LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 03/04/2010
Disarmante pochezza
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Sanchez-Pepe-Di Natale, Juve travolta 3-0 dall'Udinese Bianconeri lenti e prevedibili, Zaccheroni confuso. È la dodicesima sconfitta in questo campionato. Il quarto posto resta lontano tre punti, ma ora l'Europa sembra un miraggio UDINE, 3 aprile - Trovare qualcosa (o qualcuno) da salvare nell'ennesina disfatta juventina oggi è più difficile che mai. La dodicesima sconfitta della Juve in questo campionato maledetto trasmette un senso di impotenza che raramente si era avvertito dalle parti di Torino. La squadra di Zaccheroni affonda 3-0 a Udine sotto i colpi di Sanchez, Pepe e Di Natale quasi senza lottare. Paradossalmente, l'unico segnale positivo viene dalla classifica: grazie alla sconfitta del Palermo e ai pareggi di Napoli e Fiorentina, i bianconeri restano a tre punti dal quarto posto (anche se la Sampdoria ha raggiunto i rosanero). IL LAMPO - Lo schieramento messo in piedi da Zaccheroni (Amauri-Del Piero coppia d'attacco, con Camoranesi e Marchisio a supporto sugli esterni) va subito in difficoltà contro il veloce tridente friulano (Pepe-Sanchez-Di Natale). È il 9', infatti, quando il bomber campano sorprende la difesa bianconera con un gran sinistro al volo che colpisce il palo. Sulla ribattuta il più svelto di tutti è Sanchez, bravo ad appoggiare in porta con Manninger fuori posizione. La reazione della Juve è timida e un po' confusa. Al 27' Del Piero impegna Handanovic su punizione dal limite. Nel finale di tempo episodio da rivedere alla moviola: in un contrasto aereo Pepe rifila una gomitata in faccia a Zebina, ma l'arbitro lascia correre. LA DISFATTA - La Juventus non cambia passo neanche nella ripresa. Lenta e prevedibile, la manovra bianconera è facilmente disinnescata dai friulani, più incisivi quando si tratta di costruire gioco. Dopo 15' di buio, Zaccheroni decide di inserire Iaquinta al posto di Del Piero. Basta un'altra distrazione difensiva, però, e l'Udinese raddoppia: Manninger salva a tu per tu con Sanchez, ma sulla respinta Pepe non perdona. Giovinco entra per Camoranesi, ma ormai c'è poco da fare. Anzi, c'è ancora il tempo per regalare a Di Natale la gioia del 3-0. Settima a sei giornate dalla fine: se la Juve ha ancora un po' di amor proprio, questo è il momento per dimostralo. |
Legali Moggi all'attacco: «Riaprire processo sportivo» «Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative» MILANO, 3 aprile - «Un dato di fatto è inequivocabile: se le intercettazioni di cui si parla oggi fossero state trasmesse all'Ufficio indagini della Federcalcio nel 2006, con ogni probabilità l'esito di quel giudizio sarebbe stato diverso quanto meno sotto la quantificazione delle sanzioni e la loro applicazione anche ad altri dirigenti e società di calcio». Così gli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Rodella, che insieme all'avvocato Paolo Trofino, difendono Luciano Moggi nel cosiddetto processo Calciopoli. LA STRATEGIA - «Prendiamo atto che la procura di Napoli definisce disinformazione la divulgazione di intercettazioni di altri dirigenti calcistici con i designatori - dice l'avvocato Prioreschi - Mi sarei aspettato che gli inquirenti avessero dichiarato di aver aperto una inchiesta per accertare come mai non una sola intercettazione che riguarda alcuni dirigenti diversi da Moggi non è stata trascritta: quando si è trattato dell'ex dg della Juventus hanno trascritto anche quella tra lui e la moglie sul panettone da portare a cena a casa di Pairetto. Noi difensori certamente sappiamo che parlare al telefono non è reato e forse è meglio che questo concetto la procura di Napoli lo chiarisca a se stessa». «Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative perchè si riconsideri il processo calcistico a Moggi - aggiunge l'avvocato Paolo Rodella - ciò che emerge delle intercettazioni, aldilà della loro rilevanza penale che sarà valutata dal Tribunale - è il fatto che altri dirigenti hanno violato, e forse più di Moggi perchè fino ad ora hanno taciuto - i principi di lealtà e onorabilità sportiva sanciti dall'articolo 1 del regolamento federale». |
La "Repubblica" del pre-Giudizio |
Intercettazioni, rispunta il Milan. Meani: «Non mandateci quei guardalinee» C'è anche Cellino. Moratti: «Sono andato dal ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo» TORINO, 3 aprile - «La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti». Lo ha detto Luciano Moggi commentando la diffusione delle intercettazioni tra Moratti e l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo. «Forse non si aspettavano queste novità. Invito tutti a riflettere. In molti forse non pensavano che vi fossero altre cose, ma i fatti parlano da soli. Comunque aspetto sereno le valutazioni della giustizia non voglio aggiungere altro. Rischierei di ripetermi e di dire cose già dette a proposito della cosiddetta Calciopoli». Di seguito i dialoghi “svelati”. Meani chiama Bergamo del 28 aprile 2005 M. Però non mandarci nè Ivaldi nè Pisacreta eh? Inventane un altro.. B. Eh no, dovrò inventarne 2, Mitro ce l’ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile. M. Non sarà facile ma a te che c...o te ne frega, Griselli lo mandi no? E’ il numero 2 hai tutte le giustificazioni del mondo.. A te cosa c... te ne frega. B. Eh bravo ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta. M. A Firenze chi hai pensato di mandarmi? B. A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena. Voi con Stagnoli come vi siete trovati? M. Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi 2 o 3 domeniche fa, può anche andar bene non so se ce l’hai in griglia come la pensi.. B. No, no è uno che sta andando bene, fa l’avvocato. M. A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene.. B. Ayroldi no eh? M. Ayroldi sì, è un po’ che non viene. B. Sei sicuro che è per lo meno 1 mese che non viene? M. Sì. B. Allora fanno + affidamento Stagnolie e Ayroldi. Bergamo e Moratti al telefono (dopo Inter-Samp del 10 gennaio del 2005, rimonta nerazzurra da 02 all’88 sino al successo per 3-2) B. Presidente Moratti sono Bergamo.. M. Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave... B. Era diventata la più difficile Inter- Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti... Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte... bravi a beccarli, come c...o fate voi a beccarli... mi hanno strizzato l’occhio... B. Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh! M. Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento... Cellino chiama Bergamo il 12 maggio 2005 B. Pronto? C. La disturbo? Sono Cellino. B. Presidente buongiorno, come va? C. Mah così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre.. B. Ci mancherebbe altro.. C. No perché quelli del Messina, io vado a giocare a Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato... B. Addirittura... no no vi metto in prima fascia allora così gli internazionali... ha fatto benissimo a chiamarmi |
Juve, Calciopoli diventa Morattopoli? Alla luce degli sviluppi a scoppio ritardato, che già si sentono riassumere in giro con l’imbarazzante appellativo di Morattopoli, il materiale per una rivisitazione del caso abbonda TORINO, 3 aprile - Lo scudetto che scotta. Lo scudetto definito «di cartone » che, a quest’ora, dovrebbe essere ormai ridotto in cenere. Fuoco e fiamme sul titolo del 20052006 che la federazione allora guidata dal commissario Guido Rossi assegnò all’Interdopo qualificato parere dei tre saggi Aigner(ex segretario dell’Uefa), Coccia e Pardolesi (esperti di diritto sportivo). Sulla base di quel verdetto - il padre di tutti i risultati a tavolino - l’Intersi fregia tuttora di quattro trionfi consecutivi, capaci di aggiornare il conteggio nerazzurro a quota 17 titoli, in attesa dell’esito della stagione corrente. Una bella accelerazione rispetto ai 17 (ancora) anni che erano passati, in precedenza, dall’ultimo scudetto pre-calciopoli conquistato dall’Inter di Trapattoni. Ma se gli ultimi tre successi della squadra di Moratti sono il frutto di una supremazia esercitata nettamente e insindacabilmente sul campo, quel titolo assegnato quattro anni fa perun editto federale si regge su un teorema che scricchiola sempre di più alla luce degli ultimi sviluppi, seppurfigli della strenua autodifesa di Moggi. E perché il parere dei tre saggi aveva fatto esplicito riferimento all’articolo numero 49 delle Noif, ovvero le norme organizzative interne federali, per giustificare «l’automatica acquisizione del titolo di campione d’Italia per la squadra che risulta prima classificata, tenuto conto delle sanzioni». Ma sempre i tre saggi avevano pure previsto l’eventualità di non assegnare il titolo permotivi di ragionevolezza e di etica sportiva. Ad esempio quando «anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi » o comunque se «le irregolarità sono state di numero e di portata tale da falsare l’intero campionato». C’è almeno un motivo per riprendere in mano quel verdetto, serenamente ma con scrupolo. Mentre l’ex Vieri lamenta il comportamento «sleale» di chi l’ha sottoposto a pedinamenti e intercettazioni; mentre Bergamo spiega come le telefonate le ricevesse, numerose, anche - anzi soprattutto - da Moratti e mentre a tempo scaduto vengono diffusi i tabulati delle stesse: alla luce di questi sviluppi a scoppio ritardato ma comunque deflagrante, che già si sentono riassumere in giro con l’imbarazzante appellativo di Morattopoli, il materiale peruna rivisitazione del caso abbonda. Perché intanto quello scudetto scotta, anzi ormai brucia. |
"Ah…. Quanto ci mancherai Maurizio..." di massimo pavan Oggi è mancato a Pavia, Maurizio Mosca. Maurizio è stato uno dei più grandi artefici del successo delle trasmissioni sportive sulle tv private. |
Il triste Moratti vuol dimenticare |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14