LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 06/04/2010
ECCO UNA DELLE PRIME INTERCETTAZIONI CHE I LEGALI DI MOGGI RIPORTERANNO MARTEDI 13 APRILE AL PROCESSO DI NAPOLI 10 APRILE 2005 ORE 15.46, DURATA CONVERSAZIONE 7.28 TRA L'EX ARBITRO PASQUALE RODOMONTI E L'ADDETTO AGLI ARBITRI DEL MILAN LEONARDO MEANI: Rodomonti: Grande!! Meani: Ohee!! Allora? Rodomonti: Tutto a posto, no? Meani: "Tutto a posto! Non sei contento? T'ho fatto anche prendere 7 da Cecere che t'ha scritto anche che sei preparato atleticamente, c...o Rodomonti: risata... Meani: Puttana vacca, grande prestazione atletica... che roba! Rodomonti: Quindi... Rodomonti: Io ho letto solo la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport, gli altri non l'ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo, no? Meani: Perchè anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore...ma è ad un metro ed è pure girato...ma sono quelle polemiche stupide solite perchè c'è di mezzo il Milan...e allora... Rodomonti: tutto a posto Meani: Tutto a posto... tutto a posto.. ohee comunque guarda che mi ha telefonato il mio Presidente che ti dà l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto in Svizzera dei capelli. |
© foto di Image Photo Agency In relazione alle ultime vicende legate a Calciopoli, il Procuratore federale, Stefano Palazzi ha deciso di aprire un fascicolo. Lo comunica la Federcalcio. Si aspetterà però l'esito dell'udienza del processo penale di Napoli, in programma il prossimo 13 aprile, per chiedere di acquisire eventuali nuovi atti |
di Mason “Solo i fanatici e le mummie non ondeggiano mai”, diceva il grande Indro Montanelli, intendendo con queste parole che non sottoporre mai le proprie idee a possibili revisioni, sempre ed a prescindere per partito preso, non è un atteggiamento probo. Immagino che oggi il compianto giornalista e storico toscano ripeterebbe le stesse parole a Marco Travaglio, quel Travaglio che tanti anni fa scrisse anche per lui allora direttore de “il Giornale”, un quotidiano che ai tempi era un tantinello diverso da quello che oggi si trova nelle edicole. Già, perché la penna oggi principalmente attiva per il Fatto Quotidiano ha in realtà sovente modificato le proprie ispirazioni al servizio del datore di lavoro (prima di schierarsi a sinistra scrisse appunto per Montanelli e prima ancora per tirature di ispirazione cattolica), ma quando si mette un’idea in testa, mica si sogna di modificarla: e questo qualsiasi cosa accada, come ben recita il titolo del suo pezzo su FQ del 4 aprile “Moratti al telefono non cambia nulla”, dove non cambia nulla è naturalmente riferito al tema farsopoli. L’affermazione è palesemente falsa, e la ragione è semplice: la Juventus ed i suoi dirigenti non sono stati condannati per alterazione di singoli risultati, ma semplicemente perché si è vista nella reiterata serie di contatti telefonici con i designatori arbitrali una sorta di associazione a delinquere, una longa manus sul campionato. Ma l’ipotesi traeva rafforzamento dal fatto che tali contatti fossero esclusività di Moggi e non avvenissero anche tra i designatori stessi e i rappresentanti di altre squadre. Ma se oggi finalmente scopriamo (si fa per dire, noi lo diciamo da tempo!) che tutti mantenevano questi contatti, come diavolo resta in piedi l’accusa a suo tempo formulata? Travaglio non si cura di questo particolare e insiste su argomenti triti e ritriti, non disdegnando di infilare qua e là qualche vera e propria balla o semplicemente, da par suo, riportando solo una parte dei fatti (quella a sostegno della sua tesi) ed evitando accuratamente di completarla con ciò che non si presta al suo fine. Così ecco che per Travaglio Moggi “concordava con Bergamo le designazioni arbitrali” delle partite della Juventus e delle sue concorrenti (falsissimo, e tutto ciò con sentenza già passata in giudicato, chieda a Teotino). Ecco che Moggi “controlla capillarmente uno stuolo di giornalisti sportivi, della carta stampata e della tv” (chi controllasse della carta stampata non è molto chiaro, visto che non si fanno nomi, quanto alle tv abbiamo in questi anni scoperto che in realtà l’informazione sulle tv di stato era talmente juventina da denominare “m**de” le foto con i dirigenti juventini, le reti mediaset non pullulano certo di juventini, e al limite l’unico amico di Moggi era il moviolista Baldas per conto del processo di Biscardi, ovvero lo scarto degli scarti dell’audience televisiva…ammazza che potere!). Ecco che c’è persino un accenno al fatto che “chi sbaglia contro la juventus viene attaccato dai giornalisti moggiani e poi punito dagli organi federali”, dove la penna del FQ resta ambiguamente sospesa da non permettere di comprendere se si stia riferendo ai moviolisti televisivi (ma non mi pare vengano puniti dagli organi federali) oppure agli arbitri. E se fosse quest’ultimo caso, saremmo di fronte ad un’altra colossale balla, come recentemente ricordato nel processo di Napoli: chi sbagliò a favore della Juventus in un match contro la Roma fu fermato per molte partite, mentre Paparesta che penalizzò fortemente la Juventus in un Reggina-Juventus la domenica successiva già arbitrava in serie B, e sette giorni dopo ricalcava i campi di serie A. Ecco poi che Travaglio trova il coraggio di riproporre nuovamente il discorso Paparesta chiuso negli spogliatoi (che pizza!) ed infine ripropone (tagliata ad arte come nei migliori lavori di taglia e cucito eseguiti dal giornalista in questi anni) la telefonata delle griglie Moggi-Bergamo. Dal 4 maggio 2006 al 4 aprile 2010: in quasi 4 anni da un suo pezzo su Repubblica (“Sistemiamo la segretaria se no scoppia il bubbone”), il giornalista totem della sinistra non cambia opinione. Di più: non cambia neppure terminologie, denotando una limitata fantasia e arrivando in alcuni punti a scopiazzare pedissequamente sé stesso (si chiederà i diritti per il copyright o è Repubblica che potrebbe richiederlo a Il Fatto Quotidiano?). Così le stesse locuzioni ad effetto proposte il 4 aprile 2006 su Repubblica le ritroviamo due giorni fa sul Fatto Quotidiano. Moggi? Nel 2006 era il “mattatore indiscusso”, oggi il “mattatore assoluto”. La situazione è precipitata, viene da pensare: il fatto che fosse indiscusso non era una garanzia, mentre il termine “assoluto” ha una portata insindacabile e non relativa, o sbaglio? Oggi scrive di “controllo militare sui designatori”, nel 2006 scriveva di “controllo militare sui designatori”. Al plagio! Non avevo capito poi che diavolo volesse intendere “militare” all’epoca, figuriamoci oggi! Ma andiamo avanti, marsch! “Ci sono i dirigenti delle istituzioni, FIGC e Uefa”, scriveva ai tempi, mentre oggi “ci sono le istituzioni, Figc e Uefa”. Mi sembra giusto: prima c’erano solo i dirigenti, oggi si è trasferita in blocco tutta l’istituzione, con tanto di sedi, libri contabili e codici etici. Io starei attento, prima che Moggi tarocchi i libri contabili, come aveva fatto con la Juve no? Ah già che è stato assolto… va beh, passiamo oltre, forse ci metterà i militari di guardia. “Ci sono addirittura le riunioni in casa Giraudo” scrive oggi, mentre nel 2006 “c’è addirittura una riunione in casa di Giraudo”. Il rafforzativo per adescare il lettore, “addirittura”, non è cambiato, mentre in 4 anni evidentemente le riunioni si sono moltiplicate: nel 2006 ce n’era una, oggi ci sono le riunioni. Poiché dal 2006 sono tutti interdetti, qualcuno avvisi Moggi, Giraudo e Bergamo che le loro riunioni sono buone giusto per mangiare il cappone e farci una partitina di strip-poker. Magari con le interpreti che quel gran boss di Lucianone aveva contattato per una partita internazionale del Torino, come avrà fatto Travaglio a dimenticarsene? Magari se l’è riservato per un’altra volta. Adesso vado a sfogliare il mio archivio del 2006 per scoprire quale sarà il prossimo attacco di Travaglio. Poi potremo proporre una nuova rubrica come fa la Settimana Enigmistica: “scopri le differenze”. Salvate il soldato Travaglio! Come, non saprei. Magari con un bel controllo militare o militaresco. Ma poi Travaglio non aveva avuto una causa con Moggi e Giraudo? E allora non dovrebbe scrivere su di loro. In fondo, c’è una sorta di “conflitto di interessi”, no? Si? No? Ma sì, mandiamo un controllo militare anche sul conflitto d’interessi. Propongo a capo quel mattatore indiscusso, ma che dico indiscusso, assoluto, di mammasantissima Moggi! http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=696 |
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© foto di Image Photo Agency Si riapre il fronte sportivo di Calciopoli. La Figc deve decidere (presto) cosa fare alla luce delle nuove intercettazioni che stanno uscendo in questi giorni e che coinvolgono per la prima volta anche i vertici dell'Inter (Moratti e Facchetti), oltre a tirare in ballo Meani, Cellino e molti altri. Oggi in via Allegri si è tenuto un vertice fra il presidente federale, Giancarlo Abete, e il superprocuratore Stefano Palazzi: sulla vicenda c'è già un fascicolo aperto, le ultime notizie vengono "attenzionate" dalla procura. Martedì prossimo a Napoli ci sarà anche un legale della Figc, l'avvocato Milella: la Federazione, come noto, si è costituita parte lesa al maxiprocesso. Dal punto di vista sportivo molti fatti sono prescriitti, mentre non c'è prescrizione per quanto potrà uscire su vicende dal 30 giugno 2005 sino a giorni nostri. Presto intanto dovrebbe uscire anche un dialogo fra Facchetti e l'ex arbitro Massimo De Santis, e altre intercettazioni fra l'ex campione e Gennaro Mazzei, all'epoca addetto ai designatori. Inoltre ci sarebbero altri dialoghi fra Paolo Bergamo e presidenti di società. Gli avvocati di Luciano Moggi sono in pressing intanto nei confronti della Figc. I fatti risalgono ad un periodo (2005-'06) ormai in prescrizione per la giustizia sportiva anche se Paolo Trofino, il penalista napoletano, sostiene che "dipende dall'incolpazione. L'incolpazione può essere datata; se è datata ad anni e anni indietro è coperta dalla prescrizione. Ma bisogna vedere l'incolpazione che età ha. E qui non c'è un caso concreto ed è inutile discuterne. Passaportopoli ci ha insegnato che in sede disciplinare la prescrizione è diventata un concerto molto opinabile". L'avvocato Trofino, inoltre, durante la trasmissione radiofonica "Tutti pazzi per la Juve", ha spiegato che il 13 aprile, in occasione del processo penale di Napoli, "dimostreremo che Calciopoli non è mai esistita. Di intercettazioni ne usciranno delle altre, anche con presidenti di squadre prestigiose...". |
© foto di Federico de Luca "Sceglili bene per domenica sera eh..". "Il n.1 e il n.2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta". A parlare sono, nell'ordine, l'ex presidente dell'Inter Giacinto Facchetti, e l'allora designatore degli assistenti di gara, Gennaro Mazzei. E' il 25 novembre del 2004 e l'argomento della telefonata è la designazione in vista della partitissima Inter-Juventus, 13/a di campionato, che si svolgerà tre giorni dopo e terminerà 2-2. |
Rodella, l’altro legale di Moggi puntualizza: «Luciano vuole solamente giustizia anche sotto il profilo sportivo. Non c’entrano i contenuti delle ultime telefonate: sono in sé una violazione dell’articolo 1» TORINO, 6 aprile - Il dibattito si accende: le nuove intercettazioni gettano una luce diversa sullo scandalo mai dimenticato, rivitalizzandone la discussione. Il mondo del calcio si interroga, prende posizione, si scandalizza, riflette: le nuove telefonate, emerse grazie al lavoro dei consulenti della difesa di Luciano Moggi, modificano lo scenario rispetto al processo sportivo del 2006. LE NUOVE CHIAMATE - E se c’è chi, sulla base delle inedite chiacchierate fra Massimo Moratti e l’ex designatore Paolo Bergamo (per citarne una), trova già i margini per rivedere il giudizio che quattro anni fa retrocesse la Juventus in serie B, le tolse due scudetti e ne assegnò uno all’Inter, c’è anche chi sostiene che il contenuto delle nuove telefonate non è tale da "incastrare" gli altri presidenti o dirigenti. L’avvocato Paolo Rodella, che insieme a Trofino e Prioreschi difende Moggi, controbatte: «È un esercizio diabolico cavillare sui contenuti delle telefonate con l’ex designatore Bergamo. Ricordiamo che Moggi fu condannato per "illecito strutturale". Una accusa costruita in mancanza di un vero e proprio illecito sportivo (articolo 6), sommando tanti articoli 1, ovvero violazioni dei principi di lealtà sportiva, che per i giudici erano rappresentate dai rapporti fuori dagli schemi con i designatori arbitrali. Ora, quello che mi sembra emergere con evidenza dai nuovi fatti è che, a prescindere dai contenuti delle telefonate, anche gli altri dirigenti avevano rapporti fuori dagli schemi con i designatori arbitrali, quindi di per sé delle violazioni dell’articolo 1. Una violazione che viene duplicata dal fatto che queste telefonate, innocenti o imbarazzanti che siano, sono state sottaciute dai protagonisti per tutti questi anni. Se parlare con i designatori è una violazione per Moggi lo deve essere anche per gli altri». DUE GIUSTIZIE - È per questo che l’avvocato Rodella sostiene con forza che il processo sportivo si può riaprire e le sentenze possono essere riviste. «Luciano Moggi tornerà sicuramente davanti alla giustizia sportiva e cercherà di vedere riconosciuti i fatti come realmente accaddero. Soprattutto in ambito "disciplinare" è ben diverso se una violazione viene commessa da un solo individuo o è un comportamento diffuso. La contestualiazzazione dei fatti è fondamentale e al processo del 2006 non ci fu, perché mancavano degli elementi. Quelle telefonate che stanno emergendo in questi giorni e che rappresentano dei fatti gravi in sé, al di là dei contenuti». |
© foto di Federico De Luca L'ex arbitro Massimo De Santis, uno degli imputati al processo Calciopoli in corso a Napoli, non è affatto sorpreso delle nuove intercettazioni che coinvolgono Inter, Milan ed altre società di serie A: "Qui tutti si stupiscono ma sono cose che noialtri diciamo da sempre e comunque non era mica vietato parlare con i dirigenti. Tutti chiacchieravano con tutti. Era proprio la Figc che invitava ad aumentare i contatti tra arbitri e club. C’era stata addirittura una proposta per far allenare i fischietti nei centri sportivi delle società - spiega De Santis, in una lunga intervista concessa al quotidiano "Libero" - Si è voluto punire alcune persone, Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto e un po' di arbitri. Gente che ha fatto quello che facevano gli altri. Chi? Moratti per esempio, ma anche il mio ex collega Collina. Le telefonate che stanno uscendo dimostrano che eravamo tutti sulla stessa barca. Quelle di Collina, per esempio, sono piu' pesanti delle mie: chiede a Meani di parlare con il 'capo' Galliani, ci andava a cena. Tutti colpevoli? No, tutti innocenti. Non c'e' nulla di penalmente rilevante, oggi come quattro anni fa. Il processo sportivo è stato una farsa, chiuso in un mese con nessuna possibilità di difendersi. Chiesi di portare prove filmate, praticamente mi risero in faccia. Ora invece si sono accorti tutti. Anche il colonnello Auricchio che ha selezionato le intercettazioni ora lavorerebbe in maniera diversa. Il processo sportivo va rifatto. Io sono stato condannato solo per Lecce-Parma 3-3 del 29 maggio ’05. Per gli inquirenti ho determinato il pareggio che ha salvato la Fiorentina, ma lo stesso Zeman, allenatore del Lecce, disse che avevo arbitrato in maniera regolare. Le chiamate con Moggi? Non esistono telefonate con Moggi, controlli pure. Esistono un paio di telefonate dove Moggi mi dà del figlio di buona donna per i punti che gli ho fatto perdere". |
Alla prossima udienza del processo a Calciopoli che vede imputato tra gli altri l'ex dirigente del club bianconero ci sarà una manifestazione a favore dell'ex dg. Creato un gruppo sul famoso social network TORINO, 6 aprile - Facebook si mobilita per sostenere Luciano Moggi. Dopo le recenti nuove intercettazioni che sono emerse dal processo il mondo di facebook che ancora crede e sostiene l'ex dg bianconero ha deciso di organizzare una manifestazione di sostegno nei confronti del grande accusato del processo che il prossimo 13 aprile vivrà il suo ennesimo capitolo. L'appuntamento è a Napoli, proprio il prossimo martedì quando si tornerà in aula. IL SOSTEGNO - Ecco cosa dice il gruppo: «Martedì 13 Aprile 2010, tutti gli Juventini di Napoli (e non solo) che vogliono andare a sostenere Luciano Moggi alla prossima udienza a Napoli, il 13 Aprile 2010 alle ore 9 dovranno presentarsi davanti al Centro Direzionale.Si svolgerà una manifestazione di solidarietà verso Luciano Moggi e dargli tutto il nostro calore. Nulla contro l'accusa, un incontro civile!». |
Post n°1680 pubblicato il 06 Aprile 2010 da nadir63l
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BUONI O CATTIVI? NO... SOLO CATTIVI di massimo pavan © foto di Federico de Luca Il dilemma buoni o cattivi, nel Processo sportivo e non di Calciopoli e' sempre stato uno dei temi principali. I buoni erano sempre stati gli altri, tutti gli altri (anche Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina, benche' chiamassero e pure tanto erano buoni) e i cattivi Moggi, Giraudo e la Juventus. In questi 4 anni i tifosi bianconeri, manco fossero appestati sono stati inseriti prima nel Lazzaretto della B e poi ai margini del calcio che conta. Oggi, alla luce delle recenti intercettazioni meriterebbero miglior sorte... magari qualche copertina (non dico tante come erano state quelle del 2006, ma qualcuna forse si). Invece, anche oggi, rimangono dal lato dei cattivi. |
Trofino (legale Moggi): "Il 13 Aprile dimostreremo che Calciopoli non è mai esistita!" L'intervista esclusiva rilasciata dall'avvocato Paolo Trofino, legale di Luciano Moggi, ai microfoni di "Tutti pazzi per la Juve" su RADIO ERRE2. Fonte: www.tuttipazziperlajuve.com © foto di Federico De Luca “Tutti Pazzi Per La Juve”, popolarissimo programma radiofonico in onda su RADIO ERRE2, ha intervistato Paolo Trofino, l'avvocato di Luciano Moggi che il 13 Aprile controinterrogherà il Tenente Colonnello Auricchio in quella che si preannuncia come la giornata decisiva nel processo di Napoli su Calciopoli e non solo. |
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Inviato da: aldo.giornoa64
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