della gamba e che in Italia siamo abituati alla fantapolitica e al fantacalcio, ma il tifo, per quanto in ribasso e incattivito (almeno stando ai sondaggi di Repubblica), è ancora una cosa seria.

 

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3192

 
 
 

Tronchetti & Moratti: prendi i soldi e scappa

Post n°7245 pubblicato il 26 Settembre 2013 da nadir63l
 

 

morattio-tronchetti.jpg

 

di G. Fiorito

 

A poche ore dalla staffetta italo indonesiana che ha visto insediarsi sulla poltrona di presidente dell’Inter l’imprenditore dell’editoria e della televisione Thohir, anche la Telecom passa di mano e finisce agli spagnoli di Telefonica con un accordo stipulato coi soci italiani di Telco (Generali, Intesa e Mediobanca). Duro il commento del presidente del consiglio, che dopo aver osservato che il governo dovrà vigilare per garantire la tenuta dei profili occupazionali, ha sottolineato: “vorrei ricordare a tutti quelli che stanno parlando in questo momento che Telecom è stata privatizzata e di tutte le privatizzazioni italiane non è stato uno dei più grandi successi”.

Enrico Letta si è soffermato anche a considerare i benefici economici dell’ingresso di “capitali europei (che) potrebbero aiutare Telecom a essere migliore rispetto a come è stata in questi 15 anni” . Nonostante i giudizi di Gianmaria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo e dello stesso attuale presidente di Telecom Franco Bernabé, il quale ha precisato che “cambia l’assetto azionario di Telco e non di Telecom”, Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, non ha esitato a manifestare preoccupazione perché “così perderemo un’altra delle poche, grandi imprese che ancora restano sotto il controllo italiano”.

L’anello di collegamento tra Inter e Telecom sembra essere oggi la necessità di capitali freschi che non si trovano in Italia e devono essere cercati all’estero. Chi legge i giornali sa che è tornata di attualità la crisi di Alitalia e si cerca di tirare dentro anche la FIAT, che per non cedere il timone da tempo sembra orientata a trasferire all’estero le sue attività, seguendo, come ha mostrato la vicenda Chrysler, un percorso contrario.

Telecom sta a Tronchetti Provera come Massimo Moratti sta all’Inter. L’azionista di maggioranza che ha guidato l’azienda telefonica italiana, abbiamo sottolineato più volte come fosse strettamente legato a Pirelli e Inter, in un cerchio volutamente tenuto occulto che ha prodotto mostruosità dappertutto, fino a sgretolarsi e accartocciarsi su se stesso. In seno a Telecom avvennero gli spionaggi illegali e i pedinamenti dei quali il processo Telecom di Milano e i procedimenti giudiziari che sono seguiti sono riusciti a dimostrare che avvenivano per mano di Tavaroli, capo della sicurezza e del Tiger Team, che si occupava di eseguire le intercettazioni telefoniche e gli hackeraggi. Nel corso dell’acquisizione di Telecom Brasil si scatenò una guerra di spie e fu ricettato un cd dell’agenzia investigativa Kroll che è l’unica prova a tutt’oggi del coinvolgimento diretto di Tronchetti Provera negli spionaggi illegali. Il loro scopo appariva sempre lo stesso: tutelare gli interessi di Tronchetti Provera e di Moratti, ma essi sono sempre riusciti a far ricadere le responsabilità su soggetti subalterni, trai quali il povero Giacinto Facchetti, che si intrattenne a lungo in rapporti amichevoli e cordiali con l’ex arbitro in attività Danilo Nucini, pur essendo proibito dai regolamenti.

Anche Guido Rossi ebbe in calciopoli un ruolo fondamentale, facendo letteralmente la spola tra la presidenza di Telecom e il commissariamento della FIGC, alla quale fu eletto arbitro imparziale proprio dai rappresentanti del governo di allora, tra i quali Giovanna Melandri, ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. Franco Bernabé, che come i piccoli azionisti di Telecom ha intrapreso una battaglia legale perché giungessero al pettine le responsabilità di Tronchetti Provera, si ritrova a rendere conto davanti alle autorità politiche del nostro paese dell’operazione Telco/Telefonica, perché quella di Telecom è una privatizzazione che scotta. Un altro pezzo di questo paese svenduto sulla pelle degli italiani, sui quali si addensano nuvole grevi di disperazione e sofferenze fisiche oltre che economiche provenienti da altri sfracelli operati in altri settori della vita industriale e finanziaria del paese, dei quali l’Ilva rappresenta il lato peggiore e più velenoso. Sicché non è più possibile nascondere che mentre il problema è grande ed è politico, la politica sembra essere l’anello debole tra magistratura e finanza, con il suo fardello insopportabile di corruzione.

Sette anni fa la Juventus fu condannata alla serie B e privata di 2 titoli. Altri gioirono per un pezzo di cartone consegnato a tavolino, cantando che vincevano senza rubare. A livello personale ho rinnegato una gran parte dei politici che si erano assisi sugli scranni della cosa pubblica contando sul mio sostegno. Ancora oggi sento che devono rispondermi dello scempio perpetrato, essendo stata, come mi sembrò allora e come a ripensarci mi sembra anche adesso, l’eliminazione fisica della Juventus dal palcoscenico del massimo campionato nazionale ed europeo per far posto ad altri, l’unico frutto della breve storia di quell’esperienza politica.

Enrico Letta dice oggi, e parla a nome di un governo di larghe intese, supponiamo, che intende vigilare. Dovrà tenere gli occhi bene aperti, poiché da anni è in atto una sceneggiatura perfettamente adeguata all’intimazione del titolo del film che nel 1969 diresse e interpretò Woody Allen: “Prendi i soldi e scappa”.

Mentre l’informazione sportiva rosa non trova di meglio che rinnovare panegirici al divo ex-mecenate e preoccuparsi dei tifosi interisti, orfani di un presidente amico e ultrà, come hanno osato definirlo con atteggiamento fintamente inconsapevole su uno striscione comparso durante una partita dell’Inter, Massimo Moratti e Tronchetti Provera si avvicinano all’uscita di scena o si nascondono all’ombra di capitali freschi. Il presidente del Milan, dal canto suo, sta vivendo una sorta di crepuscolo personale, continuando attraverso la Infront a tenere le mani in pasta per reggere le redini del campionato non solo italiano. La Juventus va avanti per la sua strada, sotto la stessa proprietà, che pure ha rischiato di ucciderla in una guerra intestina per la successione.

Andrea Agnelli ha curiosamente usato lo stesso vocabolo di Enrico Letta, quando ci ha assicurato che avrebbe vigilato sulla restituzione dei nostri titoli e della nostra storia.

Ma basterà vigilare? E’ a livello politico e dei politici che urge un rinnovamento e una seria inversione di rotta. Nonostante Abete si dichiari estraneo a calciopoli e affermi che non c’era quando tutto è stato compiuto, era proprio lui il vice di Carraro, eletto senatore della Repubblica all’ultima tornata elettorale, al quale è subentrato alla presidenza della FIGC dopo la parentesi del commissariamento e per di più la responsabilità dell’appendice dell’incompetenza reca impressa la sua matrice.

Hanno compiuto errori talmente grossolani da destare sospetti di obbedienza a una longa manus goffamente occulta, eppure sono tutti lì. Compreso Palazzi.


Vigilare non basta. Nemmeno presentare il conto. Quando insabbiare e rimanere a galla rimane lo sport nazionale per eccellenza.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3190

 

 
 
 

Tuttosport - Conte cambia ancora la Juve: pronti sei cambi per il derby. Si rivede Vucinic

Post n°7244 pubblicato il 26 Settembre 2013 da nadir63l
 

 
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Antonio Conte proseguirà con le rotazioni anche nel derby di domenica. Secondo Tuttosport, contro il Toro dovrebbero tornare in campo dal primo minuto  Bonucci, Vidal, Tevez, Asamoah e Lichtsteiner, quindi i big. Il partner dell'argentino in attacco - riferisce il quotidiano torinese - sarà Mirko Vucinic. E quasi la stessa squadra dovrebbe essere scelta anche per la sfida di Champions con il Galatasaray.
 

 
 
 

TRE SUDATISSIMI PUNTI!

Post n°7243 pubblicato il 25 Settembre 2013 da nadir63l
 

 
© foto di www.imagephotoagency.it

La Juventus passa da Torino a Verona, i colori dell'avversario sono sempre gialloblu e il tema della partita e' sempre lo stesso: la Juventus attacca e il Chievo si difende. Conte cambia cinque uomini con Isla, Peluso, Llorente, Quagliarella e Marchisio in campo. 

IL NULLA ALL'INIZIO: anche a Verona la Juventus parte sotto ritmo, poche idee, partita bloccata e poche conclusioni se non una capocciata di Pogba alta. 

ERRORE E GOL- poco prima della mezz'ora il Chievo passa. Pogba con un passaggio all'indietro mette in difficoltà Buffon che non riesce a rinviare bene, palla ai veneti che mettono subito al centro, mezza girata di Thereaume vantaggio dei veneti.  I bianconeri tentano subito la reazione con Pirlo che ci prova ma la palla finisce alta. 

37 MINUTI  PER UN TIRO! Al minuto 37 il primo tiro bianconero, lo sferra Quagliarella, respinge Puggioni. Al minuto quarantadue Llorente ha sulla testa la palla buona ma telefona a Puggioni. Il primo tempo vede la Juventus sotto con poco gioco, possesso palla e poca incisività. 

QUAGLIA- TIME- La ripresa comincia aggressiva con Quagliarella che segna subito alla prima occasione della ripresa, bravo Quagliarella. Buffon la combina grossa, Paloschi segna ma l'arbitro annulla.  La Juventus e' viva, Marchisio pure che ci prova da lontano, bravo Puggioni. Ci prova anche Chiellini, sempre il portiere dice no. L'arbitro sbaglia anche per la Juve non concedendo un rigore netto su Llorente. Il Chievo però è sempre in partita e Bentivoglio ci prova da lontano.  La Juventus però approfitta di un regalo del Chievo, cross teso bianconero di Pogba  e autogol di Bernardini, fortunata la Juve. La partita dopo il gol della Juve diventa nervosa con la squadra di Conte che deve rimanere attenta. Entra Tevez per Quagliarella. I bianconeri fanno possesso palla con qualche rischio di troppo.  Nel finale entrano Pellissier e Vidal ed escono Thereau e Llorente.  La Juventus nel finale non soffre, visto che non ci sono occasioni. I bianconeri vincono con il minimo sforzo, prepariamoci a polemiche. La Juventus continua la sua corsa al primo posto con la Roma da inseguire. 

 
 
 

Chievo-Juve, Conte sceglie: all’attacco con Vucinic

Post n°7242 pubblicato il 25 Settembre 2013 da nadir63l
 

In mediana ballottaggio Pirlo-Vidal per far spazio a Marchisio

Chievo-Juve, Conte sceglie: all’attacco con Vucinic © Foto Liverani
VINOVO - Poco tempo per preparare la partita contro il Chievo e tanti ballottaggi, la maggior parte dei quali Antonio Conte scioglierà soltanto questa mattina. Di sicuro c’è il rientro di Gigi Buffon dopo il turno di riposo contro il Verona e la prosecuzione del turnover: «Le rotazioni continueranno in maniera decisa perché - ha sottolineato il tecnico - siamo a metà delle 7 partite, il Chievo è la quarta, e dopo ci saranno il derby col Toro, il Galatasaray e il Milan. È inevitabile che dobbiamo continuare a fare delle rotazioni. Come dico sempre, bisogna unire l’allenamento alla partita». In difesa sembrava che lo stop dovesse toccare ad Andrea Barzagli, mentre dall’ultimo allenamento a Vinovo sono filtrate altre indicazioni. L’ex Wolfsburg è candidato a scendere in campo al Bentegodi con Angelo Ogbonna (terzo match consecutivo da titolare) e Giorgio Chiellini, che col Verona ha rifiatato. Toccherà allo stakanovista Leonardo Bonucci giovare di una giornata di pausa per ricaricare le pile.

IN MEDIANA Sulle fasce sono pronti Stephan Lichtsteiner a destra e Federico Peluso a sinistra (gli stessi di Copenaghen), mentre al centro Conte sta ragionando su due soluzioni. Paul Pogba sarà in campo e lo stesso vale per Claudio Marchisio, alla prima da titolare dopo l’infortunio del 18 agosto in Supercoppa contro la Lazio. Andrea Pirlo e Arturo Vidal si giocano l’altra maglia, con l’azzurro in vantaggio per guidare la squadra dal primo minuto.

IN ATTACCO Va verso la prima panchina anche Carlos Tevez, che lo Special One bianconero vuole avere al top per il trittico Toro-Galatasaray-Milan. Nell’ultima seduta prima della partenza per il Veneto, sono state alternate tutte le coppie. Vucinic e Quagliarella sono in pole, ma Llorente è in agguato. Occhio poi a Giovinco, elogiato ieri dal tecnico: «Nel derby, col Chievo, o la prossima settimana arriverà anche per lui la chance dal primo minuto. Giovinco è un giocatore molto forte, unisce velocità e qualità».


PROBABILE FORMAZIONE JUVENTUS
Buffon; Ogbonna, Barzagli, Chiellini, Lichtsteiner; Pogba, Pirlo, Marchisio, Peluso; Vucinic, Quagliarella

 
 
 

Juve, Pirlo nessun caso. Ma non c'è nessun rinnovo

Post n°7241 pubblicato il 24 Settembre 2013 da nadir63l
 

Ieri ha chiarito con Conte. Con Marotta lo farà a gennaio. Lo stesso regista agli amici ha negato attriti con l’allenatore per la sostituzione. E’ in scadenza e in Premier iniziano a interessarsi a lui

Juve, Pirlo nessun caso. Ma non c'è nessun rinnovo© LaPresse
TORINO - Con i confidenti, con gli amici, ha utilizzato un paio di estintori. Pirlo spegne il caso Pirlo. E’ stato il regista stesso, per primo, ad anestizzare la situazione. Amici come prima. Soprattutto: nessun problema con Antonio Conte . L’uscita di scena di domenica, al 21’ del secondo tempo, quando Andrea Pirlo ha dovuto lasciare il posto a Claudio Marchisio , è finita in un cassetto virtuale di episodi magari non esattamente lineari e da esporre in vetrina, ma pur sempre scevri di strascichi perniciosi. Amici come prima, per l’appunto. Con una postilla, però. Sarebbe quantomeno curioso se al prossimo giro il centrocampista dovesse ripetere la sequenza andata in onda contro il Verona: immediata discesa imbronciata negli spogliatoi, senza salutare l’allenatore. Ciò che non è piaciuto a Conte, domenica: «Ad Andrea dirò che quando esce dal campo, sostituito, deve fermarsi in panchina a guardare i compagni». Come devono fare tutti, sottinteso. Già a San Siro, quando Pirlo venne cambiato a 3’ dalla fine, il regista s’imbucò subito nel ventre dello stadio. Ma all’epoca il fatto era passato sotto silenzio. Più rumore ha prodotto il comportamento del regista, stavolta, per colpa di quelle lunghe inquadrature sul suo volto tirato e poco sereno (di sicuro anche per la marcatura asfissiante di Jorginho). E, soprattutto, per via della sottolineatura contiana post partita. Niente di clamoroso, comunque. Un chiarimento si è già sviluppato. E, sempre stando alle parole del tecnico, anche domani contro il Chievo l’architetto guiderà regolarmente le danze. Era già tutto previsto, pure il cambio con il Verona , ha spiegato Pirlo a chi ha avuto il privilegio di parlargli. Ma poi c’è un ma: seppur di ben altra natura.

 
 
 

Juve di più. Si tifa meno, si tifa peggio?

Post n°7240 pubblicato il 23 Settembre 2013 da nadir63l
 

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di G. Fiorito

 

Repubblica ha dedicato un ampio spazio a un sondaggio effettuato sul tifo calcistico in Italia, che negli ultimi quattro anni sembra aver subito una mutazione degna di qualche riflessione. Soprattutto alla luce della considerazione alla base del reportage, che legge nel calcio il borsino sociologico dei vizi e delle virtù della nostra società.

Partiamo dalla buona novella e lasciamo la chicca per il finale.
L’incremento del 2% circa di tifosi bianconeri obbedisce all’effetto scudetto, piacevolmente prolungatosi per due anni, ma sortisce una conseguenza non da poco, portando al rialzo l’indice di antipaticità juventina fino a raddoppiarlo. Niente male rispetto alla tendenza generale, anche se il dato, rapportato agli altri risultati dell’indagine, non è da sottovalutare.
L’analisi nuda e cruda dei numeri parla di un progressivo disinnamoramento degli Italiani per il pallone quantificabile ormai in un preoccupante 30% e difficilmente ipotizzabile prima di calciopoli. L’articolo, zeppo di grafici che promette consultabili su di Repubblica .it, individua 3 cause responsabili dell’allontanamento degli italiani dagli stadi: gli scandali, il razzismo che alimenta un clima di scarsa sicurezza, la perdita di appeal del nostro campionato di massima serie, connesso alla fuga dei piedi buoni verso altre Leghe ritenute più appetibili persino dagli amanti italiani del calcio. Capitolo scandali. Calciopoli non viene citata, ma aleggia come uno spettro, tanto che nove tifosi su dieci non hanno più fiducia negli arbitraggi, cioè nei direttori di gara, cioè nei “giudici”. Passaporti falsi, bilanci truccati e calcio scommesse non rientrano tra gli interessi di Ilvo Diamanti, l’autore del pezzo. Capitolo razzismo e sicurezza degli stadi. Udite udite: “…solo la Juve ha costruito uno stadio che tenga conto di esigenze di socialità e sicurezza” . Capitolo diaspora giocatori e scadimento campionato italiano: il declino del tifo è il risultato del declino economico del paese. La Germania signora dei mercati diventa sempre più signora dei campionati.

La penuria di capitali ha portato in Italia investitori e capitali stranieri. Roma e Inter hanno già inaugurato il new deal. Repubblica non si sogna nemmeno di sondare perché la Juventus, unica società a essere stata seriamente danneggiata dagli scandali, abbia costruito l’unico stadio e incrementato la tifoseria, mentre la maggiore beneficiaria di quel disastro che alla lunga è venuto a pesare come una zavorra su tutto il nostro sistema calcio, abbia dovuto svendersi al migliore offerente. Nonostante il 60% dei tifosi guardi con sospetto e ostilità a questo cambiamento. Forse noi italiani siamo degli inguaribili romantici? Forse c’erano mecenati che usurpavano l’adulazione dei giornali e delle istituzioni sportive?

Ma c’è di più. L’indagine ha scoperchiato il vaso di Pandora. Il tifo non è solo il sentimento e l’atteggiamento suggerito dalla splendida parola inglese “supporter” . Tifare una squadra di calcio da noi non significa, o almeno non significa solo né per tutti, amarla e prodigarsi per incoraggiarla e sostenerla. Il tifo assume in Italia due particolari connotazioni. La prima consiste nel tifo contro e il 56% per cento dei tifosi non si vergogna di ammetterlo. Dal terzo grafico in alto a destra alla pagina 19 del numero di Repubblica di Domenica 22 Settembre, si evince che vantando la Juventus il primato di antipaticità, si prende la fetta più larga di tifo contro. Questa speciale classifica vede nell’ordine le stesse tre squadre che continuano a contare qualcosa anche fuori dai confini “naturali”: la Juve; l’Inter, alla quale gli Juventini si sentono tenuti a ricambiare il favore; il Milan, che staccato di oltre 12 punti evidentemente riesce a godere dei benefici della rivalità acerrima delle nemiche giurate in bianconero e nerazzurro. Le altre squadre non vengono nemmeno prese in considerazione. Roma e Napoli comprese. Non essendo né molto amate, né molto odiate, odiano.

La seconda connotazione emersa dal sondaggio è relativa alla geografia del tifo, che solo per il 20% porta i tifosi dentro lo stadio, riservando alle tv e in misura minore a internet la fruizione delle competizioni e i guadagni. Tuttavia gli stadi si tingono di bianconero, certificando ancora una volta che la squadra “nazionale” per eccellenza è la Juventus, l’unica ad accendere entusiasmi extraterritoriali. L’ultima “eroina”, insomma, a riunirci sotto la stessa bandiera.

Scoperto l’uovo di colombo, Ilvo Diamanti sente l’esigenza di tirare le somme e si ricorda che sta scrivendo per Repubblica. Anzi, gli sovviene di essere un giornalista italiano, al soldo di editori che non hanno a cuore il mestiere dell’informazione, ma l’orientamento del sentimento popolare. Il sondaggio condotto da Demos-Coop con la collaborazione di La Polis-Università di Urbino e Medialab-Vicenza non ha motivo di non godere di credibilità, anche perché, per chi mastica calcio, certifica la scoperta dell’acqua calda. Repubblica è un giornale che si caratterizza anche per l’ampio spazio riservato ad argomenti e tematiche culturali e di costume, spesso in modo egregio. Eppure non ha resistito alla tentazione di orientare spiegando con lacune ampie i perché, tutt’altro che superficiali, essendo il calcio la quarta voce dell’economia italiana, del tracollo dello sport più amato dagli italiani. Invece di puntare il dito su una serie di illeciti commessi negli anni passati da chi ha guidato in modo dissennato alcune società di calcio e sulla facilità con la quale la Federazione e le autorità giudiziarie di questo paese hanno assolto alcuni e condannato altri, è riuscito a trasformare l’esercizio dell’informazione in un attacco al presidente del Milan. Intendiamoci. Il presidente del Milan ha notevoli responsabilità nel deterioramento dei rapporti tra calcio e giustizia e calcio e finanza, anche se è sempre riuscito a farla franca. Ma Ilvo Diamanti preferisce, con una piroetta degna di un abile pattinatore, mostrarci come l’inasprimento dei nostri vizi più che delle nostre virtù degli ultimi anni sia manifesto nell’ultimo video del presidente del Milan, il quale non avrebbe evocato più la nazionale di calcio, come 20 anni fa, quando nel paese c’erano pulsioni legate alle identità locali, ma anche a quella nazionale. Avrebbe preferito invocare il localismo ultrà, la sfiducia negli altri e nelle istituzioni, dulcis in fundo, “le polemiche contro i ‘giudici’, pardon: gli arbitri”. L’uomo nel video “non si rivolge agli ‘italiani’. Ma ai militanti e agli ultrà”.

E pensare che 7 anni fa anche Repubblica ci aveva fatto credere che era tutta colpa di Moggi.

 

Calcio, il declino del tifoIn curva solo gli ultras (Repubblica)

 

 

 

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