LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 11/04/2010
Un'intercettazione dove un presidente di una società, al telefono al designatore dice: 'Passa da casa dell'azionista di maggioranza che ti deve dare un regalo..'. © foto di Federico De Luca
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MISTERO.... © foto di Federico De Luca Vedendo le partite del fine settimana, mi sono fatto alcune domande. Primo come fa una squadra come il Napoli a perdere cosi' la testa in una partita che poteva vincere tranquillamente, evidentemente la pressione gioca brutti scherzi...Secondo, come fanno certi allenatori a tentare sempre la polemica. Purtroppo ieri Mazzarri ha esagerato,ma anche il solito Mourinho ha continuato con la sua gestualità. |
© foto di Alberto Fornasari Ancora una volta Giorgio Chiellini. Il gladiatore livornese, che tante, troppe volte ha dovuto pagare dazio agli infortuni che lo hanno escluso in diversi appuntamenti della travagliata stagione bianconera, toglie le castagne dal fuoco firmando l'uno a zero che stende il Cagliari e alimenta la fiammella della speranza Champions. Nel giorno in cui la Roma batte l'Atalanta e compie il tanto agognato sorpasso nei confronti dell' Inter, gli uomini di Zaccheroni offrono una prestazione certamente non memorabile, fiacchi nell'animo e nelle gambe, ma tant'è sufficiente per ottenere tre punti importanti. Non sarà un match da ricordare negli annali dal punto di vista del divertimento e del resto le scelte di Zaccheroni erano il chiaro segnale della volontà di non rischiare prima ancora che di creare pericoli. La Juve infatti ripropone il 4-4-2 di Udine con la variante di De Ceglie a sinistra davanti a Grosso, preferito a Giovinco. La scelta di Zaccheroni desta perplessità ma non stupisce troppo, tanta è la paura di rischiare, di osare oltre le possibilità (poche) del bizzarro momento bianconero. Gara sostanzialmente equilibrata decisa dicevamo da una colpo di testa di Chiellini al 35' del primo tempo, abile a sfruttare un tocco di Amauri e a infilare Marchetti in uscita disperata. Poche le occasioni da una parte e dall'altra da li in poi e in fondo non poteva essere diversamente: il Cagliari aveva poco da aggiungere ad un'ottima stagione e la Juve si sarebbe accontentata di uno striminzito vantaggio pur di portare a casa i tre punti. Tanto basta per tenere la scia dell'indemoniato Palermo che supera il Chievo 3 a 1, mantenendo così inalterate le distanze in classifica. Adesso si apre una settimana cruciale e sullo sfondo i colori nerazzurri evocano battaglie mai viste prima. La Juve andrà a San Siro non da contendente per il tricolore ma (si spera) all'altezza della sua tradizione. Il match, quello sul campo, si giocherà venerdì, eppure l'attenzione, probabilmente superiore, sarà riservata ad un'altra sfida cruciale nelle aule del palazzo di giustizia di Napoli. Nessuno scudetto in palio, almeno per quanto riguarda la stagione in corso, ma c'è una fetta di un importante passato da riscrivere. I legali di Luciano Moggi promettono di riblatare la storia di Calciopoli, dimostrando il pesante coinvolgimento di chi per anni si è dichiarato parte lesa e ha preteso di indossare scudetti altrui a parziale ristoro del maltolto. La parola passa alle regole del diritto e del buon senso e la sensazione è che oggi, nonostante una zona Champions da conquistare, il cuore e la mente dei tifosi bianconeri fossero già a Napoli. Qualcuno ci andrà di presenza, a rivendicare onore e gloria, gli altri seguiranno con uguale passione l'evolversi della vicenda. La verità è attesa da quattro lunghissimi anni ed è arrivato il momento di dare un rivisitazione più chiara all'intera storia, scoprendo e perseguendo eventuali nuove responsabilità. La società bianconera ha già garantito , tramite il proprio sito web, di essere vigile sul tema. A loro spetterà il compito di farsi sentire, spalleggiando per una volta la propria tifoseria, alla squadra invece toccherà giocare il match di venerdì a San Siro, una partita che va oltre la classifica e in cui certamente servirà una Juve vera, diversa da quella incerta e timorosa vista oggi all'Olimpico di Torino. |
TORINO, 11 aprile - La fiammella Champions resta accesa, anche se in modo flebile. La Juve batte il Cagliari soffrendo, rimane a meno tre (che sarebbero quattro in virtù degli scontri diretti) dal Palermo e affronta senza niente da perdere le prossime cinque partite, delle quali tre difficilissime, due volte a Milano e a Catania, più due in casa, con Bari e Parma. Ma in tempi difficili basta una vittoria striminzita e nemmeno troppo meritata (il Cagliari ha preso una traversa con Cossu sullo 0-0) per ridare morale a una squadra in disarmo fisico, tecnico e psicologico. Il carattere, per carità, non è mancato, ma si è vista la solita Juve, confusionaria, macchinosa e in affanno, dalla confermata vocazione di perdere una quantità industriale di palloni, regalandoli all'avversario. Inesistente Iaquinta, imballato Amauri, ci ha pensato lo straordinario Chiellini a improvvisarsi bomber e per la prima volta dopo diciannove partite, la Juventus non ha battuto un proprio record negativo, quello di subire gol. Gli uomini di Allegri non sono sembrati irresistibili come ai bei tempi, ad esempio quando hanno nettamente battuto la Juventus all'andata. L'impressione è che potessero arrivare davanti a Buffon in qualsiasi momento, con una accelerazione, ma oggi in zona gol non sono stati lucidi. Traversa a parte, quando Melo ha effettuato il suo solito regalo all'avversario, Matri si è trovato una palla gol a cinque metri da Buffon, ma ha tirato debolmente e ha permesso prima a Buffon e poi a Cannavaro di spazzare. RIPRESA - Nella ripresa, con la squadra di Zaccheroni più in affanno e la benzina che cominciava a scarseggiare, gli isolani hanno provato ad avvicinarsi a Buffon, ma al 9' Nenè non è arrivato per centimetri a deviare in porta. Mentre l'onnipresente Cossu si muoveva tra le linee e a proporre assist un pò a tutti, i padroni di casa chiudevano le maglie della difesa e arretravano il baricentro, lasciando sprazzi di contropiede alla velocità di Iaquinta. Ma l'azzurro è lontano parente del giocatore che si conosce e quando si è trovato sul piede a porta spalancata la palla del 2-0 recapitata da Camoranesi, l'ha ciccata e così la squadra ha continuato a soffrire per un'altra mezz'ora. Nel finale, il solito gigantesco Chiellini ci ha messo il piede in tutte le iniziative pericolose dell'avversario e il Cagliari, ormai senza più obiettivi di classifica, non si è più dannato l'anima. La Juve prende i tre punti e li porta a casa, ma ha veramente poco di che rallegrarsi: a parte i rientri preziosi di Chiellini e Buffon, la discreta prova di Camoranesi e Marchisio, è notte fonda in attacco e la difesa non ha mai dato l'impressione di solidità, soprattutto sugli esterni. La squadra di Zaccheroni è attesa dall'Inter venerdì: in teoria, è partita senza pronostico e alla Juve non resta che sperare che il Palermo perda. Forse potrebbe decidersi tutto proprio nel prossimo week end. |
All'inizio della partita, poi, le due curve hanno scandito gli ormai consueti cori: «Vergognatevi», «Fate giocare la Primavera», «Questa maglia non la meritate» e «Odio Zebina». Il tono è salito fino alle minacce, «Veniamo con i bastoni», per poi passare a Calciopoli: «Rivogliamo i nostri scudetti» TORINO, 11 aprile - I tifosi della Juventus hanno accolto con fischi la lettura della formazione bianconera, pochi minuti prima dell'inizio della sfida con il Cagliari. All'annuncio dello speaker, gli ultrà, in aperta contestazione contro società e giocatori, hanno fischiato in particolare Felipe Melo, Cannavaro, Grosso, Zebina e, per la prima volta, anche Zaccheroni. All'inizio della partita, poi, le due curve hanno scandito gli ormai consueti cori: «Vergognatevi», «Fate giocare la Primavera», «Questa maglia non la meritate» e «Odio Zebina». Il tono è salito fino alle minacce, «Veniamo con i bastoni», per poi passare a Calciopoli: «Rivogliamo i nostri scudetti». Nonostante le preoccupazioni della vigilia, non ci sono stati episodi violenti nè all'hotel sede del ritiro della squadra, nè all'arrivo del pullman allo stadio. All'esterno dell'Olimpico, le frange più accese del tifo juventino hanno distribuito un volantino in cui hanno ribadito i motivi della loro protesta. «Contro chi cerca di umiliare 113 anni di storia - si legge - cacciamoli». |
tratto da un forum napoletano |
Tante sono le incongruenze, a partire dall’assegnazione a tavolino del titolo 2006. Nessuno ha creduto a Bergamo, che sosteneva di parlare con tutti. L’inchiesta poi non è proseguita malgrado il monito di Borrelli. Tutte le domande inevase TORINO, 11 aprile - In giorni pieni di certezze forse è meglio alimentarsi del dubbio, come suggeriva Blaise Pascal. E porsi domande che sembrano ovvie, ma non trovano risposte. Ci sono le Certezze, le moralità date per scontate, la sanzionabilità asserita o negata. Calciopoli è un fiume in piena da 4 anni e appiattirsi su quanto visto, scritto e sentito nel 2006 era un errore, lo è sempre stato e diventa imperdonabile scorciatoia ora che altre verità (che non negano le precedenti, ma le colorano diversamente) emergono perché c’è un processo. E nel processo penale c’è accusa e difesa; lo svolgersi dell’indagine in fase iniziale dà un vantaggio all’accusa che pare sbaragliare il campo, poi serve pazienza e lavoro per difendersi e spiegare i comportamenti. 1) LO SCUDETTO DEL 2006 - Perché si dava per scontata quell’assegnazione a tavolino? Ponemmo dubbi spessi sul fatto che il parere dei tre saggi chiamati da Guido Rossi appoggiasse unicamente la tesi dell’assegnazione automatica. Nessun automatismo era presente in quelle cinque cartelle. E ricordare all’Uefa che obblighi di comunicazione della squadra campione non ce n’erano per la Champions (cosa che succedeva ai tempi della Coppa Campioni, alla quale l’Italia non partecipò nel 1974 perché la Lazio campione era squalificata in Europa). Un’assegnazione parsa più come ricompensa, che obbligo improvvido. Ma oggi Abete chiarisce che la decisione su eventuali revoche sarà politica, ma appoggiata da un percorso di giustizia sportiva (indagine, deferimento, processo sportivo o prescrizione motivata). 2) BORRELLI E LA PRESCRIZIONE - Perché Borrelli scriveva nel 2006 che Calciopoli non finiva e poi non s’aprirono altri fascicoli? Un dubbio grosso grosso: Borrelli scrisse nero su bianco che Calciopoli era un sistema più largo e diffuso di quei comportamenti imputati a Juve, Fiorentina, Milan e Lazio (poi Reggina). Ma per un anno ancora l’ex capo di Mani Pulite rimase al vertice dell’Ufficio Indagini, per lasciare il posto poi a Palazzi come superprocuratore dal 2007. Anche la prescrizione ora invocata per i fatti precedenti il 30 giugno 2005 (praticamente tutte le telefonate di Calciopoli) sarebbe stata neutralizzata. 3) BERGAMO L’INCOMPRESO - Perché nessuno credeva a Bergamo? Nessuno si è posto il dubbio che Bergamo avesse ragione quando gridava che lo chiamavano tutti: perché non provare a sbobinare qualche intercettazione in più? E lo facevano per “grigliate” di arbitri alla brace, ordinare assistenti, ottenere sostegno morale alle battaglie sportive più svariate. Di certo mai abbiamo sentito un’intercettazione in cui Bergamo “soffriva” per la Juve. 4) TRASCRIZIONI E ASCOLTO Dove sono le trascrizioni delle telefonate che escono in questi giorni? Dalla Procura di Napoli si è replicato alla difesa di Moggi che le telefonate interiste sono nei faldoni. Ma le telefonate fatte ri-trapelare sono quelle registrate dalla Procura di Torino - precedenti all’ottobre 2004 - quando invece Auricchio dichiara di aver cominciato il suo lavoro ai fianchi sul sistema Moggi. Facchetti- Bergamo, Moratti- Bergamo, Facchetti- Mazzei dove sono? comtinua... |
Palazzi ha assegnato il fascicolo che si compone di articoli, video e intercettazioni. Fonte: di Alvaro Moretti per "Tuttosport" L'inchiesta Calciopoli è aperta. Ufficialmente, perchè il procuratore federale Stefano Palazzi ha assegnato a un suo vicecapo della Procura e a un fidatissimo sostituto procuratore il fascicolo che si compone finora e almeno fino a martedì degli articoli di stampa, della ormai acquisita puntata di Replay della Rai in cui sono state ascoltate alcune delle nuove intercettazioni e di tutto quanto ha fatto da scenario all'udienza di Napoli in cui è annunciato il deposito delle intercettazioni da parte dei difensori di Luciano Moggi. Materiale che Abete ha chiesto di avere all'avvocato Milella, il legale che difende la parte civile Figc a Napoli. Palazzi ha colto al balzo la delega ad agire nella forma più completa da parte di Abete, che attende la giustizia sportiva sui fatti nuovi e che giovedì sera in conferenza stampa sopo il Consiglio federale sosteneva che l'indagine non era ancora aperta ufficialmente. Ebbene ora ci sono nomi e cognomi dei primi due uomini del pool della Nuova Calciopoli: quando arriveranno bobine e hard disk con le 171mila telefonate, il numero di chi si metterà al lavoro aumenterà. |
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Calciopoli, martedì 13 è il d-day. Fonte: www.stefanodiscreti.blogspot.com © foto di Filippo Gabutti Nonostante il campionato più disastroso degli ultimi 50 anni, dove sta abbattendo tutti i record negativi e nonostante le 12 sconfitte in 32 gare, la Juventus è ancora clamorosamente in lotta per un posto in Champions, posizione che dista solo 3 punti. Segno questo inequivocabile del livello dell'attuale calcio italiano. Un tempo, una squadra con una sconfitta ogni 3 gare o quasi al massimo avrebbe potuto ambire ad una salvezza senza patemi. Dal raggiungimento del quarto posto o meno dipende tutto il futuro della Juventus. Per questo è ancora prematuro parlare di nuovo allenatore(Allegri favorito?) o di nuovi acquisti (Kuranyi?). |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14