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Messaggi del 11/04/2010

PENTA (consulente Moggi) rivela l'esistenza di un'intercettazione molto compromettente!

Post n°1724 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

Un'intercettazione dove un presidente di una società, al telefono al designatore dice: 'Passa da casa dell'azionista di maggioranza che ti deve dare un regalo..'.
 
© foto di Federico De Luca


Sta per spuntare una nuova, clamorosa e compromettente intercettazione telefonica nel nuovo filone di Calciopoli. A rivelarlo è il “consulente sportivo” di Luciano Moggi, Nicola Penta, amministratore delegato della First Sport Consulting, l’uomo che sta “sbobinando” le migliaia di intercettazioni trascurate nell’inchiesta.
"C'è un'intercettazione che ancora non ha ascoltato nessuno, perchè io non mi fido nemmeno di Moggi, che è un gran chiacchierone, e quindi certe cose non gliele dico - premette Penta, ospite nella trasmissione di Gold Sport, "Il punto di Luciano Moggi" -. I vari negazionisti dovranno ascoltare e poi mi diranno che le intercettazioni non sono penalmente rilevanti. Un'intercettazione dove un presidente di una società, al telefono al designatore dice: 'Passa da casa dell'azionista di maggioranza che ti deve dare un regalo..'. Quando sentiremo quella intercettazione, poi, vedremo se c'è stato qualche altro dirigente che ha fatto la stessa cosa...", conclude il consulente dell'ex direttore generale della Juventus.
A quel punto irrompe Luciano Moggie dice: "Da questo momento Nicola (Penta, ndr) è cacciato!", ironizzando sul fatto che lo ha tenuto all'oscuro di questa nuova e importante intercettazione.

 
 
 

Lacrime..GLMDJ...

Post n°1723 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 


di Gala

Immagine IPB

Vorrei che quegli occhi lucidi, divenuti poi gonfi di lacrime, rimanessero nel tempo impressi nella memoria.
Il pianto di una innocente creatura, alla quale i genitori avrebbero probabilmente voluto regalare una serata di festa, rappresenta a livello emotivo, il segnale della resa definitiva e senza speranza della Juve targata Elkann e Blanc.

Non credo che meritassero quel dolce viso, bagnato dalle lacrime come amaro epilogo, ma quel viso inconsapevolmente si contrappone alla loro vigliacca resa:
da una parte la bambina che piange vedendo Del Piero, Trezeguet e Camoranesi, eroi smarriti nel confronto con il passato, dall'altra, i principali autori dello scempio assenti e indegnamente fuggiti davanti all'orrore prodotto dalla loro creatura.

Meglio il mare della costa azzurra, per il manager francese, piuttosto che vedere le gesta di Cannavaro, Melo, Amauri, protagonisti della cavalcata verso gli inferi. Probabilmente meglio una sciata nelle nevi Svizzere per il rampollo che ha delegittimato l'amore per la Juve dalla storia della famiglia.
Il peggior vigliacco è colui che fugge dinnanzi ai propri crimini.

Non é certo il pianto di una piccola bambina che può scalfire il cuore di chi cuore non lo ha. Non è neppure certo che il pianto di quella piccola tifosa fosse figlio della delusione nell'aver visto un giocattolo rotto ( la Juve), quello stesso giocattolo che apparteneva a mamma o papà. A me piace pensarla cosi.

Quanti di noi sono stati, parecchi anni fa ( chi più chi meno), quella bambina? Lo sono stato io, nella prima finale di coppa campioni contro i "mostri olandesi", lo sono stato io, nel vecchio Marassi, umiliato per una sconfitta contro un Genoa "operaio", lo sono stato con Bettega ammalato.
Ma c'era un padre, un nonno al mio fianco, che poteva tranquillizzarmi: "dai, ninin, che la prossima la vinciamo"; e si vinceva la prossima e quella dopo e l'altra ancora e allora potevo sorridere e "Juve, Juve, Juve", potevo gridare. Un anno per l'altro, attraverso solo qualche giorno di lacrima.

Cosa può dire, oggi, un padre ad un bimbo cosi?
Non saprei, giuro non lo saprei e non tanto perche sono padre "di uno juventino mai nato”, ma come si potrebbe spiegare ad un bimbo che il gioco più bello non esiste più?
Come spiegargli che, una volta lisa e scolorita la maglia con su scritto "10 Del Piero", chissà quando mai potrà indossare nuovamente una maglia simile?
Come spiegargli che quella stessa maglia è sepolta da altri colori anche nelle bancarelle dei mercatini? Come spiegargli che quella maglia non vince più neppure ai giardino quando gioca con i suoi amichetti?

E cosi mi piacerebbe pensare che la protesta che incombe, che la battaglia che stiamo combattendo abbia come simbolo gli occhi gonfi di lacrime di quella piccola fanciulla, a nome di tutti quei piccoli Del Piero a cui stanno rubando il giocattolo che fu dei loro padri.

Vorrei che, sotto quel virtuale vessillo, tutti quei padri si unissero alla nostra battaglia per la verità, vorrei che grazie a quelle lacrime di bimbo, mescolate a quelle che hanno riempito le nostre prime rughe, affogassero tutti quelli che le hanno causate.
Non è la battaglia di chi rivuole il giocattolo è la battaglia per gli ideali.

Quando crescerà te ne sarà grato, Del Piero o meno.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=705

 
 
 

MISTERO....

Post n°1722 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

MISTERO....
© foto di Federico De Luca

Vedendo le partite del fine settimana, mi sono fatto alcune domande. Primo come fa una squadra come il Napoli a perdere cosi' la testa in una partita che poteva vincere tranquillamente, evidentemente la pressione gioca brutti scherzi...Secondo, come fanno certi allenatori a tentare sempre la polemica. Purtroppo ieri Mazzarri ha esagerato,ma anche il solito Mourinho ha continuato con la sua gestualità.
Particolarmente succoso il siparietto in cui qualcuno del suo staff sostenesse che il guardalinee avesse esultato al gol della Fiorentina. Evidentemente qualcuno pensa ancora che Meani possa condizionare i guardalinee come una volta... in ogni caso controlleremo in settimana i tabulati...
Infine due parole per gli arbitri Romeo che espelle Quagliarella e Bergonzi che non fa lo stesso con Balotelli. Qui Mazzarri ha pienamente ragione, ci vorrebbe uniformità di giudizio.
Bergonzi, vorrei soffermarmi un attimo su di lui. Ieri gli è stata affidata la partitissima, tuttavia mi chiedo come mai da due anni sia scomparso, fortunatamente dalle designazioni sulla Juventus...27 ottobre 2007,Napoli-Juventus 3-1 e due rigori inventati da Bergonzi.
Oggi, si parla tanto di Calcipoli e di quelle stranezze arbitrali di allora, dove Collina era arbitro, mentre ora dsignatore dove tutto è pulito, secondo molti, ma mi chiedo come sia possibile questa stranezza....
Mistero...

 
 
 
 
 

Servirebbero undici Chiellini...Adesso č Juve-Inter, in aula e a San Siro..

Post n°1720 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Alberto Fornasari

Ancora una volta Giorgio Chiellini. Il gladiatore livornese, che tante, troppe volte ha dovuto pagare dazio agli infortuni che lo hanno escluso in diversi appuntamenti della travagliata stagione bianconera, toglie le castagne dal fuoco firmando l'uno a zero che stende il Cagliari e alimenta la fiammella della speranza Champions. Nel giorno in cui la Roma batte l'Atalanta e compie il tanto agognato sorpasso nei confronti dell' Inter, gli uomini di Zaccheroni offrono una prestazione certamente non memorabile, fiacchi nell'animo e nelle gambe, ma tant'è sufficiente per ottenere tre punti importanti. Non sarà un match da ricordare negli annali dal punto di vista del divertimento e del resto le scelte di Zaccheroni erano il chiaro segnale della volontà di non rischiare prima ancora che di creare pericoli. La Juve infatti ripropone il 4-4-2 di Udine con la variante di De Ceglie a sinistra davanti a Grosso, preferito a Giovinco. La scelta di Zaccheroni desta perplessità ma non stupisce troppo, tanta è la paura di rischiare, di osare oltre le possibilità (poche) del bizzarro momento bianconero. Gara sostanzialmente equilibrata decisa dicevamo da una colpo di testa di Chiellini al 35' del primo tempo, abile a sfruttare un tocco di Amauri e a infilare Marchetti in uscita disperata. Poche le occasioni da una parte e dall'altra da li in poi e in fondo non poteva essere diversamente: il Cagliari aveva poco da aggiungere ad un'ottima stagione e la Juve si sarebbe accontentata di uno striminzito vantaggio pur di portare a casa i tre punti. Tanto basta per tenere la scia dell'indemoniato Palermo che supera il Chievo 3 a 1, mantenendo così inalterate le distanze in classifica. Adesso si apre una settimana cruciale e sullo sfondo i colori nerazzurri evocano battaglie mai viste prima. La Juve andrà a San Siro non da contendente per il tricolore ma (si spera) all'altezza della sua tradizione. Il match, quello sul campo, si giocherà venerdì, eppure l'attenzione, probabilmente superiore, sarà riservata ad un'altra sfida cruciale nelle aule del palazzo di giustizia di Napoli. Nessuno scudetto in palio, almeno per quanto riguarda la stagione in corso, ma c'è una fetta di un importante passato da riscrivere. I legali di Luciano Moggi promettono di riblatare la storia di Calciopoli, dimostrando il pesante coinvolgimento di chi per anni si è dichiarato parte lesa e ha preteso di indossare scudetti altrui a parziale ristoro del maltolto. La parola passa alle regole del diritto e del buon senso e la sensazione è che oggi, nonostante una zona Champions da conquistare, il cuore e la mente dei tifosi bianconeri fossero già a Napoli. Qualcuno ci andrà di presenza, a rivendicare onore e gloria, gli altri seguiranno con uguale passione l'evolversi della vicenda. La verità è attesa da quattro lunghissimi anni ed è arrivato il momento di dare un rivisitazione più chiara all'intera storia, scoprendo e perseguendo eventuali nuove responsabilità. La società bianconera ha già garantito , tramite il proprio sito web, di essere vigile sul tema. A loro spetterà il compito di farsi sentire, spalleggiando per una volta la propria tifoseria, alla squadra invece toccherà giocare il match di venerdì a San Siro, una partita che va oltre la classifica e in cui certamente servirà una Juve vera, diversa da quella incerta e timorosa vista oggi all'Olimpico di Torino.

 
 
 

Juve, tre punti contro il Cagliari grazie ad un gol di Chiellini. Tifosi contro la societą. Bianconeri a tre punti dal Palemo...

Post n°1719 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

TORINO, 11 aprile - La fiammella Champions resta accesa, anche se in modo flebile. La Juve batte il Cagliari soffrendo, rimane a meno tre (che sarebbero quattro in virtù degli scontri diretti) dal Palermo e affronta senza niente da perdere le prossime cinque partite, delle quali tre difficilissime, due volte a Milano e a Catania, più due in casa, con Bari e Parma. Ma in tempi difficili basta una vittoria striminzita e nemmeno troppo meritata (il Cagliari ha preso una traversa con Cossu sullo 0-0) per ridare morale a una squadra in disarmo fisico, tecnico e psicologico. Il carattere, per carità, non è mancato, ma si è vista la solita Juve, confusionaria, macchinosa e in affanno, dalla confermata vocazione di perdere una quantità industriale di palloni, regalandoli all'avversario. Inesistente Iaquinta, imballato Amauri, ci ha pensato lo straordinario Chiellini a improvvisarsi bomber e per la prima volta dopo diciannove partite, la Juventus non ha battuto un proprio record negativo, quello di subire gol. Gli uomini di Allegri non sono sembrati irresistibili come ai bei tempi, ad esempio quando hanno nettamente battuto la Juventus all'andata. L'impressione è che potessero arrivare davanti a Buffon in qualsiasi momento, con una accelerazione, ma oggi in zona gol non sono stati lucidi. Traversa a parte, quando Melo ha effettuato il suo solito regalo all'avversario, Matri si è trovato una palla gol a cinque metri da Buffon, ma ha tirato debolmente e ha permesso prima a Buffon e poi a Cannavaro di spazzare.

RIPRESA - Nella ripresa, con la squadra di Zaccheroni più in affanno e la benzina che cominciava a scarseggiare, gli isolani hanno provato ad avvicinarsi a Buffon, ma al 9' Nenè non è arrivato per centimetri a deviare in porta. Mentre l'onnipresente Cossu si muoveva tra le linee e a proporre assist un pò a tutti, i padroni di casa chiudevano le maglie della difesa e arretravano il baricentro, lasciando sprazzi di contropiede alla velocità di Iaquinta. Ma l'azzurro è lontano parente del giocatore che si conosce e quando si è trovato sul piede a porta spalancata la palla del 2-0 recapitata da Camoranesi, l'ha ciccata e così la squadra ha continuato a soffrire per un'altra mezz'ora. Nel finale, il solito gigantesco Chiellini ci ha messo il piede in tutte le iniziative pericolose dell'avversario e il Cagliari, ormai senza più obiettivi di classifica, non si è più dannato l'anima. La Juve prende i tre punti e li porta a casa, ma ha veramente poco di che rallegrarsi: a parte i rientri preziosi di Chiellini e Buffon, la discreta prova di Camoranesi e Marchisio, è notte fonda in attacco e la difesa non ha mai dato l'impressione di solidità, soprattutto sugli esterni. La squadra di Zaccheroni è attesa dall'Inter venerdì: in teoria, è partita senza pronostico e alla Juve non resta che sperare che il Palermo perda. Forse potrebbe decidersi tutto proprio nel prossimo week end.

 
 
 

Juventus, striscioni e cori contro la societą...

Post n°1718 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
All'inizio della partita, poi, le due curve hanno scandito gli ormai consueti cori: «Vergognatevi», «Fate giocare la Primavera», «Questa maglia non la meritate» e «Odio Zebina». Il tono è salito fino alle minacce, «Veniamo con i bastoni», per poi passare a Calciopoli: «Rivogliamo i nostri scudetti»
TORINO, 11 aprile - I tifosi della Juventus hanno accolto con fischi la lettura della formazione bianconera, pochi minuti prima dell'inizio della sfida con il Cagliari. All'annuncio dello speaker, gli ultrà, in aperta contestazione contro società e giocatori, hanno fischiato in particolare Felipe Melo, Cannavaro, Grosso, Zebina e, per la prima volta, anche Zaccheroni. All'inizio della partita, poi, le due curve hanno scandito gli ormai consueti cori: «Vergognatevi», «Fate giocare la Primavera», «Questa maglia non la meritate» e «Odio Zebina». Il tono è salito fino alle minacce, «Veniamo con i bastoni», per poi passare a Calciopoli: «Rivogliamo i nostri scudetti». Nonostante le preoccupazioni della vigilia, non ci sono stati episodi violenti nè all'hotel sede del ritiro della squadra, nè all'arrivo del pullman allo stadio. All'esterno dell'Olimpico, le frange più accese del tifo juventino hanno distribuito un volantino in cui hanno ribadito i motivi della loro protesta. «Contro chi cerca di umiliare 113 anni di storia - si legge - cacciamoli».

 
 
 

Ora non ci resta che attendere il 13 aprile...circa 50 telefonate tra Facchetti e De santis.

Post n°1717 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

tratto da un forum napoletano

http://www.na1926.ne...i/page__st__100
Oltre a essere NAPOLETANO, sono anche amico di famiglia al perito informatico che sta analizzando le intercettazioni per moggi da due anni.
Avete capito bene: due anni.
Si tratta di circa 500 giga di materiale, costati alla difesa di moggi 25000 €.
Premessa: perchè queste intercettazioni sono uscite solo ora?
Perchè tutto deve essere visto nell'ottica di una difesa penale dell'imputato moggi (del lato sportivo per ora agli avvocati non interessa niente).
Gli avvocati hanno aspettato che tutti i testimoni dell'accusa facessero le loro deposizioni. Sono stati interrogati tutti i carabinieri che hanno condotto le indagini, e a esplicite domande, hanno sempre risposto che non esistevano telefonate di altri individui.
Questa ad esempio è sempre stata la posizione del PM Narducci:
''Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo oPairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...''. Cosi' il pm Giuseppe Narducci liquida la tesi secondo la quale,nell'ambito dei contatti illeciti tra dirigenti, designatori e arbitri emersi dall'inchiesta Calciopoli, ci si troverebbe in fondo di fronte a ''sollecitazioni da parte di tutti nei confronti ditutti''.

Con questa mossa, oltre a dimostrare l'inattendibilità dei teste (che molto probabilmente veranno denunciati per falsa testimonianza) si è smontato il capo di imputazione principale (sempre a detta loro):
Moggi è accusato di associazione a delinquere in quanto era L'UNICO che assumeva certi comportamenti (scritto nel capo di imputazione).

Ritorniamo alle interecettazioni: sono 171000 (quelle utili sono 140000 in quando 30000 sono contatti no andati a buon fine)
Attualmente sono state attenzionate solo 40000, e in queste 40000, circa 1000 sono compromettenti per altre persone.
Queste 1000 intercettazioni sono state occultate dalla pubblica accusa.
Quelle uscite fino ad ora sono un semplice e piccolissimo antipasto per far aumentare l'attenzione mediatica sull'udienza del 13.

Proprio ieri, mi ha assicurato che il 13 verrà riscritta tutta la storia di calciopoli.
Esistono ad esempio circa 50 telefonate tra Facchetti e De santis. Ricordo ai meno informati che chiamare gli arbitri era vietato dal regolamento. Con ogni telefonata si contravviene l'articolo 1 di lealtà sportiva. In alcune di queste 50 telefonate ci sono anche richieste che vanno oltre il lecito.

Ah, il milan, l'inter e udite udite Carraro (vafammocc) saranno tirati in ballo pesantemente in questa vicenda.
Ora non ci resta che attendere il 13 aprile.

 
 
 

Calciopoli, mancano undici risposte...

Post n°1716 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

Tante sono le incongruenze, a partire dall’assegnazione a tavolino del titolo 2006. Nessuno ha creduto a Bergamo, che sosteneva di parlare con tutti. L’inchiesta poi non è proseguita malgrado il monito di Borrelli. Tutte le domande inevase
TORINO, 11 aprile - In giorni pieni di certezze forse è meglio alimentarsi del dubbio, come suggeriva Blai­se Pascal. E porsi domande che sembrano ovvie, ma non trovano risposte. Ci sono le Certezze, le moralità date per scontate, la sanzionabilità as­serita o negata. Calciopoli è un fiume in piena da 4 anni e ap­piattirsi su quanto visto, scrit­to e sentito nel 2006 era un er­rore, lo è sempre stato e diven­ta imperdonabile scorciatoia ora che altre verità (che non negano le precedenti, ma le co­lorano diversamente) emergo­no perché c’è un processo. E nel processo penale c’è accusa e difesa; lo svolgersi dell’inda­gine in fase iniziale dà un van­taggio all’accusa che pare sba­ragliare il campo, poi serve pa­zienza e lavoro per difendersi e spiegare i comportamenti.

1) LO SCUDETTO DEL 2006 - Perché si dava per scon­tata quell’assegnazione a ta­volino? Ponemmo dubbi spessi sul fat­to che il parere dei tre saggi chiamati da Guido Rossi appoggiasse unicamente la tesi dell’assegnazione automatica. Nessun automatismo era pre­sente in quelle cinque cartelle. E ricordare all’Uefa che obbli­ghi di comunicazione della squadra campione non ce n’e­rano per la Champions (cosa che succedeva ai tempi della Coppa Campioni, alla quale l’Italia non partecipò nel 1974 perché la Lazio campione era squalificata in Europa). Un’as­segnazione parsa più come ri­compensa, che obbligo improv­vido. Ma oggi Abete chiarisce che la decisione su eventuali revoche sarà politica, ma appoggiata da un percorso di giustizia sportiva (indagine, deferimento, processo sportivo o prescrizione motivata).

2) BORRELLI E LA PRESCRIZIONE - Perché Borrelli scriveva nel 2006 che Calciopoli non finiva e poi non s’aprirono altri fascicoli? Un dubbio grosso grosso: Bor­relli scrisse nero su bianco che Calciopoli era un sistema più largo e diffuso di quei compor­tamenti imputati a Juve, Fio­rentina, Milan e Lazio (poi Reggina). Ma per un anno an­cora l’ex capo di Mani Pulite rimase al vertice dell’Ufficio Indagini, per lasciare il posto poi a Palazzi come superpro­curatore dal 2007. Anche la prescrizione ora invocata per i fatti precedenti il 30 giugno 2005 (praticamente tutte le te­lefonate di Calciopoli) sarebbe stata neutralizzata.

3) BERGAMO L’INCOMPRESO - Perché nessuno credeva a Bergamo? Nessuno si è posto il dubbio che Bergamo avesse ragione quando gridava che lo chiama­vano tutti: perché non provare a sbobinare qualche intercet­tazione in più? E lo facevano per “grigliate” di arbitri alla brace, ordinare assistenti, ot­tenere sostegno morale alle battaglie sportive più svariate. Di certo mai abbiamo sentito un’intercettazione in cui Ber­gamo “soffriva” per la 
Juve.

4) TRASCRIZIONI E ASCOLTO Dove sono le trascrizio­ni delle telefonate che escono in questi giorni? Dalla Procura di Napoli si è replicato alla difesa di Moggi che le telefonate interiste sono nei faldoni. Ma le telefonate fatte ri-trapelare sono quelle registrate dalla Procura di To­rino - precedenti all’ottobre 2004 - quando invece Auric­chio dichiara di aver comin­ciato il suo lavoro ai fianchi sul sistema Moggi. Facchetti- Bergamo, Moratti- Bergamo, Facchetti- Mazzei dove sono?
comtinua...

 
 
 

Calciopoli 2, aperta l'inchiesta!

Post n°1715 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

Palazzi ha assegnato il fascicolo che si compone di articoli, video e intercettazioni.
Fonte: di Alvaro Moretti per "Tuttosport"

L'inchiesta Calciopoli è aperta. Ufficialmente, perchè il procuratore federale Stefano Palazzi ha assegnato a un suo vicecapo della Procura e a un fidatissimo sostituto procuratore il fascicolo che si compone finora e almeno fino a martedì degli articoli di stampa, della ormai acquisita puntata di Replay della Rai in cui sono state ascoltate alcune delle nuove intercettazioni e di tutto quanto ha fatto da scenario all'udienza di Napoli in cui è annunciato il deposito delle intercettazioni da parte dei difensori di Luciano Moggi. Materiale che Abete ha chiesto di avere all'avvocato Milella, il legale che difende la parte civile Figc a Napoli. Palazzi ha colto al balzo la delega ad agire nella forma più completa da parte di Abete, che attende la giustizia sportiva sui fatti nuovi e che giovedì sera in conferenza stampa sopo il Consiglio federale sosteneva che l'indagine non era ancora aperta ufficialmente. Ebbene ora ci sono nomi e cognomi dei primi due uomini del pool della Nuova Calciopoli: quando arriveranno bobine e hard disk con le 171mila telefonate, il numero di chi si metterà al lavoro aumenterà.

 
 
 

AZIONE DI RESPONSABILITA'...GLMDJ

Post n°1714 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

Immagine IPB

L’Associazione Giùlemanidallajuve comunica di aver conferito mandato ad un pool di avvocati e commercialisti - di comprovata fede Juventina - al fine di realizzare un dossier inerente le errate scelte societarie dall’estate 2006 ad oggi.

Una errata gestione legale sui fatti di calciopoli, con conseguente danno economico patito dagli azionisti di minoranza - costretti in seguito sulla base di incerte informazioni societarie a sostenere un oneroso aumento di capitale - ed una incapacità gestionale che ha portato una squadra un tempo ai vertici mondiali a recitare la parte di comprimaria, sono la più chiara rappresentazione di un fallimento. Oggi il titolo Juventus ha un valore costantemente al disotto dello stesso aumento di capitale e la società Juventus capitalizza in borsa meno del suo fatturato annuo.

Il pool di esperti da oggi al lavoro ha ricevuto mandato di adire l’autorità giudiziaria competente, per avviare azione di responsabilità nei confronti degli attuali amministratori della Juventus Fc Spa, appena riterrà di aver compiutamente ottenuto tutto il materiale necessario a dimostrare il colpevole depauperamento societario ed azionario.

 
 
 

Blanc e se sospendessero il tuo di stipendio? Juve, altro che accurata tutela!

Post n°1713 pubblicato il 11 Aprile 2010 da nadir63l
 

Calciopoli, martedì 13 è il d-day.
Fonte: www.stefanodiscreti.blogspot.com
© foto di Filippo Gabutti

Nonostante il campionato più disastroso degli ultimi 50 anni, dove sta abbattendo tutti i record negativi e nonostante le 12 sconfitte in 32 gare, la Juventus è ancora clamorosamente in lotta per un posto in Champions, posizione che dista solo 3 punti. Segno questo inequivocabile del livello dell'attuale calcio italiano. Un tempo, una squadra con una sconfitta ogni 3 gare o quasi al massimo avrebbe potuto ambire ad una salvezza senza patemi. Dal raggiungimento del quarto posto o meno dipende tutto il futuro della Juventus. Per questo è ancora prematuro parlare di nuovo allenatore(Allegri favorito?) o di nuovi acquisti (Kuranyi?).
La paura di fallire anche l'ultimo obiettivo stagionale ha messo sull'attenti il presidente bianconero uno e trino Jean Claude Blanc. In settimana, si è presentato a Vinovo minacciando i giocatori "fino a quando non farete risultato e non darete dimostrazione d'impegno e professionalità i compensi saranno sospesi".
Chissà a quanti giocatori sarà venuto in mente di replicare con una pernacchia in stile Totò "Ma come, parla proprio lui?" Questo avranno pensato.
Blanc pur capendo quasi nulla di calcio è uno dei manager più pagati in Italia nonostante poi la sua gestione sia fallimentare sotto quasi tutti i punti di vista. E allora chi merita di più di avere lo stipendio bloccato? I giocatori o chi, ad esempio, lo scorso anno ha esonerato senza motivo quel Ranieri che oggi a Roma è ad un passo dallo scudetto? Sig. Blanc, si faccia un bell'esame di coscienza perché il primo stipendio da congelare sarebbe proprio il suo.
In questi giorni si fa fatica a parlare di calcio giocato perché la diffusione giornaliera di nuove intercettazioni inerenti a Calciopoli sta deviando l'attenzione dei media e non solo dai campi di gioco. D'altronde martedì 13 Aprile a Napoli ci sarà l'udienza decisiva per quello che riguarda il processo penale. L'avvocato di Luciano Moggi, Paolo Trofino, intervenuto ai microfoni di "Tutti pazzi per la Juve" ha confermato che punteranno a smontare completamente l'accusa di "Cupola" per far decadere il capo d'imputazione per associazione a delinquere.
Comunque vada a finire il processo penale, le nuove intercettazioni sono tornate a gettare una pesante ombra su quelli che sono stati i processi sportivi del 2006. Appurato che lo scudetto a tavolino non lo voleva assegnare nessuno, Guido Rossi escluso, le nuove intercettazioni hanno avuto persino il merito di risvegliare dal letargo l'attuale dirigenza juventina.
Parte del comunicato ufficiale emesso dalla Juventus mercoledì 7 Aprile riportava le seguenti parole
"Nel pieno rispetto delle attività riguardanti processi in corso, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l'eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi."
I tifosi juventini nel leggere questo comunicato si sono lasciati andare a commenti ironici. Si è letto su TUTTOJUVE.COM "ma come, questi per 4 anni non hanno fatto niente per difenderci e ora si avvantaggiano della difesa dei legali Moggi al processo di Napoli?" oppure "fosse stata per Elkann, Gabetti, Montezemolo e Grande Stevens, Calciopoli sarebbe già morta e sepolta". Eppoi un invito "se riaprono i processi, Dio ci scampi da Zaccone". Insomma la nuova Juve viene criticata anche quando prova a fare qualcosa di buono. La verità è che ai tifosi non va giù che nel momento più difficile della storia bianconera, ovvero dal 2006 ad oggi, John Elkann & C. sono evaporati non spendendo una sola parola in difesa della Juve che fu e patteggiando la pena ovunque fosse possibile, senza nemmeno provare a difendersi. Altro che accurata tutela.
Calciopoli o non Calciopoli, quando poi ci si ritrova ad ammirare le prodezze di Lionel Messi ti ricordi perché il calcio da sempre è lo sport che più appassiona. Messi è un 1987, stesso anno di Giovinco tanto per intenderci. D'accordo, solo accostare i due giocatori è blasfemo ma pensate, in Italia un 1987 si considera ancora una promessa che deve esplodere. In Spagna invece Messi sono già 6 anni che è stabilmente in prima squadra. Il rilancio del calcio italiano deve passare anche dalla riscoperta dei vivai, ma soprattutto del coraggio di lanciare i giovani. Messi è un fenomeno, un extraterrestre, in alcune sue giocate rivedo addirittura Maradona. Lui giocherebbe ovunque, in qualsiasi paese. Ma sicuramente in Italia avrebbe avuto una maturazione più lenta. Eppure ricordo ancora la prima volta che l'ho visto giocare. Era un Barcellona-Juventus, calcio d'agosto. Era la Juventus stratosferica di Capello che per 2 anni dominò in Italia. Iniziò la partita e subito la piccola pulce fece un tunnel a Cannavaro che reagì con una stilettata sulle sue caviglie. Non aveva gradito evidentemente.
Ripresosi dalla botta, qualche minuto dopo Messi puntò anche Vieira e "zac", tunnel pure a lui con tanto di calcione ricevuto in cambio pure in questa occasione.
Eppure Messi non indietreggiò di un passo.
Sono bastati 3 minuti per innamorarmi di Messi e capire che sarebbe diventato un grandissimo.
L'Inter dovrà solo sperare che, quando incontrerà il Barcellona, Lionel non sarà nella forma "Arsenal", altrimenti non ha chance alcuna.
Che bello sarebbe se anche nel calcio italiano si tornasse a parlare solo di calcio giocato. Vero?

 
 
 

     

 

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