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Messaggi del 18/02/2010

Del Piero? come Avatar: FANTASCIENZA!!!

Post n°1480 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da nadir63l
 

Del Piero? come Avatar: FANTASCIENZA!!!
© foto di Alberto Fornasari

La Juve è tornata! E già, perchè quella che potrebbe sembrare una scontata testata di giornale nasconde in realtà più di un motivo che lasci supporre ciò. La Juventus sbanca Amsterdam e lo fa nel momento più delicato della sua stagione. Stasera i bianconeri erano attessi dalla prova del nove, ebbene, esame superato a pieni voti. Non solo per il punteggio finale, fondamentali i due gol segnati fuori casa, ma sopratutto per l'atteggiamento mostrato in campo. Perchè se Buffon torna a fare il Buffon e Amari realizza il 100 % delle occassioni create dai compagni, allora è segno che qualcosa è davvero cambiato. Di certo non può essere un caso, una partita a sè quella di stasera, i miglioramenti si erano già visti da Livorno, il cambio di allenatore ha, probabilmente, dato la scossa che tutto l'ambiente, giocatori in primis si aspettavano. Un vero piacere aver visto la Juve stasera, squadra con carattere, determinatezza, concreta ma soprattutto sicura di sè; in una sola parola: la Juventus.
Sorprendente persino Felipe Melo, che bello vederlo recuperare palla e lanciarsi in area a salvare quello che nemmeno Buffon avrebbe salvato, che bello vedere De Ceglie prender palla e crossare sulla testa di Amauri, che bello vedere Marchisio tornato ai suoi livelli. Non mi sono dimenticato di Del Piero, state tranquilli, ma perdonatemi se non trovo più aggettivi per un marziano nelle vesti di un 35 enne dato per finito fino a un mese fa. Potrei pensare ad un film per lui, ma forse qualcuno lo ha già fatto creando un personaggio apposta per lui: Avatar, e si perchè se non è fantascienza questa....

 
 
 

Ricomincio da tre...GLMDJ..

Post n°1479 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da nadir63l
 

Ricomincio da tre


Immagine IPB

di Morrison

Una vecchia, stupenda canzone dei Rem, intitolata “Imitation of life”, recitava:
“Tu vuoi il massimo,
il massimo da quando il pane è stato tagliato a fette.
Tu hai tutto, nella misura in cui lo vuoi,
come una sfilata di moda del venerdì di una teenager,
gelando in un angolo,
cercando di non mostrare i propri tentativi”.


Stupefacente come calzi perfettamente alle recenti vicissitudini della Juventus (sorry , New Holland) ed ancor di più dopo il sorteggio di Coppa Uefa (sorry again, Europa League).
L’urna di Zurigo ci aveva assegnato l’Ajax e la mente inevitabilmente corre ai fasti del periodo della Triade, al Lippi I, all’Olimpico straboccante di bianconero, a Gianluca Vialli, a Jugovic che ride prima di tirare il rigore e a Penna Bianca Ravanelli.
Altri tempi, sembra passata un’eternità. Stiamo parlando di 13 anni, l’inizio dello splendido ciclo per cui ognuno di noi è qui: per ridargli lustro, per rivendicarlo, per riscattarlo!

L’Ajax di questi tempi non fa onestamente tremare i polsi: veleggia terzo in Eredivisie (la serie A olandese), fra i reduci dei recenti match di Champions League (2004/05 Capello in panchina, 0-1 gol di Pavel Nedved) annovera ancora il portiere Stekelenburg o il talentuoso ma discontinuo Emanuelsson. La novità è rappresentata dalla “stellina” Suarez (l’uruguagio è anche attualmente il capitano dei Lancieri..), il Nino attualmente viaggia alla media di un gol a partita.

L’Ajax è tradizionalmente squadra giovane, votata al possesso palla, la cui manovra è storicamente un culto: fin dalla tenera età, i ragazzini vengono scelti per le “doti tecniche”, prima ancora che per quelle fisiche. Certe sedute di allenamento sarebbero (e sono, ve lo garantisco) da filmare e far vedere nelle aule universitarie alla voce “il gioco del calcio”.

Detto questo, torniamo al match. Non poteva mancare la dichiarazione pomposa, goffa e francamente fuori luogo di qualcuno della claque degli smile. Alla bisogna si presta stavolta il buon Secco, che non brillando per fantasia riporta alla mente di noi gobbi “i fasti del ‘96”: sale a quintali su ferite in via di peggioramento quotidiano.
Incredibile, ora siamo ai maldestri tentativi di copiare, siamo all’associazione d’idee. Siamo stati appena relegati nella B europea, troviamo nei 16esimi di finale una squadra in ricostruzione (con la differenza che i lancieri programmano le ricostruzioni a tavolino, ripartendo sempre dall’80% dei giovani del loro vivaio), e i dirigenti bianconeri non trovano di meglio che accostare questa “imitazione di Juventus” con una delle “più grandi Juventus della storia”!

La chiosa finale è puramente tecnica: il nostro “spicchio” prevede, in caso di qualificazione, la vincente del confronto Fulham-Shaktar Donetsk. Oggettivamente, una Juventus appena sufficiente dovrebbe, a parer mio, passare entrambi i turni e giungere ai quarti di finale (nostro probabile capolinea), valutando le compagini in corsa e ancor di più la nostra consistenza.
Naturalmente il compito di tacciare queste supposizioni e questa scarsa fiducia va a Zac (la cui onestà intellettuale in settimana, circa le probabilità di una sua riconferma sulla nostra panchina, è senza dubbio da elogiare in un mondo come la nostra serie A dove gli ipocriti e gli opportunisti non mancano di certo).
Incredibilmente, sembrano anche arrivare buone notizie dall’infermeria. Trezeguet è nella lista dei convocati e la squadra potrebbe ritrovare entusiasmo da un appuntamento europeo magari non di prima fila, ma che rappresenta quantomeno un affascinante amarcord.

Insomma, di competizioni in questione la bacheca di Galielo Ferraris ne esibisce 3 (lo sapeva vero, Dr. Blanc?). A questo punto non ci rimane che dire “Ricomincio da tre”.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=597

 
 
 

Se pure Bettega rievoca l’orgoglio Juve..

Post n°1478 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da nadir63l
 

Se pure Bettega rievoca l’orgoglio Juve

 
 
«Ricordo ai ragazzi che qui grandi campioni hanno giocato fieri in Uefa e perfino in Intertoto». Uno strano volo tra rabbia e rimpianti
AMSTERDAM, 18 febbraio - «Ma dove minchia vanno questi?». Non è proprio un oxfordiano il pas­seggero diretto a Catania che incrocia di pri­ma mattina i giocatori della Juventus all’aeroporto di Caselle, evidentemente un tifo­so deluso o un detrattore alquanto sboccato. Lo chiede, anzi se lo chiede, ad alta voce men­tre sfilano accanto a lui Felipe Melo e Diego, poco più avanti ci sono Roberto Bettega e Jean Claude Blanc, poco più avanti ancora Alena Seredova e Sonia Del Piero. Gruppo vacanze Piemonte? Mannò. Vanno ad Am­sterdam per la Europa League, “questi”, e l’aria non è quella spensierata delle trasfer­te di Champions, non è nemmeno un’aria. Solo Gigi Buffon dà il cinque con il pugno chiuso (una nuova moda?), mentre gli altri hanno le facce legittimamente incavolate (note di cronaca: Amauri il più nero) di chi pensava di passeggiare in paradiso e inve­ce deve sbattersi all’inferno. Forse è meglio così, che alla Juventus siano incavolati il giusto, come lo sono i giocatori dell’Inter che hanno la fame dei cannibali stampigliata addosso. E infatti non smettono di vincere. L’esempio viene dal nemico? Pazienza. Non ci sarà la musichetta della Champions, non ci sarà nulla che ricordi un passato glo­rioso. Anni fa ad Amsterdam ogni partita era una battaglia, ogni contesa una storia da scrivere in maiuscolo. Anche per l’Ajax, comunque, vale il c’era una volta, però guai a illudersi.

LA CONCENTRAZIONE - Il minimalismo di oggi, l’atmo­sfera strana del charter, le pagine di giorna­le aperte sul confronto tra Milan e Manche­ster o sul tonfo del Real, raccontano una Ju­ventus diversa, cambiata dal corso degli eventi, sulla via della guarigione ma non in salute, rancorosa, avvitata sul concetto di orgoglio e di rivincita. «Come va? Bene, sem­pre... », butta lì Blanc, stretto della sua giac­ca di velluto blu, le scarpe tanto a punta che potrebbe schiacciare una formica in un an­golo. Il presidente ci crede. Bettega invece è avvolto in un cappotto beige e pare concentratissimo: per lui è un ritorno pure questo, dopo l’antipasto della tournée a Jeddah, l’Europa rimane “cult” ancorché sia dise­gnata attorno a un torneo minore. «Ricordo a tutti che la Grande Juventus ha disputa­to l’Intertoto e la coppa Uefa»: che sia di buon auspicio per i ragazzi di Zaccheroni. Già, Zac. Pacioso e rassicurante, accomoda­to sull’aereo in prima fila a fianco di Alessio Secco, il ds in gessato grigio. «E’ dura ma è una sfida stimolante. Qui sto d’incanto, da Dio se dovessimo battere l’Ajax...», confessa con le mani nelle tasche della giacca a ven­to societaria l’uomo al quale la proprietà e la dirigenza hanno consegnato le chiavi del de­stino. Se lo erano dimenticato, ora sta viven­do una seconda giovinezza con un chiodo fisso: vincere. Psicologo e allenatore, Zacche­roni ha colpito per la sua semplicità e la sua professionalità: «E’ un tecnico preparatissi­mo, gli bastano cinque minuti per spiegare come gioca l’avversario», sottolinea Secco. Una rarità, a quanto sembra. Chissenefre­ga se lo chiamano «Il Piadina» per via del­le sue origini romagnole, chissenefrega di tutto, a questo punto della stagione. John Elkann, cioè il capo, pretende la zona Cham­pions e l’Europa League: il primo è il più piccolo dei traguardi, la seconda un succes­so agognato da almeno quattro anni. Riu­scirci con un tecnico in scadenza non è una vergogna, le cose di cui arrossire sono altre.
 
 
 

     

 

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