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Messaggi del 14/04/2010

MUGHINI: "Se un disonesto ci fu è chi distrusse la Juve"

Post n°1749 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

Fonte: di Giampiero Mughini per "Libero"

Settantacinque telefonate tra i designatori arbitrali e i dirigenti di Inter e Milan di cui il tribunale valuterà se contengono elementi di fatto comunque intriganti. È come se fosse ricominciato daccapo il processo napoletano che doveva dare il colpo mortale a Luciano Moggi e all’ “associazione a delinquere” da lui capitanata, o altrimenti riconoscere che le sentenze comminate dalla giustizia sportiva nell’estate del 2006 erano basate sui “pensieri” anti-Juve e non sui fatti. Nell’udienza di ieri erano 40 le televisioni accreditate e laddove alla prima udienza del processo, un anno e mezzo fa, in tutto e per tutto c’erano tre giornalisti, ivi compreso l’inviato di ju29ro.com, il sito filojuventino che di quel processo ha finora documentato ogni parola. E del resto sino a poche settimane fa, a quel processo i grandi giornali dedicavano ogni tanto un colonnino di poche righe. Più ancora, l’intera Calciopoli era una materia che non suscitava alcun dubbio. Non il benché minimo dubbio che il nome di Moggi fosse maledetto da pronunciare, che fosse stata sacrosanta la distruzione della storia di una squadra leggendaria, che ci stesse a pennello la ciliegina sulla torta costituita dal cucire uno scudetto di merda e di cartone sulle maglie nerazzurre, loro sì che erano “onesti”. Un aspetto, quest’ultimo, che se non fosse esilarante sarebbe grottesco. Da quando sono note le telefonate in cui Giacinto Facchetti fa nient’altro che il suo lavoro in un mondo in cui stinchi di santi non ce n’era nemmeno mezzo, e dunque battersi come un leone a favore della sua squadra, e dunque chiedere ora questo ora quello al designatore (ovvio che noi non reputiamo nulla di illegale in queste conversazioni), è come se fossero spariti dal mondo quelli che presero questa decisione e quelli che la accettarono come se fosse un dono venuto dal cielo. Non c’è più un tifoso interista che dica ad alta voce di sentire suo il quattordicesimo scudetto, non c’è più un giudice che dica che quella decisione l’ha presa lui e se ne vanta ed è stato un bene per la storia del
calcio italiano. Eppure per quattro lunghi anni non c’era stato un solo tifoso interista – uno solo – che avesse detto che su quello scudetto ci sputava sopra e non lo voleva nemmeno vedere.
Dopo vent’anni che si battevano spasmodicamente per un quinto o per un ottavo posto, su quello scudetto gli interisti si erano buttati come dei maniaci sessuali che da due anni non avevano tastato corpo di donna. E dire che stiamo parlando dell’Inter, della squadra di Peppino Meazza, di Luisito Suarez, di Armando Picchi, di una squadra che aveva al suo attivo trofei e vittorie memorabili. Trofei che hanno sconciato apponendogli accanto lo scudetto che ho prima definito come merita. A un certo punto del contro-interrogatorio di ieri, l’avvocato difensore di Moggi ha avuto un moto di ira ed è stata necessaria una pausa di 15 minuti perché si calmasse.
Quello di Napoli non è un processo qualsiasi, ed è tutto fuorché soltanto un processo sportivo alla maniera di quelli che facciamo un po’ per gioco in televisione alla domenica sera. Quello di Napoli è un processo che investe una pagina civile della nostra storia e del nostro costume, se sì o no la Fidanzata d’Italia vinceva quello che vinceva perché stramunita di schede telefoniche svizzere, e da quelle sentenze sono state distrutte vite e destini professionali. Ho avuto di fronte, all’ultima puntata di “Controcampo”, l’arbitro Gianluca Paparesta, quello di cui era divenuto una certezza che Moggi lo avesse chiuso nello sgabuzzino e lui non aveva protestato perché intimorito dallo strapotere della Cupola moggiana. Un episodio che persino un giornalista abitualmente documentato come Marco Travaglio indicava come un episodio decisivo a comprovare le nefandezze moggiane. Un episodio, ha ripetuto domenica sera per la centesima volta Paparesta, mai esistito e che non poteva esistere in alcuno stadio di calcio al mondo. Una bufala colossale. Ebbene Paparesta ha comunque pagato caro il suo essere coinvolto in quell’episodio. Pur assolto in ogni grado di giudizio, non è mai stato più chiamato ad arbitrare una partita di calcio, il mestiere in cui eccelleva (per sei anni era stato “un internazionale”). S’è dunque dimesso dall’associazione arbitri, ha dato addio a una carriera durata 23 anni. Ennesima vittima di Calciopoli/Farsopoli.
Staremo a vedere. Il processo è ricominciato daccapo. Tutto è di nuovo in discussione, e lo diciamo pro veritate: non certo per un miserevole spirito ultra. A Gigi Simoni poi, un mister e una persona che ho sempre stimato, e che ha detto a “Libero” che i due scudetti che le sono stati rapinati la Juve se li era meritati sul
campo, ma che lui lo sentiva suo lo scudetto dell’anno in cui Ronaldo e Iuliano si scontrarono in area alla maniera di due Tir, un’annata e uno scudetto juventino effettivamente inficiato dai tanti errori arbitrali pro-Juve. Me li ricordo quegli errori, così come mi ricordo la collezione impressionante di errori arbitrali
pro-Inter dell’anno scorso. Ebbene, voglio rassicurare Simoni. L’ho scritto in un mio libro di due anni e mezzo fa: che se dipendesse da me ci andrei di persona a cucire sulla maglia del mister quello scudetto per il quale lui e la sua squadra avevano così valorosamente combattuto.

 
 
 

Abete, ascolta la telefonata e pensaci su....

Post n°1748 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Giacomo Morini

Ormai molti tifosi bianconeri stanno seguendo il Processo di Calciopoli manco fosse quello di Kafka, Il processo (Der Prozess), un romanzo incompiuto di Franz Kafka, pubblicato per la prima volta nel 1925 che racconta una storia surreale di un impiegato di nome Josef K. che viene accusato, arrestato e processato per motivi misteriosi.

Per far capire quanto sia surreale questo processo e come sia mistificato, inserisco e invito tutti a sentirsi questa telefonata in cui Bergamo parlando con la signora Fazi parla dell'incontro avuto con Moratti in cui sostiene alcune cose....

Chissa' se il presidente della Figc aveva mai ascoltato questa telefonata,  sarei curioso di saperlo.
Non e' bello pensare che un presidente di calcio possa dire di te quello che riferisce Bergamo.... " chissa' se e' vero... mi chiedo io, con tono garantista, quel fare garantista che tutti avrebbero dovuto avere anche nel 2006. Se invece avessi pensato male avrei dovuto scrivere: "Bergamo dice che Moratti gli ha detto che Abete e' un..etc. etc.
Se varamente fosse vero, spero che il presidente della Figc possa vere almeno un moto di orgoglio e cercare quanto meno di fare un'analisi chiara a 360 gradi di tutto, un piccolo moto di orgoglio personale, se non lo vuole fare per la verita'..come andrebbe fatto... lo faccia almeno per chi pensava certe cose di lui....
Se cosi' non fosse non so cosa potrebbero pensare i tifosi bianconeri...che cercano la verita'...come Diogene con il lanternino

Qui la telefonata...http://www.youtube.com/watch?v=ImEXUwMIKH4&feature=player_embedded#

 
 
 

L'INTER SI TIENE IL FINTO SCUDETTO..

Post n°1747 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

L'Inter non ha alcuna intenzione di restituire lo scudetto 2005-06 assegnatole a tavolino dopo le sentenze sportive di Calciopoli. Non c'é nessun commento ufficiale alle parole di Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, ex presidente nerazzurro, ma questa è la posizione lasciata filtrare dal club.
Si tratta - è in sintesi il pensiero diffuso fra la dirigenza interista - di una scelta di coerenza affinché non passi, ora e in futuro, il pensiero che l'Inter adottava gli stessi comportamenti dei personaggi puniti dalla giustizia sportiva e imputati nel processo penale a Napoli.
Restituire lo scudetto, fanno notare da corso Vittorio Emanuele, "non sarebbe affatto un bel gesto ma un brutto gesto nei confronti dei tifosi interisti".

 
 
 

Calciopoli2, ecco le 74 telefonate della svolta ...

Post n°1746 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

La classifica delle telefonate vede l’Inter con 43 intercettazioni, Milan 9, Palermo 9, Reggina 4, Cagliari 3, Bologna 2, Roma 2, Udinese 1, De Santis 1
ROMA, 14 aprile - Ecco il dettaglio delle 74 telefonate che la difesa di Moggi otterrà come prove acquisibili e trascritte nel processo di Napoli. Vediamo che coinvolgono in contatti con gli accusati eccellenti dellla vicenda Calciopoli (l’ex segretario generale della Figc, Ghirelli è stato prosciolto in Cassazione). La classifica delle telefonate bvede l’Inter con 43 intercettazioni, Milan 9, Palermo 9, Reggina 4, Cagliari 3, Bologna 2, Roma 2, Udinese 1, De Santis 1.

24 novembre 2004
Bergamo e Pairetto
"Ayroldi ha alterato il referto su Totti (un insulto a fine gara)"

12 maggio 2005
Cellino e Bergamo

22 febbraio 2005
Cellino e Bergamo
"Mandami un arbitro"

22 febbraio 2005
Cellino e Pairetto

7 marzo 2005
Cipollini (allora pres. Bologna) e Bergamo

8 marzo
Cipollini e Bergamo

26 febbraio 2005
De Santis
"Cerca biglietti e forse chiama Facchetti"

26 maggio 2005
Facchetti e Mazzini
"Il ragazzo domani gioca"

27 maggio 2005
Facchetti e Bergamo
"A Milano viene Ayroldi"

3 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Appuntamento cena"

5 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Arrivo a Pisa alle cinque"

2 febbraio 2005
Facchetti e Bergamo
"Con Racalbuto ci ho litigato"

25 febbraio 2005
Facchetti e Bergamo
"Fanno griglia e decidono assistenti"

26 aprile 2005
Facchetti e Bergamo
"La partita con la Juve era stata preparata bene"

14 maggio 2005
Facchetti e Bergamo
"Mancini si deve calmare”

23 dicembre 2004
Facchetti e Bergamo
"Moratti ha un regalino da darti Voglio aiutarvi"

27 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Paparesta era preparato bene", 27 gennaio 2005

5 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Una questione di parcheggi"

26 novembre 2004
Facchetti e Bergamo
"Per domenica chi hai messo in griglia?"

9 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Questa partita la dobbiamo vincere insieme"

17 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Ti lascio le tessere e il materiale nella hall"

10 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Ti mando Gemignani e Nicoletti"

24 febbraio 2005
Facchetti e Bergamo
"Ti posso richiamare"

30 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Trefoloni sereno e disponibile"

15 gennaio 2005
Facchetti e Bergamo
"Walter Gagg della Fifa a casa Facchetti"

24 marzo 2005
Facchetti e De Santis

24 marzo 2005
Facchetti e De Santis
"Segreteria",

15 marzo 2005
Facchetti e Ghirelli
"Biglietti per il Procuratore Capo"

28 dicembre 2004
Facchetti e Ghirelli
"Con la Scozia a Milano"

28 dicembre 2004
Facchetti e Ghirelli
"Il Tirreno è messo male"

28 dicembre 2004
Facchetti e Ghirelli
"Ne parlo anche con Galliani"

4 gennaio 2005
Facchetti e Ghirelli
"Politica federale"

8 febbraio 2005
Facchetti e Lanese
"Questi designatori saranno condizionati"

25 novembre 2004
Facchetti e Mazzei
"Fa la griglia con Mazzei"

12 dicembre 2004
Facchetti e Mazzei
"Non vengo perché ci sono i giornalisti. Ti do una maglia"

11 dicembre 2004
Facchetti e Mazzei
"Passo domani a prendere i biglietti"

25 novembre 2005
Facchetti e Mazzei
"Sceglili bene per domenica sera arbitri ed assistenti”

11 febbraio 2005
Facchetti e Pairetto
"Avete già fatto per le Coppe"

16 novembre 2004
Facchetti e Pairetto
"Avete stabilito per le Coppe"

11 febbraio 2005
Facchetti e Pairetto
"Hai messo in forma Trefoloni sono cose private"

12 aprile 2005
Facchetti e Pairetto
"Ho bisogno di un favore"

2 febbraio 2005
Facchetti e Pairetto
"Il Potenziale"

17 marzo 2005
Facchetti e Pairetto
"In bocca al lupo per la partita"

20 marzo 2005
Facchetti e Pairetto
"Lasciami due biglietti"

12 aprile 2005
Facchetti e Pairetto
"Pairetto lascia msg in segreteria"

31 marzo 2005
Facchetti e Pairetto
"Pairetto lascia un messaggio in segreteria"

31 marzo 2005
Facchetti e Pairetto
"Per sabato mettiamo tutti internazionali. Griglie"

14 aprile 2005
Foschi e De Santis
"Ci dobbiamo vedere"

25 febbraio 2005
Foschi e De Santis
"Ti faccio i complimenti"

8 marzo 2005
Foschi e Pairetto
"Arbitri a 360 gradi. Mettimi in prima fascia"

26 gennaio 2005
Foschi e Pairetto
"Biglietti e altro"

6 gennaio 2005
Foschi e Pairetto
"Il Cazziatone”

2 aprile 2005
Foschi e Pairetto
"Cazziatone sul Cesena"

22 aprile 2005
Foschi e Pairetto
"Cazziatone sul sorteggio"

22 marzo 2005
Foschi e Pairetto
"Fai i complimenti a Rodomonti"

4 febbraio 2005
Foschi e Pairetto
"Siamo preoccupati di De Santis"

28 novembre 2004
Foti e Bergamo

4 dicembre 2004
Foti e Bergamo

7 novembre 2004
Foti e Bergamo
"Fanno la griglia"

16 maggio 2005
Galliani e Bergamo
"Bergamo cerca in sede Galliani"

28 aprile 2005
Galliani e Bergamo
"Bergamo chiede aiuto a Galliani"

17 maggio 2005
Galliani e Bergamo
"Il pareggio con la Juve è stato un trauma"

1 marzo 2005
Galliani e Mazzini

11 aprile 2005
Galliani e Mazzini

28 novembre 2004
Galliani e Pairetto
"Faremo il tifo per Lei alla grande"

17 maggio 2005
Galliani e Pairetto
"La segretaria lo invita in Turchia"

24 marzo 2005
Galliani e Pairetto
"Pairetto fa i complimenti a Galliani in segreteria"

27 febbraio 2005
Meani e De Santis
"Prima del derby vinto dal Milan"

25 dicembre 2004
Moratti e Bergamo

25 dicembre 2004
Moratti e Bergamo

10 gennaio 2005
Moratti e Bergamo

21 maggio 2005
Pradè e Mazzini
"Puntiamo su di te (prima di Atalanta-Roma 0-1",

12 maggio 2005
Spalletti e Bergamo
"Ho messo Pisacreta e Griselli. Dai che ce la facciamo" (prima di Udinese-Samp 1-1)

 
 
 

Rivera: «Facchetti? Anche Nerone non può difendersi»

Post n°1745 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

 

Sono le parole dell'ex campione del Milan e della Nazionale a proposito della telefonata che coinvolge l'ex presidente dell'Inter: «Se ci sono queste nuove intercettazioni non capisco perchè non siano uscite prima. Non capisco perchè Luciano Moggi non le abbia mostrate prima per difendersi»
ROMA, 14 aprile - «Se ci sono queste nuove intercettazioni non capisco perchè non siano uscite prima. Non capisco perchè Luciano Moggi non le abbia mostrate prima per difendersi. È una cosa strana, ma l'Italia è un paese strano...». Queste le parole dell'ex campione del Milan e della Nazionale, Gianni Rivera, sulle nuove intercettazioni emerse ieri nel corso del processo presso la procura di Napoli in merito allo scandalo di Calciopoli. «Revocare lo scudetto 2006 assegnato all'Inter? Starà alla Federcalcio decidere se revocare o meno il titolo dopo aver acquisito gli atti della procura di Napoli» le parole dell'ex Golden Boy del calcio italiano a margine della presentazione di un libro presso la sede della Figc, a Roma. «Non so se sarebbe stato meglio non assegnarlo - ha poi aggiunto Rivera - All'epoca dei fatti c'era un Commissario che aveva i poteri per assegnarlo e decise così».

SU FACCHETTI - Infine, Rivera si è soffermato sul coinvolgimento emerso dalle nuove intercettazioni di Giacinto Facchetti:
«Non so in che modo sia tirato in ballo. Non può più difendersi? Anche su Nerone si dicono cose per le quali non può più difendersi».

 
 
 

BERGAMO: ''Fu Facchetti a fare il nome di Collina"

Post n°1744 pubblicato il 14 Aprile 2010 da nadir63l
 

Nonostante le intercettazioni dimostrino l’esatto contrario, l’ex designatore Paolo Bergamo continua a sostenere che la voce che pronuncia il fatidico ‘’metti Collina’’ sia quella di Giacinto Facchetti. Bergamo, imputato anche lui per associazione a delinquere, parla attraverso i microfoni di RaiSport: "Ho ascoltato la telefonata e senza dubbio è la voce di Facchetti che dice metti Collina, io gli confermo che sono 4 internazionali e gli faccio i nomi. Però la voce che dice ’metti Collinà è senz’altro di Facchetti".
Bergamo chiarisce anche il caso del "regalo" di Moratti: "Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo. Era Natale e in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico regalo per le feste e insomma anche nel valutare questi audio ci vorrebbe un po' di buon senso. Le cene con i dirigenti? Non mi sembra una cosa vergognosa - spiega l'ex designatore -. Era il mio ultimo anno da designatore e così, d'accordo con mia moglie, organizzai delle serate a casa con vecchi amici, tra i quali Giraudo e Moggi. Moratti non venne mai, fu lui a invitarmi negli anni precedenti a Forte dei Marmi".

 
 
 

     

 

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