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Messaggi di Novembre 2013

Galliani: lascia o raddoppia?

Post n°7340 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

glmdj
  
galliani(8).jpg
 
di G. Fiorito
 
 
Galliani lascia il Milan. O forse no. Il tormentone potrebbe tenere banco sugli organi di informazione almeno per una settimana, forse fino alla vigilia di Natale. Perché il dirigente che ha accompagnato per un trentennio il Milan ai successi che tutti gli riconoscono, si sente tradito dal ricambio generazionale che percorre come una febbre lo stivale e come un virus ha colpito anche la società rossonera, specialmente dopo che è stata ufficializzata la “decadenza” di Silvio Berlusconi a causa delle disavventure giudiziarie nelle quali è incorso. La nuova sede del Milan di via Rossi in zona Portello appare così piuttosto vacante nonostante la doppia investitura Galliani/Barbara Berlusconi. 34 anni di reggenza sullo scranno del padre padrone sono troppi e Galliani non vuol saperne di accettare che two is meglio che one.

Se Allegri ha provato a definire “una fuga di notizie” (
Link) la licenza con la quale Balotelli avrebbe ostentato un comportamento troppo rilassato e poco rispettoso degli impegni presi con la squadra, spingendosi al mancato rispetto degli orari di allenamento (Link),i tifosi (Link) non sono sembrati volersi assumere la responsabilità di sostenerla in un momento di crisi evidente. Tra gli striscioni esposti dalla curva sud del Diavolo si è letto di tutto per tutti e anche questo: “Mentre consumate i vostri giochi di potere ridate al Milan il blasone che deve avere''. Balotelli non può avere sulle sue spalle la forza necessaria per sopportare il peso di una situazione che riflette nei gangli societari il malessere di un uomo che ha costruito tanto e forse ha preteso troppo. Il Milan di oggi vive o forse sopravvive della crisi di Berlusconi, così come Super Mario, sebbene sia andato a segno nel turno di CL, non trova riscatto nella crisi del Milan, anche perché, in una simbologia stupefacente, il crepuscolo della sua condizione contrasta con l’aurora limpida di un talento puro e inattaccabile come quello di Kaka, che al suo cospetto brilla insopportabilmente.

I nodi vengono al pettine. Non si può vivere, recita un proverbio delle mie parti, sempre mangiando i frutti maturi e rispedendo al mittente quelli acerbi. Non è bene che finché si riesce a tirare fuori il meglio dalle situazioni in cui la sudditanza psicologica al potere distribuisce doni si mostri tracotanza, per poi scagliare pietre e rinnegare tutto nel momento del bisogno. Sottigliezze difficili da digerire in curva, qualunque essa sia. Galliani l’avverte l’odore della sconfitta. E’ abituato a vincere, ma sa che un tempo fu pure juventino e c’è un modo solo per sopravvivere in un mondo di squali: trasformarsi. Del resto le ha provate tutte. Dopo aver portato il Milan per tante volte al successo, spingendo fino all’inverosimile e guardandosi da tutti gli uccelli paduli, servendosi di doppie cariche, di scuderie e di preservativi, ha messo mano anche alla dialettica pur di salvare il salvabile e di indorare la pillola, spiegando ai suoi tifosi che dovevano essere di più larghe vedute e fermarsi a considerare che in un’ipotetica classifica di un campionato che si assegni ogni cinque anni sarebbe il Milan il vincitore. Povero Diavolo, la tredicesima di campionato, come nel gioco inverosimile della Cabala, nell’avvincente intersecarsi dei numeri che hai voglia sempre a liquidare come caso, ha decretato la sua ennesima caduta.
Battendo il Livorno la Juventus ha raggiunto il Milan nella speciale graduatoria escogitata da Galliani, con 318 punti realizzati negli ultimi cinque campionati di serie A.

Di onorevole rimane per il “vecchio” dirigente la sua fama e di sicuro un futuro, grazie al potere che nonostante i risultati modesti degli ultimi tempi sul campo verde, non è affatto sbiadito. Da gennaio è presidente di Lega. Per tutto l’anno ha tessuto una tela fitta di rapporti. Per anni ha avvicinato la galassia Fininvest agli introiti favolosi che la Infront le garantisce. Ufficialmente ha dichiarato che Berlusconi sarà sempre il suo presidente. L’uomo politico che Auricchio non vedeva alla presidenza onoraria del Milan di calciopoli e che invece era tra i tre/quattro più potenti d’Italia sta cercando forse di fare la cosa giusta pensando di associare ancora una volta cariche pubbliche e rossonere. Così ha offerto a Galliani un’ultima poltrona da senatore della repubblica o da europarlamentare come candidato di primo piano di Forza Italia, con il beneplacito di Alfano. Altrimenti c’è sempre un posto caldo in Fininvest (

<a href="http://www.blogo.it/...-come-senatore/">Link</a>). Tutto per allontanare lo spettro di una liquidazione plurimilionaria, spauracchio del diktat che in nome di un nuovo regime di parsimonia Marina Berlusconi avrebbe imposto alle aziende di famiglia.

Il geometra di Monza ne ha fatta di strada e non si ritroverà ad elemosinare, questo è certo. Una solida rete di interessi di quelle che tutti i tribunali italiani hanno contestato al solo Moggi come un’associazione a delinquere deve pure averla, alla luce pure di certe intercettazioni lette a suo tempo per le quali spostava le giornate di campionato al posto del dirigente bianconero e si faceva carico di certe richieste dell’ex arbitro Paparesta, che lungi dallo starsene rinchiuso nello spogliatoio del Granillo inoltrava per l’Asso biodisel, l’azienda per la quale lavorava (
Link e Link).

Prima dell’impegno di coppa Galliani ha dichiarato ai microfoni di SKY di sentirsi ancora giovane per qualche carica di rappresentanza. Se cambiasse casacca al Milan l’addio costerebbe forse ancora più caro. (
Link).
Parametri anche questi. Con tanti zeri in più.

 
 
 

Per Abete competenza a singhiozzo

Post n°7339 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

glmdj

 

abete(18).jpg

 

di P. Cicconofri

 

Ogni tanto Abete si ricorda di essere il Presidente della Figc e quindi competente a prendere decisioni.
Un articolo del Corriere dello Sport odierno, ci informa che Giancarlo Abete, ha impugnato – come è nelle sue facoltà - una decisione di un giudice sportivo con un ricorso alla Corte federale che lo stesso Presidente della Figc ha proposto contro la multa di 9mila euro inflitta dal giudice della Lega Pro, Pasquale Marino, al Monza per cori razzisti. Il ricorso è stato accolto e la curva Sud del Brianteo deve ritenersi chiusa con la condizionale.

Ma come è nata questa decisione? Durante Monza-Rimini, degli pseudo tifosi avevano ululato di tutto al senegalese Ameth Fall. La chiusura della curva non era arrivata per le attenuanti. Il Monza aveva collaborato e portato avanti iniziative di prevenzione, come i numerosi cartelli con scritte «Stop the racism». Senza contare che anche il dg della Lega Pro Ghirelli, si era detto contrario all’impugnazione pensando di darla vinta agli ultrà nell’intento di ostacolare la società.

Ho riportato questo fatto per far notare la grande confusione e le poche certezze che accompagnano le punizioni per “discriminazione”. Se in serie A si arriva a chiudere le curve dello Juventus Stadium per “cori di discriminazione territoriale”, nelle categorie minori, per “ululati razzisti”, si concedono le attenuanti per non penalizzare le società. Le attenuanti valgono solo in alcuni contesti?

Non c’è nulla di certo e chiaro nell’applicazione di queste norme, se non il solito interesse che accompagna situazioni paradossali utili ad avere molta visibilità. Chiudere il settore degli ultrà del Monza non riempie le pagine dei giornali, non vengono allestite intere trasmissioni con opinionisti tutti d’un pezzo che invocano il massimo della pena. Allora può anche passare l’idea delle attenuanti per i cori razzisti. Diverso discorso è quello legato all’ambiente juventino con tutto il bacino di tifosi che raccoglie, oltre al nutrito popolo di anti-juventini pronto a sostenere la battaglia legata ad eventuali penalizzazioni …

Troppa discrezionalità nell’applicazione di una norma che invece dovrebbe essere ferrea per fungere da deterrente. Sono situazioni di incertezza come queste che danno potere ai facinorosi che in alcuni sanno bene di avere le spalle coperte. Basta ricordare come il Milan ha evitato la chiusura dello stadio …

Un invito anche ad Abete affinchè trovi lo stesso coraggio ad impugnare decisioni assurde della giustizia sportiva, non solo per situazioni marginali di squadra di categoria inferiore, dove gli interessi in ballo sono meno pressanti della seria A. Il potere di impugnare esiste, usuralo a singhiozzo non fa altro che confermare la mancanza di volontà nell’agire in determinati contesti per motivi non difficili da comprendere ma che nulla hanno a che fare con i valori dello sport.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3314

 
 
 

Bertini. Un pazzo ma non un delinquente

Post n°7338 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

glmdj

 

bertini.jpg

 

di G. Fiorito

 

Udienza del 27.11.2013. Napoli, appello calciopoli

L’ex arbitro Bertini ha rinunciato alla prescrizione. Questa decisione forse fa di lui un pazzo, ma non un delinquente. In un contesto nel quale il processo è stato retto dalla prova logica, del tutto soggettiva, in mancanza di prove vere.

Le prime due considerazioni tese a scagionare Bertini dicono che non aveva una scheda svizzera e che tutto il processo si è retto sull’ipotesi che Moggi avesse preconfezionato un’associazione non solo per far vincere il campionato alla Juventus, ma per influenzare l’intera politica del calcio. Ebbene, la tesi che si è ricavata poggia su un incastro saltato pezzo per pezzo dopo che è venuto meno l’ancoraggio che reggeva le fondamenta: la possibilità di determinare gli arbitraggi attraverso il sorteggio, che non poteva essere truccato. Secondo la difesa questo procedimento è iniziato a Roma e molte domande sono rimaste senza risposta. Perché i carabinieri della capitale hanno indagato per il tribunale di Napoli spingendosi fino a Chiasso senza una rogatoria internazionale?
Tornano uno ad uno sciorinati dalle parole delle difese i fantasmi di calciopoli, simili a quegli spettri che terrorizzano le notti buie e tempestose e che basta accendere un’abatjour per individuare con un sorriso di vergognosa pusillanimità nella tenda smossa dal vento o nell’ombra ingigantita di un ragazzo che attraversa la via filtrando dalle imposte semichiuse. Tra di loro i nomi dei protagonisti dell’accusa. Dei Baldini che si contraddicevano dinanzi alla Casoria e dei Coppola che non servivano a nulla perché volevano dire qualcosa che riguardasse l’Inter, come se calciopoli fosse un copione già scritto e dovesse soltanto essere recitato. Ma anche i tentativi di ricusazione della giudice Casoria, che aveva fretta di celebrare processi più e non piaceva al presidente del tribunale e il proscioglimento di Carraro, che ha complicato la difesa degli imputati, poiché si sono determinate conseguenze di ambigua interpretazione delle accuse.

Capitolo schede.
La difesa di Bertini segue la linea che indica nel filone delle schede svizzere la centralità delle ipotesi accusatorie. Il possesso delle schede dovrebbe determinare gli indiziati, invece ci sono tre possessori dichiarati che vengono esonerati: Paparesta padre e figlio e Nucini, il cavallo di troia di Facchetti, il quale addirittura si trasforma in testimone dell’accusa. Il possesso di una scheda svizzera non costituisce reato, né il suo utilizzo prima di un partita, tuttavia il legale di Bertini rimane convinto che un arbitro non avrebbe dovuto possederne. Di spettro in spettro, il più temuto di calciopoli è sempre stato il codice etico: il convitato di pietra ad personam. Passando alle incongruenze processuali, mentre Ambrosini pur essendo possessore di scheda svizzera è stato assolto, Bertini non era possessore, ma il tribunale rimane contrario e ne contesta l’uso prima di quattro partite, assolvendolo in tre casi, eccetto che per Juve Milan e a causa di due telefonate di Moggi con Biscardi. Secondo la difesa le schede svizzere vengono tirate in ballo a seconda del bisogno, rilevando una sostanziale persistenza di giudizio secondo due pesi e due misure.

Omissione di prove?
Un altro problema classico dei procedimenti di calciopoli è l’omessa produzione di prove circostanziate da parte dell’accusa, che spesso è apparsa costruita sugli indizi artificiosi e tutt’altro che inoppugnabili che i Magnifici 12 che hanno svolto le indagini non hanno avuto cura di circostanziare efficacemente. In un processo basato in gran parte sul possesso e l’utilizzo delle schede svizzere, avrebbe dovuto essere prodotto anzitutto il tabulato che riporta le chiamate che sono state ricostruite artigianalmente dai carabinieri partendo dalle dichiarazioni di de Cillis, anche se tra le dieci che avrebbe venduto non vi è quella destinata a Bertini. In aula è stato stabilito che non è possibile verificare sulla base delle prove prodotte il numero delle chiamate, con la conseguenza che la non certezza del dato impedisce che sia utilizzato come prova di appoggio e non si può affermare chi operava le chiamate delle quali si sa da sempre che manca il contenuto delle conversazioni (la giustificazione ufficiale che le sim svizzere non fossero intercettabili si è rivelata non veritiera). Il maresciallo Di Laroni ha seguito il criterio della residenza, con una certa approssimazione, poiché non ha saputo spiegare cosa significa nello specifico che le chiamate partano “prevalentemente” da Arezzo, attribuendo a Bertini telefonate che avrebbero potuto partire da Siena o Firenze. Di Laroni non si è nemmeno preoccupato di effettuare la riprova attraverso l’incrocio tra chiamante e ricevente, lasciando le accuse sul terreno precario delle ipotesi. La cella che agganciava la scheda si trovava come è stato già detto più volte sul famoso casello autostradale, da dove passavano migliaia di persone, ma Di Laroni si è rifiutato di ammetterlo. Secondo la difesa avrebbe potuto trattarsi della scheda che Paparesta padre ricevette da Moggi con il pretesto di seguire alcune partite e riferirgli se a suo giudizio la Juve venisse penalizzata dagli arbitraggi. Un punto anche questo che rivela come in calciopoli si siano intersecati gli interessi di tutti, e tutti cercassero di proteggersi in bilico sul filo del rispetto del famoso art. 1 del CGS, che imponeva comportamenti etici. Ricordiamo che ne furono sommati ben 6 per retrocedere la Juventus, mentre quando Palazzi riconobbe che i dirigenti nerazzurri avevano trasgredito all’art. 6 e cioè commesso illeciti con la relazione del luglio 2011, la prescrizione intervenne a non renderli perseguibili.
La difesa di Bertini chiarisce efficacemente che il bene giuridico tutelato non è la lealtà sportiva, bensì il corretto svolgimento della manifestazione sportiva.

Riguardo a Juve Milan
a) Moggi non difende Bertini né con la segretaria di Biscardi, né con il popolare presentatore;
b) dopo Atalanta Milan la Juventus produce addirittura un comunicato stampa nel quale si dice danneggiata dagli errori di Bertini a favore dei rossoneri;
c) Bertini non ha ottenuto né miglioramenti in carriera né è stato ricompensato con somme di denaro;
d) l’indagine sui suoi conti bancari è risultata negativa;
e) si trovava al settimo posto tra i dieci arbitri internazionali dell’epoca, dopo i primi sei non coinvolti nel processo;
f) ha arbitrato 6 volte il Milan con 4 vittorie e 2 pareggi e 3 volte la Juve con 1 vittoria e 2 pareggi, poiché come sempre quando calciopoli si esamina dal punto di vista degli effetti prodotti dalla presunta associazione a delinquere i conti non tornano: la Juve aveva una media inferiore rispetto a quella necessaria per vincere il campionato, il Milan una media superiore;
g) Milan Juve non è una partita da considerare tra potenti contro non potenti, poiché vede fronteggiarsi la proprietà degli Agnelli contro la proprietà di Berlusconi, Fiat contro Mediaset, in un contesto nel quale il presidente ”reggente” del Milan era anche presidente della lega (Galliani).

In queste parole si nasconde una delle verità di calciopoli? Quanti conflitti di interesse sono stati pagati solo dalla Juventus, che dava fastidio perché guidata da una triade di dirigenti capaci di ottenere il massimo con il minimo sforzo economico-mediatico? La difesa conclude affermando che Bertini non vuole su di sé la macchia della prescrizione, perché è innocente e chiede pertanto l’assoluzione.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3313

 
 
 

Bonucci è una star, lo vuole il Monaco

Post n°7337 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

Un osservatore l'ha seguito nel match con il Copenaghen. Il club di Rybolovlev lo ha messo nel mirino per il salto di qualità in difesa

Bonucci è una star, lo vuole il Monaco© REUTERS/ALESSANDRO BIANCHI

TORINO - Nel Principato c'è aria di insoddisfazione. I grandi colpi per far decollare il Monaco (Falcao su tutti) non bastano. Così, il ricchissimo russo  Dmitrij Rybolovlev ha dato ordini di procedere. Va migliorata, soprattutto, la difesa. E allora occhi puntati su Leonardo Bonucci, uno degli artefici dei successi Juve di questi anni. Prima le critiche, poi la trasformazione in… Principe. Così, in tribuna, mercoledì sera, non è passato inosservato un talent scout spedito a Torino da Claudio Ranieri. L'ex barese è individuato come l'uomo giusto per mettere ordine nel reparto arretrato del Monaco. La Juve, in passato, ha resistito alle offerte dello Zenit per il centrale, nonostante sul piatto ci fossero 15 milioni. I pezzi da novanta come Vidal, Pogba e Pirlo verranno blindati, Bonucci rientrerà nel gruppo?

 
 
 

Tuttosport-Si lavora per il rinnovo di Vidal: annuncio settimana prossima?

Post n°7336 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

   
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Secondo Tuttosport, Vidal presto apporrà la fatidica firma e sarà rinnovo del contratto fino al 2017 con opzione fino al 2018 e sostanzioso ritocco dell’ingaggio, dagli attuali 2,7 milioni netti a 4,5 milioni “puliti” più i bonus legati al rendimento, singolo e della squadra, che potrebbero far salire la cifra sino a un milione in più. Un’operazione da quasi 55 milioni lordi.  «Il rinnovo arriverà presto», assicurava di recente Beppe Marotta . L’annuncio è previsto entro l’anticipo del 6 dicembre a Bologna, quando i bianconeri faranno le prove del Galatasaray seppure in un contesto un po’ diverso. Nei primi giorni del nuovo mese, dunque, il prolungamento dell’accordo sarà certificato con tanto di fiato alle trombe a simboleggiare la soddisfazione comune di società, giocatore e ambiente, col quale Vidal ha instaurato un feeling più che speciale

 
 
 

Corsport - Rinnovo Vidal, in casa Juve studiano il calendario. Ecco quando potrebbe arrivare l'annuncio

Post n°7335 pubblicato il 29 Novembre 2013 da nadir63l
 

   
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In un articolo a firma di Ettore Intorcia, il Corriere dello Sport fa il punto sulla situazione di Arturo Vidal, ad un passo dal rinnovo del contratto con la Juventus. il cileno è già legato alla Juve fino al 2018. Oggi alla Juve guadagna 3,5 milioni di euro netti l’anno ed è in quarta fila, insieme a Pirlo, alle spalle di Tevez (5,5), Llorente (4,5), Buffon (4). Con il nuovo accordo, che sposterà la data di scadenza di due anni, dal 2016 al 2018 (il massimo consentito), lo stipendio arriverà ad un minimo garantito di 4,5 milioni, da integrare con bonus per circa 1 milione di euro, legati a rendimento personale e obiettivi di squadra, come sempre accade con la nuova piattaforma contrattuale introdotta dalla Juventus. L’annuncio - si legge sulle pagine del quotidiano sportivo romano -  è solo una questione di giorni: in casa Juve si studia il calendario per scegliere una data che sia significativa. Non ci sarà nessun evento ad hoc, questo è quello che filtra dagli ambienti bianconeri, semmai è l’attesa stessa ad essere l’evento. L’annuncio arriverà tra la trasferta in casa del Galatasaray, ultimo atto della fase a gironi della Champions, e Natale. E se le due settimane che corrono tra le due date sembrano un intervallo troppo ampio, il cerchietto sul calendario potrebbe essere spostato più verso il 10 dicembre che verso il 25, per festeggiare la qualificazione agli ottavi di Champions e anticipare i brindisi natalizi. Il cileno, prelevato dal Leverkusen a 10,5 milioni - riporta il Corsport - vale anche quattro volte l’investimento iniziale e continua a stuzzicare la fantasia delle altre grandi del Vecchio Continente. Già in Primavera il Bayern aveva messo sul piatto 45 milioni di euro per Vidal, ma la proposta venne respinta dalla Juventus.  In Spagna si sono mosse Real e Barcellona, mentre in Inghilterra si è fatto avanti il Manchester City.

 
 
 

CONTE A SKY: "Ci siamo un po' complicati la vita, ma la vittoria è meritata.

Post n°7334 pubblicato il 28 Novembre 2013 da nadir63l
 

 A Istanbul farà molto caldo, ma giocheremo senza far calcoli. Dopo Firenze è uscito il nostro orgolio"

Parla il tecnico bianconero.
   
© foto di www.imagephotoagency.it

Intervistato nel dopo partita di Sky, l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato la prestazione interna della sua squadra nella gara di Champions League contro il Copenaghen. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

Il problema principale del Copenaghen erano le palle inattive, ed è arrivato il gol.

"Come all'andata, dopo un rimpallo nacque il gol di Jorgensen. Oggi da un fallo laterale, ce la siamo un po' complicata da soli la situazione. Siamo stati bravi a riprendere subito il discorso, la vittoria è meritata ma sarei stato più contento non avessimo preso gol".

La situazione è simile a un anno fa. Voi vi sentite allo stesso livello, o c'è qualche preoccupazione in più?

"L'anno scorso eravamo vergini in Europa, il primo anno venivamo dal settimo posto senza coppe. Abbiamo fatto l'anno scorso un ottimo percorso, ora ci siamo complicati il cammino perchè meritavamo qualcosa in più nelle gare precedenti. Così avremmo chiuso prima il discorso, ora andremo in un ambiente caldissimo, ma noi ci siamo messi in questa situazione e dobbiamo sbrogliarla. Però dipende da noi".

E' vero che il meglio lo date con l'acqua alla gola?

"No, no. Però per nostro dna andremo a Istanbul per vincere, non possiamo fare altrimenti. Cercheremo di fare la gara, se saranno più bravi loro applaudiremo, ma se facciamo calcoli commetteremmo danni. Per mia volontà siamo nati con la voglia di fare sempre la partita, l'abbiamo fatto a Monaco, Madrid e Londra e sarà sempre così".

Da un mese a questa parte siete migliorati. A cosa è dovuto? Lo schiaffo di Firenze, l'inserimento di Llorente o una crescita fisica?

"I risultati e le prestazioni dicono questo, ma anche prima avevamo sempre vinto in campionato. In Champions contro Copenaghen e Galatasaray meritavamo di più".

L'impressione è diversa però...

"Sì, quei cazzotti così forti e inaspettati di Firenze hanno destato l'orgoglio forse un po' sopito. Abbiamo ripreso la marcia, che fino lì però era spedita con 6 vittorie e un solo pari in Italia. La squadra mi dà ampie garanzie, ho grandi giocatori e uomini, sono ipercritici talvolta e sanno quando le cose non vanno".

 
 
 

Tre punti, tre volte Vidal: è andata come doveva andare

Post n°7333 pubblicato il 27 Novembre 2013 da nadir63l
 

 
© foto di www.imagephotoagency.it

Servivano tre punti, è arrivata la vittoria. Non solo: sono arrivate anche tre reti da uno stesso calciatore. L’autore della tripletta, Arturo Vidal, è stato il mattatore indiscusso di una partita che la Juve ha giocato con la forza dell’orgoglio, soprattutto dopo l’effimero pareggio avversario.

La Juventus imprime subito velocità al proprio ritmo; la vittoria è un imperativo. I bianconeri prendono possesso del campo, giostrano il pallone e ballonzolano alla ricerca dello spazio per infilare la difesa avversaria. Quando il pressing aumenta la propria caratura, il Copenhagen trema. La Juve è temeraria ad avventarsi contro la difesa avversaria, forbendo trame di gioco dense e avvolgenti. La rottura dell’equilibrio che attanaglia la gara piomba al 27’. Jacobsen ghermisce un cross destinato a Pogba con un pallavolistico bagher in area: l’arbitro non ha dubbi e fischia il rigore. Dal dischetto, Vidal è letale e inquadra l’angolo. Nonostante il vantaggio ottenuto, la Juve continua ad attaccare sino alla fine del primo tempo. In chiusura, Pogba sfiora il raddoppio con un destro da fuori che concede persino l’illusione ottica del gol.

Il secondo tempo ricomincia da dove era finita la prima frazione di gioco. La Juventus, alla ricerca del raddoppio, continua ad attaccare. Tuttavia, il Copenhagen è lesto e arruffone e pareggia al 59’ grazie ad una zampata in area dell’ex Mellberg. Lo Stadium è ferito ma palpita ancora. E insieme alla Juve, torna ad esultare pochi minuti dopo. El Rey Leòn resiste alla carica di Mellberg ed è atterrato in area: rigore! Vidal è glaciale e trasforma. Sospiro prima del giubilo. Dopo appena due minuti dal raddoppio, Re Artù salta in area, e impatta di testa: tripletta! Conte, prudente e sagace, sostituisce Padoin con Marchisio e Tevez con Vucinic, allestendo un 4-5-1 dalle giunture strette come capillari. Poi esce anche Vidal, eroe della serata, al posto di Ogbonna. Il resto è ordinaria amministrazione. L’ozio delle ultime fasi esplode poi al rintrono del triplice fischio: game, set and match. I bianconeri ottengono la prima vittoria e il secondo posto del proprio girone grazie ad una prestazione gagliarda, proprio contro un Copenhagen corsaro e guerresco. Re Artù con il pallone in mano, ai piedi della curva in festa, è la cartolina della serata. In una formula: è andata come doveva andare.

 
 
 

DA ZERO A DIECI: DA UN NUMERO DA RICORDARE AI DUE EROI DI GIORNATA!

Post n°7332 pubblicato il 25 Novembre 2013 da nadir63l
 

   
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Il campionato post sosta ci regala un’altra giornata pro Juve, almeno fino a ieri. Due punti guadagnati sull’Inter, tre sulla Fiorentina, tre sul Napoli, stasera tocca alla Roma, ma questa Juventus dopo Firenze sembra aver ritrovato il suo spirito. Non era facile vincere a Livorno contro una squadra molto chiusa, a riccio, quasi un bunker. I bianconeri hanno abbattuto il muro avversario grazie alle spallate di Pogba, alla cannonata di Llorente e ai dardi acuminati di Tevez, alla sagacia tattica di Conte.

Voto Zero: come le parate di Buffon, ci mettiamo un 50 davanti e facciamo 500, come le presenze del portierone felice. La giornata di ieri è andata via liscia e tranquilla come un mare calmo di fronte al porto. Qualche colpo di vento di maestrale come i contropiede avversari, ma poco altro. Ordinaria amministrazione per un condottiero da 500 battaglie.

Voto Uno: come primo posto. Alla squadra di Conte piace solo quel numero, un’ossessione, per ora che può valere qualcosa in più di 24ore, ma un avviso ai naviganti: è tornata la fame e da qui a Natale i bianconeri ce la metteranno tutta per arrivare allo scontro diretto del sei gennaio da primi in classifica.

Voto Due: come le assenze pesanti di ieri. Mancavano Bonucci e Barzagli, titolari insieme a Chiellini della difesa titolare. Ottimo Vidal e molto bene Caceres. Quando a inizio stagione parlavamo di Caceres come “sprecato” per le poche partite che giocava avevamo ragione. Questa squadra ha un’abbondanza difensiva notevole. Ps. Non ce lo siamo dimenticati, mancava anche Lichtsteiner.

Voto Tre: come le squadre distanziate. Inter, Napoli e Fiorentina, perdono terreno. Fieno in cascina importantissimo, visto che ora arrivano le coppe e la Juventus dovrà metterci il 110%.

Voto Quattro: all'attacco del Livorno. Emeghara non pervenuto. Siligardi confusionario. Greco bravo nei tuffi. Nicola aveva preparato bene la gara in stile Fort Apache, ma i suoi giocatori non sono riusciti a ripartire con precisione. FANTASMINI.

Voto Cinque: come le partite senza prendere gol. Questa è la nota lieta di giornata, il fattore che ci piace rimarcare e che abbiamo sempre sostenuto essere il vero punto di forza. Chiudi la porta e vincerai. Motto semplice ma chiaramente esaustivo.

Voto Sei: a Marchisio. Ancora in rodaggio. Ci ha provato, lo avevamo invocato, forse gli abbiamo portato sfortuna e ce ne scusiamo. Il Principino non è ancora al meglio. Ieri è entrato in partita solo nella ripresa dopo un primo tempo abbastanza anonimo. Sarà, a nostro parere, un punto di forza appena entrerà in condizione.

Voto Sette: a Tevez. Ancora positivo. E’ quello che tira di più, quello che impegna di più gli avversari con i suoi movimenti a pendolo, con la sua caparbietà. Ci rimane male sul gol di Llorente, come a dire: “come ti permetti di fare un gol così bello?” e risponde con il suo arco perché lui l’assalto alla diligenza lo sa fare bene. Nota di merito anche per Simone Padoin. L’esterno destro gioca la sua miglior partita in bianconero, tanta corsa, attenzione. Manca un po’ di precisione nei cross, ma fa nulla. Vi ricordate uno 0-5 inToscana e il suo primo gol a Firenze, insomma, questa terra gli porta bene.

Voto Otto: a Vidal ed Asamoah. Siamo a un mese da Natale e Vidal si traveste da difensore  regalando a Conte e ai tifosi una prestazione precisa, attenta, puntuale con qualche brivido del mestierante. Ci è piaciuto tutto della sua interpretazione del ruolo. Molto bene anche Asamoah che si sfianca e corre per nove, sfornando assist. Nel primo tempo i bianconeri giocano poco dalla sua parte, nella seconda frazione, arrivano più palloni ed aumentano i pericoli.

Voto Nove: a Conte. Torna al passato con Vidal centrale. Sopperisce all’assenza di tre centrali su quattro in rosa con il pensiero stupendo. Mantiene alta l’attenzione e supera se stesso a livello di punti rispetto alla passata stagione. Dobbiamo aggiungere altro? Ps. Sul tema Barzagli, siamo più permalosi di lui!

Voto Dieci: a Llorente e Luci. Lo spagnolo si trasforma da oggetto misterioso a campione dal piede caldo. Un mesetto e mezzo di gol per cancellare il periodo di rodaggio che tocca spesso a tutti quando arrivano da un campionato straniero. Non sarà Trezeguet (il primo colpo di testa nel primo tempo l’argentino l’avrebbe concretizzato)  ma non è nemmeno Ian Rush. Insomma, è un giocatore valido, che darà un grandissimo contributo, come ci aspettavamo e porta doti nuovi ad una squadra che ha già un impianto di gioco ben collaudato. Ci piace lo spagnolo complimenti a chi l’ha aspettato. 10 e lode ad Andrea Luci. In un calcio che spesso non ci piace, Andrea Luci ha dato un volto di umanità a tutto. Il suo dramma familiare merita rispetto e in base alle possibilità di ognuno un contributo. I drammi come questo possono colpire tutti noi, ricordiamocelo, avere vicino tante persone può aiutare, le persone e la ricerca. 

 
 
 

JUVE DA PRIMATO CON RUGGITO E FRECCIA!

Post n°7331 pubblicato il 24 Novembre 2013 da nadir63l
 

   
© foto di www.imagephotoagency.it

La Juventus riparte il suo campionato da Livorno sotto un sole tiepido e un freddo venticello. L'emergenza difensiva vede a Vidal, Chiellini e Caceres centrali, con esterno destro Padoin e attacco Tevez-Llorente. Livorno meno guardingo delle ipotesi della vigilia. 

RIPARTENZE- Buono l'inizio degli amaranto che si chiudono bene e ripartono veloci. Dopo pochi minuti la Juventus prende subito il pallino del gioco. L'inizio bianconero e' positivo e convincente, ma non arrivano conclusioni complice anche un Livorno blindato. La prima grande occasione arriva sulla testa di Llorente dopo un bel cross di Padoin, lo spagnolo però non è preciso nella specialità della casa e la palla finisce alta di poco. Dopo un errore dopo un calcio d'angolo non battuto benissimo, ci prova Pogba ma la Bardi para. La partita non si sblocca e il tema é sempre lo stesso: zebrati con la palla, amaranto che si propongono in velocità.  Bella l'azione a otto dalla fine del primo tempo di Asamoah, Bardi e'attento. 
Il primo tempo si conclude sul pareggio, i bianconeri ben bloccati dalla squadra di Nicola. 

TUTTO CHIUSO E MANO LARGA- Le formazioni non cambiano dopo il riposo con gli amaranto più aggressivi subito in avvio di seconda frazione. Ancora amaranto pericolosi in ripartenza. I bianconeri quando aumentano il ritmo sono pericolosi , proprio un tacco di Llorente trova la mano larga in area. Massa dice di no. 

RUGGITO E COLPO APACHE al minuto 63 arriva il ruggito del Re Leone. Pennellata di Pogba e tiro al volo meraviglioso di Llorente che segna il suo più bel gol da quando é in Italia. Ora cambia il copione tattico perché il Livorno deve ora uscire dal guscio. La Juventus ha due buone palle con Tevez, ma l'Apache non atterra ancora. Arriva pochi minuti dopo il gol dell'argentino. Bellissima protezione della palla di Llorente, assist per Tevez e colpo da biliardo. Due a zero e gara in ghiacciaia. Ancora Juve che non è sazia. Pogba mostra lampi di bravura e gli amaranto vanno vicini alla terza marcatura con un clamoroso auto palo di Coda. Nel finale girandola di cambi con Tevez e Llorente sostituiti da Vucinic e Quagliarella. 
La Juventus espugna Sassuolo, quinta vittoria consecutiva, porta inviolata per la quinta volta con dodici gol segnati. I bianconeri salgono a più sei sul Napoli in attesa della Roma.

 
 
 

CONTE: "Settimana non semplice, ma niente alibi. Barzagli out e qualcuno ha ironizzato.

Post n°7330 pubblicato il 23 Novembre 2013 da nadir63l
 

Pirlo? Campioni importanti per vincere. Assenza tifosi danno ingente. Bambini e ultras insieme. Vicini ai sardi"

Al Media Center di Vinovo, Antonio Conte sta rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa della vigilia di Livorno-Juventus. Tuttojuve.com sta riportando integralmente in tempo reale le dichiarazioni del tecnico bianconero:

Buongiorno Antonio. Hai qualcosa da dire sulla gestione di questa sosta internazionale da parte delle Nazionali?
"No, più che altro potrei dire qualcosa su come mi sono trovato io nella gestione dei miei calciatori. Sicuramente non è stata una settimana semplice, perchè i calciatori impegnati con le Nazionali sono arrivati in tempi diversi, quindi abbiamo dovuto gestire la settimana anche con lavori specifici differenti, dando anche dei giorni liberi in maniera differente, non unica. E in ultimo, Caceres è arrivato ieri all'una, quindi è stato catapultato in campo nel bel mezzo dell'allenamento. Non è stata una settimana sicuramente semplice, penso che non lo sia stata per me, penso che non lo sia stata per nessun tecnico che ha tanti Nazionali in rosa. C'è l'aspetto positivo, che avendo Nazionali in rosa, comunque, hai calciatori forti; c'è l'aspetto negativo che quando capitano queste settimane diventa molto molto difficile preparare il tutto e in poco tempo però lo devi fare e lo devi fare anche bene".

Volevo chiederle come sta Barzagli. E l'ipotesi di Vidal difensore centrale: si va in questa direzione?
"Per quanto riguarda Barzagli, è tornato infortunato dalla Nazionale, quindi domani non sarà disponibile. Ho visto che qualcuno a livello giornalistico ha fatto anche dell'ironia sull'infortunio di Barzagli e dispiace, veramente dispiace perchè si vede solo cattiveria in chi scrive e dice fesserie. Questo dispiace, sinceramente, anche perchè Barzagli è un ragazzo molto serio, che tiene fin troppo alla Juventus e tiene fin troppo anche alla Nazionale. Che sia chiaro. Quindi Barzagli non sarà a disposizione, non so quali siano i tempi di recupero, se potrà essere disponibile per il Copenaghen; secondo me è anche difficile, però vedremo. E' difficile sì. Vedremo che cosa accadrà. Anche perchè non dimentichiamo che chi è infortunato, poi, ha bisogno anche di allenarsi, non è che uno recupera e lo catapultiamo in campo, a discapito suo e a discapito nostro. Ci sono dei tempi da rispettare. Vediamo che cosa accadrà da qui fino alla partita col Copenaghen per quanto riguarda Barzagli. Abbiamo provato ieri, perchè comunque era il primo giorno in cui c'eravamo un po' tutti. Stiamo provando delle diverse soluzioni. Ripeto, da questo punto di vista sono molto sereno perchè c'è un'organizzazione che comunque regge anche all'eccezionalità dell'evento, come questo, perchè effettivamente è un momento eccezionale di mancanza di calciatori, soprattutto nel settore difensivo. Ci sono tanti infortunati, tanti squalificati, è un momento eccezionale, però non deve essere per noi un alibi, anzi è un motivo in più per cercare di fare bene, per sopperire alle assenze nel migliore dei modi, sfruttando la qualità dei calciatori, sfruttando la nostra organizzazione, che rimane la stessa e che dà ampie garanzie sotto tutti i punti di vista". 

Non so se vuoi fare gli scongiuri, ma nel caso di vittoria contro il Livorno sarebbe la migliore Juventus della gestione Conte. Dopo aver detto che mancava la fame, mancava questo, mancava l'altro. Volevo capire quali sono le differenze tra le tue tre Juventus. E poi se volevi dire qualcosa rispetto a quanto accaduto in Sardegna.
"Sì, diamo precedenza alle cose più serie. Sicuramente rispetto a quello che è accaduto, che sta accadendo in Sardegna, io, la squadra, tutti quanti, siamo molto vicini alla popolazione sarda tutta. Purtroppo stanno accadendo dei fenomeni a livello climatico particolari. Dispiace perchè c'è veramente una situazione particolare in Sardegna. Siamo vicini, siamo pronti a qualsiasi manifestazione, a qualsiasi gesto per essere vicini a queste popolazioni. A livello di solidarietà cerchiamo in questi momenti di non abbandonare chi è in difficoltà, cercando di essere vicini, non solo col pensiero. Se possiamo fare qualcosa siamo pronti in maniera solidale a dare una mano alla popolazione sarda. Per quanto riguarda l'altra domanda, innanzitutto cerchiamo di vincere di vincere a Livorno. Sappiamo che non è facile perchè troveremo sicuramente un ambiente caldo, una squadra con grande entusiasmo, che sta onorando questo campionato nel migliore dei modi. Hanno un allenatore giovane che ha dimostrato nel suo percorso di essere molto bravo, vincendo un campionato l'anno scorso con il Livorno, confermandosi anche quest'anno. Parlo di Nicola, che è molto più giovane di me, perchè ha 40 anni, quindi complimenti a lui per quell che sta facendo. Sappiamo che domani troveremo delle difficoltà, ma come le incontriamo in qualsiasi stadio in cui andiamo, perchè sappiamo benissimo che chi affronta la Juventus affronta la partita della vita. Quindi dovremo essere bravi a superarci e a superare le difficoltà che affronteremo domani. Sicuramente è un ruolino di marcia straordinario, impressionante, che solamente - io lo sto ribadendo da un po' di tempo questo - la marcia spedita della Roma ha un po' annebbiato, ha un po' offuscato quello che stavamo facendo noi e il Napoli. Stiamo facendo bene, ma sappiamo che quest'anno dobbiamo fare ancora di più rispetto all'anno scorso perchè la concorrenza è ancora più agguerrita e quest'anno sarà molto molto più difficile vincere il campionato. Lo sappiamo e questo è molto importante".

Un giudizio sull'iniziativa che si sta concretizzando di portare i bambini nelle curve quando queste sono chiuse. E sulla frase che ha detto ieri su Pirlo: "Che Dio ce lo conservi a lungo". Secondo lei, Marotta  glielo conserverà a lungo?
"(sorride, ndr) Per quello che riguarda Andrea, io penso che Andrea... non sto a scoprire l'acqua calda. In questi due anni ha fatto delle cose importantissime, straordinarie, insieme ai suoi compagni. Quindi è un calciatore... ripeto, penso di essermi già espresso in termini entusiastici nei suoi confronti. Mi auguro che lui continui a fare quello che ha fatto in questi due anni e che sta facendo in questo primo scorcio di stagione. Ecco perchè quando dico che mi auguro possa essere conservato a lungo, mi riferisco proprio a questo. Perchè è un giocatore importante per noi, un giocatore forte sotto tutti i punti di vista, un campione. E mi auguro che lui possa avere sempre la stessa fame, la stessa intensità, la stessa voglia che ha avuto in questi due anni e che ha avuto in questa prima parte della stagione. Quando dico 'mi auguro che ce lo conservino a lungo', sotto tutti i punti di vista, calcistico, a livello di comportamento, a livello motivazionale, a livello di tutto, perchè comunque è un campione e i campioni sono importanti se si vuole vincere. A me sinceramente dispiace che non ci siano i nostri tifosi, la parte calda del tifo, perchè come ho detto sempre è il cuore pulsante dello stadio, sono coloro che in tutti i momenti, non solo in quelli positivi, ma anche in quelli un pochettino di difficoltà, sono quelli che ci sospingono. Lo hanno fatto sempre in questi due anni, lo hanno fatto in questo primo scorcio di stagione. Non averli per due partite sicuramente è un danno ingente che subisce la squadra, questo è fuori dubbio. C'è questa norma da rispettare, sono state chiuse altre curve, adesso è toccato alle nostre curve. Senza entrare nei particolari, se siano giuste o meno determinate situazioni, ne prendiamo atto, cerchiamo di capire dove si può fare meglio, dove si può fare peggio tutti quanti. Adesso c'è questa iniziativa dei bambini: i bambini  in curva, comunque, è sempre qualcosa di bello. Mi piacerebbe che i bambini in curva fossero insieme ai tifosi, in un clima di grande educazione. Sarebbe quello lo spot ancora più bello, un'unione tra ultras, i cosiddetti ultras, tifosi con le bandiere, e i bambini che vivono insieme la partita, non in maniera diseducativa, ma in maniera educativa, tifando per la propria squadra e spingendo i propri beniami oltre l'ostacolo. Questo sarebbe auspicabile. Un'insieme di cose, non due cose separate, o gli ultras o i bambini. Sarebbe bello mettere gli ultras insieme ai bambini, in un clima educativo. Chiaramente a livello educativo devono essere gli ultras ad educare i bambini, quindi sarebbe bello. Sarebbe anche una responsabilità per tutti".

Che effetto fa sentire un giocatore come Pogba, che nel momento della consacrazione, la qualificazione in Brasile, la prima cosa che dice è: "Ringrazio Conte".
"Io penso che Paul debba innanzitutto ringraziare se stesso, perchè è lui, con la sua testa, che ha deciso di seguire un determinato percorso che l'ha portato adesso alla Juventus, che  l'ha portato in una squadra dove ci sono tanti calciatori, ci sono dei campioni che possono dare un buonissimo esempio, dove c'è un allenatore che comunque ha un proprio iter a livello di insegnamento, dove c'è una società che comunque è sempre presente. Noi cerchiamo di dare tutto il supporto possibile a Paul. Io ho sempre detto che lui ha le qualità per diventare un grandissimo, lui lo vuole diventare, questo è importante, l'importante che lui ci sia sempre con la testa e abbia voglia di fare questo, perchè ho visto tanti ragazzi, soprattutto quando io ero giovane, potenzialmente molto molto più forti del sotoscritto, che poi alla fine sono finiti a giocare nelle serie dilettanti. E io che ero più scarso rispetto a loro, con la testa sono riuscito a fare tredici anni di Juventus. Questo a dimostrazione che oltre al talento ci vuole la testa sempre, su tutte le cose. Quindi io penso che Paul debba ringraziare se stesso, debba ringraziare l'ambiente in cui si sta trovando, la società, i tifosi che lo coccolano, i compagni. Poi se vuole ringraziare anche me io sono contento di questo".

 
 
 

DEL PIERO: "Non so quando smetterò. In futuro voglio fare l'allenatore"

Post n°7329 pubblicato il 21 Novembre 2013 da nadir63l
 

  
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport

Alessandro Del Piero ha parlato del suo futuro in occasione della presentazione della versione inglese del suo libro autobiografico già uscito in Italia. "Non so ancora quando smetterò, in questo momento voglio fare al meglio per il Sydney. Ma so che - una volta appese le scarpette al chiodo - proverò a intraprendere la carriera di allenatore", ha dichiarato l'ex capitano bianconero.

 
 
 

Vidal riceve il nulla osta. Domenica sarà a Livorno

Post n°7328 pubblicato il 21 Novembre 2013 da nadir63l
 

   
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Come riportato da Skysport24, alla fine ha vinto la Juve e il buon senso. La FIFA ha deciso infatti di rilasciare il nulla osta ad Arturo Vidal che così mercoledì potrà regolarmente essere in campo e aiutare Conte che già deve fare a meno di diverse assenze.  La sentenza è arrivata alle 18.45  dopo un pomeriggio di fitti contatti tra Juventus e Federazione cilena. Superati così gli ostacoli burocratici che in un primo momento avevano rischiato di impedire a Vidal di giocare prima dei "5 giorni" previsti dalle regole FIFA.

 
 
 

Il mondo del calcio ha perso ancora

Post n°7327 pubblicato il 15 Novembre 2013 da nadir63l
 

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di P. Cicconofri

 

Cinque ragazzi spaventati a morte fingono infortuni in campo; si saprà poi che hanno ricevuto minacce dagli ultrà. L’aereo dei sostenitori violenti che sventola lo striscione con cui chiedono rispetto e l’elicottero della polizia accorso per tenere sotto controllo la violenza dei teppisti da stadio. E’ questa l’immagine più triste che il nostro calcio ha offerto nell’ultima settimana.  Eppure, i segnali di questo potere ultrà, erano abbastanza chiari. Ricorderete tutti la storia di Felice Evacuo, che per aver salutato i suoi ex tifosi, è stato obbligato, dietro minacce, a pubbliche scuse.  Nessuna sa opporsi a questa situazione che Malagò ha definito come “la barzelletta del mondo”. Il sindaco di Nocera ha cercato di giustificarsi parlando di “eccesso di prevenzione” e il direttore sportivo Pavarese ha affermato che gli infortuni erano veri, dovuti al mancato riscaldamento. La partita è stata sospesa dopo venti minuti. Una scena mai vista nei campionati professionistici. La polizia di Salerno ha identificato alcuni degli ultras che hanno minacciato la squadra in albergo. Per loro scatterà il Daspo e si potrebbe prefigurare anche il reato di violenza privata ai danni dei calciatori.  Sono stati sentiti anche gli atleti, letteralmente. intimiditi dalle minacce degli ultras, bersaglio di insulti e lancio di oggetti mentre lasciavano il campo di gioco. A Nocera inferiore la sospensione della gara è stata accolta come una vittoria. Su facebook è partito il messaggio “tutti in piazza a festeggiare, ha vinto il popolo nocerino”( Link). Cori e bandiere al vento con gente in tripudio per una partita sospesa in questo modo.

 

In seria A, il big match della settimana vedeva contrapporsi Juventus e Napoli a Torino, allo Juventus Stadium. Anche in questo caso, i segnali di quello che sarebbe potuto succedere erano chiari. Già la scorsa stagione i tifosi partenopei avevano distrutto il settore ospiti e la curva Sud dello stadio bianconero si presentava già sottoposta a condizionale per cori di discriminazione territoriale. Detto fatto. Il tifo partenopeo ha lanciato palloncini pieni di urina verso i settori attigui dello stadio, monetine e fatto esplodere una bomba carta, oltre ad aver distrutto i bagni della struttura, usando i pezzi di ceramica e rubinetteria per colpire i tifosi juventini, 4 dei quali sono finiti in ospedali con lesioni. La curva sud della Juventus è stata chiusa per due turni per cori discriminanti mentre un solo turno per la curva nord. Entrambe le società sono state multate di 50.000,00 €.

 

Hanno vinto ancora una volta loro ed ha perso per l’ennesima volta il mondo del pallone. Un danno di immagine incalcolabile e una palese situazione di impotenza verso il mondo ultrà. Episodi di violenza che non devono essere solo condannati ma evitati. Non dovrebbe essere così difficile identificare chi si macchia di tali oscenità; molti di quei visi sono stati ripresi dalle telecamere e non dovrebbe essere complicato dargli un nome. Devono essere puniti. E’ chiaro che la situazione sta sfuggendo di mano, anche perché gli episodi sopra esposti sono soltanto gli ultimi di una lunga lista nella stagione in cui il calcio sembra essere palesemente ricattato dal tifo organizzato. Basti pensare che, per  non penalizzare le società – almeno così si sono giustificati – è stata anche riscritta, più velocemente della luce, la legge sulle curve chiuse per razzismo e discriminazione.

 

 

I rappresentanti delle istituzioni hanno rilasciato i loro commenti di sdegno. Tommasi ha detto che “Salerno non è un caso isolato ricordiamo quanto avvenuto a Genova con il Genoa e ad Ascoli. E’ facile parlare quando non si vivono certe situazioni. Se uno la vive in diretta, calato in determinati ambienti, non può non tenerne conto. C’è tanto da fare servono risposte per tutti”.

 

Viene da domandarsi retoricamente: se c’è questa consapevolezza, perché non intervenire concretamente, anche con misure estreme, per evitare di essere ostaggio degli ultrà?  Anche Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, ha parlato di un“fatto di gravità assoluta”.  Basta giustificare un’incompetenza orami palese di chi governa il nostro calcio.  Non solo i tifosi perbene non sono protetti, ma gli atleti stessi sono preda della corruzione e della violenza. Un fallimento totale per chi rappresenta questo sport .

 

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3291

 

 
 
 

Conte, non solo polemiche: bel gesto dopo Juve-Napoli

Post n°7326 pubblicato il 11 Novembre 2013 da nadir63l
 

Domenica notte, attorno alle 00.30, il tecnico della Juve ha lasciato lo stadio in auto guidata dal fratello. Stanco, sfinito per la maratona calcistica e quella dialettica (dove nel dopo partita ha avuto scontri verbali con televisioni e con Benitez) davanti a lui in carrozzella si è presentato un ragazzo disabile. All'incrocio, la macchina con a bordo il tecnico si è fermata. Ecco il racconto

Conte, non solo polemiche: bel gesto dopo Juve-Napoli© Foto Pegaso
TORINO - Dietro quella scorza da duro Antonio Conte ha un cuore d'oro. Siamo stati testimoni di una scena molto bella. Domenica notte, attorno alle 12.30, il tecnico della Juve ha lasciato lo stadio in auto guidata dal fratello. Stanco, sfinito per la maratona calcistica e quella dialettica (dove nel dopo partita ha avuto scontri verbali con televisioni e con Benitez) davanti a lui in carrozzella si è presentato un ragazzo disabile. All'incrocio, la macchina con a bordo il tecnico si è fermata. Prima ha tirato giù il finestrino per salutare e dopo è sceso ad abbracciare il ragazzo. Foto, autografi e una chiacchierata di almeno cinque minuti. L'allenatore ha parlato della partita con il Napoli ed ha ascoltato con attenzione le parole del suo interlocutore. In mezzo sorrisi e abbracci. Al ragazzo non sarà sembrato vero di stare cinque minuti con il suo allenatore. E alla fine il ragazzo, accompagnato dal suo assistente, è andato via contentissimo. Gridava dalla gioia. Una scena d'altri tempi, ci andava Antonio Conte per regalare un sorriso da chi dalla vita non ha ricevuto niente di bello. Ci andava di riportarlo, la gente deve sapere. Certo, comportamenti del genere vengono puntualmente fatti da altri campioni ma, forse, nonlo avrebbero fatto in quella circostanza, non del pieno della notte dopo una serata in cui ha attaccato ed è stato attaccato. Grazie, Capitano.

 
 
 

     

 

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