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Messaggi del 25/04/2010

Juventus-Benitez, ecco su quali basi l'accordo si farà...

Post n°1801 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

Fonte: corrieredellosport.it

La prossima settimana non sarà deci­siva per il futuro della Ju­ve ma sicuramente sarà molto importante. Perchè a Liverpool è in program­ma un incontro tra Rafa Benitez e gli imprendito­ri statunitensi Ton Hicks e George Gillett proprie­tari della società inglese. Motivo dell’incontro: lo “sganciamento” dai reds di Benitez e di una buona metà del suo numeroso staff (dodici persone complessivamente) che ­vale la pena ricordarlo ­è già stato messo in ven­dita attraverso la Bar­clays Capital, uno dei più importanti istituti di cre­dito londinesi. Tra gli ac­quirenti che hanno le maggiori possibilità un gruppo industriale cinese che pretende però la con­ferma dell’allenatore spagnolo al centro di un nuovo progetto.

DIPLOMAZIA - Benitez non lo dirà mai, ma ha deciso di lasciare l’In­ghilterra e di trasferirsi con sei persone del suo staff alla Juventus. I due proprietari del Liverpool non sono in grado di con­tinuare mentre il nuovo gruppo cinese è scono­sciuto: questi i motivi che hanno indotto Benitez a lasciare Liverpool. Rafa, molto legato ai tifosi dei reds che lo adorano, sta usando tutta la sua diplo­mazia per arrivare a una separazione indolore. Il contratto che lega Rafa al Liverpool scade nel giu­gno del 2014 ma c’è una carta privata che preve­de una serie di penali da pagare a Hinks e Gillett nel caso in cui il tecnico decidesse di andarsene. Rafa quei soldi non inten­de pagarli perchè i due americani si sono chia­mati fuori indicando una banca per la cessione del club. Ovviamente si sta trattando, ma la fine del­la storia è ancora lontana. Diciamo allora che l’in­contro di questa settima­na servirà per gettare le basi di un eventuale ac­cordo da concludere ver­so i primi giorni di giu­gno.

FATTA - Con la Juve Be­nitez ha già fatto tutto: 1) accordo sul contratto ( 4 milioni all’anno per i prossimi tre anni con op­zione per altri rinnovi da concordare); 2) accordo sugli stipendi dei sei col­laboratori che lo segui­ranno anche a Torino: Pintus, Carboni, Pederzo­li, Eduardo Macia, e pro­babilmente Sammy Lee; 3) linee guida di mercato impostate sulla rifonda­zione della squadra. Rafa ha chiesto le conferme di Buffon e Chiellini ( ma probabilmente sul portie­re si è dovuto ammorbi­dire), gli acquisti di un grande attaccante ( Fer­nando Torres, Dzeko, Pazzini) o addirittura due se il neo italiano Amauri dovesse andarsene. Altri arrivi: due esterni di cen­trocampo e un forte di­fensore centrale ( Tasci, Mexes, Kjaer, Bonucci).

 
 
 

Beha "tifiamo per l'accertamento della verità"

Post n°1800 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
 
 

IL PAGELLONE DEI CAMPIONI...

Post n°1799 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

 
Secondo tempo di grande caratura,tre gol e bel gioco. Marchisio e Iaquinta i migliori.
© foto di Filippo Gabutti

Buffon 6,5

Inoperoso per gran parte della gara, si supera in due occasioni, nel primo tempo su una conclusione ravvicinata di Koman e nel finale sul tentativo di autogol di Zebina.

Cannavaro 6.5

Molto preciso e puntuale in tutti gli interventi. Annulla Castillo e da una grande sicurezza al reparto arretrato. Una delle migliori prestazioni di tutta la stagione del difensore napoletano.

Chiellini 7

Il solito muro, respinge tutti i tentativi del Bari nella sua zona, si immola in modo stoico su una conclusione dalla distanza di Almiron. Riesce ad essere pericoloso anche in fase offensiva,sfiorando il gol ad inizio ripresa. L'ennesima prova del fatto che Chiellini è ormai uno dei migliori difensori centrali a livello continentale.

De Ceglie 6,5

Bravo in fase di copertura su Alvarez, spinge meno di altre volte ma la sua prestazione è comunque positiva.

Zebina 6

Un discreto lavoro del francese, più in copertura che in fase di spinta. Non sbaglia molto anche se negli ultimi minuti rischia di rovinare la sua prestazione costringendo Buffon ad un super intervento.

Marchisio 7

Il migliore in campo, si inserisce,corre,recupera palloni. Alcuni suoi spunti sono veramente da fuoriclasse del centrocampo, è molto sicuro di sè e non sbaglia praticamente un pallone. Esce nel finale per un problema fisico.

Camoranesi 5

Totalmente fuori partita l'argentino,sbaglia dei tocchi banali ed è molto nervoso. Rischia seriamente il cartellino rosso,andando a cercare il contatto fisico con il guardalinee,ma l'arbitro lo grazia. Prestazione da dimenticare.

Poulsen 6

Il danese gioca una partita ordinata,fa un buon filtro davanti alla difesa e limita al minimo le sbavature. Come al solito è lento e prevedibile in fase di impostazione ma questa non è una novità.

Candreva 6,5

Entrato nella ripresa, al posto di uno spento Camoranesi,Candreva riesce a dar più fluidità al gioco. Le sue accelerazioni e i suoi dribbling permettono di aprire la difesa del Bari. Nel finale mette dentro l'aerea l'assist per il 3-0 di Iaquinta.

Salihamdzic s.v

Amauri 4

E' spento, fuori fase e si isola troppo dal gioco della squadra. Ha un paio di occasioni nel primo tempo ma le sciupa malamente. Se questo è il suo tentativo per conquistare la nazionale non andrà certamente a buon fine.

Iaquinta 7

Rispetto al suo collega italo brasiliano è tutta un'altra storia. Corre, si inserisce negli spazi e mette in seria difficoltà la difesa pugliese. Trova il gol dell'1-0 su assist di Diego, mette lo zampino nell'azione che porta al rigore del 2-0 e infine trova anche la doppietta per il 3-0 finale.

Diego 6.5

Uno dei più positivi nel primo tempo, prova la conclusione diverse volte senza particolare fortuna. Nella ripresa è agevolato dall'entrata di Iaquinta che gli apre più spazi. Trova l'attacante calabrese per l'1-0 e si procura il rigore del 2-0. Un segnale di ripresa da parte del brasiliano.

Del Piero 6.5

Spento e troppo lontano dalla porta nel primo tempo, nella ripresa il capitano si sveglia. Nei primi minuti colpisce una traversa clamorosa, poi mette la firma sulla partita segnando il rigore del 2-0.

 
 
 

Calciopoli, sarà un martedì da ribaltone

Post n°1798 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

  
Attesa per la sfilata dei testimoni a Napoli: Ancelotti ha confermato la sua presenza. In ambito sportivo, invece, prende corpo l’ipotesi di una radiazione dal calcio per Moggi. Ma sorgono dubbi giurisprudenziali

TORINO, 25 aprile - Un fine settimana di grande impegno per avvocati e pm: l’udienza di martedì a Napoli si presterà a una sfilata grandi firme e a qualche ribaltone, figlio di movimenti sotto traccia operati nei seminterrati che uniscono via Allegri a via Po. Martedì Ancelotti pare abbia dato conferma della sua presenza, così come restano convocati in sei per il controesame di Narducci e Capuano. Si lavorerà sulla costola di Calciopoli che ha occupato la Procura di Torino, prima che la questione del conflitto di competenze venisse risolta a favore dei giudici napoletani (che a differenza dei torinesi non archiviarono, leggendo in modo diametralmente opposto intercettazioni e circostanze come quella dei sorteggi taroccati).

L'ATTESA -  In aula atteso l’ispettore Salvagno, che condusse le indagini torinesi, ma anche l’autista del Csm e amico di De Santis, Pepe, il giudice del Csm, Ferri, amico di Lotito e Mazzini caposaldo dell’accusa contro la Lazio. Il dubbio riguarda Roberto Mancini, convocato come gli altri, ma a rischio di viaggio a vuoto per eccesso di testi. Atteso anche Massimo Cuttica, assistente che parlò con il collega Puglisi del sistema Moggi (ma Puglisi non è stato chiamato sul banco dai pm).

 
 
 

Noi, Juventus.....GLMDJ...

Post n°1797 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

Noi, Juventus

Per chi non misura la passione con un interesse ed un ricordo diventa storia, la nostra storia bianconera.....

"Noi, Juventus", è il titolo di una nuova rubrica che presto lanceremo nel nostro sito, composta dai ricordi e dalle emozioni che hanno accompagnato la nostra vita accanto alla Vecchia Signora.

Metti nero su bianco il tuo racconto ed invialo al nostro indirizzo mail:
redazione@giulemanidallajuve.com.

Sarà pubblicato sul nostro sito e condiviso da chi come te vive la Juventus come una vera passione.

il primo capitolo


Capitani coraggiosi

Immagine IPB

di Morrison

Viene un momento nella carriera di un predestinato in cui posi la pietra d'angolo, in cui capisci che il segnale che attendevi è giunto.
Succede al minuto 16 della ripresa dell'illusoria vittoria di 2 settimane fa contro il Fulham, Zac richiama Trezeguet in panchina e la fascia approda sul braccio sinistro di Claudio Marchisio. Eccolo il momento, ecco il segno: si chiude un cerchio.

Ma chi é Claudio Marchisio? Claudio rappresenta idealmente ognuno di noi, Claudio è uno di noi, é il ragazzino che da bambino si innamora di quel pallone che rimbalza e unitamente a quel pallone si innamora di questi nostri stupendi, inimitabili e bistrattati colori. Bianconero autentico, cresciuto nel cortile con gli amici e entrato nella Real casa fin dai pulcini! Chi di noi non ha mai sognato almeno una volta da ragazzino un simile percorso?

Claudio irrompe nel nostro mondo in un freddo inverno di serie B, quella stramaledetta serie B, che per alcuni tifosi "disattenti" era un "lavacro da cui ripartire più forti", per altri, tipo GLMDJ, era l'inizio dell'incubo. Accade che si giochi al San Paolo di Napoli e il buon Deschamps ha il centrocampo ridotto ai minimi termini (guarda il caso). Il merito del francese sta nel lanciare in una bolgia simile un ragazzino che fino ad allora aveva contato solo qualche panchina. Claudio risponde presente e dopo 20 minuti guardinghi si presenta al mondo bianconero a centrocampo, punta Amodio, lo salta in doppio passo e punta il limite dell'area concludendo con un sinistro in corsa pregevole per coordinazione e potenza, solo centrale. Sono li che guardo la partita e sinceramente rimango incuriosito da questa giocata fatta da un esordiente che mostra senza dubbio personalità.
Però penso, il ragazzino sembra avere attributi. Gli attributi ci sono eccome, oltre alle spiccate qualità tecniche e tattiche, tanto che Claudio non esce più di squadra facendo accomodare in panchina giocatori con un carriera in A alle spalle come Giannichedda o altri giovani su cui erroneamente gli "intenditori" di corso Galileo Ferraris avevano riposto fiducia (Paro).

Io adoro Claudio anche per questo per averne intuito immediatamente le doti e il nostro feeling sportivo sboccia definitivamente in un torrido pomeriggio a Frosinone dove lui solo, a fine partita viene a salutare chi come me s'era fatto 10 ore di pullman per essere li a seguire la nostra passione. Claudio si batte il petto, ci saluta, solleva il lembo della maglia dal lato dello stemma e lo bacia.

L'anno successivo va a "farsi le ossa" a Empoli, mentre a Torino il suo posto é occupato dai Tiago e dagli Almiron, ma fortunatamente ritorna e diventa immediatamente una delle rarissime luci di questa grotta degli inferi che sembra l'attuale squadra. Arriva anche il suo primo gol con la nostra maglia su splendido assist di Del Piero. Achi lo segna? A chi può segnare un gobbo autentico? alla Fiorentina in casa.

Si susseguono i riconoscimenti (giudicato il miglior giovane del campionato, il miglior Under 21 della competizione continentale) e naturalmente Mister Lippi non tarda a convocarlo in Nazionale. Quest’anno, al momento, é davvero una delle pochissime cose da salvare nella peggiore stagione della storia bianconera.

Parlavamo della fascia all'inizio. Io credo nei segni del destino. A te la nostra fascia Principino, il compito di riportare questa maglia ai fasti che le spettano, che tu sia il tramite tra i campioni scesi in B, la vergogna di Porcopoli e l'approdo, anzi il ritorno sul trono che da sempre ci appartiene.
Vogliamo qualcuno cresciuto con noi, vogliamo qualcuno che dia il sangue per la maglia, vogliamo qualcuno che abbia il coraggio di difendere la propria Juventinità, vogliamo qualcuno che insegni ai campioni che verranno (quando tornerà la Juventus) che cos'é la Juventus, che gli dica: io c'ero!

Quella fascia é in buone mani, in mani coraggiose, le mani di Claudio Marchisio bianconero autentico!

siamo anche qui:

wikio, ok notizie, fai informazione

 

 
 
 

Follia? Questa è GLMDJ...

Post n°1796 pubblicato il 25 Aprile 2010 da nadir63l
 

Follia? Questa è GLMDJ

Immagine IPB

di Lucaboo2

Le ultime notizie dal processo di Napoli hanno inevitabilmente inasprito, se mai ce ne fosse stato bisogno, i toni del dibattito intorno alle vicende già denominate "Morattopoli".
Le ormai celebri intercettazioni che, di volta in volta, erano "inesistenti" (Piaccia o non piaccia, vero?), "irrilevanti", per poi diventare "non interessanti", venire di colpo “accettate” e finire con l'essere "taroccate", almeno per gli ultimi strenui difensori della causa, hanno portato lo scompiglio nel campo nemico....
Come avevo previsto molto tempo fa, all'inizio dell'affaire-Farsopoli, ad un certo punto "qualcosa" sarebbe venuto alla luce, ed allora le linee compatte e marmoree dei farsopoliani si sarebbero rapidamente divise: una grossa parte di loro avrebbe gettato via bandiere e divise e si sarebbe data alla macchia, quando poi non avesse tentato, addirittura, di unirsi a noi.
Gli altri, quelli più coinvolti, a vari livelli, nella cospirazione o -semplicemente- quelli che si erano esposti troppo per potersi rimangiare tutto, a difendere un fortino che solo fino a poco prima sembrava una fortezza inespugnabile.
Non avrei mai pensato che ci sarebbero voluti tutti questi anni.
Non avrei mai sperato che tutto, poi, si evolvesse così rapidamente.
Se, processualmente parlando, il castello di accuse ha subìto duri colpi per i mille "non ricordo" del Colonnello Auricchio, per l'ormai acclarato indirizzo "mirato" che si diede alle indagini, e -non ultimo- per la falsa testimonianza di molti protagonisti, ad onor del vero dobbiamo dire che non è ancora il momento di stappare le bottiglie: un processo è come una partita di calcio, e fino al triplice fischio non si può cantare vittoria.
Il mostro che partorì Farsopoli è stato ferito, è vero, ma è ancora vivo e nel pieno delle forze. E' un immane idra dalle sette teste, e l'essere riusciti a troncargliene una l'ha soltanto resa più feroce e più pericolosa.
Perché se è vero (com'è vero) che ora, sul tavolo, ci sono anche le telefonate del “dolce e severo” a testimoniare che anche lui “ne era capace”, e se chi ha indagato ora si trova nella difficoltà di spiegare perché per lui sia più rilevante una telefonata dove si dice che una giornalista è una bella gnocca, che non una dove si informa un arbitro che “c'è un regalino” per lui, la battaglia non è ancora vinta.
La linea di difesa è chiara.
In primis, sminuire il contenuto delle intercettazioni, e marchiare d'infamità chi le ha portate alla ribalta perché infangano il santo nome di chi non si può più difendere.
Se poi va male, sono pronto a scommettere che tutte le responsabilità verranno addossate (o si proverà a farlo) proprio al “santo subito”, come quando si chiudono i casi di disastro aereo per “errore umano” del pilota. Tanto -indovinate un po'?- già, non si può più difendere.
Extrema ratio, se la situazione dovesse precipitare, giocheranno la carta del “sacrificarne uno per salvare tutti gli altri”, che significa, ad esempio, una penalizzazione in scudetti e/o in classifica all'Inter per chiudere in fretta e furia la questione prima che a qualcuno venga in mente di scoprire se quelle di Auricchio sono state solo “leggerezze” o se tutto faceva parte di un piano ben ordito.
Non illudiamoci. Sarà dura, molto dura.
La disparità delle forze in campo è evidente: da una parte potentati economici, tycoon del petrolio e delle telecomunicazioni, mezzi di informazione “ufficiali”, disponibilità economiche e di mezzi teoricamente illimitate.
Dall'altra parte ci siamo noi, un gruppo di impiegati, operai, casalinghe, studenti, tutti uniti da una passione comune. Supportati, nell'occasione, da seri e preparati professionisti come gli Avvocati del processo di Napoli; già, perché non dobbiamo dimenticarci che noi stiamo battendoci per difendere la Juve e con lei, per forza di cose, anche i suoi vecchi dirigenti; la battaglia che Big Luciano sta combattendo, invece, è principalmente per riscattare se stesso.
Ma tutto questo lo sapevamo bene, quando abbiamo iniziato questa avventura.
Nel nostro piccolo siamo un manipolo di Spartani, arroccati sulle nostre Termopili.
Ed il nemico che fronteggiamo è come il leggendario esercito di Serse. Un milione di giornalisti, industriali, allenatori, calciatori, veline, opinionisti o semplici tifosi, tutti uniti all’assalto delle nostre difese.
Uniti per spazzarci via.
Io non so quali esiti avrà questa nostra avventura. Io non so se dal processo di Napoli o dalla inchieste che la Federazione promette di riaprire (Palaaazzi? Dove sei?? ...mmazza, sempre fuori a fumare, quello lì...) scaturirà per noi un fallimento epocale, una incredibile delusione o, invece, qualcosa che abbia per noi il sapore di una vittoria come la restituzione di uno o due scudetti o la condanna della squadra “onesta a prescindere” e dei suoi dirigenti vivi o defunti.
Ma so per certo che, qualsiasi sia il risultato finale, io potrò dire di avere vinto.
Perché ho combattuto la mia battaglia.
Perché non ho gettato la mia spada ed il mio elmo per fuggire davanti al nemico.
E non si tratta solo della Juve, si tratta di una battaglia contro tutte le ingiustizie di tutti i sistemi; quanti di voi hanno stretto i pugni quando un’inchiesta cercò di stabilire che 20 persone morirono sul Cermis perché una funivia tagliò la strada ad un caccia americano? E quanti hanno sentito la rabbia montare dentro sentendo i responsabili Thyssen dire che l’impianto di Corso Regina era perfettamente a punto e che sette persone sono bruciate vive perché l’avevano trasformata in un girone dantesco?
Tanti di noi hanno sentito come “proprie” quelle ingiustizie subìte da altri.
Ma poi si ingoia il rospo. “Cosa ci vuoi fare? Sono loro i più forti, così va il mondo...”. E si continua a fare la nostra vita quotidiana. Sveglia, barba, lavoro, cena, e trasmissioni trash in televisione.
Noi invece, nel nostro piccolo, ci abbiamo provato.
E questo è importante, indipendentemente da come finirà.
Perché c’è una cosa che ci rende più forti di loro:

“La differenza tra noi, Serse, è che tu hai un milione di schiavi, io ho trecento fratelli!”

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