Creato da nadir63l il 04/08/2008

juveland

aspettando sulla riva del fiume

 

METEO VENETO

Meteo Veneto

 

LEGGENDA

 

NEWS

Get the Tuttosport widget and many other great free widgets at Widgetbox!
 

 

 
 

 

FACEBOOK

 
 
Classifica di siti - Iscrivete il vostro!
 

JUVENTINITE

 

AREA PERSONALE

 

segnala il tuo blog su blogmap.it Sport Blogs - BlogCatalog Blog Directory Segnalato da Mariorossi.it Hello Directory MigliorBlog.it   Questo è un blog juventino!
juveland
  Sports blogsBlog Directory

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

BANNER AMICI


Editore di Directory Italia - http://directory-italia.blogspot.com/
 Directory Italia - Sito di qualità segnalato
TOP 100 by Robj

 
Citazioni nei Blog Amici: 31
 
Creative Commons License
juveland by nadir63l is licensed under a Creative Commons Attribuzione 2.5 Italia License.
Based on a work at blog.libero.it/juveland.
 

Messaggi del 25/03/2010

mea culpa..

Post n°1617 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Blanc ammette: «Juve, è colpa di tutti»

 
Il presidente: «Se la stagione va così, tutti devono far uscire qualcosa di più, anche i dirigenti. Contro il Napoli abbiamo perso una buona occasione. Possiamo ancora centrare la Champions, fuori l'orgoglio!»
NAPOLI, 25 marzo Il presidente Blanc è duro nel commentare la sconfitta della Juve contro il Napoli: «Stasera la partita è andata male - dice ai microfoni di Sky Sport -  Abbiamo giocato solo nel primo tempo, nel secondo abbiamo subìto la pressione del Napoli. Il livello di attenzione non è stato quello giusto. Quella di oggi era un'opportunità che non abbiamo sfruttato in ottica Champions. Dobbiamo mettere più grinta e determinazione. L'importante è non sbagliare più nelle ultime otto partite».

OBIETTIVI - Le colpe di questa stagione non sono solo della squadra: «Ovviamente non diamo la colpa solo ai giocatori: se la stagione va così, tutto il gruppo deve far uscire qualcosa di più, prima sul campo, poi nello staff e nei dirigenti, per dimostrare qualcosa di diverso». Ma se la Juve non dovesse centrare la Champions, ci sarebbe un cambio di strategia? «No, la società è forte. La qualità della gestione ci permetterà di affrontare un'eventualità del genere. L'obiettivo si può raggiungere se tiriamo fuori qualcosaa di diverso. Dobbiamo tirare fuori l'orgoglio».
 
I TIFOSI - I tifosi sono sul piede di guerra, annunciato uno sciopero del tifo per domenica: «Direi che l’unica strategia con i tifosi è vincere le partite, dimostrare qualcosa di diverso sul campo, sappiamo che conta solo il risultato, quindi l’unica risposta da dare ai nostri tifosi è una vittoria e un livello di attenzione diverso da quello di stasera».

 
 
 

zac lo specchio di ferrara...

Post n°1616 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Zaccheroni: «La Juve non regge certi ritmi»

 
 
Il tecnico: «Non salvo niente del secondo tempo. C'è stata poca attenzione, mentre nel primo tempo siamo andati bene. Il problema è tutta questa emorragia di giocatori...»
NAPOLI, 25 marzo - Seconda sconfitta consecutiva in campionato. Eliminazione incredibile in Europa League. Il lavoro di Zaccheroni alla Juve, dopo un buon inizio, è rimesso in discussione. A Napoli i bianconeri sono scomparsi nel secondo tempo. C'è qualcosa da salvare nella ripresa? «No, dei secondi 45 minuti c’è poco da salvare.  - dice ai microfoni di Sky Sport - Loro hanno disputato in generale un’ottima partita, credo che gli vada riconosciuto di aver giocato con determinazione, con agonismo, però nel primo tempo il nostro portiere non è mai dovuto intervenire. Da diverso tempo non riusciamo a reggere certi ritmi, anche oggi sono entrati in campo giocatori che sono reduci da una lunga inattività. Il primo tempo riusciamo a farlo, poi, oggi come nelle ultime partite, entriamo nella ripresa dimostrando non una grandissima attenzione».

IL PROGETTO - Il progetto della Juve era legato a Diego. Oggi il brasiliano si è accomodato in panchina. Cosa significa? «Il progetto della Juve è fare punti ed è legato agli uomini che ho a disposizione in quel momento. Oggi ha giocato Camoranesi al posto di Diego, mi sembrava opportuno riproporre un 4-4-2». Sono mancati anche gli attaccanti: «Quello che è mancata è stata una pressione costante in mezzo al campo.
Eravamo poco attenti sulle palle laterali e visto che gli unici rischi arrivavano in quelle occasioni ho messo Zebina, Cannavaro e Chiellini centrali... Ma poi il gol lo abbiamo preso ugualmente. Dovevamo permettere meno iniziativa al Napoli».

IL FUTURO - Ad un certo punto si era pensato ad una possibile conferma di Zac sulla panchina della Juve. E ora? «Ribadisco ciò che ho sempre detto: per me non esiste il mio futuro. Io ho un impegno fino al 30 giugno e un obiettivo da centrare, quindi penso solamente a questo. Il resto in questo momento non riesco minimamente a pensarlo, penso esclusivamente a questo e per ottenerlo devo trovare i mezzi. Il mio obiettivo è cercare di frenare questa emorragia di indisponibilità di giocatori. Sono due i temi: uno è quello di recuperare gli infortunati e mettere in campo coloro che stanno meglio, l’altro è quello di tenere su il morale perché la sconfitta la si accetta ma non la si deve concepire».

 
 
 

intanto stanotte alcuni non dormiranno....

Post n°1615 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Quante umiliazioni ancora?
25.03.2010 23:00 di massimo pavan tuttoiue.com
© foto di Filippo Gabutti

Bhe, dopo stasera, bisogna cominciare a contarle con il pallottolliere le umiliazioni di quest'annata per i tifosi bianconeri. Ogni domenica e ogni partita si pensa di aver toccato il fondo, ma al fondo non c'è fine. Si scava con la palettina sempre più giù. Sono diciassette le partite in cui la difesa prende gol. Per chi guarda le partite no rimangono più parole. 11 sconfitte in campionato, 15 in stagione. Ai tifosi bianconeri per prendere sonno stasera non basterà una camomilla. Ci vorrà un forte sonnifero. Quella di stasera era l'occasione perfetta per agganciare il quarto posto. Purtroppo si è rivelata la nuova delusione. Juventus al settimo posto, schiacciata dopo un primo tempo presentabile e un secondo totalmente in balia dell'avversario. Non rimangono parole... Le pagelle di stasera sarebbero dei cinque, un paio, forse tre sei. Zac, dopo un unizio confortante sta dimostrando lacune... e ancora in molti si chiedono il perchè del cambio Grygera del Piero....Sembra inoltre... che si fosse dimenticato il fatto di aver fatto il cambio all'inizio... ecco il perchè di quel cambio...

Forse non capiremo mai....intanto stanotte alcuni non dormiranno....come ormai capita da tanto tempo...

Su un forum bianconero, ho letto un appello ai piloti del charter che riporterà a casa i giocatori della Juve....L'appello diceva  "PORTATELI IN GROENLANDIA E LASCIATELI LI" purtroppo per i tifosi bianconeri e per i giocatori non resta che accodarsi all'appello... 

 
 
 

penosi...

Post n°1614 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Juve da incubo: travolta dal Napoli in rimonta

 
Chiellini porta in vantaggio i bianconeri. Poi nel secondo tempo i bianconeri il crollo: Hamsik sbaglia un rigore e poi segna il pari. Quagliarella e Lavezzi completano la festa azzurra
NAPOLI, 25 marzo - La Juve incassa a Napoli la seconda sconfitta consecutiva e viene raggiunta a 45 punti proprio dalla squadra azzurra. Ma a preoccupare è la tenuta della Juve, che va in vantaggio dopo meno di dieci minuti con il rientrante Chiellini. Poi nelle ripresa crolla in modo vergognoso e viene travolta dalla squadra di Mazzarri. Hamsik prima sbaglia il rigore, poi pareggia. Quagliarella completa la rimonta, Lavezzi mette la firma sulla festa napoletana.

JUVE AVANTI - Zac rivoluziona la Juve. Panchina per i fantasisti Candreva e Diego. Largo a Camoranesi e al più classico dei 4-4-2, con Marchisio esterno di sinistra. Il Napoli risponde con Hamsik e Quagliarella a supporto di Lavezzi. Il Napoli parte baldanzoso, pressando alto e dando la sensazione di poter impensierire seriamente la retroguardia juventina. Ma sono i bianconeri a passare. Camoranesi si guadagna una punizione sulla destra. Sulla punizione prolunga Del Piero di testa: Chiellini si avventa sul pallone e batte De Sanctis. Tanto per cambiare è un infortunio a scombinare i piani di Zaccheroni: si fa male Poulsen (forte contusione nella zona del perone sinistro, già fratturato). Entra Candreva e Marchisio ritorna al centro del campo. La sqaudra di Mazzarri carica a testa bassa. Quagliarella prova il tiro da fuori, ma Manninger para facilmente a terra. Molto più complicato l'intervento del portiere qualche minuto dopo quando Lavezzi lascia partire un missile su cui l'austriaco si supera mandando in angolo. Al 23' ammonito Camoranesi, diffidato salterà la prossima gara contro l'Atalanta. La Juve va vicina al raddoppio con Zebina al 32'. Il francese, imbeccato benissimo da Felipe Melo, si mangia la fascia destra, supera un marcatore, ma a tu per tu con il portiere invece che mettere al centro, dove c'erano Del Piero e Amauri, tenta di segnare. Risultato: tiro sbilenco e occasione sfumata. Il Napoli continua a spingere, ma la Juve difende bene e rischia pochissimo. Si va negli spogliatoi con il risultato di 1-0 a favore dei bianconeri.

CROLLO BIANCONERO - Inizia il secondo tempo e sembra che la Juve sia rimasta nella pancia del S. Paolo. Tempo due minuti e Zebina tira la maglia a Quagliarella: l'arbitro assegna il rigore. Hamsik scheggia la traversa ed esce. Pericolo scampato. Ma per poco. Neanche cinque minuti dopo Quagliarella dalla sinistra pennella un cross perfetto per Hamsik, che sigla il pari senza difficoltà, facendosi perdonare l'errore dal dischetto. Il Napoli si esalta, i bianconeri sono travolti dall'entusiasmo e dal gioco in velocità azzurro. La squadra di Zaccheroni si lascia trovare ancora impreparata su un cross dalla sinistra, ma Maggio solo davanti a Manninger sbaglia. Camoranesi è nervoso e allora il tecnico bianconero lo richiama in panchina: dentro Diego. Dopo qualche minuto fuori Del Piero e dentro Grygera per rinforzare la fascia destra bianconera. La Juve si fa rivedere avanti con una punizione insidiosa di Diego, Amauri non riesce a schiacciare con forza. Ma gli azzurri continuano a macinare gioco. E il gol del 2-1 arriva al 72': Lavezzi mette al centro dell'area dalla trequarti. La premiata ditta Zebina-Manninger non riesce ad intervenire: il francese non interviene, il portiere esce a vuoto. E allora sbuca Quagliarella, che in scivolata segna. La Juve si sveglia. Amauri di testa colpisce un paio di volte da buona posizione. Marchisio tiro una bomba da fuori area che De Sanctis neautralizza a fatica. I bianconeri però sono poco decisi e hanno poche idee. E allora arriva anche il 3-1 firmato da Lavezzi.

 
 
 

Cupola “inversa” ..GLMDJ..

Post n°1613 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Cupola “inversa”

Immagine IPB

La serata di Luglio è calda, afosa. E l’Italia suda, inchiodata davanti al televisore. Siamo ai tempi supplementari e in campo c’è la Juventus: Buffon, Cannavaro, Thuram, Zambrotta, Vieira, Camoranesi, Del Piero, Trezeguet. Ebbene sì, a essere precisi ne mancano un paio per completare il quadro: Nedved e Ibrahimovic, in fondo due tipi qualunque, la cui nazionalità non permette loro di essere in campo, perché qui si gioca Italia-Francia, la finale del Mondiale 2006.

Quella Juventus ha appena vinto lo scudetto, stradominando il campionato 2005/2006 – come l’anno prima del resto. L’unica squadra ad averle tenuto testa è il Milan, reduce dalla finale di Champions nella stagione precedente. L’Inter finisce parecchio sotto – come l’anno prima del resto – a meno quindici.

Luciano Moggi è scaltro, autoritario, antipatico come la sua Juventus, e conosce il calcio come nessuno. Non c’è dubbio. E il Direttore ha costruito negli anni la Juventus che molti indicano come la più forte della storia, un’armata vincente che tritura gli avversari. Ma Moggi lo conosciamo bene: è anche cinico calcolatore, previdente, e forse ha ben chiaro che non basta costruire una squadra di campioni per garantire gloria e vittorie ai tifosi. Luciano sa perfettamente che è assolutamente necessario preparare, edificare ed alimentare un sistema favorevole alla propria squadra facendo leva sulla sua influenza a tutti i livelli del mondo del calcio, un sistema in cui le designazioni arbitrali possano essere sapientemente pilotate, e arbitri compiacenti possano aiutare la squadra sia direttamente, come ad esempio concedendo rigori a favore o chiudendo un occhio nelle segnalazioni di fuorigioco, sia indirettamente, ad esempio comminando ammonizioni artatamente a giocatori diffidati di squadre che devono affrontare la Juventus nella partita successiva, indebolendone così la loro pericolosità.

Per mettere in piedi un tale apparato di favori, è necessario poter contare su un complesso e articolato ecosistema di relazioni a tutti i livelli. Ma le relazioni si alimentano comunicando, anche telefonicamente.

E dunque grazie all’opera di valenti esperti di squadre investigative che mettono sotto osservazione numerose utenze telefoniche, ecco che viene svelata – come si sospettava da tempo – l’esistenza di una vera e propria “cupola” che fa capo al boss “Lucky” Luciano, padrone indiscusso del calcio italiano.

Questo fu a grandi linee ciò che dalla totalità di stampa e media ci fu raccontato nella primavera di quel 2006, mentre veniva montato “Calciopoli”, il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi. Anzi, con la massima solerzia, i giornali si precipitarono a pubblicare le intercettazioni addirittura prima che la fase istruttoria fosse conclusa. Ma, si sa, siamo in Italia e ci si diverte un mondo all’idea che i processi si consumino prima nelle piazze che nei tribunali.

Orbene, la Juventus rubava, e quindi vinceva. Del resto, lo dicevano tutti da sempre: era il sentimento popolare. In fondo, un teorema molto semplice da capire. Semplice specialmente per chi, come ad esempio l’Inter, non riusciva più a giustificare ai propri tifosi i continui fallimenti sportivi di molti anni, nonostante le tanto faraoniche quanto improbabili campagne acquisti. Non rimaneva allora che attendere l’esito della giustizia sportiva: le carte parlavano chiaro, erano addirittura da Serie C – come ammetteva persino l’avvocato Zaccone chiamato a difendere (difendere?) la Juventus – e allora ci voleva una punizione esemplare. La sentenza fu infatti fulminea e l’esito inesorabile. A ben vedere, avendo magari a disposizione qualche giorno in più di quella calda estate per analizzare più attentamente le migliaia di pagine dell’accusa redatte sulla base delle scrupolose indagini ed intercettazioni coordinate dall’allora maggiore dei carabinieri Auricchio (oggi colonnello), qualche incongruenza pareva saltare subito all’occhio e finanche lo stesso collegio sportivo giudicante aveva dovuto fare pesante ricorso alla creatività giuridica, introducendo di fatto una nuova norma che assurgesse la somma di più peccati veniali (perché quelli erano alla fine i riscontri dell’accusa) ad un peccato mortale. Altrimenti non c’era verso di potere castigare la Juventus: alterazione della classifica senza la parvenza di alterazione di alcuna singola partita. Ad ogni modo, il grande manovratore, il professionista dell’illecito sportivo “Lucky” Luciano, era finalmente indicato come il boss della “cupola” che aveva sapientemente architettato, e la Juve vinceva perché “ruvvava”. Finalmente vi era una spiegazione per ogni tifoso delle squadre avversarie, una giustificazione al perdurare delle numerose sconfitte sportive patite. Giustizia era fatta. D’ora in poi il calcio sarebbe stato più onesto, ma soprattutto dominato da una squadra di onesti.

Questa è la storia che sapevamo, che ci avevano raccontato negli ultimi quattro anni.

Fino a ieri. Ebbene sì, perché ieri Martedì 23 Marzo 2010, durante l’udienza del processo di Napoli, lo stesso tenente colonnello Auricchio, rispondendo alle domande rivoltegli dagli avvocati difensori, ha permesso di fare luce su alcuni fatti molto interessanti, dai quali si evince in modo inequivocabile che il terribile Luciano Moggi, qualora avesse mai voluto architettare una “cupola”, di certo l’avrebbe costruita piuttosto male. Anzi, al rovescio. Un sistema non a favore, bensì a sfavore della Juventus.

Ma andiamo con ordine. Già da qualche settimana eravamo stati illuminati dal tenente colonnello sulla scrupolosa e raffinata metodologia da lui applicata alle proprie indagini, fondata essenzialmente sugli esami delle intercettazioni telefoniche e conseguenti riscontri basati sul copia e incolla di articoli della Gazzetta dello Sport e del Corriere dello Sport (sì, avete letto bene), notoriamente imparziali nei loro commenti (imparziali per chi? Il primo esce a Milano, l’altro a Roma). Il tutto a provare l’esistenza del complesso sistema di relazioni a sostegno della cosiddetta “cupola” governata da Moggi per pilotare il campionato ad esclusivo vantaggio della Juventus.

Tuttavia, proprio dal dibattimento del 23 marzo si apprende ad esempio che il tenente colonnello non fosse a conoscenza del fatto che, durante il campionato indagato, la Juventus avesse ottenuto una media punti per partita pari a 1,89 quando veniva arbitrata da terne arbitrali presunte affiliate alla “cupola” – arbitri e assistenti indagati nel processo in quanto ritenuti facenti parte del sistema Moggi –, mentre la media punti saliva a ben 2,63 quando la Juventus veniva arbitrata da terne ritenute neutre, cioè da arbitri e assistenti non ritenuti facenti parte del sistema Moggi. Il tenente inoltre non avrebbe fatto attenzione al fatto che la Juventus era all’ultimo posto nella graduatoria delle espulsioni “favorevoli”, ossia inflitte da arbitri presunti amici verso squadre avversarie, e pressoché nella media nella graduatoria delle ammonizioni “favorevoli”, e comunque dietro l’Inter, giusto per nominare una squadra avversaria.

Altro dato rilevante e inequivocabile dimostra che con arbitri presunti amici la Juventus riuscì a conseguire 36 punti, in linea con la media per un posto in Coppa Uefa, mentre con arbitri neutri i punti conseguiti furono 50. E nelle ultime nove partite, quelle decisive per il testa a testa finale con il Milan, il presunto boss “Lucky” Luciano sarebbe riuscito a posizionare solamente tre arbitri presunti amici a dirigere le partite della sua Juventus, con esito disastroso: 4 punti su 9 disponibili.
Se tutto ciò deve dimostrare l’esistenza di una cupola, la cupola che viene fuori è indubbiamente “sui generis”. Evidentemente Moggi non si era applicato proprio bene nell’architettarla, anzi, alla luce di quei miseri risultati, gli era venuta proprio male.

Un altro fatto interessante che si evidenzia durante la testimonianza del teste dell’accusa Auricchio (sì avete capito bene, non è testimone a favore della difesa) riguarda il destino degli arbitri presunti amici. Quando un arbitro commetteva un errore a svantaggio della Juventus, veniva spesso punito con un turno di inattività, e a volte neanche quello, quindi arbitrava regolarmente una gara di campionato la giornata successiva. Quando invece l’errore era a favore della Juventus, ebbene le sanzioni disciplinari erano di norma ben più severe, fino a nove giornate di stop. Non certo una bella vita per quegli arbitri e assistenti che si fossero malauguratamente affiliati alla “cupola”. Per loro si sarebbero prospettate solo minori opportunità di arbitrare, e quindi di avanzare nella carriera, e nemmeno la magra consolazione di un beneficio materiale o pecuniario. Infatti, per dovere di cronaca, i libri contabili della società Juventus sono passati nel frattempo sotto i raggi X dagli investigatori nell’ambito dell’indagine sulla presunta infedeltà patrimoniale a carico di Giraudo, Moggi e Bettega chiusa qualche mese fa, il cui esito processuale è stato la completa assoluzione dell’ex-dirigenza in toto perché “il fatto non sussiste”.

A latere di quanto esposto, si apprende inoltre che nel corso delle indagini non furono mai acquisite alcune telefonate che pur dovevano essere intercorse tra alcuni alti dirigenti dell’Inter – Facchetti e Moratti – e il designatore arbitrale Bergamo, come esplicitamente riferito da quest’ultimo ad altro interlocutore in alcune intercettazioni messe agli atti del processo. Il tenente colonnello, a sua discolpa, afferma che “tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero”. Era evidentemente poco interessante per il tenente approfondire questa misteriosa circostanza. Appare tuttavia quanto meno realistica l’ipotesi di indagini eseguite a senso unico, essenzialmente mirate a colpire esclusivamente un soggetto ben preciso. E in effetti ciò lo si poteva già ampiamente dedurre da altre dichiarazioni rese in precedenza al processo, come ad esempio dall’arbitro Coppola, che durante un interrogatorio dei carabinieri in cui voleva riferire di pressioni esercitate direttamente su di lui da parte di dirigenti dell’Inter gli fu risposto dagli stessi carabinieri (forse Auricchio stesso?) che “a noi questo non interessa”.

Si potrebbe continuare virtualmente all’infinito su questa linea, poiché ciò che è emerso finora nell’arco di quasi un anno di dibattimento processuale al tribunale di Napoli non porta altro che ulteriori conferme agli elementi finora sommariamente accennati.

Eh sì, Luciano Moggi doveva certamente avere fatto male i suoi calcoli! La sua presunta “cupola”, da cui si diceva dominasse e controllasse il campionato di calcio in favore della sua Juventus, faceva evidentemente acqua da tutte le parti. Se fosse esistita veramente, avrebbe generato più svantaggi che vantaggi alla sua stessa Juventus. Questo è dimostrato dalle testimonianze rese in tribunale, fatti comprovati, dati reali e oggettivi, e non “sensazioni” soggettive, pari alle chiacchiere da bar.


Luciano Moggi, certamente un campione di competenza tecnica e sportiva, si rivela un vero e proprio disastro come presunto boss di un’associazione a delinquere. La sua, se mai esistita, è una cupola “inversa”. Mentre non si può escludere che di vere “cupole” e associazioni a delinquere in quell’ambito ne esistessero veramente, e forse ne esistano ancora, ben più attrezzate e competenti.


In linea con la propria storia centenaria fatta di successi e con il blasone riconosciuto da sempre in ogni angolo del mondo, la Juventus di quegli anni era stata costruita da Moggi, Giraudo e Bettega per vincere, e vinceva sul campo. Durante l’estate del 2006 si consumava quello che si sta delineando sempre più chiaramente come un assassinio, invece di un’esemplare e giusta punizione.

Chi amava la Juventus, lo capì subito. Tra coloro che non la amavano, i più attenti ne avevano la prova già in quell’afosa serata di Luglio.
Tutti gli altri lo capiranno presto.

Massimo Leo

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=665

 
 
 

Senz’anima né faccia..GLMDJ..

Post n°1612 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Senz’anima né faccia
di cirdan
Immagine IPB

Non si sa chi abbia “ucciso” la Juventus. Sono passati (quasi) quattro anni dal quel 7 maggio 2006, e a Napoli continua il processo che vede imputati Moggi e altri, quelli che avrebbero dovuto far parte di un’associazione a delinquere. Ovunque, nel mondo civile, questo sarebbe archiviato come un insuccesso delle autorità inquirenti. Qui invece lo si riesuma periodicamente, per esaltare la tenacia di chi condusse le indagini.
Ogni volta che Calciopoli torna agli onori della cronaca (con un profilo nettamente più basso rispetto alla Santa Inquisizione del 2006), automaticamente torna, in video e in pagina, la foto di Luciano Moggi. Ora è fuori dal giro, squalificato e radiato, ma di lui echeggia ancora una frase: “Mi avete tolto l’anima”.
Quel corpo senza anima ce lo sentiamo un po’ tutti (gli amanti della “Signora”), e dovrebbe sentirselo anche la giustizia sportiva, che ha saputo punire ferocemente, pur non essendo in grado di giudicare.
Chi, invece, dovrebbe parlare, come fece allora, tirando fuori da quel corpo l’anima bianconera (qualcuno disse che il Dna non è un’opinione), continua in silenzio il suo mandato, lasciandosi scivolare addosso le domande che molti bianconeri si sono fatti e si continuano a fare da quasi un lustro.
La presa di posizione di allora fu chiara: “Siamo vicini alla squadra”. Le successive dichiarazioni, mentre una Juventus vestita di azzurro dominava i mondiali tedeschi, furono ancora più nette: “Ricominceremo dai giovani”. Nel mezzo, un processo: quello della giustizia sportiva, che sancì, con il beneplacito della difesa, la fine di una storia nata nel 1897.
Appare alquanto anomalo, per i poco informati, capire come mai l’Avvocato Zaccone, il legale che difese (?) la Juventus nelle stanze dello stadio Olimpico di Roma, ritenne congrua la pena della serie B inflitta alla Juventus, dopo quanto emerso dall’aula 216 del Tribunale di Napoli. Come anomalo, sempre per i poco informati, appare il comportamento di John Elkann, allora prodigo di sorrisi e voglia di ricominciare (punendo e giudicando gli ex dirigenti bianconeri) e oggi silenzioso e nell’ombra, come se le parole del teste, Colonello Attilio Auricchio, riguardassero tutto tranne le vicende che hanno interessato la “sua” Juventus.
La domanda è: che senso ha? Perché il proprietario della Juventus ci mise la faccia quando era ancora tutto da verificare, sdegnandosi di una dirigenza che aveva, in dodici anni, vinto tutto quello che c’era da vincere sul campo, tenendo i bilanci sempre sotto controllo, mentre oggi, mercoledì 24 marzo 2010, e dopo il controesame delle difese al teste del pubblico ministero, non accenna una sola parola sul perché la sola Juventus venne attenzionata di indagine, del perché degli elementi indiziari condannarono la stessa, del perché alcune intercettazioni non furono trascritte nelle informative, del perché le modalità usate per l’indagine furono quelle di servirsi di articoli tratti dai quotidiani sportivi?
Perché non chiede una giusta giustizia per la “sua” Juventus, come stanno facendo determinati tifosi da quattro anni a questa parte?
Una società calcistica, come un cittadino comune, per il solo fatto di essere tale, può accettare d’essere ingiustamente sospettata e accusata, salvo riuscire a dimostrare in tempi brevi la propria innocenza. Subisce un danno, talora gravissimo, ma ciascuno di noi sa che può accadere. Quel che non dovrebbe accadere è che per il resto della vita si sia un oggetto nelle mani di chi non sa che pesci prendere, non sa che storie raccontare e, quindi, ricorre al tuo nome ed alla tua faccia quando gli fa comodo.
La giustizia campa d’accuse e ci lascia a digiuno di sentenze, il proprietario della Juventus continua a sorridere sperando che nessuno s’accorga di niente.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=664

 
 
 

«Più che giustizia fu bar sport. Juve? Fu autolesionista»

Post n°1611 pubblicato il 25 Marzo 2010 da nadir63l
 

Ostellino: «Avete visto? Calciopoli era tutta una farsa»

 
Il giornalista: «Più che giustizia fu bar sport. Juve? Fu autolesionista»
TORINO, 25 marzo - Prima un rapi­do riassunto dell’ultima puntata della telenovela Calciopoli. Martedì, a Napoli, in oltre otto ore di udienza, la difesa ha posto l’accento su alcune anomalie riuscendo: 1) a mettere in serie difficoltà - nel controesame - il co­lonnello dei carabinieri Attilio Auricchio che di­resse le investigazioni e che ha ammesso di avere «un rapporto di amicizia» con Franco Baldini, il ne­mico di Luciano Moggi; 2) a portare il pubblico ministero Giuseppe Nar­ducci ad ammettere che «magari non tutti i te­lefoni erano sotto con­trollo, qualcosa sarà sfuggita...»: guarda un po’, proprio le telefonate tra i dirigenti dell’Inter e l’allora designatore arbi­trale Paolo Bergamo; 3) a palesare la determinazio­ne con cui si era partiti per dimostrare il teore­ma secondo il quale era la Juventus il male da estirpare.

LA RABBIA - Poi, l’intervista con Piero Ostellino. Ostellino gior­nalista italiano tra i più noti: a lungo corrispon­dente da Mosca e da Pe­chino, ora editorialista del Corriere della Sera
(di cui è stato direttore dal 1984 al 1987). Ostel­lino tifoso bianconero doc («Toccato dalla grazia» , dice lui) tra i più sdegna­ti, delusi, arrabbiati per esito e modalità del pro­cesso Calciopoli. Già nel 2008 spiegava: «Ingiusti­zia perpetrata da una giuria creata ad hoc, che ha emesso una sentenza la quale interpretava un diffuso sentimento popo­lare. Cioè una sentenza fatta al bar sport invece che in un tribunale». Fi­gurarsi cosa possa rite­nere ora, alla luce degli ultimi sviluppi del pro­cesso di Napoli.


 
 
 

     

 

http://www.wikio.it

Iscritto su Social Sport.net – aggregatore di sport

 

BENVENUTO

 

 
 
 
I made this widget at MyFlashFetish.com.
 

STADIO OLIMPICO

 

 

ale seba

 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

bellessosncalzacknadir63lvolusturinstarasdbalestrategeorgatosscosapensimarcotavolacciivog19810ahf.martinengQuivisunusdepopulolacky.procinocescandrea
 
 

 

PRIMA PAGINA

 
Votami su Mr.Webmaster! PageRankTop.com
 

Statistiche gratis

Contatori visite gratuiti
 
 

Registra il tuo sito nei motori di ricerca

Submit Your Site To The Web's Top 50 Search Engines for Free!

 

contatore sito web Blog Directory BlogItalia.it - La directory italiana dei blog Contatti msnFeed XML offerto da BlogItalia.it

juveland    Web Directory Italiana

Scambio Link Ricercasiti.net directory segnala il tuo sito gratisTop Italia

 

 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963