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Messaggi del 02/04/2010

chapeau direttore...

Post n°1653 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

PARLA MOGGI: "O TUTTI COLPEVOLI O TUTTI INNOCENTI"
© foto di Federico de Luca

"La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti". Lo ha detto all'ANSA Luciano Moggi commentando la diffusione delle intercettazioni tra Moratti e l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo. "Forse non si aspettavano queste novità. Invito tutti a riflettere. In molti forse non pensavano - ha detto Moggi - che vi fossero altre cose, ma i fatti parlano da soli". "Comunque aspetto sereno le valutazioni della giustizia - ha concluso Moggi - non voglio aggiungere altro. Rischierei di ripetermi e di dire cose già dette a proposito della cosiddetta Calciopoli".

 
 
 

ALL'ATTACCO...

Post n°1652 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

ALL'ATTACCO...
© foto di Federico de Luca

Insieme con l'ingegner Roberto Porta, uno dei periti nominati dal gup di Vigevano che ha prosciolto Alberto Stasi, sta trascrivendo una ad una, grazie ad un sistema informatico che "incrocia" i dati delle utenze cellulari, tutte le telefonate non inserite nel processo dagli investigatori, dai carabinieri e che serviranno alla difesa estrapolate dalle 171 mila intercettazioni.
Quella tra Bergamo a Moratti, prima della gara del 12 gennaio 2005 Bologna-Inter (1-3), è una di quelle "scoperte" cinque anni dopo Calciopoli. "Martedì - dice Prioreschi - chiederemo che vengano trascritte tutte quelle che sono state inspiegabilmente ignorate nel corso delle indagini preliminari.
Insomma in Calciopoli si sono usati due pesi e due misure".
"Nelle telefonate - spiega Prioreschi - tra altri dirigenti del calcio e designatore si parla di incontri riservati, incontri tra Moratti e dirigenti, di cene come quella dui Facchetti con Bergamo. A questo proposito non si capisce perché quella cena non è stata filmata dai carabinieri, mentre quella tra Della Valle e Bargamo è stata filmata, ascoltata, ci sono stati pedinamenti. Ma nel caso Facchetti-Bergamo, la telefonata che annunciava la cena non è stata nemmeno trascritta. Sa cosa hanno invece fatto i carabinieri a Moggi? Lo hanno pedinato e filmato anche quando era a pranzo con i suoi avvocati...".
Prioreschi parla poi della "strizzatina d'occhio" che Moratti fa ai due assistenti per complimentarsi per un fuorigioco fischiato alla Samp dopo Inter-Sampdoria (3-2 e 0 a 2 fino all' '88, del 10 gennaio 2005 arbitrata da Bettini).
''Moratti scende negli spogliatoi per incontrare la terna arbitrale - dice il legale - e questo non viene evidenziato nelle indagini dei carabinieri: se lo avesse fatto Moggi, magari strizzare un occhio, non so cosa avrebbero fatto gli inquirenti".

 
 
 

"Robe da matti"

Post n°1651 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
di Christian Rocca
L’Onest’uomo definisce "robe da matti" le notizie e le intercettazioni scovate dai legali di Moggi (e nascoste dagli investigatori) nel corso del processo di Napoli. Non sono robe da matti. Le robe da matti sono le cose fatte dalla proprietà e dalla società Juventus nel 2006, quando fece di tutto per non difendersi e per essere condannata.
Non sono stupito. Non sono nemmeno entusiasta. L’ho scritto dal giorno numero 1, di quattro anni fa, che quelle telefonate ai designatori le facevano tutti. Non importa cosa si dicessero, perché la Juve non è stata condannata sportivamente (penalmente Moggi sarà assolto) per le cose che sono state dette durante quelle telefonate non dissimili e forse anche più innocenti di quelle venute fuori allora sugli incontri segreti tra arbitri e dirigenti di altre squadre e quelle nuove di questi giorni. No, la Juve è stata condannata per violazione dell’articolo 1 del codice sportivo, quello sulla lealtà sportiva, secondo cui non è leale intrattenere rapporti con i designatori. Su questo sono d’accordo: non è leale intrattenere rapporti con i designatori. Ma non è un illecito sportivo (partite truccate), perché di per sé i rapporti conviviali non si tramutano necessariamente in favori, rigori, ruberie e quant’altro, specie se tutti si intrattengono con tutti.
Ma la Juve, ripeto, è stata condannata per sei violazioni dell’articolo 1, per violazioni del principio di lealtà sportiva che i giudici scelti uno a uno il giorno prima del processo (e dopo aver cancellato un grado di giudizio) dall’ex consigliere d’amministrazione ed ex avvocato degli indossatori di scudetti altrui hanno comicamente trasformato, in nome del sentimento popolare ("arbitro cornuto") e delle cronache miserande della Pravda rosa che si trova sui banconi dei gelati nei bar dello sport, in un illecito sportivo senza che ci fosse traccia di partite combinate, sorteggi truccati, ammonizioni mirate, passaggio di soldi eccetera.
La cosa più importante che sta accadendo a Napoli non è il numero di telefonate di Moratti e Facchetti (e di altri dirigenti) con gli arbitri, nemmeno il numero di cene e di pernottamenti a casa di un designatore, anche se qualcuno chiamava l’ex terzino "rompicoglioni" per quante volte era solito telefonare. La cosa più importante è che il processo, ignorato dai media nazionali ma trasmesso da radioradicale, sta sbriciolando la tesi della cupola moggiana e ridicolizzando l’inchiesta fondata sulle cronache del giornale di Carlo Verdelli.
Le telefonate trascritte dai legali di Moggi sono assolutamente innocenti, ma provate a leggerle sostituendo il nome "Moratti" con "Moggi" e immaginate che cosa sarebbe successo sui giornali dei poteri forti con tutti quei "io ci tenevo ad incontrarLa", "le devo fare una confidenza", "mi hanno strizzato l’occhio" (i guardalinee), "vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!". Chiacchiere da bar in questo caso, chiacchiere da bar nel caso di Moggi.
Ultima cosa, la Juventus. Proprietà e dirigenti della società che è quotata in Borsa devono difendere per statuto e interesse il patrimonio e gli azionisti. Devono chiedere la riapertura dei processi sportivi, avanzare esposti al procuratore Palazzi (che fa, dorme?), chiedere i danni (come ha fatto ieri quel gigante di Bobo Vieri).
Delle due l’una: o queste telefonate le facevano tutti, non contano niente, non costituiscono illecito sportivo – come credo io e quindi restituite gli scudetti, chiedete scusa e ringraziate il cielo che non chiediamo di annullare tutti i campionati successivi – oppure sono un reato come quello per cui la Juventus è stata condannata e, con lo stesso metro, vanno tolti i cinque scudetti agli indossatori di scudetti altrui. Tertium non datur. Se si scegliesse la seconda strada, quella giustizialista che però ora ai giustizialisti non piace, io sarò in prima fila a difendere gli indossatori di scudetti altrui, vincitori meritoriamente sul campo di quattro dei cinque ultimi campionati, per quanto falsati e sminuiti e resi "aziendali" dall’eliminazione degli avversari.

 
 
 

si muovono tutti tranne la juve...

Post n°1650 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

CALCIOPOLI: CLAMOROSA RICHIESTA DI VIERI
© foto di Federico De Luca

L'ex giocatore dell'Inter Christian Vieri ha chiesto alla Procura federale della Figc la revoca dello scudetto 2005-2006 della società nerazzurra e l'interdizione dalle cariche societarie per il presidente Massimo Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi. Questo sulla scorta degli atti dell'inchiesta penale milanese sui dossier illeciti in cui Vieri figura parte lesa per una presunta attività di spionaggio ai suoi danni.

 
 
 

farsopoli...

Post n°1649 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

L'avvocato D'Onofrio: «Riaprire il processo sportivo»

 
 
L'esperto di diritto sportivo: «Le indagini sono state condotte a senso unico: si sono cercate prove per dimostrare che Moggi e i bianconeri erano colpevoli, ignorando le altre telefonate. Ci sono dei fatti nuovi, ma solo la Juve può chiederlo alla Figc. Potrebbe riottenere gli scudetti»
TORINO, 2 aprile - Ma ora cosa succede? Le notizie, che da tre giorni tengono banco fra il popolo juventino, innescano immediatamente la domanda. Le nuove intercettazioni, che emergeranno in modo completo nella prossima udienza del processo di Napoli (il 13 aprile), come e cosa potranno cambiare nello scenario sportivo? Si può riaprire il processo che dopo tre gradi di giudizio ha sancito la retrocessione della Juventus con penalizzazione di 9 punti e la revoca di due scudetti (di cui uno riassegnato all’Inter)?

PARLA L’ESPERTO - L’avvocato Paco D’Onofrio, esperto di diritto sportivo, dice di sì. Anche se tutto dipende dalla volontà della Juventus di chiedere la revisione di quel procedimento. Secondo D’Onofrio ne avrebbe le possibilità alla luce di quanto sta emergendo da Napoli e qualcosa potrebbe ottenere. Per esempio la restituzione degli scudetti, invocata anche dal capitano bianconero Alessandro Del Piero ieri pomeriggio in diretta su Juventus Channel.

L’ARTIFICIO - Spiega D’Onofrio: «Uno dei presupposti per i quali la Juventus è stata condannata nel 2006 è stato che Luciano Moggi aveva creato un sistema per controllare gli arbitri ed era l’unico ad utilizzarlo. Un artificio per riuscire a sommare tanti articoli 1 (violazione dei principi di lealtà sportiva) e ottenere un articolo 6 (illecito sportivo), l’unico che consentiva la durezza delle sanzioni applicate dai giudici. Nell’analisi delle intercettazioni, infatti, non si riuscì mai a provare che Moggi aveva tecnicamente e direttamente alterato il risultato di una partita, ma si dimostrò che l’allora dg juventino esercitava il potere attraverso la rete da lui creata e utilizzata».


 
 
 

La storia da riscrivere..GLMDJ..

Post n°1648 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

La storia da riscrivere.

di Piloni 64


Immagine IPB

I nuovi scenari che si sono recentemente aperti a Napoli, dove si sta celebrando il processo penale per Calciopoli, suscitano numerosi interrogativi a cui si dovrà dare una risposta e stimolano molteplici ragionamenti.

Sembra accertato che nel periodo delle indagini e delle intercettazioni disposte dagli inquirenti sulla regolarità del campionato di SerieA 2004-2005 vi siano state numerose telefonate che tra Massimo Moratti e Giacinto Facchetti con Paolo Bergamo. Egualmente risulterebbero essere avvenute molte telefonate tra Adriano Galliani e gli ex designatori arbitrali. Alcune chiamate del primo dirigente milanista sarebbero avvenute, secondo le notizie dei quotidiani, la settimana precedente Milan-Juventus, partita decisiva per il titolo di campione d’Italia 2004-2005.

La prima riflessione che si impone è che queste telefonate non sono mai state trascritte dai Carabinieri che hanno effettuato le intercettazioni. Se è vero che il numero di chiamate vagliate dagli inquirenti ammonta a numerose decine di migliaia, e quindi “qualcosa può essere sfuggito” (come è stato detto dal PM dr. Narducci durante il dibattimento), appare inverosimile che alcune figure di primo piano del calcio italiano come i vertici di Inter e Milan possano essere completamente sfuggite alle attenzioni degli inquirenti. Infatti appare ora un dato acquisito che sia Moratti e Facchetti che Galliani abbiano effettuato numerose chiamate telefoniche con i Designatori.

La deduzione che viene spontanea è dunque questa: o vi è stata un’imperdonabile mancanza di professionalità e di diligenza degli investigatori, avendo loro trascurato di esaminare e considerare il comportamento - e più nello specifico il contenuto dei colloqui telefonici - delle persone che rivestivano un ruolo di pari importanza a quello di Luciano Moggi e Antonio Giraudo nel calcio italiano. Oppure, altra supposizione che viene logica desumere, è che vi sia stata la deliberata scelta di non fare emergere questi fatti, circostanze ed episodi.

La seconda considerazione che si ritiene importante evidenziare, è che il processo sportivo celebrato dalla C.A.F. e della Corte Federale del 2006 è stato istruito e vagliato in maniera sommaria ed incompleta. Gli elementi di giudizio non erano affatto idonei e sufficienti per cogliere pienamente il significato e la valenza dei comportamenti dei dirigenti bianconeri, poi sanzionati severamente, e della squadra juventina.
L’operato di Antonio Giraudo e di Luciano Moggi avrebbe dovuto essere invece messo anche in raffronto a quello dei dirigenti della altre società calcistiche. Ed ancora, è pure doveroso rimarcare che alcune società, le cui telefonate non sono state messe a disposizione degli organi della giustizia sportiva, hanno così potuto
evitare di essere giudicate per i loro comportamenti.

In particolare i giudici sportivi hanno considerato che il condizionamento psicologico degli arbitri - perpetrato attraverso frequenti telefonate di Moggi con gli allora Designatori e alcune alte cariche della F.I.G.C., la loro assiduità, il loro contenuto a volte spavaldo oppure troppo conviviale – era l’elemento sufficiente per ipotizzare un illecito sportivo, illecito che era conseguente alla reiterazione di condotte che di per sé sole avevano il minor valore della slealtà sportiva. L’illecito sportivo veniva così ad esistere poiché la Juventus beneficiava di un presunto vantaggio in classifica a priori, e questo pur senza alterare lo svolgimento o il risultato di una singola gara disputata.

Luciano Moggi ha fatto ricorso al T.A.R. contro le sanzioni comminategli dalla Giustizia sportiva. Tra i vari motivi del ricorso presentato dall’ex DG Moggi ce n’era uno in particolare, in cui l’allora Direttore bianconero lamentava la disparità di trattamento a lui riservato rispetto a quello tenuto dalla Giustizia Sportiva nei confronti di altri dirigenti che, secondo il ricorrente, avevano tenuto le sue medesime condotte. Le sanzioni definitive della Giustizia Sportiva sono infatti considerate dei provvedimenti amministrativi. Uno dei vizi di legittimità degli atti amministrativi, che può indurre al loro annullamento, consiste nell’eccesso di potere per avere trattato in maniera differente situazioni uguali.

Il Direttore Moggi ha proposto anche tale motivo di contestazione al Tribunale Amministrativo per il Lazio con il proprio ricorso. Il T.A.R. Lazio, sezione III-ter con la sentenza 19/03/2008 n. 2472 ha respinto tale motivo “per omessa indicazione dei nominativi di coloro che sarebbero stati destinatari di un diverso è più favorevole trattamento”.
Se erano mancanti le trascrizioni delle telefonate di altri tesserati che Moggi sosteneva si comportassero nel suo stesso identico modo, come poteva il Direttore juventino indicare precisamente e dettagliatamente i soggetti e i comportamenti al Tribunale Amministrativo giudicante
E, sempre sotto l’aspetto legale, é stato ritenuto che l’ingiustificato vantaggio in classifica di cui avrebbe beneficiato la Juventus (circostanza che costituisce illecito sportivo) derivava dalla promiscuità di Moggi con le figure istituzionali della F.I.G.C. e del mondo arbitrale. Ma se si fosse verificato il caso che la contiguità di cui Moggi beneficiava era pressoché identica alla medesima vicinanza che avevano altre persone di pari ruolo di società concorrenti della Juventus, come avrebbe potuto la società bianconera avere un “vantaggio in classifica a priori” sulle proprie concorrenti?

Terza valutazione.
Il sentimento popolare.
Non è un dato sociologico, ma uno dei motivi che il Prof. Mario Serio (componente della Corte Federale, presieduta dal Prof. Sandulli, che ha condannato la Juventus alla Serie B) ha esplicitamente dichiarato alla stampa essere stato una delle fonti del convincimento dei giudici della F.I.G.C. nell’emanazione del verdetto contro la Juventus.
Ma le intercettazioni divulgate alla stampa sono state trasmesse in modo parziale (non volendosi usare la parola mirata), incentrandosi esse solamente su quelle di Luciano Moggi, e senza che fossero presenti quelle di altre figure di vertice di grandi società di Serie A; quindi l’indignazione popolare non poteva che indirizzarsi solamente che contro la Juventus….

Quarta considerazione,
le omissioni della stampa.
Sono oramai anni che Paolo Bergamo ripete insistentemente, sia giornali che alle televisioni, che tutti i massimi dirigenti delle società di Serie A gli telefonavano con la stessa frequenza e con le stesse richieste, domande, lamentele e contestazioni con cui era solito contattarlo Luciano Moggi. L’inerzia e il silenzio della stampa e degli inquirenti a seguito della pubblica denuncia dell’ex designatore arbitrale si sono protratti per anni. Sono passati mesi da quando l’ex designatore arbitrale toscano ha pubblicato un libro con la sua pubblica rivelazione.
Ognuno può trarre la spiegazione che ritiene plausibile sui motivi di questa omissione, disattenzione, trascuratezza del mondo mediatico che appare illogica per chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale.

Infine non ci si può sottrarre da un’ultima valutazione, la più triste per chi scrive.
Un vecchio proverbio dice che “con i se e con i ma la storia non si fa”. Quindi non è possibile riscrivere quello che sarebbe stato l’andamento del calcio italiano se queste telefonate fossero state divulgate all’opinione pubblica nel maggio 2006, e messe a disposizione dei Giudici sportivi nel luglio dello stesso anno.
Ma si preferisce lasciare libera l’immaginazione di ogni lettore di figurare nella propria mente e fantasticare quella che sarebbe potuta essere la storia del calcio italiano se questa indagine non fosse stata condotta in modo parziale, e se i media avessero potuto (e anche voluto) fornire un quadro completo ai tifosi della scandalo Calciopoli, che adesso possiamo davvero tutti chiamare
FARSOPOLI.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=689

 
 
 

Bergamo "convoca" Moratti....

Post n°1647 pubblicato il 02 Aprile 2010 da nadir63l
 

Calciopoli e il nuovo fronte
Bergamo "convoca" Moratti



Il capitano Alex Del Piero è stato chiaro: "Mi auguro sempre che quegli scudetti della Juve vengano restituiti: negli ultimi giorni sui processi di Calciopoli sono state dette cose che fanno pensare a qualcosa di diverso sulla sentenza sportiva...". Del Piero si riferisce al maxiprocesso di Napoli dove fra le 151.000 intercettazioni sta venendo a galla che l'ex designatore Paolo Bergamo non parlava solo con Luciano Moggi ma anche con Massimo Moratti, Facchetti, Galliani, Cellino, eccetera. Paolo Bergamo giovedì sera è stato ospite dell'emittente romana T9 (trasmessa su Sky 877): durante la puntata della trasmissione "La Juve è sempre la Juve", condotta da Antonello Angelini e Massimo Zampini l'ex designatore ha ricordato come lui parlava regolarmente con Massimo Moratti, e gli aveva chiesto anche un giudizio sugli arbitri Palanca e Gabriele. "Parlavo con Moratti e Facchetti come con tutti gli altri - ci ha detto Bergamo - perché a quei tempi era consentito, niente di illecito. Lo ho sempre detto. Non c'è una mia telefonata agli arbitri dove chiedevo loro comportamenti non consentiti, niente di niente. Ora la verità con queste nuove intercettazioni sta venendo a galla: chiamerò presto a testimoniare anche Moratti al processo di Napoli. La gente comincia a capire come stavano le cose, è venuto fuori finalmente anche che il sorteggio era regolarissimo come io sostengo da anni...". Il 13 nuova udienza a Napoli. Chiude il colonnello Auricchio, poi via ai testi delle difese. Sino a giugno un'udienza dietro l'altra. Saranno chiamati tutti i big del calcio italiano, e non solo (ci sarà anche Tavaroli?). Fra i tifosi juventini c'è molto fermento: in tanti vorebbero che la società chiedesse la revisione delle sentenze sportive, essendo intervenuti fatti nuovi durante il processo napoletano. Secondo il presidente della Figc Giancarlo Abete questo è molto difficile, se non impossibile: almeno così si era espresso tempo fa. Alcuni tifosi juventini ora potrebbero intentare una causa risarcitaria nei confronti del club e dei suoi azionisti per "mala gestio", se la società non chiedesse di riavere i due scuddetti tolti per Calciopoli (e uno assegnato all'Inter). Lo stesso presidente Jean Claude Blanc, ad inizio stagione, parlava di terza stella, come se la Juve in bacheca avesse 29 titoli, e non 27. Poi le vicende sportive gli hanno consigliato il silenzio... Ma ora i fatti nuovi di Napoli riaprono una vecchia ferita, e in molti si chiedono ancora come mai la Juve non si difese in occasione dei processi sportivi.

Fulvio Bianchi

 
 
 

     

 

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