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Messaggi del 04/05/2010

Moggi: «Non ho mai dato schede svizzere agli arbitri»

Post n°1837 pubblicato il 04 Maggio 2010 da nadir63l
 

L'ex dirigente della Juve a Matrix: «Quelle che mi avanzavano le ho consegnate a Bergamo e Pairetto perché me le avevano chieste. L'Inter perdeva perché sbagliava acquisti non perché c'ero io nella Juve, semplicemente eravamo più forti di loro. Per me non c'è stata presunzione d'innocenza. Non ho mai detto la frase "Tutti colpevoli, tutti innocenti", me lo hanno fatto dire. Semplicemente hanno detto che non telefonavano e invece lo facevano tutti, ma siamo stati colpiti solo io, Giraudo e il club bianconero»
ROMA, 4 maggio - «Credo che su di me la presunzione di innocenza è stata trascurata nonosntante sia un cardine della nostra costituzione». Così Luciano Moggi durante l'anteprima della trasmissione di Canale 5 "Matrix", dedicata allo scandalo di Calciopoli del 2006 e ai nuovi sviluppi emersi nel processo presso il Tribunale di Napoli. «Su questo argomento non voglio provare nulla di particolare - le parole dell'ex direttore generale della Juventus - anche perché non ho mai detto la frase "tutti colpevoli, tutti innocenti", me lo hanno fatto dire. Semplicemente hanno detto che non telefonavano e invece lo facevano tutti, ma siamo stati colpiti solo io, Giraudo e la Juventus».

LE TELEFONATE - Nel corso dell'anteprima di "Matrix" sono state fatte ascoltare due telefonate. La prima tra l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, e il designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si parla di "regalini" da ritirare e dello "score" dell'arbitro Bertini con i nerazzurri. Nella seconda i protagonsiti sono invece l'ex vicepresidente Figc Innocenzo Mazzini e Franco Baldini, ex dirigente della Roma.

L'ARBITRO BERTINI - Nella telefonata tra Giacinto Facchetti e Paolo Bergamo si parla soprattutto dell'arbitro Paolo Bertini e del suo "score" con i nerazzurri. Il presidente nerazzurro, dopo aver saputo che i 12 precedenti col fischietto sono in perfetta parità (4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte) chiede a Bergamo che il prossimo arbitraggio vada ad inserirsi dalla parte giusta, «quella delle V». «Non ti preoccupare, glielo faccio capire io», la risposta di Bergamo al numero uno dell'Inter. «La telefonata di Facchetti - ha spiegato Moggi - dimostra che era un sistema che veniva portato avanti da tutti e nessuno diceva niente, anzi. Telefonavano tutti anche perché non era proibito, adesso invece è diverso». Moggi ha poi attaccato Attilio Auricchio, il colonnello che portò avanti le indagini su Calciopoli: «Ha preso i tabellini delle gare dalla Gazzetta dello Sport senza vedere le partite e ha fatto un processo sulla pelle delle persone. Farò di tutto per difendere Pieri, Dattilo, Cassarà, poveri diavoli che non hanno fatto niente».

SULL'INTER - «L'Inter non vinceva non perché c'ero io, ma perchè sbagliava campagna acquisti». Così Luciano Moggi nel corso della trasmissione di Canale 5, "Matrix", dedicata allo scandalo di Calciopoli. Secondo l'ex direttore generale della Juventus, le fortune dell'Inter sono cominciate
«quando hanno cominciato a prendere giocatori validi. Solo questo è il segreto. Stanno lavorando bene e se questo vuol dire avere potere, allora va bene».

«MAI DATE SCHDE A NESSUN ARBITRO» - «Non ho mai dato schede telefoniche svizzere a nessun arbitro». Così Luciano Moggi nel corso della trasmissione di Canale 5, "Matrix", dedicata allo scandalo di Calciopoli. L'ex direttore generale della Juventus, rispondendo alle domande in studio, ha ammesso di aver fornito «due schede ai designatori Bergamo e Pairetto. Me la hanno chieste loro, io ne avevo due in più e le ho date. Non può essere un problema mio, al massimo è loro». «Le schede svizzere le ho prese per proteggermi dallo spionaggio sul calciomercato - le parole di Moggi - E poi è emerso che nel negozio dove le ho acquistate si sono serviti altri uomini del calcio tra cui anche Marco Branca (dirigente dell'Inter, ndr)...chi mi dice che queste schede non hanno fatto un giro particolare?». «Gli arbitri? Non le avevano, ma se si credeva il contrario perché non si è fatto un blitz notturno a Coverciano per sequestrarle? Non lo hanno fatto perchè sapevano che non le avrebbero trovate - l'argomentazione dell'ex dg bianconero -. E poi non è vero nemmeno che non si potevano intercettare, per farlo infatti non sarebbe servita alcuna rogatoria internazionale».

LA MEDIA DEGLI ARBITRI - A sostegno della propria tesi, poi, Moggi ha portato alcune statistiche, in termini di punti guadagnati dalla Juventus quando la Vecchia Signora si è trovata ad essere arbitrata da quegli arbitri indicati come possessori di schede svizzere: «Con loro avevamo una media di 1,80 mentre con Collina e gli altri si arriva a 2,60». Moggi, però, nel corso della trasmissione è anche tornato sul "memoriale Facchetti", consegnato dal figlio dell'ex presidente nerazzurro alla procura di Napoli. Su quei fogli, Giacinto Facchetti aveva annotato le circostanze che gli erano state confidate da Danilo Nucini, arbitro fino al 2005, circa i rapporti fra Moggi, esponenti della classe arbitrale e i dirigenti di alcune società: «Nucini era un arbitro in attività e frequentava la sede dell'Inter, perché l'ufficio inchiesta non si è mosso?» si è domandato Moggi, che poi è passato ad attaccare anche il Milan e, nello specifico, l'addetto agli arbitri Leonardo Meani: «Perché Collina gli diceva di voler parlare con i suoi dirigenti a tarda sera nel suo ristorante, entrando magari dalla porta posteriore per non essere visto? E perché me lo sono ritrovato a parlare sempre con Collina e con la terna arbitrale prima della finale di Supercoppa italiana a New York? Come si dice, a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si prende».

 
 
 

SISSOKO A COLLOQUIO COL BORDEAUX?

Post n°1836 pubblicato il 04 Maggio 2010 da nadir63l
 

© foto di Federico De Luca

ll Bordeaux avrebbe lanciato l'assalto a Momo Sissoko, uno dei pilastri della Juventus. Secondo la stampa francese, i Girondini avrebbero individuato nel forte centrocampista maliano il sostituto ideale del capitano Alou Diarra (28), che secondo le ultime indiscrezioni potrebbe trasferirsi all'Olympique Marsiglia. Oggi - secondo quanto riportato da "Le Figaro" - era in programma un incontro a Bordeaux tra Sissoko ed i vertici del club transalpino. Al momento, tuttavia, non sono ancora arrivate conferme della presenza del centrocampista bianconero nella città francese.

 
 
 

"Calciopulitopoli". Risponde C. Rocca....

Post n°1835 pubblicato il 04 Maggio 2010 da nadir63l
 


Immagine IPB


Christian Rocca giornalista, scrittore e blogger italiano, nato a Catania il 23 gennaio 1968, laureato all’ Università Cattolica di Milano, attualmente inviato de Il Foglio negli Stati Uniti, è uno dei pochi giornalisti italiani che ha denunciato e continua a denunciare le numerose incongruità di calciopoli, utilizzando spesso toni ironici e sarcastici mettendo puntualmente in evidenza le contraddizioni e le manipolazioni dei media.

Pubblichiamo con piacere una breve intervista gentilmente concessa alla redazione di
giulemanidallajuve.


Ritorna un Agnelli alla presidenza della Juventus. Nonostante sia stato invocato a gran voce dalla quasi totalità della tifoseria, oggi ci sono delle reticenze dovute forse alla paura di rimanere nuovamente “scottati” nel credere in un cambiamento. Come vive lei questa novità?
In campo non ci vanno i presidenti, nemmeno se si chiamano Agnelli. L'arrivo di Andrea Agnelli in società, però, è importante perché lui e suo padre sono stati i datori di lavori di Moggi e Giraudo. Spero che Agnelli si impegni a difendere quello che la squadra di suo padre ha conquistato sul campo. Lo giudicherò dall'impegno che metterà nel riconquistare anche solo simbolicamente i nostri due scudetti.

Calciopoli. Per qualcuno è già chiusa, per altri è una scoperta continua, per i “rancorosi” una strada da percorrere per ristabilire la verità. Lei come si pone ancora oggi verso quello che in molti hanno definito lo “scandalo” del calcio italiano?
Lo scandalo del calcio italiano non è stato "calciopoli" né "Moggiopoli", ma quello che io chiamo fin dal primo giorno "calciopulitopoli", ovvero la balla che c'era un mostro che guidava il campionato illecitamente a danno di un gruppo di onesti, eleganti e simpatici che in campo schieravano Zamorano e Recoba, sebbene con la patente ricettata e col passaporto falsificato. Finché non si ristabilisce la verità, che peraltro si comincia finalmente a intuire, per me non sarà chiusa.

Rito abbreviato. La fragilità di 202 pagine di motivazioni è evidente così come il siparietto che funge da megafono ogni volta che c’è da rafforzare una decisione così debole. Un monito ad abbandonare la lotta, un semplice “prendere tempo” per rafforzare, anche se momentaneamente l’accusa al processo di Napoli, o volontà di non vedere una realtà diversa?
Non mi interessa il rito abbreviato scelto liberamente da Giraudo, nonostante la pochezza delle motivazioni della sentenza di condanna. Mi interessa il rito abbreviatissimo, decurtato addirittura di un grado di giudizio, con i giudici scelti un giorno prima del processo e senza aver nemmeno acquisito le telefonate, del procedimento sportivo. Quello che ha condannato la Juventus alla Serie B per non aver commesso il fatto, senza alcuna prova di aver anche solo tentato di modificare il corso di una partita, di una designazione, di un sorteggio. Altre squadre, invece, hanno ammesso di aver fatto giocare calciatori extracomunitari per un intero campionato con un passaporto falso.

L’etica. Questa parola dal 2006 occupa tutti gli spazi lasciati vuoti da quelle che dovrebbero essere delle semplici motivazioni. Secondo il suo personale giudizio, quale sarebbe oggi, sempre rapportandoci a calciopoli, l’etica giusta da perseguire per arrivare alla verità?
Ecco, il giudice Sandulli ha detto più volte che la Juventus non ha commesso alcun illecito classico e che la sua sentenza è stata "etica", si è voluto punire un comportamento non bello. Ora scopriamo – ma noi che non leggiamo la Pravda rosa che si trova sui banconi dei gelati nei bar dello sport lo sapevamo già – che anche gli altri avevano gli stessi, identici, comportamenti etici, se non peggiori. Le soluzioni etiche sono due: o restituiscono alla Juventus gli scudetti e chiedono scusa oppure lo stesso metro di giudizio etico va applicato ai sedicenti onesti.

I media. E’ stata resa pubblica la notizia di una nuova importante partnership tra la squadra degli Onesti e la RCS Sport, leggasi la Gazzetta dello Sport. Non si negano più nemmeno le evidenze?
Nuova?!?

I campioni. Nell’ultima settimana e rigorosamente in ordine cronologico, Buffon, Del Piero e Chiellini hanno esternato il loro pensiero sul titolo assegnato agli onesti ma conquistato dalla Juventus, che in sintesi è “ lo sentiamo nostro, lo abbiamo festeggiato ma non ci importa niente riaverlo”. Come legge queste esternazioni?
Hanno ragione, ovviamente. Ma noi che non siamo scesi un campo, vogliamo vederlo sul petto, sul sito internet, sull'autobus della squadra, nell'albo d'oro.

L’onore e l’appartenenza alla maglia. Sbandierato da molti ma sentito da pochi?
Sinceramente non ne ho idea. In campo quest'anno giocano male, ma non credo per problemi d'onore o di maglia. Credo perché la squadra sia mediocre e anziana.

Cosa rimane oggi del gioco più bello del mondo?
Rimane il gioco più bello del mondo, anche se ormai si gioca lontano da Torino.

Gli onesti finalisti della Champions League 2009/2010. Troppo forti o troppo aiutati?
Sono molto forti. Sono uno squadrone solido, compatto e ricco di campioni. Sono guidati da uno dei migliori allenatori del mondo. In Italia non hanno rivali. Mi piacciono molto e non importa se qualche volta, specie in Europa, ricevono vagonate di aiuti arbitrali. Non mi sono piaciuti soltanto a Barcellona, sembravano una squadra di provincia. Ma a Londra contro il Chelsea, con tre punte più un trequartista bravo, a differenza del nostro, sono stati splendidi. Sembrano la Juve di Capello a cui hanno sottratto lo scudetto.

La nazionale di calcio. Sa che molti tifosi nemmeno seguiranno il campionato del mondo? La delusione per il calcio italiano può portare anche a questo… Cosa ne pensa?
Non ci credo.

Camillo, il blog di Christian Rocca

 
 
 

     

 

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