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Messaggi di Maggio 2014

Marotta: «Pogba rinnova. Juve avanti con Conte»

Post n°7482 pubblicato il 05 Maggio 2014 da nadir63l
 

L'ad della Juve: «Mercato? Alzeremo l'asticella anche questa estate»

Marotta: «Pogba rinnova. Juve avanti con Conte»© LaPresse
TORINO - Beppe Marotta, ad della Juve, ha parlato di Conte, Pogba e mercato ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport: «Conte è tra i migliori al mondo, il lavoro non lo svolge solo in panchina ma durante la settimana. Io e Agnelli lo incontreremo a bocce ferme, per noi rappresenta un patrimonio. Lo incontreremo a breve perché vogliamo andare avanti insieme».

POGBA - «
Abbiamo avuto un incontro con il suo entourage esprimendo l'intenzione di prolungare il contratto. Spero che la situazione possa risolversi a breve».

MERCATO - «Non possiamo paragonarci agli sceicchi e ad altri club in grado di poter fare investimenti importanti. Anno dopo anno abbiamo alzato l'asticella, lo faremo anche quest'estate».

 
 
 

32 volte Campioni d’Italia

Post n°7481 pubblicato il 04 Maggio 2014 da nadir63l
 

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32.png

 

di G. Fiorito

 ‘Scrive "Lo sport illustrato", maggior settimanale sportivo del tempo, diretto da Emilio De Martino: "I bianconeri di quest'anno meritano tutti l'entusiasmo del pubblico… Come non scattare in piedi quando partono Sivori, Charles, Boniperti e a volte anche Stacchini e Nicolè? Mi è piaciuta quest'anno la combattività di Boniperti, che raramente ha avuto battute a vuoto".’ (Link)
Correva il 4 maggio 1958 e la Juve vinceva lo scudetto della Prima Stella, il decimo, quello voluto fortemente da un giovanissimo Umberto Agnelli, che succedendo al fratello Gianni alla Presidenza della società, coraggiosamente aveva provveduto a cambiare il volto della squadra bianconera affiancando a Giampiero Boniperti un gigante come Charles e un campione come Sivori. Dopo aver concesso la vittoria al Milan, si sarebbe presa anche i titoli 1959-1960 e 1961-1962.

Il 4 maggio 2014 la Juventus vince ufficialmente con tre giornate di anticipo il suo titolo italiano n. 32, ponendo anche sull’albo ufficiale della federazione, al netto degli scudetti revocati dal processo di calciopoli, la Terza Stella.
Il 4 maggio è di per sé una data che il calcio non può osare dimenticare, perché nel 1949 l’aereo che ritornava a Torino da un’amichevole giocata con il Benfica si schiantò ai piedi della Basilica di Superga con a bordo i calciatori del grande Torino.
Malgrado con la cautela dovuta alla scaramanzia un po’ tutti noi tifosi bianconeri avessimo strizzato l’occhio a un novello 5 maggio, forse questo scudetto era scritto che fosse vinto con un giorno di anticipo.

Appena tre giorni fa la squadra del Benfica, dopo aver reso omaggio alle vittime di Superga, ha portato a casa ai danni della Juve la qualificazione per la finale di Europa League 2013-2014 nello Juventus Stadium, dove tra dieci giorni si disputerà anche la finale.
Un brutto colpo, che mi aveva fatto temere una vittoria insipida, impossibile da compensare con una gioia annunciata.

Poi è venuta la finale di Coppa Italia e i fattacci legati al ferimento di un tifoso del Napoli. E le immagini vergognose con le quali ancora una volta un ultrà si ergeva prepotentemente su tutto lo stadio e da lì metteva in ginocchio tutti, i vertici massimi dello Stato, i numeri uno della FIGC e del CONI.

Genny ‘a Carogna, “il figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso. Pregiudicato con vari reati alle spalle, un arresto per droga e già un Daspo a suo carico” (Link), è un famoso capo ultrà napoletano, già distintosi anche all’estero per le sue imprese in occasione della partita di CL che il Napoli giocò a Londra con l’Arsenal, quando fu immortalato dalla stampa straniera a torso nudo nell’atto di eseguire il saluto fascista.
Anche dall’Olimpico Genny ha raggiunto la fama oltre i confini patri, andando a campeggiare plasticamente sulla home di Mundo Deportivo con addosso una maglia nera recante a tergo la scritta “liberà per gli ultras” e davanti, in bella vista: “Speziale libero”.
Speziale è l’assassino che uccise il 2 febbraio nel 2007 l'ispettore di polizia Filippo Raciti durante i disordini che scoppiarono allo stadio Massimino in occasione del derby col Palermo e che è stato condannato in via definitiva a 8 anni di carcere.
Prima di incontrare la Juventus nella penultima di campionato la Roma è venuta a giocare contro un Catania da più parti dato per retrocesso. Ha perso 4 a 1, anticipando i festeggiamenti per il 32° scudetto di un giorno.

Forse anche questa è una coincidenza. Forse è perché è la squadra della mia città a consegnare lo scudetto alla Signora, ma mi ritrovo a cantare: “Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell’Italia siamo noi”.
Questo scudetto ce lo meritiamo. Se siamo rimasti immaturi in Europa, in Italia facciamo un passo avanti. Dagli anni trenta la Juventus non vinceva il titolo italiano tre volte di seguito e in Italia c’era riuscita solo l’Inter. L’Inter del post calciopoli, quella che lo sanno tutti che uno l’aveva vinto in segreteria, uno senza avversari, il terso all’ultimo minuto (Link), come disse Mourinho. Lo scudetto 2007-2008 i nerazzurri lo avevano vinto il 18 maggio battendo per 2 a 0 il Parma all’ultimo turno, mentre la Roma pareggiava a Catania, condannando alla serie B il Livorno e Montella si lasciava sfuggire un gesto di resa. Come Garcia nelle dichiarazioni del prepartita con la squadra di Pulvirenti.

Questa di Conte è la Juve dei record, delle 17 vittorie consecutive in casa e di Tevez che insegue Ciro immobile con 19 reti su 21 nella classifica marcatori. Oggi si ritrova al centro di un groviglio temporale di incredibile emozione, continuando il cammino che si era spezzato nel 2006.

"La vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda" (G. Agnelli)
Nonostante calciopoli, non ci prenderanno mai, Avvocato. 

 

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32 SCUDETTI CHE VALGONO 3 VOLTE TANTO!

Post n°7480 pubblicato il 04 Maggio 2014 da nadir63l
 

© foto di TuttoMercatoWeb.com

La Juventus vince il suo trentaduesimo scudetto. Un titolo che verrà poi consolidato con i punti che i bianconeri riusciranno a fare nelle tre gare che mancano da qui a fine stagione. La formazione di Conte vince il suo terzo scudetto consecutivo a tre gare dalla fine, con merito. E' stata una stagione difficilissima grazie alla strenua difesa della Roma che e' riuscita a fare un campionato di grandissimi valori "toppando" solo alcune partite con le piccole, come quella con il Catania. Per la squadra del tecnico salentino, un'annata vissuta alla grande tra le difficoltà iniziali, la sconfitta di Firenze e poi la serie di vittorie consecutive, fino alla vittoria con la Roma, la vera prova di forza contro la squadra di Garcia. In casa un cammino perfetto, da record, in trasferta tante vittorie e i soli passi falsi di Firenze e Napoli. Un'annata fa record da regalare alla storia, forse imbattibile, un campionato con avversari tosti, con tutte le squadre più forti presenti, consapevoli della crisi delle milanesi e delle nuove forse del centro-sud. Anche senza giocare si fa festa e non non sarà per nulla meno forte ed intensa, ringraziando società, staff e mister e giocatori per le emozioni vissute. Ora e' tempo di vincere le ultime gare e regalare i numeri alla storia, nel frattempo il titolo e' realtà. 

 
 
 

CONTE: "In campo o alla tv, l'importante è che lo Scudetto arrivi, sarebbe storico.

Post n°7479 pubblicato il 04 Maggio 2014 da nadir63l
 

Complimenti a Roma, Napoli e Fiorentina. Tecnici italiani molto ricercati all'estero"

© foto di Giulia Borletto/TuttoMercatoWeb.com

Tre giorni dopo l'eliminazione europea, Antonio Conte si ripresenta al Media Center di Vinovo, alla vigilia della sfida contro l'Atalanta che potrebbe consegnare alla sua squadra il trentaduesimo Scudetto, il terzo consecutivo. Tuttojuve.com ha seguito in diretta la conferenza stampa, riportando come sempre integralmente e in tempo reale le dichiarazioni del tecnico bianconero. 

 

Buongiorno Antonio. Inevitabile iniziare con quello che è accaduto ieri. Cosa si può fare per cercare di cambiare questo trend?
"Cosa si può fare... il problema è che periodicamente succede qualcosa e sistematicamente ci indignamo tutti, diventa cronaca, però nessuno fa niente. E sarà così anche questa volta. Il problema è che pian piano stiamo sempre peggiorando. C'è il rischio poi di trovare qualche atto brutto, delinquenziale, al quale poi non si potrà trovare rimedio. Secondo me bisogna fare veramente grandissima attenzione, rizzare le antenne, non fare i moralisti solo quando accade il fatto, di indignarsi quando accade il fatto, ma cercare di costruire tutti insieme un qualcosa. Il problema è che ne parliamo, ne riparliamo, ma alla fine si sta esasperando il tutto all'ennesima potenza e sicuramente i segnali che mandiamo non sono segnali positivi da parte di tutti quanti, dagli addetti ai lavori, da parte di chi fa la cronaca, da parte di chi mette le regole, da parte del sistema calcio, da parte di tutti. Però ribadisco, periodicamente ci indignamo, ci sono i grandi moralisti, i moralizzatori, però ala fine tutti quanti non facciamo niente affincè questo non accada più".

 

Vincere lo Scudetto davanti alla tv o in campo: ci sono differenze? Se arrivasse il terzo Scudetto di fila, ci si fa l'abitudine a vincerlo o ogni volta è speciale?
"Sinceramente l'importante è che lo Scudetto arrivi. A me, una volta arrivata la promozione con il Bari, il giorno prima, guardando la partita del Livorno con quattro giornate d'anticipo, fu lo stesso una bella cosa. L'importante è che lo Scudetto arrivi, ancora lo Scudetto non è arrivato, c'è una partita da giocare, contro un avversario di grandissimo rispetto come l'Atalanta. Ci auguriamo che arrivi questo terzo Scudetto. Non ci si fa mai l'abitudine perchè sarebbe il terzo Scudetto consecutivo e sarebbe storico, sarebbe qualcosa di straordinario, di fantastico per questa società, per noi tutti, perchè la storia dice che alla Juventus solo nel quinquennio con Carcano allenatore ha vinto cinque Scudetti consecutivi. In precedenza, anche grandissimi squadroni e grandissimi allenatori, non sono riusciti a fare quello che potremmo fare noi quest'anno. Potremmo fare, perchè ancora non c'è la matematica e sapete benissimo quanto io sia realista da questo punto di vista. Finchè non ho la cosa in mano, non la festeggio, non esulto".

 

Ieri è arrivati un bel segnale da Garcia: "Adesso basta, suoniamo la ricreazione, complimenti alla Juventus, la Juventus ha fatto questo campionato anche perchè noi siamo stati bravi a spingere e noi abbiamo spinto tanto perchè loro ci hanno tirato la volata". Cosa si sente di dire a questo proposito dopo le polemiche dei giorni scorsi?
"Ridico quello che ho sempre detto, che io ho sempre fatto grandissimi complimenti alla Roma per il campionato che sta facendoun campionato sicuramente straordinario, un campionato che ci ha spinto sicuramente a tirare il meglio da parte di tutti noi, perchè abbiamo avuto e abbiamo ancora un antagonista di grandissimo livello che sta facendo cose straordinarie e ci sta spingendo a tenere il piede sull'acceleratore, ecco perchè oggi la Juventus ha 93 punti, ha già superato Juventus storiche del passato e ancora non ha vinto lo Scudetto. Io ho sempre fatto i complimenti alla Roma per quello che sta facendo, per quello che sono riusciti a creare in questi anni e continuo a farli, anche perchè non mi sembra mai di aver criticato squadre avversarie o parlato di aiuti particolari nei confronti di altre squadre. Così come mi sento in dovere di fare i complimenti al Napoli per la vittoria della Coppa Italia e anche alla Fiorentina perchè ho assistito sicuramente a una belissima partita, a parte gli episodi che sono accaduti fuori dal campo, quindi questa è la parte più bella del calcio e penso che noi dobbiamo avanti su questa squadra, sapendo che realtà come la Roma, come il Napoli, come la Fiorentina, l'anno prossimo dovranno aiutare la Juventus anche in Europa, a riconquistare classifica nel ranking Uefa, visto che per due anni consecutivi è rimasta solamente la Juventus a difendere i colori dell'Italia. Mi auguro che squadre forti come Roma, Napoli e la stessa Fiorentina, o altre squadre, l'Inter, possano l'anno prossimo aiutare la Juventus a far riacquistare all'Italia un coefficiente Uefa più importante, visto che in questi ultimi due anni c'è stata solamente la Juventus a fare questo".

 

A due giorni di distanza, hai rivisto la gara col Benfica e vuoi dire qualcosa dopo aver letto i giornali e sentito la televisione?
"Ma io la partita co Benfica l'ho rivista e le sensazioni che ho avuto dal campo sono sensazioni esatte. Io sono molto soddisfatto del percorso di crescita che la Juventus sta compiendo in campo europeo, un percorso di consolidamento. E lo ha dimostrato anche quest'anno, perchè scivolando in Europa League, per certi versi, è stata anche una cosa positiva, in quanto abbiamo fatto ancora più esperienza, siamo arrivati a giocarci una semifinale di Europa League, di una competizione europea e per tanti era la prima volta. Quindi, tanti hanno respirato l'atmosfera, la vigilia, l'aria, di quello che riguarda queste partite, che sono partite sempre molto importanti. Quindi da questo punto di vista sono molto contento anche della crescita che la squadra ha avuto in campo europeo. L'anno scorso siamo usciti senza rimpianti, senza recriminazioni, perchè abbiamo affrontato una squadra che si è dimostrata sul campo nettamente più forte rispetto a noi; il Bayern Monaco, infatti, poi ha vinto la Champions League. Quest'anno da parte c'è la soddisfazione di aver dimostrato di poter comunque lottare alla pari e meritare anche qualcosa di più contro una squadra che nel ranking Uefa è sesta, viene dopo il Real Madrid, il Barcellona, dopo il Chelsea, dopo altre due squadre arriva il Benfica, non è che abbiamo giocato contro l'ultima della classe. Noi nel ranking Uefa siamo 17esimi. Questo per dimostrare, per chi dice che era una lotta impari, io dico che vedendo il ranking Uefa, la lotta impari era per noi. Questo a dimostrazione di quanto la Juventus debba crescere anche nel percorso europeo. Lo sta facendo, si sta consolidando e io dico che è meglio consolidarsi e crescere piano piano, piuttosto che avere degli exploit, così come arrivano, così sono inattesi, ma poi inattesa è anche la caduta, quindi da quel punto di vista sono molto soddisfatto. Così come io ho parlato e analizzato dopo la partita, dopo aver visto alcune cose, mentre altri hanno parlato prima, si sono lamentati prima, dicendo che la Juventus, che la Uefa voleva la Juventus in finale, che ci sarebbero stati aiuti. Io invece ho parlato dopo, avendo visto dei fatti. Quindi ribadisco quello che ho visto, ho visto una squadra esperta che ha meritato per la sua esperienza di andare avanti, ma noi penso che ai punti avremmo meritato qualcosa di più". 

 

Io credo che il calcio italiano dal punto di vista mentale, psicologico e tattico sia ancora il più difficile. E' d'accordo?
"Io penso che in Europa chi affronta squadre italiane non è mai contento, perchè sa di affrontare squadre sempre molto preparate da un punto di vista tattico, molto tignose e sicuramente in questo momento forse con qualità minore, ma è inutile tornare su certi discorsi: dal punto di vista economico c'è difficoltà ad acquistare giocatori da 25-30 milioni, ma anche da 15 per quello che ci riguarda. Però, ripeto, è la dimostrazione che i tecnici italiani sono molto ricercati all'estero, tecnici italiani come Ancelotti che sta dimostrando con una squadra come il Real Madrid e come ha fatto in passato di poter fare bene, ma come lo ha dimostrato Ancelotti lo ha dimostrato Capello, lo ha dimostrato Lippi, Mancini, Spalletti. C'è una ricerca continua di allenatori da parte dele squadre estere e per questo ci sarà anche un motivo".(

 
 
 

L'invasione degli ultra(s)europei

Post n°7478 pubblicato il 04 Maggio 2014 da nadir63l
 

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RenzMalagifinale.jpg

 

di E. Loffredo

Da ieri sera c'è un personaggio nuovo nel panorama calcistico e politico italiano: Gennaro De Tommaso detto "Genny 'a carogna", la risposta italiana a Ivan Bogdanovic, nome di battagia "Ivan il terribile". Almeno su questo in Europa possiamo competere alla pari, stacchiamo di gran lunga paesi come Spagna, Inghilterra e Germania.

 

Al di là di tutte le considerazioni che si possono fare sugli episodi che hanno preceduto la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli e sull'influenza che ha avuto il capotifso napoletano ieri sera, soggetto già noto dal 2012 quando fece il giro di campo con la coppa Italia vinta dal Napoli (poi ci raccontano che non ci sono "aderenze" tra società e tifo organizzato), ci sarebbe da soffermarsi su quegli interlocutori istituzionali che si sono prestati all'esercizio di imperio di Genny.

 

Ieri sera all'Olimpico erano presenti i vertici dello sport e delle istituzioni: il Presidente del Consiglio (noto tifoso viola) e il Presidente del Senato (seconda carica dello Stato), insieme a loro sedevano in tribuna il presidente del C.O.N.I., quello della F.I.G.C. e quello della Lega di Serie A. Persone che dovrebbero governare il Paese e tutto lo sport italiano hanno dovuto sottostare alle decisioni di un capoultras asceso alla sommità di una recinzione. Se non è manifestazione di inettitudine e incompetenza questa...

 

Ma non c'è da stupirsi di quanto avvenuto allo stadio ieri sera, è un'altra faccia di quello stesso fenomeno che vede amministrazioni e politica fasi dettare il rinvio di una partita (a causa del troppo sole) dai dirigenti di una squadra di calcio.

 

Si fa un gran parlare di nuovi stadi, ma prima bisognerebbe considerare a chi vi si darebbe accesso. C'è da giurare infatti che dopo ieri sera la politica risponderà che certi fenomeni si reprimono con "stadi nuovi e moderni, a misura d'uomo". Un modo come un altro per fare spallucce e per prendere la palla al balzo per agevolare le scalpitanti speculazioni edilizie intorno ai progetti stadio. In tutto questo speriamo si ricordino degli skybox per quei poveri capiultras costretti in precario equilibrio sulle reti si separazione dal campo. Dover ancora vedere Genny esercitare la propria funzione di moderazione sociale aggrappato in condizioni di scarsa sicurezza non sarebbe da paese civile.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3614

 
 
 

JUVE: LACRIME ED APPLAUSI NELLA SERATA PIU' AMARA

Post n°7477 pubblicato il 01 Maggio 2014 da nadir63l
 

 

© foto di www.imagephotoagency.it

Allo Juventus Stadium finisce tra le lacrime ma anche tra gli applausi; i bianconeri ci hanno provato, hanno giocato una partita d’attacco, chiuso con le ter punte ed avrebbero di certo meritato il passaggio del turno. I tifosi hanno capito, ed a fine gara Conte ha chiesto ai suoi uomini di ringraziare il vero dodicesimo uomo in campo stasera, il pubblico davvero encomiabile. La Juve, forse, poteva fare di più, ha giocato oltre 20’ in superiorità numerica ma le occasioni non sono mancate, con il Benfica in pratica pericoloso in rimessa. Ora non resta che alzare al cielo il terzo scudetto di fila ma la sfida di stasera porta in dote una sensazione; probabilmente la Juve non è ancora pronta per l’Europa, ma manca davvero poco per la consacrazione.

 

Il Benfica è subito pericoloso, già al 2’ di gioco con Chiellini abile a salvarsi su Rodrigo; i bianconeri rispondono all’8’ con la sventola di Pirlo alzata in corner da Oblak preferito ad Artur. All’11’ non è perfetto Asamoah su Markovic ed è Chiellini a spazzare; il ghanese, però, in fase propositiva è molto convincente, spinge tanto e sono buoni i suoi dialoghi con Pogba – uno dei migliori in campo – e Pirlo. Proprio come un diesel i padroni di casa prendono coraggio e campo ed iniziano a tentare conclusioni con un po’ tuti gli uomini offensivi, a partire dal tiro al volo di Vidal al 20’ – cross di Pirlo – alta sulla traversa, così come la girata di Tevez al 25’. Dopo una conclusione fin troppo pretenziosa di Lichtsteiner al 29’ – parata facilmente da Oblak – la Juve diventa ancora più pericolosa nei minuti finali con il Benfica in evidente difficoltà. Al 36’ Re Artù prova a rendersi pericoloso con il colpo di testa sul secondo palo ma la sfera finisce fuori di poco; è il preludio all’assalto al fortino lusitano da parte della Juve che, dopo il destro di Pirlo fuori di poco al 42’, si avvicina al gol del vantaggio, quello della qualificazione, in ben due occasioni in appena 3’ di gioco. Al 43’ punizione di Pirlo ed incornata di Bonucci che attraversa tutta lo specchio di porta senza che nessun bianconero riesca a deviarla in porta. L’occasione più clamorosa, però, arriva al 46’, nel primo minuto di recupero; Pogba per Asamoah sulla corsia sinistra bianconera, cross del ghanese e colpo di testa di Vidal con Luisao che, praticamente, salva sulla linea.

 

La Juventus parte bene, il giro palla è buono e, prima la grandine poi un nubifragio clamoroso, regala alla partita un tono epico; servono i guerrieri in campo ed i bianconeri da questo punto di vista non sono secondi a nessuno. Il Benfica gioca di rimessa ed è pericoloso al 50’ con Rodrigo che calcia alto un rigore in movimento su rimessa di Siqueira; al 56’ è provvidenziale Buffon sempre sul numero 19 lusitano mente al 62’ Pirlo impegna severamente Oblak su calcio piazzato. Al 67’ primo colpo di scena; Perez, già ammonito, frana su Vidal ed il rosso è logica conseguenza, Jorge Jesus rimedia con Almeida per Rodrigo e passa al 4-4-1. Per la Juve prova Tevez al 70’ ma il tiro è centrale ed Oblak para; mancano 20’ e Conte decide che è tempo di 4-3-3. Dentro Giovinco, fuori Bonucci e Juve all’assalto mentre i lusitani inseriscono Salvio – colui che si era procurato una frattura all’ulna dieci giorni fa – per giocare di rimessa. Conte getta nella mischia anche Osvaldo e Marchisio per Llorente e Vidal – stremato – ma all’80’ il grave errore è di Lichtsteiner che non controlla un pallone da ottima posizione; un minuto e segna Osvaldo ma l’italo-argentino è in fuorigioco. Prova la Juve, mai doma, sotto la pioggia incessante a far sua la partita, Jesus manda in campo anche Sulejmani per Markovic e proprio il serbo, appena uscito, scatena una maxi rissa con Vucinic. Gioco fermo per la gioia dei lusitani, e Clattenburg espelle i due contendenti. La partita è agli sgoccioli ma si continua a non giocare; al 90’ Garay – colpito da Pogba – rimane a terra e si perde altro tempo (il difensore argentino uscirà, poi, in barella). Al 92’ vengono assegnati 6’ di recupero, al 96’ punizione da ottima posizione di Pirlo ma il pallone centra la barriera e finisce in corner. L’angolo è l’ultima chance, in area c’è anche Buffon ma l’incornata è di Caceres con Oblak che salva i suoi e regala la finale al Benfica.   

 
 
 

Tifosi Juve: «Lo Stadium sarà una vera bolgia»

Post n°7476 pubblicato il 01 Maggio 2014 da nadir63l
 

I tifosi bianconeri: «Noi torneremo a casa senza voce, stasera abbiamo l'obbligo di essere l'uomo in piu' in campo, e lo saremo!»

Tifosi Juve: «Lo Stadium sarà una vera bolgia»© Ansa
TORINO - Lo Juventus Stadium questa sera sarà una bolgia. Anche i tifosi bianconeri sono pronti alla battaglia con il Benfica e lo annunciano con un comunicato: «Abbiamo scalato le pareti dell'inferno con il nostro tifo e la nostra passione per tornare ad essere la JUVE temuta e odiata da tutti; stasera gli occhi di tutta italia ed europa saranno puntati su di NOI, ci attende una sfida a cui dobbiamo rispondere presente! Stasera NOI torneremo a casa senza voce, stasera abbiamo l'obbligo di essere l'uomo in piu' in campo, e lo saremo! NOI trasformeremo lo stadium in una bolgia! Fino alla fine... Forza ragazzi noi ci crediamo!!! Drughi Bianconeri».

 
 
 

Gioire di quel che si può...

Post n°7475 pubblicato il 01 Maggio 2014 da nadir63l
 

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ConteGrcia.jpg

 

di F. Filippin

Bisogna fare di necessità virtù, inventandosi dei nuovi traguardi, quando quelli prefissati sono diventati irraggiungibili o quasi. La logica di questo ragionamento non fa una grinza se applicata alla situazione attuale della Roma, che ha visto ridursi al lumicino la possibilità di conquistare il suo quarto scudetto della storia, rischiando invece di essere raggiunta a quota tre da....Padoin. Con 85 punti ottenuti e con l'obiettivo tangibile di superare quota 90 (anche al netto dello scontro diretto, visto che le due partite rimanenti dei giallorossi non sono certo impossibili), quale modo migliore per superare la delusione del rischio “zeru tituli”? In fondo che colpa ha la Roma, che in condizioni normali avrebbe già vinto il titolo (bastava eliminare la Juve, come hanno già fatto in passato), se c'è chi va più forte di lei? Si può festeggiare un secondo posto? Sì, se si ha la correttezza di ammettere che chi sta davanti è più forte. Se nella finale olimpica dei cento metri arrivi secondo in nove secondi e mezzo e chi ti batte fa il record del mondo, che fai, non ritiri la medaglia d'argento?

 

Questa logica, però, non fa parte del mondo del calcio, perlomeno di quello nostrano, per cui meglio gioire, o cercare di farlo, per qualcos'altro di più tangibile, di più storico e di più memorabile di una vittoria. Cosa? Il Corriere dello Sport ce lo spiega bene: “Garcia proverà ad impedire a Conte di raggiungere il traguardo dei cento punti”. Sarebbe vera gloria, non c'è che dire.

Il palmares di tutti i più grandi allenatori è pieno di cose del genere, a fianco del numero dei campionati vinti, dell'elenco delle coppe conquistate, nazionali e non, dei premi ottenuti: in quello di Garcia ci starebbe sicuramente bene un bel “ha impedito alla Juve di raggiungere i 100 punti”. Si badi bene: è del tutto lecito voler battere i più forti, non c'è nulla di male. Lo diventa se l'obiettivo, fine a se stesso, è solo quello di impedire agli avversari di raggiungere un traguardo: allora si sfora nel “rosicamento puro”.

 

Rosicamento autolesionistico, tra l'altro, perché è ovvio che, se non si può vincere nulla, è meglio essere comunque protagonisti in una stagione storica, visto che, altrimenti, di chi arriverà secondo in questo campionato non se ne ricorderà proprio nessuno. A meno di non inserire nel proprio palmares, dopo “ha impedito alla Juve di raggiungere i 100 punti”, anche un “secondo posto nel campionato in cui la Juventus non ha raggiunto i 100 punti”.

 

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