LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 01/04/2010
Moratti e Galliani: ecco le telefonate nascoste |
«Ecco perché Moratti deve restituire lo scudetto» Prioreschi, l'avvocato di Moggi: «Ci sono le telefonate con Bergamo: il presidente dell'Inter ha un dovere morale. Anche Galliani parlava con i designatori: o è illecito per tutti o non lo è per nessuno. La Juve tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione. Alla luce di questi nuovi eventi, dicano qualcosa» TORINO, 1 aprile - Maurilio Prioreschi è l’avvocato difensore di Luciano Moggi nel processo di Napoli. Insieme a Paolo Trofino, l’altro legale dell’ex dg juventino, e un efficientissimo team di consulenti sta lentamente, ma - finora - inesorabilmente smontando le tesi dell’accusa. Traballa, incalzato dalle sue domande, il teste che doveva spianare la strada ai pm, il tenente colonnello Attilio Auricchio, l’autore delle indagini, costretto ad ammettere nelle ultime udienze che qualche omissione o mancato controllo c’è effettivamente stato. S’incrina pericolosamente la stessa cupola, quella che - secondo l’accusa - aveva permesso a Luciano Moggi (e Antonio Giraudo) di controllare il calcio italiano e, soprattutto, il sistema arbitrale: perché le deposizioni dei teste e le puntigliose ricostruzioni della difesa stanno dimostrando che se c’era, questa cupola, non era poi così potente e, molto probabilmente, non esisteva del tutto. Ma ora è grande l’attesa per un colpo di scena che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario del processo: l’esistenza di intercettazioni che riguardano altri dirigenti di altri club. Telefonate di Massimo Moratti e Giacinto Facchetti a Paolo Bergamo, così come chiamate di Adriano Galliani a Pierluigi Pairetto. Intercettazioni “nuove”, perché mai trascritte dagli inquirenti e, quindi, escluse dalle informative del processo, ma scovate nella sconfinata massa di intercettazioni effettuate nel periodo delle indagini. Avvocato Prioreschi, allora non era solamente Luciano Moggi a usare il telefono. «A quanto pare no. Nell’enorme corpus di intercettazioni che abbiamo scandagliato sono emerse delle telefonate di Massimo Moratti a Paolo Bergamo e anche di Giacinto Facchetti. Così come di dirigenti di altri club. Ce n’è uno, di cui per il momento non è il caso di fare il nome, che ha chiamato i designatori arbitrali cento volte nel periodo novembre 2004-maggio 2005. E fra questi c’è anche chi dichiarava di sentire Bergamo e Pairetto solamente per gli auguri di Pasqua e Natale: cento telefonate di auguri, però, sono un po’ tante...». Anche Massimo Moratti telefonava ai designatori? «Sì, ci sono chiamate di Morattti e anche di Facchetti che potrebbero confermare la famosa cena fra Bergamo e lo stesso Facchetti avvenuta nei primi giorni di gennaio del 2005, alla vigilia di Livorno-Inter 0-2». A questo punto cosa può succedere? «La prima cosa che mi aspetto è una presa di posizione da parte di Moratti. Perché non ha mai detto di aver chiamato anche lui i designatori? Perché non ha mai parlato della cena fra Bergamo e Facchetti di cui era al corrente? La lealtà sportiva, quella dell’articolo uno del codice di giustizia sportiva include il fatto di essere trasparenti. Tutte le telefonate di Moggi ai designatori sono state considerate altrettanti “articoli 1” dalla Caf, che li ha sommati per ottenere una condanna per articolo 6, illecito sportivo. Ora mi chiedo: per Moratti non vale la stessa regola: telefonate uguale articolo uno?». Moratti cosa dovrebbe dire? «A mio parere ha un doppio dovere: morale e regolamentare. Deve ammettere quelle telefonate ai designatori e, a questo punto, restituire lo scudetto assegnatogli nel luglio del 2006. Io se fossi in lui non lo vorrei più. Quello scudetto non è stato vinto sul campo, ma è stato assegnato dalla giustizia sportiva a una squadra che, in teoria, era rimasta fuori dall’indagine. Le telefonate che abbiamo trovato fanno saltare questo presupposto ». Perché queste telefonate spuntano solo ora? Come mai gli inquirenti non le hanno mai prese in considerazione? «Effettivamente è “strano” che nessuna, dicasi nessuna, di queste chiamate sia stata trascritta dai Carabinieri. Voglio dire, sono inserite delle intercettazioni come quella della moglie di Lanese che parla con la figlia e gli racconta di aver lavato i piatti insieme alla moglie di Pairetto, ma non c’è traccia della chiamata in cui Facchetti e Bergamo si organizzano per vedersi a cena. Qualche sospetto viene, anche perché questo “fa scopa” con la vicenda dell’assistente Coppola che ha raccontato di essere andato dagli inquirenti per raccontare delle chiamate ricevute dai dirigenti interisti e si è sentito rispondere: l’Inter non ci interessa, indaghiamo sulla Juve. La sensazione è che si sia indagato a senso unico». La sensazione, alla fine di questa chiacchierata, è che tutti, o quasi tutti, i dirigenti chiamavano i designatori. Giusta? «E’ quello che sta finalmente emergendo: il “così fan tutti”. Ora, per me la situazione è questa: o è lecito chiamare i designatori (ed effettivamente non c’è nulla nel regolamento che lo vieti in modo diretto) oppure è illecito. Nel primo caso Moggi non ha commesso nessun illecito, nel secondo non lo ha commesso solamente lui, ma anche chi si è visto premiare con uno scudetto. E, a questo punto, mi aspetto ancora qualcosa». Cosa? «Che la Juventus tiri fuori la testa dalla sabbia e prenda una posizione. Alla luce di questi nuovi eventi la dirigenza o, meglio, la proprietà dovrebbero dire qualcosa, perché lo scenario sta per cambiare radicalmente». |
Del Piero: Gli scudetti? Mi auguro vengano riconosciuti Il capitano della Juve su Calciopoli: «Si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza. Quarto posto? Calendario difficile, ma possiamo farcela» TORINO, 1 aprile - Alex Del Piero non ha dubbi e manda messaggi chiari: «Gli scudetti che ci sono stati tolti? Io spero che ci vengano di nuovo riconosciuti. Noi li sentiamo nostri». Rispondendo alle domande dei tifosi su Juventus Channel, il capitano della Juve lancia poi un messaggio: «Ce la metteremo tutta per raggiungere il quarto posto. Ce la possiamo fare». IL FUTURO - Alex comincia la sua chiacchierata con i tifosi un po' in ritardo: la squadra ha festeggiato il compleanno di Zaccheroni (oggi spegne le candeline anche John Elkann). La prima domanda è: per quanto Alex continuerà a giocare? «Se la mia testa e le mie gambe me lo permetteranno, voglio continuare ad andare avanti ancora per un po' ad alti livelli. Per quanto riguarda la mia carriera porto con orgoglio l'anno di serie B. Ma stiamo aspettando il momento di sorridere ancora, speriamo sia l'anno prossimo». L'INFORTUNIO - La stagione della Juve è da dimenticare. Cosa cambierebbe Del Piero se potesse tornare indietro? «L'infortunio: mi ha portato via i tre mesi iniziali. Ti porta via tante energie e non ti permette di essere te stesso». Sul caso Balotelli solo qualche parola: «Sono in difficoltà quando devo esprimere opinioni su cose che non conosco bene. Forse non c'è molto chiarezza, è una questione delicata che va avanti da tempo». I MONDIALI - I tifosi bianconeri lo vorrebbero vedere ai Mondiali con la maglia azzurra: «La convocazione è una conseguenza di quello che uno fa nel campionato. La mia concentrazione è esclusivamente rivolta alla mia squadra. Poi le scelte dell'allenatore spero che siano le più giuste per l'Italia e spero di farne parte. Italia ancora vittoriosa? È molto difficile, deve essere tutto perfetto in quel mese e mezzo. Però l'Italia ha le potenzialità per farcela». CALCIOPOLI - Questione Calciopoli: «È una ferita ed è un argomento ampio. Effettivamente nell'ultimo mese si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza. Ma bisogna attenersi ai fatti per ora. Io però mi auguro che quegli scudetti che ci hanno tolto vengano riconosciuti a livello globale e non solo perchè li sentiamo nostri». LA STAGIONE E GLI INFORTUNI - Alla Juve non è rimasto che tentare di conquistare il quarto posto finale: «Ormai il nostro obiettivo primario è il quarto posto. Abbiamo la voglia di raggiungerlo. Non è facile, perchè non abbiamo un calendario agevole. Però abbiamo le qualità per centrarlo. Poi sarà il campo a decidere». In questa annata gli infortuni l'hanno fatta da padrone: «Gli infortuni sono parte del nostro mestiere. Ma è vero che quest'anno hanno condizionato non poco la nostra stagione. È una cosa di cui ci stiamo occupando per non ritrovarci così anche l'anno prossimo». Con o senza Champions sarà sempre un Del Piero determinato: «L'anno prossimo lo affronterò con la stessa passione e lo stesso amore per il calcio. L'impegno e l'entusiasmo saranno massimali, indipendentemente da come andrà quest'anno. Sarò carico a mille come sempre». L'UDINESE - Oggi primo aprile, una tifosa gli chiede di fare uno scherzetto all'Udinese sabato: «Lo spero anche io. Spero di riportare a casa i tre punti. Viviamo con grande delusione il momento della Juve, non ci aspettavamo a fine stagione di stare in questa situazione. Ci aspettavamo ben altre cose. Abbiamo le carte in regola per centrare il nostro obiettivo di ora». ZACCHERONI - Del Piero ha parole di grande stima per Zaccheroni: «Il suo impatto iniziale è stato molto positivo. È una persona di grande spessore e un grande allenatore. È un amante della sua professione e questo traspare da tutto quello che fa. Queste sono le cose più importanti. Il futuro? Non sono io che decido. La nostra attenzione è dedicata al presente. Al futuro ci pensa la società, magari sarà ancora con Zaccheroni...». |
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Il legale di Moggi: "Abbiamo i
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il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
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il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14