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Messaggi del 03/04/2010

pagelleGLMDJ....

Post n°1662 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Disarmante pochezza

Immagine IPB

le pagelle di Morrison

In attesa di scoprire se Moratti scelse Gabriele o Palanca in quel lontano 05/01/05, assistiamo all'impietosa sconfitta della New Holland in quel di Udine.
Nulla di nuovo quindi, compresa l'ennesima disarmante pochezza tecnica esibita da una squadra che da' sempre più l'impressione di non attendere altro che il "rompete le righe" per dar il via ad un probabilissimo fuggi fuggi generale. Sottolineiamo l'ennesima prestazione di un centrocampo veramente delirante per mediocrità. Concentriamoci su Napoli e of course, non parliamo degli azzurri.

PAGELLE

MANNINGER 6: Un paio di buone interventi, un mezzo miracolo su Sanchez, incolpevole sui gol.

ZEBINA 6: Il migliore della retroguardia, alcune buone iniziative sull’out, compresi una conclusione insidiosa nel primo tempo e un cross dove Amauri ha marcato visita.

LEGROTTAGLIE 5,5: Centralmente Sanchez e Di Natale sembravano correre in discesa.

CANNAVARO 5: Pronti via e un suo disimpegno in tribuna mi strappa una risata isterica. Sanchez gli chiederà la maglia probabilmente.

DE CEGLIE: 5,5: Il solito enorme impegno e i soliti cross sbilenchi.

MELO 5: Se basta chiedere scusa per tornare titolare.

SISSOKO 4,5: Impostazioni a centrocampo letteralmente da brividi.

CAMORANESI 5,5: Mauro se non ne hai voglia dillo, facciamo giocare Rossi o Yago.

MARCHISIO 5,5: Anche lui sbaglia parecchio in impostazione ma più che altro risalta lo scoramento nei suoi occhi.

DEL PIERO 5,5: 2-3 Iniziative. Accerchiato e chiuso quasi sempre, ma perlomeno sa stoppare la palla.

AMAURI 4,5: Glielo compro io un biglietto per la prossima crociera, solo andata...

IAQUINTA 5,5: Anche un colpo di testa fuori da 3 metri. La nostra migliore occasione...(!)

GIOVINCO SV

ZACCHERONI 5: Come si può proporre ancora questa linea mediana e lasciare Candreva fuori. Piu' bravo a difendere i nostri scudetti che a schierare la squadra.

In conclusione signori: -6 alla fine. Teniamo duro.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=692

 

 
 
 

baratro senza fine.....vergogna...

Post n°1661 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Sanchez-Pepe-Di Natale, Juve travolta 3-0 dall'Udinese

 
Bianconeri lenti e prevedibili, Zaccheroni confuso. È la dodicesima sconfitta in questo campionato. Il quarto posto resta lontano tre punti, ma ora l'Europa sembra un miraggio
UDINE, 3 aprile - Trovare qualcosa (o qualcuno) da salvare nell'ennesina disfatta juventina oggi è più difficile che mai. La dodicesima sconfitta della Juve in questo campionato maledetto trasmette un senso di impotenza che raramente si era avvertito dalle parti di Torino. La squadra di Zaccheroni affonda 3-0 a Udine sotto i colpi di Sanchez, Pepe e Di Natale quasi senza lottare. Paradossalmente, l'unico segnale positivo viene dalla classifica: grazie alla sconfitta del Palermo e ai pareggi di Napoli e Fiorentina, i bianconeri restano a tre punti dal quarto posto (anche se la Sampdoria ha raggiunto i rosanero).

IL LAMPO - Lo schieramento messo in piedi da Zaccheroni (Amauri-Del Piero coppia d'attacco, con Camoranesi e Marchisio a supporto sugli esterni) va subito in difficoltà contro il veloce tridente friulano (Pepe-Sanchez-Di Natale). È il 9', infatti, quando il bomber campano sorprende la difesa bianconera con un gran sinistro al volo che colpisce il palo. Sulla ribattuta il più svelto di tutti è Sanchez, bravo ad appoggiare in porta con Manninger fuori posizione. La reazione della Juve è timida e un po' confusa. Al 27' Del Piero impegna Handanovic su punizione dal limite. Nel finale di tempo episodio da rivedere alla moviola: in un contrasto aereo Pepe rifila una gomitata in faccia a Zebina, ma l'arbitro lascia correre.

LA DISFATTA - La Juventus non cambia passo neanche nella ripresa. Lenta e prevedibile, la manovra bianconera è facilmente disinnescata dai friulani, più incisivi quando si tratta di costruire gioco. Dopo 15' di buio, Zaccheroni decide di inserire Iaquinta al posto di Del Piero. Basta un'altra distrazione difensiva, però, e l'Udinese raddoppia: Manninger salva a tu per tu con Sanchez, ma sulla respinta Pepe non perdona. Giovinco entra per Camoranesi, ma ormai c'è poco da fare. Anzi, c'è ancora il tempo per regalare a Di Natale la gioia del 3-0. Settima a sei giornate dalla fine: se la Juve ha ancora un po' di amor proprio, questo è il momento per dimostralo.
 
 
 

Legali Moggi all'attacco: «Riaprire processo sportivo»

Post n°1660 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Legali Moggi all'attacco: «Riaprire processo sportivo»

 
«Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative»
MILANO, 3 aprile - «Un dato di fatto è inequivocabile: se le intercettazioni di cui si parla oggi fossero state trasmesse all'Ufficio indagini della Federcalcio nel 2006, con ogni probabilità l'esito di quel giudizio sarebbe stato diverso quanto meno sotto la quantificazione delle sanzioni e la loro applicazione anche ad altri dirigenti e società di calcio». Così gli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Rodella, che insieme all'avvocato Paolo Trofino, difendono Luciano Moggi nel cosiddetto processo Calciopoli.

LA STRATEGIA - «Prendiamo atto che la procura di Napoli definisce disinformazione la divulgazione di intercettazioni di altri dirigenti calcistici con i designatori - dice l'avvocato Prioreschi - Mi sarei aspettato che gli inquirenti avessero dichiarato di aver aperto una inchiesta per accertare come mai non una sola intercettazione che riguarda alcuni dirigenti diversi da Moggi non è stata trascritta: quando si è trattato dell'ex dg della Juventus hanno trascritto anche quella tra lui e la moglie sul panettone da portare a cena a casa di Pairetto. Noi difensori certamente sappiamo che parlare al telefono non è reato e forse è meglio che questo concetto la procura di Napoli lo chiarisca a se stessa». «Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative perchè si riconsideri il processo calcistico a Moggi - aggiunge l'avvocato Paolo Rodella - ciò che emerge delle intercettazioni, aldilà della loro rilevanza penale che sarà valutata dal Tribunale - è il fatto che altri dirigenti hanno violato, e forse più di Moggi perchè fino ad ora hanno taciuto - i principi di lealtà e onorabilità sportiva sanciti dall'articolo 1 del regolamento federale».

 
 
 

effusioni sexi,,,,,,

Post n°1659 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Bergamo-Galliani del 28 aprile

Bergamo:" Mi faccia sentire un pò del suo calore in questo momento perchè..
Galliani:"Assolutamente..
Bergamo:"Sono solo, non solo, meno che solo..
Galliani:" Ma no, no ci sono io ..

 
 
 

La "Repubblica" del pre-Giudizio..GLMDJ..

Post n°1658 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

La "Repubblica" del pre-Giudizio

Immagine IPB

Nel giornalismo si usa dire che la notizia vera c’è "non quando il cane morde il padrone", ma piuttosto "nel caso del padrone che morde il cane".
Gli opinionisti sportivi del quotidiano la Repubblica, dall’alto della rispettabilità della testata su cui si vantano di scrivere, sembrano volere ignorare uno dei principio basilari del giornalismo; ma pure insistono nel fornire un’informazione parziale e distorta.
Notizia recente è che Massimo Moratti, Giacinto Facchetti e Adriano Galliani erano soliti avere colloqui telefonici con l’ex Designatore arbitrale Paolo Bergamo. La rivelazione proviene dall’avvocato Prioreschi, del collegio difensivo di Luciano Moggi.
L’intero scandalo Calciopoli è stato basato sulla pubblicazione (che è avvenuta in maniera illegittima) di alcune telefonate tra Luciano Moggi (ma non solo) e gli ex Designatori Bergamo e Pairetto; nonché su molte altre intercettazioni che concernevano colloqui tra personaggi del mondo calcistico, federale e arbitrale e di alcune società.
A questo chiacchiericcio telefonico (la cui valenza penale deve ancora essere dimostrata, visto che esiste il principio costituzionale di non colpevolezza)
sembravano essere estranei altri importanti personaggi del mondo del calcio italiano .
Infatti l’Italia intera era sta rassicurata nientemeno che dal dr. Giuseppe Narducci, PM dell’inchiesta su Calciopoli, il quale il 27 ottobre 2008 (come riporta l’ANSA) nel corso della prima udienza , davanti al G.U.P. Eduardo De Gregorio, del processo per 11 imputati di Calciopoli col rito abbreviato, il quale aveva dichiarato Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo.” E pure " Nelle migliaia di intercettazioni, ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr), perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio''. Mettendo da parte il simpatico Campedelli e lo scomparso ex presidente romanista, dobbiamo constatare che il dr. Narducci ha detto in un dibattimento di processo penale una cosa che non corrisponde al vero. E questa circostanza potrebbe innanzitutto offrire uno spunto ai giornalisti di Repubblica.

Maurizio Crosetti, in suo articolo apparso su Repubblica il 02 aprile, scrive invece che “calciopoli non è un 'invenzione mediatica”. Il Gruppo Editoriale L’Espresso, proprietario di Repubblica, ha pubblicato un libro di grande successo intitolato “IL LIBRO NERO DEL CALCIO - 2006 - Tutte le intercettazioni, telefonata per telefonata”. Tale libro ha contribuito non poco a provocare grande indignazione nell’opinione pubblica, se non altro perché nel titolo si accomunava, con un’assonanza di cattivo gusto, il mondo del calcio a quello delle dittature che hanno sterminato decine di milioni di persone.
Anziché rallegrarsi per l’opportunità di poter pubblicare un appendice di aggiornamento alla precedente edizione, contenente le numerose telefonate che i Carabinieri comandati dal Ten Col. Auricchio e la Procura di Napoli non hanno mai ascoltato, e che ora i difensori di Luciano Moggi stanno per esibire nel dibattimento in corso, (riguardanti appunti altri nuovi importanti personaggi deondo del calcio finora estranei allo scandalo) Crosetti inspiegabilmente appare indignato. La circostanza appare di difficile comprensione.

Maurizio Crosetti prosegue il suo articolo affermando che “non è giusto fingere di dimenticare l'enorme massa di fango e pattume emersi dall'inchiesta”. Gli italiani hanno visto il fango nella tragica vicenda di Sarno, e il pattume lo ha testimoniato il mondo intero mentre seppelliva la splendida città di Napoli. In molti, tra quelli che hanno letto o sentito DAVVERO le trascrizioni delle intercettazioni di Calciopoli, il fango e pattume di cui scrive il giornalista non lo vedono proprio.

Poi il noto giornalista prosegue scrivendo che Fino a prova contraria (se esiste esibitela), Calciopoli resta la pagina più nera e vergognosa nella storia del calcio italiano anche più dello scandalo scommesse”. E qui, si può notare come l’opinionista dispensi una sua personale classifica non ufficiale e non riconosciuta; inoltre pare doveroso ricordare che le sentenze della giustizia sportive di Calciopoli potrebbero ancora essere revocate e le sentenze penali definitive non sono state ancora emesse. Vi è solamente una sentenza di primo grado basata su un rito abbreviato che ha visto condannati solo 4 degli imputati, mentre altri 7 di loro sono stati assolti (mica un gran risultato per la Pubblica accusa…).

Il giornalista di Repubblica ammonisce infine noi tifosi juventini che prima di chiedere indietro gli scudetti occorre forse rispettare il lavoro dei tribunali”.
Su questo Sito Maurizio Crosetti avrà notato come si rispetti il lavoro del Tribunale al punto tale da trascrivere riga per riga il contenuto del dibattimento del processo di Calciopoli. Certamente anche Crosetti rispetterà - come tutti - il lavoro dei Tribunali, ma non potrà non convenire che il processo di Napoli su Calciopoli, seppur rispettabile, ora non interessi particolarmente il mondo mediatico, che ha preferito dare ampio risalto solamente alla fase dell’indagine…
Quello che è doveroso respingere sono le successive affermazioni del giornalista, secondo il quale Calciopoli:
ha rivelato una rete di collegamenti delinquenziali che ruotano attorno al controllo e alla designazione di alcuni arbitri” E ancora “le designazioni pilotate, le schede telefoniche,le moviole televisive truccate , insomma la CUPOLA”.
Sembra che in questo passaggio sia invece lo stesso Crosetti a non rispettare “il lavoro del Tribunale”, anzi quello di un Corte di Appello. Per essere precisi quella di Roma, che ha già sentenziato nel 2007 (!) che il sorteggio arbitrale non era truccato, condannando un giornalista (Gianfranco Teotino) per diffamazione, avendo egli sostenuto la sola tesi della manipolabilità del sorteggio arbitrale.

Forse non ci sarà eleganza nell’insistere sugli scudetti finti come afferma Crosetti. Infatti un giornalista di grande popolarità e successo urlò in televisione nel maggio 2006, in una nota trasmissione calcistica: “91 punti! 91 punti, teste di (…)”, e fece poi seguire a tale lapidaria dichiarazione un’affermazione offensiva, irriguardosa, irripetibile e da censurare.
Chi scrive si limita solamente ed esclusivamente a ribadirle:
“91 PUNTI! 91 PUNTI!”

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=691

 
 
 

nessuno se ne stava zitto....

Post n°1657 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

 

Intercettazioni, rispunta il Milan. Meani: «Non mandateci quei guardalinee»
 
C'è anche Cellino. Moratti: «Sono andato dal ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo»
TORINO, 3 aprile -  «La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti». Lo ha detto Luciano Moggi commentan­do la diffusione delle intercettazioni tra Moratti e l’ex designatore arbi­trale Paolo Bergamo. «Forse non si aspettavano queste novità. Invito tutti a riflettere. In molti forse non pensavano che vi fossero altre cose, ma i fatti parlano da soli. Comunque aspetto sereno le valutazioni della giustizia non voglio aggiungere al­tro. Rischierei di ripetermi e di dire cose già dette a proposito della co­siddetta Calciopoli». Di seguito i dia­loghi “svelati”.

Meani chiama Bergamo del 28 aprile 2005
M. Però non mandarci nè Ivaldi nè Pisacreta eh? Inventane un altro..
B. Eh no, dovrò inventarne 2, Mitro ce l’ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà faci­le.
M. Non sarà facile ma a te che c...o te ne frega, Griselli lo mandi no? E’ il numero 2 hai tutte le giustificazioni del mondo.. A te cosa c... te ne frega.
B. Eh bravo ma ora... ecco fammi fa­re un passo alla volta.
M. A Firenze chi hai pensato di man­darmi?
B. A Firenze ancora non ho guarda­to, mi ci metto dopo cena. Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
M. Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è anda­to bene anche Ambrosino, è venuto da noi 2 o 3 domeniche fa, può anche andar bene non so se ce l’hai in gri­glia come la pensi..
B. No, no è uno che sta andando be­ne, fa l’avvocato.
M. A me Stagnoli e Ambrosino van­no bene..
B. Ayroldi no eh?
M. Ayroldi sì, è un po’ che non viene.
B. Sei sicuro che è per lo meno 1 me­se che non viene?
M. Sì.
B. Allora fanno + affidamento Sta­gnolie e Ayroldi.
Bergamo e Moratti al telefono (do­po Inter-Samp del 10 gennaio del 2005, rimonta nerazzurra da 0­2 all’88 sino al successo per 3-2)
B. Presidente Moratti sono Berga­mo..
M. Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Ber­tini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave...
B. Era diventata la più difficile In­ter- Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti...
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte... bravi a beccarli, come c...o fate voi a beccarli... mi hanno strizzato l’occhio...
B. Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
M. Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissi­mo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...

Cellino chiama Bergamo il 12 mag­gio 2005
B. Pronto?
C. La disturbo? Sono Cellino.
B. Presidente buongiorno, come va?
C. Mah così, niente mi sono permes­so di chiamarla se è lecito sempre..
B. Ci mancherebbe altro..
C. No perché quelli del Messina, io vado a giocare a Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò nien­te, di aver un arbitro... Sarà una par­tita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
B. Addirittura... no no vi metto in prima fascia allora così gli interna­zionali... ha fatto benissimo a chia­marmi
 
 
 

dovete amdare in c......

Post n°1656 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Juve, Calciopoli diventa Morattopoli?

 
Alla luce degli sviluppi a scoppio ritardato, che già si sentono riassumere in giro con l’imbarazzante appellativo di Morattopoli, il materiale per una rivisitazione del caso abbonda
TORINO, 3 aprile - Lo scudetto che scotta. Lo scudetto definito «di car­tone » che, a quest’ora, dovrebbe essere ormai ri­dotto in cenere. Fuoco e fiamme sul titolo del 2005­2006 che la federazione allora guidata dal commissa­rio Guido Rossi assegnò all’Interdopo qualificato pa­rere dei tre saggi Aigner(ex segretario dell’Uefa), Coc­cia e Pardolesi (esperti di diritto sportivo). Sulla base di quel verdetto - il padre di tutti i risultati a tavolino - l’Intersi fregia tuttora di quattro trionfi consecutivi, capaci di aggiornare il conteggio nerazzurro a quota 17 titoli, in attesa dell’esito della stagione corrente. Una bella accelerazione rispetto ai 17 (ancora) anni che erano passati, in precedenza, dall’ultimo scudet­to pre-calciopoli conquistato dall’Inter di Trapattoni. Ma se gli ultimi tre successi della squadra di Moratti sono il frutto di una supremazia esercitata nettamen­te e insindacabilmente sul campo, quel titolo assegna­to quattro anni fa perun editto federale si regge su un teorema che scricchiola sempre di più alla luce degli ultimi sviluppi, seppurfigli della strenua autodifesa di Moggi. E perché il parere dei tre saggi aveva fatto esplicito riferimento all’articolo numero 49 delle Noif, ovvero le norme organizzative interne federali, per giustificare «l’automatica acquisizione del titolo di campione d’Italia per la squadra che risulta prima classificata, tenuto conto delle sanzioni». Ma sempre i tre saggi avevano pure previsto l’eventualità di non assegnare il titolo permotivi di ragionevolezza e di eti­ca sportiva. Ad esempio quando «anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpi­di » o comunque se «le irregolarità sono state di nume­ro e di portata tale da falsare l’intero campionato».
C’è almeno un motivo per riprendere in mano quel verdetto, serenamente ma con scrupolo. Mentre l’ex Vieri lamenta il comportamento «sleale» di chi l’ha sottoposto a pedinamenti e intercettazioni; mentre Bergamo spiega come le telefonate le ricevesse, nume­rose, anche - anzi soprattutto - da Moratti e mentre a tempo scaduto vengono diffusi i tabulati delle stesse: alla luce di questi sviluppi a scoppio ritardato ma co­munque deflagrante, che già si sentono riassumere in giro con l’imbarazzante appellativo di Morattopoli, il materiale peruna rivisitazione del caso abbonda. Per­ché intanto quello scudetto scotta, anzi ormai brucia.

 
 
 

addio maurizio rip...

Post n°1655 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

"Ah…. Quanto ci mancherai Maurizio..."
di massimo pavan

Oggi è mancato a Pavia, Maurizio Mosca. Maurizio è stato uno dei più grandi artefici del successo delle trasmissioni sportive sulle tv private.
La sua carriera si è sviluppata prima al quotidiano La Notte per poi passare alla Gazzetta dello sport, dove è rimasto per
Vent’anni.
Successivamente, ha diretto il periodico calcistico Supergol ed è poi passato alla tv sulle reti Mediaset e regionali.
La fine degli anni Ottanta, lo vedono protagonista a Calciomania con Cesare Cadeo e Paola Perego, allora moglie di Andrea Carnevale.
Sulle reti Mediaset è impossibile non ricordare la presenza a Guida al Campionato e il celebre Pendolino.
Infine la sua trasmissione L'appello del martedì, trasmissione durante la quale Mosca andava in scena vestito con toga e copricapo da magistrato, “celebri alcuni suoi siparietti con Herrera e Zeffirelli”.
In molti ricordano i suoi siparietti divertenti al Processo di Biscardi, e le sue trasmissioni sulle reti private. Per chi avesse avuto la fortuna di incontrarlo personalmente non si può non sottolineare come fosse una persona gentilissima e disponibile. Era espressione del calcio divertente e amante dello spettacolo e dei giocatori che lo creavano. Famose le sue campagne per il bel gioco, per i giocatori di classe. Ci mancheranno le sue battute divertenti, il suo stemperare le tensioni e i suoi interventi che portavano allegria.
Le sue invenzioni e sceneggiate, saranno ricordate a lungo, quel “ah come gioca del Piero….” sarà per sempre “ah come ci mancherai Mauruzio…”

Ciao Maurizio….

 
 
 

Il triste Moratti vuol dimenticare....

Post n°1654 pubblicato il 03 Aprile 2010 da nadir63l
 

Il triste Moratti vuol dimenticare

di marcolanc


Immagine IPB

Povera Inter! Poveri tifosi nerazzurri! Povero Moratti! La gioia più bella ottenuta dal 2006 ad oggi, quella di intravvedere un buon risultato in Europa, è offuscata da qualche cialtrone che si permette di gettare ombre sulla loro manifesta onestà.
Fortunatamente per lui e per i suoi adepti, il presidentissimo è sicuro di sé anche in questo caso e non si scompone: «Ma che vadano pure a sbobinare tutto quello che vogliono, non c’è alcun problema». Perfetto: allora, se non c’è nessun problema, ci permettiamo di “sbobinare” (ma qualcuno dei suoi collaboratori gli spieghi che le bobine non si usano più da quando la sua Inter vinse l’ultimo scudetto regolarmente, negli anni ’80!, ndr.).
Conoscendo la fama vendicativa del patron nerazzurro, sorprende che qualche giornalista abbia trovato il coraggio di porgli domande tanto scomode. Un conto è chiedergli di Balotelli, tutt’altro è fargli presente una situazione del genere! E infatti, nonostante l’apparente tranquillità, qualche segno di nervosismo traspare: «Che tristezza, forse non si rendono conto di quello che è successo veramente». Già, che tristezza! È la stessa cosa che diciamo noi da quattro anni: è una vera tristezza vedere come l’Inter, e ancora di più chi gli ha tenuto il banco, abbiano ridotto il nostro campionato! Tornano in mente le parole di Paolo Bergamo, che quando era designatore arbitrale confidava ai suoi collaboratori il suo vero cruccio: l’Inter non vinceva mai! Evidentemente l’ex-arbitro sapeva bene che qualcuno avrebbe pagato dazio, prima o poi. E del resto non era l’unico a preoccuparsi che la squadra che spendeva di più in Italia (e forse non solo in Italia) non raccogliesse mai alcuna soddisfazione. Ma era anche difficile portare alla vittoria una formazione capace di perdere uno scudetto all’ultima giornata, in uno stadio in cui anche i tifosi (e parte dei giocatori) avversari speravano che fossero loro ad aggiudicarselo, piuttosto che l’odiata Juve! Era difficile che ad aggiudicarsi uno scudetto fosse un club che spacciava per fenomeni giocatori del calibro di Vampeta, Farinos e Brechet! Era addirittura impossibile, se la principale avversaria poteva contare su una dirigenza di livello mondiale, sull’allenatore che più aveva vinto tra quelli in attività e su una formazione che vedeva tra le sue fila gente come Buffon (il migliore portiere del mondo), Cannavaro (che di lì a poco avrebbe alzato il pallone d’oro), Nedved (che il pallone d’oro già l’aveva alzato), Ibrahimovic (tanto forte da vincere, praticamente da solo, i campionati-farsa successivi al 2006) e Del Piero (recordman di reti segnate, nonché fuoriclasse capace di vincere tutto).
Il problema, caro (ma mica poi tanto) Moratti, è che noi ci rendiamo conto molto bene di quanto è successo veramente! Ci rendiamo conto che avete fornito ad un vostro giocatore un passaporto falso e grazie a quel reato, che voi stessi avete ammesso, l’avete schierato per un campionato intero, senza che nessuno ve ne chiedesse conto. Ci rendiamo conto che avete spiato i vostri avversari e i vostri stessi tesserati, realizzando veri e propri dossier: roba che normalmente si vede nei film sulla Germania Est degli anni ’70 e che mai ci saremmo sognati di scoprire fosse accaduta in Italia! Ci rendiamo conto che avevate una spia (già, perché quei personaggi si chiamano così…) tra gli arbitri, che vi forniva sistematicamente informazioni sui suoi ignari colleghi. E ci rendiamo conto che per quattro anni ci sono state celate le vostre conversazioni telefoniche con i designatori. Ma non lo scopriamo oggi: non avevamo dubbi che anche voi, come tutti gli altri, telefonaste a Bergamo e Pairetto. L’unico pezzo mancante di questo orrendo mosaico era chi avesse nascosto tutto quel materiale investigativo. Ora sappiamo anche quello.
Occorre però una precisazione. Noi, al contrario degli interisti, non abbiamo mai indossato una veste bianca e non abbiamo mai scagliato pietre agli altri, soprattutto quando si comportavano in maniera lecita. Inoltre, noi tendiamo ad essere coerenti, quando prendiamo una posizione. Nel 2006 sapevamo, e provavamo anche a spiegare a chi non sapeva o fingeva di non sapere, che parlare o incontrare i designatori era consentito. Non cambieremo la nostra linea ora che è palese che anche il proprietario ed il presidente interista alzavano spesso la cornetta per conversare con loro. L’unico problema è che, proprio in quanto coerenti, ci chiediamo una cosa. Se la Juve è finita in B perché ci dissero che era l’unica a telefonare, se Moggi e Giraudo sono stati squalificati per cinque anni (mentre molti chiedevano addirittura la radiazione) in quanto capi di un sistema e se all’Inter è stato assegnato lo “scudetto dell’onestà” perché fu dipinta come l’unica a non colloquiare mai con i designatori, ora cosa dobbiamo aspettarci? Se per la giustizia sportiva l’attività della Juve meritò una pena tanto importante, si deve partire da un punto fermo: anche l’Inter merita la stessa punizione. Ma c’è di più: l’Inter ha tratto vantaggio dalla punizione inflitta alla Juve per questi quattro anni, vincendo scudetti e giocando partite di Champions League alle quali evidentemente non avrebbe dovuto partecipare. E allora, come la mettiamo? Noi siamo sempre stati dell’idea che quella sportiva, nei confronti della Juve, fu tutto tranne che “giustizia”. Ma, visto che giochiamo nello stesso campionato e con le stesse regole, a questo punto ci aspettiamo parità di trattamento!
Tornando alle dichiarazioni di Moratti, non sorprende la consueta arroganza di chi è abituato a rivestire contemporaneamente i ruoli di accusatore, difensore e giudice: «So come ci siamo sempre comportati noi dell’Inter e ho letto come invece si comportavano gli altri. È tutto lì. La differenza è evidente, è emersa negli anni scorsi e non c’è altro da aggiungere». Purtroppo per il presidente nerazzurro, da aggiungere ce n’è eccome: anche noi sappiamo come si è comportata l’Inter e non siamo abituati ad accontentarci delle dichiarazioni della parte in causa, soprattutto quando ci sono fatti evidenti che dimostrano l’esatto opposto. Moratti continua a giocare come fanno i bambini: “Facciamo che io sono l’onesto e voi i cattivi?”. Ma noi l’età per certi giochi l’abbiamo passata da un pezzo. E abbiamo anche perso da molto tempo la pazienza per sopportare le manie di un personaggio più somigliante ad un bimbo viziato che ad un imprenditore di successo, veste nella quale ama calarsi il guru del popolo nerazzurro.
Il proprietario dell’Inter vorrebbe dimenticare quanto accaduto nel 2006 e concentrarsi sullo stato attuale delle cose. Ma gli va ricordata una frase di Benjamin Franklin: “I creditori hanno più memoria dei debitori”. E allora avvertiamo subito lui, e chi addirittura all’interno della stessa Juve vorrebbe calare un velo d’oblio su quella losca vicenda, che noi non dimenticheremo mai, non ci piegheremo mai e non ci fermeremo mai. Mettetevi tutti il cuore in pace.

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