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Messaggi del 18/04/2010

Beha "campionato condizionato?" ..video..

Post n°1769 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
 
 

MA SISSOKO E' BIANCO O E' NERO?..

Post n°1768 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 

"Alla Juventus vincere non è importante. E' l'unica cosa che conta". Quella, era la Juve di Giampiero Boniperti. Questa, perde sia "dentro" che "fuori" dal campo...
di thomas bertacchini 
© foto di Federico De Luca

Non è che ormai rimanesse più molto da chiedere a questa stagione.
Fallito lo scudetto, fallita la rincorsa ad una delle prime tre posizioni utili per evitare i preliminari di Champions League (che avrebbe consentito la qualificazione diretta alla prossima edizione), abbandonate con quattro ceffoni a testa le due manifestazioni europee a cui ha partecipato quest’anno (1-4 casalingo contro il Bayern Monaco nella "massima", 1-4 contro il Fulham nella "minima"), uscita dalla Coppa Italia ad opera dell’Inter, aggrappata al miracolo di un quarto posto in classifica al momento (quasi) impossibile (potrebbe non bastare vincere tutte le restanti quattro partite…), alla Vecchia Signora rimaneva un unico, solo obiettivo: mettere i bastoni tra le gambe ai nerazzurri. Manco quello.
Per l’orgoglio, per dare un piccolo contentino ai tifosi che, almeno loro, si sentono defraudati delle ultime gioie sportive, derisi e umiliati per quanto accaduto dal 2006 ad oggi.

"Alla Juventus vincere non è importante. È l'unica cosa che conta" (Giampiero Boniperti).
Ma guarda come si sono ridotti i sostenitori bianconeri. Cresciuti a pane e vittorie, abituati a polemiche intorno alle loro partite (anche quando si perde), ad essere sempre al centro dell’attenzione (altrui) e a guardare tutti dall’alto verso il basso. Perché si sa: l’invidia è una delle poche malattie dalle quali non si può guarire. Meglio lasciarla agli altri. Ragionare come "loro", una volta, veniva considerato da "provincialotti del pallone", da ultimo della classe del "bar sport".
Quello che entra nel locale, parla sempre, ma nessuno gli presta attenzione.

E’ la nuova realtà, e - a quanto pare - tutti ne sono contenti. I contestatori? In pochi. Cinquanta al massimo. Quelli che secondo Jean Claude Blanc, il braccio armato del fallimento bianconero, non rappresentano certo i 14 milioni di sostenitori presenti nella penisola.
Con le uova di chi protesta, (loro) ci fanno le frittate; gli inviti ad andare a quel paese - invece - non li ascoltano neanche più: ormai fanno parte delle colonne sonore delle domeniche all’Olimpico quanto l’inno di Paolo Belli prima degli incontri.
Frasi prendere in giro dal mondo intero, ormai, è diventato un esercizio quotidiano per chi ama la Juventus.
Ma così no, dài…
E sino a quando si continuerà a sbagliare il vero "soggetto" con cui prendersela (la proprietà), la cronaca continuerà ad essere questa.

"Se succederà contro di noi andrò dall'arbitro per chiedere di fermare la gara. Comunque Balotelli è tranquillo, sa che contro la stupidità non c'è difesa, lui non può farci nulla. E tutta questa situazione è frutto della stupidità di poche persone che hanno rovinato la sua immagine" (Javier Zanetti, 27 novembre 2009).
Ma Sissoko è bianco o è nero? E’ "bianconero", indossa la maglia con quei colori, e ad oggi tutto quello che gli piove contro è permesso. Come i cori razzisti al momento della sua uscita dal campo in occasione dell’espulsione subita nell’anticipo "dell’anticipo" di venerdì sera.
"È stata una cosa molto stupida, ma non razzista. Ci sono altre cose di cui vergognarsi" (Massimo Moratti, 2 aprile 2006).
Nel salotto del Meazza il difensore messinese Zoro, all’epoca dei fatti, venne insultato ripetutamente dai sostenitori dell’Inter, a completamento dell’opera iniziata nella gara di andata di quel campionato, dove il giocatore fu oggetto di talmente tanti cori razzisti da convincerlo, ormai esausto, a minacciare l’abbandono del campo. Il successivo commento di Moratti a quanto accadde?
"Ragazzotti troppo entusiasti, forse anche un po’ stupidi, ma razzisti no".
Ci si decida: un giocatore è di colore solo quando indossa la maglia nerazzurra? I tifosi cattivi sono sempre e solo "gli altri"? Nel frattempo i sostenitori bianconeri possono stare tranquilli: Blanc "vigila". Su tutto.

Sta attento anche a quanto accade al processo di Napoli, dove è imputato Luciano Moggi. Che si difende dalle accuse personali ricevute nello svolgimento della propria attività, in una società che oggi è incapace di vincere "dentro" e "fuori" dal campo. E che lo ha abbandonato da un momento all’altro, sulla traccia del nuovo "stile-Elkann" (si vedano gli esempi di Ranieri, Ferrara, …). Dopo le intercettazioni "normali", ora si passerà (anche) al vaglio delle schede svizzere e delle telefonate "di rimbalzo", così definite dalla "Gazzetta dello Sport" nel tentativo di lanciare l’ennesimo assist all’accusa. Le danze continueranno, mentre di materiale "nuovo" su cui discutere, a questo punto, ne rimarrebbe poco. Tranne quello che i legali dell’ex-Direttore Generale stanno tirando fuori poco alla volta da quel cilindro pieno di conversazioni che, a quanto pare, tanto "irrilevanti" non lo erano.

Allora appuntamento a martedì prossimo, e all’ennesimo ripensamento di Gianfelice Facchetti, figlio dell’ex-presidente dell’Inter, che un giorno vorrebbe venisse restituito il titolo regalato da Guido Rossi ai nerazzurri nel 2006, e il giorno successivo ci ripensa. Come se il destino di quel tricolore dipendesse dalla sua volontà o da quella del patron nerazzurro Moratti. Porti pazienza, e rimetta lo smoking bianco dell’onestà nell’armadio. Chiudendolo a doppia mandata.
Almeno quella farsa è finita.
 

 
 
 

Moggi: «Elkann-Blanc? A buon intenditor, poche parole»

Post n°1767 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 

L'ex ds della Juventus: «Mandare via Ranieri a due giornate dalla fine, un buon tecnico, fu una scelta improponibile, una decisione unica nella storia del club. Non voglio esprimere giudizi, i fatti sono davanti agli occhi di tutti. Basta guardare l’iter della nuova gestione. Dalle mie parti si dice, a buon intenditor poche parole»
TORINO, 18 aprile - Il ds della Juve che manca, la facile ironia sull'attuale dirigenza bianconera, la gestione sballata di Ranieri e la possibilità dell'Inter di vincere qualsiasi cosa. Luciano Moggi, intervistato da ilsussidiario.net, parla di calcio e non di Calciopoli («Va bene l’intervista, ci mancherebbe, ma basta, per favore, parlare delle ultime vicende»). Il campionato? «Finale avvincente, credo che si deciderà tutto all’ultima giornata. L'Inter soffre di stress ma è la squadra migliore, può vincere tutto. E se un allenatore vince, è bravo».

RANIERI E BLANC-ELKANN -
«Ranieri è un buon allenatore. La Juventus ha avuto fretta. Mandarlo via a due giornate dalla fine è stata una scelta improponibile. La società ha preso una decisione unica nella storia del club. Non voglio esprimere giudizi: I fatti sono davanti agli occhi di tutti. Basta guardare l’iter della nuova gestione. Dalle mie parti si dice, a buon intenditor poche parole».

UN DS ALTO DUE METRI - Alla Juve
«Ci vorrebbe un direttore sportivo alto due metri perché il direttore sportivo alla Juventus, visto che si creano molte situazioni contrarie, deve guardare dall’alto in basso tutto e tutti».

 
 
 

Calciopoli, la Juventus si prepara a dare battaglia...

Post n°1766 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 

 

A breve può agire per la revoca del titolo 2006 all'Inteer, ma anche per la revisione totale. Acquisite le nuove intercettazioni, verrà presentato un esposto alla Figc. E se emergessero altri fatti gravi...
TORINO, 18 aprilePronta a tutto. Anche a chiedere la revoca­zione della sentenza del 2006. Le nuove intercetta­zioni e gli sviluppi del pro­cesso di Napoli stanno fa­cendo muovere la Juventus nonostante la comunicazio­ne a livello ufficiale sia an­cora di basso profilo. Dietro quel «vigiliamo, ma teniamo i toni bassi», di Jean Claude Blanc, c’è infatti un lavoro molto attento dei legali di riferimento di John Elkann e in particolare di Michele Briamonte, che sta seguen­do con grandissima atten­zione il processo di Napoli.

TRASCRIZIONI - Tant’è che entrerà in possesso delle nuove telefonate non appe­na queste diventeranno prove, ovvero verranno ac­quisite dal giudice Teresa Casoria. Questo avverrà nel giro di un mese. Dopo­domani a Napoli, infatti, la Casoria dovrebbe dare di­sposizione ai periti di tra­scrivere le intercettazioni trovate dai legali di Luciano Moggi nel corpus delle 171 mila registrate dai Ca­rabinieri nel 2004 e nel 2005, ma ignorate dagli in­quirenti. Questa operazione porterà via qualche setti­mana, poi le intercettazioni, trascritte, diventeranno prove e potranno essere ac­quisite anche dalla Juven­tus.

ESPOSTO - A questo punto, l’avvocato Briamonte le va­luterà con attenzione e, se quanto è trapelato attraver­so i giornali fosse conferma­to, preparerà un esposto al­la Figc. Ovvero una letteri­na nella quale si spiega alla Federazione: nel 2006 avete assegnato all’Inter lo scu­detto, in base a presupposti di grande lealtà e limpidez­za sportiva, ora, alla luce di quanto sta emergendo dal processo di Napoli, quei pre­supposti vengono meno, quindi vi invitiamo a ricon­siderare quella decisione.

IL PALAZZO - A quel punto la palla passerà alla Figc che, per altro, potrebbe aver preso la decisione di ripen­sare quella decisione anche autonomamente. Dicono, in­fatti, che in seno al palazzo stia maturando la consape­volezza che, a distanza di quattro anni, merita quanto meno un’altra riflessione quello scudetto, assegnato dal commissario straordina­rio Guido Rossi (impugnan­do il cautissimo parere dei tre saggi Aigner, Coccia e
Pardolesi).

 
 
 

Tavaroli: "L'Inter mi chiese di pedinare De Santis"

Post n°1765 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 

Fonte: Tuttosport

L'ex responsabile della sicurezza di Pirelli e Telecom, Giuliano Tavaroli, che in passato sotto giuramento ammise di aver ricevuto l'incarico, anche se indirettamente, di effettuare ricerche ai limiti della legalità su arbitri, designatori e Juventus da parte di Massimo Moratti, torna sull'argomento che ha indotto la Figc ad aprire un'inchiesta, poi chiusa per prescrizione (i fatti erano relativi al 2004): "Alla fine del 2002 mi incontrai con Moratti e Facchetti. Il presidente nerazzurro mi disse che era stato avvicinato da un arbitro (Nucini, ndr), che gli aveva raccontato che De Santis era a capo di una combriccola facente capo a Moggi. Nucini si disse disposto a svelare i dettagli in cambio di un posto all'interno della società. Facchetti successivamente mi chiese di effettuare verifiche su quanto detto da Nucini, in particolar modo sulla posizione di De Santis. Feci le mie indagini per vedere se i numeri che avevo a disposizione erano effettivamente quelli di persone appartenenti al mondo del calcio, e prospettai a Facchetti due ipotesi: o presentarsi in Procura e denunciare quanto aveva affermato Nucini o collaborare come fonte confidenziale. Ma da quanto mi risulta l'Inter in seguito ha presentato un unico esposto in Procura, che poi non ha confermato".

 
 
 

Cose che restano, persone che vanno.....

Post n°1764 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 



l'editoriale di Cirdan

Immagine IPB


Forse andrà via: Lui dice che il fatto di andarsene non dipenderà dalla posizione finale della squadra. Forse rimarrà: Lui fa notare che nel comunicato della società di circa venti giorni fa c'è scritto il suo futuro; l'importante è saper leggere tra le righe.
Questo, e non solo, il post Inter-Juventus di Gianluigi Buffon; una partita che evidentemente fa dare il peggio al numero uno della nazionale, almeno per quel che concerne le dichiarazioni; vedi undicesima di ritorno campionato 2007/08.
Gigi Buffon arrivò alla Juventus, dal Parma, nel 2001, grazie alla cessione di Zinedine Zidane, che fruttò alla dirigenza bianconera ben 140 miliardi delle vecchie Lire. Più della metà, precisamente 105 (75 in contanti più la cessione di Bachini), furono investiti per il ragazzo di Carrara, risultando tutt'ora il giocatore più pagato nella storia della società bianconera.
E' diventato campione del mondo, vestendo la maglia bianconera, nell'estate del 2006, con la Juventus ha vinto due Supercoppe Italiane e due scudetti; 2001/02 - 2002/03.
Avrebbe vinto anche quello della stagione 2004/05 (e 2005/2006), ma a Lui, testuale,
non interessa; dice che sono passati troppi anni, e quello scudetto, oggi, se lo può prendere chi vuole.
Forse andrà via, forse rimarrà. Di sicuro, fra tanti anni, i bianconeri ricorderanno la stagione 2004/05 (e 2005/2006) come una cavalcata trionfale, mentre a pochi, se non a nessuno, interesserà di Gianluigi Buffon.

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Il dubbio di Piero Ostellino

Post n°1763 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nadir63l
 


Quelle Domande Sul Processo Al Calcio

Corriere della Sera del 17-04-2010

Comunque si concluda, il processo di Napoli è la Caporetto del giornalismo
sportivo. Quando era scoppiato lo scandalo, mi ero posto alcune domande e le
avevo girate a qualche «collega» (si fa per dire). Non si trattava di
difendere la Juve, ma di fare il nostro mestiere. Le hanno lasciate cadere,
prendendo per buono ciò che usciva dai Palazzi.

Prima: che stava succedendo alla Juve, dove l'azionista ne aveva «scaricato»
i dirigenti con una fretta quanto meno inusuale? (Ora, John Elkann parla di
scelta morale. Confesso, e me ne scuso, ma «da quel mondo», sportivo e
finanziario - dove circolano interessi colossali e navigano fior di pescecani
- la giustificazione mi pare un sedativo).

Seconda: quale «ricaduta» aveva avuto sulla Juve il riassetto degli equilibri
finanziari della «famiglia» dopo la scomparsa di Gianni e Umberto Agnelli? (Se
l'«espulsione» di Moggi, Giraudo e Bettega non è stata - come voglio credere -
una faida familiare per il potere, l'azionista ha, ora, un solo modo di
mostrare che è stato amore per la Juve: farsi carico del «caso» davanti alla
giustizia sportiva e finanziariamente del suo futuro).

Terza: quale fondamento avevano le voci che Giraudo e Moggi progettassero di
trasformare la Juve in una Public Company, esautorandone l'azionista di
riferimento; che avrebbe preso a pretesto lo «scandalo» per liberarsene?
(Poniamo che fossero vere. I dirigenti «infedeli» si licenziano; né si
danneggiano le aziende per assecondare gli azionisti).

Quarta: perché a Commissario della Federazione era stato nominato un avvocato
d'affari, non uno sportivo, e chi lo aveva sponsorizzato? (Non voglio neppure
pensare a «incroci» incestuosi).

Quinta: dove finivano le «relazioni esterne» - l'influenza che ogni azienda
cerca di esercitare nel mondo in cui opera - e incominciava la (supposta)
corruzione di Moggi? (Ora, si scopre che telefonavano tutti. «Dipende da
quello che ci si diceva», è la giustificazione. Gli altri telefonavano per
parlare del tempo come gentiluomini inglesi? «Non si tocchi Giacinto
Facchetti». Che era certamente un galantuomo; ma ciò di cui si parla è del suo
ruolo istituzionale all'Inter, della quale faceva gli interessi, non della sua
persona. Non bariamo, facendoci scudo di un morto!).

Si arriva al processo, e l'avvocato della Juve chiede la condanna del proprio
cliente (?!). Poi, la sentenza - che, secondo un esponente della Figc,
«riflette un diffuso sentimento popolare», e che il silenzio-assenso della
Juve accredita - dove si dice che nessuna partita è stata truccata. I
campionati sarebbero stati alterati «da un clima torbido». Linguaggio da Bar
Sport; ambiguità juventina che alimenta ogni sospetto. Nessuno fiata. Infine,
la rinuncia della Juve al ricorso al Tar; rinuncia che danneggia gli
azionisti minori. (In altri Paesi si va in galera se si danneggiano la società
di cui si è azionisti e gli altri soci). Silenzio assoluto. Concludo. Per
carità. Ciascuno fa questo mestiere come meglio crede. Contenti direttori e
editori, contenti (quasi) tutti. Però, se quello è giornalismo... io suono il
violino in un casino.

 
 
 

     

 

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