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Messaggi del 15/04/2010

calciopoli intercettazione inedita(scandalosa) carraro-bergamo ..

Post n°1754 pubblicato il 15 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
 
 

E CHISSENEFREGA DI QUEI 200 MILIONI DI EURO...

Post n°1753 pubblicato il 15 Aprile 2010 da nadir63l
 

I giorni delle udienze del processo di Napoli a Luciano Moggi, con l'ombra di una (possibile, probabile) riapertura del processo sportivo, raccontati attraverso le pagine della "Gazzetta dello Sport"

"Juve 200 milioni per lo scudetto". Questo il titolo a nove colonne del quotidiano "La Gazzetta dello Sport" per la giornata odierna.
"Se la madre di tutte le intercettazioni è sterile" è l’editoriale comparso ieri, ad opera del (suo) direttore responsabile, Andrea Monti.
Come "aprire" il giorno dopo una pagina nuova, dopo averne "chiusa" una in quello precedente.
Basta con Calciopoli e le sue nuove scomode verità; basta con Luciano Moggi, con il processo penale che si tiene a Napoli e con le intercettazioni irrilevanti diventate "rilevanti"; basta con la "vecchia" Juventus. Quella che vinceva. Tanto. Troppo.
Spazio e visibilità alla "nuova": quella che con 200 milioni di euro spendibili in tre anni (grazie ad un altro "progetto") potrebbe consegnare a Benitez (diventato la prima scelta come allenatore del futuro) una rosa in grado di permettere alla Vecchia Signora di tornare a primeggiare in Italia. Ai primi cinque anni necessari (e non ancora del tutto trascorsi) per riavere una Juventus vincente, i tifosi dovrebbero aggiungerne (almeno) due. Ai milioni di euro già spesi ("sprecati", "bruciati", si scelga - a seconda delle preferenze - la definizione più adatta) se ne sommerebbero altri. In mano a chi? Per ora, alle stesse persone che li hanno gestiti dal 2006 ad oggi.

I sostenitori bianconeri devono imparare a guardare avanti, a purificarsi l’anima, a lasciar perdere un passato scomodo, fatto di trucchi (e telefonate) per vincere, di Cupole e combriccole. Bisogna trascurare i "non so, non ricordo" del tenente colonnello Auricchio, i suoi tentennamenti, il suo computer che non funziona più nel momento meno opportuno (magari durante un interrogatorio…). Non fosse altro che le indagini che avevano portato alla condanna sportiva della Juventus le aveva condotte lui.

Meglio seguire i dettami della "Gazzetta dello Sport", non tirando in ballo le altre squadre scampate al processo di quattro anni fa, ed evitando di fare il nome di Giacinto Facchetti. Anche se compare in moltissime intercettazioni ricavate dal consulente speciale di Luciano Moggi, Nicola Penta. Quello che oggi viene descritto, dallo stesso giornale, come uno dei capi della curva dello stadio Manuzzi di Cesena (in gioventù), "body guard" prima e "personal manager" poi del cantante Eros Ramazzotti. Quello che "avrebbe" minacciato e tentato di aggredire, in compagnia di Sebastiano Rossi (ex portiere del Milan), un conoscente, reo di averli presi in giro ad una festa. Denunciato, ha presentato una controquerela. Una vicenda torbida, lasciata a pagina 16 giusto per avvolgere con una cortina di fumo la figura di chi non ha capito con certezza chi pronunciò il nome "Collina" nel corso di una telefonata tra lo stesso Facchetti e Bergamo.

Ma è difficile prendere per "oro colato" tutto quello che viene scritto dal quotidiano rosa in questi giorni. Pur impegnandosi a fondo, è complicato non notare come sono stati un po’ troppo trascurati alcuni aspetti importanti che sono emersi lo scorso martedì dal processo di Napoli. Perché il problema non è "chi pronuncia chi": il fatto è che ci sono dimostrazioni che in molti si interessavano di griglie e grigliate; che non si può non sorridere ad ascoltare le parole di Auricchio quando si giustifica sulle telefonate non considerate rilevanti; che non si può non pensar male quando ci si accorge che chi era stato accusato di trovarsi a capo di una Cupola, non era neanche in grado di inserire un arbitro considerato “"amico" (su tre) nella griglia del sorteggio arbitrale per un Milan-Juventus decisivo per l’assegnazione dello scudetto. E via dicendo…

Certi treni nella vita passano una volta soltanto. Quello dell’ondata di giustizialismo che ha originato il terremoto calcistico del 2006 è passato. Chi doveva essere colpito, è stato affondato. Ma ricreare la stessa situazione quattro anni dopo, con l’entrata in scena di protagonisti diversi e in un ambito "esterno", come quello del tribunale di Napoli, è difficile. Se non impossibile. Non c’è la fretta del passato, ma c’è la calma di un processo che ha le sue scadenze, le sue udienze, i suoi tempi. E le sue regole.

E allora, con tutto il cuore: chissenefrega di quei 200 milioni di euro.
Ora che la "vera verità" sta venendo a galla, impazienti i tifosi juventini aspettano le udienze come fossero partite decisive per l’assegnazione di un titolo. Oppure, viste al contrario, per la revoca di qualcun altro. Nel momento in cui la giustizia sportiva dovrà decidere - anche lei al netto di ondate giustizialiste - nuove sanzioni per chi era scampato alla prima tornata. Senza che venga a mancare la stessa autorevolezza e durezza del passato.

Domani, di partite, ce ne sarà una vera: Inter-Juventus. I nerazzurri diventati secondi dopo il sorpasso della Roma di Claudio Ranieri contro la Juventus del "rombo" che non funziona, che non ha mai funzionato e che non funzionerà di nuovo. Visto che ci si trova a 5 giornate dalla fine del campionato e che per i miracoli, ormai, il tempo è quasi scaduto. A loro si chiede soltanto una prestazione di orgoglio. Quello che ha sempre contraddistinto chi indossa la maglia bianconera. Nell’attesa degli eventi futuri. Sportivi e non. In un calcio malato, polemico e isterico che rimpiange persone care che non ci sono più (ciao Raimondo) e che è arrivato a far sostenere ad un galantuomo come Massimo Moratti che il livello di intossicazione attuale, proveniente da certe critiche della stampa, è "un milione di volte" maggiore di quello presente negli anni sessanta. Quando alla guida della società nerazzurra c’era il padre Angelo.

No, Moratti, non è intossicazione: la sua è paura. Alla prossima udienza.

 
 
 

Calciopoli: così Pairetto e Bergamo salvano Totti da una squalifica...

Post n°1752 pubblicato il 15 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
Parlano della griglia per la gara di campionato ma anche di un referto "alterato". Un referto che il quarto uomo avrebbe dovuto scrivere sul comportamento di Totti ("lo ha mandato a cagare") nei confronti dell'arbitro Trefoloni per cui, se messo nero su bianco, sarebbe scattata la squalifica per il capitano giallorosso la domenica successiva, quella di Juventus-Roma.

La conversazione telefonica, tra le 74 di cui è in possesso l'ANSA che potrebbero essere acquisite dal Tribunale di Napoli nel processo Calciopoli così come chiesto dalla difesa di Moggi, è del 24 novembre del 2004 e al telefono ci sono i due ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto.

Bergamo: "Ayroldi si è comportato male in Roma...Roma, Roma Roma...(Roma-Palermo 1-1 ndr) è successo questo alla fine della partita Totti lo ha mandato a cagare, ha mandato a cagare Trefoloni, ma lui non se ne è accorto.... e nello spogliatoio ha detto lui che doveva scrivere questa cosa. Ha fatto un discorso non chiaro, è stato ascoltato ma non da Matteo. Quando é stato ascoltato non da Trefolini. Quando sono arrivato il giovedì successivo all'allenamento questo cretino di Ayroldi parlando con un altro arbitro ha detto: 'oh meno male che non ho scritto di Totti... te lo immagini.... giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c'era Totti. Matteo ha detto 'ma che cazzo dici questa storia la sai te...''. Matteo con me non ne ha voluto parlare e mi ha detto 'guarda questa cosa e' una bruciatura detta così per lui per me". Io ho detto a Matteo 'noi non ne vogliamo parlare pubblicamente ma con Ayroldi ne parleremo io e Gigi al prossimo raduno perche' la dobbiamo chiarire: se lui prende una iniziativa di questo tipo la deve concordare con noi non con se stesso, ne parlarne in presenza di altri...".

Pairetto: "E' proprio un coglioncello... non è un malizioso, è da sciocchi parlare in presenza di altri...".

Bergamo: "E' un coglione non èun coglioncello...se c'é qualcosa prendi l'arbitro in disparte e dici: è successo questo...lo scrivo?".

Pairetto: "Per lo meno a pensare a chi gioca la settimana dopo... magari gli è venuto in mente dopo".

Bergamo: "Io ci metto la mano sul fuoco che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era Juve-Roma, ci scommetterei le palle ma lui non è un arbitro che può essere ingenuo cosi....".

Pairetto: "Bisogna dirglielo però... se decidiamo di metterlo in B non è un problema, certo non litighiamo su Ayroldi...".


http://www.realsports.it/index.php?method=...om&id=78520

 
 
 

Carraro istruisce Bergamo prima di Inter-Juve: "C'è Rodomonti? Mi raccomando, che non aiuti la Juventus"

Post n°1751 pubblicato il 15 Aprile 2010 da nadir63l
 

Intercettazione tra Franco Carraro, presidente federale e Paolo Bergamo, uno dei due designatori arbitrali.
© foto di Federico De Luca

26 novembre 2004 - 18:23
Carraro "istruisce" Bergamo prima di Inter-Juventus.

AUDIO: www.ju29ro.com 
TRASCRIZIONE: www.tuttojuve.com

Carraro: "Pronto?".

Bergamo: "Sì dottore, buona sera, sono Bergamo. Mi dica...".

Carraro: "Come sta?".

Bergamo: "Bene, lei?".

Carraro: "Bene. Chi c'è lì a ...Juventus....".

Bergamo: "Rodomonti. Inter-Juventus? Avevamo un sorteggio a cinque con cinque che potevano fare la partita: Collina, Bertini, Rodomonti, Farina e...il quinto era... comunque è stato sorteggiato Rodomonti".

Carraro: "Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera.... Per carità di Dio, che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh...".

Bergamo: "No, no. Io, guardi, non ho ancora parlato con lui perchè ho finito l'aula cinque minuti fa e stavo prendendo un attimo fiato perchè ora faccio lezione con i primi e secondi anni. Però stia tranquillo che ci parlo domani ma... anzi domani mattina quando si allena, in maniera che gli rimanga fresco in testa".

Carraro: "(Incomprensibile) deve fare la partita correttamente, ma che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro".

Bergamo: "Sì".

Carraro: "Va bene?"

Bergamo: "Comunque la Juventus è tantissimo che non la arbitra, dottore. Lo abbiamo messo proprio perchè sono due-tre anni, quindi, non...ecco, era uno di quelli che era stato lontano...".

Carraro: "Però, guardi, a me non mi interessa, nel senso che, voglio dire...."

Bergamo: "Sì, sì, è domani che conta"

Carraro: "Cioè, se c'era Collina, se c'era Collina, anche se sbagliava, nessuno diceva un cazzo, ma....Rodomonti se sbaglia a favore della Juventus succede l'ira di Dio. Siccome poi c'è.... tra l'altro, tenga presente che si gioca domenica sera; lunedì c'è l'elezione della Lega eccetera, per cui sarebbe una roba disastrosa, insomma. Capito?".

Bergamo: "E' una mia preoccupazione domani parlarci, dottore".

Carraro: "Va bene, mi raccomando, grazie. Arrivederci".

Bergamo: "Bene, arrivederci".

 
 
 

Calciopoli, di intercettazioni ce ne sono altre 6500!

Post n°1750 pubblicato il 15 Aprile 2010 da nadir63l
 

Restano da “esplorare” due cd con le telefonate a Pairetto

TORINO, 15 aprile - Chi smanetta con i computer sa che può succedere: ogni tanto i cd si “bruciano”. Cioè, invece di essere masterizzati come si deve, risultano illeggibili. E’ accaduto con due di schetti sui quali la Procura di Napoli avrebbe dovuto copiare per i legali di Moggi una parte delle 171.000 intercettazioni registrate nel’inchiesta su calciopoli fra il novembre del 2004 e il maggio del 2005. L’intero corpus delle telefonate è stato infatti acquisto dagli avvocati Paolo Trofino e Maurilio Prioreschi ( un’o perazione costata 25.000 euro), ma fra i cd che sono stati forniti ce ne sono due che risultano illeggibili. Ovviamente gli avvocati hanno segnalato il proble ma e attendono che i due dischi vengano rimpiazza ti, preparandosi a sbobina re altro materiale.

L’ALTRO UOMO - Nei due cd “ bruciati” ci sono infatti circa 6500 telefonate, o me­glio “ contatti telefonici” ( perché vengono registrati nelle intercettazioni anche i tentativi di chiamata, non solo le telefonate effettiva mente avvenute) nelle qua li il protagonista è Pierlui gi Pairetto, l’altro designa tore arbitrale all’epoca del le indagini, collega di Paolo Bergamo con il quale con divideva la responsabilità di scegliere le griglie per il sorteggio dei direttori di gara.

NUOVE SORPRESE - In somma, un numero impor tante di telefonate poten zialmente rilevanti - consi derato il proprietario del telefono intercettato - è fi nora sfuggito al lavoro di ( ri) ascolto da parte dei con sulenti di Moggi. E questo può voler dire altre inter cettazioni inedite in arrivo. Anche perché c’era chi chiamava Bergamo e chi, invece, chiamava Pairetto. Più o meno per discutere delle stesse cose: dalle gri­glie in giù.


http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/j...ltre+6500!+

Calciopoli- Gli audio della difesa coinvolgono 8 club

Sono depositate al Tribunale di Napoli, le 74 nuove intercettazioni di Calciopoli. Martedì prossimo il collegio giudicante dirà se entreranno negli atti, cosa probabile. I difensori di Moggi sono convinti che cambieranno il volto del processo spiegando come tutti parlavano con i designatori, non solo il dg della Juventus. Parlava spesso Giacinto Facchetti, per un periodo presidente dell´Inter: 31 chiamate avvistate dal controdossier moggiano. Almeno tre volte Moratti. In tutto le nuove telefonate dell´Inter (in entrata e in uscita) depositate sono 43. E poi parlava il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, con i soliti toni: «Vada in Giappone, Collina, dove vuole». Il direttore sportivo del Palermo, Rino Foschi, bestemmiante contro Pairetto per un rigore assegnato all´ultimo minuto alla Sampdoria. Chiamavano Spalletti allenatore dell´Udinese e il presidente del Bologna, Renato Cipollini. Parlava tanto il Milan, nove chiamate fin qui non analizzate dalla procura di Napoli. Sia l´amministratore Galliani che il responsabile degli arbitri, Meani. Con i designatori, con gli arbitri, con i guardalinee. E questo alza il livello della responsabilità. Otto club in tutto.
Molto materiale è inconsistente. Auguri e condoglianze, messaggi in segreteria. Poi ci sono 14 telefonate di sostanza, con cose censurabili. Non assimilabili ai diktat minacciosi di Moggi, agli atti dal 2006, ma interessanti per la giustizia sportiva. Le conversazioni più sensibili riguardano Galliani. Il designatore arbitrale Bergamo è in rotta con il compagno di stanza Pairetto e il presidente degli arbitri Lanese, questi ultimi vicini a Moggi. Bergamo, allora, cerca una sponda in Galliani. Il 28 aprile 2005 gli chiede apertamente aiuto: «La Juve mi accusa di voler prolungare la squalifica di Ibrahimovic per non farlo giocare contro di voi». Galliani allarga le braccia: «Non si preoccupi, io sono qui». Il 17 maggio il designatore esordisce con Galliani parlando del pareggio contro la Juve come di «un trauma in famiglia». È apertamente tifoso del Milan, ora. Poi confida un atto d´arbitrio, realizzato di fronte a un fallo intenzionale di un difensore del Lecce su Kakà: «A lei posso dirlo, con Trefoloni abbiamo riscritto il referto arbitrale. Il giudice sportivo non avrebbe capito, ci volevano i toni giusti per una squalifica esemplare». Il dirigente rossonero Meani non si preoccupa di chiamare l´arbitro De Santis a pochi minuti dal derby con il Milan, febbraio 2005: «Mi raccomando». Facchetti in due telefonate a Pairetto, vicecommissario arbitrale in Uefa, mostra di gradire il suo intervento in Europa: «Avete già fatto per le Coppe?, avete stabilito per le Coppe?». Poi Bergamo, 10 gennaio 2005, anticipa a Facchetti i due guardalinee: «Ti mando Gemignani e Nicoletti». E il 26 aprile il designatore gli dice: «La partita con la Juve era stata preparata bene». Per la Roma c´è il ds Pradè. Chiama il vicepresidente federale Mazzini prima di Atalanta-Roma: «Puntiamo su di te», gli dice. Finirà 0-1.


Corrado Zunino - La Repubblica

 
 
 

     

 

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