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Messaggi del 07/04/2010

GRANDE MUGHINI.....

Post n°1695 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 

Dalle pagine del quotidiano Libero, il popolare scrittore e opinionista Giampiero Mughini lancia un appello alla proprietà della Juventus. Adesso basta, non si può più far finta di nulla è il momento di chiedere giustizia!

Caro John Elkann, mi perdoni ma non so se chiamarla ingegnere o presidente o che cos’altro. Di certo lei è il capintesta della proprietà di una delle squadre di calcio più famose e amate al mondo; di certo io sono uno dei dieci milioni e passa di italiani che stravedono per la Juve e per la sua leggenda e che non hanno ingoiato Tangentopoli e che non hanno alcuna intenzione di “dimenticare Moggi”, come dalla prima pagina del “Corriere della Sera” ci suggerisce il mio amico Beppe Severgnini, un eccellente giornalista che quando ragiona a favore dell’Inter si trasforma in un ultrà della curva più corriva.

Rapina Farsopoli

Ecco, io sono uno dei milioni di juventini che non hanno nessuna intenzione di dimenticare l’oltraggio e la rapina di Calciopoli/Farsopoli. E del resto i fatti di questi giorni vanno al di là di ogni nostra previsione. Va al di là di ogni previsione il fatto che dirigenti di tutte le società rivali parlassero al telefono con i designatori arbitrali né più né meno di come lo faceva il più autorevole di tutti i dirigenti di società calcistiche, per l’appunto Luciano Moggi. Né più né meno: parlavano, confabulavano, denigravano quell’arbitro o laudavano quell’altro, si auguravano che ad arbitrare quella o quell’altra partita decisiva fosse Tizio o Caio. Beninteso, chiacchiere da bar. Poi in campo contava che Del Piero facesse quella tal rovesciata a mettere la palla al centro dell’area e che David Trezeguet andasse incontro alla palla e la colpisse di nuca all’indietro a scavalcare il portiere milanista. E a San Siro finì 1-0 per la Juventus. E non c’è dio o allah al mondo che possa sostenere che questo risultato era fasullo, e non c’è dio o allah al mondo che possa mettere becco in questo sacrosanto scudetto vinto dalla Juve, lo scudetto 2004-2005 che ci è stato rapinato e che è stato trasformato in uno scudetto di m***a e di cartone appiccato sulle maglie nerazzurre di una squadra milanese che stava indietro di 14 punti. Caro ingegnere Elkann, non esiste al mondo un’obiezione valida al mio ragionamento. Lei che è il proprietario della Juve, e che non ha difeso di una virgola il gruppo dirigente che aveva costruito la squadra meraviglia dei due scudetti di Fabio Capello, di obiezioni non ne può avere nessuna. Solo che voi proprietari della Juve, e lo dico non il massimo garbo possibile, nell’estate del 2006 avete scelto un’altra pista.

Triade da cacciare

Era da tempo che volevate sbarazzarvi di quella Triade troppo ingombrante. Umberto Agnelli, che quei dirigenti li aveva scelti e prediletti uno a uno, era morto. In casa Fiat gli uomini che erano stati cari all’Avvocato Gianni Agnelli non avevano la benché simpatia per gli uomini che erano stati cari al Dottore Umberto Agnelli. Lei ne aveva di consiglieri prestigiosi che le suggerivano di sbarazzarsi di Moggi e Antonio Giraudo, l’uomo che a tutt’oggi cura gli interessi del ramo umbertagnelliano della famiglia e dunque dei suoi cugini, il ramo che sghignazza a sentire che Giraudo faceva parte di un’associazione a delinquere. E poi c’era che la Fiat del 2006 era alle soglie dell’abisso finanziario, non poteva permettersi di sfidare il governo di sinistra-centro e l’establishment industriale milanese che faceva capo a Pirelli-Telecom e compagnia intercettante.

Senza difesa

A questo punto voi avete pagato lautamente un avvocato torinese perché non difendesse la Juve. Un avvocato che aveva dichiarato di non aver visto la gran parte delle carte processuali, ma che quel poco che aveva visto bastava perché la Juve fosse scaraventata in serie C. Quello che lo aveva fatto inorridire noi non lo abbiamo mai visto né ascoltato. In compenso stiamo ascoltando, e mille altre ne ascolteremo, le telefonate (in cui non c’è nulla di illegale) in cui dirigenti di tutte le squadra rivali della Juve confabulano con i designatori e premono su di loro. Chiacchiere al telefono, naturalmente. Per me Giacinto Facchetti è e resta l’uomo che andava giù per le fasce, cento volte a partita. Un grande campione, punto e basta. Esattamente come Luciano Moggi è per noi l’artefice e il costruttore della squadra che ha vinto e stravinto dappertutto senza costare alla sua famiglia, caro ingegnere Elkann, nemmeno un euro. E poi c’è che la condanna inflitta alla Juve nell’estate del 2006 non era una condanna, e bensì un ergatostolo. Una condanna a morte, l’interruzione violenta di una storia, la sua distruzione, una squadra fatta a brandelli e che era costretta a vendere i suoi campioni all’Inter rivale. Tanto che la Juve di oggi è sprofondata nell’abisso che lei sa, caro ingegnere.

Errore da correggere Bene.

Sbagliamo tutti, voi avete sbagliato nell’estate del 2006. È il tempo di correggere quel vostro errore. È il tempo di chiedere indietro quello che è stato rapinato alla società di Corso Galileo Ferraris e alla leggenda della Juventus, la squadra di calcio la cui storia è inscindibile dalla famiglia Agnelli, la famiglia di cui lei è il membro di quinta generazione. Ingegnere, abbiate il coraggio di correggere il vostro errore. Non siate timido, non avete di fronte dirigenti di calcio o giudici sportivi che siano degli eroi o degli “onesti”. Avete di fronte degli esseri umani, che sbagliano a loro volta e che intrigano a loro volta. Siate a vostra volta degli esseri umani, gente che non si fa prendere a ceffoni senza reagire. Pensi, caro ingegnere, a Gianni e a Umberto Agnelli. Ai due fratelli che se fossero stati vivi Calciopoli non sarebbe neppure cominciata. Neppure cominciata la farsa in cui un ex membro del consiglio di amministrazione dell’Inter sarebbe sbarcato a Roma a cambiare i giudici che dovevano decidere se sì o no meritava di essere coperta di fango la squadra di cui otto titolari su undici erano in campo nella finale di Coppa del mondo del luglio 2006. La squadra costruita da Moggi e Giraudo. La squadra che fa da stemma della storia della famiglia, ingegnere Elkann. Tutto questo sia detto con garbo, caro ingegnere. Buon lavoro, buone decisioni. Decisioni pro veritate.

TMW

 
 
 

Che retroscena scottante su Calciopoli: Borrelli ignorò i “pedinamenti” di Massimo Moratti!

Post n°1694 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 


A svelarlo, l’avvocato dell’ex arbitro De Santis.

Un clamoroso retroscena di mercato svelato quest’oggi da Silvia Morescanti, avvocato fra gli altri, dell’ex arbitro De Santis.

«Il fatto che molte intercettazioni siano state escluse dall’inchiesta fa indubbiamente pensare – confessa il legale in esclusiva a ‘Tuttosport’ - più o meno come pensai quando mi accorsi che l’ufficio indagini della Figc era in possesso di atti processuali nei quali si diceva che molti arbitri furono pedinati per ordine di Moratti e da quegli atti non nacque nulla».

«Fu lo stesso Massimo Moratti a ordinare il pedinamento di una serie di arbitri, assistenti e dirigenti – prosegue l’avvocato Morescanti - il patron interista chiese di verificare i movimenti degli arbitri, sospettando che ci fosse qualcuno o qualcosa che poteva controllarli o che, in qualche modo, potesse danneggiare l’Inter».

La Morescanti spiega che venivano controllate tutte le telefonate in uscita o in entrata dai pedinati, i quali, per evitare le intercettazioni, utilizzavano schede svizzere. Un’operazione fatturata dalla Pirelli visto che il nome di Moratti e dell’Inter non doveva comparire in alcun modo.

«Quello che stupisce è il fatto che quelle carte – prosegue - arrivate sul tavolo di Borrelli, non innescarono nessuna indagine a livello di giustizia sportiva. Scusate, ma se un presidente o un proprietario di un club ordina il pedinamento di un arbitro, un altro dirigente o un designatore non si configura, come minimo, la violazione dell’articolo 1. O può essere considerato un comportamento in linea con la “lealtà e la probità sportiva”?»

http://www.goal.com/it/news/240/calciopoli...i-ignor%C3%B2-i

 
 
 

SANDULLI: "Quello scudetto non andava assegnato"

Post n°1693 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Image Photo Agency

"Bisogna prima di tutto comprendere l'effettiva portata di queste intercettazioni, finora ci sono state solo illazioni, legate al giudizio penale di Moggi a Napoli. Vediamo cosa verrà prodotto in tribunale il prossimo 13 aprile e se verrà ritenuto rilevante dalla Procura federale, al punto da iniziare un'azione disciplinare nei confronti di altri soggetti".
Piero Sandulli, ex presidente della Corte Federale e il giudice che emise la sentenza d'appello su Calciopoli, parlando ai microfoni della trasmissione 'Baobab' di Radiouno Rai fa capire che non è opportuno parlare adesso di eventuale riapertura dei processi in chiave sportivo: bisogna prima vedere di cosa si parlerà, soprattutto cosa verrà acquisito agli atti, nella prossima udienza del processo penale a Napoli in cui é imputato Moggi, fissata per martedì 13 aprile.
"Bisogna riuscire a capire di cosa si tratta, finora nulla é stato depositato - dice ancora Sandulli -. Quindi aspettiamo di vedere se i documenti vengano acquisiti dal processo di Napoli. Per ora vedo solo analisi di carattere generale".
Ma se queste intercettazioni fossero venute fuori al momento del processo sportivo, viene chiesto a Sandulli, ci sarebbero stati altri imputati nel processo della giustizia calcistica? "Probabilmente ci sarebbero stati altri imputati - risponde Sandulli - ma credo che non sarebbe cambiate le decisioni su chi é stato giudicato. La presenza di altri soggetti non avrebbe cambiato le sentenze nei confronti di chi è stato giudicato.
Dire che erano tutti colpevoli è un'ammissione di colpevolezza da parte di chi dice questa frase".

 
 
 

Rispettate la Juventus!..GLMDJ..

Post n°1692 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 


di Cirdan

Immagine IPB


"Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso la Juventus valuterà attentamente..."
Con queste parole, seguite da altre che commenterò in seguito, la Juventus Fc Spa ha dato voce, tramite il sito ufficiale, alla possibilità di una revisione dei processi sportivi.
E' un periodo, visto il periodo, che mi piace fare domande, e allora chiedo: valutare cosa?
Nel comunicato si evince:
"...l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi."
Continuo a fare il Mike Bongiorno della situazione: cos'è che avrebbe sempre fatto questa proprietà per la tutela della storia della Juventus e dei suoi tifosi?
Io l'unica cosa che ricordo nitidamente è la lauta ricompensa dispendiata all'Avvocato Zaccone per non difendere la Juventus. Un avvocato che aveva dichiarato di non aver visto la gran parte delle carte processuali, ma che quel poco che aveva visto bastava perché la Juve fosse scaraventata in serie C , salvo poi dichiarare:
"la serie B è una pena congrua".
Perché fino a prova contraria quello che lo aveva fatto inorridire noi non lo abbiamo mai visto né ascoltato.
La chiusura del comunicato:
"Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006."
Anche qui ricordo amaramente una frase, datata 7 maggio 2006: "Noi siamo con la squadra e i giocatori" (John Elkann). Mi piacerebbe che l'ingegnere, a distanza di quattro anni, spiegasse bene quella frase, perché viene difficile capire come si possa, oggi, richiedere un trattamento paritario quando allora, con i soli titoli dei giornali e senza la fase dibattimentale del processo sportivo, la proprietà giustiziò una dirigenza che aveva trionfato per ben dodici anni sui campi di mezzo mondo, interrompendo in maniera violenta una storia nata nel 1897 e facendo brandelli di una squadra che comandava il campionato nazionale da settantasei partite consecutive.
Nel pieno rispetto della storia juventina sarebbe ora che questa proprietà levasse le tende, evitando di fare comunicati che offendono una volta di più la dignità e l'intelligenza di ogni tifoso bianconero.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=698

 
 
 

CALCIOPOLI: NOTA UFFICIALE DELLA SOCIETA'..

Post n°1691 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico de Luca

Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l’eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi.
Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006.

 
 
 

INTERCETTAZIONI, ANCORA FACCHETTI... CON DE SANTIS...

Post n°1690 pubblicato il 07 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico de Luca

Tra le telefonate intercettate nell'inchiesta Calciopoli (e trascritte dalla difesa di Luciano Moggi), ve n'é anche una, risalente al 24 marzo 2005, fatta dall'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, poi defunto, all'arbitro Massimo De Santis, attualmente a giudizio davanti al tribunale di Napoli. I due conversano amichevolmente e nella lunga telefonata parlano dell'imminente impegno internazionale dell'arbitro (Francia-Svizzera) e del prossimo derby di Milano: considerazioni tecniche e auguri di Buona Pasqua.
All'inizio della telefonata si parla dello svizzero Walter Gagg, all'epoca capo della commissione Stadi della Fifa e grande amico, oltre che di Facchetti, del presidente Joseph Blatter.
Facchetti dice a De Santis che Gagg - ancora oggi alto funzionario Fifa - si recherà anch'egli a Parigi per la partita e che gli porterà i suoi saluti. In un intervento televisivo, dopo lo scoppio della scandalo di Calciopoli, De Santis dirà che esisteva un dirigente della Fifa che lo chiamava "per nome e per conto... di un dirigente dell'Inter. Un giorno ne farò il nome".
Questa la trascrizione dell'incipit della telefonata:
 
Facchetti: «Massimo!»

De Santis: «Come stai Giacinto?»

Facchetti: «Bene, e tu?»

De Santis: «Devo farti i complimenti insomma, ti interessi di arbitri...»

Facchetti: «Eh... vedremo, ma mi sa che ci interesseremo in tanti di...»

De Santis: «E vabbè, si interessano tutti, ormai è l'argomento del giorno»

Facchetti: «Sei già a Parigi?»

De Santis: «No, parto domani mattina»

Facchetti: «Perché mi ha chiamato Bla... ehm Gagg, viene là anche lui»

De Santis: «Ah, viene a Parigi Walter?»

Facchetti: «Si viene con anche lui con ... e mi ha detto che ti portava i miei saluti».

De Santis: «Eh si, sennò glieli do io».

Facchetti: «Comunque verrà a salutarti»

De Santis: «È rimasto contento... È stato scelto bene il posto: Francia-Svizzera, gli interessano tutte e due, chi per un verso chi per l'altro...»


 

 
 
 

     

 

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