LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 25/03/2010
Blanc ammette: «Juve, è colpa di tutti» Il presidente: «Se la stagione va così, tutti devono far uscire qualcosa di più, anche i dirigenti. Contro il Napoli abbiamo perso una buona occasione. Possiamo ancora centrare la Champions, fuori l'orgoglio!» NAPOLI, 25 marzo - Il presidente Blanc è duro nel commentare la sconfitta della Juve contro il Napoli: «Stasera la partita è andata male - dice ai microfoni di Sky Sport - Abbiamo giocato solo nel primo tempo, nel secondo abbiamo subìto la pressione del Napoli. Il livello di attenzione non è stato quello giusto. Quella di oggi era un'opportunità che non abbiamo sfruttato in ottica Champions. Dobbiamo mettere più grinta e determinazione. L'importante è non sbagliare più nelle ultime otto partite». OBIETTIVI - Le colpe di questa stagione non sono solo della squadra: «Ovviamente non diamo la colpa solo ai giocatori: se la stagione va così, tutto il gruppo deve far uscire qualcosa di più, prima sul campo, poi nello staff e nei dirigenti, per dimostrare qualcosa di diverso». Ma se la Juve non dovesse centrare la Champions, ci sarebbe un cambio di strategia? «No, la società è forte. La qualità della gestione ci permetterà di affrontare un'eventualità del genere. L'obiettivo si può raggiungere se tiriamo fuori qualcosaa di diverso. Dobbiamo tirare fuori l'orgoglio». I TIFOSI - I tifosi sono sul piede di guerra, annunciato uno sciopero del tifo per domenica: «Direi che l’unica strategia con i tifosi è vincere le partite, dimostrare qualcosa di diverso sul campo, sappiamo che conta solo il risultato, quindi l’unica risposta da dare ai nostri tifosi è una vittoria e un livello di attenzione diverso da quello di stasera». |
Zaccheroni: «La Juve non regge certi ritmi» Il tecnico: «Non salvo niente del secondo tempo. C'è stata poca attenzione, mentre nel primo tempo siamo andati bene. Il problema è tutta questa emorragia di giocatori...» NAPOLI, 25 marzo - Seconda sconfitta consecutiva in campionato. Eliminazione incredibile in Europa League. Il lavoro di Zaccheroni alla Juve, dopo un buon inizio, è rimesso in discussione. A Napoli i bianconeri sono scomparsi nel secondo tempo. C'è qualcosa da salvare nella ripresa? «No, dei secondi 45 minuti c’è poco da salvare. - dice ai microfoni di Sky Sport - Loro hanno disputato in generale un’ottima partita, credo che gli vada riconosciuto di aver giocato con determinazione, con agonismo, però nel primo tempo il nostro portiere non è mai dovuto intervenire. Da diverso tempo non riusciamo a reggere certi ritmi, anche oggi sono entrati in campo giocatori che sono reduci da una lunga inattività. Il primo tempo riusciamo a farlo, poi, oggi come nelle ultime partite, entriamo nella ripresa dimostrando non una grandissima attenzione». IL PROGETTO - Il progetto della Juve era legato a Diego. Oggi il brasiliano si è accomodato in panchina. Cosa significa? «Il progetto della Juve è fare punti ed è legato agli uomini che ho a disposizione in quel momento. Oggi ha giocato Camoranesi al posto di Diego, mi sembrava opportuno riproporre un 4-4-2». Sono mancati anche gli attaccanti: «Quello che è mancata è stata una pressione costante in mezzo al campo. Eravamo poco attenti sulle palle laterali e visto che gli unici rischi arrivavano in quelle occasioni ho messo Zebina, Cannavaro e Chiellini centrali... Ma poi il gol lo abbiamo preso ugualmente. Dovevamo permettere meno iniziativa al Napoli». IL FUTURO - Ad un certo punto si era pensato ad una possibile conferma di Zac sulla panchina della Juve. E ora? «Ribadisco ciò che ho sempre detto: per me non esiste il mio futuro. Io ho un impegno fino al 30 giugno e un obiettivo da centrare, quindi penso solamente a questo. Il resto in questo momento non riesco minimamente a pensarlo, penso esclusivamente a questo e per ottenerlo devo trovare i mezzi. Il mio obiettivo è cercare di frenare questa emorragia di indisponibilità di giocatori. Sono due i temi: uno è quello di recuperare gli infortunati e mettere in campo coloro che stanno meglio, l’altro è quello di tenere su il morale perché la sconfitta la si accetta ma non la si deve concepire». |
Quante umiliazioni ancora? 25.03.2010 23:00 di massimo pavan tuttoiue.com © foto di Filippo Gabutti Bhe, dopo stasera, bisogna cominciare a contarle con il pallottolliere le umiliazioni di quest'annata per i tifosi bianconeri. Ogni domenica e ogni partita si pensa di aver toccato il fondo, ma al fondo non c'è fine. Si scava con la palettina sempre più giù. Sono diciassette le partite in cui la difesa prende gol. Per chi guarda le partite no rimangono più parole. 11 sconfitte in campionato, 15 in stagione. Ai tifosi bianconeri per prendere sonno stasera non basterà una camomilla. Ci vorrà un forte sonnifero. Quella di stasera era l'occasione perfetta per agganciare il quarto posto. Purtroppo si è rivelata la nuova delusione. Juventus al settimo posto, schiacciata dopo un primo tempo presentabile e un secondo totalmente in balia dell'avversario. Non rimangono parole... Le pagelle di stasera sarebbero dei cinque, un paio, forse tre sei. Zac, dopo un unizio confortante sta dimostrando lacune... e ancora in molti si chiedono il perchè del cambio Grygera del Piero....Sembra inoltre... che si fosse dimenticato il fatto di aver fatto il cambio all'inizio... ecco il perchè di quel cambio... Forse non capiremo mai....intanto stanotte alcuni non dormiranno....come ormai capita da tanto tempo... Su un forum bianconero, ho letto un appello ai piloti del charter che riporterà a casa i giocatori della Juve....L'appello diceva "PORTATELI IN GROENLANDIA E LASCIATELI LI" purtroppo per i tifosi bianconeri e per i giocatori non resta che accodarsi all'appello... |
Juve da incubo: travolta dal Napoli in rimonta Chiellini porta in vantaggio i bianconeri. Poi nel secondo tempo i bianconeri il crollo: Hamsik sbaglia un rigore e poi segna il pari. Quagliarella e Lavezzi completano la festa azzurra NAPOLI, 25 marzo - La Juve incassa a Napoli la seconda sconfitta consecutiva e viene raggiunta a 45 punti proprio dalla squadra azzurra. Ma a preoccupare è la tenuta della Juve, che va in vantaggio dopo meno di dieci minuti con il rientrante Chiellini. Poi nelle ripresa crolla in modo vergognoso e viene travolta dalla squadra di Mazzarri. Hamsik prima sbaglia il rigore, poi pareggia. Quagliarella completa la rimonta, Lavezzi mette la firma sulla festa napoletana. JUVE AVANTI - Zac rivoluziona la Juve. Panchina per i fantasisti Candreva e Diego. Largo a Camoranesi e al più classico dei 4-4-2, con Marchisio esterno di sinistra. Il Napoli risponde con Hamsik e Quagliarella a supporto di Lavezzi. Il Napoli parte baldanzoso, pressando alto e dando la sensazione di poter impensierire seriamente la retroguardia juventina. Ma sono i bianconeri a passare. Camoranesi si guadagna una punizione sulla destra. Sulla punizione prolunga Del Piero di testa: Chiellini si avventa sul pallone e batte De Sanctis. Tanto per cambiare è un infortunio a scombinare i piani di Zaccheroni: si fa male Poulsen (forte contusione nella zona del perone sinistro, già fratturato). Entra Candreva e Marchisio ritorna al centro del campo. La sqaudra di Mazzarri carica a testa bassa. Quagliarella prova il tiro da fuori, ma Manninger para facilmente a terra. Molto più complicato l'intervento del portiere qualche minuto dopo quando Lavezzi lascia partire un missile su cui l'austriaco si supera mandando in angolo. Al 23' ammonito Camoranesi, diffidato salterà la prossima gara contro l'Atalanta. La Juve va vicina al raddoppio con Zebina al 32'. Il francese, imbeccato benissimo da Felipe Melo, si mangia la fascia destra, supera un marcatore, ma a tu per tu con il portiere invece che mettere al centro, dove c'erano Del Piero e Amauri, tenta di segnare. Risultato: tiro sbilenco e occasione sfumata. Il Napoli continua a spingere, ma la Juve difende bene e rischia pochissimo. Si va negli spogliatoi con il risultato di 1-0 a favore dei bianconeri. CROLLO BIANCONERO - Inizia il secondo tempo e sembra che la Juve sia rimasta nella pancia del S. Paolo. Tempo due minuti e Zebina tira la maglia a Quagliarella: l'arbitro assegna il rigore. Hamsik scheggia la traversa ed esce. Pericolo scampato. Ma per poco. Neanche cinque minuti dopo Quagliarella dalla sinistra pennella un cross perfetto per Hamsik, che sigla il pari senza difficoltà, facendosi perdonare l'errore dal dischetto. Il Napoli si esalta, i bianconeri sono travolti dall'entusiasmo e dal gioco in velocità azzurro. La squadra di Zaccheroni si lascia trovare ancora impreparata su un cross dalla sinistra, ma Maggio solo davanti a Manninger sbaglia. Camoranesi è nervoso e allora il tecnico bianconero lo richiama in panchina: dentro Diego. Dopo qualche minuto fuori Del Piero e dentro Grygera per rinforzare la fascia destra bianconera. La Juve si fa rivedere avanti con una punizione insidiosa di Diego, Amauri non riesce a schiacciare con forza. Ma gli azzurri continuano a macinare gioco. E il gol del 2-1 arriva al 72': Lavezzi mette al centro dell'area dalla trequarti. La premiata ditta Zebina-Manninger non riesce ad intervenire: il francese non interviene, il portiere esce a vuoto. E allora sbuca Quagliarella, che in scivolata segna. La Juve si sveglia. Amauri di testa colpisce un paio di volte da buona posizione. Marchisio tiro una bomba da fuori area che De Sanctis neautralizza a fatica. I bianconeri però sono poco decisi e hanno poche idee. E allora arriva anche il 3-1 firmato da Lavezzi. |
Cupola “inversa” |
Senz’anima né faccia |
Ostellino: «Avete visto? Calciopoli era tutta una farsa» Il giornalista: «Più che giustizia fu bar sport. Juve? Fu autolesionista» TORINO, 25 marzo - Prima un rapido riassunto dell’ultima puntata della telenovela Calciopoli. Martedì, a Napoli, in oltre otto ore di udienza, la difesa ha posto l’accento su alcune anomalie riuscendo: 1) a mettere in serie difficoltà - nel controesame - il colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio che diresse le investigazioni e che ha ammesso di avere «un rapporto di amicizia» con Franco Baldini, il nemico di Luciano Moggi; 2) a portare il pubblico ministero Giuseppe Narducci ad ammettere che «magari non tutti i telefoni erano sotto controllo, qualcosa sarà sfuggita...»: guarda un po’, proprio le telefonate tra i dirigenti dell’Inter e l’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo; 3) a palesare la determinazione con cui si era partiti per dimostrare il teorema secondo il quale era la Juventus il male da estirpare. LA RABBIA - Poi, l’intervista con Piero Ostellino. Ostellino giornalista italiano tra i più noti: a lungo corrispondente da Mosca e da Pechino, ora editorialista del Corriere della Sera (di cui è stato direttore dal 1984 al 1987). Ostellino tifoso bianconero doc («Toccato dalla grazia» , dice lui) tra i più sdegnati, delusi, arrabbiati per esito e modalità del processo Calciopoli. Già nel 2008 spiegava: «Ingiustizia perpetrata da una giuria creata ad hoc, che ha emesso una sentenza la quale interpretava un diffuso sentimento popolare. Cioè una sentenza fatta al bar sport invece che in un tribunale». Figurarsi cosa possa ritenere ora, alla luce degli ultimi sviluppi del processo di Napoli. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14