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Messaggi del 12/04/2010

Modi sommari: Carraro...GLMDJ...

Post n°1730 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 

Modi sommari: Carraro

Immagine IPB

di Cirdan


L'ex presidente della Figc, Franco Carraro, intervenuto ai microfoni de 'La Politica nel Pallone' di Gr Parlamento sulla questione dello scudetto assegnato da Guido Rossi agli indossatori di scudetti altrui, che secondo lo stesso "è stato un grave errore di politica sportiva", è tornato a parlare di come si mosse la giustizia sportiva in quella calda estate del 2006. ''L'Uefa - ha spiegato Carraro - chiedeva solo che la giustizia sportiva si sbrigasse e desse la possibilità alle squadre di iscriversi alle Coppe. Sotto questo punto di vista riconosco che nella gestione del 2006 la giustizia ha fatto bene a giudicare rapidamente, era indispensabile perché il campionato 2006-07 cominciasse, che le squadre partecipassero alle coppe, si doveva fare rapidamente e anche se alle volte, quando si fa rapidamente, si agisce un modo sommario, quello fu un fatto positivo''.
Ora è acclarato. Per tutelare cittadini e società, la giustizia deve giudicare rapidamente, senza prove, abolendo un grado di giudizio e non consentendo alla difesa di svolgere il proprio compito: difendersi.
Fatti positivi, anche se alle volte, facendo rapidamente, si agisce sommariamente.

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=714

 
 
 

Lo spirito critico di Liguori...GLMDJ..

Post n°1729 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 


di marcolanc


Immagine IPB


Karl Popper, nelle sue Congetture e confutazioni, introduceva così la dialettica.
«Il metodo con cui si ricerca una soluzione è normalmente sempre lo stesso: il metodo per prova ed errore. E si tratta, fondamentalmente, dello stesso metodo adottato dagli organismi viventi nel processo di adattamento. È chiaro che il suo successo dipende in gran parte dal numero e dalla varietà delle prove: più prove compiamo, più è facile che uno dei nostri tentativi abbia successo.
Possiamo descrivere il metodo impiegato nello sviluppo del pensiero umano, e particolarmente nella filosofia, come una particolare variante del metodo per prova ed errore. Gli uomini sembrano portati a reagire di fronte a un problema, o proponendo qualche teoria e aderendovi il più a lungo possibile (se è erronea possono anche perire con essa, piuttosto che disfarsene), oppure combattendola, una volta scopertene le deficienze. Questa lotta delle ideologie, spiegabile, ovviamente, nei termini del metodo per prova ed errore, sembra caratteristica di qualsiasi fenomeno legato allo sviluppo del pensiero umano.»


Questa constatazione, tanto logica da sembrare quasi ovvia, è in realtà una pietra miliare della storia del metodo scientifico e chiarisce inequivocabilmente la differenza tra l’approccio basato sulla ricerca e quello dogmatico. Vale la pena di ricordare che Popper scrisse il saggio sulla dialettica da cui è tratto questo passo nel 1937 e lo pubblicò nel 1940, quindi oltre 70 anni fa. Ma ancora oggi, tanto nel mondo scientifico quanto in quello sociale,
assistiamo giornalmente a prese di posizione dogmatiche e prive del minimo spirito di critica.
Scendendo dall’empireo della teoria di Popper ai “guai” di tutti i giorni, sconvolge vedere come i processi logici che stanno dietro ai castelli accusatori di molti eventi da prima pagina rispecchino il completo ribaltamento di quanto il buon senso richiederebbe.
Nel caso di Farsopoli, poi, siamo al grottesco. Chi in questi anni ha seguito la vicenda sa bene come sia nata e si sia sviluppata. Quella storia ha radici lontane, ma è sufficiente ripartire dal momento in cui scoppiò il bubbone, nel 2006, per farsene un’idea. Il processo mentale dei colpevolisti fu il seguente: “La Juve ruba e Moggi è un ladro. Perché? Perché truccavano i sorteggi per ottenere arbitri compiacenti, a cui arrivavano regali”. Alle prime obiezioni riguardo l’imprecisione dell’accusa (i sorteggi non erano truccati e non ci sono tracce di regali ad arbitri da parte della Juve), i soliti noti variarono la forma, mantenendo la sostanza: “La Juve ruba e Moggi è un ladro. Perché? Perché mettevano nelle griglie gli arbitri amici, che contattavano mediante schede svizzere e ai quali non davano regali, ma venivano facilitati nella carriera”. Anche questa variante fa acqua da tutte le parti (non c’è nessun collegamento accertato tra schede ed arbitri, anzi ci sono clamorose prove a discarico e soprattutto è evidente che chi “aiutava” la Juve incorreva in gravi sanzioni disciplinari, mentre chi la danneggiava generalmente la passava liscia) e allora si arriva alla terza versione dell’accusa, quella più difficile da smontare, perché è talmente generica da non avere alcun riscontro con la realtà. Il linguaggio adottato recentemente dai farsopolisti è di una complessità ed un’artificiosità che ricordano quelle dei peggiori politici della “prima repubblica”. Si sente parlare di “illecito strutturato”, di “volontà a delinquere che non si concretizzava”, di una “cupola” a capo di un’associazione praticamente senza affiliati, in cui Giraudo dipendeva da Moggi, pur essendo nella Juve in una posizione più alta (tanto per farci un’idea: Giraudo aveva potere di firma, Moggi no, ma secondo gli ultimi sviluppi della teoria farsopoliana era il secondo che comandava il primo… mistero!).
Insomma, la confusione regna sovrana. L’unico teorema che resta in piedi è sempre lo stesso: “La Juve ruba e Moggi è un ladro”.

La completa assenza di spirito critico da parte dei tanti ultrà travestiti da giornalisti è ormai evidente anche ai meno perspicaci. Ma è sorprendente lo scadimento a cui stiamo assistendo in questi giorni. Se la Rai mette in bella mostra (si fa per dire…) personaggi farseschi del (grosso) calibro di Galeazzi, Sky rilancia con l’ultrà giallorosso Caressa, l’onesto Bergomi e il voltagabbana ex-bianconero Vialli. Ma a sbancare, come al solito, è Mediaset, che può contare su autentici fuoriclasse della menzogna come Ziliani, Ordine e Liguori. Quest’ultimo rappresenta l’apoteosi dell’ottusità mischiata ad una bieca faziosità. È incredibile constatare la quantità di bandiere ed idee politiche che ha cambiato nella sua carriera, conservando sempre due caratteristiche che lo contraddistinguono: estremismo e mistificazione. Quando si parla di calcio, poi, mette in bella mostra le sue doti senza alcun pudore. Durante l’ultima puntata di Contro-Juve, la nota trasmissione che va in onda sulla rete più obiettiva della super-obiettiva Mediaset, Liguori si è lanciato nell’ennesimo attacco alla Juve dell’era Triade, inanellando una serie di perle degne di menzione alla mostra degli orrori . In particolare, nonostante l’esaurimento nervoso sull’orlo del quale sembra dovere precipitare da un momento all’altro, l’ultrà romanista riesce sempre a mischiare sapientemente notizie più o meno note a falsità conclamate, che spaccia per verità. E così, immediatamente dopo avere sentito un’intercettazione in cui Moggi chiedeva alcuni arbitri per le amichevoli estive, Liguori sentenziava: «La giustizia ordinaria e quella sportiva sono due cose diverse. Quella sportiva si basa sui sospetti e questa intercettazione è sufficiente!» . Strepitoso! E noi che pensavamo che le idee di Stalin fossero anacronistiche… Poi è capitato che Moggi telefonasse in trasmissione, per evidenziare che in quell’intercettazione si parlava di amichevoli, per le quali era prassi inviare un arbitro vicino al luogo della partita, per ridurre i costi. Liguori cos’ha fatto? Ha aspettato che Moggi non fosse più in linea, per chiudere in bellezza: «Delle intercettazioni non mi interessa niente, l’ho già detto! (Ma come, prima avevi detto in contrario!, ndr) La Juve è stata mandata in B perché avevano preso delle schede svizzere che poi hanno dato agli arbitri. E su questo nessuno mi può smentire». Forse nessuno lo smentirà, semplicemente perché ciò che dice Liguori ormai non interessa più neanche all’ultrà anti-juventino più accanito. Ma vale la pena di ricordargli un paio di aspetti. Primo.
Che gli arbitri avessero le schede svizzere è ancora tutto da dimostrare: c’è un processo in corso e, anche se Liguori non vuole vederlo, molti dubbi stanno emergendo in tal senso. Secondo. La Juve non fu spedita in B per le schede svizzere, dal momento che il processo sportivo si svolse quando questa vicenda non era ancora stata ipotizzata.
Ma è inutile sollevare obiezioni a gente come Liguori o Galeazzi: chiedere a questi individui un’analisi seria di quanto accaduto sarebbe come convincere un albero a camminare. Lo spirito critico non fa parte dei loro processi mentali: una volta che hanno sposato una teoria, la difenderanno fino alla morte. Del resto, se non fosse così, probabilmente su certe trasmissioni non li inviterebbero neanche.


http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/...glio.asp?id=713

 
 
 

ESCLUSIVA TJ - Criscitiello: "Moggi ha pagato ma il sistema era ampio"

Post n°1728 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 

MICHELE CRISCITIELLO, GIORNALISTA PROFESSIONISTA, E' IL CAPOREDATTORE DELLA REDAZIONE CALCIO DI SPORTITALIA E DIRETTORE DI TUTTOMERCATOWEB.COM. TRA I MAGGIORI ESPERTI DI MERCATO IN ITALIA.
© foto di Image Photo Agency

La Redazione di TuttoJuve ha contattato, in esclusiva, Michele Criscitiello, responsabile della Redazione calcio di Sportitalia e Direttore di Tuttomercatoweb, tra i giornalisti nazionali ad occuparsi maggiormente del nuovo filone di calciopoli. Alcune domande a poche ore dall'udienza di Napoli.

Luciano Moggi ha puntato molto su questa data, ormai storica, del 13 aprile. Come pensa che andrà a finire?

"Non posso dire come andrà a finire, altrimenti sarei un vegente oppure dovrei occuparmi di giustizia sportiva ed ordinaria e non più di calcio giocato. Mi sono posto delle domande, d'altronde è il mio lavoro, come mai in questi 4 anni la difesa di Moggi sia rimasta quasi in silenzio? Penso che delle 171mila intercettazioni telefoniche solo un 25-30%, coinvolgessero direttamente la Juventus e il suo Direttore Generale. Non si può fare un Processo a metà. O si valutano tutte le carte o è inutile condannare una persona, un club e 12 milioni di tifosi per aver letto solo quel che faceva più comodo".


Tutti colpevoli, quindi?

"Chiariamoci. Moggi attuava quello che era un metodo utilizzato da molti. Mi chiedo come mai dovesse pagare solo la Juve. Se è stata scoperta una truffa allora è giusto entrare nei dettagli del Processo. L'ex Presidente della Corte Federale, Piero Sandulli, è intervenuto in diretta nel mio programma su Sportitalia e ha ammesso di non aver nè mai letto nè mai sentito le intercettazioni che riguardassero l'Inter. Ma ci rendiamo conto che a dirlo è stato un Presidente di Corte di Giustizia Federale? Questo basterebbe domani ai legali di Moggi a far capire ai giudici che 4 anni fa abbiamo assistito ad un Processo a metà".

La posizione dell'Inter è giusta?

"Non credo. L'Inter rischia di uscirne con le ossa rotte, soprattutto a livello mediatico. Non dimentichiamoci che i tifosi nerazzurri cantavano Vinciamo senza rubare. Penso che non abbia mai rubato l'Inter ma nessuno in questo campionato è pulito a tal punto da vantarsi di ciò. Prendi lo scudetto e via... L'errore più grande è stato commesso dai giudici e da coloro che 4 anni fa dissero e giurarono che l'Inter non compariva nelle intercettazioni telefoniche del 2005 e del 2006. Falso e provato! Quello scudetto se andava tolto alla Juve andava gettato dalla finestra e non cucito da Guido Rossi su un'altra maglia. Il sistema è composto da più persone e da più società, se fosse passato tutto solo dalle mani di Moggi significa che l'ex DG bianconero era un Dio del calcio; siccome non credo lo fosse aspetto altre sanzioni, nonostante reputi Moggi, a livello calcistico, il più bravo tradito dall'interno del club torinese".

A cosa si riferisce?

"Alle contraddizioni della Juve. Qualche big della società e della Proprietà non voleva più che Moggi e Giraudo si allargassero. E' saltato tutto per agevolare l'ingresso in società di altri personaggi. E' andata male perchè gli stessi, a livello calcistico, hanno dimostrato incompetenza e superficialità. Altrimenti adesso di Moggi si sarebbero dimenticati tutti. Il linciaggio mediatico è stato qualcosa di duro e forte. L'uomo nero... Moggi sbagliò e pagò. Adesso è giusto approfondire".

Dove e cosa ha sbagliato Luciano Moggi?

"In questi 4 anni ha parlato troppo in tv e sui giornali e meno in Tribunale. Doveva difendersi meglio e con altre armi. Ha sistemato allenatori, calciatori e Direttori Sportivi che nel 2006 gli hanno subito voltato le spalle. Ha trovato lavoro a giornalisti che neanche lo salutano più e ha fatto diventare d.s. alcuni ex giornalisti che non gli sono neanche riconoscenti. Ieri la Curva Scirea gli ha avrà regalato una delle soddisfazioni più belle della sua carriera".

 
 
 

Calciopoli bis: domani in aula le 'nuove' mille telefonate...

Post n°1727 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 

Mercoledì prossimo, poi, Nicola Penta, il consulente del pool di Moggi che sta trascrivendo le intercettazioni, si dedicherà esclusivamente alle chiamate in entrata di Big Luciano ritenute interessanti, che dovrebbero essere circa 1500.

Domani è il grande giorno. Nell’aula del tribunale di Napoli va in scena l’udienza più attesa del processo a Calciopoli, con il confronto tra il colonnello Auricchio, nel 2006 maggiore, a capo dell’operazione «Off side» che indagò sullo scandalo, e gli avvocati della difesa. Oggi è la giornata del summit degli uomini di Moggi: gli avvocati Rodella, Prioreschi, Trofino e i consulenti Penta e Porta (l’esperto informatico ndr), si chiuderanno in riunione fino a tarda notte per affilare le armi e studiare gli ultimi punti della strategia difensiva.
Riunione prevista anche per i pm Capuano e Beatrice. Il dossier con il quale i legali di Moggi si presenteranno al cospetto del presidente di giuria e Teresa Casoria è composto da circa 1000 intercettazioni, con l’obiettivo di depositarne agli atti circa un centinaio. Alcune delle quali ritenute “pesanti”, come quella di un dirigente di serie A che chiama uno dei designatori dicendogli: «Passa a casa dell’azionista di maggioranza che ha un regalo da darti..».

L’obiettivo del pool della difesa è è ormai noto: smontare la tesi accusatoria dei pm Capuano e Narducci, che ha composto un affresco processuale basato sul Sistema Moggi: una rete di contatti illeciti costruita dallo stesso ex dg juventino e dai suoi sodali, tesa a influire sui risultati delle partite. Per farlo gli avvocati di Moggi chiederanno che siano messe agli atti le intercettazioni che mostrano un’altra verità: non esisteva un «sistema» criminoso guidato da Moggi, ma una consuetidine poco ortodossa per molti, Inter compresa. La vera partita si gioca qui. Se le intercettazioni dovessero entrare nel processo, si aprirebbe una nuova “stagione” nella quale è pronto a entrare anche Massimo Moratti in qualità di persona informata sui fatti.
Mercoledì prossimo, poi, Nicola Penta, il consulente del pool di Moggi che sta trascrivendo le intercettazioni, si dedicherà esclusivamente alle chiamate in entrata di Big Luciano ritenute interessanti, che dovrebbero essere circa 1500.

Sul fronte sportivo, sarà l’avvocato Milella a seguire le fasi del processo per la Figc (che è parte civile) e valutare quanto accadrà e quanto potrà essere utile per una eventuale apertura d’inchiesta. Che ancora non c’è. Lo ha precisato proprio la Figc con un comunicato: «La procura federale non ha realizzato a tutt’oggi nessun atto di indagine sul nuovo filone di intercettazioni di calciopoli: sta solo mettendo insieme in un fascicolo una serie di ritagli e tutte le dichiarazioni di questi giorni per fissare una data in modo da evitare eventuali prescrizioni».
Nel frattempo, arrivano le dimissioni dall’Aia di Gianluca Paparesta, uscito da tempo dal procedimento di Napoli.


La Nazione

 
 
 

Calciopoli, Gallinelli difesa De Santis...

Post n°1726 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 


Tribunale di Napoli – Udienza del 30 marzo 2010, quinta audizione teste Auricchio. Gallinelli, difesa De Santis. I parte


Immagine IPB

Paola e Gildo

Condizionamenti diretti, indiretti e lo "sdoganamento"

Gallinelli: «Buongiorno Colonnello Auricchio, è pronto?»
Prioresci: «Lui è sempre pronto..»
Gallinelli: «La scorsa udienza il controesame aveva toccato i presunti vantaggi diretti apportati dall’arbitro De Santis alla Juventus, tornerò più avanti su quell’ aspetto. Proseguirò l’esame sui vantaggi indiretti apportati da De Santis alla Juventus e a società collegate alla Juventus (come voi riportate nelle informativa). La vostra ipotesi, o tesi investigativa, si è basata sul fatto che l’arbitro De Santis avrebbe ammonito giocatori diffidati appartenenti a squadre che il turno successivo di campionato (2004-2005) avrebbero affrontato la Juventus, favorendo indirettamente la società di cui il Dr. Moggi era D.G.
Passiamo al capo G dell’imputazione (Fiorentina-Bologna 05.12.04), leggo testualmente: - Non l’avete scritto voi il capo d’imputazione, ma credo sia il frutto delle vostre valutazioni investigative- "Moggi, De Santis, Pairetto i quali compivano atto fraudolento sorteggio, consistente nell’ alterazione del sorteggio del direttore di gara, De Santis nella dolosa ammonizione dei calciatori del Bologna, successivo avversario della Juventus (Petruzzi, Nastase e Gamberini), già diffidati e conseguentemente squalificati per l’incontro Bologna-Juve (non arbitrata da De Santis). Atti finalizzati ad influire sull'andamento della partita successiva, ma che comunque alteravano la regolarità e l’andamento della partita Fiorentina-Bologna". Viene ipotizzata responsabilità diretta per frode sportiva di De Santis e una responsabilità in concorso relativamente ad un incontro successivo non arbitrato da De Santis, in concorso con l’arbitro Pieri (che arbitrò la partita). Le devo leggere e si impone questa lettura: informativa del 02.11.05 pag. 62 la strategia complessiva elaborata per favorire l’ascesa della juve. “Tale obiettivo viene tutelato con interventi sia diretti sul campo di gioco e indiretti sul campo che nel medesimo turno vedono squadre che la volta successiva devono gareggiare contro la juv”e, come nel caso in esame:Fiorentina Bologna …. De Santis arbitrerà poi Fiorentina-Milan (arriveremo anche a questa partita). Quando De Santis arbitrò questa partita (Fiorentina- Bologna), era già emersa l’esistenza di un procedimento penale, di un’indagine nei confronti degli arbitri Palanca e Gabriele?».
Auricchio «si».
Gallinelli: «E quindi il De Santis non era condizionato dall’ esistenza di questo procedimento?»
Auricchio «Emerso in che senso?».
Gallinelli: «Era già in corso attività di indagine nei confronti di Palanca e Gabriele. Credo dovrebbe conoscere bene queste circostanze».
Auricchio «Erano stati indagati nell’estate »
Gallinelli: «All’ epoca della partita, il 05.12 Fiorentina-Bologna, arbitrata da De Santis..... questo procedimento era in corso o no?».
Auricchio «Era in corso».
Gallinelli: «Non avete ravvisato un condizionamento, ripensamento, sdoganamento?.
Auricchio «No».
Gallinelli: «Non aveva subito nessun condizionamento dalla conoscenza....poi dimostreremo..».
Auricchio: «Anzi, in merito a quel procedimento, dall’ attività tecnica, sono emerse anche informazioni che De Santis aveva sull’ andamento e dal suo tenore, anche colloquiale al telefono, era tranquillo».
Gallinelli: «Il cosiddetto ripensamento non lo avete collegato a questa indagine su Palanca e Gabriele..?».
Auricchio «Lo abbiamo collegato essenzialmente..».
Gallinelli: «La domanda è se non lo avete collegato..».
Auricchio: «Lo abbiamo collegato a..».
Gallinelli: «Non lo avete collegato all’esistenza, di un procedimento penale?».
Auricchio: «La domanda è: lo avete o non lo avete collegato? Lo abbiamo collegato anche a questo procedimento penale riguardante Palanca e Gabriele».
Gallinelli: «Nonostante questo ripensamento e preoccupazione De Santis favorisce lo stesso la Juventus?
Auricchio: «Quale è la domanda?».
Gallinelli: «Questa. Gliene ho fatto 3 e non ha risposto a nessuna delle 3».
Gallinelli: «In questo momento, nonostante questo collegamento all’epoca in cui si giocava questa partita, il De Santis non era preoccupato e quindi favoriva indirettamente la Juventus».
Auricchio: «Non solo non era preoccupato ma, dallo stesso tenore di alcune conversazioni che abbiamo riportato e pure richiamato in sede di interrogatorio…. Era tranquillo».
Gallinelli: «E quindi poteva anche non conoscere l’esistenza di questo procedimento?».
Auricchio: «Lo conosceva, posso anche citare alcuni collegamenti».
Gallinelli: «Poi ci arriveremo a tutte le evoluzioni e involuzioni investigative».
Auricchio: «In quel momento non era preoccupato».
Gallinelli: «Avete visionato il filmato della partita Fiorentina-Bologna?».
Auricchio «Che io ricordi, no».
Gallinelli: «E certo, che ricorda».
Gallinelli: «Avete svolto servizio di osservazione allo stadio?».
Auricchio «No».
Gallinelli: «Ha visionato presso la sede del nucleo investigativo di via In Selci, il filmato della partita? Non le hanno fornito, non ha richiesto il filmato?
Auricchio «No».
Gallinelli: «Avete intercettato, captato, o svolto attività tecnica come avete precedente definito, telefonate tra il De Santis e Moggi, De Santis-Bergamo- Pairetto precedenti la partita Fiorentina-Bologna?».
Il Colonnello risponde di no
Gallinelli: «Avete intercettato telefonate nella quali si parlava della condotta arbitrale che avrebbe dovuto tenere De Santis durante l’incontro?».
Auricchio «Si, le abbiamo citate..».
Gallinelli: «Mi riferisco all’ammonizione di giocatori diffidati».
Auricchio «Abbiamo registrato delle conversazioni richiamate in sede di esame, riguardanti interlocutori: Moggi e Racalbuto e Moggi e Damascelli...».
Gallinelli: «La domanda era un'altra..».

Prioreschi:"E' la terza volta che il colonnello fa riferimento a Moggi e Racalbuto.. La conversazione è tra Moggi e un altro soggetto che loro ipotizzano essere Racalbuto. Questo deve essere chiaro».

L'avvocato Gallinelli precisa che la sua domanda era un'altra; chiedeva se c'erano telefonate tra De Santis e Moggi (..) e non tra altri interlocutori. Casoria interviene dicendo che lo stesso avvocato ha ampliato il discorso anche sugli altri interlocutori. La risposta del Colonello è comunque no.

Gallinelli: «Avete assunto a sommarie informazioni testimoniale gli assistenti di gara (Lanciano e Pirondini e Banti)?».
Auricchio «No».

continua....

 
 
 

MOGGI: "Il bello viene ora"

Post n°1725 pubblicato il 12 Aprile 2010 da nadir63l
 

L'ex dg bianconero: "Adesso tocca ad altri pagare"

Durante un’intervista a “La Repubblica”, Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, analizza le nuove intercettazioni di Calciopoli, negando ancora una volta l’esistenza di una “cupola”.

«Sa per chi lo faccio? Lo faccio per gli arbitri…».
Scusi, Moggi: ma se lei era il capo della Cupola, gli arbitri erano tutti a sua disposizione e adesso scatena questo nuovo putiferio di intercettazioni per loro…
«Sì, perché gli arbitri non hanno colpa, e qualcuno ci ha rimesso pure la salute».
Mentre le colpe ormai si sa di chi sono…
«Macché cupola e cupola. Dicevano che Paolo Bergamo era nostro sodale, ma quando mai? Lasciamo stare: guardi che sta succedendo in questi giorni, quanta gente che parlava…».
Le intercettazioni nuove riguardano l´Inter con Facchetti e Moratti, mentre quelle di Galliani, Meani, Collina, Cellino sono roba vecchia.
«Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori… La Juve è stata fregata, e ha pagato. Ora tocca ad altri… Questa la verità che sta venendo fuori, mi fa piacere che qualcuno cominci a farsi un´altra idea di tutti questi anni».
Ma c´è chi sostiene che anche queste nuove intercettazioni saranno ininfluenti per il processo di Calciopoli.
«Non lo so. Lo vedremo martedì».
È vero che in aula ne svelerete altre, fra cui una dove Facchetti diceva a Bergamo di lasciar perdere col sorteggio arbitrale?
«Non so. Quelle che sono uscite adesso bastano e avanzano».
E se non verranno accolte dai giudici?
«Che facciamo, andiamo a casa? Vedremo in aula».
In Federcalcio secondo lei le avevano queste intercettazioni che riguardano l´Inter?
«Può darsi che le avessero. Ora di sicuro. E se non si muovono li denuncio per omissione d´atti d´ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie».
Che pensa che succederà martedì a Napoli?
«Cose divertenti. Il bello, mi creda, viene solo adesso. Io ho aspettato tanti anni ma sapevo che certe cose c´erano, e che prima o poi sarebbero venute a galla. Arrivederci a martedì».

Fulvio Bianchi

 
 
 

     

 

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