LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi di Febbraio 2014
Antonio Conte per la sfida in terra turca cambia la squadra e si affida a un misto tra la squadra tipo e chi gioca meno. In attacco Osvaldo e Giovinco, corsie affidate a Peluso e Isla con difesa Ogbonna, Bonucci, Caceres e centrocampo quasi top con Pogba, Vidal e Marchisio. BUONA JUVE- Buona la partenza di gara con la Juventus intraprendente con Isla ben servito da Giovinco che colpisce un clamoroso e sfortunato palo. Poco dopo ancora Juve con Marchisio che costringe Kivrak alla parata. Sempre portiere turco protagonista anche su Pogba e poco dopo ancora una bellissima azione della Juventus con palla fuori di poco e Conte imbufalito a bordo campo. E' una Juventus che sa quello che vuole ma sbaglia l'inverosimile, batti e ribatti con pluriparate di Kivrak. STADIO SILENZIOSO- La formazione bianconera passa al minuto diciotto, bravissimi Giovinco e Osvaldo a dialogare, Kivrak fa il miracolo e Vidal segna di giustezza mettendo la qualificazione nella giusta strada. Bellissima la Juventus dei primi venti minuti, bravo Conte e i giocatori a scendere in campo come il mister voleva e a mettere subito in chiaro le cose. Nella prima mezz'ora da notare un Isla molto tonico, bravo ma sfortunato nell'ultimo tocco. |
glmdj
di G. Fiorito
Spesso la storia personale di un artista è fatta di occasioni mancate. E’ il caso di Manu PHL e del suo rap dal promettente titolo ruffiano: “Contro la Juve” (In questo sottoprodotto della cultura rap, che invece è una cosa seria e rappresenta sia sotto il profilo musicale che sociale l’apice di un’evoluzione artistica mondiale, Manu si prende l’oscar della banalità.
Amico, ti dico una cosa
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Gioca, entra, travolge, entusiasma, conquista. Impossibile definire il campione Carlitos Tevez che giorno dopo giorno aggiunge un pezzo a quella numero dieci, rendendo il tifoso sempre più orgoglioso che sia lui ad indossarla dopo Alessandro Del Piero. Arrivato a furor di popolo con uno spiegamento di tifosi da star, Carlitos ha subito sfatato il falso mito del bad boy e veramente sorpreso un ambiente e coloro che non conoscevano, probabilmente, i numeri della sua ultima stagione inglese. L'argentino ha preso per mano i compagni a Chatillon correndo come un pazzo e fin dalla prima gara ha dimostrato di voler essere ancora protagonista assoluto. L'esultanza del gol di domenica ci ha fatto venire in mente un pifferaio, trombettista, dice lui, in ogni caso un delizioso musicista capace di incantare il suo popolo per condurlo alla vittoria. Tevez non è solo gol, anche se ne ha fatti quattordici in campionato, Tevez è l'essenza del campione, è uomo assist e uomo squadra. A pochi giorni di distanza l'argentino ha offerto quella fuga incredibile con il gol di Pogba contro il Trabzonspor e quella medesima azione solo contro tutti contro il Torino, sempre a fine gara. Un calcio d'altri tempi, un giocatore solo contro tutti, uno spirito indomabile. L'Apache è già entrato nel cuore di tutti e non solo perchè ha messo una bandierina in ogni zona della città con le sue magliette. Dedica familiare contro il Catania, Isla Maciel con il gol al Genoa, il sobborgo est del capoluogo argentino, quartiere periferico dalla provincia di Buenos Aires, Villa 31, a Firenze. Con il Torino all'andata, Ciudad Oculta", uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, la "città nascosta" per il muro costruito dal governo argentino nel 1978 per occultare agli occhi dei turisti e nella gara con la Lazio, Fuerte Apache, estrema periferia ovest di Buenos Aires, dove s’intrecciano miseria, degrado e delinquenza. Carlitos, l'uomo dai mille soprannomi è amato dal popolo ma per evitare problemi politici e polemiche ha fermato le sue magliette e ora suona, le suona tutti. LE PRESENZE – Quest’anno Tevez ha giocato 25 partite in campionato e con 14 gol e 7 assist è uno di quelli che incide di più nell'economia del gioco bianconero con Vidal e Llorente. il suo peso sui 60 gol della squadra è del 23% La stagione attuale ricorda la migliore in Europa, la prima con il City quando seppe segnare 23 gol in 35 partite nella Premier con un gol ogni 124 minuti. Oggi Tevez ci mette 10 minuti in più, numeri comunque fantastici per un giocatore che è molto più che il semplice gol. Un giocatore che quando gioca incanta con la sua melodia. sei d'accordo? clicca qui e parlane con @pavanmassimo Media gol in campionato Boca 2002-2003: 11, gol, media 0,34375 Corinthias 2005 10 gol, media 0,416666667 Corinthias 2006 21 gol, media 0,724137931 West Ham 2006-2007 7 gol, media: 0,269230769 Manchester United 2007 2008 14 gol, media: 0,411764706 Manchester City 2009-2010: 23 gol, media: 0,657142857 Juventus 2013-2014: 14 gol, media 0,56 |
glmdj
di E. Loffredo Giù le mani dalla Juve si è data sin dall'inizio la regola di non schierarsi politicamente (agli utenti del nostro forum è fatto divieto di pubblicare «Messaggi contenti propaganda politica, di partito o di fazione»). Questo non significa ignorare l'impatto che la politica ha avuto e ciclicamente torna a voler avere sulle vicende juventine. Se non ci siamo mai fatti coinvolgere in discussioni di colore politico, né nel merito né nei principi, abbiamo tuttavia all'occorrenza rivolto qualche pensiero a chi da un ruolo istituzionale si è fatto volentieri coinvolgere in chiacchiere da bar sport. Tanto per dar conto di un'indiffenza trasversale che ci ha visti trafiggere l'intero arco degli schieramenti, ricordiamo le nostre posizioni contro l'allora ministra dello sport (Ministero del POGAS) Giovanna Melandri e più recentemente verso il sor Ignazio La Russa. Da sinistra a destra per noi pari sono.
Oggi, all'indomani di Juventus-Torino, nel mezzo di uno dei periodi socialmente più bui per il nostro derelitto Paese, la politica, che avrebbe certo priorità più impellenti di cui occuparsi, torna ad alzare le voci antijuventne da uno dei palazzi romani. Il deputato Marco Miccoli ha sentito il bisogno di diffondere il proprio pensiero: «Quello che sta succedendo nel campionato di calcio di serie A è davvero preoccupante. Sembra di essere di fronte ad una nuova Calciopoli, con errori e favoritismi a raffica, da ultimo quelli verificatisi ieri nel derby di Torino. Per questo chiedo al nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi di verificare e garantire la trasparenza del massimo campionato italiano. Anche in presenza di tanti in Italia, ritengo che assicurare la correttezza del gioco più amato non possa che dare il segno di un Paese che cambia verso, dove viene premiato il merito e non le vecchie consorterie che speravamo aver scacciato e allontanato».
Non è necessario scadere in argomenti prettamente politici per replicare a questo deputato della Repubblica. Vorremmo scrivere all'Onorevole Miccoli:
"Caro Signore, è singolare che proprio dal Parlamento arrivino queste inquietate "grida di dolore" per la trasparenza del massimo campionato di calcio. Ella forse era in tutt'altre faccende affaccendato fino alla ventiquattresima giornata di campionato. Immaginiamo quali. Consultando il Suo profilo sul sito della Camera dei Deputati constatiamo che Ella è romano de Roma; consultando poi il Suo profilo twitter è venuto meno qualsiasi sospetto sulla di Lei fede calcistica. Sarei curioso di sapere se nel novero degli «errori e favoritismi a raffica» annovera quelli di cui ha goduto l'immediata inseguitrice della società bianconera che ieri ha giocato il derby di Torino (squadra che con un piccolo virtuosismo di diplomatichese stretto ha omesso di citare direttamente). Senza andare troppo indietro mi sovvengono il rigore non dato alla Sampdoria nella penultima giornata, qualche rigore generoso concesso ai capitolini di cui Lei è tifoso e, coinvolgendo anche l'altra competizione nazionale, la mancata espulsione di un difensore giallorosso e il gol (buono) annullato alla "squadra bianconera di Torino" in occasione del recente incontro nei quarti di Coppa Italia. Lei, caro Signore, non disdegna un riferimento alquanto percoreccio alle vicende di calciopoli. Richiamare «vecchie consorterie che speravamo aver scacciato e allontanato» altro non denota che ignoranza (intesa in senso buono) di quello che è emerso dai dibattimenti processuali che hanno riguardato le vicende cui vuole attingere per rafforzare il tono drammatico delle Sue esternazioni. Voler interessare il Premier di un faccenda tanto infondata quanto marginale rispetto alle vere necessità del Paese dà conto solo di un Suo malinteso senso dell'ufficio che ricopre. Ecco, adesso noi dovremmo urlarLe: #Miccoliescidallacurvasud! Prima della maggica ci sarebbe altro. Abbiamo definito «singolare» il Suo appello al Presidente del Consiglio. Singolare perché ad usare lo stesso metro demagogico e populista che Ella ha usato dovremmo chiederci a che titolo un parlamentare italiano può chiedere un Paese «dove viene premiato il merito». Ma non lo facciamo. Qualche merito sicuramente ce l'avrà per sedere sui sacri scranni di Montecitorio. Uno di questi è certamente il consenso del Suo elettorato di riferimento, che speriamo Le abbia accordato il voto non solo per la comunanza di tifo. Attendiamo di conoscere se e come il neo Premier darà seguito alla Sua richiesta. Perché se anche a Palazzo Chigi si facessero venire le smanie di additare la meritocrazia juventina (in questo il neo Premier ha precedenti più brillanti dei Suoi) non resterebbe che ricordare attraverso quale cambiamento di verso e con quale merito si è arrivati all'attuale esecutivo. Tutto questo per dirLe che ci vuole senso della misura, moderazione, prima di dar libero sfogo alle pulsioni del tifoso che è in Lei. Innanzitutto per non dequalificare oltremodo presso i cittadini non dei Suoi stessi colori di tifo l'immagine del ruolo che ricopre, un'immagine già collettivamente compromessa. E poi anche per non fomentare lacerazioni che nate nel calcio si espandono a una grossa fetta della società. Questo aizzare le folle, tra l'altro, mal si concilia con l'esortazione alla «coesione sociale» che più volte è venuta dal Colle più alto delle istituzioni italiane. Ci sono certamente cose più serie di cui interessarsi, soprattutto per un parlamentare. Farebbe bene a occuparsene documentandosi meglio di quanto palesa aver fatto per le cose di calcio. Ne guadagneremmo tutti, anche l'attendibilità della carica che ricopre".
Il tifoso non cambierà idea, ma il parlamentare deve avvedersi che cavalcare l'onda del comune sentimento popolare seguendo il filone di quelli che "ersistema e l'aiutino" è molto poco responsabile sotto diversi aspetti.
http://www.giulemani...lio.asp?id=3476
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glmdj
di F. Filippin Il calcio è una splendida vetrina per chiunque voglia attirare l'attenzione su di sé, lo sappiamo. Non sfugge certo a questa regola il noto tifoso romanista Carlo Taormina, il quale, appena può, “twitta”, tra gli altri, i suoi pensieri sul campionato di calcio, ottenendo così una facile audience. Questi i suoi ultimi post sulla 25sima giornata di campionato:
“Juventus ladra,come sempre.rigore chiarissimo non dato al Torino. La truffa continua. Il falso campionato pure. Basta. Denunziare l'arbitro“; “Se continua questi sporco favoritismo della Juve,sciopero delle squadre. E'un ladrocinio. Non ci si lamenti poi delle violenze dei tifosi”; “Se questi arbitri non vengono mandati in galera per i favoritismi,non finirà mai la truffa del campionato,del totocalcio,dei tifosi”; “Questo campionato lo debbono far vincer alla Juve. Ma perché continua questo favoritismo?Chi paga e chi è pagato?”.
“Ladra”, “truffa”, “falso campionato”, “favoritismo”, “ladrocinio”, “pagare e essere pagati” per far vincere la Juve: tutti concetti assolutamente non equivoci che dovrebbero far fischiare le orecchie a qualcuno dalle parti di Torino, ma non solo, anche dalle parti di FIGC e Lega Calcio (che organizzano e gestiscono il campionato “truffaldino”) e dell'Associazione Arbitri (i cui rappresentanti, in blocco, favorirebbero volontariamente la Juve), tirate in ballo più o meno direttamente come parti in causa del discorso (chi sarebbero i destinatari dei non precisati pagamenti?). Gli strumenti per mettere a tacere certe voci ci sono e sono ben noti. E' ancora il caso di lasciar correre?
Rimaniamo in argomento (il campionato in corso), tralasciando cose del passato, che Taormina da tifoso romanista dovrebbe conoscere (Rolex, fideiussioni, cambi in corsa di regole, ecc ): non pretendiamo certo che Taormina citi il (netto) rigore non dato a Llorente, tra l'altro antecedente l'episodio incriminato in area bianconera (non credo che segua le partite della Juve dall'inizio alla fine), ma almeno ricordarsi di quanto accaduto solo una settimana fa in quella giallorossa (e del netto rigore non concesso alla Sampdoria, che avrebbe potuto essere decisivo ai fini del risultato) non sarebbe poi tanto male.
Si sa che ogni avvocato (per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse Taormina è un avvocato penalista) tende a sostenere, se serve, anche l'inverosimile pro domo sua. La frase sulla violenza negli stadi (che sarebbe naturale conseguenza di un rigore dato o non dato), però, si commenta da sola: viste le “teste calde” in giro era proprio necessaria? Per chi volesse (francamente ho molto di meglio da fare) approfondire, la continuazione della dissertazione sul campionato di Taormina la si può trovare facilmente su Internet, tra minacce di querela a chi si è preso la briga di rispondergli e retromarce non si sa quanto convinte o strumentalmente ragionate.
Noi preferiamo usare toni ben diversi da quelli dei riferiti tweet di Taormina e, di contro, dei suoi tweettatori detrattori, non per paura di querele, ma per precisa scelta. Segnalo solo questa frase, a chiusura: “Mi scuso con tutti per aver parlato di ladrocinio e di Juve ladra....”. Con la Juventus è sempre stato così: si getta il sasso e poi... basta una scusa, fino al prossimo attacco, uguale o persino peggiore del precedente, sicuri di quella impunità che può dare la consapevole e risaputa mancata reazione da parte di chi subisce gli attacchi.
E così sempre sarà, fino a che qualcuno non deciderà di difendersi e tutelare, se non l'immagine dei milioni di tifosi che si sentono diffamati, almeno la propria.
http://www.giulemani...lio.asp?id=3475
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La Juventus si ritrova in campionato dopo la vittoria con il Chievo pronta al difficile derby con il miglior Torino degli ultimi anni con la volontà di mantenere la Roma a distanza. Conte ritrova "the wall" Barzagli e gli esterni titolari Asamoah e Lichtsteiner. Per il resto nessuna sorpresa. GARA EQUILIBRATA CON GIALLO- Il Torino fa capire subito dall'inizio il copione del match: Torino chiuso e pronto alle ripartenze con Cerci subito pericoloso. La Juventus comincia a macinare gioco piano piano come con Pogba all'ottavo minuto. Il Torino in contropiede però crea pericoli come con El Kaddouri che tira fuori di poco in pallonetto. Risponde subito Tevez con Padelli che dice di no. Rizzoli non fa sconti ed al dodicesimo per fallo su Cerci, Vidal su becca subito il giallo. Il Toro e' bello vivo ed Immobile e' scatenato a tal punto da rompere i tiranti della porta. Rizzoli tiene il metro uniforme e Pasquale prende il giallo per un fallo su Tevez. La partita vede comunque un Toro più vivo con il passare dei minuti. TEVEZISSIMO- Carlitos si dimostra il più in palla e alla mezz'ora festeggia suonando la tromba. I difensori gli concedono un metro di troppo e Tevez si gira su se stesso da fuori area e segna un bellissimo gol all'angolino. La gara rimane ancora aperta e Glik impegna Buffon dopo un corner. Brividi a quattro dal riposo per una punizione di Bovo che finisce alta di poco. Il finale vede la Juventus alle ricerca del raddoppio ma senza occasioni clamorose. Primo tempo abbastanza equilibrato deciso da una prodezza di Tevez. La ripresa ricomincia senza cambi di formazione, con le squadre molto bloccate. Il ritmo e' lento e il Torino non fa quasi nulla per pressare la squadra di Conte. Caceres la combina grossa perdendo al sessantesimo un pallone stupido e concedendo una punizione pericolosa che fortunatamente El Kaddouri spreca tirando alto. La grande occasione per la squadra a strisce arriva al ventesimo sui piedi di Tevez che a tu per tu con Padelli spara sul portiere dopo un rimpallo. |
Per la prima di Europa League, Conte sceglie la coppia Osvaldo-Tevez, difesa con Ogbonna, Bonucci e Caceres, ali inedite Isla-Peluso e centrocampo con Pirlo, Marchisio e Pogba. INIZIO LENTO, MA CI PENSA PABLO- L'inizio della gara non è dei migliori. Turchi belli chiusi dietro e bianconeri poco pericolosi in avvio tranne Tevez che spreca un bell'assist di Isla. La gara però prende una buona piega. Tevez prova l'uno due con Osvaldo ma trova la schiena di un difensore turco che smarca Osvaldo solo davanti a Kivrak, l'Italo-argentino e' bravo a mettere la palla sotto le gambe del portiere. Primo gol in maglia bianconera per l'attaccante. ANCORA JUVE- Isla e Tevez vanno vicini al raddoppio. Prima Isla ben servito da Tevez sbaglia a tu per tu con il portiere, poi Tevez fa tutto da solo ma la palla esce di un nulla dopo un bel tiro da lontano. La ripresa ricomincia con occasioni ancora per la Juventus, prima Pogba di poco fuori, poi Osvaldo sbaglia a tu per tu con Kivrak, bravo nella respinta. La Juventus sembra in controllo della gara ma in difesa soffre la velocità dei turchi. FINALE INTENSO- il finale e' intenso. Prima il palo di Pogba, più una grandissima occasione per i turchi con chiusura di Pirlo e poi al terzo di recupero Pogba segna il primo gol europeo dopo una bellissima azione di Tevez, bravissimo e caparbio. I bianconeri vincono con qualche apprensione, dimostrando la loro voglia di Europa, Conte coraggioso nel finale, la qualificazione non è ancora archiviata, ma le indicazioni per passare il turno sono buone. |
OGBONNA: "Non snobberemo la Coppa" Antonio Conte e Angelo Ogbonna incontrano i giornalisti alla vigilia della sfida casalinga di Europa League contro il Trabzonspor. Tuttojuve.com sta riportando integralmente e in tempo reale le dichiarazioni del tecnico e del difensore della Juventus: Alla luce dell'esperienza con il Galatasaray, che ha dimostrato quanto sia pericoloso giocarsi il futuro in Turchia, quanto è importante provare ad archiviare la qualificazione già domani? Riporto una paura che si sta espandendo tra i tifosi: se dopo i fischi a Giovinco, polemiche, attacchi, se Conte sia stufo e gli stia venendo voglia di allontanarsi e provare avventure fuori dall'Italia.... Per Angelo: qualche mese fa raccontavi della fatica che stavi facendo per meccanizzare i movimenti che ti chiedeva il mister per la difesa a tre. Adesso pensi di aver superato questa fase di ambiento e di esserti inserito al 100% dal punto di vista tattico? Volevo chiedere ad Antonio quanto pesa l'Europa League per te e per il club. Tu qualche tempo fa dicesti che una grande squadra deve cominciare a vincere anche a livello internazionale. L'Europa League rientra in questo processo di crescita? Ad Angelo volevo chiedere perchè avete preso così tanti gol sulle palle inattive. E' una colpa distribuita, perchè ne hanno presi nove i titolari e 10 i non titolari. Avete cambiato qualcosa? Due Scudetti li ha vinti, la Serie B l'ha vinta, che cosa rappresenterebbe per lei una vittoria in Europa League con la finale allo Stadium? Per Angelo: dentro lo spogliatoio c'è una sorta di patto, un impegno particolare per arrivare in fondo? Perchè la finale si gioca a Torino... Mister, io ti vedo molto più convinto, molto più cattivo nell'approccio a questa coppa. Questo perchè hai notato una crescita importante nel tuo gruppo? Volevo chiederti una cosa sui go subiti: fino alla Roma avevate preso un gol in 10 partite, quello di Moralez. Invece dal Cagliari in poi, ogni partita avete preso almeno un gol e in due gare addirittura due, che è una media anomala per una squadra come questa, che ha sempre avuto una difesa imperforabile. Ti sei dato una spiegazione tecnica? |
glmdj
di G. Fiorito
Il fine settimana trascorso è stato animato da tre episodi che hanno avuto per comune denominatore il calcio. Essi si sono sviluppati su tre piani diversi che pongono interrogativi per coloro i quali nel calcio vedono qualche cosa di più del semplice tirare calci ad un pallone: lo specchio nel quale riflettiamo la bellezza, termine recuperato recentemente grazie a un film in odore di Oscar, le interpretazioni e i malesseri della società italiana.
Immaginate l’Avvocato, Gianni Agnelli, che si scambia ingiurie con un altro imprenditore a base di epiteti a guisa di bimbi dell’asilo. E’ quanto la cronaca ha registrato tra John Elkann e Diego Della Valle (Link ), che hanno arricchito di una nuova puntata una telenovela acuitasi con il comportamento rampante manifestato all’interno dei delicati equilibri di RCS dal rampollo degli Agnelli (Link).
L’ultima parola sulla querelle che si è scatenata tra Antonio Conte e Capello l'ha pronunciata con serenità Luciano Moggi (Link ), che avendo acquisito suo malgrado un’esperienza notevole nella comunicazione, ha indicato i meriti dei due allenatori sottolineando che appartengono a due momenti diversi e importanti della storia della Juventus, senza dimenticare di mettere la lingua là dove il dente duole. Capello, strepitoso in campionato, non riuscì a conseguire in CL grandi risultati con l’armata bianconera che gli era stata messa a disposizione dalla Triade, Conte deve ancora dimostrare in Europa quello che vale. Tuttavia, è proprio necessario, dal momento che la Juventus sembra a ogni turno di campionato vanificare le aspettative delle inseguitrici, offrire continuamente il fianco alle polemiche, offrendo gratuitamente argomenti di discussione dai quali trarre nuove illazioni ai famelici professionisti dell’informazione? Fa bene al calcio che sulle prime pagine dei giornali sportivi campeggino le guerre tra personaggi del mondo bianconero che tanto ci sono cari piuttosto che le meraviglie compiute in campo da un Asamoah o da un Llorente? E perché tirare in ballo quei due scudetti scippati dalla bacheca bianconera che ogni tifoso juventino dovrebbe considerare sacri e che sono stati proprio la causa del degrado del calcio italiano in Europa? Solo nel secondo intervento a Premium Calcio Conte ha aggiustato il tiro, rendendosi conto della gaffe commessa ai microfoni di SKY, forse perché deve ancora comprendere come trattare e non farsi maltrattare da certi signori dalla parola e dalla penna velenosa mai a caccia di verità, ma ben consapevoli di come possa rendere bene un ambiente surriscaldato. A meno che dietro le quinte della società Juventus non dispiaccia questa continua baraonda alimentata da un protagonismo alla Mourinho.
L’abbraccio con il quale Antonio Conte ha protetto Giovinco (Link ), sempre più fischiato dai suoi stessi tifosi, è stato commovente anche per me che non ho mai amato questo calciatore. Il fisico non lo aiuta, ma non credo sia questa la causa che fa di lui una speranza incompiuta. Almeno stando a guardare, senza tirare in ballo il fenomeno Messi, Lorenzo Insigne. Nemmeno appartengo alla schiera di quelli che "non si fischia il giocatore con la maglia della Juve". Per l’ennesima volta ripeto che alla Scala di Milano fu fischiato Von Karajan, per aver diretto una Traviata più intima e raccolta di quanto non esigesse la tradizione. Il pubblico è pagante e per taluni il calcio è uno spettacolo e non solo una fede. Fu fischiato anche Il Barbiere di Siviglia di Rossini, essendosi ritenuta cosa troppo ambiziosa riscrivere Paisiello. Avendo posto cura all’ascolto le repliche non poterono essere esaurite.
Il problema però è serio, perché riguarda le nuove frontiere della comunicazione e dei social forum, dove ciascuno crede di esaltarsi raccogliendo spesso soltanto le peggiori istanze della comunità. Istigato da un’abitudine inaugurata dai reality e amplificata dal web. Giovinco può piacere o no. Può essere adatto alla Juve o no. E’ il calcio che non può essere il motivo perché diventi non solo il bersaglio di insolenze e offese, ma addirittura il destinatario di invettive tese ad augurargli la morte. Nessuna manifestazione di critica o di libertà di pensiero può essere accettata se portata avanti con questi metodi violenti che descrivono la cifra scarsamente umana e la miserabile dimensione culturale di chi li pone in essere. Costituisce un’autentica vergogna che i protagonisti di questi atti di inciviltà non sentano addosso l’onore e l’onere di una storia che ogni domenica cantiamo frutto di un grande amore. Appartenuta a uno stile che dovrebbe chiamarsi Juve.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3465 |
glmdj
di G. Fiorito
"Con i rossoneri, ho sempre vissuto le partite partendo alla pari, anche quando c'erano gli olandesi. Con la Juventus, invece, avevo sensazioni strane, poi è venuta fuori Calciopoli, ma allora non capivo". Nel giorno di San Valentino Bergomi si è espresso sulla sua Inter tra passato e futuro, dando l’impressione di rimanere ancorato più al primo che proteso al secondo, complici forse le solite difficoltà economiche ereditate da Thohir.
Nell’arco degli otto anni che ci separano dalla primavera estate del 2006, che sconvolsero il mondo del calcio italiano, siamo in tanti ad aver capito molti aspetti documentati di uno scandalo che i commentatori di parte nerazzurra amano ancora sottoporre al vaglio delle loro sensazioni, essendo restii a uscire dall’alveo di una maniacale mania di persecuzione.
Il 5 maggio 2002 avevamo già capito che l’Inter non era capace di vincere uno scudetto nemmeno a biscottarlo, cioè a farselo regalare. Il 25 maggio 2006 abbiamo saputo che il passaporto di Recoba era stato falsificato e che il calciatore aveva patteggiato con Oriali una pena di sei mesi convertita in una multa di circa 24 mila euro. Nel settembre 2006 abbiamo saputo da Sabelli Fioretti e Beccantini che Moratti aveva loro confermato in due differenti interviste che la security di Telecom (da lui indicata con un generico qualcuno) aveva operato spionaggi illegali nel mondo del calcio (avremmo poi visto Vieri vincere una causa contro l’Inter di Moratti) e lui non aveva cercato di impedirlo. Questi ed altri spionaggi erano costati la vita ad Adamo Bove, il responsabile tecnico delle intercettazioni illegali. Sempre in piena calciopoli, il 30 giugno, l’Inter aveva dato un’aggiustatina ai bilanci passivi, in seguito prescritta sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva, come il Milan. Con tanto di dichiarazione del pm Nocerino che asseriva che la società della quale Moratti deteneva allora le quote di maggioranza, non avrebbe avuto i parametri sufficienti per iscriversi al campionato 2004/2005 vinto a tavolino e scippato alla Juve sul campo. Il 4 luglio 2011 Palazzi ha dichiarato prescritti alcuni presunti illeciti grazie ai quali l’Inter ha vinto 5 scudetti e vanta un triplete.
Come riporta fcinternews.it (Link ), Fiorentina Inter dello scorso venerdì 14 febbraio, sarebbe stata caratterizzata come accade spesso, da alcuni episodi dubbi, rilevati da Sportmediaset: “non c’è fuorigioco nel primo gol di Palacio, regolare. E’ invece leggermente in fuorigioco Icardi sulla rete dell’1-2. Ci sarebbero due rigori per la squadra di casa, il primo per trattenuta di Kuzmanovic su Joaquin allo scadere del primo tempo. Poi all’80’ per il gioco pericoloso di Hernanes su Ilicic”. Dai microfoni SKY Bergomi avrebbe commentato che l'Inter sarebbe stata premiata dagli episodi avendo giocato meglio della Fiorentina. Saranno i viola autorizzati ad accusare sensazioni strane la prossima volta che si ritroveranno contro i nerazzurri? Per contro: le sensazioni che il povero Bergomi calciatore, almeno fino al 1999, anno in cui ha dismesso le scarpette per indossare i panni di opinionista televisivo, provava di fronte alla Juve erano solo il prodotto delle supposizioni che puntualmente si rivelavano veritiere che la squadra bianconera giocasse meglio e fosse più forte dell’Inter?
Sofismi. Che però la danno a bere a professionisti di chiara fama come Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport, grande esperto di calcio estero e unico giurato italiano del Pallone d'Oro, il quale ha twittato in risposta a un tifoso nerazzurro piccato del commento del suo giornale riguardo al fuorigioco di Icardi: "Per me ciò che conta è soltanto un fatto: ieri l'Inter ha meritato, al di là di ogni episodio. Il calcio è questo" (Link ) . Il calcio è questo, ma per la Gazzetta dello Sport, per i giornalisti, gli opinionisti tifosi e i frequentatori del bar fazioso dello sport diventa altro se il dubbio investe i calciatori juventini, ai quali non è mai lecito aver meritato, al di là di ogni episodio. Come è accaduto di recente a Tevez e Llorente in occasione dei match contro Napoli e Verona. Morale che si è allargata a un intero campionato in occasione del gol fantasma di Muntari, che Galliani e seguito hanno fatto diventare un autentico tormentone per giustificare un campionato che non è stato perso dal Milan a causa di quel singolo episodio, ma vinto dalle tante prestazioni positive bianconere.
A Bergomi ha risposto Luciano Moggi dalle colonne di Libero, ricordandogli il dovere dell’imparzialità in qualità di commentatore televisivo stipendiato: “Ci vogliamo dedicare oggi al malvezzo dell'ambiente calcistico, quello di sputtanare gli altri per giustificare i mancati successi della propria squadra o della squadra del cuore…” (Link). L’ex DS della Juventus ha tutte le ragioni di rivendicare le vittorie bianconere della Triade sull’Inter, ma non è più il solo a rimarcare la scarsa professionalità del duo Caressa Bergomi, in passato al centro delle attenzioni del pubblico juventino pagante di SKY, perché troppo schierati con l’Inter. C’è di nuovo che è Il Corriere dello Sport a tirare le orecchie ai due, stavolta tacciati di tifo rossonero: Ad un certo punto della partita ci sembrava essere finiti sul canale della telecronaca tifosa, visto che Beppe Bergomi, ex bandiera dell’Inter e Caressa, hanno commentato da tifosi del Milan. In primo luogo sul mani di Flamini dicendo subito che era involontario quando le immagini dicevano altro e dopo sull’entrata killer di Flamini su Zuniga“ (Link ).
Istituzioni. Vertici sportivi. Giornalisti. Opinionisti. Tifosi. Un gioco di ruoli che spesso si confondono, confondendo le idee, mescolando i fatti, travisando quella realtà che è tanto semplice da vedere guardando una partita di calcio e appellandosi al regolamento. Di recente Narducci, il pm di Napoli, ha parlato a “La Partita Perfetta”, in onda su Gold Tv, affermando di non aver nulla da rimproverarsi sul lavoro svolto intorno a calciopoli e avversando quelle che definisce “campagne per alcuni versi mistificatorie e per altri revisionistiche”, da noi fortemente rivendicate, arrivando a dire: “si è montata una campagna tesa a far scomparire quei fatti, attraverso parole come “farsa”, “inganno”, “menzogna” (Link).
Non ci meraviglia che fcinternews.it sia orgoglioso di scrivere i risultati di un sondaggio che ha visto impegnati tremila tifosi nerazzurri per scegliere l’erede di Branca (Link ). Se Thohir “ascoltasse nuovamente il parere del popolo interista (come accaduto nel caso dello scambio Vucinic-Guarin)”, capirebbe subito cosa fare. L’uomo più amato dagli interisti, colui che dovrebbe andare ad occupare la poltrona di DS nerazzurro per acclamazione, sarebbe giusto quello allontanato dal predecessore: Lele Oriali. A volte ci tocca davvero il destino che ci meritiamo.
http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3464
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Giovinco? Clima ingiusto. Capello? Forse gli dà fastidio che potremmo superarlo" Parla il tecnico bianconero. Intervistato nel dopo partita di Sky, l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato la prestazione della sua squadra nel match interno appena sostenuto contro il Chievo. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com. Abbiamo visto, al momento dell'uscita di Giovinco, il modo in cui hai stemperato la situazione con i fischi. Dopo il tuo gesto, i fischi son diventati applausi... "Sono un allenatore di calcio. Non trovo giusto il clima nei confronti di Giovinco, non ho spiegazioni. C'è troppa amarezza, non voglio parlarne. Ci sono le immagini, ognuno si faccia un esame di coscienza". Ti aspettavi queste risposte sul campo? "Io vedo le risposte dagli allenamenti. Poi capita che devi alzare la voce, per non smarrire la via maestra. Era giusto che non passassero inosservate certe situazioni, per crescere. Certi punti non vanno persi per strada, se si vuol scrivere la storia con il terzo scudetto consecutivo. La storia della Juve lo insegna, è dura vincere tre anni di fila. Quando ci sono spiragli in cui ci si sente più tranquilli cerco di tenere alta la situazione. Poi mi piace ascoltare quando parlano di me, che dicano bene o male, traggo insegnamento. Anche dalle fesserie...". In che senso? "Appena uno fa qualcosa si fanno inchieste a 360 gradi. Sculacciate, bacchettate... Poi parlano anche persone di un livello che.... Magari facessero a me certe domande, in quel caso direi "Fatemi domande serie dai"...". Parli di Capello? "No, parlo di chi fa il maestro senza conoscere l'ambiente di casa. Guardassero in casa loro, che magari c'è più puzza...". Nel gol di Asamoah si è notato il passo diverso impresso nella prima frazione. Nella ripresa avete cominciato con meno attenzione, al di la dell'autorete, il Chievo ha un po' approfittato della vostra passività... "E' dura essere aggressivi per tutti i 95 minuti. Però non possiamo calare, è un periodo in cui appena distogliamo attenzione succede di tutto. Oggi il Chievo non ha mai tirato, ci siamo segnati noi. Poi hanno creato un paio di situazioni. Bisogna migliorare, però vedendo l'autorete di oggi è dura (ride ndr.)... Bisogna fare molta attenzione, è un momento della stagione in cui come tirano ci segnano. Dobbiamo capitalizzare, anche perchè dietro Roma e Napoli non mollano". Capello parla di campionato poco competitivo e non allenante per voi. Che fare? "Dirò al presidente di iscriverci in Premier League. Forse a qualcuno da fastidio che possiamo superare quella Juventus, che vinse due scudetti ma a livello di gioco non fu memorabile. Ricordo la Juventus di Lippi, quella di Trapattoni. A quella di Capello ricordo solo che ha vinto due scudetti, poi revocati". Avete otto punti in più rispetto all'anno scorso, pur giocando meno bene.. "Siamo più completi, sotto tutti i punti di vista. La prima Juve era arrembante, arrivavamo da due settimi posti. Senza grossi investimenti abbiamo sfilato lo scudetto al Milan di Ibra, che ha sempre vinto, poi l'Inter del triplete e il Napoli. Abbiamo rivinto, questa è una Juve che sa gestirsi, anche perchè non si può sempre andare al massimo". Chi ti ha sorpreso in positivo? "Tutti. Altrimenti non staremmo parlando di una Juve che ha fatto 63 punti su 72. Spero continuino a sorprendere anche me". Ma con Capello vi chiarirete? "Un grosso abbraccio e un saluto a tutti (ride ndr.). Non è il caso...". |
Nessuno ha il posto garantito. Calci piazzati? Devo trovare alternativa" Antonio Conte ha risposto alle domande dei cronisti in conferenza stampa. Ecco le sue parole, trascritte integralmente da tuttojuve.com: Come ti spieghi questa rimonta subita? E' successo quello che è successo a Firenze. Vi è venuto un po' il braccino. Visto che eri tornato dopo altre partite sulla questione di calci piazzati e dei gol di testa, è un fattore di attenzione anche quello? O è un fattore tecnico? I segnali di un atteggiamento un po' svagato erano arrivati già nel primo tempo. Vidal ti ha fatto arrabbiare parecchio in un'azione e tu hai mandato Marchisio a scaldarsi. Vidal e Pogba hanno dato l'impressione hanno dato l'idea di essere un po' giù di forma o svagati mentalmente. Poi il segnale d'allarme dato dal primo gol era arrivato abbastanza presto. Avevate il tempo di riattivarvi e di rendervi un po' più pericolosi. Lo avete fatto in una sola occasione. Come mai questo segnale non è stato recepito? Quanto ha pesato l'uscita di Chiellini? La mancata vittoria della Roma può essere una consolazione? |
Per la sfida di Verona, Antonio Conte sceglie la formazione migliore con Caceres al posto di Barzagli, il Verona presente Donadel a centrocampo al posto di Jorginho volato a Napoli TEVEZ BOOM- e' un Tevez esplosivo a inizio gara. Prima su pennellata di Pirlo ci mette il testone con Rafael che fa il paratone. Subito dopo ancora Juve con Asamoah che fugge in fascia tira forte, Rafael respinge e Tevez e' lestissimo al tap in vincente per portare in vantaggio i suoi. La squadra di Conte però non si ferma e continua a giocare in modo intenso. Dopo il 2-0 l'Hellas tenta la reazione e Toni prova il corpo a corpo con Caceres senza fortuna. Tutto questo mentre la Juventus gioca con un po' di sufficienza con una leggera supremazia territoriale. Il secondo tempo ricomincia con la stessa Juventus aggressiva del primo tempo. Il Verona si dimostra pericoloso nelle ripartenze ed e' Chiellini bravo a sbrogliare una situazione complicata. TONI RIAPRE- al minuto cinquantuno la gara di riapre, solita palla inattiva, Toni e' bravo a rubare il tempo a Chiellini e Bonucci e battere Buffon, solita disattenzione in una gara che sembrava chiusa. |
Noi aggrediamo sempre, quando apettiamo è per limitare l'avversario. Osvaldo è stata una bella occasione, tutti vogliono venire alla Juve" Parla il tecnico bianconero. Intervistato nel dopo partita di Sky, l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato la prestazione della sua squadra nella gara interna appena conclusasi contro l'Inter. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com. Un tuo commento sulla partita. "L'abbiamo preparata nei minimi dettagli, valutando le situazioni sia di marcatura a uomo che meno di Pirlo. E' andata bene alla fine". Il pelo nell'uovo è nel finale, che ti ha fatto arrabbiare. "Si, non bisogna mai abbassare l'attenzione, perchè come oggi poi arriva quel golletto inutile, vai in apprensione e non va bene. E' per quello che faccio il pazzo e urlo fino alla fine". Il tre ormai è una regola perfetta con le big. Contro Roma, Napoli, Milan e Inter: non è un caso... "E' un aspetto positivo, siamo quelli che segnano di più, abbiamo il miglior attacco. Ne abbiamo fatti tre, potevamo farne altri, è stato bravo Handanovic, in altri casi imprecisi noi. La prestazione globale è buona e sono contento". A Vidal hai trasmesso molto del tuo da giocatore, visto quanto segna, solo che il cileno lo fa meglio... "Sicuramente (ride ndr.)". Scherzi a parte, il tuo passato da centrocampista quanto aiuta Pogba e Vidal in questo? "Mi piaceva agire da incursore, sostituirmi all'attaccante. Ho sempre avuto una vocazione offensiva, anche da allenatore le mie squadre sono sempre state offensive, sia in B che alla Juve. Trasmettevo e trasmetto questo, spesso dicevo che è meglio perdere attaccando come sabato che aspettando dietro la linea della palla". Siete tornati aggressivi. E' dipeso dalla partita o provate sempre ma a volte non riesce? "E' difficile giocare di contropiede, non avendo contropiedisti. Quando ci abbassiamo non è per quello, ma è una questione tattica nello studio degli avversari per poi sviluppare gioco. Non siamo una squadra da ripartenze, studiamo e limitiamo i pregi avversari mantenendo i nostri". Bene gli esterni oggi, specie Lichtsteiner nell'azione classica con Pirlo del gol. "Sì. Noi giochiamo con i tre dietro, gli esterni si affiancano agli attaccanti. Quando parlano di 3-5-2 difensivo conta l'interpretazione. Ci sono molte variazioni, la nostra è unica, altri lo fanno in altro modo, per ripartire". Osvaldo è stata una tua richiesta? A cosa può servire? "E' stata un'opportunità, colta. Il ragazzo ha voluto fortissimamente la Juve, si è ridotto di tanto l'ingaggio. Complimenti a Daniel, alza il livello davanti. C'è il campionato, con due contendenti, e l'Europa League. Andava svegliato l'entusiasmo davanti, viste le gerarchie definite. E anche chi c'era già aveva bisogno di entusiasmo e concorrenza. E' stata una bella occasione. Siamo contenti, tutti vogliono venire alla Juve, sono disposti pur a ridursi l'ingaggio". Rivediamo un po' di tuoi gol. "Facciamoli vedere ai miei centrocampisti (ride ndr.). Loro stanno facendo bene, io da giocatore ho vinto tantissimo e cerco di insegnare il meglio a loro. Auguro di cuore che mi raggiungano nei successi, se lo meritano". Con Guarin che potevi farci? "Che ci facevo... Ci facevo, ci facevo (ride ndr.)... Era un'opportunità. Io avevo detto che non facevo richieste, abbiamo colto quella di Osvaldo, si è fermata per Guarin e va bene così". |
Certo, il distacco in classifica è netto. Ma tra Juventus e Inter contano anche altri valori. L'orgoglio e il coraggio, per esempio. Conta il cuore. Quello bianconero ha palpitato fino alla fine. Tre reti, una nel primo e due nel secondo tempo, per coronare una prestazione dalla caratura agonistica, e non solo, paradigmatica. Una festa allo Stadium. Una festa. La partita mostra subito una chiara impostazione tattica. Il pressing bianconero è offensivo quando l'Inter recupera palla, più ragionato, denso a centrocampo, quando i nerazzurri impostano dalla retroguardia la propria fase d'attacco. Entrambe le squadre cercano di non concedere la profondità agli avversari, battagliano nella zona mediana e agiscono tramite manovre spesso laterali. La Juventus vuole, più dell'Inter, il vantaggio. E lo trova, non senza merito: Pirlo riceve sulla trequarti, disegna un assist, poetico, per Lichtsteiner, che spizzica con la testa e spezza gli indugi. L'Inter prova la ribalta ma la Juventus non rivela cali agonistici. Anzi, la squadra di Conte potrebbe anche raddoppiare, quando Kuzmanovic devia maldestramente un corner di Pirlo e rischia l'autogol. L'Inter è in difficoltà. Soprattutto quando tesse, o almeno cerca di farlo, le proprie trame offensive. A dir la verità un po' sterili, sia perché il possesso palla è spesso orizzontale, sia perché Kovacic vaga alla ricerca di una certa consistenza tattica che c'è e non c'è, come un vecchio barlume. L'unico brivido sulla pelle bianconera è un'occasione, in contropiede, sprecata da Palacio. Neo nerazzurro sulla pelle, quella del primo tempo, a forti chiazze bianconere. Si apre la ripresa e la Juventus raddoppia: Pogba vince una mischia furibonda in area, il pallone carambola sui piedi di Chiellini, che è lesto a calciare con il destro per battere Handanovic. Mazzarri, ormai vittima di mimiche invasate, sostituisce Kuzmanovic con Milito. Ma la Juve, in orbita euforica, segna ancora: Llorente protegge con il fisico, permette a Pogba di calciare, Handanovic respinge e Vidal, monarca letale, si piomba sulla palla e triplica il bottino. Allora Mazzarri concede spazio anche a D'Ambrosio e Botta, rispettivamente al posto di Jonathan e Kovacic. Conte è costretto a sostituire Barzagli, vittima della tendinopatia, per Caceres. L'Inter accorcia il differenziale sugli sviluppi di un corner, quando Rolando calcia in area con il sinistro e batte Storari. I nerazzurri accennano una timida reazione. Conte sostituisce anche gli stanchi Llorente e Lichtsteiner con Vucinic e Isla. Palacio ha l'occasione per riaprire la partita, ma la sciupa. Sospiro. Vucinic becca anche il palo. E quando l'arbitro fischia, lo Stadium può finalmente festeggiare. Perché è vero che sono sempre tre punti. Ma ci sono partite in cui vincere vale di più. Il Derby d'Italia è una di queste. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
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